Tipulidae: differenze tra le versioni

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|infraordine=[[Tipulomorpha]]
|superfamiglia=[[Tipuloidea]]
|famiglia='''Tipulidae'''<br /><span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Pierre André Latreille|Latreille]]</span>, [[|1802]]}}
|sinonimi=
|nomicomuni=
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* [[Tipulinae]]
}}
I '''Tipulidi''' o '''tipule''' ('''Tipulidae''' <span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Pierre André Latreille|Latreille]]</span>, [[|1802]]}}) sono una [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] di [[Insecta|insetti]] dell'ordine dei [[Diptera|Ditteri]] ([[Nematocera]]: [[Tipulomorpha]]).
 
==Generalità==
InsettiApparentemente piuttosto comuni, sono chiamati volgarmente "zanzaroni" perché apparentemente ricordanosomiglianti nell'aspetto lealle [[Culicidae|zanzare]], ele spessoTipulidae sono vengonospesso identificate erroneamenteappunto come i maschi delle zanzare. In realtà si tratta di insetti che, oltre alle dimensioni maggiori (2quattro
o 3cinque volte più grandi), ne differiscono marcatamente per molti caratteri morfologici e per l'[[etologia]]; l'associazione delle tipule alle zanzare è dunque del tutto inappropriata e dovuta ad una sommaria generalizzazione da parte dei non specialisti. In particolare, va osservato che, a differenza delle zanzare, le tipule sono incapaci di pungere e l'unico danno che producono alcune specie è di tipo economico per il regime dietetico essendo un animale [[fitofago]].
 
La forma caratteristica e le dimensioni ragguardevoli li rendono facilmente riconoscibili. Va però precisato che le tipule possono essere confuse facilmente con altri Nematoceri dall'aspetto simile, più o meno correlati sotto l'aspetto tassonomico e filogenetico, per lo più appartenenti agli infraordini dei [[Tipulomorpha]] e dei [[Ptychopteromorpha]]. Nel complesso si usa genericamente la [[locuzione]] di ''aspetto tipuloide'' o ''tipuliforme''. Facendo riferimento al rapporto fra dimensioni corporee e sviluppo delle zampe, gli [[lingua inglese|anglosassoni]] e gli [[lingua spagnola|spagnoli]] indicano genericamente gli insetti di aspetto tipuloide con le rispettive locuzioni di ''crane flies'' e ''moscas grúas'' ("mosca gru"), associandoli per attinenza alle [[Gruidae|gru]].
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[[File:Schnake Detail.jpg|thumb|La caratteristica conformazione del capo di un tipulide.]]
I caratteri differenziali che permettono di distinguere i Tipulidi dagli altri tipuloidei consistono nel maggiore sviluppo, in proporzione, della regione geno-clipeale e, soprattutto nella conformazione dei palpi mascellari: come in tutti i Tipuloidi, i palpi sono composti da 4 articoli e sono piuttosto lunghi, ma i Tipulidi presentano l'ultimo articolo marcatamente più lungo degli altri, in genere quanto il secondo e il terzo messi insieme. Gli [[occhio composto|occhi]] sono relativamente grandi, di forma globosa, distanziati e posizionati ai lati del cranio, che in questa zona ha uno sviluppo trasverso e più largo rispetto alla regione clipeo-genale. Gli [[ocelli]] sono assenti come in tutti i Tipuloidi. Le [[antenna degli insetti|antenne]] sono moderatamente allungate, talvolta verticillate ([[Tipulinae]]) oppure pettinate (maschi dei [[Ctenophorinae|Ctenophorina]]), composte nella maggior parte delle specie da 12-13 articoli o, in casi eccezionali, al massimo 15.
 
[[File:Tipulidae Luc Viatour.jpg|left|thumb|Capo e toraci visti lateralmente. Dell'apparato boccale sono ben visibili i palpi e il ''labellum'', disposti all'estremità del ''nasus''.]]
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La nervatura alare presenta la complessità tipica dei tipuloidi, carattere alquanto primitivo, con oltre 8 vene longitudinali raggiungenti il margine. La [[Glossario entomologico#costa|costa]] si estende su tutto il margine alare. La [[Glossario entomologico#subcosta|subcosta]] è strettamente ravvicinata alla radio. Caratteristica della maggior parte dei Tipulidi ''sensu stricto'' è la scomparsa del ramo Sc<sub>1</sub>, perciò l'apice della subcosta appare ricurvo e confluisce sulla radio.
 
La [[Glossario entomologico#radio|radio]] ha tre o quattro rami terminanti sul margine, in relazione al numero di divisioni che subisce il [[Glossario entomologico#settore del radio|settore radiale]]. L'identificazione delle divisioni di questa vena, in letteratura, non è uniforme, come si verifica anche per gli altri Tipuloidi. La prima biforcazione del settore radiale origina due branche, di cui la prima è interpretata, secondo gli Autori, come base di R<sub>2+3</sub> o come base di R<sub>2+3+4</sub>, mentre la seconda è interpretata come R<sub>5</sub> o come R<sub>4+5</sub>. Quest'ultima branca è sempre indivisa, mentre la prima può subire una o due divisioni, originando rispettivamente due o tre vene. L'associazione di R<sub>4</sub> alla prima branca del settore radiale, indicata talvolta in letteratura con la locuzione ''capture of R<sub>4</sub> by R<sub>2+3</sub> stem'' ("cattura di R<sub>4</sub> da parte del ramo R<sub>2+3</sub>"), risale ad un'ipotesi formulata da [[Charles Paul Alexander|Alexander]] (1927). Questo ditterologo, specializzato nella tassonomia dei Tipuloidei, interpretò la configurazione della radio negli attuali Tipuloidei come un risultato evolutivo dell'ancestrale suddivisione del settore radiale nelle due branche R<sub>2+3</sub> e R<sub>4+5</sub><ref>{{cita pubblicazione |autore=Charles Paul Alexander |titolo=The interpretation of the radial field of the wing in the Nematocerous Diptera, with special reference to the Tipulidae |lingua=en |url=https://archive.org/details/biostor-67516 |rivista=Proceedings of the Linnean Society of New South Wales |volume=52 |pagine=42-72 |anno=1927}}</ref>. La teoria di Alexander è stata discussa da [[Willi Hennig|Hennig]] nel 1954<ref>{{cita pubblicazione |autore=[[Willi Hennig]] |titolo=Flügelgeäder und Systematik der Dipteren, unter Berücksichtigung der aus dem Mesozoikum beschriebenen Fossilien |lingua=de |rivista=Beiträge zur Entomologie |volume=4 |pagine=245-388 |anno=1954}}</ref> e successivamente da vari Autori che, trattando la filogenesi dei Nematoceri, hanno dovuto affrontare il problema della [[plesiomorfia]] della configurazione della radio. Di fatto, in letteratura si ritrovano differenti interpretazioni - nel contesto di una semplificazione della nervatura - e apparentemente incongruenti nell'applicazione della terminologia nei diversi livelli di semplificazione anche nell'ambito di uno stesso ''taxon''. Adottando l'ipotesi di Alexander, le ramificazioni della radio nei Tipulidae si identificano in uno dei due casi seguenti:
* nel caso di tre rami raggiungenti il margine: R<sub>1</sub> (o R<sub>1+2</sub>), R<sub>3+4</sub>, R<sub>5</sub> ([[Tipulinae]], [[Dolichopezinae]]);
* nel caso di quattro rami: R<sub>1</sub> (o R<sub>1+2</sub>), R<sub>3+4</sub>, R<sub>4</sub>, R<sub>5</sub> (Tipulinae, [[Ctenophorinae]]).
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==Importanza economica==
In generale, pur essendo fondamentalmente fitosaprofaghe, alcune specie di Tipulidi possono provocare danni non trascurabili alle coltivazioni erbacee. Data la polifagia, non esiste una particolare specificità, ma tali attacchi si verificano frequentemente a spese di piante [[erba]]cee coltivate su terreni umidi, condizioni che in generale si verificano nei casi di cattivo drenaggio o di frequenti e abbondanti irrigazioni. Quest'ultima condizione fa sì che gli attacchi da parte delle tipule sono più frequenti su determinate colture: particolarmente esposte sono le colture [[foraggio|foraggere]] ([[pratoPrato (agricoltura)|prati]], [[erbaio|erbai]]), i [[tappeto erboso|tappeti erbosi]] costituiti a scopo ricreativo o sportivo, le colture di [[cereali]], in particolare di [[Oryza sativa|riso]] e [[Zea mays|mais]], i [[vivaismo|vivai]], le [[orticoltura|coltivazioni ortive]] e i [[giardino|giardini]]. In condizioni di ristagni persistenti e di cattivo drenaggio, la gamma delle coltivazioni esposte agli attacchi delle tipule si estende notevolmente.
 
I danni possono essere di vario tipo, subordinati sia al comportamento delle larve sia alle caratteristiche intrinseche della coltura. Le larve giovani indirizzano la loro attività trofica sui semi e sulle piantule nel corso della [[germinazione]], perciò il danno consiste nella fallanza delle emergenze che porta ad una più o meno marcata riduzione dell'[[investimento (agronomia)|investimento]] e, in prospettiva, della resa al raccolto. Riconducibili a questa tipologia sono anche i danni causati dalle larve più grandi quando l'attività trofica si concentra sull'erosione del colletto, delle radici, della base degli steli. Nelle fasi iniziali della coltura, attacchi di questo tipo possono essere perciò di intensità tale da richiedere la ripetizione della semina.
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==Lotta alle tipule==
La difesa nei confronti dei tipulidi fitofagi non è facile e gli interventi, spesso, non sono risolutivi. Il migliore metodo di controllo è la prevenzione delle condizioni che possono portare ada una proliferazione delle larve nel terreno. In particolare, nella loro attività di ovideposizione, le femmine sono attratte dall'umidità del terreno e dalla presenza di vegetazione erbacea rigogliosa, perciò un'adeguata profilassi richiede la moderazione nell'irrigazione, un drenaggio efficiente, un controllo efficace delle erbe infestanti. Le lavorazioni del terreno possono ridurre la popolazione di larve: adper esempio, l'[[aratura]] interra le larve a profondità eccessiva provocandone la morte, oppure quelle superficiali come la [[sarchiatura]] possono portarle in superficie esponendole all'attività degli uccelli predatori. A proposito di questi ultimi, è citata l'utilità degli animali da cortile, come il [[pollame]], su piccole superfici, come adper esempio gli orti familiari<ref name="t24">{{cita|Tremblay|p. 24}}.</ref>.
 
Gli interventi chimici si basano essenzialmente su due metodologie. Un intervento, di tipo fondamentalmente preventivo, consiste nella [[geodisinfestazione]], da eseguirsi prima della [[semina]] o del [[trapianto (floricoltura)|trapianto]] su terreni umidi e in presenza di una consistente popolazione di larve. Gli insetticidi impiegabili sono quelli ad azione geodisinfestante ammessi per la tipologia di coltura. L'altro intervento consiste invece nella distribuzione in superficie di esche granulari a base di [[metiocarb]], che di norma sono impiegate come [[lumachicida|lumachicidi]]. Fra gli interventi fitoiatrici curativi è segnalata anche la possibilità di eseguire a pieno campo l'irrorazione di un insetticida liquido ad ampio spettro e ad alto potere abbattente come un [[piretroidi|piretroide]]<ref>{{cita|Pollini|p. 798}}.</ref>, tuttavia il ricorso a questo intervento potrebbe essere, oltre che poco risolutivo, deleterio nei confronti dell'entomofauna utile. In ogni caso, a differenza della profilassi, il controllo chimico non offre buoni risultati<ref name="t24"/>.
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Adottando la classificazione di <small>OOSTERBROEK</small>, la famiglia dei Tipulidae ''sensu stricto'' si suddivide in tre [[sottofamiglia|sottofamiglie]], comprendendo nel complesso 6-7000 specie e si colloca come gruppo più rappresentativo e ricco di specie dopo i Limoniidae<ref>{{cita web |url=http://ip30.eti.uva.nl/ccw/manual6.php |titolo=Appendix. Classification of families, subfamilies, genera, subgenera |opera=Catalogue of the Craneflies of the World (Diptera, Tipuloidea: Pediciidae, Limoniidae, Cylindrotomidae, Tipulidae) |autore=Pjotr Oosterbroek |lingua={{en}} |accesso=6 maggio 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061228121331/http://ip30.eti.uva.nl/ccw/manual6.php |dataarchivio=28 dicembre 2006 }}</ref>:
* Sottofamiglia [[Ctenophorinae]] <span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Kertézs</span>, |1902}}. Comprende cinque generi: ''[[Ctenophora (genere)|Ctenophora]]'', ''[[Dictenidia]]'', ''[[Phoroctenia]]'', ''[[Pselliophora]]'', ''[[Tanyptera]]''.
* [[Dolichopezinae]] <span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Kertész</span>, |1902}}. Comprende il solo genere ''[[Dolichopeza]]''.
* [[Tipulinae]] <span style="font-variant: small-caps">{{zoo|Latreille</span>, |1802}}. Comprende 37 generi: ''[[Acracantha]]'', ''[[Angarotipula]]'', ''[[Austrotipula]]'', ''[[Brachypremna]]'', ''[[Brithura]]'', ''[[Clytocosmus]]'', ''[[Elnoretta]]'', ''[[Euvaldiviana]]'', ''[[Goniotipula]]'', ''[[Holorusia]]'', ''[[Hovapeza]]'', ''[[Hovatipula]]'', ''[[Idiotipula]]'', ''[[Indotipula]]'', ''[[Ischnotoma]]'', ''[[Keiseromyia]]'', ''[[Leptotarsus]]'', ''[[Macgregoromyia]]'', ''[[Megistocera]]'', ''[[Nephrotoma]]'', ''[[Nigrotipula]]'', ''[[Ozodicera]]'', ''[[Platyphasia]]'', ''[[Prionocera]]'', ''[[Prionota]]'', ''[[Ptilogyna]]'', ''[[Scamboneura]]'', ''[[Sphaerionotus]]'', ''[[Tipula (genere)|Tipula]]'', ''[[Tipulodina]]'', ''[[Valdiviana]]'', ''[[Zelandotipula]]''.
 
Abbondantemente rappresentata è la famiglia fra i fossili. Come per tutti i Tipuloidei, la maggior parte dei reperti fossili risale al [[Cenozoico]], ma l'origine della famiglia è più antica e risale al [[Mesozoico]], per lo meno al [[Cretaceo]]<ref>{{cita web |titolo=Family Tipulidae |url=http://hbs.bishopmuseum.org/fossilcat/fossntipul.html |opera=Catalogue of the fossil flies of the world (Insecta: Diptera) |lingua=en |editore=Bishop Museum |autore=Neal L. Evenhuis |accesso=26 aprile 2009}}</ref>.
 
==Distribuzione==
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La famiglia ha un'ampia distribuzione, ma con una concentrazione particolare nella regione oloartica. In [[Europa]] sono presenti circa 450 specie.
 
In [[Italia]] sono segnalate oltre 160 specie<ref>{{Fauna Italia|Tipulidae|06-05-2009}}</ref> appartenenti ai generi ''Ctenophora'', ''[[Dictenidia]]'', ''[[Dolichopeza]]'', ''[[Nephrotoma]]'', ''[[Nigrotipula]]'', ''[[Tanyptera]]'' e ''[[Tipula]]''. Quest'ultimo genere è tuttavia quello più largamente rappresentato, con oltre 130 specie. Di particolare interesse è il numero degli [[endemismi]], che per il territorio italiano ammonta a 31 specie o sottospecie. Fra le specie di maggior interesse agrario, in Italia, sono generalmente citate le seguenti:
* ''[[Tipula oleracea]]''. Nota con il nome comune di "zanzarone degli orti", è ampiamente diffusa in tutta l'Europa, con una maggiore frequenza nel sud. In Italia è uno dei tipulidi più comuni e più dannosi in tutto il territorio nazionale. Compie due generazioni l'anno.
* ''[[Tipula paludosa]]''. Nota con il nome comune di "tipula dei prati", ha anch'essa un'ampia distribuzione, ma in Italia è frequente nelle regioni settentrionali. Compie una generazione l'anno.
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==Bibliografia==
* {{cita pubblicazione |autore=C.T. Brues |coautori=A.L. Melander, e F.M. Carpenter |anno=1954 |titolo=Classification of Insects. Keys to the Living and Extinct Families of Insects, and to the Living Families of Other Terrestrial Arthropods |rivista=Bulletin of the Museum of Comparative Zoology at Harvard College |volume=108 |url=https://www.archive.org/details/bulletinofmuseum108harv |accesso=13 aprile 2009|lingua=en|cid=Brues et al.}}
* {{Bibliografia|Tremblay|Ermenegildo Tremblay. ''Entomologia applicata''. Volume III Parte I. 1<sup>a</sup> ed. Napoli, Liguori Editore, 1991. ISBN 88-207-2021-3.}}
* {{Bibliografia|Pollinicita libro|Aldo |Pollini. ''|Manuale di entomologia applicata''. Bologna, Edagricole, |2002. |Edagricole|Bologna|ISBN 8850639546.=88-506-3954-6|cid=Pollini}}
* {{CZSK Diptera|Jaroslav Starý|1|Tipulidae|Latreille|1802}}
* {{Bibliografia|Tremblaycita libro|autore=Ermenegildo Tremblay. ''|titolo=Entomologia applicata''. |volume=Volume III, Parte I. |ed=1<sup>a</sup> ed. |città=Napoli, |editore=Liguori Editore, |anno=1991. |ISBN =88-207-2021-3.|cid=Tremblay}}
* {{cita pubblicazione |autore=C.T. Brues |coautori=A.L. Melander, F.M. Carpenter |anno=1954 |titolo=Classification of Insects. Keys to the Living and Extinct Families of Insects, and to the Living Families of Other Terrestrial Arthropods |rivista=Bulletin of the Museum of Comparative Zoology at Harvard College |volume=108 |url=https://www.archive.org/details/bulletinofmuseum108harv |accesso=13 aprile 2009|cid=Brues et al}}
 
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
*{{cita web |url=http://ip30.eti.uva.nl/ccw/ |titolo=Catalogue of the Craneflies of the World (Diptera, Tipuloidea: Pediciidae, Limoniidae, Cylindrotomidae, Tipulidae |autore=Pjotr Oosterbroek |lingua={{en}} |accesso=6 maggio 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070817123031/http://ip30.eti.uva.nl/ccw/ |dataarchivio=17 agosto 2007 }}
*{{BDWD |form=x |accesso=13 agosto 2009}}
*{{cita web |url=http://iz.carnegiemnh.org/cranefly/idkeys.htm |titolo=The Crane Flies (Diptera: Tipulidae) of Pennsylvania |editore=Carnegie Museum of Natural History |lingua={{en}} |accesso=5 maggio 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090414121746/http://iz.carnegiemnh.org/cranefly/idkeys.htm |dataarchivio=14 aprile 2009 }}
*{{cita web |url=http://delta-intkey.com/britin/dip/www/tipulida.htm |titolo=Tipulidae |opera=British Insects: the Families of Diptera |autore=L. Watson |coautori=M.J. Dallwitz |lingua={{en}} |accesso=6 maggio 2009 |dataarchivio=13 ottobre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071013164646/http://delta-intkey.com/britin/dip/www/tipulida.htm |urlmorto=sì }}
*{{cita web |titolo=Family Tipulidae - Crane Flies |url=http://bugguide.net/node/view/183 |lingua={{en}} |opera=BugGuide |accesso=6 maggio 2009}}
*{{cita webtesto |url=http://hbs.bishopmuseum.org/aocat/tipulidae.html |titolocapitolo=Family Tipulidae | autore=Pjotr Oosterbroek |operatitolo=Neal L. Evenius (a cura di), Catalog of the Diptera of the Australasian and Oceanian Regions (online|curatore=Neal version)L. Evenhuis |tipo=versione online |editore=Bishop Museum |lingua={{en}} |accesso=6 maggio 2009 |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304113129/http://hbs.bishopmuseum.org/aocat/Tipulidae.html |urlmorto=sì }}
*{{AFD|taxon=TIPULIDAE|titolo=Family Tipulidae|accesso=6 maggio 2009}}
*{{Fauna europaea|11636|Tipulidae|06-05-2009}}
*{{Biolib|17388|Tipulidae|06-05-2009}}
*{{ITIS|118841|Tipulinae|06-05-2009}}
 
{{Diptera}}
{{Controllo di autorità}}