Adriano Sofri: differenze tra le versioni
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|Attività3 = attivista
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , ex leader di [[Lotta Continua]], condannato a ventidue anni di carcere – dopo un lungo iter giudiziario – quale mandante, assieme a [[Giorgio Pietrostefani]], dell'[[omicidio Calabresi|omicidio]] del commissario di polizia [[Luigi Calabresi]], avvenuto nel [[1972]]
Arrestato brevemente nel [[1988]], e condannato, per il reato di [[Concorso di persone nel reato (ordinamento italiano)|concorso]] morale in omicidio, la prima volta nel [[1990]], fu incarcerato in via definitiva nel [[1997]], con l'eccezione di circa 6 mesi tra il 1999 e il 2000 a causa della [[revisione (ordinamento penale italiano)|revisione del processo]]. Dal 2005 Sofri scontava la pena in regime di [[semilibertà]] e dal 2006 di [[detenzione domiciliare]] a causa di problemi di salute. È stato scarcerato nel gennaio [[2012]] per decorrenza della pena, ridotta a 15 anni per effetto dei benefici di legge▼
|Immagine = Adriano Sofri 2014.JPG
|Didascalia = Adriano Sofri nel [[2014]].
}}<ref name=Corriere>{{Cita web |url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=SOFRI+Adriano |titolo=''Corriere della Sera, biografia: Sofri, Adriano'' |accesso=4 febbraio 2014 |dataarchivio=28 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131228051758/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=SOFRI+Adriano |urlmorto=sì }}</ref>
▲Arrestato
Pur assumendosi la corresponsabilità morale dell'omicidio,<ref name= cds08/> a causa della campagna di stampa diretta contro il commissario portata avanti assieme agli altri membri di Lotta Continua, Sofri si è sempre proclamato innocente per quanto riguarda l'accusa penale, così come affermato anche dai coimputati, a eccezione del reo confesso Marino.<ref name= cds08/><ref>[http://www.ilfoglio.it/piccolaposta/829 ''Adriano Sofri risponde a Rocco Casalino, portavoce del M5S''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140205143750/http://www.ilfoglio.it/piccolaposta/829 |data=5 febbraio 2014 }}</ref> Un ampio movimento innocentista ha sostenuto negli anni l'estraneità di Sofri al delitto, ricordando le contraddizioni del pentito, in particolare il fatto che Sofri avrebbe ordinato il crimine solo concedendo una sorta di silenzioso assenso ritenuto non verificabile.<ref>Il riferimento è al fatto che Marino non ricordi le parole di Sofri, e che possa aver preso qualcosa di non perentorio per un ordine secco o una sorta di assenso silenzioso.</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/online/cronaca/sofri3/avanzo/avanzo.html|titolo=Il caso Sofri oltre la sentenza|pubblicazione=''Repubblica.it''|data=4 ottobre 2000|accesso=2 novembre 2016}}</ref>▼
▲Pur assumendosi la corresponsabilità morale dell'omicidio,<ref name= cds08/> a causa della campagna di stampa diretta contro il commissario portata avanti assieme agli altri membri di Lotta Continua, Sofri si è sempre proclamato innocente per quanto riguarda l'accusa penale, così come affermato anche dai coimputati, a eccezione
== Biografia ==
Adriano Sofri è nato a [[Trieste]]. Il padre, di origine meridionale, era nella [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]], mentre la madre, triestina, era insegnante.<ref name= dellarti >{{Cita news|autore=Giorgio Dell'Arti|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=SOFRI+Adriano|titolo=''Adriano Sofri''|data=2007|pubblicazione=|accesso=4 febbraio 2014|dataarchivio=28 dicembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131228051758/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=SOFRI+Adriano|urlmorto=sì}}</ref> Ha un fratello maggiore, [[Gianni Sofri|Gianni]], storico e saggista, e una sorella, Stella. Trascorse l'infanzia a [[Taranto]], poi a [[Milano]], [[Palermo]] e [[Roma]]<ref name= rep97 >{{Cita news|autore=Giuseppe D'Avanzo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/01/25/la-vita-da-pisa-pisa-storia-di.html|titolo=La vita da Pisa a Pisa Storia di un ritorno|pubblicazione=La Repubblica|25 gennaio 1997|accesso=27 luglio 2013}}</ref> dove studiò al [[Liceo ginnasio statale Virgilio|liceo
Nel 1960 entrò alla [[Scuola Normale Superiore]] come studente di [[
Nel marzo 1963,
Fu attivo nella sinistra operaista italiana sin dai primi [[anni 1960|anni sessanta]] (collaborò alla rivista ''[[Classe operaia (rivista)|Classe operaia]]''), fu tra i fondatori del movimento [[Il potere operaio pisano]],<ref>{{Cita news|url=http://pisanotizie.it/news/news_20120117_torna_libero_adriano_sofri_isola_giglio.html|titolo=Adriano Sofri torna in libertà: scontata la pena|pubblicazione=Pisa Notizie|data=17 gennaio 2012|accesso=24 maggio 2023|urlmorto=sì|dataarchivio=29 luglio 2013|urlarchivio=https://archive.today/20130729191608/http://pisanotizie.it/news/news_20120117_torna_libero_adriano_sofri_isola_giglio.html}}</ref> per poi fondare la formazione [[extraparlamentare]] comunista [[Lotta Continua]], di cui fu uno dei leader principali fino al suo scioglimento nel 1976.▼
▲Nel marzo 1963, venne [[Palmiro Togliatti]] a Pisa, e raccontò agli studenti il suo rientro in Italia e la [[svolta di Salerno]], riferendo che «il generale MacFarlane si meravigliò con me che il [[Partito Comunista Italiano|Pci]] non volesse fare la rivoluzione». L'allora sconosciuto Sofri intervenne affermando che «ci voleva l'ingenuità d'un generale americano per pensare che un partito che si proclamava comunista volesse il comunismo», al che il segretario comunista ribatté: «Devi ancora crescere. Provaci tu, a fare la rivoluzione», e Sofri concluse: «Ci proverò, ci proverò».<ref name="dellarti" />
Venne espulso dalla Normale nel 1963 per «infrazione disciplinare», dopo essere stato in precedenza sospeso:<ref name=la_Rep /> l'ordinamento della Scuola non permetteva agli studenti di accogliere donne in dormitorio, ma Sofri vi fu sorpreso con colei che sarebbe poi divenuta sua moglie.<ref name=Corr /> Si laureò quindi nel 1964,<ref>{{Cita news|url=http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-6619a3b0-8c4b-4e5c-bc4c-5dbef3e48b3a.html|titolo=SOFRI, DALLA NORMALE DI PISA AL CARCERE PER IL DELITTO CALABRESI|pubblicazione=TG1|data=16 gennaio 2012|accesso=29 luglio 2013|}}</ref> all'[[Università di Pisa]] con una tesi sul giovane [[Antonio Gramsci]].<ref>{{Cita news|url=http://iltirreno.gelocal.it/regione/2008/03/10/news/sofri-e-d-alema-sullo-stesso-binario-1.1713251|titolo=Sofri e D’Alema sullo stesso binario|pubblicazione=Il Tirreno|data=10 marzo 2008|accesso=29 luglio 2013|dataarchivio=23 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123191227/http://iltirreno.gelocal.it/regione/2008/03/10/news/sofri-e-d-alema-sullo-stesso-binario-1.1713251|urlmorto=sì}}</ref>
Nel 1970 fu brevemente arrestato dopo una manifestazione a [[Torino]].<ref>{{Cita web |url=http://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2015/06/17/scabbia-e-prigioni___1-vr-129901-rubriche_c990.htm |titolo=Adriano Sofri, ''Scabbia e prigioni'', Piccola posta |accesso=24 giugno 2015 |dataarchivio=25 giugno 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150625192922/http://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2015/06/17/scabbia-e-prigioni___1-vr-129901-rubriche_c990.htm |urlmorto=sì }}</ref> Sposato negli [[anni 1960|anni sessanta]] con Alessandra Peretti, è padre di due figli: [[Luca Sofri|Luca]], giornalista, e Nicola. Dal 1972 Sofri è stato legato<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/08/26/morta-pisa-la-compagna-di-sofri.html ''Morta a Pisa la compagna di Sofri'']</ref> a Randi Krokaa (1944-2007).<ref name="rep97" />▼
▲Fu attivo nella [[Operaismo|sinistra operaista]] italiana sin dai primi [[anni 1960|anni sessanta]]:
Adriano Sofri è [[ateismo|ateo]], anche se ha dichiarato di essersi riavvicinato ad una fede personale negli anni della maturità.<ref>[http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2007/05/07PG11127.PDF ''Adriano Sofri, un ateo pieno di fede'']</ref><ref>[https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2022/12/09/news/la-requisitoria-del-cardinal-ravasi-coinvolge-anche-chi-non-ha-piu-tanta-voglia-di-essere-ateo-4748213/ Adriano Sofri, La requisitoria del cardinal Ravasi coinvolge anche chi non ha più tanta voglia di essere ateo | Il Foglio], 9 dicembre 2022</ref>▼
▲Nel 1970 fu brevemente arrestato dopo una manifestazione a [[Torino]].<ref>{{Cita web |url=http://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2015/06/17/scabbia-e-prigioni___1-vr-129901-rubriche_c990.htm |titolo=Adriano Sofri, ''Scabbia e prigioni'', Piccola posta |accesso=24 giugno 2015 |dataarchivio=25 giugno 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150625192922/http://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2015/06/17/scabbia-e-prigioni___1-vr-129901-rubriche_c990.htm |urlmorto=sì }}</ref
▲
=== L'attività politica in Lotta Continua ===
{{vedi anche|Lotta Continua}}
Negli [[Anni 1970|anni settanta]]
==== La campagna contro Calabresi ====
[[File:Giuseppe Pinelli 3.jpg|left|miniatura|upright|[[Giuseppe Pinelli]], ferroviere e anarchico]]
Nel periodo 1969-1972, dalle pagine dell'[[Lotta Continua (giornale)|omonimo giornale]], sul quale Adriano Sofri scriveva e di cui fu anche direttore, la formazione attaccò fortemente, tra gli altri, il commissario [[Luigi Calabresi]].<ref name="dellarti" /> Fino a poco prima dell'[[omicidio Calabresi|omicidio]], il commissario era stato pubblicamente accusato dagli [[anarchia|anarchici]] e da Sofri stesso, per mezzo di una ampia campagna sulla stampa, di essere il principale responsabile della morte dell'anarchico [[Giuseppe Pinelli]], precipitato da una finestra della Questura di Milano durante l'interrogatorio relativo alla [[strage di piazza Fontana]], del quale era accusato assieme a [[Pietro Valpreda]] (entrambi risulteranno poi estranei).<ref name="Corriere" />
La campagna venne sostenuta anche da molti giornali e riviste, e numerosissime firme del mondo culturale (come nella famosa [[lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli]]). Un articolo anonimo pubblicato da [[Lotta Continua (giornale)|Lotta Continua]] diceva:
{{Citazione|Questo processo lo si deve fare, e questo marine dalla finestra facile dovrà rispondere di tutto. Gli siamo alle costole ormai ed è inutile che si dibatta «come un bufalo inferocito che corre per i quattro angoli della foresta in fiamme».|Articolo su [[Lotta Continua (giornale)|Lotta Continua]] del 6 giugno 1970, pagina 15<ref name=lotta>[http://fondazionerrideluca.com/download/1970/06_1970/LC1_1970_06_6.pdf Testo in pdf di Lotta Continua] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151004040303/http://fondazionerrideluca.com/download/1970/06_1970/LC1_1970_06_6.pdf |data=4 ottobre 2015 }}</ref>}}
La citazione sul "bufalo inferocito" secondo quanto ipotizzato da Sofri sarebbe forse di origine [[maoismo|maoista]].<ref name=notte/> L'articolo, intitolato ''Un'amnistia per Calabresi'', contiene anche una vignetta con Calabresi raffigurato come un boia accanto a una ghigliottina, però prende le distanze dalle frasi murali che invitano a uccidere il commissario, in quanto la morte avrebbe evitato il giusto processo:{{citazione|«Archiviano Pinelli, ammazziamo Calabresi»: è scritto sui muri di Milano, è scritto anche sulla caserma S. Ambrogio, e noi, solo per dovere di cronaca, come si dice, riportiamo la cosa. A prima vista, a noi superficiali lettori di scritte murali, questo sembrerebbe un incitamento all’omicidio di funzionario di P.S. Quello che infastidisce è che, se qualcuno segue il suggerimento, si rischia di vedere saltare, per morte del querelante, il processo Calabresi-Lotta Continua, e la cosa in effetti ci dispiacerebbe un po’...<ref name=lotta/>}}
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In un articolo del 2008 sul ''Foglio'' e il 9 gennaio 2009, in un'intervista al ''[[Corriere della Sera]]'', pur ribadendo la sua innocenza nel delitto di concorso morale in omicidio, Adriano Sofri (poco prima dell'estinzione della pena, avvenuta tre anni dopo) si è [[Omicidio Calabresi#Assunzione di responsabilità morale da parte di Sofri|assunto la corresponsabilità morale]] dell'omicidio, per aver scritto, per esempio, «Calabresi sarai suicidato» e per aver rifiutato all'epoca di deplorare il delitto<ref name= cds08>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_08/sofri_libro_77a23c7c-dd8e-11dd-9758-00144f02aabc.shtml|titolo=Sofri: «Dissi "Calabresi sarai suicidato". Sono innocente. Ma corresponsabile»|pubblicazione=''Corriere.it''|data=18 gennaio 2009|accesso=13 aprile 2013}}</ref>.
Sofri fu uno dei pochi (un altro fu [[Carlo Ripa di Meana]], firmatario dell'appello dell{{'}}''Espresso'')<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/08/13/firmai-contro-calabresi-chiedo-scusa.html|titolo=Firmai contro Calabresi, chiedo scusa|pubblicazione=''la Repubblica''|data=13 agosto 2007|accesso=5 gennaio 2012}}</ref> a chiedere perdono per la campagna stampa contro Calabresi. Già nel 1998 Sofri aveva espresso parole di condanna per il delitto Calabresi, e presentato scuse pubbliche alla vedova del commissario per aver contribuito a istigare al [[linciaggio]] nei confronti del marito, «con l'uso di termini e l'evocazione di sentimenti detestabili allora e tanto più detestabili e orribili oggi»; Sofri si assunse quindi la colpevolezza di aver compiuto un'[[istigazione a delinquere]], pur dicendosi sempre innocente a livello penale per quanto riguarda l'ideazione e l'esecuzione dell'omicidio, e vittima di un [[errore giudiziario]]<ref name= cds08/><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/01/27/sofri-scuse-in-tv-per-calabresi.html|titolo=Sofri, scuse in tv per Calabresi|pubblicazione=''la Repubblica''|data=27 gennaio 1998|accesso=17 maggio 2015}}</ref>.
Secondo il giornalista [[Giampiero Mughini]] (ex membro della formazione extraparlamentare e per un periodo direttore del quotidiano), in Lotta Continua molti, compreso Sofri, sapevano che qualcuno stava preparando il delitto, ma egli ne sarebbe comunque estraneo per quanto riguarda la realizzazione<ref>{{Cita news|autore=Aldo Cazzullo|url=http://www.corriere.it/cultura/09_maggio_15/libro_mughini_cazzullo_f2e6e5ae-4116-11de-8b5d-00144f02aabc.shtml|titolo=Mughini: «Adriano Sofri sapeva dell'azione contro Calabresi»|pubblicazione=''Corriere della Sera''|data=15 maggio 2009|accesso=17 maggio 2015}}</ref>.
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Il 16 gennaio 2012 viene scarcerato per decorrenza della pena.<ref name=Corriere/>
È stato iscritto molte volte al [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]]<ref>{{cita web|url=http://www.radioradicale.it/exagora/sofri-un-appello-per-pannella|titolo=Sofri, un appello per Pannella|accesso=29 novembre 2010|editore=[[Radio Radicale|Radioradicale.it]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120318200650/http://www.radioradicale.it/exagora/sofri-un-appello-per-pannella|dataarchivio=18 marzo 2012|urlmorto=sì}}</ref> e nel 2008 ha espresso appoggio per il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] allora guidato da [[Walter Veltroni]]<ref>[http://www.ilfoglio.it/articoli/2008/04/11/il-voto-dei-foglianti-in-versione-integrale___1-v-117163-rubriche_c428.htm ''Il voto del foglianti in versione integrale''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150723072357/http://www.ilfoglio.it/articoli/2008/04/11/il-voto-dei-foglianti-in-versione-integrale___1-v-117163-rubriche_c428.htm |date=23 luglio 2015 }}, il Foglio, 11 aprile 2008</ref>.▼
Oltre che contro la [[pena di morte]], Sofri si è pronunciato contro l'[[ergastolo]], per l'abolizione dell'ergastolo ostativo dall'ordinamento italiano e per i diritti dei detenuti, esprimendo posizioni [[Garantismo|garantiste]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/09/24/gli-uomini-ombra-che-moriranno-in-carcere.html Adriano Sofri, ''Gli uomini ombra che moriranno in carcere'']</ref>.▼
=== L'attività letteraria e di opinionista ===
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Testimone attento, ma raramente distaccato, si appassionò in particolare a due cause: quella dell'indipendenza della [[Prima guerra cecena|Cecenia]] e quella di [[Assedio di Sarajevo|Sarajevo]], durante la [[guerra in Bosnia ed Erzegovina]] (fu anche inviato di guerra nella capitale bosniaca), esprimendosi contro la politica della [[Russia]], e della [[Repubblica di Serbia (1990-2006)|Serbia]] nel corso delle [[guerre jugoslave]]. Nel 1996, in [[Cecenia]], fece da mediatore per il rilascio di due cooperanti italiani sequestrati da un gruppo di indipendentisti.<ref>{{Cita web |url=http://www.sofri.org/vita.html |titolo=Sandro Pocaterra e Giuseppe Valenti, ''Ad Adriano Sofri noi dobbiamo la vita'' |accesso=24 ottobre 2015 |dataarchivio=22 dicembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222143621/http://www.sofri.org/vita.html |urlmorto=sì }}</ref>
Negli anni del carcere Sofri ha scritto molto; una breve, ma assai intensa, rubrica quotidiana su [[Il Foglio (quotidiano)|''Il Foglio'']] (''Piccola posta'', sul quotidiano fondato dall'amico [[Giuliano Ferrara]], che da sempre ha dato ospitalità a Sofri pur essendo un giornale
Nel 2001 scrisse una lettera-articolo a [[Oriana Fallaci]], in risposta a ''[[La rabbia e l'orgoglio]]'', ma sarà pubblicata su ''ll Foglio'' solo nel 2016.<ref name=fallaci>[https://it-it.facebook.com/notes/conversazione-con-adriano-sofri/una-mia-vecchia-lettera-non-spedita-a-oriana-fallaci/10153560212187547/ Una mia vecchia lettera non spedita a Oriana Fallaci]</ref>
In alcuni articoli si è schierato a favore di un intervento militare nella [[guerra civile siriana]] e contro lo [[Stato Islamico (organizzazione)|Stato Islamico]]; Sofri considera alcune guerre, come quella del Kosovo, come azioni di polizia internazionale.<ref>[http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/12/07/caro-renzi-ma-intervieni-o-no___1-vr-135798-rubriche_c152.htm Adriano Sofri, ''Caro Renzi, ma intervieni o no?''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151213125950/http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/12/07/caro-renzi-ma-intervieni-o-no___1-vr-135798-rubriche_c152.htm |date=13 dicembre 2015 }}, il Foglio, 7 dicembre 2015</ref> Tuttora scrive su ''Il'' ''Foglio''<ref name= dellarti /><ref>[http://www.ilsussidiario.net/News/Cinema-Televisione-e-Media/2014/1/25/CHE-TEMPO-CHE-FA-Chi-e-Adriano-Sofri-cofondatore-di-Lotta-Continua/461665/ CHE TEMPO CHE FA/Chi è Adriano Sofri, cofondatore di Lotta Continua]</ref> e i suoi interventi sono ripresi anche da una pagina Facebook gestita personalmente intitolata ''Conversazione con Adriano Sofri'', in cui commenti fatti di cronaca, di politica, di costume e di storia recente. Diversi articoli di Sofri vertono principalmente su [[Diritti civili|diritti]] e [[libertà civili]], e sui [[diritti umani]] in Italia e nel mondo.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2023/03/17/news/le-prove-dei-crimini-commessi-dai-russi-nel-rapporto-della-commissione-onu-5069651/|titolo=Le prove dei crimini commessi dai russi nel rapporto della commissione Onu|sito=www.ilfoglio.it|lingua=it|accesso=2024-08-19}}</ref>
▲È stato iscritto molte volte al [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]]<ref>{{cita web|url=http://www.radioradicale.it/exagora/sofri-un-appello-per-pannella|titolo=Sofri, un appello per Pannella|accesso=29 novembre 2010|editore=[[Radio Radicale|Radioradicale.it]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120318200650/http://www.radioradicale.it/exagora/sofri-un-appello-per-pannella|dataarchivio=18 marzo 2012|urlmorto=sì}}</ref> e nel 2008 ha espresso appoggio per il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] allora guidato da [[Walter Veltroni]]<ref>[http://www.ilfoglio.it/articoli/2008/04/11/il-voto-dei-foglianti-in-versione-integrale___1-v-117163-rubriche_c428.htm ''Il voto del foglianti in versione integrale''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150723072357/http://www.ilfoglio.it/articoli/2008/04/11/il-voto-dei-foglianti-in-versione-integrale___1-v-117163-rubriche_c428.htm |date=23 luglio 2015 }}, il Foglio, 11 aprile 2008</ref>.
▲Oltre che contro la [[pena di morte]], Sofri si è pronunciato contro l'[[ergastolo]], per l'abolizione dell'ergastolo ostativo dall'ordinamento italiano, del [[Articolo 41 bis|41bis]] e per i diritti dei detenuti, esprimendo posizioni [[Garantismo|garantiste]] e contro il [[populismo penale]].<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/09/24/gli-uomini-ombra-che-moriranno-in-carcere.html Adriano Sofri, ''Gli uomini ombra che moriranno in carcere'']</ref>
Nel 2016 e in seguito si è occupato particolarmente della situazione di Siria e Iraq, visitando anche i campi profughi degli [[Yazidi]] nel [[Kurdistan iracheno]] e realizzando numerosi
== La vicenda giudiziaria ==
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{{vedi anche|Omicidio Calabresi}}
[[File:Luigi Calabresi.jpg|left|miniatura|Il commissario Luigi Calabresi.]]
Dopo l'assassinio del commissario le indagini furono assai lente. Ci furono molti depistaggi e il caso rimase a lungo uno dei misteri d'Italia<ref>
Nel 1988, sedici anni dopo i fatti, Leonardo Marino, nel 1972 militante di [[Lotta Continua]], confessò davanti ai giudici di essere stato uno dei due membri del commando che aveva ucciso il commissario. Disse di aver guidato l'auto usata per l'omicidio, e accusò Ovidio Bompressi di aver esploso i colpi che uccisero Calabresi; aggiunse che ricevettero l'ordine di compiere l'omicidio da Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani, allora leader del movimento<ref name=Marino>{{Cita news|autore=Michele Brambilla|url=http://www.lastampa.it/2013/07/26/italia/cronache/marino-eravamo-una-generazione-persa-ora-sono-me-stesso-2UxSr6ehBPAW6oqzZiCxXL/pagina.html|titolo=Marino: “Eravamo una generazione persa, ora sono me stesso”|pubblicazione=''[[La Stampa]]''|data=26 luglio 2013|accesso=27 luglio 2013}}</ref>. Sofri, Marino e Bompressi furono arrestati, ma successivamente rilasciati in attesa del processo<ref name=Marino/>.
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==== L'arresto e il processo ====
Sofri, Bompressi, Pietrostefani e Marino furono brevemente arrestati nel 1988, per alcuni mesi (dal 28 luglio al 6 settembre, quando furono posti agli arresti domiciliari, poi scarcerati per decorrenza dei termini). Il giudice Antonio Lombardi, accogliendo le richieste del pubblico ministero Ferdinando Pomarici<ref name="Zavoli" />, rinviò a giudizio i quattro indiziati il 28 giugno 1989 assieme ad altri 13 ex militanti di Lotta Continua, accusati da Marino di aver partecipato con lui a diverse rapine. Per altre 22 persone, tra cui i maggiori dirigenti di LC, si
La [[Magistratura italiana|magistratura]], dopo un lungo iter giudiziario, ha sentenziato nel gennaio del [[1997]] la condanna in via definitiva di Sofri, Bompressi e Pietrostefani a 22 anni di [[reclusione]] per l'omicidio di Luigi Calabresi e di Marino a 11.<ref name=Corriere/>
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Il principale legale di Sofri fu [[Gian Domenico Pisapia]], deceduto nel 1995 e sostituito da Alessandro Gamberini.
I primi due gradi di giudizio (1990 e 1991) si conclusero con la condanna degli imputati<ref name="Zavoli">{{Cita libro|autore=Sergio Zavoli|titolo=La notte della Repubblica|città=Roma|editore=Nuova Eri|anno=1992}}</ref>. Già avverso alla sentenza di primo grado, Adriano Sofri non interpose [[Appello (ordinamento penale italiano)|appello]], volendo scontare la pena come forma di protesta in quanto, come gli altri, si dichiarò sempre estraneo pur assumendosi una responsabilità morale<ref>{{Cita|Ginzburg 1991|pp. 11-12
Sofri, prima dell'inizio del giudizio di legittimità, intraprese uno [[sciopero della fame]] per protestare contro lo spostamento del giudizio dalla prima sezione, quella di [[Corrado Carnevale]] (soprannominato «l'ammazzasentenze» per la sua propensione ad annullare le condanne per minimi vizi di forma, e quindi ritenuto più favorevole), alla sesta. Il presidente della Cassazione affidò allora il giudizio alle sezioni unite, che annullarono nel 1992 questi primi verdetti affermando «l'impossibilità di irrogare una condanna sulla sola base di una chiamata in correo priva di riscontri oggettivi»<ref name=Corriere/>.
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La condanna definitiva fu a 22 anni per Sofri e Pietrostefani, come mandanti dell'omicidio, 22 a Bompressi come esecutore materiale, mentre a Leonardo Marino furono concesse le attenuanti generiche e il reato fu dichiarato prescritto per via del fattore tempo (dovuto agli altri imputati che portarono il processo per le lunghe)<ref name="Fini">Massimo Fini, ''Sofri e Calabresi, vi racconto la storia'', ''[[il Fatto Quotidiano]]'', 16 gennaio 2014.</ref>.
I tre condannati ricorsero a forme di protesta come lo sciopero della fame, dicendosi pronti a tutto<ref>
Qualche anno dopo aveva luogo un'ulteriore fase di giudizio a seguito dell'accoglimento da parte della Cassazione della richiesta di revisione presentata da Sofri<ref name= dellarti />. Nel 1999 gli imputati furono scarcerati temporaneamente. Questo nuovo processo si svolse presso la [[Corte d'appello di Venezia]] (dopo il rifiuto precedente delle corti di Milano e Brescia)<ref name= dellarti />. Il 24 gennaio [[2000]] la Corte d'appello di Venezia rigettò l'istanza di revisione<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/gennaio/25/Condannati_solo_Sofri_torna_carcere_co_0_000125515.shtml|titolo=Condannati, ma solo Sofri torna in carcere|pubblicazione=''Corriere della Sera''|data=25 gennaio 2000|accesso=7 ottobre 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.
Prima della conferma della condanna, Pietrostefani si sottrasse all'esecuzione della pena fuggendo in Francia (dove tuttora vive) e beneficiando della [[dottrina Mitterrand]], mentre Sofri e Bompressi (quest'ultimo con alcune settimane di ritardo, essendo temporaneamente resosi irreperibile)<ref name=panorama>Maurizio Tortorella, ''[http://archivio.panorama.it/archivio/Caso-Sofri-la-storia-tappa-per-tappa Caso Sofri, la storia tappa per tappa] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151006024857/http://archivio.panorama.it/archivio/Caso-Sofri-la-storia-tappa-per-tappa |data=6 ottobre 2015 }}'', ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]''.</ref> rientrarono nel carcere di Pisa già nei primi mesi del 2000.
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=== La detenzione (1997-2012) ===
[[File:Adriano Sofri 1993.jpg|thumb|Adriano Sofri nel 1993]]
Nel [[1997]], con la conclusione del lungo iter processuale e la condanna, iniziò il periodo di detenzione di Adriano Sofri, che ha scontato parte della pena nel [[carcere]] ''don Bosco'' di [[Pisa]]. Inizialmente sarebbe dovuto rimanere in carcere fino al 2019<ref>{{Cita news|autore=Giuseppe D'Avanzo|url=http://www.repubblica.it/online/cronaca/calabresi/delitto/delitto.html|titolo=Calabresi non era nella stanza quando Pinelli volò dalla finestra|pubblicazione=Repubblica.it|data=16 maggio 2002|accesso=10 dicembre 2009}}</ref>, per il totale dei 22 anni di condanna.<ref name=Corriere/> La detenzione fu brevemente interrotta a partire dal 24 agosto [[1999]], quando la corte d'appello accolse la revisione del processo e scarcerò per 6 mesi gli imputati, che
==== La semilibertà e la malattia (2005) ====
Nel giugno del [[2005]] ottenne la [[semilibertà]] per collaborare con la [[Scuola Normale Superiore]] di [[Pisa]] alla sistemazione degli archivi di [[Eugenio Garin]] e [[Sebastiano Timpanaro]], rientrando in carcere ogni sera.<ref name=Corriere/>
Nel novembre dello stesso anno, mentre si trovava solo in cella (a Sofri venne assegnata una piccola cella singola, circa 2,5 m x 1,5<ref name=guantanamo/>), venne colpito dalla [[sindrome di Boerhaave]], una malattia piuttosto rara che gli comporta la rottura di cinque centimetri dell'[[esofago]], con una grave [[emorragia interna]]. Sofri venne soccorso, [[tracheotomia|tracheotomizzato]] e posto in [[coma farmacologico]] (per circa 1 mese), dopo una delicata operazione chirurgica.<ref name=guantanamo>[http://www.ilfoglio.it/soloqui/18053 Adriano Sofri, ''Guantanamo, la tortura e noi''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140223055108/http://www.ilfoglio.it/soloqui/18053 |data=23 febbraio 2014 }}</ref> A causa delle gravi condizioni di salute ([[pneumotorace]] e [[pneumomediastino]] con comunicazione mediastino-pleurica e rischio di [[sepsi]]<ref>
==== Concessione degli arresti domiciliari (2006) ====
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Sofri non ha mai presentato personalmente richiesta di grazia, ritenendo un tale atto incongruo a sanare la posizione personale di un innocente. Tuttavia, intorno al ''caso Sofri'' è sorto in [[Italia]] [[Omicidio Calabresi#La grazia all'esecutore materiale e le richieste fatte per Sofri e Pietrostefani|un movimento innocentista]] di opinione pubblica volto a promuovere l'atto di clemenza, e che in maggioranza non riteneva autentica la [[verità processuale]].<ref name=Corriere/>
Ne fanno parte molti esponenti della sinistra, ma anche personaggi di altre correnti politiche. La confessione di Marino, difatti, e l'attendibilità che gli fu attribuita furono oggetto di critiche da parte della difesa dei tre chiamati in correità e da un movimento di opinione (per esempio, [[Dario Fo]] ironizzò ripetutamente sul fatto che Marino si propose sempre come l'autista del commando, che secondo i testimoni invece era una donna,<ref>[https://archive.
L'avvocato di Marino, Gianfranco Maris, dichiarò nel 2000, dopo la fine del processo di revisione che condannò nuovamente Sofri:{{citazione|Non escludo che Sofri sia intimamente convinto della sua innocenza, forse il via libera che diede a Marino per l'esecuzione dell'omicidio Calabresi scaturisce da un equivoco.<ref>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/sofri3/avanzo/avanzo.html Giuseppe D'Avanzo, ''Il caso Sofri oltre la sentenza'']</ref>}}
==== Il movimento pro-Sofri ====
Tra gli esponenti innocentisti o comunque a favore della grazia si trovarono tra gli altri giornalisti come [[Giuliano Ferrara]], ex appartenenti a Lotta Continua come [[Gad Lerner]] e [[Marco Boato]]<ref>{{Cita news|url=http://www.qelsi.it/2014/il-sistema-sofri-bignardi-di-mario-adinolfi/|titolo=Il sistema Sofri-Bignardi|pubblicazione=''Qelsi.it''|data=3 febbraio 2014|accesso=4 febbraio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140203232321/http://www.qelsi.it/2014/il-sistema-sofri-bignardi-di-mario-adinolfi/|dataarchivio=3 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref>, ex esponenti del [[Soccorso Rosso Militante]] come [[Dario Fo]], [[Franca Rame]] (i due attori donarono l'incasso di molti spettacoli per la difesa di Sofri, Bompressi e Pietrostefani)<ref name=rame/> e [[Pietro Valpreda]]<ref>{{Cita news|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1997/10/28/Politica/SOFRI-VALPREDA-SI-SONO-MESSI-DA-SOLI-LA-TESTA-NEL-CAPESTRO_163100.php|titolo=SOFRI: VALPREDA, SI SONO MESSI DA SOLI LA TESTA NEL CAPESTRO|pubblicazione=[[Adnkronos]]|data=28 ottobre 1997|accesso=28 giugno 2016}}</ref>, alcuni tra gli autori della campagna di stampa contro Calabresi che ne precedette l'assassinio come i firmatari della [[Lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli|lettera su L'Espresso]], oltre ad altri come Don [[Luigi Ciotti]]<ref>''[https://web.archive.org/web/20060615044447/http://www.sofri.org/ Il caso Sofri, Bompressi, Pietrostefani]''.</ref>, [[Massimo D'Alema]], [[Claudio Martelli]], [[Walter Veltroni]], [[Piero Fassino]], [[Ferdinando Imposimato]]<ref>Ferdinando Imposimato, ''L'errore giudiziario: aspetti giuridici e casi pratici'', Milano, Giuffrè, 2009, pag. 106-108.</ref><ref>{{Cita news|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2000/01/25/Cronaca/SOFRI-IMPOSIMATO-SDI-VIOLATI-PRINCIPI-GIUSTO-PROCESSO_164700.php|titolo=SOFRI: IMPOSIMATO (SDI), VIOLATI PRINCIPI GIUSTO PROCESSO|pubblicazione=Adnkronos|data=25 gennaio 2000|accesso=14 maggio 2015}}</ref>, [[Bobo Craxi]], l'ex Presidente della Repubblica [[Francesco Cossiga]]<ref>{{Cita news|url=http://www.urla.com/?p=280|titolo=Cossiga chiede la grazia per Bompressi|pubblicazione=Urla.com|data=22 febbraio 2002|accesso=25 luglio 2015|urlmorto=sì}}</ref> e [[Marco Pannella]]<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2003/08_Agosto/13/pannella.shtml|titolo=La grazia a Sofri: il digiuno di Pannella|pubblicazione=[[Corriere della Sera|Corriere.it]]|data=13 agosto 2003|accesso=5 febbraio 2014}}</ref>. Inoltre aderirono a questo elenco trasversale e internazionale, prima e dopo la condanna, numerosi esponenti della cultura, dell'arte e della politica come [[Francesco Guccini]], [[Vasco Rossi]] (che concesse l'uso del titolo di una sua canzone, ''[[Liberi liberi]]'', al comitato in favore dei tre condannati, l'Associazione Liberi Liberi presieduta da Giovanni Buffa)<ref name=rame>''[http://www.archivio.francarame.it/scheda.aspx?IDScheda=4961&IDOpera=99 Marino libero! Marino è innocente! – 1998 – Caso Sofri – Grottesco sul Processo Sofri]'', ''Francarame.it'', 19 giugno 1998.</ref>, [[Adriano Celentano]], [[Giorgio Gaber]], [[Jovanotti]], [[Gianna Nannini]], [[Paolo Hendel]], [[Toni Capuozzo]], [[Paola Turci]], [[Alexander Langer]], [[Emmanuelle Béart]], [[Manuel Vázquez Montalbán]]<ref>{{Cita news|autore=Luca Telese|url=http://www.ilgiornale.it/news/ora-sofri-solo.html|titolo=Ora Sofri è solo|pubblicazione=il Giornale|data=17 settembre 2008|accesso=17 aprile 2015}}</ref>, [[Vittorio Sgarbi]]<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Sgarbi|url=http://www.rolliblog.net/2003/12/23/vittorio-sgarbi-saddam-nel-tombino-e-sofri/|titolo=Saddam nel tombino e Sofri|pubblicazione=il Giornale|data=23 dicembre 2003|accesso=25 giugno 2015|dataarchivio=26 giugno 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150626110606/http://www.rolliblog.net/2003/12/23/vittorio-sgarbi-saddam-nel-tombino-e-sofri/|urlmorto=sì}}</ref>, [[Jacqueline Risset]]<ref>Come racconta Sofri, alcuni detenuti l'avevano confusa con [[Jacqueline Bisset]], chiedendogli quindi notizie sulla famosa attrice inglese.</ref>, [[Francesco Tullio Altan]], [[Niccolò Ammaniti]], [[Stefano Benni]], [[Pino Cacucci]], [[Leonardo Sciascia]]<ref>{{Cita news|autore=Leonardo Sciascia|url=http://www.radioradicale.it/scheda/170702/speciale-adriano-sofri-sciascia-scopriamo-chi-ha-ucciso-pinelli|titolo=Scopriamo chi ha ucciso Pinelli|pubblicazione=L'Espresso|data=28 agosto 1988|accesso=28 luglio 2015}}</ref>, [[Oreste Del Buono]], Carlo Feltrinelli, [[Enrico Deaglio]], [[Gianni Vattimo]], [[Andrea Zanzotto]], [[Luigi Ferrajoli]], gli [[Almamegretta]], [[Franco Battiato]], [[Lucio Dalla]], [[Fabrizio De André]], [[Diego Abatantuono]], [[Antonio Albanese]], [[Claudio Amendola]], [[Bernardo Bertolucci]], [[Antonio Tabucchi]] (autore con [[Umberto Eco]] del paragone con la vicenda [[Émile Zola|Zola]]-[[Affare Dreyfus|Dreyfus]])<ref>{{Cita news|autore=Bernard Comment|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/dicembre/20/Tabucchi_intellettuali_figli_Arlecchino_co_0_97122012864.shtml|titolo=Tabucchi intellettuali figli di Arlecchino|pubblicazione=''Corriere della Sera''|data=20 dicembre 1997|accesso=4 ottobre 2015}}</ref>, [[Vittorio Feltri]] e suo figlio Mattia, [[Luigi Berlinguer]], [[Ermete Realacci]], [[Fabio Fazio]], [[Gillo Pontecorvo]], [[Gabriele Salvatores]], [[Luigi Manconi]], [[Giorgio Bocca]], [[Franco Corleone]], [[Gaetano Pecorella]], [[Sergio Staino]], [[Massimo Cacciari]], [[Vannino Chiti]], [[Renato Nicolini]]<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/22/centomila-firme-per-sofri-giustizia-spietata.html|titolo=Centomila firme per Sofri "Giustizia spietata..."|pubblicazione=la Repubblica|data=22 maggio 1997|accesso=22 luglio 2015}}</ref>.
Il pentito, afferma la tesi innocentista, sarebbe caduto in contraddizioni durante il processo, che lo avrebbero portato a correggere diverse volte la propria testimonianza nelle parti che riguardavano la partecipazione come mandanti di Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani<ref>Daniele Biacchessi, ''Il caso Sofri'', 1998, capitolo "L'uomo di Bocca di Magra"</ref>.
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Nel [[1997]] il [[Presidente della repubblica]] [[Oscar Luigi Scalfaro]], pur sollecitato da numerosi parlamentari, circa 200, e da molti cittadini comuni (160.000 firmatari)<ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1997/10/22/Politica/SOFRI-PETIZIONE-A-SCALFARO-160000-FIRME-PER-LA-LIBERAZIONE_152300.php ''Sofri: petizione a Scalfaro, 160.000 firme per la liberazione'']</ref> e la non opposizione della vedova Calabresi, rifiutò di firmare la grazia, con una lettera ai presidenti delle Camere, [[Luciano Violante]] e [[Nicola Mancino]]<ref name=Corriere/>. Alcuni senatori di entrambi gli schieramenti ([[Ersilia Salvato]], [[Cesare Salvi]], [[Luigi Manconi]], [[Domenico Contestabile]] e [[Francesca Scopelliti]]) promossero un disegno di legge rimasto giacente (soprannominato «legge Sofri») sulla [[libertà condizionale]] per i reati precedenti a 20 anni (se non reiterati), volta a promuovere una sorta di amnistia sociale nei confronti dei reati «politici» degli anni di piombo, chiesta anche dai «fuoriusciti», cioè gli ex terroristi che vivevano in Francia sotto la [[dottrina Mitterrand]]<ref>{{Cita news|url=http://www.ecn.org/rete.sprigionare/stampa_varie/M011197b.html|titolo=Liberi a 20 anni dai fatti. Un nuovo disegno di legge|pubblicazione=''il manifesto''|data=1º novembre 1997|accesso=8 ottobre 2015}}</ref>. [[Marco Boato]] promosse invece durante la presidenza di [[Carlo Azeglio Ciampi]] un disegno di legge costituzionale per conferire al Presidente il potere esclusivo di concessione della grazia.
Tra il [[2001]] e il [[2006]] i ripetuti inviti a dare corso alla richiesta di grazia, avanzati in maniera trasversale da esponenti della politica e della cultura (ma mai da Sofri in persona), sono sempre stati respinti dal [[Ministri della giustizia della Repubblica Italiana|Ministro della Giustizia]] [[Roberto Castelli]], malgrado il Presidente della Repubblica [[Carlo Azeglio Ciampi]] avesse nello stesso periodo più volte manifestato la volontà di concederla, tanto da giungere a un conflitto con il guardasigilli risolto poi dalla [[Corte costituzionale
Alla fine la grazia non fu concessa perché la sentenza fu emessa tre giorni dopo che Ciampi aveva concluso il suo mandato di Presidente della Repubblica<ref name=Corriere/>.
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=== La posizione sull'indulto ===
Sofri ha partecipato attivamente al dibattito legato al provvedimento di [[Indulto#L'indulto del 2006|indulto del 2006
(riportato sempre ne ''La scomparsa dei fatti''). La polemica prosegue e allo scritto di Travaglio Sofri risponde ancora, dandogli del «cretino» e su ''[[L'Unità]]'' ribadisce che si tratta di «falsità assolute e ciniche» allo scopo di tenere «decine di migliaia di miei simili boccheggianti nelle celle della Repubblica»([http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/200000/199488.xml?key=Adriano+Sofri&first=1&orderby=1&f=fir Adriano Sofri, ''Cattivi pensieri''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140222011946/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/200000/199488.xml?key=Adriano+Sofri&first=1&orderby=1&f=fir
=== Fine pena ed eventi successivi ===
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==Cultura di massa==
===Musica===
Ad Adriano Sofri e alla sua vicenda giudiziaria sono state dedicate alcune canzoni, come ''Il Gigante'' di [[Paola Turci]], dall'album ''[[Stato di calma apparente]]'' (2004), ''Lettera ad Adriano'' del gruppo italiano Zarathustra
=== Filmografia ===
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* ''Il nodo e il chiodo'', Sellerio Editore, 1995 ISBN 88-389-1140-1
* ''Si allontanarono alla spicciolata. Le carte riservate di polizia su Lotta continua'', a cura di A. Sofri e [[Luca Sofri]], Palermo, Sellerio, 1996. ISBN 88-389-1228-9
* ''Il malore attivo dell'anarchico Pinelli'', Palermo, Sellerio, 1996. ISBN 88-389-1220-3. Questo libro si trova anche nel cofanetto Libro+Dvd, ''12'' ''dicembre'' un film di Pier Paolo Pasolini e Lotta Continua. Con contributi tra gli altri di Goffredo Fofi e Licia Pinelli, ISBN 9788885747364, Interno4 edizioni, Rimini, 2019
* ''Lo specchio di Sarajevo'', Sellerio Editore, 1997 ISBN 88-389-1265-3
* ''Passato remoto. Note a una sentenza che vuole essere definitiva'', [[Stampa alternativa]], 1997
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* ''Una variazione di Kafka'', Sellerio Editore, 2018 ISBN 978-88-389-3747-7
* ''Il martire fascista,'' Sellerio Editore, 2019 ISBN 978-88-389-3983-9
* ''C'era la guerra in Cecenia'', Sellerio Editore, 2023, ISBN 978-88-389-4594-6
=== Traduzioni ===
* ''Rapporto ispettivo del Comitato europeo per la prevenzione della tortura'', 1992
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[[Categoria:Studenti dell'Università di Pisa]]
[[Categoria:Giornalisti italiani del XX secolo]]
[[Categoria:Giornalisti italiani del XXI secolo]]
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