Parlate al portiere: differenze tra le versioni

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==Trama==
Peppino è il portiere di un abitato ed è sposato con Concetta, donna ambiziosa al massimo della felicità per la figlia NanninnaNannina, che ha lasciato il povero fidanzato Pascalino per Luigi, un giovanotto ricco. Peppino è inizialmente contrario all'unione e accoglie la disperazione di Pascalino: messo alle strette dalla moglie, però, invita a pranzo Luigi per la proposta di [[fidanzamento]]. Luigi arriva a casa di Peppino assieme allo zio Nicola, prendendo un [[taxi]]. A guidarlo è Ciccillo, fratello di Nannina, con il quale Luigi aveva avuto un diverbio durante la corsa.
 
Il pranzo si apre con i rozzi discorsi dei parenti di Peppino: Filomena, la bigotta zia tutta casa e chiesa, e zio Vincenzo, "ogliararo"<ref>Venditore d'olio ambulante.</ref> dai modi bruschi. All'arrivo di Ciccillo scoppia il putiferio con Luigi, assalito a ceffoni dal ragazzo: la situazione si complica quando il [[ragù]] si rivela iningoiabileimmangiabile a causa della [[pipa]] di Peppino, lasciata incidentalmente (o forse no) nella pentola del sugo.
 
L'[[epilogo]] si ha quando una condomina, alla quale Concetta aveva fatto trafugare dalla cameriera una ricca tovaglia durante la sua assenza per far bella figura, irrompe nell'abitazione rovesciando il tavolo e riprendendosi le sue cose,: scatenandociò scatena le ire di Concetta che la prende per i capelli. Nicola si allontana dalla casa mentre Luigi, sconcertato, tenta di lasciare Nannina con molto tatto. La ragazza accusa il padre di aver complottato per mandare a monte il fidanzamento, ma l'uomo la convince pietosamente e onestamente del contrario, ricordandole la sua provenienza.
 
==Note==
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[[Categoria:Opere teatrali didel autori italiani1933]]