Incendio di Borgo: differenze tra le versioni
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| immagine=Incendio di borgo 01.jpg
| grandezza immagine=350px
| titolo=Incendio di Borgo
| artista=[[Raffaello Sanzio]] e aiuti
| data = 1514
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| ubicazione=[[Musei Vaticani]]
}}
[[File:Incendio di borgo 02.jpg|
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[[File:Sanzio, Raffaello - The Fire in the Borgo (detail) - 1514.jpg|
L''''''Incendio di Borgo''''' è un [[affresco]] (circa 670x500 cm) di [[Raffaello]] e aiuti, databile al [[1514]] e situato nella [[Stanza dell'Incendio di Borgo]], una delle [[Stanze Vaticane]].
== Storia ==
Raffaello iniziò a lavorare alla terza delle Stanze non molto dopo l'elezione di
La prima scena ad essere completata fu l<nowiki>'</nowiki>''Incendio di Borgo'', che diede poi il nome all'intera stanza. In essa gli interventi autografi del maestro sono ancora consistenti, mentre negli episodi successivi i nuovi impegni presi col pontefice (alla [[Basilica vaticana]] e agli [[arazzi di Raffaello|arazzi per la cappella Sistina]] ''in primis'') resero necessario un intervento sempre più cospicuo degli aiuti, tra cui spiccavano [[Giulio Romano]], [[Giovan Francesco Penni]] e [[Giovanni da Udine]]<ref name=DVC/>.
In particolare le valutazioni sull'autografia dell'''Incendio di Borgo'' si basano ancora sulle valutazioni di [[Giovanni Battista Cavalcaselle|Cavalcaselle]] e riguardano la zona sinistra e parte di quella destra riferibili al Romano, il gruppo delle donne al centro al Penni o a Giovanni da Udine, e a Raffaello la testa della fanciulla che si gira in avanti tenendo due vasi, alcune figure dello sfondo compreso il papa e alcuni dettagli sparsi<ref name=D112>De Vecchi, ''Raffaello'', cit., pag. 112.</ref>. Durante la [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] instaurata dai giacobini e successivamente nel periodo napoleonico, i francesi elaborarono alcuni piani per staccare gli affreschi e renderli portabili. Infatti, venne espresso il desiderio di rimuovere gli affreschi di Raffaello dalle pareti delle Stanze Vaticane e inviarli in Francia, tra gli oggetti spediti al Musee Napoleon delle [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]]<ref>{{Cita libro|titolo=Steinmann, E., “Die Plünderung Roms durch Bonaparte”, Internationale Monatsschrift für Wissenschaft, Kunst und Technik, 11/6-7, Leipzig ca. 1917, p. 1-46, p. 29.}}</ref>, ma il progetto non fu mai realizzato a causa delle difficoltà tecniche e dei tentativi falliti e disastrosi dei francesi presso la [[Chiesa di San Luigi dei Francesi]] a Roma<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Cathleen|cognome=Hoeniger|data=2012-04-11|titolo=The Art Requisitions by the French under Napoléon and the Detachment of Frescoes in Rome, with an Emphasis on Raphael|rivista=CeROArt. Conservation, exposition, Restauration d’Objets d’Art|numero=HS|lingua=fr|accesso=2020-06-23|doi=10.4000/ceroart.2367|url=http://journals.openedition.org/ceroart/2367}}</ref>.
== Descrizione e stile ==
Nell'[[847]] divampò nel quartiere antistante l'[[antica basilica di San Pietro]] (il "[[Borgo (rione di Roma)|Borgo]]") un terribile incendio. [[Papa Leone IV|Leone IV]], impartendo la benedizione solenne dalla Loggia delle Benedizioni, fece spegnere miracolosamente il fuoco,
La storia è calata in un ambiente classico, popolato da figure eroiche che risentono dell'influenza di [[Michelangelo]], con venature letterarie, che alludono all'incendio di [[Troia]] di virgiliana memoria, e politiche, che alludono al ruolo pacificatore del papa
Due gruppi di architetture fanno da quinte laterali, estremamente dinamiche, mentre al centro uno squarcio in lontananza rivela la figura del pontefice, di immota serenità dovuta alla consapevolezza della sua infallibilità<ref name=D112/>.
La parte sinistra, con un tempio in rovina che ricorda il colonnato corinzio del [[tempio dei Dioscuri]], mostra attraverso un arco un edificio in fiamme col tetto ormai scoperchiato. Un
A destra
Al centro
Citazioni dotte e ricercate, prese dalla classicità e dalla modernità, ben rappresentano l'ambiente evocato dai letterati della corte di Leone X.
Dall'armoniosa bellezza della [[Stanza della Segnatura]] si è passati ormai a uno stile più ardito e disomogeneo, con una composizione più intensamente scenografica, senza un'articolata organizzazione strutturale degli edifici, che paiono appunto quinte teatrali o apparati effimeri predisposti durante le feste (lo stesso Raffaello si occupò direttamente di scenografia). Forte è la componente sperimentale ed è stata paragonata da alcuni, nel suo attingere ai repertori urbinate, umbro, fiorentino e veneziano, al procedimento che in quegli stessi anni coinvolgeva i letterati sulla scelta della lingua. Raffaello andava infatti rielaborando i linguaggi dei suoi predecessori per dare origine a quel [[Classicismo (arte)|classicismo]] che tanto influenzò le generazioni successive<ref name=D112/>.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Pierluigi De Vecchi, ''Raffaello'', Rizzoli, Milano 1975.
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
* Paolo Franzese, ''Raffaello'', Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6437-2
* [[Stefano Zuffi]], ''Il Cinquecento'', Electa, Milano 2005. ISBN 8837034687
== Voci correlate ==
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* [[Stanze di Raffaello]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://mv.vatican.va/2_IT/pages/x-Schede/SDRs/SDRs_04_03_030.html|Scheda nel sito ufficiale del museo}}
{{Stanze di Raffaello}}
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[[Categoria:Dipinti a soggetto storico]]
[[Categoria:Dipinti sull'Eneide]]
[[Categoria:Guerra di Troia nelle arti]]
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