Leonardo Sinisgalli: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiano
|Immagine = Sinisgalli1.jpg
|Didascalia = Leonardo Sinisgalli ritratto da [[Federico Patellani]] (1943)
}}
È noto come ''Il poeta ingegnere'' o ''Il poeta delle due muse'', per il fatto che in tutte le sue opere ha sempre fatto convivere cultura umanistica e cultura scientifica<ref>Franco Gàbici, ''Chi avrebbe mai pensato che scienziati e poeti, in fondo, fanno lo stesso...'', La Nazione, 30 gennaio 2016: "Leonardo Sinisgalli sosteneva che dall’incontro fra scienza e poesia a trarne vantaggio sia proprio quest’ultima".</ref>. Per la sua versatilità è stato definito "un Leonardo del Novecento"<ref>Gian Italo Bischi, Pietro Nastasi (a cura di), ''Un "Leonardo" del Novecento: Leonardo Sinisgalli (1908-1981)'', Università Bocconi, Milano, 2011</ref> in quanto è stato narratore, pubblicista, direttore artistico, direttore di riviste, documentarista, autore radiofonico, disegnatore.
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== Biografia ==
=== Infanzia (1908-1918) ===
Leonardo Sinisgalli nasce a [[Montemurro]] in [[Basilicata]], da Vito Michele e Carmina Geronima Maria Lacorazza<ref>Registro dello Stato Civile del Comune di Montemurro, riprodotto in microfilm sul sito [http://www.montemurrosulweb.it/pag5/img_pag5/Sinisgalli/sinisgalli_lacorazza.jpg ''Montemurro Sul Web'']</ref>. Frequenta la bottega di don Vito Santoro<ref>Leonardo Sinisgalli, Fiori pari, fiori dispari - Mondadori, Milano 1945, pp. 11-15</ref> che gli farà da maestro e consiglierà alla madre di fargli continuare gli studi, nonostante la sua aspirazione fosse quella di fare il garzone presso la bottega del fabbro ''mastro Tittillo''.
 
=== Il primo periodo romano (1918-1923) ===
Nel 1918, Sinisgalli partìparte per [[Caserta]], alla volta del Collegio Salesiano<ref>Leonardo Sinisgalli, Prose di memoria e d'invenzione - Leonardo da Vinci, Bari 1964, p. 19</ref>, passando in seguito al Collegio di [[Benevento]], ottenendo ottimi risultati, soprattutto nelle materie scientifiche,<ref>Sulla votazione conseguita negli scrutini finali, nel volumetto biografico ''Un poeta come Sinisgalli'', op. cit., si legge a p. 111: “10 in matematica, 10 in disegno e dieci nelle altre materie”</ref> e infine a [[Napoli]] nel 1925. Si iscrisseiscrive a [[Roma]] alla facoltà di Matematica, dove seguìsegue i corsi di geometria, di analisi, di matematica di [[Levi-Civita]], [[Francesco Severi|Severi]], [[Guido Castelnuovo|Castelnuovo]] e [[Luigi Fantappié|Fantappiè]]<ref>Leonardo Sinisgalli, Furor mathematicus - Mondadori, Verona 1950 (edizione ampliata contenente anche L'indovino e Horror vacui, p. 51</ref>. Sinisgalli ebbe a diresosterrà, in seguito, che la matematica ebbe un'enorme influenza sulla sua poetica<ref>“Furor mathematicus” in L. Sinisgalli, Furor mathematicus, Ponte alle grazie, Firenze 1992, pp.65-67</ref>. Ultimato il biennio passòpassa alla facoltà d'ingegneria, dove sviluppòsviluppa una passione per l’opera di [[Sergio Corazzini]], poeta crepuscolare, a cui si ispirerà per la stesura dei suoi primi versi, pubblicati in autoedizione nel 1927 con il titolo di ''Cuore''.
 
RinunciòRinuncia all'invito di [[Enrico Fermi]], nel 1929, di entrare nell'Istituto di Fisica di via [[Ragazzi di via Panisperna|Panisperna]]<ref>"Tra i ragazzi di via Panisperna e gli artisti e i letterati che si riunivano al Caffè Aragno, sceglierà questi ultimi. Ma la passione per la cultura umanistica continuerà a bruciare in parallelo con quella scientifica": Lauretta Colonnelli, ''Disegni e colori dell'ingegner Leonardo Sinisgalli'', Corriere della Sera, 18 dicembre 2015.</ref>, preferendo focalizzarsi sull'attività letteraria.<ref>Elio Filippo Accrocca, ''Ritratti su misura di scrittori italiani'', Sodalizio del libro, Venezia, 1960. Citato in {{cita libro | autore = Biagio Russo | autore2 = Giovanni Lacorazza | url = https://books.google.it/books?id=fCujDQAAQBAJ&pg=PR41 | titolo = La Basilicata di Leonardo Sinisgalli nella "Civiltà delle macchine": Antologia di una Rivista tecnico-culturale (1953-1958) | pagina = p. XLI | isbn = 978-8881675142 | editore = Osanna Edizioni | data = 2 dicembre 2016 | urlarchivio = https://archive.todayis/20190304201942/https://books.google.it/books?id=fCujDQAAQBAJ&pg=PR41&lpg=PR41&dq=%22neutroni+lenti+e+della+radioattivit%C3%A0+artificiale%22&source=bl&ots=xnk7P5208F&sig=ACfU3U0-y3v4ozHfFqwAtakqDnCkMy_7ww&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiMvvu5p-ngAhVDzKQKHVDTCLUQ6AEwAXoECAkQAQ%23v=onepage&q=%22neutroni%20lenti%20e%20della%20radioattivit%C3%A0%20artificiale%22&f=false | dataarchivio = 4 marzo 2019 | urlmorto = no | accesso = 4 marzo 2019 }}</ref><ref>{{cita web | autore = Luigi Marsiglia | url = https://www.avvenire.it/agora/pagine/scrittori | titolo = Da Svevo a Gadda, le professioni altre degli scrittori | data = 26 marzo 2017 | sito = avvenire.it | urlarchivio = https://archive.todayis/20170327105229/https://www.avvenire.it/agora/pagine/scrittori | dataarchivio = 27 marzo 2017 | urlmorto = no | accesso = 4 marzo 2019 }}</ref>, ma non senza incertezze e dubbi non riuscendo a vederci chiaro nella sua vocazione, che gli sembravasembra di avere "due teste, due cervelli, come certi granchi che si nascondono sotto le pietre..."<ref>Leonardo Sinisgalli, Un disegno di Scipione e altri racconti, op. cit.</ref>.
 
Durante il soggiorno romano frequenta [[Libero de Libero]], [[Arnaldo Beccaria]], [[Gino Bonichi|Scipione]] e [[Mario Mafai]]<ref>"Studenti poeti" in Leonardo Sinisgalli, Un disegno di Scipione e altri racconti - Mondadori, Milano 1975</ref> e collabora a ''[[L'Italia Letteraria]]''.
 
=== Il primo periodo milanese (1932-1940) ===
[[File:Sinisgalli - 1938.jpg|thumb|left|Sinisgalli nel 1938]]
Dopo la laurea in Ingegneria Elettronica e Industriale e alll'esame di Stato sostenuto a [[Padova]] nel 1932, parte alla volta di [[Milano]], collaborando saltuariamente con “[[L'Italia Letteraria|L’Italia Letteraria]]” e a “[[La Lettura (rivista)|La Lettura]]”. La svolta fuè sancita dall'incontro con [[Giuseppe Ungaretti|Ungaretti]], che nel 1934 , apprezzòapprezza il talento del giovane Sinisgalli, dapprima con una corrispondenza sulla “Gazzetta del Popolo”, in seguito a [[Torino]], durante una conferenza sul [[Petrarca]]. Il 1934 lo videvede partecipare, dietro suggerimento di Zavattini, ai Littorali per la gioventù a [[Firenze]], durante i quali una giuria composta da [[Riccardo Bacchelli|Bacchelli]], Ungaretti, [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] decreta la vittoria della sua poesia "Interno Orfico”, che supera quella di [[Attilio Bertolucci]]; nell'ambito dello stesso concorso, [[Alfonso Gatto]] è primo nella prosa. Essere primo littore di poesia non gli fu giovevole:Tuttavia, il suo componimento e quello di Bertolucci furonosono oggetto di dure critiche da parte di [[Telesio Interlandi]] su “Tevere”, giornale fascista, nel quale lo stesso Interlandi elogiòelogia, invece, il lavoro del quinto classificato [[Pietro Ingrao]], politicamente più impegnato.
 
Sinisgalli ritornòritorna a Montemurro preparando, nel 1935, la prima stesura del “Quaderno di geometria” e di molte poesie che in seguito pubblicherà. In virtù delle insistenze di [[Domenico Cantatore|Cantatore]], Zavattini ed altri, decide di ritornare a Milano. Le poesie furonovengono pubblicate per le edizioni Scheiwiller e catturaronocatturano l'attenzione di critici come Emilio Cecchi e De Robertis, che gli dedicòdedica un saggio sul primo numero di "Letteratura", ed inauguraronoinaugurano la fortunata collana “All'insegna del pesce d'oro”, che preseprende il nome dall'osteria in cui Sinisgalli, [[Salvatore Quasimodo|Quasimodo]], Cantatore e [[Giovanni Scheiwiller|Scheiwiller]] si ritrovavanoritrovano. Contemporaneamente, si dedicavadedica all'attività pubblicistica, scrivendo su riviste di architettura e di arredamento, non tralasciando il suo interesse per gli allestimenti e la grafica<ref>cfr. "La merce e l'oggetto" ne "Il Mattino" del 30/01/1977 e ne scrisse su "La Stampa" C. Alvaro</ref>. Nel periodo milanese impegnavaimpegna le sue giornate a coltivare le amicizie con [[Edoardo Persico|Persico]], [[Giuseppe Pagano (architetto)|Pagano]], [[Marcello Nizzoli|Nizzoli]], [[Giuseppe Terragni|Terragni]], [[Luigi Veronesi|Veronesi]], con l'architetto [[Gio Ponti|Ponti]], e frequentando lo [[studio Boggeri]] e la Galleria del Milione. I suoi "Ritratti di macchine" e "Quaderno di geometria" fissano il primo tentativo di Sinisgalli di giungere ad un superamento del dualismo tra la cultura scientifica e artistica. Il lungo legame che intreccerà la vita di Sinisgalli al mondo della grande industria comincia nel 1937 quando, dietro consiglio di [[Alfonso Gatto|Gatto]], risponde ad un'inserzione che gli procurerà un contratto con la [[Società Italiana del Linoleum|Società del Linoleum]] come organizzatore di convegni e collaboratore di una rivista specializzata. Nel 1938, [[Adriano Olivetti]] lo assunseassume come responsabile dell'Ufficio tecnico di pubblicità.
 
Un grande fervore creativo caratterizza i due anni in cui lavora alla [[Olivetti]]: le sue vetrine e i manifesti pubblicitari assurgono quasi a prodromi delle tecniche proprie della [[pop-art]]; sono oggetto di commenti e attenzioni. Pubblica in questo stesso periodo ”Campi Elisi”, opera che sottolinea la sua adesione al gusto [[ermetismo|ermetico]], della quale scriveranno [[Luciano Anceschi|Anceschi]], [[Gianfranco Contini|Contini]], [[Carlo Bo|Bo]], quest'ultimo sottolineandone la leggibilità estrema e la concretezza di sentimenti così da contraddire le critiche di oscurità di cui erano fatte oggetto le liriche ermetiche.
 
=== La guerra ===
Scoppiata la guerra, Sinisgalli, con il grado di ufficiale, venneviene richiamato alle armi: in Sardegna, prima, e a Roma, poi, dove pubblica nel 1942 alcuni racconti di ''Fiori pari, fiori dispari'', alcuni saggi di ''Furor mathematicus'' e una parte di ''Horror vacui''. Conosce la baronessa Giorgia de Cousandier<ref>Già vice-direttrice de "La voce dell'America", era stata collaboratrice de "Il Tempo" di Milano</ref>, poetessa amante di [[Trilussa]], nonché pubblicista e narratrice, che diventerà la sua compagna e che sposerà nel 1969. Ad agosto 1943, un mese prima della morte della madre, uscìesce per [[Arnoldo Mondadori Editore]] ''Vidi le Muse'', con la prefazione di Gianfranco Contini, nella collana dello “Specchio”, che raccoglierà tutta la produzione compresa negli anni 1931-1942. Ignaro della morte della madre, in una Roma ancora frastornata dalla firma di [[Armistizio di Cassibile|Cassibile]] dell'8 settembre, inizia la convivenza con Giorgia e con il più piccolo dei suoi figli, Filippo. Il 13 maggio del 1944 è tratto in arresto dalle S.S.[[Schutzstaffel|SS]] che vogliono informazioni su un amico scrittore e viene trasferito in [[Via Tasso]]. Solo la prontezza di Giorgia, e la sua conoscenza del tedesco, lo salvano dopo 24 ore<ref>cfr. "Puskin a via Tasso" in Leonardo Sinisgalli, Belliboschi - Mondadori, Milano 1948</ref>.
 
La liberazione dell'Italia lo videvede partire per Montemurro dove gli viene comunicata la notizia della morte della madre e dove si ferma per qualche mese. RientròRientra a Roma e ricominciò la sua frenesia nel lavoro: pubblicòpubblicando ''Furor Mathematicus'', ''Fiori pari, fiori dispari'', che ebbe a definire 28 capitoli di prosa confidenziale, e ''Horror Vacui'',. siSi cimentòcimenta in traduzioni e collaborazioni giornalistiche; fa parte della redazione de “[[Il costume politico e letterario]]”. Tuttavia, gli editori romani gli rifiutano molte delle sue proposte scientifiche e letterarie, ad esempio l'idea di una collana di classici scientifici che aveva elaboratoelaborati con [[Sebastiano Timpanaro]], direttore della [[Domus GalileianaGalilaeana]] di [[Pisa]]. La sua passione lo porterà a creare, con [[Giandomenico Giagni]], una rubrica culturale radiofonica: il “Teatro dell'usignolo”, che ebbeospita musicisti e poeti come protagonisti. Nel 1947 pubblica ''I nuovi Campi Elisi''.
 
=== Il secondo periodo milanese (1948-1952) ===
[[Giuseppe Luraghi|Luraghi]], il nuovo direttore generale della [[Pirelli (azienda)|Pirelli]], lo vuole con sé come direttore artistico,. conCon [[Arturo Tofanelli]], il poeta-ingegnereSinisgalli fonda l'[[house organ]] ''Pirelli'', la rivista del gruppo che diventerà teatro di nuove sperimentazioni che troveranno compimento in ''[[Civiltà delle Macchinemacchine]]'' del 1953<ref>cfr. ''Civiltà delle Macchine. Antologia di una rivista'' 1953-1957, a cura di V. Scheiwiller, Scheiwiller, Milano 1987.</ref>.
 
Comincia così l'attività propagandistica per l'azienda, con l'allestimento di mostre, cicli di conferenze e la pubblicizzazione vera e propria dei prodotti: sul finire degli anni Quaranta si poteva vedervede campeggiare su tutte le strade d'Italia un cartello illustrante una suola e lo slogan "Camminate Pirelli". Nel 1949 gira un documentario scientifico sui solidi "superiori" intitolato ''Lezione di geometria'', che viene premiato aalla Venezia[[mostra neldel corsocinema delladi Mostra del CinemaVenezia]]. Stessa sorte avrà ''Millesimo di millimetro'', cortometraggio che gira con [[Virgilio Sabel]] l'anno successivo. NelloNel stesso anno1950 esce presso Mondadori il ''Furor mathematicus'', una versione ampliata del primo Furor ed include tutti gli scritti di matematica, geometria, architettura, arte e artigianato, tecnica e storia della scienza, antesignana della "Civiltà delle macchine", la rivista che fondòfonda nel 1953 e diressedirige per cinque anni (32 numeri).
 
=== Il ritorno a Roma (1952-1963) ===
Con il fratello Vincenzo come redattore, un fattorino e due segretarie, fondòfonda per la [[Finmeccanica]], di cui era presidente Luraghi che lo aveva voluto alla Pirelli, la "Civiltà delle macchine". La rivista, che avevaha come modello il “Politecnico” di [[Carlo Cattaneo (matematico)|Cattaneo]], spalancavaspalanca agli umanisti il mondo delle macchine e ai tecnici il mondo delle litteraelettere ed ebbe una certa risonanza anche a livello internazionale, divenendo una delle piattaforme di discussione degli intellettuali del secolo.
 
Nell'agosto del 1953 muore il padre, e, in seguito alla divisione dell'eredità, ala PoetaSinisgalli rimane solo la casa natale sul fosso “Libritti” dove nacque. Le due vigne (tremila viti) di cui Vito si era curatocura personalmente per trent'anni vengono vendute, con dispiacere di Sinisgalli che ne serbavaserba un malinconico ricordo. Soprattutto per la “Vigna vecchia”, la dote di matrimonio della madre: un piccolo fazzoletto di terra al quale aveva dedicatodedica un'ode<ref>cfr. "La divisione dei beni" in Leonardo Sinisgalli, Un disegno di Scipione e altri racconti - Mondadori, Milano 1975</ref>.
Ma questi, sono anche anni di intenso lavoro per il gruppo Finmeccanica, che comprende 29 aziende: inventa slogan, escogita nomi (“[https://web.archive.org/web/20140714140844/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/2630000/2629000.xml?key=Milano&first=1&orderby=1&f=fir Giulietta]” dell'Alfa), si cimenta nel curare mostre, tra cui spicca quella del 1955 dedicata all'”Arte e industria”, in collaborazione con [[Enrico Prampolini]], presso la Galleria d'Arte Moderna di Roma. Quando Luraghi esce di scena e la testata ''Civiltà delle Macchine'' passa all'[[Istituto per la Ricostruzione Industriale|Iri]], inizia un processo di lento declino che porterà il Poetapoeta, con il numero di marzo-aprile del 1958, ad abbandonarne la direzione con profonda indignazione, lasciandosi alle spalle una battaglia per mantenerne integra la struttura e l'essenza<ref>cfr. l'articolo-ricordo ''Civiltà delle Macchine'' uscito ne ''Il Mattino'' del 10/06/1978</ref>. La rivista continuerà le pubblicazioni fino agli anni Ottanta, mutando però indirizzo dopo l'uscita di Sinisgalli che si impegnò subito in un lavoro di propaganda pubblicitaria per l'[[Agip]], su richiesta di [[Enrico Mattei]], inframmezzato da una serie di viaggi (Iran, Marocco, Cecoslovacchia, Thailandia, ecc.), conseguenza sia delle dimensioni internazionali dell'azienda, sia della sua nomina a consulente part-time per l'[[Alitalia]] nel '611961. In quello stesso anno vince, con [[Tristan Tzara]], il premio Etna-Taormina e inizia a collaborare con “Paese sera”. È questo il periodo in cui la sua creatività comincia ad inaridirsi, senza però compromettere la qualità dei suoi versi, e lo convince a rivolgersi verso un'altra passione: quella del disegno e del ritratto<ref>cfr. "Passione del disegno" in Leonardo Sinisgalli, L'odor moro, a cura e con un saggio di Renato Aymone, Avagliano Editore, Cava dei Tirreni 1990</ref>. Nel maggio del '62 inizia a esporre i suoi lavori a Milano, nella Galleria Apollinaire.
 
=== L'ultimo periodo ===
[[File:Sinisgalli a Montemurro.jpg|thumb|Sinisgalli negli anni 1970]]
Molte difficoltà lo accompagneranno nel 1963, non ultime le problematiche di salute del figlio Filippo. Abbandona l'[[ENIEni]] e ritorna a Milano, ma, con sua somma delusione, la “città tecnica” di [[Carlo Emilio Gadda|Gadda]], che sempre aveva tessuto le sue lodi, questa volta sembra indifferente alle sue creazioni. Ritorna a Roma dopo qualche piccola consulenza di scarso rilievo e fonda la rivista di design “La botte e il violino” (8 numeri) nella quale dà anche libero sfogo alle sue riflessioni. Collabora al “[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]” di [[Pannunzio]] e al “[[Tempo Illustrato]]”, nel quale affronta una rubrica di critica d'arte, i cui articoli confluiranno poi nei ''Martedì colorati'' (Immordino, Genova 1967). Gli editori de “La botte e il violino” decidono di chiudere la rivista a causa dei costi elevati e LeonardoSinisgalli si dedica all'ideazione di un nuovo house organ: “Il quadrifoglio”, una rivista d'automobilismo che dirigerà fino al 65º anno d'età. L'anno precedente aveva pubblicato per Mondadori la Poesia di ieri, un'antologia delle sue raccolte che vince il Premio Fiuggi.
 
Il 1967 è l'anno della pensione ed anche del sopraggiungere di un infarto che però non lo induce, nonostante il parere dei medici, a ridurre il ritmo delle sue attività: infatti cura con il fratello Vincenzo un programma monotematico per la radio dal titolo “La Lanterna” che andrà avanti per circa due anni, raggiungendo 98 puntate.
 
Il dolore per la perdita di Giorgia (1978) e i riconoscimenti letterari sono il filo conduttore degli anni settanta: vince il premio Gubbio-Inghirami nel 1971, il [[Premio Viareggio]] nel 1975<ref>{{Cita web|url = http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|titolo = Premio letterario Viareggio-Rèpaci|sito = premioletterarioviareggiorepaci.it|accesso = 9 agosto 2019|dataarchivio = 19 luglio 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140719121618/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|urlmorto = sì}}</ref> e il premio Vallombrosa nel 1978 con “Dimenticatoio”.
 
Collabora con il “Settimanale”''Settimanale'' con una rubrica d'arte e con ''[[Il Mattino (quotidiano)|Il Mattino]]'', su cui pubblica delle memorie rielaborate, scritte anni addietro e nel 1980 vedono la luce le “Imitazioni della Antologia Palatina” per la Edizioni della Cometa. Ormai Sinisgalli è sempre più preso dalla sua passione per il disegno e nel 1980 fonda a Roma con Roberta Du Chene ed Ida Borra la galleria “Il Millennio". La mostra d'apertura è dedicata ai pastelli e agli acquerelli di Sinisgalli.
 
È proprio durante la seconda personale presso la sua Galleria che il 31 gennaio 1981 Sinisgalli muore per infarto. Fu sepolto nella sua città natale di Montemurro. Per volontà di Rodolfo Borra (l'esecutore testamentario di Leonardo), sulla lapide del poeta, campeggia la sua ultima poesia: "Risorgerò fra tre anni o tre secoli tra raffiche di grandine nel mese di giugno".
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==Stile==
{{F|scrittori italiani|aprile 2018|forse RO}}
Sinisgalli appartenevaappartiene alla ''generazione inquieta'' deidi [[Eugenio Montale|Montale]], dei [[Alberto Moravia|Moravia]], dei [[Cesare Pavese|Pavese]], dei [[Elio Vittorini|Vittorini]], deie [[Guido Piovene|Piovene]], i quali, formatisi nei duri anni del [[fascismo]], ebbero sempre un angoscioso travaglio intellettuale dettato dalle difficoltà di quegli anni di cambiamento. La sua poesia, quindi, ha sempre una certa amarezza di fondo e un senso di insoddisfazione continuo. Amarezza soprattutto verso la sua condizione di ''emigrante'', costretto a lasciare la sua terra su consiglio del suo maestro, che dopo la licenza media convinse la madre a mandarlo in collegio per proseguire gli studi. Molto spesso nelle sue opere sono presenti aneddoti e luoghi della sua infanzia, del suo paese, talvolta elementi all'apparenza banali, ma che rispecchiavano la chiave della sua inquietudine e amarezza, che era il distacco forzato da casa. ''Ero nato senza appetiti e volevo semplicemente perire nella mia aria'' scriverà più avanti.
 
Altro aspetto fondamentale della sua poesia, e della sua prosa, fu dettato dalla formazione [[matematica]], che influenzò non poco le sue opere, così come la [[geometria]] (vedi fra tutti l'emblematico titolo ''Furor mathematicus'')<ref>Marco Pivato, ''IL PIL SAGGIO. Quanta poesia si nasconde in laboratorio'', La Stampa, 6 gennaio 2016 afferma in proposito: "Scienziati e poeti sono «ingegneri» della cultura: alla loro creatività spetta il compito di elaborare i messaggi di una civiltà evoluta. Il poeta e critico Leonardo Sinisgalli lo sosteneva nel secolo scorso, auspicando una sinergia tra umanisti e scienziati".</ref>.
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==Fondazione Leonardo Sinisgalli==
 
La fondazione Leonardo Sinisgalli è nata l'11 dicembre 2008 (atto costitutivo, Statuto), nell'anno in cui ricorreva il centesimo anniversario dalla nascita del poeta, sotto gli auspici del comune di Montemurro, della provincia di Potenza, della regione Basilicata e della [[Istituto Banco di Napoli - Fondazione|Fondazione Banco di Napoli]], ma l'attività vera e propria della fondazione ha avuto inizio nel 2013. La fondazione gestisce la ''casa delle Muse'' spazio espositivo dedicato a Leonardo Sinisgalli, situata di fronte alla casa dove nacque il poeta. In due sale sono conservati i suoi libri e i suoi disegni, le sue pubblicità, le pubblicazioni editoriali (la fondazione ha acquistato 70 volumi del poeta-ingegnere); le copertine delle riviste che ha fondato e diretto (Pirelli, Civiltà delle Macchine, La botte e il violino) e le sue poesie. La casa delle Muse ospita anche opere di alcuni artisti cari a Sinisgalli: Gentilini, Cantatore, Turcato, Chersicla, Tamburi ecc.
 
Erede unica testamentaria del poeta lucano Leonardo Sinisgalli, è la Dott.ssa Ana Maria Lutescu (medico).
 
==Opere==
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*[[Vanni Scheiwiller]] (a cura di), ''Civiltà delle Macchine, antologia di una rivista, 1953-1957'', Ed. [[Libri Scheiwiller]] per Finmeccanica, Milano, 1989;
*Giuseppe Tortora (a cura di), ''Le vespe d'oro, saggi e testimonianze su Leonardo Sinisgalli'', Avagliano editore, Cava dei Tirreni, 1995;
*Giuseppe Lupo, "''Sinisgalli e la cultura utopica degli anni Trenta''", Vita e pensiero, Milano, 1996;
*Marino Faggella, ''Leonardo Sinisgalli, un poeta nella civiltà delle macchine'', Edizioni Ermes, Potenza, 1996;
*Gianni Lacorazza, ''Meccanima, Civiltà delle Macchine negli anni di Leonardo Sinisgalli (1953 - 1958)'', Consiglio Regionale della Basilicata, Potenza, 2005;
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*Gian Italo Bischi, Pietro Nastasi (a cura di), ''Un "Leonardo" del Novecento: Leonardo Sinisgalli (1908-1981)'', Università Bocconi, Milano, 2009;
*Luigi Beneduci, ''Bestiario sinisgalliano. Studio sull'immaginario zoomorfo di Leonardo Sinisgalli'', Aracne, Roma, 2011;
*Leonardo Sinisgalli, ''Il guscio della chiocciola. Studi su Leonardo Sinisgalli'', [http://edisud.it EDISUD Salerno]- [[:en:Forum_Italicum|Forum Italicum]] Publisching, [https://www.stonybrook.edu/ Stony Brook New York], 2012;
*Gian Italo Bischi, Liliana Curcio, Pietro Nastasi P. (a cura di), ''Civiltà del Miracolo'', EGEA, Milano, 2014.
*Biagio Lorusso (a cura di), ''Conversazioni Sinisgalliane'', Fondazione Leonardo Sinisgalli, 02 - Quaderni, Villa d'Agri (PZ), 2017.
*Luigi Fontanella, in ''Raccontare la poesia (1970-2020). Saggi, ricordi, testimonianze critiche'', Bergamo, Moretti & Vitali Editori, 2020, pp. 65-68. ISBN 978-88-7186-828-8.
 
==Voci correlate==