Leonardo Sinisgalli: differenze tra le versioni
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|Nazionalità = italiano
|Immagine = Sinisgalli1.jpg
|Didascalia = Leonardo Sinisgalli ritratto da [[Federico Patellani]] (1943)
}}
È noto come ''Il poeta ingegnere'' o ''Il poeta delle due muse'', per il fatto che in tutte le sue opere ha sempre fatto convivere cultura umanistica e cultura scientifica<ref>Franco Gàbici, ''Chi avrebbe mai pensato che scienziati e poeti, in fondo, fanno lo stesso...'', La Nazione, 30 gennaio 2016: "Leonardo Sinisgalli sosteneva che dall’incontro fra scienza e poesia a trarne vantaggio sia proprio quest’ultima".</ref>. Per la sua versatilità è stato definito "un Leonardo del Novecento"<ref>Gian Italo Bischi, Pietro Nastasi (a cura di), ''Un "Leonardo" del Novecento: Leonardo Sinisgalli (1908-1981)'', Università Bocconi, Milano, 2011</ref> in quanto è stato narratore, pubblicista, direttore artistico, direttore di riviste, documentarista, autore radiofonico, disegnatore.
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== Biografia ==
=== Infanzia (1908-1918) ===
Leonardo Sinisgalli nasce a [[Montemurro]] in [[Basilicata]], da Vito Michele e Carmina Geronima Maria Lacorazza<ref>Registro dello Stato Civile del Comune di Montemurro, riprodotto in microfilm sul sito [http://www.montemurrosulweb.it/pag5/img_pag5/Sinisgalli/sinisgalli_lacorazza.jpg ''Montemurro Sul Web'']</ref>. Frequenta la bottega di don Vito Santoro<ref>Leonardo Sinisgalli, Fiori pari, fiori dispari - Mondadori, Milano 1945, pp. 11-15</ref> che gli farà da maestro e consiglierà alla madre di fargli continuare gli studi, nonostante la sua aspirazione fosse quella di fare il garzone presso la bottega del fabbro ''mastro Tittillo''.
=== Il primo periodo romano (1918-1923) ===
Nel 1918, Sinisgalli parte per [[Caserta]], alla volta del Collegio Salesiano<ref>Leonardo Sinisgalli, Prose di memoria e d'invenzione - Leonardo da Vinci, Bari 1964, p. 19</ref>, passando in seguito al Collegio di [[Benevento]], ottenendo ottimi risultati, soprattutto nelle materie scientifiche,<ref>Sulla votazione conseguita negli scrutini finali, nel volumetto biografico ''Un poeta come Sinisgalli'', op. cit., si legge a p. 111: “10 in matematica, 10 in disegno e dieci nelle altre materie”</ref> e infine a [[Napoli]] nel 1925. Si iscrive a [[Roma]] alla facoltà di Matematica, dove segue i corsi di geometria, analisi, matematica di [[Levi-Civita]], [[Francesco Severi|Severi]], [[Guido Castelnuovo|Castelnuovo]] e [[Luigi Fantappié|Fantappiè]]<ref>Leonardo Sinisgalli, Furor mathematicus - Mondadori, Verona 1950 (edizione ampliata contenente anche L'indovino e Horror vacui, p. 51</ref>. Sinisgalli sosterrà, in seguito, che la matematica ebbe un'enorme influenza sulla sua poetica<ref>“Furor mathematicus” in L. Sinisgalli, Furor mathematicus, Ponte alle grazie, Firenze 1992, pp.65-67</ref>. Ultimato il biennio passa alla facoltà d'ingegneria, dove sviluppa una passione per l’opera di [[Sergio Corazzini]], poeta crepuscolare, a cui si ispirerà per la stesura dei suoi primi versi, pubblicati in autoedizione nel 1927 con il titolo di ''Cuore''.
Rinuncia all'invito di [[Enrico Fermi]], nel 1929, di entrare nell'Istituto di Fisica di via [[Ragazzi di via Panisperna|Panisperna]]<ref>"Tra i ragazzi di via Panisperna e gli artisti e i letterati che si riunivano al Caffè Aragno, sceglierà questi ultimi. Ma la passione per la cultura umanistica continuerà a bruciare in parallelo con quella scientifica": Lauretta Colonnelli, ''Disegni e colori dell'ingegner Leonardo Sinisgalli'', Corriere della Sera, 18 dicembre 2015.</ref>, preferendo focalizzarsi sull'attività letteraria
Durante il soggiorno romano frequenta [[Libero de Libero]], [[Arnaldo Beccaria]], [[Gino Bonichi|Scipione]] e [[Mario Mafai]]<ref>"Studenti poeti" in Leonardo Sinisgalli, Un disegno di Scipione e altri racconti - Mondadori, Milano 1975</ref> e collabora a ''[[L'Italia Letteraria]]''.
=== Il primo periodo milanese (1932-1940) ===
[[File:Sinisgalli - 1938.jpg|thumb|left|Sinisgalli nel 1938]]
Dopo la laurea in Ingegneria Elettronica e Industriale e l'esame di Stato sostenuto a [[Padova]] nel 1932, parte alla volta di [[Milano]], collaborando saltuariamente con “[[L'Italia Letteraria]]” e “[[La Lettura (rivista)|La Lettura]]”. La svolta è sancita dall'incontro con [[Giuseppe Ungaretti|Ungaretti]], che apprezza il talento del giovane Sinisgalli, dapprima con una corrispondenza sulla “Gazzetta del Popolo”, in seguito a [[Torino]], durante una conferenza sul [[Petrarca]]. Il 1934 lo vede partecipare, dietro suggerimento di Zavattini, ai Littorali per la gioventù a [[Firenze]], durante i quali una giuria composta da [[Riccardo Bacchelli|Bacchelli]], Ungaretti, [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] decreta la vittoria della sua poesia "Interno Orfico”, che supera quella di [[Attilio Bertolucci]]; nell'ambito dello stesso concorso, [[Alfonso Gatto]] è primo nella prosa. Tuttavia, il suo componimento e quello di Bertolucci sono oggetto di dure critiche da parte di [[Telesio Interlandi]] su “Tevere”
Sinisgalli ritorna a Montemurro preparando, nel 1935, la prima stesura del “Quaderno di geometria” e di molte poesie che in seguito pubblicherà. In virtù delle insistenze di [[Domenico Cantatore|Cantatore]], Zavattini ed altri, decide di ritornare a Milano. Le poesie vengono pubblicate per le edizioni Scheiwiller e catturano l'attenzione di critici come Emilio Cecchi e De Robertis, che gli dedica un saggio sul primo numero di "Letteratura", ed inaugurano la fortunata collana “All'insegna del pesce d'oro”, che prende il nome dall'osteria in cui Sinisgalli, [[Salvatore Quasimodo|Quasimodo]], Cantatore e [[Giovanni Scheiwiller|Scheiwiller]] si ritrovano. Contemporaneamente, si dedica all'attività pubblicistica, scrivendo su riviste di architettura e arredamento, non tralasciando il suo interesse per gli allestimenti e la grafica<ref>cfr. "La merce e l'oggetto" ne "Il Mattino" del 30/01/1977 e ne scrisse su "La Stampa" C. Alvaro</ref>. Nel periodo milanese impegna le sue giornate a coltivare le amicizie con [[Edoardo Persico|Persico]], [[Giuseppe Pagano (architetto)|Pagano]], [[Marcello Nizzoli|Nizzoli]], [[Giuseppe Terragni|Terragni]], [[Luigi Veronesi|Veronesi]], [[Gio Ponti|Ponti]], e frequentando lo [[studio Boggeri]] e la Galleria del Milione. I suoi "Ritratti di macchine" e "Quaderno di geometria" fissano il primo tentativo di Sinisgalli di giungere ad un superamento del dualismo tra la cultura scientifica e artistica. Il lungo legame che intreccerà la vita di Sinisgalli al mondo della grande industria comincia nel 1937 quando, dietro consiglio di [[Alfonso Gatto|Gatto]], risponde ad un'inserzione che gli procurerà un contratto con la [[Società Italiana del Linoleum|Società del Linoleum]] come organizzatore di convegni e collaboratore di una rivista specializzata. Nel 1938, [[Adriano Olivetti]] lo assume come responsabile dell'Ufficio tecnico di pubblicità.
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=== La guerra ===
Scoppiata la guerra, Sinisgalli, con il grado di ufficiale, viene richiamato alle armi: in Sardegna, prima, e a Roma, poi, dove pubblica nel 1942 alcuni racconti di ''Fiori pari, fiori dispari'', alcuni saggi di ''Furor mathematicus'' e una parte di ''Horror vacui''. Conosce la baronessa Giorgia de Cousandier<ref>Già vice-direttrice de "La voce dell'America", era stata collaboratrice de "Il Tempo" di Milano</ref>, poetessa amante di [[Trilussa]], nonché pubblicista e narratrice, che diventerà la sua compagna e che sposerà nel 1969. Ad agosto 1943, un mese prima della morte della madre, esce per [[Arnoldo Mondadori Editore]] ''Vidi le Muse'', con prefazione di Gianfranco Contini, nella collana dello “Specchio”, che raccoglierà tutta la produzione compresa negli anni 1931-1942. Ignaro della morte della madre, in una Roma ancora frastornata dalla firma di [[Armistizio di Cassibile|Cassibile]] dell'8 settembre, inizia la convivenza con Giorgia e con il più piccolo dei suoi figli, Filippo. Il 13 maggio del 1944 è tratto in arresto dalle [[Schutzstaffel|SS]] che vogliono informazioni su un amico scrittore e viene trasferito in [[Via Tasso]]. Solo la prontezza di Giorgia, e la sua conoscenza del tedesco, lo salvano dopo 24 ore<ref>cfr. "Puskin a via Tasso" in Leonardo Sinisgalli, Belliboschi - Mondadori, Milano 1948</ref>.
La liberazione dell'Italia lo vede partire per Montemurro dove gli viene comunicata la notizia della morte della madre e dove si ferma per qualche mese. Rientra a Roma pubblicando ''Furor Mathematicus'', ''Fiori pari, fiori dispari'', 28 capitoli di prosa confidenziale, e ''Horror Vacui''. Si cimenta in traduzioni e collaborazioni giornalistiche; fa parte della redazione de “[[Il costume politico e letterario]]”. Tuttavia, gli editori romani gli rifiutano molte delle sue proposte scientifiche e letterarie, ad esempio l'idea di una collana di classici scientifici elaborati con [[Sebastiano Timpanaro]], direttore della [[Domus Galilaeana]] di [[Pisa]]. La sua passione lo porterà a creare, con [[Giandomenico Giagni]], una rubrica culturale radiofonica: il “Teatro dell'usignolo”, che ospita musicisti e poeti. Nel 1947 pubblica ''I nuovi Campi Elisi''.
=== Il secondo periodo milanese (1948-1952) ===
[[Giuseppe Luraghi|Luraghi]], il nuovo direttore generale della [[Pirelli (azienda)|Pirelli]], lo vuole con sé come direttore artistico
Comincia così l'attività propagandistica per l'azienda, con l'allestimento di mostre, cicli di conferenze e la pubblicizzazione vera e propria dei prodotti: sul finire degli anni Quaranta si
=== Il ritorno a Roma (1952-1963) ===
Con il fratello Vincenzo come redattore, un fattorino e due segretarie,
Nell'agosto del 1953 muore il padre, e, in seguito alla divisione dell'eredità,
Ma questi, sono anche anni di intenso lavoro per il gruppo Finmeccanica, che comprende 29 aziende: inventa slogan, escogita nomi (“[https://web.archive.org/web/20140714140844/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/2630000/2629000.xml?key=Milano&first=1&orderby=1&f=fir Giulietta]” dell'Alfa), si cimenta nel curare mostre, tra cui spicca quella del 1955 dedicata all'”Arte e industria”, in collaborazione con [[Enrico Prampolini]], presso la Galleria d'Arte Moderna di Roma. Quando Luraghi esce di scena e la testata ''Civiltà delle Macchine'' passa all'[[Istituto per la Ricostruzione Industriale|Iri]], inizia un processo di lento declino che porterà il
=== L'ultimo periodo ===
[[File:Sinisgalli a Montemurro.jpg|thumb|Sinisgalli negli anni 1970]]
Molte difficoltà lo accompagneranno nel 1963, non ultime le problematiche di salute del figlio Filippo. Abbandona l'[[
Il 1967 è l'anno della pensione ed anche del sopraggiungere di un infarto che però non lo induce, nonostante il parere dei medici, a ridurre il ritmo delle sue attività: infatti cura con il fratello Vincenzo un programma monotematico per la radio dal titolo “La Lanterna” che andrà avanti per circa due anni, raggiungendo 98 puntate.
Il dolore per la perdita di Giorgia (1978) e i riconoscimenti letterari sono il filo conduttore degli anni settanta: vince il premio Gubbio-Inghirami nel 1971, il [[Premio Viareggio]] nel 1975<ref>{{Cita web|url = http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|titolo = Premio letterario Viareggio-Rèpaci|sito = premioletterarioviareggiorepaci.it|accesso = 9 agosto 2019|dataarchivio = 19 luglio 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140719121618/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|urlmorto = sì}}</ref> e il premio Vallombrosa nel 1978 con “Dimenticatoio”.
Collabora con il
È proprio durante la seconda personale presso la sua Galleria che il 31 gennaio 1981 Sinisgalli muore per infarto. Fu sepolto nella sua città natale di Montemurro. Per volontà di Rodolfo Borra (l'esecutore testamentario di Leonardo), sulla lapide del poeta, campeggia la sua ultima poesia: "Risorgerò fra tre anni o tre secoli tra raffiche di grandine nel mese di giugno".
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==Stile==
{{F|scrittori italiani|aprile 2018|forse RO}}
Sinisgalli
Altro aspetto fondamentale della sua poesia, e della sua prosa, fu dettato dalla formazione [[matematica]], che influenzò non poco le sue opere, così come la [[geometria]] (vedi fra tutti l'emblematico titolo ''Furor mathematicus'')<ref>Marco Pivato, ''IL PIL SAGGIO. Quanta poesia si nasconde in laboratorio'', La Stampa, 6 gennaio 2016 afferma in proposito: "Scienziati e poeti sono «ingegneri» della cultura: alla loro creatività spetta il compito di elaborare i messaggi di una civiltà evoluta. Il poeta e critico Leonardo Sinisgalli lo sosteneva nel secolo scorso, auspicando una sinergia tra umanisti e scienziati".</ref>.
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==Fondazione Leonardo Sinisgalli==
La fondazione Leonardo Sinisgalli è nata l'11 dicembre 2008 (atto costitutivo, Statuto), nell'anno in cui ricorreva il centesimo anniversario dalla nascita del poeta, sotto gli auspici del comune di Montemurro
Erede unica testamentaria del poeta
==Opere==
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*[[Vanni Scheiwiller]] (a cura di), ''Civiltà delle Macchine, antologia di una rivista, 1953-1957'', Ed. [[Libri Scheiwiller]] per Finmeccanica, Milano, 1989;
*Giuseppe Tortora (a cura di), ''Le vespe d'oro, saggi e testimonianze su Leonardo Sinisgalli'', Avagliano editore, Cava dei Tirreni, 1995;
*Giuseppe Lupo,
*Marino Faggella, ''Leonardo Sinisgalli, un poeta nella civiltà delle macchine'', Edizioni Ermes, Potenza, 1996;
*Gianni Lacorazza, ''Meccanima, Civiltà delle Macchine negli anni di Leonardo Sinisgalli (1953 - 1958)'', Consiglio Regionale della Basilicata, Potenza, 2005;
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*Gian Italo Bischi, Pietro Nastasi (a cura di), ''Un "Leonardo" del Novecento: Leonardo Sinisgalli (1908-1981)'', Università Bocconi, Milano, 2009;
*Luigi Beneduci, ''Bestiario sinisgalliano. Studio sull'immaginario zoomorfo di Leonardo Sinisgalli'', Aracne, Roma, 2011;
*Leonardo Sinisgalli, ''Il guscio della chiocciola. Studi su Leonardo Sinisgalli'', [http://edisud.it EDISUD Salerno]-
*Gian Italo Bischi, Liliana Curcio, Pietro Nastasi P. (a cura di), ''Civiltà del Miracolo'', EGEA, Milano, 2014.
*Biagio Lorusso (a cura di), ''Conversazioni Sinisgalliane'', Fondazione Leonardo Sinisgalli, 02 - Quaderni, Villa d'Agri (PZ), 2017.
*Luigi Fontanella, in ''Raccontare la poesia (1970-2020). Saggi, ricordi, testimonianze critiche'', Bergamo, Moretti & Vitali Editori, 2020, pp. 65-68. ISBN 978-88-7186-828-8.
==Voci correlate==
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