Ministrante: differenze tra le versioni
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Il '''ministrante''' (dal latino ''ministrare'', "servire") è propriamente un fedele [[laico]]
{{Citazione|Anche i ministranti, i lettori, i commentatori e i membri della "schola cantorum" svolgono un vero ministero liturgico. Essi perciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene a un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi. Bisogna dunque che tali persone siano educate con cura, ognuna secondo la propria condizione, allo spirito liturgico, e siano formate a svolgere la propria parte secondo le norme stabilite e con ordine.|Sacrosanctum Concilium, n. 29}}
Siccome tale ruolo è tradizionalmente svolto da ragazzi o giovani, i ministranti erano detti un tempo, e ancora oggi da alcuni ma impropriamente, '''chierichetti''' (
Oltre alla [[chiesa cattolica]] ci sono servizi simili nelle [[chiese ortodosse]], nella [[chiesa anglicana]], e in alcune [[chiese protestanti]].
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=== Nelle Chiesa latina ===
A livello giuridico, il servizio del ministrante è legato a quello del ministro istituito (uno dei due [[ministero (cristianesimo)|ministeri]], assieme a quello del lettore) detto ''[[accolito]], pur non essendo un ministero istituito.''
==== "Chierichette" ====
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In seguito a questa possibilità è stato introdotto il termine improprio di "chierichette"<ref name=":0" />. Nelle diocesi di [[diocesi di Treviso|Treviso]] e di [[arcidiocesi di Milano|Milano]], per non usare il termine "chierichette", è stato introdotto quello di "ancelle", istituendo così una distinzione tra i maschi e le femmine ministranti, resa visibile spesso anche dall'abito, che per i chierichetti è quello tradizionale (talare e cotta) e per le ancelle una tunica<ref>{{Cita web|url=https://chierichettiancelle.files.wordpress.com/2015/10/img-20151022-wa0003.jpg|titolo=Chierichetti e ancelle di Levada|accesso=7 agosto 2018|dataarchivio=7 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180807033351/https://chierichettiancelle.files.wordpress.com/2015/10/img-20151022-wa0003.jpg|urlmorto=sì}}</ref>. Queste ultime poi spesso svolgono un servizio liturgico complementare a quello dei chierichetti: accoglienza, offertorio, scambio della pace, distribuzione dei foglietti degli avvisi<ref>{{Cita web|url=http://www.collaborazionemusile.it/index.php/80-sito/167-chierichetti-ed-ancelle|titolo=Chierichetti ed ancelle|sito=Collaborazione pastorale di Musile di Piave|accesso=7 agosto 2018|dataarchivio=7 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180807063511/http://www.collaborazionemusile.it/index.php/80-sito/167-chierichetti-ed-ancelle|urlmorto=sì}}</ref>.
Precedentemente il servizio all'altare era riservato ai maschi. In mancanza di maschi, le donne dovevano rispondere al sacerdote stando fuori dal presbiterio.<ref>S. C. R. 27 agosto 1836 n. 2745, 8 cit. da Pietro Veneroni, ''Manuale di liturgia'', vol. III, VIII ediz., Pavia, Ancora, 1940, p. 65. Il riferimento corretto per i ''Decreta authentica'' è invece [https://books.google.it/books?id=B86rwEs17YYC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false S. C. R. 27 agosto 1836 n. 4633, X]</ref>
=== Nelle Chiese orientali ===
Nella Divina liturgia [[Rito bizantino|bizantina]] delle Chiese ortodosse e cattolica il servizio di assistenza al sacerdote è svolto essenzialmente dal diacono<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.ortodossiatorino.net/DocumentiSezDoc.php?cat_id=27&id=1458|titolo=L'altare: un cammino pericoloso. Intervista all'arciprete Alexei Sorokin|autore=Petr Davydov|data=7 agosto 2013|accesso=1º settembre 2018}}</ref> e dai [[Suddiacono|suddiaconi]] detti anche ipodiaconi (dal greco ὑποδιάκονος).<ref>{{Cita web|url=http://www.liturgiabizantina.it/glossario/glossario_i-k.htm|titolo=Piccolo glossario dei termini liturgici ed ecclesiastici bizantini|autore=Giovanni Fabriani|data=febbraio 2017|accesso=1º settembre 2018}}</ref> Esistono anche gli equivalenti dei chierichetti, detti con parola greca “papadaki” che significa “pretini”<ref name=":2">{{Cita web|url=https://forum.termometropolitico.it/60464-ci-sono-gli-equivalenti-dei-chierichetti-nelle-chiese-ortodosse.html,|titolo=Discussione: Ci sono gli equivalenti dei chierichetti nelle chiese ortodosse?|autore=“Vescovosilvano”|sito=Termometro politico|data=2 maggio 2010|accesso=3 agosto 2018}}</ref> e possono essere solo maschi<ref name=":3">{{Cita web|url=http://www.sentiericona.it/public/icone/?p=14211|titolo=La prima visita ad una Chiesa ortodossa: risposta a dodici domande|autore=Frederica Mathewes-Green|nome=|sito=I sentieri dell’icona|data=1º maggio 2017|accesso=1º settembre 2018}}</ref>. Non si concepisce la presenza di molti chierichetti nel santuario (la parte della chiesa corrispondente al presbiterio delle chiese latine), si preferisce che ci siano pochi ministranti adulti, se poi vi sono i chierichetti si preferisce che essi siano guidati da un ministrante adulto, per preservare il raccoglimento che il luogo sacro richiede<ref name=":1" />.
Di solito l’adulto che svolge stabilmente il servizio liturgico viene ordinato suddiacono dal vescovo; sugli altri ministranti, visto che devono accedere al santuario, il vescovo recita la preghiera specifica per chi si dedica al servizio ecclesiastico, poi benedice lo [[sticario]] e glielo fa indossare<ref name=":2" />.
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* Proclamazione del [[Vangelo]]: se si usa l'incenso, i ministranti portano [[turibolo]], [[Navicella (Liturgia)|navicella]] e candelieri presso l'[[ambone]].
* [[Offertorio]]: i ministranti aiutano il [[celebrante]] nel ricevere l'offerta dei doni e li collocano sull'altare.
* Preparazione dell'[[altare]] e del [[Calice (liturgia)|calice]]: i ministranti portano all'altare il calice assieme alla [[patena]] su cui viene collocata l'[[Ostia (liturgia)|ostia]], la [[Palla (oggetto liturgico)|palla]], il [[corporale]], all'occorrenza la [[pisside]] o le pissidi con le particole da consacrare insieme all'ostia, che diventeranno il Corpo di Cristo, quindi, le ampolline dell'acqua e del vino, che userà il [[diacono]] (se presente) o il celebrante per versare il vino e l'acqua nel calice che diventeranno il Sangue di Cristo. Se si usa l'incenso il celebrante incensa i doni, l'altare e la croce, successivamente, il turiferario incensa il sacerdote e l'assemblea. Il turiferario deve compiere due tocchi di turibolo per parte e inchinarsi prima e dopo di incensare il sacerdote e l'assemblea.
* Lavabo: un ministrante accolito porta la brocca o l'ampollina dell'acqua con la bacinella; l'altro porta il [[manutergio]].
*[[Anamnesi (liturgia)|Anamnesi]] ("consacrazione"): se si usa l'incenso, sotto l'altare il turiferario porta il turibolo, il navicelliere la navicella, un accolito o lo stesso turiferario incensa le specie eucaristiche all'elevazione, alcuni ceroferari (da due a sei) tengono i ceri, mentre un ministrante suona la campanella per richiamare l'attenzione dei fedeli a quello che sta accadendo.
* [[Eucaristia|Comunione]]: un ministrante deve tenere il comunichino (piattino) o la tovaglietta sotto il mento dei comunicanti mentre i ministri distribuiscono la Comunione per evitare che le ostie o i loro frammenti cadano a terra.
* Purificazione: un ministrante porge l'ampollina dell'acqua al [[celebrante]] o a un concelebrante o al [[diacono]] o all'[[accolito]] istituito per purificare i [[vasi sacri]]; in alternativa è il ministrante stesso a versare l'acqua nel calice. È di massima importanza che il ministrante non venga a contatto con i [[vasi sacri]] prima della purificazione.
* Processione finale: il crocifero porta la croce astile, affiancato da due ceroferari con i candelieri.
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[[File:Visita_pastorale_a_San_Fruttuoso_del_Cardinale_Montini_nel_1960.jpg|thumb|Ministranti con cotta e abito talare di diverso colore]]
*[[Abito talare]] con [[Cotta (liturgia)|cotta]]: la veste talare del ministrante può essere di colore nero o rossa o di altro colore, secondo le usanze locali, mentre la cotta è sempre bianca. Tradizionalmente l'abito talare nero con la cotta è usato dai seminaristi, dai sacrestani o altri adulti che svolgono il servizio di ministrante, ma anche dai ragazzi; la veste rossa è riservata ai ragazzi ed è usata nelle basiliche o anche in molte parrocchie nelle feste. Si possono trovare qua e là altri colori: il bianco avorio in alcuni paesi dell'Asia, il marrone nelle chiese dei francescani, l'azzurro era usato nella [[Santuario di Maria Ausiliatrice|basilica di Maria Ausilitatrice]] di Torino, tutt'ora è in uso la talare azzurra da parte dei ministranti che servono i membri [[Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote|dell’Istituto di Cristo Re e Sommo Sacerdote]] e il verde nella [[Basilica dei Santi Filippo e Giacomo|chiesa arcipretale di Cortina d'Ampezzo]].
*[[Camice (liturgia)|Camice]] (o alba): veste bianca che raggiunge le caviglie; essa può essere di varia fattura, ad esempio può avere il cappuccio o può essere a collo quadro (in questo caso occorre indossare anche l'[[amitto]]). L'alba simboleggia il [[battesimo]] nel quale tutti riceviamo la veste bianca. Esistono due tipi di alba: quella di tipo monastico, con maniche larghe e cappucci, e quella romana, con il colletto quadro. Il nome ''alba'' deriva dal [[lingua latina|latino]] ''albus'', che significa [[bianco]]. Un tempo era riservata a chi aveva ricevuto almeno l'ordine del [[Suddiacono|suddiaconato]].
* Tarcisiana: veste bianca simile al camice
=== Nelle Chiese orientali ===
L'abito proprio dei ministranti è lo [[sticario]]
== I santi patroni ==
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== Pastorale dei ministranti ==
I ministranti sono organizzati in gruppi liturgici [[parrocchia]]li con assistenti per la formazione e responsabili per l'organizzazione, a loro volta essi sono inseriti nei movimenti diocesani.
== Note ==
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