Stendhal: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|il comune tedesco|Stendal|}}
{{Bio
|Nome = Marie-Henri
|Cognome = Beyle
|Pseudonimo = Stendhal
|Sesso = M
|LuogoNascita = Grenoble
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|Epoca = 1800
|Attività = scrittore
|Attività2 = letterato
|Nazionalità = francese
|Immagine = Stendhal
|Didascalia = Stendhal ritratto da [[Olof Johan Södermark|Södermark]] nel 1840, [[
}}
Amante dell'arte e appassionato dell'[[Italia]], dove visse a lungo, esordì in letteratura nel
Celebrato per i romanzi ''[[Il rosso e il nero]]'' (
== Biografia ==
=== L'infanzia (1783-1795) ===
[[File:Anonimo Chérubin Beyle.jpg|thumb|left|upright=0.6|Il padre di Stendhal, Chérubin Beyle]]
Henri Beyle nacque a [[Grenoble]] in una casa di rue des Vieux Jésuites, oggi al numero 14 di rue Jean-Jacques Rousseau, in una famiglia [[borghesia|borghese]]. I suoi genitori si erano sposati il 20 febbraio del
[[File:Anonimo Abbe Raillane.jpg|thumb|upright=0.6|L'abate Raillane]]
Come ricorda Stendhal, suo padre «era un uomo straordinariamente poco amabile, con la testa sempre piena di acquisti e vendite di proprietà, eccessivamente scaltro [...] non mi amava come individuo, ma come figlio che doveva continuare la sua famiglia [...] vedeva chiaramente che io non lo amavo affatto, non gli parlavo mai se non era strettamente necessario»<ref>Stendhal, ''Vita di Henry Brulard'', 1997, pp. 64-65.</ref>. D'altra parte aveva dovuto sistemare (maritare con dote o mettere in convento) ben dieci sorelle<ref>Michel Crouzet, ''Stendhal. Il signor Me stesso'', 1990, p. 19.</ref> e costruirsi da sé, con tipica ambizione del provinciale che aspira alla nobiltà. E poi la vedovanza certo non lo rallegrava.
Con la morte della madre, la famiglia troncò ogni rapporto mondano - con grande noia di Stendhal - vivendo in seguito sempre isolata. Anche il suo primo insegnante, un tale Joubert, «orribile pedante», morì poco dopo e Henri fu affidato a un precettore, segno, questo, di distinzione sociale, l
Gran parte delle sue giornate Henri le passava nella vicina e ampia casa (in place Grenette) del nonno materno, il medico Henri Gagnon (
[[File:Anonimo Henri Gagnon.jpg|thumb|left|upright=0.6|Il nonno, Henri Gagnon]]
Un'alta stima Stendhal la riservò anche al nonno materno<ref>Stendhal non poté conoscere il nonno paterno, Pierre Beyle, morto nel 1764.</ref>, Henri Gagnon, medico e illuminista, ammiratore di [[Voltaire]] e della buona letteratura classica: grazie a lui, sostiene Stendhal, non fu «intossicato» dagli scrittori contemporanei in voga a quel tempo, i «[[Jean-François Marmontel|Marmontel]], [[Claude
Anche il periodo [[Rivoluzione francese|rivoluzionario]] in corso in Francia sollecitò gli umori e le fantasie del piccolo Henri: già aveva assistito al preludio ribelle della famosa «giornata delle tegole»<ref>A Grenoble, il 7 giugno 1788, i manifestanti si opposero ai soldati del re lanciando tegole dai tetti.</ref>, e parteggiò subito per i rivoluzionari, figure che gli evocavano le virtù repubblicane conosciute nei libri di latino, contro il legittimismo bigotto del padre e dell'odiata zia Séraphie - la prozia Élizabeth e il nonno mantenevano un atteggiamento più cauto - i quali seguirono poi fremendo di angoscia le vicende del processo a [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]].
Quando il re venne decapitato, Henri esultò in silenzio, mentre il padre e la zia si disperavano. Chérubin Beyle, di cui erano note le idee monarchiche, finirà più volte in prigione: il 15 maggio
=== L'adolescenza (1796-1799) ===
[[File:Louis-Joseph Jay par Jacques-Augustin Pajou.gif|thumb|upright=0.6|Louis-Joseph Jay]]
Il 21 novembre
Suoi insegnanti furono, per la [[grammatica]], l'«abate civettuolo, tutto a modo, sempre in compagnia di donne»<ref>Stendhal, ''Vita di Henry Brulard'', cit., p. 202.</ref> [[Claude-Marie Gattel]] (
Ma nell'École centrale la vera passione di Stendhal fu la matematica: affascinato da una scienza che garantiva l'esattezza assoluta delle sue affermazioni, escludendo per principio tutto ciò che è vago e impreciso, egli esigeva rigorose e chiare dimostrazioni che, a suo dire, il suo professore [[Henri-Sébastien Dupuy de Bordes|Dupuy de Bordes]] (
Il suo primo amore, o piuttosto la prima fantasia di amore, fu riservata alla giovane attrice [[Virginie Kubly]] (
Tra le sue letture impegnative, ma gradite, di quegli anni, a parte un'inevitabile concessione ai racconti licenziosi di [[Jean de La Fontaine|La Fontaine]] e alla ''Félicia'' di [[André-Robert Andréa de Nerciat|Nerciat]]<ref>«Non erano ''piaceri letterari''. Sono di quei libri che si leggono con una mano sola», commenta Stendhal: cfr. ''Vita di Henry Brulard'', cit., p. 240.</ref>, vi erano [[Miguel de Cervantes|Cervantes]], [[Ludovico Ariosto|Ariosto]], [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] e, sopra tutti, [[William Shakespeare|Shakespeare]], mentre [[Jean Racine|Racine]], «incessantemente lodato dai miei, mi faceva l'effetto di un ipocrita insulso»<ref>Stendhal, ''Vita di Henry Brulard'', cit., p. 239.</ref>.
Finalmente, nel
=== A Parigi (1799-1800) ===
[[File:Pierre Daru.jpg|thumb|upright|[[Antoine-Jean Gros]]
Giunto a Parigi «con il fermo proposito di essere un seduttore»<ref>Stendhal, ''Vita di Henry Brulard'', cit., p. 329.</ref>, la realtà s'incaricò di smentire le sue illusioni: nella grande città egli era solo un ragazzo sconosciuto che passava inosservato. Si presentò subito alla famiglia Daru in rue de Lille: Noël Daru (
Perduto improvvisamente ogni interesse per gli studi di matematica, non si presentò nemmeno a sostenere l'esame di ammissione all'École
Da solo, carico di libri, raggiunse prima [[Digione]] e il 18 maggio era a [[Ginevra]], dove andò subito a visitare la casa natale di [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] e dove trovò un capitano che gli insegnò a stare a cavallo e i primi rudimenti sull'uso della sciabola. Con il capitano passò per [[Vevey]] e fu a [[Martigny]], dove iniziava la lunga e allora impervia e pericolosa salita del [[Colle del Gran San Bernardo|Gran San Bernardo]]. Dopo sei ore di salita era finalmente in Italia.
Superate le cannonate sparate dal forte di [[Bard (Italia)|Bard]], che furono il suo battesimo del fuoco, apprese da un curato le prime parole d'italiano - ''donna'' e ''cattiva'' -
=== Primo soggiorno in Italia (1800-1802) ===
[[File:8717 - Milano - Cortile del Palazzo Borromeo d'Adda in Via Manzoni - Foto Giovanni Dall'Orto, 13-Sept-2007.jpg|thumb|left|Cortile di palazzo Borromeo-d'Adda]]
Proprio al suo ingresso in Milano incontrò [[Martial Daru]] (
Ma Henri era orgoglioso e timido, e perciò nelle sale sfavillanti di donne belle ed eleganti e uomini esperti e disinvolti quel diciassettenne inibito si comportava goffamente e per reazione esagerava al contrario: si batté a duello con Alexandre Pétiet (
[[File:Angela Pietragrua.jpg|thumb|upright=0.5|Angela Pietragrua]]
La Pietragrua, figlia di commercianti di stoffe che si arricchirono divenendo fornitori dell'esercito francese, e sorella di [[Giuseppina Borroni]], un soprano famoso, era per Stendhal una «sublime sibilla, terribile nella sua bellezza folgorante e soprannaturale» e dispotica, capricciosa, istintiva, sarà ben rappresentata nel personaggio di Sanseverina ne ''La Certosa di Parma''.
Fu il Daru a raccomandare Stendhal, facendogli ottenere subito il grado di sottotenente di un reparto di cavalleria nel settembre del 1800 e poi, il 23 ottobre, nel VI Reggimento dragoni, che egli raggiunse a [[Bagnolo Mella|Bagnolo]], presso [[Brescia]], il 22 novembre. Il 12 gennaio partecipò a [[Castelfranco Veneto]] allo scontro tra le forze del generale [[Claude Ignace François Michaud|Michaud]] (
La vita di aiutante di campo, almeno in tempo di pace, era piacevole: in primavera Henri, che dal 18 aprile aveva iniziato a tenere un diario, il suo ''Journal'', soggiornò a [[Bergamo]], in estate a Brescia, avendo tutto il tempo per studiare l'italiano e il clarinetto, progettare commedie e andare a teatro. Ma durò poco: per avere l'onore di essere aiutante di un generale bisogna aver combattuto due campagne militari e così, reclamato dal suo reggimento, Stendhal dovette raggiungere il VI Dragoni in [[Piemonte]], seguendolo nei suoi spostamenti in piccole città, [[Bra]], [[Saluzzo]], [[Savigliano]], con i disagi delle manovre e il disgusto delle ''corvées''. Era troppo per Stendhal, che a dicembre ottenne un congedo e tornò a Grenoble.
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=== Il ritorno in Francia (1802-1806) ===
[[File:Anonimo Pauline Beyle.jpg|thumb|left|upright=0.7|La sorella Pauline Beyle]]
Ritornato brevemente a vivere nella sua casa natale, Henri trovò nella sorella Pauline un'amica e una confidente. Del resto anche questa figlia del secolo, che amava leggere [[Ossian]] e Shakespeare, si sentiva oppressa dall'aridità paterna e, diversamente dal fratello e come tante ragazze nella sua condizione, cercherà solo nel matrimonio l'evasione da una condizione infelice: «sposatasi con un uomo sciocco e docile», riuscirà con gli anni a essere
Da parte sua, a Grenoble Henri trovò in Victorine Mounier (
Il 15 aprile
Henri era ancora repubblicano e il suo eroe non era Bonaparte, alla cui incoronazione assistette con sarcasmo e disgusto<ref>Michel Crouzet, ''Stendhal'', cit., p. 123.</ref>, ma il generale [[Jean Victor Marie Moreau|Moreau]], fatto processare da Napoleone, in favore del quale scrisse un ''pamphlet''. Lesse [[Vittorio Alfieri|Alfieri]] e in [[Amleto]] vide un nemico dei tiranni, assistette con commozione al ''Philinte de Molière'' di [[Fabre d'Églantine]] e si entusiasmò per l
[[File:Martial Daru.gif|thumb|upright=0.6|Il cugino Martial Daru]]
Iniziò i primi tentativi letterari e, da appassionato di [[teatro]], tra il
Per stare più a suo agio sulla scena della società e per amore del teatro, Henri prese lezioni di recitazione. Il 21 agosto
Mélanie, divorziata da un diplomatico prussiano, era venuta a Parigi da [[Caen]] per partorire una bambina, Henriette, frutto di una relazione occasionale. Con poche risorse, voleva essere attrice per vivere ed essere indipendente: era bella, bionda, con due occhi blu ora severi, ora teneri, «pieni di quella malinconia immensa e ferita che per Stendhal è il segno dell'anima e il richiamo dell'amore»<ref>Michel Crouzet, ''Stendhal'', cit., p. 144.</ref>. Decisero di vivere insieme e poiché Mélanie aveva ottenuto una scrittura a [[Marsiglia]], l'8 maggio
Mentre finiva l'amore per Mélanie e rimanevano miseri i guadagni da droghiere, la Francia era divenuta il paese più potente d'Europa e Napoleone aveva bisogno, oltre che d'un esercito invincibile, anche di una corte e di una burocrazia adeguata alle sue mire di dominio europeo. Per questo creò, nel
Stendhal era entusiasta, e il 31 maggio tornò a Grenoble, dove la famiglia si attivò presso i Daru, che in verità erano rimasti delusi del comportamento passato di Henri. Quindi il 10 luglio si stabilì a Parigi, il 3 agosto entrò nella [[massoneria]], introdotto da suo cugino Martial Daru, nella Loggia parigina "Sainte-Caroline"<ref>Dieter Diefenbach, "Stendhal et la franc-maçonnerie" '' Stendhal Club'', Nouvelle Série, N. 108, 15 juillet 1985, pp. 329-338.</ref>, e riprese le relazioni con i cugini, finché Martial Daru cedette e lo prese con sé: il 16 ottobre
=== Al servizio dell'Imperatore (1806-1814) ===
[[File:Wilhelmine von Griesheim.jpg|thumb|left|upright=0.7|Wilhelmine von Griesheim]]
Il 27 ottobre Stendhal vide Napoleone entrare vincitore a [[Berlino]], dove Martial Daru lo nominò collaboratore dei commissari di guerra, e il 3 novembre si trasferirono entrambi a [[Braunschweig|Brunswick]], la capitale dell'ex
Ma naturalmente al centro del suo interesse vi erano anche le donne. Nell'aprile del
Con la partenza di Martial da Brunswick all'inizio del
Anno nuovo e nuova campagna di guerra: il 28 marzo
[[File:Alexandrine Daru.jpg|thumb|upright=0.6|[[Jacques-Louis David|David]]: Alexandrine Daru]]
Il 13 maggio entrò a [[Vienna]], con la stessa emozione con la quale era entrato a Milano. «Lavoro giorno e notte, e il resto del tempo cavallo, ragazze e musica», scrisse sul ''Journal'': la musica era naturalmente quella del «divino Mozart», che Henri poneva alla pari di Cimarosa, ma anche quella di [[Franz Joseph Haydn|Haydn]], che morì alla fine del mese (il 15 giugno Stendhal assistette al ''Requiem'' in suo onore). Ma a Vienna aleggiava «odore di femmina», e Stendhal si trovò un'amante in Babet Rothe, un'attrice e cantante che egli possedette in un padiglione abbandonato del [[Prater]] e per la quale per poco non si batté a duello con un maggiore d'artiglieria, Jean-Baptiste Raindre (
Finita la campagna d'Austria, il 20 gennaio
La sua amante del momento era Angéline Bereyter (
Il 7 settembre giunse a [[Milano]] e già la sera stessa andò alla [[Teatro alla Scala|Scala]]. Il giorno dopo si presentò dalla Pietragrua, deciso a farla sua. Bandita la timidezza, il 12 settembre si dichiarò e in risposta ricevette la domanda: «Perché non me lo diceste allora?»
A Parigi, distaccato negli uffici della sezione di Guerra, mentre dava inizio alla sua ''Histoire de la peinture'', attingendo a piene mani al Lanzi, e a una ''Vita di Cimarosa'' sopra un dizionario dei musicisti, riprese abitudini e ambizioni: brigò per ottenere una nomina a barone e, poiché partecipare a una campagna di guerra procurava avanzamenti di carriera, chiese di partire per la [[Russia]]. Il 23 luglio
[[File:Napoleons retreat from moscow.jpg|thumb|left|[[Adolph Northen|Adolf Northern]]: la ritirata di Russia]]
Qui vide l'avanzare dell'incendio, i saccheggi, il disordine, le miserie di uomini che fino al giorno prima costituivano l'esercito più potente del mondo e il crollo del mito dell'invincibilità di Napoleone, che egli poté osservare al [[Cremlino]], e dei suoi generali, tormentati dalla dissenteria. Henri, a quanto racconta, mantenne il controllo di
A ricompensa dei suoi servigi sperava di ottenere una promozione con un incarico di prestigio, del tipo di una prefettura, ma invano. Così, dal 25 aprile, fu nuovamente al seguito dell'esercito che ora affrontava la coalizione russo-prussiana: annoterà di «essere annoiato e disgustato di tutto; l'Imperatore mi sembrava pazzo». All'armistizio seguito alle battaglie di [[Battaglia di Lützen (1813)|Lützen]] e di [[Battaglia di Bautzen|Bautzen]] venne nominato intendente a [[Żagań]], dove si ammalò il 6 luglio e, in pericolo di vita, fu
La stella di Napoleone, sconfitto a [[Battaglia di Lipsia|Lipsia]], volgeva al tramonto. Gli austriaci avanzavano in Italia e Stendhal, tornato a Parigi, a dicembre si vide affidato il compito di affiancare il conte Jean de Saint-Vallier (
Con il restaurato regime monarchico, essendo i Daru momentaneamente in disgrazia, gli occorreva trovare nuovi protettori per salvare titoli e posizione, e allora Stendhal si rivolse a [[Jacques Claude Beugnot|Jacques-Claude Beugnot]] (
=== «Henri Beyle, milanese» (1814-1821) ===
In realtà i francesi non erano più ben visti a Milano: in aprile [[Giuseppe Prina]], l'ex ministro del governo di [[Eugenio di Beauharnais]], era stato linciato da una folla sobillata dall'aristocrazia milanese, desiderosa di ingraziarsi i nuovi padroni e di farsi diminuire le tasse. Anche i rapporti con Angela Pietragrua, mai facili, si deteriorarono e lei arrivò al punto di minacciare di denunciarlo alla polizia. Avuta la prova, da una cameriera infedele della Pietragrua, dei suoi numerosi amanti, nel dicembre del
Ripresi i suoi appunti e mantenuti i contatti con l'amico Crozet, che faceva l'ingegnere a [[Plancy-l'Abbaye|Plancy]] ma si assumeva anche la funzione di suo agente letterario, per un anno Henri lavorò alla sua ''Histoire de la peinture'', che terminò nel febbraio del
Durante un breve viaggio tra aprile e giugno a Grenoble, fatto per questioni economiche legate alla famiglia (tra l'altro Pauline era rimasta vedova e povera, e Zénaïde, l'altra sorella, si era sposata portando con sé una grande dote), ci fu un'insurrezione e il padre, divenuto sindaco, nonostante non mancasse di reagire con dura repressione, venne accusato di debolezza. Stendhal, sempre pieno di debiti e in rotta con lui, lasciò il paese natale deciso a «diventare» italiano.
Tornato a Milano, un giovane avvocato piemontese, Carlo Guasco, lo presentò nel luglio del
=== La ''vita di Napoleone'' ===
[[File:Stendhal - Vie de Napoléon.djvu|thumb|left|upright=0.6|''La vita di Napoleone'']]Nel
Era stata scritta soprattutto in risposta alle critiche avanzate da [[Madame de Staël]], nel suo ''Riflessioni sulla Rivoluzione francese'', ma Stendhal, che pure riteneva Napoleone superiore persino a Cesare, non esitò a sollevare nei confronti di Napoleone critiche addirittura di senso opposto.
Il quadro che ne uscì era completamente diverso da quello atteso. Stendhal fa dei protagonisti dei suoi romanzi dei ferventi bonapartisti: lo sono sia Julien Sorel
L'edizione del testo,<ref>Tra le traduzioni in italiano nel 2011 è uscita quella di Mursia, prefazione di Beppe Benvenuto ISBN 978-88-425-4809-6</ref> insieme con quella di un'opera sullo stesso soggetto, di vent'anni posteriore<ref>i Mémoires sur Napoléon (1836)</ref> fu curata da un amico di Stendhal: Romain Colomb in una versione con molti ''troncamenti'' e omissioni
=== L'incontro con ''Métilde'' ===
Il 1818 fu anche l'anno dell'incontro con [[Metilde Viscontini Dembowski]], da lui chiamata ''Métilde'', della quale fu infelicemente innamorato. Metilde, separata da un marito violento, il generale polacco [[Jan Dembowski (militare)|Jan Dembowski]], non gli riservò altro che la propria amicizia: aveva forse un altro amante, ma soprattutto pensava ai propri due figli, affidati all'ex
[[File:Matilde Viscontini Dembowski.jpg|thumb|upright=0.7|Presunto ritratto di Metilde]]
Il 22 ottobre Stendhal ritornò a Milano, trovando una Metilde che, incollerita per la sua assiduità e le sue dichiarazioni d'amore, gli impose di diradare le sue visite. Egli capiva che il suo amore «viveva solo di immaginazione», ma non poteva fare a meno di cercarla, e a dicembre venne letteralmente messo alla porta. Passava sotto la sua casa, guardava le sue finestre sperando di vederla: in una notte del maggio del
Aveva intanto iniziato a scrivere il ''De l'Amour'', un vecchio progetto che ora era anche un modo per mettere a nudo il suo cuore, giustificare le proprie sconfitte e il proprio comportamento nelle vicende dell
Per la pubblicazione del libro si rivolse all'amico parigino Adolphe de Mareste (
=== La notorietà (1821-1826) ===
[[File:Tizian
A Parigi passò mesi d'inerte depressione, dalla quale neanche gli amori mercenari riuscivano a scuoterlo, tutto preso dal ricordo di Metilde. Una sera gli amici Mareste (
Alla fine dell'anno Stendhal riacquistò la serenità necessaria per riprendere e portare a compimento il ''De l'amour''. L'editore Pierre Mongie si accollava le spese contando di rifarsi sulle vendite, ma l'opera, uscita anonima il 17 agosto
[[File:Serangeli Pasta.jpg|thumb|left|[[Gioacchino Giuseppe Serangeli|Gioacchino Serangeli]]: Giuditta Pasta]]
Riprese a frequentare qualche salotto parigino: la domenica, quelli aristocratici, ma aperti alla politica liberale, dei [[Gilbert du Motier de La Fayette|La Fayette]] (
Stendhal fu anche assiduo della celebre cantante [[Giuditta Pasta]], che si era trasferita a Parigi dal 1821. La sua fu solo ammirazione per l'artista che, in grado di passare dal registro di [[contralto]] a quello di [[soprano]], affascinava lo scrittore per la sua capacità d'interpretazione drammatica, il timbro cupo e i suoni velati della voce. Inoltre, il suo salotto «era il ritrovo di tutti i milanesi che venivano a Parigi» e Stendhal era «entusiasta di sentir parlare milanese e respirando con tutti i sensi l'idea di Métilde»<ref>Stendhal, ''Ricordi di egotismo'', cit., p. 464.</ref>. Ma un autentico circolo letterario Stendhal lo trovò nella casa di rue Chabanais, dove ogni domenica mattina [[Étienne-Jean Delécluze|Étienne Delécluze]] (
Stendhal rese pubbliche le sue posizioni sull'estetica letteraria e musicale in alcune riviste inglesi alle quali aveva iniziato a collaborare nel 1822: sulla ''Paris Monthly Review'' aveva scritto in gennaio un articolo su [[Gioachino Rossini|Rossini]] cui seguirono l'anno dopo i due volumi di una ''Vie de Rossini'', che fu recensita con interesse e polemiche<ref>Tra queste, l'accusa di aver plagiato il libro ''Le rossiniane'' di Giuseppe Carpani è infondata, perché il libro di Stendhal uscì prima di quello dell'italiano. Ma il caso in precedenza su de ''Le Haydine'' (uscito nel [[1812]]) suscitava polemiche. Il fatto è che Stendhal non copiava, ma citava il testo come fonte indicandolo forse meno spesso di quanto fosse l'uso o si aspettasse dovesse fare un neofita.</ref> dalla stampa. Era un attacco al mondo musicale francese, presentato come vecchio e accademico, e una difesa del musicista italiano che tuttavia irritò lo stesso Rossini, presentato come un bohémien, «un improvvisatore pigro, facile, che copiava
[[File:Clémentine Curial.jpg|thumb|upright=0.7|Clémentine Beugnot Curial]]
Essere moderni significa essere romantici, abbandonare le vecchie idee classiciste che in Francia avevano esaltato un [[Jean Racine|Racine]] e svalutato uno [[William Shakespeare|Shakespeare]]. Questo scrisse Stendhal nel
Al ''Racine et Shakespeare'' seguì, alla fine del
Stendhal si alienò così le simpatie dei moderati liberali del ''Globe'' e tornò con la fantasia ai suoi ricordi italiani. Decise di arricchire il suo libro del 1817, preparandone una nuova edizione grandemente rinnovata: il ''Rome, Naples et Florence'' uscì nelle librerie nel febbraio del
Dal maggio del
=== Il romanziere (1827-1830) ===
[[File:4 Pompei0030.jpg|thumb|left|upright=0.6|Pompei: tempio di Iside]]
Vi è narrata la relazione tra Octave de Malivert, giovane brillante e taciturno, e Armance de Zohiloff. Octave è impotente ma non intende rivelare questo suo segreto all'amata, e la loro vicenda finirà in tragedia. ''Armance'', che riprende il tema dell
Stendhal era partito per l'Italia senza aspettare le prime reazioni al suo romanzo: alla fine del luglio del 1827 era a [[Genova]], poi per un mese a [[Napoli]], [[Caserta]] e visitò [[Isola d'Ischia|Ischia]] e [[Scavi di Pompei|Pompei]], lasciando sulla parete del [[Tempio di Iside (Pompei)|tempio di Iside]] un graffito, tuttora visibile, con il proprio nome. A ottobre fu a [[Roma]], poi per due mesi a [[Firenze]], dove frequentò [[Giovan Pietro Vieusseux|Vieusseux]], il fondatore de «[[Antologia (rivista)|L'Antologia]]», nella quale cercò di far pubblicare un articolo contro [[Victor Cousin|Cousin]], ma fu osteggiato da [[Niccolò Tommaseo|Tommaseo]], conobbe [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]<ref>La sorella [[Paolina Leopardi|Paolina]] divenne grande ammiratrice dei romanzi di Stendhal.</ref> e ritrovò [[Alphonse de Lamartine|Lamartine]], allora primo segretario dell'ambasciata francese.
Dopo aver visitato a [[Venezia]] il poeta [[Pietro Buratti]] ed esser passato a [[Ferrara]], il 10 gennaio del
[[File:Alberthe de Rubempré.jpg|thumb|upright=0.6|Alberthe de Rubempré]]
Dal soggiorno romano prese lo spunto di approfondire le sue impressioni sulla città dei papi. Le ''Promenades dans Rome'' uscirono il 5 settembre
Il
[[File:Giulia Rinieri de' Rocchi.jpg|thumb|left|upright=0.6|Giulia Rinieri]]
A Parigi Stendhal era divenuto un uomo di successo: la sua conversazione brillante fece scrivere a [[Lady Morgan]] (
Il 27 gennaio 1830 Stendhal ricevette una dichiarazione d'amore: gliela fece un'italiana, la senese [[Giulia Rinieri de' Rocchi]] (
In questa nuova condizione della sua vita sentimentale, Stendhal rielaborava il manoscritto de ''Il Rosso e il Nero'': l'8 aprile 1830 vendette all'editore Levavasseur, per
Con l'avvento del nuovo governo orléanista, cominciava la corsa degli esclusi dal regime borbonico a ottenere cariche e impieghi. Anche Stendhal avanzò la sua candidatura: il 3 agosto chiese al ministro
=== Console in Italia (1831-1836) ===
Nel suo viaggio, entrò in Italia a [[Nizza]] per dirigersi a [[Genova]] e di qui a [[Pavia]]. La sua precauzione di evitare [[Milano]] si rivelò inutile: Stendhal fu fermato dalla polizia a Pavia il 20 novembre, il suo passaporto sequestrato e inviato a Milano, e lui stesso invitato a raggiungere Milano per chiarire la sua posizione. Qui gli fu concesso di proseguire per Trieste, dove giunse il 25 novembre, senza che la sua posizione di diplomatico gli fosse ancora riconosciuta. Il 19 dicembre [[Klemens von Metternich|Metternich]] notificò all'ambasciatore francese a [[Vienna]] il mancato gradimento del neo
Le autorità pontificie videro con ostilità l'arrivo di un console ateo, le cui opere erano state poste all'[[Indice dei libri proibiti|Indice]] nel 1828, ma il segretario di Stato, il cardinale [[Tommaso Bernetti]], era un politico accorto che non intendeva offrire pretesti per incrinare l'amicizia della Santa Sede con un paese così influente
[[File:Silvestro Valeri-Stendhal.jpg|thumb|left|upright=0.7|Stendhal ''legionario d'onore'']]
Fu il periodo peggiore della vita di Stendhal: l'«uditore» che aveva servito Napoleone a Parigi, a Vienna e a Mosca non poteva sentirsi a suo agio a Civitavecchia, cittadina di qualche migliaio di abitanti, mille galeotti e cinquecento guardie, né a Roma, dove niente sembrava mai succedere. Si annoiava e vegetava, gli mancavano le amiche, i conoscenti e le conversazioni di Parigi, lo ''spirito'' dei suoi salotti. Condannato a vivere in se stesso, la sua creatività poteva indirizzarsi solo a se stesso, ai suoi ricordi, e iniziò a scrivere quelle autobiografie che sono i ''Souvenirs d'égotisme'' e la successiva ''Vie de Henry Brulard'', senza peraltro portarle a termine. Dopo aver terminato il racconto ''[[San Francesco a Ripa (Stendhal)|San Francesco a Ripa]]'', nel
L'insofferenza per i suoi impegni di console lo indusse ad allontanarsi più volte da Civitavecchia e a chiedere diversi congedi. Tranne una missione ufficiale svolta nel marzo del
Alla fine di agosto Stendhal partì in congedo: non volle perdersi l'occasione di rivedere per l'ultima volta l'amata Milano, malgrado i divieti austriaci, e l'11 settembre era a Parigi, per un soggiorno di quasi tre mesi. Il 4 dicembre riprese un lungo viaggio di ritorno in Italia che lo portò prima a [[Ginevra]], poi a [[Lione]], da dove s'imbarcò sul [[Rodano]] diretto a [[Marsiglia]]. Sul battello trovò [[George Sand]], che aveva appena lasciato Merimée, con [[Alfred de Musset]]: passarono insieme tre giorni, durante i quali scandalizzò la Sand con il suo comportamento volutamente sconveniente e i suoi discorsi osceni.
Andò ad abitare in via dei Cestari, dove il 9 maggio iniziò a scrivere il ''Lucien Leuwen'', poi si trasferì in un appartamento del vicino palazzo Conti, a [[piazza della Minerva]], dove il 23 novembre
=== Il congedo parigino (1836-1839) ===
[[File:Vernet Greffulhe.jpg|thumb|upright=0.7|Louise-Cordelia Greffulhe]]
Stendhal, che ricevette il 15 gennaio
Stendhal era nelle grazie del conte [[Louis-Mathieu Molé|Molé]], ora capo del governo, che gli prorogò indefinitamente il congedo e gli affidò un non chiarito lavoro circa un progetto di trasporti marittimi: l'effetto fu un aumento sostanzioso delle sue entrate. Finalmente poteva riprendere le conversazioni abituali, negategli in Italia, e frequentare il primo salotto di Parigi, che era allora quello di [[Louise-Cordelia Greffulhe]] (
Rivide anche Giulia Rinieri, rimasta a Parigi con i due figli, mentre il marito, che percorreva una carriera politica nel Granducato di Toscana - sarà ministro della Pubblica Istruzione nel
Fu ripreso dal desiderio di scrivere e di pubblicare. Il 9 novembre
Allo scopo di avere materia per
[[File:Plaque Stendhal.jpg|thumb|left|upright|Targa in rue Caumartin, a Parigi]]
L'8 marzo 1838 Stendhal era nuovamente in viaggio per dare un seguito
Stendhal era in pieno fervore creativo: aveva iniziato a scrivere il ''Féder'', poi ''Lamiel'', ''Trop de faveur tue'', ''Suora Scolastica'' e ''Le Chevalier de Saint-Ismer'', che è un adattamento de ''Los Cigarrales de Toledo'' di [[Tirso de Molina]]. Ma era anche venuto il tempo di tornare in Italia: da marzo il suo protettore Molé non faceva più parte del governo e Stendhal non poteva aspettarsi nuove proroghe al suo impegno di console di Francia. Il 26 giugno Stendhal lasciò Parigi e lentamente si avviò in Italia: il 3 agosto era a Siena, dove l'attendeva Giulia, e il 11 o il 14 agosto era a Civitavecchia.
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=== Gli ultimi anni (1839-1842) ===
[[File:Stendhal by Henri Lehmann - 1841.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Henri Lehmann]]: Stendhal]]
A Civitavecchia e a Roma, dove prese alloggio in [[via dei Condotti]] presso palazzo Lepri, Stendhal fu ripreso dalla noia. Il 10 ottobre ricevette la visita di Mérimée, al quale fece conoscere Roma e poi partirono insieme per Napoli, visitando [[Paestum]] ed [[Scavi di Ercolano|Ercolano]]: questi due spiriti caustici non erano fatti per convivere insieme troppo a lungo e finirono così per rivaleggiare, punzecchiarsi e guastare la loro amicizia. Stendhal prese a considerare Mérimée nient'altro che un pedante e lo mise in caricatura nel personaggio di «Academus» in ''Lamiel''.
A Roma era sempre in contatto con il pittore Constantin: insieme, concepirono il progetto di una guida ai dipinti conservati nella città, le ''Idées italiennes sur quelques tableaux célèbres'', la cui prima parte fu stampata nell'agosto del
Nel gennaio del 1840 incontrò e frequentò anche un suo lontano e giovane cugino pittore, [[Ernest Hébert]], ospite di [[Villa Medici]] in qualità di vincitore del ''[[Prix de Rome]]''. Ma la conoscenza più importante in questo scorcio della vita di Stendhal sarebbe quello di una signora romana rimasta sconosciuta, ma che in realtà potrebbe essere identificata con Giulia Cini, da lui conosciuta e corteggiata inutilmente da anni. Ne scrisse su un quaderno che intitolò ''Earline'', ossia ''contessa'', che sarebbe potuto diventare un nuovo romanzo ma che si esaurì con la fine di quell'amore vissuto soltanto nella fantasia.
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Stendhal era molto invecchiato: gli anni e le malattie gli pesavano e, ironicamente, il 10 aprile, scrivendo ''Les privilèges'', immaginò che quel Dio cui non credeva gli concedesse - profeticamente - una morte istantanea, d'infarto: ma in vita, una costante virilità, un corpo sano e bello, che potesse far innamorare di sé qualsiasi donna e potesse trasformarsi in qualunque altro essere. Intanto, Stendhal aveva ancora un amore reale in Giulia Rinieri, che l'ospitò in luglio a palazzo Riccardi, a Firenze, e poi ancora da agosto a settembre a Firenze e a [[Pietrasanta]].
Soffriva di [[gotta]], di calcoli renali e d'ipertensione: più volte ebbe attacchi di vertigini, di afasia, di emicranie. Sentiva che non avrebbe vissuto a lungo e il 28 settembre scrisse l'ultimo testamento, con il quale lasciava i suoi beni all'amico italiano Donato Bucci e alla sorella Pauline. Il 15 marzo
[[File:Stendhal tombe cimetiere Montmartre.jpg|thumb|upright|La tomba di Stendhal a Montmartre]]
In agosto chiese al ministro [[François Guizot|Guizot]] un congedo e, in attesa dell'autorizzazione, partì per Firenze per incontrare Giulia. La rivide ancora l'8 ottobre e fu l'ultima volta: il 22 ottobre s'imbarcava per la Francia con l'amico Vincenzo Salvagnoli, un avvocato fiorentino, e l'8 novembre giunsero a Parigi. Amici e conoscenti notarono, dopo i due anni trascorsi, il suo improvviso invecchiamento, l'eloquio lento e faticoso, la mancanza di quel suo solito spirito polemico.
Stendhal aveva preso alloggio all'Hôtel de Nantes, oggi una casa al numero 22 di rue Danielle-Casanova. Nel marzo del
Contrariamente alle sue volontà, ebbe funerali religiosi, che si tennero il 24 marzo nella chiesa di Notre-Dame-de-l'Assomption. Poi, la sepoltura nel cimitero di [[Montmartre]], con l'epitaffio (in
== Il realismo ==
I temi principali della sua produzione letteraria furono una marcata sensibilità romantica e un fervido spirito critico, che dettero vita alla filosofia della [[Chasse au bonheur]], [[egotismo]] tipico di tutti i suoi personaggi. L'analisi delle passioni, dei comportamenti sociali, l'amore per l'arte e per la musica, nonché la ricerca [[epicureismo|epicurea]] del piacere, venivano espressi attraverso una scrittura personalissima, nella quale il realismo dell'osservazione oggettiva e il carattere individuale della sua espressione si fondevano in maniera armonica. Per tutti questi motivi Stendhal fu quasi ignorato dai suoi contemporanei, con l'eccezione di [[Honoré de Balzac]], ma venne poi adorato dai posteri.<br />Miscelando sapientemente l'ambientazione storica e l'analisi psicologica, i suoi romanzi descrivevano il clima morale e intellettuale della Francia. Stendhal fu considerato l'iniziatore del romanzo moderno, che ispirò la grande narrativa di costume dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Tra gli scrittori moderni, viene considerato l'autore meno invecchiato dell'Ottocento. ''Il Rosso e il Nero'' e ''Lucien Leuwen'' sono un disegno crudo della società della [[Restaurazione]], come indica il sottotitolo nel primo, ''Cronaca del 1830''. Lucien Leuwen è il racconto della [[Monarchia di Luglio]] francese. ''La Certosa di Parma'' è ambientata tra i disegni politici delle monarchie italiane del [[XIX secolo]]. Sono quindi romanzi politici non per la presenza di riflessioni, ma per l'ambientazione dei fatti.▼
▲Per tutti questi motivi Stendhal fu quasi ignorato dai suoi contemporanei, con l'eccezione di [[Honoré de Balzac]], ma venne poi adorato dai posteri.<br />Miscelando sapientemente l'ambientazione storica e l'analisi psicologica, i suoi romanzi descrivevano il clima morale e intellettuale della Francia. Stendhal fu considerato l'iniziatore del romanzo moderno, che ispirò la grande narrativa di costume dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Tra gli scrittori moderni, viene considerato l'autore meno invecchiato dell'Ottocento. ''Il Rosso e il Nero'' e ''Lucien Leuwen'' sono un disegno crudo della società della [[Restaurazione]], come indica il sottotitolo nel primo, ''Cronaca del 1830''. Lucien Leuwen è il racconto della [[Monarchia di Luglio]] francese. ''La Certosa di Parma'' è ambientata tra i disegni politici delle monarchie italiane del [[XIX secolo]]. Sono quindi romanzi politici non per la presenza di riflessioni, ma per l'ambientazione dei fatti.
La rappresentazione dei costumi di Stendhal non è motivata da una volontà sociologica, ma per far cadere le falsità e mostrare la «verità» del suo tempo. Nonostante il suo realismo, Stendhal non entra nei dettagli dei luoghi, poco si sa dell'Hôtel de la Mole o di Milano o del castello del Marchese del Dongo, ma narra lo stretto necessario per l'azione. La prigione di Fabrizio nella ''Certosa'' è descritta con cura perché essenziale nel contesto del racconto.
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Lucien è idealista e sicuro di se stesso.
Inoltre la politica nella ''Certosa'' è sicuramente meno importante che nel ''Rosso e il nero'' o nel ''Lucien Leuwen''. È soprattutto la storia che gioca un ruolo importante: Waterloo, l'arrivo delle truppe francesi a Milano nel
== Opere ==
=== Pubblicate in vita ===
* Bombet, Luois-Alexandre-César. ''[[Vite di Haydn, Mozart e Metastasio|Lettres écrites de Vienne en Autriche, sur le célèbre compositeur Jh Haydn, suivies d'une vie de Mozart, et de considérations sur Métastase et l'état présent de la musique en France et en Italie]]''. Paris: Didot L'Ainé, 1814.
* ''Histoire de la peinture en Italie'', Paris, Didot l'aîné 1817.
* ''Rome, Naples et Florence, en 1817'', Paris, Delaunay 1817.
* ''De l'amour'', Paris, Librairie Universelle de P. Mongie l'aîné 1822.
* ''Racine et Shakespeare'' I, Paris, Bossange père, Delaunay, Mongie 1823.
* ''Vie de Rossini'', Paris, Auguste Boulland et C.ie 1824 (ma 1823);
* ''Racine et Shakespeare'' II, Paris, Dupont et Rorel 1825.
* ''D'un nouveau complot contre les industriels'', Paris, Sautelet et C.ie 1825.
* ''Rome, Naples et Florence'', Paris, Delaunay 1826.
* ''[[Armance]], ou Quelques scènes d'un Salon de Paris en 1827'', Paris, Urbain Canel 1827
* ''Promenades dans Rome'', Paris, Delaunay 1829.
* ''[[Vanina Vanini (racconto)|Vanina Vanini, ou Particularités sur la dernière vente de carbonari découverte dans les Etats du Pape]]'', in «[[Revue de Paris]]», IX, 1829.
* ''Le Coffre et le Révenant. Aventure espagnole'', in «[[Revue de Paris]]», XIV, 1830.
* ''Le Philtre'', in «[[Revue de Paris]]», XV, 1830.
* ''[[Il rosso e il nero|Le Rouge et le Noir. Chronique du XIXe Siècle]]'', Paris, Levavasseur 1831 (ma 1830).
* ''Vittoria Accoramboni, duchesse de Bracciano'' (''[[Vittoria Accoramboni (Stendhal)]]''), in «[[Revue des Deux Mondes]]», IX, 1837.
* ''Les Cenci'', in «[[Revue des Deux Mondes]]», XI, 1837.
* ''[[La duchessa di Paliano|La duchesse de Palliano]]'', in «[[Revue des Deux Mondes]]», XV, 1838.
* ''Mémoires d'un touriste'', Paris, Ambroise Dupont 1838.
* ''[[La badessa di Castro|L'Abbesse de Castro]]'' in «[[Revue des Deux Mondes]]», XVIII, 1839.
* ''[[La Certosa di Parma|La Chartreuse de Parme]]'', Paris, Ambroise Dupont 1839.
* ''Idées italiennes sur quelques tableaux célèbres'' (con Abraham Constantin), Florence, Au Cabinet scientifique-littéraire de J. P. Vieusseux 1840.
=== Postume ===
* ''[[San Francesco a Ripa (Stendhal)|San Francesco à Ripa]]'' (1831), in ''Romans et nouvelles'', Paris, Michel Lévy Frères 1854.
* ''Philibert Lescale'', in ''Romans et nouvelles'', Paris, Michel Lévy Frères 1854.
* ''Mina de Vanghel'', in ''Romans et nouvelles'', Paris, Michel Lévy Frères 1854.
* ''Souvenirs d'un gentilhomme italien'', in ''Romans et nouvelles'', Paris, Michel Lévy Frères 1854.
* ''Les Tombeaux de Corneto'', in ''Chroniques Italiennes'', Paris, Michel Lévy Frères 1855.
* ''La Comédie est impossible en 1836'', in ''Chroniques Italiennes'', Paris, Michel Lévy Frères 1855.
* ''Le Juif'' (1831), in ''Nouvelles inédites'', Paris, Michel Lévy Frères 1855.
* ''Féder. Le Mari d'argent'' (1839), in ''Nouvelles inédites'', Paris, Michel Lévy Frères 1855.
* ''Essai sur le Rire'', in ''Mélanges d'art e de littérature'', Paris, Michel Lévy Frères 1867.
* ''Vie d'André del Sarto'', in ''Mélanges d'art e de littérature'', Paris, Michel Lévy Frères 1867.
* ''Vie de Raphaël'', in ''Mélanges d'art e de littérature'', Paris, Michel Lévy Frères 1867.
* ''Salon de 1824'', in ''Mélanges d'art e de littérature'', Paris, Michel Lévy Frères 1867.
* ''Journal d'un voyage en Italie'', in ''Mélanges d'art e de littérature'', Paris, Michel Lévy Frères 1867.
* ''Notes d'un dilettante'', in ''Mélanges d'art e de littérature'', Paris, Michel Lévy Frères 1867.
* ''Lamiel'', incompiuto, Paris, Librairie moderne 1889.
* ''La vie de Henri Brulard'' (1834), incompiuta, Paris, G. Charpentier et C.ie, Éditeurs 1890.
* ''Souvenirs d'égotisme'' (1832), incompiuti, Paris, G. Charpentier et E. Fasquelle, Éditeurs 1892.
* ''[[Lucien Leuwen]]'', incompiuto, Paris, E. Dentu 1894.
* ''Trop de faveur tue'' (1839), Revue de Paris, 1912.
* ''Suora Scolastica'' (1842), incompiuta, Paris, André Coq 1921.
* ''Une position sociale'' (1832), incompiuto, Paris, S. Kra 1927.
* ''Voyage dans le Midi de la France'' (1838), incompiuto, Paris, Le Divan 1930.
* ''Pensées. Filosofia nova'', Paris, Le Divan 1931.
* ''Écoles italiennes de peinture'', Paris, Le Divan 1932.
* ''Mélanges de politique et d'histoire'', Paris, Le Divan 1933.
* ''Les privilèges'' (1840).
* ''L'Italia nel 1818.''
* ''Mémoires sur Napoléon'' (1836-1837), 1876.
* ''Pages d'Italie'', 1932.
* ''Courrier anglais'', 1935-1936.
* ''Mélanges intimes et Marginalia'', 1936.
* ''Le Rose et le Vert'' (1837), incompiuto, 1928.
* ''Le Chevalier de Saint-Ismier'' (1840).
* ''Chroniques italiennes'' (''[[Cronache italiane]]''), raccolta postuma di racconti, pubblicati separatamente fra il 1829 e il 1842
* ''Le lac de Genève.''
* ''Paul Sergar.''
Tutte le opere narrative sono state recentemente raccolte in ''Œuvres romanesques complètes'' nella collana [[Bibliothèque de la Pléiade]] in
Tra i traduttori che si sono misurati con Stendhal: [[Giuseppe Gallavresi]], [[Maria Ortiz]], [[Pietro Paolo Trompeo]], [[Luigi Diemoz]], [[Massimo Bontempelli]], [[Bruno Maffi]], [[Bruno Pincherle]], [[Cesare Giardini]], [[Giovanni Marcellini]], Antonio Pietrangeli, [[Maria Teresa Sposato]], [[Mario Bonfantini]], Piero Bertolucci, [[Sara Di Gioacchino Corcos]], Gian Carlo Conti, [[Maria Bellonci]], [[Marco Cesarini Sforza]], [[Bruno Schacherl]], Anna Nencioni, [[Diego Valeri]], [[Paolo Serini]], [[Marisa Zini]], [[Camillo Sbarbaro]], [[Massimo Colesanti]], [[Lanfranco Binni]], [[Simona Martini Vigezzi]], [[Leonella Prato Caruso]], [[Giuseppe Scaraffia]], [[Francesco Bruno (critico letterario)|Francesco Bruno]], [[Maurizio Cucchi]], [[Gianni Celati]], ecc.
=== Teatro ===
Alcune
=== Epistolari ===
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Nel 1908 fu predisposto un nuovo compendio, ''Correspondance de Stendhal publiée par [[Adolphe Paupe]] e P. A. Cheramy sur les originaux de diverses collections''.
L'apparizione di altre lettere inedite portò alla pubblicazione in
Tra il 1962-1968 apparvero
In italiano, una breve ma rappresentativa selezione del suo epistolario è uscita nel 2013 con il titolo ''Alle anime sensibili. Lettere di pensiero e desiderio'', a cura di [[Lorenzo Flabbi]] per [[L'Orma editore]].
Col titolo ''Correspondance générale'',
=== Diari ===
Il ''Journal'' fu pubblicato in
== Onorificenze ==
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}}
==
Dal 1983 al 2009 le [[Ferrovie dello Stato Italiane|Ferrovie dello Stato]] hanno [[Treni italiani con nome|denominato]] l'[[InterCity|Espresso/Eurocity/Euronight]] [[Stazione di Venezia Santa Lucia|Venezia Santa Lucia]]/[[Stazione di Milano Centrale|Milano Centrale]] - [[Stazione di Parigi Lione|Paris Gare de Lyon]]/[[Stazione di Parigi Bercy|Paris Bercy]] "Stendhal".
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{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Scrittori romantici]]
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