Impero Gupta: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua||Gupta (disambigua)|Gupta}}
{{Stato storico
|nomeCorrente = Impero Gupta
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|nomeUfficiale = गुप्त साम्राज्य - ''Gupta Sāmrājya''
|linkStemma =
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|didascalia = L'impero Gupta (in grigio) e gli stati vassalli (in verde)
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|lingua = [[sanscrito]] e altre (''i.e.'' pracriti)
|capitale principale = [[Pataliputra]]
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|inizio = [[240|240 d.C.]]
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|territorio originale =
|superficie massima = 3.500.000 km² <ref>Turchin, Peter; Adams, Jonathan M.; Hall, Thomas D. (December 2006). "East-West Orientation of Historical Empires". Journal of World-Systems Research. 12 (2): 222–223. ISSN 1076-156X.</ref>
|periodo massima espansione = [[400 d.C.]]
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|religioni preminenti = [[induismo]], [[buddismo]]
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|stato attuale = {{IND}}<br />{{PAK}}
}}
L{{'}}'''Impero Gupta''' è stato uno dei maggiori [[Impero|imperi]] politici e militari dell'[[Storia dell'India|antica]] [[India]]. Fu governato dalla dinastia Gupta tra il [[240]] e il [[550]] d.C. e occupò la maggior parte dell'[[India]] settentrionale, l'attuale [[Pakistan]] orientale e parte dell'attuale [[Bangladesh]] occidentale.
Sotto questo impero si ebbe un periodo di pace e prosperità che favorì lo sviluppo culturale: viene considerata l'"età classica indiana"<ref>Dizionari Zanichelli, Storia digitale, ''[https://dizionaripiu.zanichelli.it/storiadigitale/p/percorso/273/storia-dellindia Storia dell'India] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20221204202541/https://dizionaripiu.zanichelli.it/storiadigitale/p/percorso/273/storia-dellindia |data=4 dicembre 2022 }}''.</ref>, sebbene quest'espressione possa includere anche l'[[Impero Maurya]] e i secoli tra le due grandi dinastie<ref>Burton Stein, ''[https://books.google.it/books?id=QY4zdTDwMAQC&pg=PA105&redir_esc=y#v=onepage&q=classical%20age&f=false A History of India]'', John Wiley & Sons, 2010 (p. 105 e segg.).</ref>.
I Gupta stabilirono un efficace sistema amministrativo e un forte potere centrale, permettendo tuttavia una sviluppata autonomia locale in periodo di pace, quando solo la raccolta delle tasse confluiva verso la capitale. La società era ordinata secondo le credenze [[Induismo|induiste]], con una rigida divisione in [[Casta|caste]]. L'induismo vide una cristallizzazione delle sue più importanti caratteristiche: principali divinità, pratiche devozionali e importanza dei templi.
Fiorirono i commerci e gli scambi, mentre la mitologia e l'architettura [[Induismo|induista]] e [[Buddhismo|buddhista]] si radicarono nel [[Borneo]], in [[Cambogia]], in [[Thailandia]], in [[Indonesia]].
== Storia ==
La dinastia Gupta proveniva dal [[Bengala]], e il regno di Sri-Gupta, il fondatore della dinastia, si data agli anni [[240]]-[[280]] circa, mentre il suo successore, Ghatotkacha, indicato nelle iscrizioni come [[maharaja]], regnò probabilmente tra il 280 e il [[319]] circa. Sri Gupta aveva regnato su una parte del Bengala, ma agli inizi del [[IV secolo]] il dominio dei Gupta si era esteso su alcuni piccoli regni [[Induismo|hindu]] a [[Magadha]] (attuale stato indiano dell'[[Uttar Pradesh]]). La dinastia Gupta governò quindi l'India a nord della catena dei [[Vindhya]] nel [[IV secolo|IV]] e [[V secolo]].
=== Chandragupta I (319 ca.-335) ===
[[Candragupta Gupta I|Chandragupta I]], figlio di Ghatotkacha, aveva sposato Kumarâ Devî, una principessa [[Licchavi]], che gli portò in dote il regno di [[Magadha]], con capitale [[Patna|Pataliputra]]. Grazie a questa alleanza allargò quindi i suoi domini, che arrivarono ad estendersi dal fiume [[Gange]] a Prayaga (odierna [[Allahabad]]) e fu il primo dei Gupta ad attribuire a se stesso il titolo di ''maharajadhiraja'' ("grande re dei re").
=== Samudragupta (335-375) ===
Chandragupta morì nel [[335]] e gli succedette il figlio [[Samudragupta]], instancabile conquistatore e patrono delle arti.
Agli inizi del suo regno si impadronì dei regni di Shichchhatra e di Padmavati, e successivamente estese il suo dominio al regno di Kota e attaccò le tribù (Yaudheya, Arjunayana, Madura e Abhira) della regione di [[Malwa]] (attuale stato indiano di [[Madhya Pradesh]]). Prima della sua morte nel [[375]] i suoi domini si estendevano dall'[[Himalaya]] al fiume [[Narmada]] e dal [[Brahmaputra]] allo [[Yamuna (fiume)|Yamuna]]. Assunse il titolo di "Grande re dei re" e di "monarca del mondo". Praticò per celebrare le sue conquiste il rito del sacrificio del cavallo ([[ashvamedha]], animale caro agli [[Indoari|Arya]]) e coniò splendide monete d'oro raffiguranti questo animale.
Alla corte di Samudragupta vissero importanti studiosi, come [[Harishena]], [[Vasubandhu]] e [[Asaṅga]], e lo stesso re fu poeta e musicista. Fu un sostenitore dell'[[induismo]] e devoto al dio [[Visnù]], ma manifestò tolleranza verso le altre religioni e permise al re [[Buddhismo|buddhista]] dello [[Storia dello Sri Lanka#Nell'antichità|Sri Lanka]] di costruire un monastero a [[Bodh Gaya]].
=== Chandragupta II (375-413) ===
[[File:Two Gold coins of Chandragupta II.jpg|thumb|upright=1.4|Monete di [[Chandragupta II]]]]
A Samudragupta succedette il figlio [[Ramagupta]] (375?), che venne preso prigioniero dai [[Saci]] e fu sostituito dal fratello [[Chandragupta II il Grande|Chandragupta II]], detto ''Vikramaditya'' ("Sole del Potere"). Questi si alleò con il regno del [[Deccan]], dando sua figlia Prabhavatigupta in sposa al re Rudrasena II (della dinastia [[Vakataka]]). Espanse il suo regno verso ovest, combattendo contro i Saci e l'[[Impero Kushan]]: sconfisse il suo principale oppositore, Rudrasimha III, nel [[395]], ma la campagna militare si prolungò fino al [[409]]. Sottomise inoltre i capi Vanga nel Bengala. Il suo dominio si estese da una costa all'altra e fu stabilita una seconda capitale, prevalentemente commerciale a [[Ujjain]]. Il suo regno costituì l'apogeo dell'Impero Gupta.
Durante il suo regno si ebbe inoltre una fioritura in campo artistico, letterario, culturale e scientifico. A questo periodo appartengono i pannelli scolpiti del tempio di Dashavatara a Deogarh e nell'arte si sviluppò uno stile caratterizzato dalla sintesi di elementi sacri e sensuali. Si sviluppò anche l'arte [[Giainismo|giainista]] e [[Buddhismo|buddhista]], che ebbe grande influenza nell'Asia orientale e sud-orientale. Il periodo venne documentato dallo studioso e viaggiatore [[Cina|cinese]] [[Fǎxiǎn|Fa-hsien]] nel suo diario, pubblicato in epoca successiva.
Si ritiene che alla sua corte abbia vissuto il celebre poeta [[Kālidāsa]].
=== Kumaragupta I (413-455) ===
[[File:Kumaragupta coins.JPG|thumb|upright=1.4|Moneta d'argento del re Kumaragupta. Al dritto la testa del sovrano con copricapo decorato da crescenti lunari e al rovescio l'uccello divino Garuda, circondato da una legenda in [[brahmi]] che diceva ''Parama-bhagavata rajahiraja Sri Kumaragupta Mahendraditya'', ossia "Molto devoto re dei re Kumaragupta Mahendraditya".]]
A Chandragupta II succedette nel [[414]], forse dopo un breve regno di Govindagupta Balâditya, il figlio [[Kumaragupta I]], conosciuto come Mahendraditya, che regnò sino al [[455]]. Verso la fine del suo regno si accrebbe la potenza della tribù Pushyamitra, originaria della valle del [[Narmada (fiume)|fiume Narmada]], che giunse a minacciare l'impero Gupta.
=== Skandagupta (455-467) ===
A Kumaragupta I succedette il figlio [[Skandagupta]], generalmente considerato l'ultimo dei grandi sovrani Gupta. Riuscì a debellare la minaccia dei Pushyamitra e difese l'impero dalle invasioni degli [[Unni Bianchi]] dal nord-est e per le sue vittorie si assunse il titolo di Vikramaditya. Le spese di guerra prosciugarono tuttavia le risorse dell'impero, com'è visibile dalla diminuzione del titolo delle monete coniate in questo periodo, causando l'inizio del declino dell'impero dopo la sua morte, nel [[467]].
=== Il declino e la fine ===
A Skandagupta succedette prima il fratello [[Pûrugupta]] (467-[[472]]) e quindi il figlio [[Narasimhagupta I Baladitya]] (472-[[473]]), seguito da [[Kumaragupta II]] (473-[[476]]) e da [[Budhagupta]] (476-[[495]]?). Durante il regno di quest'ultimo gli [[Unni Alcioni]], guidati dal loro re [[Toramana]], superarono le difese ai confini nord-orientali e l'impero si disgregò. Gli Unni Alcioni, sotto Toramana e il suo successore [[Mihirakula]] si impadronirono della maggior parte delle province dell'impero e in alcune regioni si installarono diverse dinastie locali, mentre i Gupta continuavano a regnare nella parte più occidentale.
Si conoscono i nomi di alcuni re successivi, sebbene la linea di successione non sia del tutto chiara: [[Chandragupta III]] (data incerta), [[Prakâshâdityagupta]] e [[Vainyagupta]] ([[508]]?), [[Narasimhagupta II]] ([[510]]?), [[Bhanugupta Baladitya]] (510-[[530]]?) [[Kumaragupta III]] (530-[[540]]?) e l'ultimo sicuro appartenente alla dinastia, [[Vishnugupta]] (540-[[550]]?). Le iscrizioni provano che la sovranità di questi re doveva essere ancora riconosciuta nella valle del [[Narmada (fiume)|Narmada]] nel [[528]] e nel [[Bengala]] settentrionale nel [[543]]-[[544]] ma il loro potere entro la metà del [[VI secolo]] si era ridotto a quello di semplici capi locali.
== L'organizzazione dello Stato Gupta e delle province ==
Lo Stato era retto da un re e si avvaleva di una [[burocrazia]] centralizzata di [[funzionario|funzionari]] e [[ministro|ministri]] dipendenti strettamente dal re. Alcune province erano amministrate da principi di sangue reale (''marajaputrah'', lett. "Figli del Grande re"), altre da governatori (''uparikha''). Le province erano suddivise a loro volta in prefetture (''vishaya'') rette da dei prefetti chiamati ''vishayapathi'', nominati e controllati dal governatore o dal principe di sangue reale.
== L'organizzazione militare ==
Rispetto ai loro nemici gli eserciti dei Gupta erano probabilmente meglio disciplinati e organizzati. La loro tattica militare, sulla quale siamo informati dal trattato militare classico di ''Siva-Dhanur-veda'' e dalle fonti [[Cina|cinesi]] e [[Persiani|persiane]], si basava sull'utilizzo combinato degli [[Elefante|elefanti]] da guerra, della [[cavalleria]] pesante e di [[Arco (arma)|arcieri]] di [[fanteria]].
I Gupta utilizzarono [[elefanti]] da guerra, tradizionali negli eserciti indiani, dotati di armature. L'uso dei carri da guerra era stato abbandonato, e sostituito dalla cavalleria pesante, con soldati e cavalli dotati di [[Armatura|armature]] di maglia, armati con mazze e lance, in modo simile ai contemporanei ''cibanarii'' degli eserciti [[Impero sasanide|sasanide]] e [[Impero bizantino|bizantino]]. I [[finimenti]] comprendevano le staffe, permettendo una stabilità maggiore al cavaliere. Non è chiaro se il loro uso fosse in appoggio a quello degli elefanti.
Il cuore dell'esercito era costituito da arcieri di [[fanteria]] e gli [[Arco (arma)|archi]], che erano la principale arma dell'esercito. Si trattava di [[longbow|archi lunghi medioevali]], costruiti prevalentemente in [[bambù]], ma anche in [[metallo]], per i [[Nobiltà|nobili]]. Lanciavano lunghe frecce con aste di bambù e punta metallica, capaci di grande penetrazione; frecce con aste in [[ferro]] erano usate contro gli elefanti e venivano inoltre utilizzate frecce incendiarie. Gli arcieri venivano protetti dalla fanteria equipaggiata con scudi, giavellotti e lunghe spade. Nonostante fossero frequentemente in uso tra i loro nemici, non sembra abbiano invece utilizzato arcieri a cavallo.
I Gupta erano inoltre a conoscenza di macchinari per assedio, di catapulte e di altre sofisticate macchine da guerra. Disponevano inoltre di una marina militare, che permetteva loro di controllare le acque interne.
== La letteratura, le arti e le scienze ==
La stabilità politica e la prosperità economica dell'impero Gupta condussero ad un notevole sviluppo culturale, che influenzò profondamente non solo il subcontinente indiano, ma anche le adiacenti regioni asiatiche. Il monaco [[Cina|cinese]] [[Lui Kang]], che fu in India e in [[Sri Lanka]] tra il [[399]] e il [[414]] notò la generale prosperità e la natura pacifica e affabile delle popolazioni e descrisse belle città, con ospedali e università. Le grandi [[università]] dell'India centrale e orientale accolsero studenti provenienti da regioni lontane: le più importanti furono quelle di [[Nālandā]] e di [[Vikramasila]].
=== Letteratura in sanscrito ===
L'uso del [[Lingua sanscrita|sanscrito]] si diffuse a detrimento delle diverse parlate fino ad allora in auge (''pracriti'') e la letteratura [[Buddhismo|buddhista]] e [[Giainismo|giainista]], che era stata precedentemente prodotta in [[lingua pāli]], iniziò ad essere scritta in sanscrito. La [[letteratura sanscrita]], caratterizzata dall'unione tra sacro e profano, raggiunse il suo apogeo.
Diverse importanti opere letterarie vennero scritte in questo periodo: "''Il carretto di argilla''" e "''Mrichchakatika''" di [[Sudraka]], "''Sakuntala'' e le poesie di [[Kālidāsa]], il "''[[Pañcatantra]]''", favole di animali, di [[Vishnu Sharma]], le opere teatrali di [[Bhāsa]]). A quest'epoca risale anche probabilmente la redazione del [[Kāma Sūtra]], di [[Vatsyayana]].
=== Arte ===
[[File:Indischer Maler des 6. Jahrhunderts 001.jpg|thumb|upright=1.4|Affresco rupestre di Ajanta]]
[[File:Sanchi temple 17.jpg|thumb|upright=1.4|Un tempio [[tetrastilo]] a [[Sanchi]] di epoca gupta, che rivela influenze ellenistiche]]
Il periodo Gupta è generalmente considerato un picco classico dell'arte dell'India settentrionale per tutti i principali gruppi religiosi. Sebbene la pittura fosse evidentemente diffusa, le opere sopravvissute sono quasi tutte sculture religiose. Il periodo vide l'emergere della divinità iconica in pietra scolpita nell'arte indù, così come la figura del Buddha e le figure dei tirthankara giainisti, queste ultime spesso su scala molto grande. I due grandi centri di scultura erano [[Mathura]] e [[Regno di Gandhāra|Gandhara]], quest'ultimo centro dell'[[Arte greco-buddhista|arte greco-buddista]]. Entrambi esportarono la scultura in altre parti dell'India settentrionale.
Vennero dedicati templi a differenti divinità e si svilupparono un'architettura, una scultura e delle arti figurative raffinate. Si stabilì un'[[iconografia]] tradizionale per la rappresentazione del [[Buddha]], con indumenti spessi dai panneggi a pieghe nette, corpi allungati e idealizzati, occhi allungati, con sottili sopracciglia, ciocche di capelli a forma di guscio di lumaca e sguardi distanti e meditativi. Si produssero piccole sculture in metallo e pannelli a rilievo per i templi.
Gran parte dei [[monumenti]] sono andati distrutti, alterati o utilizzati per uso diverso da quello originario, e questo rende più complicata la loro datazione.
I più famosi monumenti rimasti in stile Gupta, le [[grotte di Ajanta]], [[Grotte di Elephanta|Elephanta]] ed [[Grotte di Ellora|Ellora]] (rispettivamente buddiste, indù e miste, comprese quelle [[Giainismo|giainiste]]), sono stati in realtà prodotti da dinastie successive, ma riflettono principalmente la monumentalità e l'equilibrio dello stile Gupta.
Ajanta contiene di gran lunga le più significative sopravvivenze di pittura di questo periodo e di quelli circostanti, mostrando una forma matura che probabilmente ha avuto un lungo sviluppo, principalmente nella pittura dei palazzi. I dipinti rupestri di Ajanta sono [[affresco|affreschi]] in [[stucco]] colorato che rappresentano le varie vite del Buddha e sono una preziosa fonte di informazione per la vita quotidiana del tempo in India: il dipinto più celebre è la raffigurazione del "Bodhisattva Padmapani", un [[bodhisattva]] che regge in mano un [[fiore di loto]].
Altre opere famose opere sono la scultura del Buddha di [[Sarnath]], i rilievi del [[tempio Dashavatara]] di [[Deogarh]] e il santuario rupestre di [[Udaygiri]]. Se le opere decorative del [[IV secolo|IV]] e [[V|V secolo]] si distinsero per la grande vivacità e bellezza, per l'aspetto più scultoreo che grafico anche negli affreschi, per i gesti quasi danzanti delle figure, quelle successive al [[VI secolo]] assunsero gusti [[manierismo|manieristi]], decadenti e talvolta ripetitivi.<ref name=Muse>''Le Muse'', De Agostini, Novara, 1965, vol. 5 p. 449</ref>
=== Scienza ===
L'educazione includeva discipline come [[grammatica]], composizione, [[logica]], [[metafisica]], [[matematica]], [[medicina]] e [[astronomia]] e le scienze raggiunsero un alto grado di sviluppo e un'alta specializzazione. Furono scritti libri di medicina, di [[veterinaria]], di matematica, di astronomia e [[astrofisica]].
Due dei maggiori [[Matematica|matematici]] antichi dell'India, [[Aryabhata]] e [[Varāhamihira]], vissero in questo periodo e a quest'epoca risale per l'[[algebra]] lo sviluppo del [[sistema di numerazione decimale|sistema numerico decimale]], con l'elaborazione dei concetti di [[Zero|numero 0]] e di [[Infinito (matematica)|infinito]], e l'invenzione dei [[Numero|numeri arabi]]. Questi avanzamenti furono fatti propri dai [[Persia]]ni ed erroneamente attribuiti agli [[Arabi]], che li introdussero indirettamente in seguito nel mondo [[Europa|europeo]].<ref>[[Leonardo Fibonacci]], nella sua traduzione del libro sull'[[algebra]] di [[al-Khwarizmi|al-Khwārizmī]] (il ''Kitāb al-jabr wa l-muqābala''), definiva correttamente i numeri - che noi chiamiamo "arabi" - ''numeri Indorum''.</ref>
Usando le loro abilità matematiche ulteriori avanzamenti si ebbero in campo [[Astronomia|astronomico]]: nella sua esposizione dell'astronomia Aryabhata, nel [[499]] calcolò correttamente la durata dell'[[anno solare]] e le orbite dei corpi celesti. La terra fu considerata sferica e in rotazione intorno al proprio asse. Altre scoperte riguardarono la [[gravità]] e i [[pianeta|pianeti]] del [[sistema solare]], che venivano utilizzati negli [[Oroscopo|oroscopi]].
In campo [[Medicina|medico]] i progressi furono ostacolati dalla prescrizione religiosa che proibiva di entrare in contatto con corpi morti, scoraggiando la [[dissezione anatomica]]. Furono tuttavia fatti progressi nell'ambito della [[farmacopea]] e in operazioni di [[taglio cesareo]] o di vera e propria [[chirurgia estetica]].
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{it}} Michelguglielmo Torri, ''Storia dell'India'', Roma-Bari, Laterza, 2000.
* {{en}} ''The Cambridge History of Islam'', vol. 2A ''The Indian sub-continent, South-East Asia, Africa and Muslim West'' (ed. by [[P.M. Holt]], [[Ann K.S. Lambton]] and [[Bernard Lewis]], Cambridge, Cambridge University Press, 1970.
* {{en}} Farah Karls, ''World History The Human Experience''.
* {{de}} Hermann Kulke, Dietmar Rothermund: ''Geschichte Indiens'', C.H. Beck, München 1998, ISBN 3-406-43338-3
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | 1 = http://guide.dada.net/india/interventi/2005/05/211572.shtml | 2 = Arte dell'impero Gupta | urlmorto = sì }}
* {{cita web|1=http://www.med.unc.edu/~nupam/Sgupta1.html|2=Monete della dinastia Gupta|lingua=en|accesso=30 ottobre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061107134407/http://www.med.unc.edu/~nupam/Sgupta1.html|dataarchivio=7 novembre 2006|urlmorto=sì}}
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|India|storia}}
[[Categoria:Impero Gupta]]
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