Disturbo di personalità: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|l'album di [[Jacopo Ratini]]|Disturbi di personalità (Jacopo Ratini)|Disturbi di personalità}}
{{Disclaimer|medico}}
{{Malattia}}
{{Infobox malattia}}
In psichiatria e psicologia clinica, il '''disturbo di personalità''' è una condizione caratterizzata da modelli disfunzionali di pensiero, emozione e comportamento, che risultano pervasivi, inflessibili e stabili nel tempo. Questi tratti compromettono diverse aree del funzionamento della persona, tra cui la sfera cognitiva, affettiva, relazionale e comportamentale<ref name=":5">{{Cita libro|titolo=Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5-TR™|edizione=5|data=2022|editore=American Psychiatric Association Publishing|ISBN=978-0-89042-576-3}}</ref><ref name=":6">{{Cita web|autore=Joshua R. Oltmanns|url=https://doi.org/10.31234/osf.io/wyu47_v1|titolo=Personality Traits in the International Classification of Diseases 11th Revision (ICD-11)|sito=doi.org|data=16 dicembre 2020|accesso=29 maggio 2025}}</ref><ref name=":7">{{Cita libro|nome=Vittorio|cognome=Lingiardi|titolo=The second edition of the Psychodynamic Diagnostic Manual (PDM-2)|url=https://doi.org/10.4324/9780429447129-11|accesso=29 maggio 2025|data=17 dicembre 2018|editore=Routledge|pp=145–162|ISBN=978-0-429-44712-9}}</ref>.
In [[psichiatria]] e [[psicologia clinica]], la definizione '''disturbo di personalità''' indica un [[disturbo mentale]]<ref>Berrios, G E (1993). "European views on personality disorders: a conceptual history". Comprehensive Psychiatry. 34 (1): 14–30. doi:10.1016/0010-440X(93)90031-X. PMID 8425387.</ref><ref>Millon, Theodore; Roger D. Davis (1996). Disorders of Personality: DSM-IV and Beyond. New York: John Wiley & Sons, Inc. p. 226. ISBN 0-471-01186-X</ref> con manifestazioni di [[pensiero]] e di [[comportamento]] ''disadattivi'' che si manifestano in modo pervasivo (non limitato a uno o pochi contesti), inflessibile e apparentemente permanente, coinvolgendo la sfera [[funzioni cognitive|cognitiva]], [[affettività|affettiva]], [[relazione interpersonale|interpersonale]] ecc. della [[personalità]] dell'individuo colpito. Si parla di disturbo nel momento in cui tale manifestazione sintomatologica causa disagio clinicamente significativo.<ref>Saß, H. (2001). "Personality Disorders," pp. 11301-11308 in Smelser, N. J. & Baltes, P. B. (eds.) International encyclopedia of the social & behavioral sciences, Amsterdam: Elsevier doi:10.1016/B0-08-043076-7/03763-3 ISBN 978-0-08-043076-8</ref>
 
Si parla di disturbo solo quando tali manifestazioni causano un disagio clinicamente significativo o compromettono il funzionamento sociale, lavorativo o in altri ambiti importanti della vita quotidiana<ref name=":8">{{Cita pubblicazione|nome=G.|cognome=Pluck|nome2=C.|cognome2=Sirdifield|nome3=C.|cognome3=Brooker|data=2012-02|titolo=Screening for personality disorder in probationers: Validation of the Standardised Assessment of Personality—Abbreviated Scale (SAPAS)|rivista=Personality and Mental Health|volume=6|numero=1|pp=61–68|lingua=en|accesso=29 maggio 2025|doi=10.1002/pmh.177|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/pmh.177}}</ref>. A differenza di altri disturbi psicologici, i disturbi di personalità sono spesso egosintonici: la persona percepisce i propri tratti disfunzionali come parte della propria identità, piuttosto che come sintomi problematici. Inoltre, sono talvolta descritti come alloplastici, poiché l’individuo tende a modificare l’ambiente circostante per adattarlo a sé, anziché mettere in discussione o modificare se stesso. Questo aspetto può rendere difficile che la persona riconosca il problema o richieda aiuto<ref name=":5" /><ref name=":6" /><ref name=":7" />.
I ''disturbi di personalità'' sono [[disturbo mentale|disturbi mentali]] inclusi nei più diffusi manuali diagnostici internazionali (es. [[Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali|DSM]]) e differiscono dai disturbi clinici in quanto sono generalmente [[egosintonici]] (per cui la persona difficilmente si rende conto di essere "affetta" da un disturbo e più frequentemente considera i sintomi come tratti peculiari del proprio stile di vita) e [[Disturbo alloplastico di personalità|alloplastici]] (la persona tende a cambiare l'ambiente, non se stesso).
 
I disturbi di personalità vengono generalmente diagnosticati a partire dai 18 anni, quando la struttura della personalità si considera relativamente stabile. Durante l’adolescenza, tratti disfunzionali possono emergere in risposta ai profondi cambiamenti biologici, cognitivi e sociali tipici di questa fase evolutiva, ma spesso si tratta di manifestazioni transitorie. In casi eccezionali, è possibile formulare una diagnosi anche prima, purché i tratti siano pervasivi, duraturi da almeno un anno e non imputabili a una fase evolutiva o a un altro disturbo del [[neurosviluppo]]. Tuttavia, è essenziale procedere con cautela per evitare diagnosi premature o stigmatizzanti<ref name=":8" /><ref>{{Cita libro|nome=Jerry S.|cognome=Wiggins|nome2=Aaron L.|cognome2=Pincus|titolo=Personality structure and the structure of personality disorders.|url=https://doi.org/10.1037/10423-007|accesso=29 maggio 2025|editore=American Psychological Association|pp=103–124|ISBN=1-55798-826-9}}</ref>.
Per una diagnosi di disturbo di personalità è necessario che la persona abbia raggiunto la maggiore età: diagnosticare un disturbo di personalità in soggetti [[adolescenza|adolescenti]] è un tipico errore in quanto modificazioni [[ormone|ormonali]] e cambiamenti sociali rapidi potrebbero creare manifestazioni simili, ma non identificabili come veri e propri disturbi (oppure potrebbe trattarsi di un [[disturbo pervasivo dello sviluppo]]).
 
== Classificazione diagnostica ==
== Descrizione ==
La definizionecategoria didei disturbodisturbi di personalità compareè per lastata primaintrodotta voltaufficialmente nel [[DSM-IV]]III (1980), sebbenedove iè disturbistato diadottato personalitàil sianosistema statimultiasse descrittiche inli uncollocava assesull’Asse specifico (II, asse)separatamente neldai DSMdisturbi clinici dell’Asse IIII<ref name=":5" />. UnNel DSM-IV (1994), la definizione è stata affinata: un disturbo di personalità è definitocaratterizzato comeda un ''modello abituale'' e pervasivo di [[esperienza]] ointeriore e di [[comportamento]] che sidevia discostadalle notevolmenteaspettative dallaculturali, cultura a cui l'individuo appartiene e si manifestamanifestandosi in almeno due delle seguenti aree: esperienza ''cognitiva'', ''affettiva'', funzionamento ''interpersonale'' e ''controllo'' degli impulsi (area [[comportamento|comportamentale]]).
 
* Cognizione: percezione e interpretazione di sé, degli altri e degli eventi.
Il concetto di "disturbo" sembra ormai superato: esso, come la personalità detta "normale", si forma dai primi anni di vita fino all'età adulta, è quindi ad un ''tipo'' o a un ''modello di personalità'' a cui bisogna riferirsi, ad es. "tipo di personalità istrionica" o "modello di personalità istrionica". Questo perché non si tratta di una personalità "normale" che ad un certo punto diventa "disturbata", ma una personalità che a seguito di diversi fattori (ambientali, biologici, traumatici, ecc.) può assumere schemi e modelli disadattivi. Molti specialisti tendono a parlare appunto di tipologia o tratti di personalità, riferendosi ai vari disturbi o cluster.
* Affettività: gamma, intensità e adeguatezza delle risposte emotive.
* Funzionamento interpersonale.
* Controllo degli impulsi<ref name=":5" />.
 
Negli ultimi anni, questa definizione è stata messa in discussione da studiosi e clinici. L’idea che esista una personalità “normale” che poi diventi “disturbata” è considerata sempre meno utile. Oggi si riconosce che la personalità si sviluppa fin dall’infanzia e assume schemi più o meno adattivi in base a fattori biologici, ambientali, traumatici o relazionali. Per questo, alcuni preferiscono parlare di "modelli" o "tipi" di personalità (es. modello istrionico, evitante, narcisistico), o di tratti disfunzionali, invece di usare etichette rigide. Approcci come il modello alternativo del DSM-5 (AMPD) e il modello ICD-11 sostituiscono la diagnosi categoriale con una valutazione dimensionale, che esamina il livello di disfunzionalità del Sé e delle relazioni, oltre ai tratti disadattivi della personalità. Questo approccio permette una descrizione più accurata e meno stigmatizzante, facilitando trattamenti terapeutici personalizzati<ref name=":5" /><ref name=":6" />.
Il ''[[pattern]]'' deve presentarsi in un'ampia gamma di situazioni sociali e comportare una condizione di ''disagio'', personale, sociale e lavorativo, clinicamente significativa, anche se questo non è sempre riconosciuto dal paziente, il quale manca di ''[[insight]]'', ossia non si rende conto del proprio impatto sugli altri (essendo il disturbo di personalità [[egosintonico]]) e non tende a cercare aiuto. Il paziente spesso viene quindi spinto da altre persone o dal disagio causato da patologie in comorbilità ([[ansia]], isolamento sociale e [[disturbo depressivo|depressione]], [[disturbi ossessivo-compulsivi]], [[schizofrenia]] e [[psicosi]] in casi gravi) a rivolgersi ad uno specialista, e solo in seguito può manifestare, quindi, un certo grado di consapevolezza della propria personalità disturbata e volontà di curarsi.
 
== Caratteristiche del disturbo e difficoltà nel riconoscimento ==
I pazienti con questi disturbi spesso possono manifestare immaturità emotiva e psicoaffettiva, pur essendo intellettualmente normali e senza ritardo mentale.<ref>[http://www.psicologia-italia.it/cart_contributi/disturbi_della_personalita.html I disturbi della personalità]</ref> Possono mostrare anche tratti di più disturbi in contemporanea. Tutti di disturbi di questo genere presentano la cosiddetta [[organizzazione borderline di personalità]] (da non confondere col [[disturbo borderline di personalità|disturbo borderline]] vero e proprio), descritta come una personalità funzionante al limite tra [[psicosi]] e [[nevrosi]], con difficoltà di interazione sociale e personale (superiore alle semplici permalosità e [[timidezza]]), repentini cambi nell'umore e nell'[[empatia]] (esagerata o assente).
Per parlare di disturbo di personalità, il pattern disadattivo deve manifestarsi in modo pervasivo in diversi ambiti della vita e causare un disagio clinicamente significativo. La richiesta di aiuto arriva spesso su pressione di familiari, partner o contesti lavorativi, oppure a causa della sofferenza generata da disturbi in comorbilità, come ansia, depressione, isolamento sociale, sintomi ossessivi o, nei casi più complessi, condizioni psicotiche o schizofreniche. Solo nel corso del trattamento o in seguito a eventi di vita particolarmente critici, la persona può iniziare a sviluppare consapevolezza dell’impatto delle proprie modalità relazionali disfunzionali e maturare una motivazione al cambiamento<ref name=":5" /><ref name=":6" /><ref name=":7" />.
 
Le persone con disturbi di personalità possono mostrare immaturità emotiva o psicoaffettiva, pur avendo un funzionamento cognitivo e intellettivo nella norma. È frequente la presenza di tratti sovrapposti appartenenti a più disturbi, rendendo complessa la diagnosi categoriale. Secondo alcuni modelli teorici, come quello psicodinamico di [[Otto Kernberg]], molte di queste strutture possono essere comprese all’interno di un’organizzazione borderline di personalità, distinta dal disturbo borderline in senso stretto. Questo tipo di organizzazione si colloca tra il funzionamento nevrotico e quello psicotico e si associa a difficoltà interpersonali marcate, regolazione affettiva instabile e fluttuazioni nell’identità e nell’empatia. I pattern disfunzionali sono inflessibili e persistenti, interferendo significativamente con il funzionamento sociale, relazionale e lavorativo, anche se il disagio non è sempre pienamente riconosciuto dalla persona<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Malcolm|cognome=Pines|data=1977-08|titolo=Borderline Conditions and Pathological Narcissism. By Otto Kernberg. New York: Jason Aronson. 1975. Pp 361. Price $15.00.|rivista=British Journal of Psychiatry|volume=131|numero=2|pp=212–213|accesso=29 maggio 2025|doi=10.1192/s0007125000016214|url=https://doi.org/10.1192/s0007125000016214}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jonathan D.|cognome=Redmond|data=13 luglio 2017|titolo=Book Review: Psychiatric Diagnosis Revisited: From DSM to Clinical Case Formulation|rivista=Frontiers in Psychology|volume=8|accesso=29 maggio 2025|doi=10.3389/fpsyg.2017.01182|url=https://doi.org/10.3389/fpsyg.2017.01182}}</ref>.
La disadattività può insorgere nella prima metà della vita adulta ma può essere visibile già nell'[[infanzia]], generalmente è stabile nel tempo e presenta un carattere inflessibile e pervasivo nelle diverse aree della vita, inoltre, comporta conseguenze in termini di sofferenza soggettiva e limitazioni nelle relazioni e nell'area lavorativa<ref>Ammaniti M., (a cura di), (2002), ''Manuale di psicopatologia dell'adolescenza'', Raffaello Cortina editore, Milano.</ref><ref>[[American Psychiatric Association]], 1995.</ref>.
 
== Cause e fattori di rischio ==
Dal punto di vista eziopatogenetico i disturbi di personalità sembrerebbero associati a eventi potenzialmente traumatogeni subiti in età evolutiva. Il fattore genetico è stato studiato, ma pare spiegare solo in parte i disturbi della personalità.
Sul piano eziopatogenetico, i disturbi di personalità sono stati spesso associati a esperienze traumatiche o relazioni disfunzionali in età evolutiva. Sebbene fattori genetici possano contribuire alla predisposizione individuale, le esperienze ambientali precoci sembrano giocare un ruolo determinante nella strutturazione di questi modelli patologici<ref name=":5" />.
 
== Classificazione dei disturbi di personalità secondo il DSM-IV5 ==
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), pubblicato dall'American Psychiatric Association, propone due approcci per la classificazione dei disturbi di personalità: uno categoriale e uno dimensionale, noto come modello alternativo per i disturbi di personalità (Alternative DSM-5 Model for Personality Disorders, AMPD)<ref name=":5" />.
Secondo la quarta edizione del [[Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali]] (DSM IV) dell'[[American Psychiatric Association|Associazione Psichiatrica Americana]] (APA), vi sono tre gruppi principali in cui si possono classificare i disturbi di personalità (talvolta i "Gruppi" vengono definiti dagli specialisti "Cluster", tuttavia nel manuale tale termine non viene usato) <ref>American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Fifth ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing. pp. 645–684, 761–781. ISBN 978-0-89042-555-8.</ref>. Nel DSM-5 è stata proposta l'eliminazione o l'accorpamento con altri come "tratti di personalità" di alcuni di essi (paranoide, schizoide, istrionico, dipendente), poi non attuata, ed eliminati i disturbi Non Altrimenti Specificati, e modificando i criteri di diagnosi.<ref>[http://www.stateofmind.it/2013/10/diagnosi-disturbipersonalita-dsm5/ Come cambia la diagnosi dei disturbi di personalità nel DSM5]</ref><ref>{{Cita web |url=http://osservatoriopsicologia.altervista.org/riflessioni-sul-dsm-5-paolo-migone/ |titolo=Paolo Migone, Riflessioni sul dsm5 |accesso=26 febbraio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170227065739/http://osservatoriopsicologia.altervista.org/riflessioni-sul-dsm-5-paolo-migone/ |dataarchivio=27 febbraio 2017 |urlmorto=sì }}</ref> In caso di comorbilità si parla di personalità mista. I disturbi sono i seguenti.
 
=== GruppoApproccio Acategoriale ===
Nel sistema categoriale, i disturbi di personalità sono organizzati in tre gruppi principali (Cluster), sulla base di somiglianze descrittive nei tratti osservabili. I dieci disturbi di personalità riconosciuti sono<ref name=":5" />:
Il gruppo A è caratterizzato da comportamenti considerati "strani" o "[[paranoia|paranoici]]" e dalla tendenza del soggetto all'isolamento e alla diffidenza.<ref name="nolen">Nolen-Hoeksema, Susan (2014). Abnormal Psychology (6th ed.). 2 Penn Plaza, New York, NY 10121: McGrawHill. pp. 254–256. ISBN 0077499735.</ref>
* [[Disturbo schizotipico di personalità]] (da non confondersi con la ''[[schizofrenia]]''): comportamenti eccentrici, credenze bizzarre, esperienze sensoriali insolite senza sconfinare nell'allucinazione vera e propria (tipica della schizofrenia)
 
==== Cluster A (eccentrici o strani) ====
* [[Disturbo paranoide di personalità]] (da non confondersi con la ''[[schizofrenia paranoide]]'' o il ''[[disturbo delirante]]''): il soggetto mostra tendenza alla paranoia, manie di persecuzione
* [[Disturbo schizoide di personalità]] (da non confondersi con la ''[[sindrome di Asperger]]''): isolamento volontario, nessun interesse alla socialità
 
* [[Disturbo paranoide di personalità]]
=== Gruppo B ===
* [[Disturbo schizoide di personalità]]
Il gruppo B è caratterizzato da comportamenti "emotivi" o "drammatici", oltre che da scarsa [[empatia]] e poco [[altruismo]] da parte del soggetto, il quale è [[egocentrismo|egocentrico]], [[narcisismo|narcisista]] e incentrato perciò eccessivamente su di sé.<ref name=nolen/>
* [[Disturbo schizotipico di personalità]]
* [[Disturbo antisociale di personalità]] (da non confondere con il supposto deficit di empatia esibito dal ''disturbo schizoide'' o della ''sindrome di Asperger'', o col [[sadismo]], che può a volte essere solo un tratto della personalità senza generare il ''disturbo sadico della personalità''; chiamato un tempo "sociopatia", è meno grave della [[psicopatia]] vera): mancanza di empatia, di rimorso e di rispetto delle regole sociali
* [[Disturbo borderline di personalità]] (da non confondersi con il ''[[disturbo bipolare]]'' o la ''[[ciclotimia]]'', il ''[[Disturbi dell'umore#Altro - Disturbo schizoaffettivo|disturbo schizoaffettivo]]'' e l'[[Organizzazione Borderline di Personalità|organizzazione borderline]]): instabilità di pensiero e atteggiamento, cambiamenti d'umore improvvisi, scoppi d'ira ingiustificati, impulsività, pensiero incoerente
* [[Disturbo narcisistico di personalità]] (da non confondersi, nel sottotipo ''overt'', col ''disturbo antisociale'', e, nel sottotipo ''covert'', col ''[[disturbo evitante di personalità]]'' o con la bassa empatia e concentrazione su di sé della ''sindrome di Asperger''): egocentrismo, scarsa empatia, autostima eccessiva nel tipo overt e bassa nel covert, relazioni sociali superficiali e senza coinvolgimento, intolleranza alle critiche, a volte [[paranoia]]
* [[Disturbo istrionico di personalità]]: volontà di essere sempre al centro dell'attenzione
 
==== Cluster B (drammatici, emotivi o imprevedibili) ====
=== Gruppo C ===
Il gruppo C è caratterizzato da comportamenti "ansiosi" o "paurosi" e da una bassa [[autostima]] del soggetto.<ref name=nolen/>
* [[Disturbo evitante di personalità]] (da non confondersi con la ''[[fobia sociale]]'' che è una forma eccessiva di [[timidezza]], con il narcisismo di tipo ''covert'' e la ''sindrome di Asperger''): timore degli altri fino alla paranoia, evitamento (e al contempo sofferenza per l'isolamento sociale), bassa autostima ma alta consapevolezza di sé
* [[Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità]] (da non confondersi con il ''[[disturbo ossessivo-compulsivo]] d'ansia''): perfezionismo eccessivo
* [[Disturbo dipendente di personalità]]: forte insicurezza, necessità di essere indispensabili e di essere approvati, delegando le responsabilità
 
* [[Disturbo antisociale di personalità]]
=== Non Altrimenti Specificato (NAS) ===
* [[Disturbo borderline di personalità]]
Questa diagnosi può essere data quando nessun altro disturbo di personalità definito nel DSM viene riscontrato nel paziente. Sono quattro i disturbi di personalità esclusi dal corpo principale del [[DSM-IV-TR]], al posto dei quali può essere usata questa diagnosi.<ref name=nolen/> Questi disturbi possono essere inclusi in altri disturbi della personalità, o esserne caratteristiche. Essi sono:
* [[Disturbo istrionico di personalità]]
*[[Sadismo|Disturbo sadico di personalità]] (anche in ambito non sessuale): tendenza alla crudeltà verso gli altri, in cui il soggetto prova piacere
* [[Disturbo narcisistico di personalità]]
*[[Masochismo|Disturbo masochistico di personalità]] (anche estraneo all'ambito sessuale): il soggetto prova piacere nell'autolesionismo e nella sofferenza
*[[Disturbo depressivo|Disturbo depressivo di personalità]] (eliminato dal DSM-IV e V)
*[[Disturbo di personalità passivo-aggressivo]] (incluso nel ''disturbo dipendente'' nel DSM-III e DSM-IV<ref>Widiger, Thomas (2012). The Oxford Handbook of Personality Disorders. Oxford University Press. ISBN 978-0-19-973501-3.</ref>, espunto dal DSM-V, considerato un sintomo di diversi disturbi): il paziente tende a fare ostruzionismo senza opporsi apertamente a cose che non gradisce, appare incapace o passivo, ma mira nascostamente a evitare le responsabilità, a controllare e/o punire gli altri; questi soggetti accettano, spesso con lamentele, di eseguire compiti che non vogliono svolgere e poi li compromettono, spesso sabotandoli e, col tempo, diventano sempre più ostili e arrabbiati con il mondo esterno.<ref>Gilles Delisle, ''I disturbi della personalità'', 1992, p. 146</ref>
 
==== Cluster C (ansiosi o timorosi) ====
Sadismo e masochismo possono manifestarsi anche in altri tipi di personalità; possono presentarsi come [[sadomasochismo]], o in concomitanza col [[narcisismo]] e la [[psicopatia]] (es. [[sindrome da manipolazione relazionale]]).<ref>[http://www.cinziamammoliti.it/sindrome-da-manipolazione-relazionale/ Sindrome da manipolazione relazionale]</ref>
 
* [[Disturbo evitante di personalità]]
Le analogie alla base di questa divisione sono puramente descrittive, ossia non [[teoria|teoriche]] né [[eziologia|eziologiche]]. Tra i disturbi di personalità non ancora classificati nel [[DSM IV]] abbiamo la cosiddetta personalità sottomessa, attualmente non riconosciuta perché considerata come un insieme di fattori emotivi e non come un disturbo a sè stante.<ref name=nolen/>
* [[Disturbo dipendente di personalità]]
* [[Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità]]
 
=== Il modello alternativo del DSM-5 (AMPD) ===
== Classificazione dei disturbi di personalità secondo il DSM-5 ==
Per rispondere ai limiti dell’approccio categoriale – come la scarsa coerenza diagnostica, la frequente comorbilità e la bassa validità predittiva – il DSM-5 introduce nella Sezione III un modello alternativo dimensionale, più flessibile e centrato sul funzionamento del soggetto<ref name=":5" />. Questo modello si articola su due criteri fondamentali:
Nel DSM-5, da un punto di vista categoriale, rimane invariata la distinzione presente nel DSM-IV-TR, fra i tre cluster di disturbi di personalità. Viene però inserita una visione dimensionale dei disturbi, che permette di classificarli in<ref name="forense">[[Ugo Fornari]], ''Trattato di psichiatria forense'', Utet Giuridica, 2015</ref>:
* Gruppo A: Disturbi di personalità ''Schizotipico, Paranoide, Schizoide;''
* Gruppo B: Disturbi di personalità ''Antisociale'', ''Borderline'' e ''Narcisistico'';
* Gruppo C: Disturbi di personalità ''Evitante'' e ''Ossessivo Compulsivo''.
 
'''Criterio A – Compromissione del funzionamento della personalità'''
Lo schema a cui si ricorre per diagnosticare i disturbi di personalità, è così composto:
 
# tempo: il soggetto descrive e misura il grado di compromissione funzionale che sperimenta;
Si valuta la gravità delle difficoltà del soggetto nel:
# tempo: vengono individuati i tratti patologici di personalità in lui presenti;
 
# tempo: si individua la categoria diagnostica del disturbo di personalità.
* Sé (identità e auto-direzionalità)
* Relazioni interpersonali (empatia e intimità)
 
'''Criterio B – Presenza di tratti patologici di personalità'''
 
Si identificano i tratti disadattivi, organizzati in cinque domini, concettualmente ispirati al modello dei Big Five della personalità:
 
'''Tratti patologici (DSM-5) e Big Five corrispondenti'''
 
* Affettività negativa - [[Nevroticismo]] (elevato)
* Distacco - [[Estroversione]] (basso)
* Antagonismo - [[Gradevolezza]] (bassa)
* Disinibizione - [[Coscienziosità]] (bassa)
* Psicotismo - [[Apertura all’esperienza]] (elevata e disorganizzata)
 
Questi domini rappresentano versioni disfunzionali dei tratti del modello Big Five, e vengono ulteriormente suddivisi in facets (sottodimensioni), permettendo una valutazione sfumata e personalizzata<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Eileen K.|cognome=Graham|nome2=Sara J.|cognome2=Weston|nome3=Denis|cognome3=Gerstorf|data=2020-05|titolo=Trajectories of Big Five Personality Traits: A Coordinated Analysis of 16 Longitudinal Samples|rivista=European Journal of Personality|volume=34|numero=3|pp=301–321|lingua=en|accesso=29 maggio 2025|doi=10.1002/per.2259|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1002/per.2259}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Colin G.|cognome=DeYoung|nome2=Bridget E.|cognome2=Carey|nome3=Robert F.|cognome3=Krueger|data=2016-04|titolo=Ten aspects of the Big Five in the Personality Inventory for DSM–5.|rivista=Personality Disorders: Theory, Research, and Treatment|volume=7|numero=2|pp=113–123|accesso=29 maggio 2025|doi=10.1037/per0000170|url=https://doi.org/10.1037/per0000170}}</ref>.
 
== Diagnosi nel modello alternativo ==
A partire dalla valutazione dei criteri A e B, si possono formulare due tipi di diagnosi:
 
=== Disturbo specifico di personalità ===
Se sono soddisfatti i criteri per uno dei sei disturbi formalmente inclusi nel modello alternativo:
 
*   Disturbo antisociale
*   Disturbo evitante
*   Disturbo borderline
*   Disturbo narcisistico
*   Disturbo ossessivo-compulsivo
*   Disturbo schizotipico
* Disturbo di personalità con specificazione di tratti
 
Se il soggetto presenta un livello clinicamente significativo di compromissione nel funzionamento della personalità e uno o più tratti patologici, senza rientrare pienamente in uno dei sei disturbi definiti, è possibile diagnosticare un Disturbo di personalità tratto-specifico<ref name=":5" />.
 
=== Vantaggi del modello alternativo ===
Il modello alternativo consente:
 
* una valutazione più sfumata e personalizzata della personalità;
* maggiore coerenza con la ricerca empirica e i modelli dimensionali ampiamente utilizzati in psicologia della personalità;
* una maggiore attenzione al grado di compromissione funzionale del soggetto, elemento cruciale per stabilire la necessità e l’intensità dell’intervento clinico<ref name=":5" />.
 
== Classificazione dei disturbi di personalità secondo la classificazione ICD ==
L'[[Classificazione ICD|ICD]], giunta alla sua decima edizione (ICD-10) classifica i disturbi di personalità in<ref name="forense">[[Ugo Fornari]], ''Trattato di psichiatria forense'', Utet Giuridica, 2015</ref>:
* disturbi di personalità specifici (F60);
* altri disturbi di personalità e forme miste (F61);
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* altri disturbi della personalità e del comportamento nell'adulto (F68);
* disturbi non specifici della personalità e del comportamento nell'adulto (F69).
«Nella beta platform dell’ICD-11, il disturbo di personalità è definito da un’alterazione relativamente persistente e pervasiva nel modo in cui gli individui esperiscono e interpretano se stessi, gli altri e il mondo, a cui conseguono modalità maladattative di funzionamento cognitivo, esperienza ed espressione emozionale e comportamento. ».<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paola Bucci|data=1º maggio 2017|anno=2017|mese=Maggio-Giugno|titolo=Il draft del capitolo sui disturbi mentali dell’ICD-11: un aggiornamento per il clinico|rivista=Rivista di Psichiatria|volume=52|numero=3|accesso=2 giugno 2021|doi=10.1708/2722.27760|url=https://www.rivistadipsichiatria.it/r.php?v=2722&a=27760&l=331502&f=allegati/02722_2017_03/fulltext/01-Bucci%20(95-100).pdf}}</ref>
 
Una differenza significativa tra il sistema diagnostico DSM-5 e l'ICD-11 è che quest'ultimo classifica i disturbi di personalità lungo un continuum con un livello di gravità crescente.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Gaia Sampogna|cognome2=Valeria Del Vecchio|cognome3=Vincenzo Giallonardo|data=1º novembre 2020|titolo=Il processo di revisione dei sistemi diagnostici in psichiatria: differenze tra ICD-11 e DSM-5|rivista=Rivista di Psichiatria|numero=2020Novembre-Dicembre|accesso=2 giugno 2021|doi=10.1708/3503.34889|url=https://doi.org/10.1708/3503.34889}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Bo|cognome=Bach|nome2=André|cognome2=Kerber|nome3=Anton|cognome3=Aluja|data=2020|titolo=International Assessment of DSM-5 and ICD-11 Personality Disorder Traits: Toward a Common Nosology in DSM-5.1|rivista=Psychopathology|volume=53|numero=3-4|pp=179-188|accesso=2 giugno 2021|doi=10.1159/000507589|url=http://dx.doi.org/10.1159/000507589}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Peter|cognome=Tyrer|nome2=Michael|cognome2=Crawford|nome3=Roger|cognome3=Mulder|data=2011-05|titolo=Reclassifying personality disorders|rivista=The Lancet|volume=377|numero=9780|pp=1814-1815|accesso=2 giugno 2021|doi=10.1016/s0140-6736(10)61926-5|url=http://dx.doi.org/10.1016/s0140-6736(10)61926-5}}</ref>
 
== Personalità e ambiente digitale ==
 
=== L'influenza dei social media sulla costruzione dell'identità ===
Negli ultimi anni, l’ambiente digitale e l’uso pervasivo dei [[social network]] hanno profondamente modificato le modalità con cui le persone costruiscono la propria identità e relazionano con gli altri. La continua esposizione alle dinamiche sociali online, come la ricerca di approvazione, l'affermazione di sé attraverso "mi piace" e commenti, ha contribuito a creare nuove forme di interazione che, per alcuni, possono avere effetti clinici. Alcuni studiosi parlano di un vero e proprio ''disturbo online della personalità'', che pur non essendo formalmente riconosciuto nei manuali diagnostici, risulta essere un fenomeno crescente tra gli utenti più vulnerabili<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Cecilie Schou|cognome=Andreassen|data=2015-06|titolo=Online Social Network Site Addiction: A Comprehensive Review|rivista=Current Addiction Reports|volume=2|numero=2|pp=175–184|lingua=en|accesso=21 aprile 2025|doi=10.1007/s40429-015-0056-9|url=https://link.springer.com/10.1007/s40429-015-0056-9}}</ref><ref name=":1">{{Cita pubblicazione|nome=Pier Luigi|cognome=Garotti|nome2=Stefano|cognome2=Taddei|data=2018-06|titolo=Nota della Redazione|rivista=PSICOLOGIA DELLA SALUTE|numero=2|pp=7–8|accesso=21 aprile 2025|doi=10.3280/PDS2018-002002|url=https://www.medra.org/servlet/MRService?lang=ita&hdl=10.3280/PDS2018-002002}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Enrique|cognome=Echeburúa|nome2=Pedro J.|cognome2=Amor|titolo=Psychological Management of Gambling Disorder With or Without Other Psychiatric Comorbidities|url=https://doi.org/10.1007/978-3-030-36391-8_65|accesso=21 aprile 2025|data=4 novembre 2020|editore=Springer International Publishing|pp=929–942|ISBN=978-3-030-36390-1}}</ref>. In particolare, le piattaforme social come Instagram, Facebook e TikTok, dove l'immagine e l'attenzione rivestono un ruolo centrale, sono diventate un campo di battaglia per la costruzione di un'“identità ideale”. Questi strumenti tecnologici promuovono un’immagine di sé che tende a essere filtrata e idealizzata, con un impatto significativo sulla percezione di sé e sugli schemi interpersonali<ref>{{Cita web|url=https://www.stateofmind.it/2020/09/disturbo-smartphone-personalita/?utm_source=chatgpt.com|titolo=Disturbo da uso di smartphone e di internet: i tratti di personalità associati}}</ref>.
 
=== La creazione di identità idealizzate e l'alterazione della realtà ===
Uno degli aspetti più rilevanti di questo disturbo digitale è la tendenza a costruire identità online che non corrispondono alla realtà quotidiana dell’individuo. In effetti, l’uso intenso dei social può spingere alcune persone a creare versioni di sé stesse più attraenti, più interessanti o più riuscite, in un tentativo costante di ottenere visibilità e approvazione. Questo comportamento è caratteristico di alcuni disturbi di personalità, come il disturbo istrionico, che si manifesta con un desiderio costante di essere al centro dell’attenzione e un comportamento emotivamente teatrale. Sebbene in alcuni casi questa tendenza a "filtrare" la propria identità possa sembrare una semplice questione di [[autostima]], per altre persone può evolvere in un vero e proprio disturbo di personalità. L'esperienza online può, infatti, creare una frattura tra il “sé reale” e il “sé digitale”, che può sfociare in un conflitto interiore, con ripercussioni a livello di salute mentale<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Patricia M.|cognome=Greenfield|data=20 novembre 2014|titolo=Mind and Media|accesso=21 aprile 2025|doi=10.4324/9781315735634|url=https://doi.org/10.4324/9781315735634}}</ref><ref name=":2">{{Cita pubblicazione|nome=Alice|cognome=Marwick|nome2=danah|cognome2=boyd|data=2011-05|titolo=To See and Be Seen: Celebrity Practice on Twitter|rivista=Convergence: The International Journal of Research into New Media Technologies|volume=17|numero=2|pp=139–158|accesso=21 aprile 2025|doi=10.1177/1354856510394539|url=https://doi.org/10.1177/1354856510394539}}</ref>.
 
==== La ricerca di approvazione come amplificatore di tratti narcisistici ====
Un altro aspetto cruciale del disturbo online della personalità è la relazione diretta tra l'uso eccessivo dei social media e l'amplificazione dei tratti narcisistici. Alcuni esperti sostengono che i social network, e in particolare i "mi piace" e le risposte ricevute, possano rafforzare comportamenti tipici di un disturbo narcisistico di personalità. Questi individui, che mostrano un bisogno costante di ammirazione e una difficoltà nel gestire le critiche, trovano nei social media un terreno fertile per la loro autoaffermazione. Il bisogno di visibilità e riconoscimento online può diventare un elemento centrale della loro identità, al punto che ogni interazione virtuale diventa un’opportunità per "riscrivere" il proprio valore agli occhi degli altri, minimizzando la percezione di sé come individuo completo e autonomo<ref name=":0" /><ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.emanuelefazio.net/disturbo-online-della-personalita-quando-lidentita-si-perde-nella-rete/|titolo=Disturbo online della personalità: quando l’identità si perde nella rete}}</ref><ref name=":4">{{Cita pubblicazione|nome=John|cognome=Suler|data=2004-06|titolo=The Online Disinhibition Effect|rivista=CyberPsychology & Behavior|volume=7|numero=3|pp=321–326|lingua=en|accesso=21 aprile 2025|doi=10.1089/1094931041291295|url=https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/1094931041291295}}</ref>.
 
==== Implicazioni emotive e sociali dei disturbi digitali della personalità ====
Dal punto di vista psicologico, le persone con tratti narcisistici o istrionici che si esprimono attraverso il mondo digitale sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi derivanti da un eccessivo attaccamento alla validazione esterna. L'incapacità di vivere senza l'approvazione digitale può portare a disturbi emotivi significativi come ansia, depressione e isolamento sociale. La "conferma sociale" che si ottiene dai social può mascherare un vuoto interno, che si riflette in un aumento delle difficoltà relazionali offline. Inoltre, il bisogno di costante "esposizione" e "applauso" virtuale può alimentare il ciclo di insoddisfazione e ricerca incessante di attenzione, portando a un senso di frustrazione crescente quando il feedback ricevuto non è all'altezza delle aspettative<ref name=":2" /><ref name=":3" /><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shanyang|cognome=Zhao|nome2=Sherri|cognome2=Grasmuck|nome3=Jason|cognome3=Martin|data=2008-09|titolo=Identity construction on Facebook: Digital empowerment in anchored relationships|rivista=Computers in Human Behavior|volume=24|numero=5|pp=1816–1836|lingua=en|accesso=21 aprile 2025|doi=10.1016/j.chb.2008.02.012|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S0747563208000204}}</ref>.
 
Anche se i disturbi online della personalità non sono ufficialmente riconosciuti come categorie diagnostiche, molti esperti ritengono che la digitalizzazione delle nostre vite stia favorendo l'emergere di nuovi modelli disfunzionali di comportamento. L’interazione costante sui social, che promuove una visione idealizzata della vita altrui, può alimentare il confronto sociale e aumentare la frustrazione nelle persone che non sono in grado di mantenere questo livello di "apparenza". La condizione di distacco dalla realtà, combinata con il bisogno di approvazione esterna, può quindi sfociare in disagi psicologici più gravi. Da un punto di vista terapeutico, è essenziale monitorare questi fenomeni, dato che spesso il paziente non è consapevole dell’impatto che la sua condotta digitale ha sulla sua salute mentale<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref name=":4" />.
 
== Note ==
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== Voci correlate ==
 
* [[Disturbo dissociativo dell'identità]]
* [[Nevrosi]]
* [[Organizzazione Borderline di Personalità]]
* [[Psicosi]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Disturbi mentali e del comportamento}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|medicina|Psicologiapsicologia}}
 
[[Categoria:Disturbi di personalità| ]]