Chester Nimitz: differenze tra le versioni
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|Nome = Chester Nimitz
|Immagine = Adm Chester Nimitz-1942.jpg
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Entrato nella [[United States Navy]] nel 1905, rischiò dopo pochi anni di interrompere la propria carriera per aver fatto incagliare un [[cacciatorpediniere]] che da poco comandava, riuscendo comunque a uscirne solo con un richiamo ufficiale e la riassegnazione alla branca dei [[Sommergibile|sommergibili]]; a più riprese ebbe a che fare con questi particolari vascelli, sui quali maturò vaste competenze così come sulla [[Motore Diesel|tecnologia Diesel]] applicata alle navi. [[Capitano di fregata]] dal marzo 1918, trascorse il resto della [[prima guerra mondiale]] nello [[stato maggiore]] del [[Chief of Naval Operations]] (CNO), quindi negli anni venti completò i corsi al [[Naval War College]] e dal 1926 al 1929 fu il primo responsabile del Naval Reserve Officers Training Corps, ottenendo notevoli risultati. Comandò poi, negli anni trenta e come [[capitano di vascello]], la squadra cacciatorpediniere della Reserve Fleet e l'[[incrociatore pesante]] {{nave|USS|Augusta|CA-31|6}}, per concludere la fine del decennio al Bureau of Navigation. Promosso [[contrammiraglio]] nel giugno 1938, guidò la 1ª [[Divisione (unità militare)|Divisione]] corazzate per un anno, poi fu nominato capo del Bureau of Navigation, posto dal quale contribuì in modo determinante all'espansione della United States Navy fino all'[[attacco di Pearl Harbor]] del 7 dicembre 1941.
Ufficiale dallo spiccato talento organizzativo, diplomatico, puntuale, determinato ma all'occorrenza caustico, Nimitz fu scelto dal [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente]] [[Franklin Delano Roosevelt]] per guidare la menomata [[United States Pacific Fleet]]. Balzò direttamente al grado di [[ammiraglio]] e con il suo superiore, il CNO [[Ernest King]], dovette modellare dal nulla una nuova strategia per la [[Guerra del Pacifico (1941-1945)|guerra in Estremo Oriente]] contro l'[[Impero giapponese]]; è ricordato soprattutto per aver dato piena fiducia ai servizi d'intelligence e decrittazione della Pacific Fleet, che gli permisero di cogliere le vittorie [[Battaglia del Mar dei Coralli|del Mar dei Coralli]] e [[Battaglia delle Midway|di Midway]] e ribaltare in parte lo svantaggio degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Nel corso delle lunghe ostilità contro i nipponici Nimitz fu fautore di diverse innovazioni, come l'impiego di [[Task force]] centrate attorno a una o più portaerei, la ''[[leapfrogging strategy]]'' per occupare isole-chiave e schivare quelle ritenute troppo difese, l'amalgama di ufficiali di preparazione
== Biografia ==
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[[File:Captain Chester W. Nimitz, U.S. Navy, in 1934.jpg|thumb|left|Nimitz nel 1934, quando era al comando dell'incrociatore ''Augusta'']]
Nel maggio 1920 Nimitz fu designato comandante della base per sommergibili a [[Pearl Harbor]], allora in rapida espansione; la base non faceva eccezione e Nimitz ne supervisionò e coordinò la costruzione e attivazione, per poi dirigerla brevemente prima di essere riassegnato il 17 luglio al datato incrociatore protetto {{nave|USS|Chicago|1885|6}}, riclassificato e modificato per fungere da [[Nave appoggio sommergibili|nave appoggio]] nella 14ª Divisione sommergibili: Nimitz assunse il comando dell'uno e dell'altra in contemporanea e le guidò per circa due anni nelle [[Hawaii]]. Il 21 giugno 1922 fu rimpatriato per seguire i corsi del [[Naval War College]] di [[Newport (Rhode Island)|Newport]], prestigiosa istituzione per la formazione di ufficiali di [[stato maggiore]]. Rimasto colpito dalle potenzialità dell'[[aeroplano]] e della [[portaerei]], a dispetto della sua specializzazione subacquea presentò una tesi sull'impiego in battaglia di quel tipo di nave, teorizzando una disposizione circolare di unità tradizionali a copertura delle portaerei al centro. Si diplomò il 26 maggio 1923, dopo aver studiato anche la branca della [[logistica]] nel contesto di una possibile guerra nell'[[oceano Pacifico]], e fu scelto quale nuovo [[capo di stato maggiore]] del comandante dell'United States Battle Fleet/Force, l'[[ammiraglio]] [[Samuel S. Robinson]]; vi lavorò oltre tre anni, nel corso dei quali poté collaudare la sua teoria. Nimitz rimase al fianco di Robinson quando egli divenne comandante in capo della marina statunitense e sviluppò così notevoli abilità organizzativo-amministrative. Il 10 agosto 1926 fu trasferito in [[California]] per dirigere il Naval Reserve Officers Training Corps, il cui programma era stato appena attivato presso l'[[Università della California
Il 17 giugno 1931 Nimitz fu nominato comandante della squadra cacciatorpediniere della Reserve Fleet, con quartier generale a [[San Diego]]; alzò le proprie insegne sull'[[Nave ammiraglia|ammiraglia]], la nave appoggio USS ''Rigel'', e tenne la posizione per due anni. Nell'ottobre 1933 prese il comando dell'[[incrociatore pesante]] {{nave|USS|Augusta|CA-31|6}} e lo condusse nelle Filippine, dove funse da ammiraglia dell'[[United States Asiatic Fleet]] per i successivi due anni circa: Nimitz si fece una reputazione come comandante immaginoso, competente e stimato dai sottoposti e dai marinai, tanto che l{{'}}''Augusta'' fu indicato come una delle migliori unità da guerra statunitensi del periodo.<ref name=kgbudge.com/><ref name=H237>{{cita|Hone 2013|p. 237}}.</ref> Il viceammiraglio [[Lloyd Mustin]], che aveva servito sotto il suo comando come giovane sottufficiale a bordo dell'incrociatore, lo descrisse come «il miglior insegnante di tutta la Marina negli anni trenta».<ref>{{cita|Hone 2013|p. 47}}.</ref> Nel maggio 1935 Nimitz fu richiamato a Washington e il 28 fu assegnato all'ufficio del capo del Bureau of Navigation (cioè l'Ufficio personale della marina statunitense) in qualità di assistente; per i successivi tre anni lavorò in questa mansione e riscosse l'apprezzamento dei propri superiori.<ref name=kgbudge.com/> Il 23 giugno 1938 passò al grado di [[contrammiraglio]]<ref name=history.navy.mil/> e il 9 luglio fu riassegnato al servizio in mare come comandante in capo della 2ª Divisione incrociatori leggeri, ma esercitò per pochi giorni il comando a causa di una malattia. Quando si fu ripreso fu collocato alla testa della 1ª Divisione corazzate (17 settembre) di base a [[San Pedro (Los Angeles)|San Pedro]]; issò le sue insegne sulla {{nave|USS|Arizona|BB-39|6}}. Questa posizione fece sì che nel gennaio 1939, quando il grosso della United States Navy si recò nel [[Mare Caraibico]] per un'esercitazione generale (''Fleet Problem XX''), Nimitz assumesse ''[[pro tempore]]'' il ruolo di comandante responsabile per il Pacifico. Egli ne approfittò per completare una fitta tabella d'addestramento, tra prove di tiro, sbarchi simulati e rifornimento in alto mare anche tra grandi unità; suscitarono però perplessità le sue indicazioni di trasferire il carburante tra navi disposte una dietro l'altra, invece che murata contro murata: fu, infatti, questa seconda modalità a diventare pratica comune. Il 15 giugno tornò a terra come nuovo responsabile del Bureau of Navigation, una nomina che nella marina statunitense indicava con certezza un trampolino di lancio per la carriera. Spiccò subito per le insistite richieste di adottare la medesima uniforme sia per gli ufficiali in servizio attivo, sia per quelli della riserva, in modo tale da stimolare lo spirito di corpo e la collaborazione.<ref name=kgbudge.com/><ref name=H237/>
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[[File:Nimitz on Grayling;0820904.jpg|thumb|31 dicembre 1941: Chester Nimitz (al centro, con la testa abbassata) diviene ufficialmente il comandante in capo della Pacific Fleet (CINCPAC); il sommergibile ritratto è il ''Grayling'']]
Dal suo nuovo ufficio Nimitz fu coinvolto in prima persona nella grande espansione della marina, voluta dal presidente [[Franklin Delano Roosevelt]] per prepararsi alla guerra contro la [[Germania nazista]] e appoggiata anche dal CNO [[Harold Rainsford Stark]]; in particolare, dal maggio 1941 la dichiarazione presidenziale di una illimitata emergenza nazionale mise a dura prova le abilità di Nimitz, chiamato a gestire un vasto afflusso di personale e una generale riorganizzazione. Le capacità di Nimitz non era passate inosservate nelle alte sfere e, già nel gennaio 1941, il suo nome era apparso in una lista stesa per il cambio del comando della [[United States Pacific Fleet]], per il quale Roosevelt aveva proposto proprio il promettente ufficiale. In quell'occasione, comunque, Nimitz aveva scritto al [[Segretario alla Marina degli Stati Uniti d'America|Segretario alla Marina]] [[Frank Knox]] che non avrebbe potuto accettare la nomina senza generare malumori tra gli ufficiali più anziani di lui. Alla fine il comando andò all'ammiraglio [[Husband Kimmel]], Nimitz mantenne il suo posto a Washington e il 1º novembre passò al grado di [[Contrammiraglio#Negli Stati Uniti e nel Regno Unito|contrammiraglio ''upper half'']].<ref name=kgbudge.com/><ref>{{cita|Hone 2013|pp. 237-238}}.</ref
Subito dopo il [[Attacco di Pearl Harbor|devastante attacco a sorpresa di Pearl Harbor]] del 7 dicembre gli Stati Uniti intrapresero un totale rinnovamento dei quadri di comando. Il 17 dicembre gli ufficiali coinvolti nel disastro furono tutti destituiti e la Pacific Fleet fu ''[[ad interim]]'' posta agli ordini del [[viceammiraglio]] [[William S. Pye]]. Il giorno precedente il Segretario Knox aveva contattato Nimitz per informarlo che il presidente l'aveva selezionato personalmente da una lista di ventotto candidati e che era appena stato promosso al grado di ammiraglio (una seconda doppia promozione nella sua carriera): sembra che Roosevelt avesse dichiarato, nell'occasione, di «dire a Nimitz di catapultarsi a Pearl e di stare là finché la guerra non sarà vinta». Nimitz si incontrò il 30 con l'ammiraglio [[Ernest King]], CNO e suo diretto superiore, per essere edotto sui suoi compiti principali: tenere a qualunque costo l'arcipelago, la costa occidentale e le comunicazioni con [[Nuova Zelanda]] e [[Australia]], ultimi bastioni alleati nel Pacifico. Il 31 dicembre si svolse la formale cerimonia di investitura al comando sul ponte del sommergibile {{nave|USS|Grayling|SS-209|6}}, un particolare sul quale Nimitz scherzò spesso, affermando che era l'unica unità che i giapponesi gli avevano lasciato per l'importante funzione.<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 149-150}}; {{cita|Morton 1962|pp. 143-147}}.</ref><ref>{{cita|Hone 2013|p. 238}}.</ref> Mentre i primi mesi di guerra con l'[[Impero giapponese]] venivano gestiti dall'[[American-British-Dutch-Australian Command|ABDACOM]] e da altri comandi locali con risultati mediocri per gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]],<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 66-145}}.</ref> Nimitz esercitò con cautela il nuovo comando, conscio della situazione difficile e della temporanea impossibilità di ricevere rinforzi: disponeva di tre portaerei ({{nave|USS|Lexington|CV-2|6}}, {{nave|USS|Saratoga|CV-3|6}}, {{nave|USS|Enterprise|CV-6|6}}), una decina di incrociatori, circa venti cacciatorpediniere e altrettanti sommergibili in parte datati; poteva schierare anche qualche superstite corazzata, sulle quali però faceva scarso affidamento. Pur provenendo dalla branca sottomarina e senza alcun specifico addestramento aeronautico, Nimitz era convinto già da tempo che le grosse navi da battaglia non fossero più le unità più importanti di una flotta militare, soppiantate dalla portaerei. Nel riorganizzare la Pacific Fleet in tre [[Task force]] durante il gennaio 1942, una per ciascuna portaerei, Nimitz relegò le lente corazzate a compiti di scorta lungo le rotte tra le Hawaii e la costa occidentale.<ref>{{cita|Hone 2013|p. 239}}.</ref> Al contempo si impegnò per inviare rinforzi di ogni tipo in Australia, Nuova Zelanda e negli arcipelaghi collocati a nord-est di quest'ultima; la Task force 11 con la ''Lexington'' (viceammiraglio [[Wilson Brown]]) fu collaudata nella scorta a un convoglio che trasferì una [[brigata]] di marine a [[Palmyra (atollo)|Palmyra]].<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 204-211}}.</ref> L'11 del mese la ''Saratoga'' fu colpita da un sommergibile giapponese e, bisognosa di riparazioni, cedette il posto alla {{nave|USS|Yorktown|CV-5|6}}.<ref>{{cita|Hone 2013|p. xix}}.</ref> Sempre in gennaio, Nimitz acconsentì alla condivisione di fonti e informazioni sul nemico nipponico con Australia e Nuova Zelanda.<ref>{{cita|Ford 2017|p. 189}}.</ref>
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[[File:MacArthur-Nimitz.jpg|thumb|left|Nimitz (destra) e il generale MacArthur divennero nel marzo 1942 i principali comandanti di teatro sul fronte di guerra oceanico e asiatico]]
L'ammiraglio era una personalità sconosciuta all'opinione pubblica e anche in parte della marina statunitense; non era mai entrato nei circoli navali più interni e non era stato coinvolto nelle faziosità e nelle politiche dell'arma. D'altro canto spiccava per l'apertura mentale e la predisposizione all'ascolto dei subordinati, i modi pacati e la personalità tranquilla, che celavano in ogni caso una notevole determinazione e la capacità di
[[File:Admiral Chester W. Nimitz steps out of a bunker on Midway Atoll in 1942.jpg|thumb|Nimitz durante un'ispezione alle preparazioni difensive dell'atollo di Midway]]
Nei mesi decisivi tra aprile e giugno 1942 Nimitz esercitò un controllo tattico sulla Pacific Fleet che non si
==== La campagna di Guadalcanal e le isole Salomone ====
[[File:Carlson decoration USMC-C-Guadalcanal-38.jpg|thumb|left|L'ammiraglio Nimitz decora il [[tenente colonnello]] [[Evans Carlson]] dei Marine Raiders nel corso dell'ispezione a Guadalcanal (settembre 1942)]]
Tra il giugno e l'agosto 1942 ci fu un notevole calo delle operazioni nel teatro di guerra oceanico e gli Stati Uniti ne approfittarono per ristrutturare alcuni comandi, compreso il CINCPAC/POA. Nimitz accolse volentieri l'idea di un grande centro d'intelligence alle Hawaii e di uno stato maggiore amalgamato, sebbene ciò lo costrinse a trasferire a terra il proprio quartier generale: il nuovo Intelligence Center Pacific Ocean Area nacque in luglio e, per dicembre, includeva ufficiali e unità dell'esercito per oltre 200 persone. Nel settembre 1943, infine, l'ICPOA e la stazione HYPO furono fuse nel Joint Intelligence Center-POA, affidato a un [[brigadier generale]] e alle dirette dipendenze di Nimitz.<ref>{{cita|Prados 2012|pp. 235-236}}.</ref> L'ammiraglio, inoltre, selezionò Spruance come proprio capo di stato maggiore, essendo rimasto positivamente colpito dal suo comportamento a Midway,<ref name=kgbudge.com/> e inviò un grosso gruppo di piloti imbarcati in patria allo scopo diffonderne le recenti esperienze nelle scuole d'aviazione. Questa mossa lo lasciò con equipaggi novellini quando il JCS impose di avviare i preparativi per una controffensiva assai anticipata nel settore delle Salomone meridionali, a [[Guadalcanal]];<ref>{{cita|Frank 1990|p. 599}}.</ref> nel pieno dell'organizzazione, Nimitz caldeggiò la nomina di Fletcher a comandante del corpo di spedizione, dato che era l'unico ufficiale con solide esperienze di comando di portaerei dall'inizio della guerra: per l'operazione furono schierate l'''Enterprise'', la ''Saratoga'' e la ''Wasp''. Fletcher andò così ad affiancare il viceammiraglio [[Robert Ghormley]], che Nimitz aveva posto a capo della South Pacific Area in aprile con l'approvazione di King.<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 14, 54-55}}.</ref> Con gli [[Campagna di Guadalcanal|sbarchi del 7 agosto]] ebbe inizio una lunga campagna terrestre e aeronavale, nel corso della quale le forze armate statunitensi subirono rovesci anche gravi a opera dell'agguerrita ed esperta Marina imperiale che spesso lasciarono perplesso Nimitz. Ad esempio, a seguito della [[battaglia dell'isola di Savo]], egli ricevette un rapporto ambiguo sulle cause della sconfitta tattica che, personalmente, ampliò con altre motivazioni, come l'eccessiva fiducia riposta nei [[radar]], le carenze della ricognizione aerea e l'impreparazione psicologica degli uomini. Peraltro, l'ammiraglio condivideva certi pregiudizi nei confronti dell'avversario nipponico e riconobbe solo a fine 1943 la letale efficacia del siluro [[Type 93 (siluro)|Type 93]] nelle battaglie navali notturne.<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 123, 517}}.</ref> In settembre si convinse a distaccare un certo numero di sommergibili nelle Salomone, le cui acque riteneva poco adatte per i battelli oceanici, per controbattere l'accresciuta presenza navale giapponese e rispondere alle continue richieste di Ghormley;<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 134, 329}}.</ref> quindi decise di andare in ispezione nel SOPAC allo scopo di rendersi conto di persona della situazione. Il 28 arrivò a [[Numea|Noumea]] dove trovò un Ghormley avvilito e sfiduciato dagli avvenimenti bellici, oltre a una crisi logistica nei porti delle [[Figi]] e [[Samoa]] dove pure si trovavano grandi quantità di materiale. Il 30 proseguì per Guadalcanal a bordo di un [[Boeing B-17 Flying Fortress]], che perse la rotta e arrivò a destinazione solo grazie alla trovata di un ufficiale del suo stato maggiore, che si orientò con una copia di ''National Geographic''. Sull'isola, l'ammiraglio fu accolto da clima piovoso e dal comandante della [[1st Marine Division]] impegnata negli scontri ([[Alexander Vandegrift]]) che lo condusse in un giro lungo il perimetro e attorno
[[File:Nimitz and Halsey 1943.jpg|thumb|Nimitz a colloquio con Halsey all'inizio del 1943: il comandante della Pacific Fleet pose il fidato sottoposto alla testa delle forze alleate nel Pacifico meridionale nell'ottobre 1942]]
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[[File:H62233.jpg|thumb|Nimitz (destra) con Spruance (centro) e un ufficiale dell'esercito visitano l'atollo di Kwajalein poco dopo la sua conquista]]
Nell'agosto 1943 Nimitz aveva posto al comando della Fifth Fleet il viceammiraglio Spruance per aprire un secondo fronte nel perimetro difensivo giapponese, come stabilito alla [[
[[File:Franklin D. Roosevelt, General MacArthur, Admiral Nimitz, and Laehy in Waikiki, Hawaii - NARA - 197116.jpg|thumb|left|Da sinistra MacArthur, il presidente Roosevelt e l'ammiraglio [[William Leahy]] ascoltano Nimitz esporre la propria strategia per il Pacifico: da questa riunione scaturì la decisione di rioccupare le Filippine]]
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La [[Campagna delle Filippine (1944-1945)|riconquista delle Filippine]] si aprì come stabilito il 20 ottobre con un [[Battaglia di Leyte|grande sbarco]] a Leyte, causa prima della quasi contemporanea [[battaglia del Golfo di Leyte]]:<ref>{{cita|MacIntyre 1971|p. 43}}.</ref> un complesso scontro aeronavale che mise a nudo le debolezze della bicefalia del comando americano nel Pacifico e andò vicino a risolversi in un disastro per la macchina militare statunitense. Infatti, con questa vasta operazione combinata, il POA e il SWPA si trovarono fianco a fianco, ma non si volle provvedere a struttura di comando unificata. Perciò la [[United States Seventh Fleet]], incaricata materialmente dell'operazione anfibia, dell'appoggio tattico e della logistica, rimase alle dipendenze del generale MacArthur, mentre la vigilanza in alto mare spettò alla Third Fleet di Halsey con ben 17 portaerei e moderne navi da battaglia, che rispondeva però a Nimitz.<ref>{{cita|MacIntyre 1971|pp. 25, 33-36}}.</ref> Potenti e mobili, le due formazioni non agirono con coordinazione e le comunicazioni furono spesso parziali e frammentarie; Halsey era ossessionato dall'idea di attirare in battaglia la Marina imperiale, lasciò che fossero le portaerei di scorta della Settima Flotta a occuparsi degli aeroporti giapponesi nelle Filippine e, poi, si lanciò a nord di Leyte alla notizia dell'avvistamento delle quattro portaerei della 3ª Flotta nipponica. Ne risultò che il grosso della 2ª Flotta giapponese riuscì a raggiungere, quasi senza opposizione, il Golfo di Leyte gremito di mezzi da sbarco<ref>{{cita|MacIntyre 1971|pp. 70, 76-77}}.</ref> e Nimitz arrivò a contattare direttamente Halsey per imporgli di rimandare a sud una grossa parte della Terza Flotta (che comunque arrivò troppo tardi per intercettare le navi nipponiche, respinte con molti sacrifici dal naviglio sottile della Settima Flotta).<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 772-788, 799}}.</ref> In seguito si scatenarono polemiche tempestose attorno alla figura di Halsey e lo stesso Nimitz lo biasimò per il comportamento tenuto, ma lo mantenne al suo posto anche a causa della sua popolarità.<ref>{{cita|MacIntyre 1971|pp. 154-155}}.</ref> I combattimenti a Leyte proseguirono fino a dicembre e si allargarono a [[Mindoro]], sulla quale truppe del generale MacArthur [[Battaglia di Mindoro|sbarcarono a metà dicembre]] con il valido supporto della Settima Flotta, mentre la Terza Flotta mantenne la pressione sulle basi nipponiche nell'arcipelago prima di condurre, nel gennaio 1945, una [[Operazione Gratitude|grande incursione]] nel [[Mar Cinese Meridionale]]: essa servì a coprire l'[[invasione del Golfo di Lingayen]], prologo alla distruzione delle migliori unità terrestri giapponesi a [[Luzon]] e alla [[Battaglia di Manila (1945)|sofferta liberazione di Manila]].<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 808-820}}.</ref> Intanto, il 19 dicembre 1944, Nimitz era stato investito dell'alto grado di [[ammiraglio della flotta]], creato pochi giorni prima dal Congresso e che egli condivise con pochi altri: il rango era permanente.<ref name=history.navy.mil/>
[[File:Admiral Chester Nimitz
Le operazioni tra le Filippine dragarono più forze e durarono più a lungo di quanto previsto, tanto da ritardare gli sbarchi a [[Iwo Jima]] e [[Isola di Okinawa|Okinawa]]. Nimitz aveva ricevuto disposizioni di studiare l'attacco alle due isole il 2 ottobre 1944, dopo che ogni piano in merito a Formosa era stato ufficialmente scartato: sarebbero serviti {{formatnum:200000}} uomini (non disponibili per il fronte del Pacifico) e non si conoscevano con esattezza le misure difensive della più antica colonia giapponese.<ref>{{cita|Ford 2017|pp. 267-268, 271}}.</ref> Nimitz e il suo stato maggiore, trasferitisi in gennaio a Guam per essere più vicini ai teatri operativi, elaborarono con attenzione i due sbarchi previsti in un primo tempo per il 20 gennaio e il 1º marzo 1945 rispettivamente; fu messa in campo la pressoché totalità della Pacific Fleet e le sei divisioni dell'[[United States Marine Corps]], tre per aggredire Iwo Jima e tre altre, inquadrate nella [[Tenth United States Army]] con divisioni dell'esercito, per la campagna su Okinawa. Le due battaglie, combattute [[Battaglia di Iwo Jima|nel febbraio-marzo]] e [[Battaglia di Okinawa|tra aprile e giugno]], furono segnate da gravi perdite per ambo gli schieramenti e dall'intensa partecipazione dei ''[[kamikaze]]'', causa in particolare di insostenibili pressioni psicologiche per gli equipaggi e i comandi navali in zona d'operazioni. Infatti Spruance, che dalla fine del gennaio 1945 era tornato a dirigere la Quinta Flotta, ottenne da Nimitz di cedere con anticipo il posto a Halsey, cambio avvenuto il 26 maggio 1945 nel pieno della battaglia a Okinawa.<ref>{{cita|Ford 2017|pp. 281-284}}; {{cita|Millot 2002|pp. 852, 943}}.</ref> Nel mentre, in aprile, il JCS aveva inoltrato la direttiva di pianificazione per l'[[Operazione Downfall|attacco diretto]] al Giappone, operazione peraltro che suscitò molte perplessità e discussioni per le paventate, alte perdite; in ogni caso l'[[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|impiego delle bombe atomiche]] catalizzò gli avvenimenti, il 15 agosto l'Impero nipponico accettò la [[dichiarazione di Potsdam]] e si arrese.<ref>{{cita|Ford 2017|p. 294}}; {{cita|Millot 2002|pp. 977-989}}.</ref> Nimitz era stato informato della nuova arma nucleare nel febbraio 1945 da un emissario del generale [[Leslie Groves]] e generalmente non si espresse pro o contro, sebbene il biografo ufficiale Elmer B. Potter abbia puntualizzato che Nimitz fosse un poco a disagio a proposito della bomba atomica.<ref name=atomicheritage.org>{{cita web|url= https://www.atomicheritage.org/profile/chester-w-nimitz|titolo= Chester W. Nimitz|lingua= en|accesso= 23 settembre 2021}}</ref> Il 2 settembre partecipò alla cerimonia a bordo della nave da battaglia {{nave|USS|Missouri|BB-63|6}} per ufficializzare la capitolazione nipponica e, in rappresentanza del governo statunitense, appose la propria firma allo [[Atto di resa giapponese|strumento di resa giapponese]]:<ref>{{cita|Millot 2002|p. 997}}.</ref> a quell'epoca era alla testa di una Pacific Fleet formata da oltre 2 milioni di effettivi, {{formatnum:5000}} navi e {{formatnum:20000}} aerei.<ref name=pacificwarmuseum.org/>
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[[File:80-G-1009222 (30419291180).jpg|thumb|Nimitz fotografato nella sua abitazione di Berkeley nel settembre 1954: si nota l'amputazione dell'anulare sinistro]]
Nimitz rientrò negli Stati Uniti come un eroe nazionale e partecipò a diverse parate in suo onore, comprese due a [[Dallas]] e ad [[Austin]]; visitò quindi la cittadina natale Fredericksburg, dove ricevette una calorosa accoglienza e partecipò a un sontuoso banchetto organizzato
Il 15 dicembre 1947 Nimitz lasciò il servizio militare attivo;<ref name=kgbudge.com/> il 1º gennaio 1948 fece rapporto al [[Segretario alla Marina degli Stati Uniti d'America|Segretario della Marina]] e formalizzò il suo passaggio nella lista degli ufficiali a riposo, per poi trasferirsi con la famiglia a [[Berkeley (California)|Berkeley]] e, in seguito, nei quartieri navali di [[Yerba Buena Island]] in mezzo alla baia di San Francisco. Tuttavia non si ritirò del tutto dalla vita pubblica, dato che nel marzo 1949 accettò di rivestire il ruolo di amministratore speciale per il previsto [[plebiscito]] sul [[Kashmir]], sebbene all'inizio del 1950 esso fu annullato [[Conflitto del Kashmir|con il peggiorare della situazione]] nella regione. Richiese, allora, di divenire [[ambasciatore di buona volontà]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], veste nella quale tenne diverse conferenze.<ref name=history.navy.mil/><ref name=atomicheritage.org/> Nel 1951 fu contattato dal presidente [[Harry S. Truman]] per presiedere a una pianificata "Commission on International Security and Industrial Rights" che, in ultimo, non vide la luce per l'opposizione del Congresso. Nel frattempo Nimitz si era dedicato con crescente impegno agli affari della comunità cittadina di [[San Francisco]] e, quell'anno stesso, fu eletto presidente onorario della [[Naval Historical Foundation]], pur mantenendo la sua presenza nel mondo della marina militare (dove era figura tenuta in alta considerazione). Dal 1952 al 1960 fu rettore dell'[[Università della California]], un ruolo che gli consentì tra le altre cose di portare avanti la riappacificazione con l'ex nemico giapponese; in particolare, Nimitz gestì la raccolta fondi per restaurare la vecchia nave da battaglia [[pre-dreadnought]] {{nave||Mikasa|nave da battaglia|2}}, danneggiata durante la guerra, e farne una [[nave museo]].<ref name=history.navy.mil/> Nel 1961 tornò per l'ultima volta a Fredericksburg su invito del
=== Morte ===
Chester Nimitz morì nella sua casa di Yerba Buena Island il 20 febbraio 1966,
In suo onore la United States Navy gli intitolò, nel 1972, la portaerei a propulsione nucleare {{nave|USS|Nimitz||6}}, unità capostipite dell'[[classe Nimitz|omonima classe]].
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== Onorificenze ==
Tutti i dati sono stati tratti da:
=== Statunitensi ===
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{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza = Ordine di Orange-Nassau con spade in luogo della Gran croce
|collegamento_onorificenza = Ordine di Orange-Nassau
Riga 303:
* {{cita libro|cognome= Ford|nome= Douglas|titolo= La guerra del Pacifico|editore= il Mulino|città= Bologna|anno= 2017|annooriginale= 2012|ISBN= 978-88-15-26426-8|cid= Ford 2017}}
* {{cita libro|cognome= Frank|nome= Richard B.|titolo= Guadalcanal. The Definitive Account of the Landmark Battle|editore= Random House|città= New York|anno= 1990|ISBN= 0-394-58875-4|cid= Frank 1990}}
* {{cita libro|cognome= Gailey|nome= Harry A.|titolo= Peleliu: 1944|url= https://archive.org/details/peleliu19440000gail|editore= The Nautical & Aviation Publishing Company of America, Inc.|città= Annapolis (MA)|anno= 1983|ISBN= 0-933852-41-X|cid= Gailey 1983}}
* {{cita libro|cognome= Hone (a cura di)|nome= Thomas C.|titolo= The Battle of Midway|editore= Naval Institute Press|città= Annapolis ([[Maryland|MA]])|anno= 2013|ISBN= 978-1-68247-030-5|cid= Hone 2013}}
* {{cita libro|cognome= MacIntyre|nome= Donald|titolo= La battaglia del Golfo di Leyte|editore= Ermanno Albertelli|città= Bologna|anno= 1971|
* {{cita libro|cognome= Millot|nome= Bernard|titolo= La Guerra del Pacifico|editore= Biblioteca Universale Rizzoli|città= Milano|anno= 2002|annooriginale= 1967|ISBN= 88-17-12881-3|cid= Millot 2002}}
* {{cita libro|cognome= Morton|nome= Louis|titolo= United States Army in World War II. The War in the Pacific. Strategy and Command: The First Two Years|editore= Department of the Army|città= Washington|anno= 1962|url= https://www.ibiblio.org/hyperwar/USA/USA-P-Strategy/index.html|
* {{cita libro|cognome= Prados|nome= John|titolo= Islands of Destiny. The Solomons Campaign and the Eclipse of the Rising Sun|editore= Penguin Group|città= New York|anno= 2012|ISBN= 978-0-451-41482-3|cid= Prados 2012}}
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[[Categoria:Ufficiali della United States Navy|Nimitz, Chester]]
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[[Categoria:Sepolti nel Cimitero nazionale di Arlington]]
[[Categoria:Germano-statunitensi]]
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