Chester Nimitz: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ho aggiunto un particolare della vita del personaggio. |
|||
(44 versioni intermedie di 33 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{militare
|Nome = Chester Nimitz
|
|Didascalia =
|Soprannome =
Riga 8 ⟶ 7:
|Nato_a = [[Fredericksburg (Texas)|Fredericksburg]]
|Data_di_morte = 20 febbraio 1966
|Morto_a = [[San Francisco|Yerba Buena Island]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura = Cimitero nazionale Golden Gate ([[San Francisco]])
|Nazione_servita = {{bandiera|USA 1912-1959}} [[Stati Uniti d'America]]
|Forza_armata = [[United States Navy]]
|Arma =
|Corpo =
|Specialità = [[Sommergibile|Sommergibili]]
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1905-
|Grado = [[Ammiraglio della
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]<br />[[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne = [[Campagna delle isole Salomone]]<br />[[Campagna delle isole Gilbert e Marshall]]<br />[[Campagna delle isole Marianne e Palau]]<br />[[Campagna delle Filippine (1944-1945)]]<br />[[Campagna delle isole Vulcano e Ryūkyū]]<br />[[Campagna del Giappone]]
|Battaglie = [[Battaglia
|Comandante_di = Cannoniera ''Panay''<br />Cacciatorpediniere ''Decatur''<br />Sommergibili ''Snapper'', ''Narwhal'', ''E-1''<br />Incrociatore ''Chicago''<br />20ª Divisione sommergibili<br />Nave appoggio ''Rigel''<br />Incrociatore ''Augusta''<br />2ª Divisione incrociatori<br />1ª Divisione corazzate<br />[[United States Pacific Fleet]]/[[Pacific Ocean Areas]]<br />[[Chief of Naval Operations]]
|Decorazioni = Vedi [[Chester Nimitz#Onorificenze|qui]]
|Studi_militari = [[United States Naval Academy]]
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = Fonti citate nel corpo del testo
}}
{{Bio
Riga 47 ⟶ 44:
|AnnoNascita = 1885
|LuogoMorte = Yerba Buena Island
|LuogoMorteLink = San Francisco
|GiornoMeseMorte = 20 febbraio
|AnnoMorte = 1966
|Epoca = 1900
|Attività = ammiraglio
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità = , comandante in capo della [[United States Pacific Fleet]] durante la [[seconda guerra mondiale]]
}}
Entrato nella [[United States Navy]] nel 1905, rischiò dopo pochi anni di interrompere la propria carriera per aver fatto incagliare un [[cacciatorpediniere]] che da poco comandava, riuscendo comunque a uscirne solo con un richiamo ufficiale e la riassegnazione alla branca dei [[Sommergibile|sommergibili]]; a più riprese ebbe a che fare con questi particolari vascelli, sui quali maturò vaste competenze così come sulla [[Motore Diesel|tecnologia Diesel]] applicata alle navi. [[Capitano di fregata]] dal marzo 1918, trascorse il resto della [[prima guerra mondiale]] nello [[stato maggiore]] del [[Chief of Naval Operations]] (CNO), quindi negli anni venti completò i corsi al [[Naval War College]] e dal 1926 al 1929 fu il primo responsabile del Naval Reserve Officers Training Corps, ottenendo notevoli risultati. Comandò poi, negli anni trenta e come [[capitano di vascello]], la squadra cacciatorpediniere della Reserve Fleet e l'[[incrociatore pesante]] {{nave|USS|Augusta|CA-31|6}}, per concludere la fine del decennio al Bureau of Navigation. Promosso [[contrammiraglio]] nel giugno 1938, guidò la 1ª [[Divisione (unità militare)|Divisione]] corazzate per un anno, poi fu nominato capo del Bureau of Navigation, posto dal quale contribuì in modo determinante all'espansione della United States Navy fino all'[[attacco di Pearl Harbor]] del 7 dicembre 1941.
Ufficiale dallo spiccato talento organizzativo, diplomatico, puntuale, determinato ma all'occorrenza caustico, Nimitz fu scelto dal [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente]] [[Franklin Delano Roosevelt]] per guidare la menomata [[United States Pacific Fleet]]. Balzò direttamente al grado di [[ammiraglio]] e con il suo superiore, il CNO [[Ernest King]], dovette modellare dal nulla una nuova strategia per la [[Guerra del Pacifico (1941-1945)|guerra in Estremo Oriente]] contro l'[[Impero giapponese]]; è ricordato soprattutto per aver dato piena fiducia ai servizi d'intelligence e decrittazione della Pacific Fleet, che gli permisero di cogliere le vittorie [[Battaglia del Mar dei Coralli|del Mar dei Coralli]] e [[Battaglia delle Midway|di Midway]] e ribaltare in parte lo svantaggio degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Nel corso delle lunghe ostilità contro i nipponici Nimitz fu fautore di diverse innovazioni, come l'impiego di [[Task force]] centrate attorno a una o più portaerei, la ''[[leapfrogging strategy]]'' per occupare isole-chiave e schivare quelle ritenute troppo difese, l'amalgama di ufficiali di preparazione differente nel medesimo stato maggiore e l'impiego immaginifico del potere marittimo. Nel dicembre 1944 ebbe il grado vitalizio di [[ammiraglio della flotta]] e, il 2 settembre 1945, fu firmatario dello [[Atto di resa giapponese|strumento di resa giapponese]] in vece del governo americano. Lasciò poco dopo il comando della Pacific Fleet per occupare quello di CNO fino alla fine del 1947: si impegnò per trasformare la United States Navy in uno strumento adatto alla nuova età atomica. Fu collocato a riposo l'anno successivo, pur continuando la vita pubblica dapprima come [[ambasciatore di buona volontà]] e in seguito (1952-1960) come rettore dell'[[Università della California]]. Morì in casa propria e fu sepolto nel Cimitero nazionale Golden Gate con altri ex ammiragli della seconda guerra mondiale.
== Biografia ==
=== L'ingresso in marina e i primi anni di servizio ===
[[File:Chester W Nimitz by Buffham, c1905.png|thumb|upright=0.5|left|Un giovane Nimitz in uniforme da cadetto, 1905 circa]]
Chester William Nimitz nacque il 24 febbraio 1885 nel paese di [[Fredericksburg (Texas)|Fredericksburg]], in [[Texas]], presso il pittoresco hotel di famiglia fatto edificare dal bisnonno Charles Nimitz, che aveva servito nella [[United States Navy]]: come rivela il cognome, si trattava di una delle diverse famiglie d'ascendenza tedesca della zona. Inizialmente, però, il giovane Nimitz era più attirato da una carriera nell'[[United States Army]]; perciò, mentre frequentava la Tivy High School di [[Kerrville (Texas)|Kerrville]], si informò sulla disponibilità di posti all'[[United States Military Academy]] di [[West Point (New York)|West Point]]: uno dei membri texani del [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso]] gli rese noto che in quel momento le selezioni erano chiuse e gli suggerì di provare, invece, presso la [[United States Naval Academy]] di [[Annapolis]].<ref name=history.navy.mil>{{cita web|url= https://www.history.navy.mil/research/histories/biographies-list/bios-n/nimitz-chester-w.html|titolo= Nimitz, Chester William|lingua= en|accesso= 20 dicembre 2020}}</ref><ref>{{cita|Hone 2013|p. 235}}.</ref> Nimitz si preparò tra la scuola e il coro della chiesa di Fredericksburg e nel 1901 affrontò i tre giorni dell'esame d'ammissione con numerosi altri aspiranti da tutto il Texas:<ref name=pacificwarmuseum.org>{{cita web|url= https://www.pacificwarmuseum.org/about/admiral-nimitz|titolo= Admiral Nimitz - National Museum of the Pacific War|lingua= en|accesso= 20 dicembre 2020}}</ref> lo superò, lasciò dunque la scuola pubblica e per quattro anni fu allievo ad Annapolis; si dimostrò particolarmente versato in matematica e s'impose come atleta nella sua classe, tanto che l'annuario scolastico ne parlò come di una persona «dall'avvenire sicuro». Il 30 gennaio 1905 si diplomò settimo su 114 compagni, ottenne il brevetto di [[aspirante guardiamarina]] e fu imbarcato sulla [[nave da battaglia]] {{nave|USS|Ohio|BB-12|6}}, allora di base a [[San Francisco]]. A bordo di questa unità Nimitz compì la sua prima crociera d'addestramento all'estero, che si svolse nei porti dell'[[Estremo Oriente]];<ref name=history.navy.mil/> il 15 settembre 1906, rimpatriato, passò all'equipaggio dell'[[incrociatore protetto]] {{nave|USS|Baltimore|C-3|6}},<ref name=kgbudge.com>{{cita web|url= http://pwencycl.kgbudge.com/N/i/Nimitz_Chester_W.htm|titolo= The Pacific War online Encyclopedia: Nimitz, Chester|lingua= en|accesso= 20 dicembre 2020}}</ref> sul quale completò il previsto servizio obbligatorio di due anni in mare dal diploma. Il 7 gennaio 1907 Nimitz ebbe i [[Grado militare|gradi]] di [[guardiamarina]] e il 31 fu nominato comandante della [[cannoniera]] USS ''Panay'', poi l'8 luglio fu messo al comando del piccolo [[cacciatorpediniere]] {{nave|USS|Decatur|DD-5|6}}, che condusse fino alla recentemente acquisita colonia delle [[Filippine]] e in alcune crociere nelle acque del [[Sud-est asiatico]]. Nel luglio 1908 una manovra azzardata portò all'incagliamento del ''Decatur'' vicino a [[Batangas]]: l'unità non affondò e fu tratta in salvo, ma egli fu spedito dinanzi a una [[corte marziale]], un potenziale grave ostacolo alla carriera. Tuttavia il suo superiore trattò il caso con indulgenza e vergò solo un rimprovero ufficiale; comunque, Nimitz fu rimpatriato nel gennaio 1909 per essere destinato alla nuova e marginale branca dei [[Sommergibile|sommergibili]]: fu imbarcato sull'{{nave|USS|Plunger|A-1|6}}, primo di una lunga serie di incarichi sui battelli sottomarini che gli fornì poi una vasta conoscenza in materia.<ref name=history.navy.mil/><ref name=pacificwarmuseum.org/><ref>{{cita|Prados 2012|p. 47}}.</ref>
=== Gli anni dieci e la prima guerra mondiale ===
Il 26 gennaio 1910 Nimitz ebbe il comando del sommergibile USS ''Snapper'', che esercitò brevemente: con una doppia promozione a [[tenente di vascello]] il 31 dello stesso mese, motivata dalla rapida espansione della Marina, il 12 marzo fu infatti avviato alla Naval Torpedo Station per addestramento e tornò in mare il 18 novembre come comandante del sommergibile {{nave|USS|Narwhal|SS-17|6}}. Un anno più tardi fu posto a capo dell'{{nave|USS|E-1|SS-24|6}}, ancora in costruzione con il nome provvisorio di ''Skipjack'';<ref name=kgbudge.com/> Nimitz ne fu il primo comandante e si rese protagonista di un atto di salvataggio nelle settimane successive. Il 20 marzo 1911 il fuochista di seconda classe W.J. Walsh, mentre si trovava sul ponte di coperta, fu sbalzato fuori bordo da un'onda e, dato che non sapeva nuotare, Nimitz si tuffò e lo tenne a galla fino a che non furono entrambi recuperati: per questo gesto fu insignito dal [[Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d'America|Dipartimento del Tesoro]] della [[Lifesaving Medal|Silver Lifesaving Medal]]. Il 7 maggio assunse il comando della flottiglia sommergibili operante in [[oceano Atlantico]].<ref name=history.navy.mil/> Il 28 aprile 1913 tornò a terra dapprima a [[Washington]] e poi a [[Groton (Connecticut)|Groton]] per intraprendere studi approfonditi sull'applicazione di [[Motore Diesel|motori Diesel]] alle navi di superficie, una tecnologia che destava molto interesse.<ref name=kgbudge.com/> In connessione a questo incarico viaggiò dunque in [[Belgio]] e [[Germania]], allo scopo di raccogliere più dati e informazioni e visitare le fabbriche degli apparati; tornò a Groton poco prima dello scoppio della [[prima guerra mondiale]] e, con le conoscenze acquisite, fu designato ufficiale responsabile della progettazione e costruzione degli impianti Diesel per la [[petroliera]] ''Maumee'': il 29 agosto 1916 fu promosso [[capitano di corvetta]] e il 23 ottobre salì a bordo come ufficiale di macchina e vicecomandante. Nimitz rimase ferito in questi anni non in battaglia, bensì per una disattenzione, mentre mostrava il funzionamento dei Diesel a ospiti di riguardo. Il guanto della mano sinistra, con la quale stava indicando un motore acceso, rimase impigliato negli ingranaggi che stritolarono parte dell'anulare e solo l'anello della Naval Academy bloccò il meccanismo: Nimitz fu medicato e metà anulare gli fu amputato. Rimase sulla petroliera fino ai primi del 1918, contribuendo agli studi e all'evoluzione del rifornimento in corso di navigazione; il 6 febbraio 1918 fu scelto quale [[aiutante di campo]] del comandante delle forze sommergibiliste operanti in Atlantico. Fu elevato al grado di [[capitano di fregata]] l'8 marzo dello stesso anno. Nel settembre 1918 fu riassegnato all'ufficio del [[Chief of Naval Operations]] (CNO) e al contempo ebbe un posto al Board of Submarine Design, data la sua solida esperienza maturata in servizio. Esercitò i due ruoli ben oltre la fine delle ostilità e tornò al servizio in mare il 6 maggio 1919, in veste di vicecomandante della nave da battaglia {{nave|USS|South Carolina|BB-26|6}}.<ref name=history.navy.mil/><ref>{{cita|Hone 2013|p. 236}}.</ref><ref>{{cita|Prados 2012|p. 48}}.</ref>
=== Gli anni venti e trenta ===
[[File:De Steiguer Laning Nimitz.png|thumb|Nimitz (primo da destra) accoglie nel 1927 alti ufficiali e il rettore dell'Università di Berkeley, venuti a osservare i progressi del Naval Reserve Officers Training Corps]]
[[File:Captain Chester W. Nimitz, U.S. Navy, in 1934.jpg|thumb|left|Nimitz nel 1934, quando era al comando dell'incrociatore ''Augusta'']]
Nel maggio 1920 Nimitz fu designato comandante della base per sommergibili a [[Pearl Harbor]], allora in rapida espansione; la base non faceva eccezione e Nimitz ne supervisionò e coordinò la costruzione e attivazione, per poi dirigerla brevemente prima di essere riassegnato il 17 luglio al datato incrociatore protetto {{nave|USS|Chicago|1885|6}}, riclassificato e modificato per fungere da [[Nave appoggio sommergibili|nave appoggio]] nella 14ª Divisione sommergibili: Nimitz assunse il comando dell'uno e dell'altra in contemporanea e le guidò per circa due anni nelle [[Hawaii]]. Il 21 giugno 1922 fu rimpatriato per seguire i corsi del [[Naval War College]] di [[Newport (Rhode Island)|Newport]], prestigiosa istituzione per la formazione di ufficiali di [[stato maggiore]]. Rimasto colpito dalle potenzialità dell'[[aeroplano]] e della [[portaerei]], a dispetto della sua specializzazione subacquea presentò una tesi sull'impiego in battaglia di quel tipo di nave, teorizzando una disposizione circolare di unità tradizionali a copertura delle portaerei al centro. Si diplomò il 26 maggio 1923, dopo aver studiato anche la branca della [[logistica]] nel contesto di una possibile guerra nell'[[oceano Pacifico]], e fu scelto quale nuovo [[capo di stato maggiore]] del comandante dell'United States Battle Fleet/Force, l'[[ammiraglio]] [[Samuel S. Robinson]]; vi lavorò oltre tre anni, nel corso dei quali poté collaudare la sua teoria. Nimitz rimase al fianco di Robinson quando egli divenne comandante in capo della marina statunitense e sviluppò così notevoli abilità organizzativo-amministrative. Il 10 agosto 1926 fu trasferito in [[California]] per dirigere il Naval Reserve Officers Training Corps, il cui programma era stato appena attivato presso l'[[Università della California - Berkeley|Università di Berkeley]]: sotto il suo controllo il programma ottenne un deciso successo. Il 2 giugno 1927 fu promosso a [[capitano di vascello]] e continuò a dirigere il programma per altri due anni: il 15 giugno 1929 fu trasferito alla testa della 20ª Divisione sommergibili.<ref name=history.navy.mil/><ref name=kgbudge.com/><ref>{{cita|Hone 2013|pp. 236-237}}.</ref>
Il 17 giugno 1931 Nimitz fu nominato comandante della squadra cacciatorpediniere della Reserve Fleet, con quartier generale a [[San Diego]]; alzò le proprie insegne sull'[[Nave ammiraglia|ammiraglia]], la nave appoggio USS ''Rigel'', e tenne la posizione per due anni. Nell'ottobre 1933 prese il comando dell'[[incrociatore pesante]] {{nave|USS|Augusta|CA-31|6}} e lo condusse nelle Filippine, dove funse da ammiraglia dell'[[United States Asiatic Fleet]] per i successivi due anni circa: Nimitz si fece una reputazione come comandante immaginoso, competente e stimato dai sottoposti e dai marinai, tanto che l{{'}}''Augusta'' fu indicato come una delle migliori unità da guerra statunitensi del periodo.<ref name=kgbudge.com/><ref name=H237>{{cita|Hone 2013|p. 237}}.</ref> Il viceammiraglio [[Lloyd Mustin]], che aveva servito sotto il suo comando come giovane sottufficiale a bordo dell'incrociatore, lo descrisse come «il miglior insegnante di tutta la Marina negli anni trenta».<ref>{{cita|Hone 2013|p. 47}}.</ref> Nel maggio 1935 Nimitz fu richiamato a Washington e il 28 fu assegnato all'ufficio del capo del Bureau of Navigation (cioè l'Ufficio personale della marina statunitense) in qualità di assistente; per i successivi tre anni lavorò in questa mansione e riscosse l'apprezzamento dei propri superiori.<ref name=kgbudge.com/> Il 23 giugno 1938 passò al grado di [[contrammiraglio]]<ref name=history.navy.mil/> e il 9 luglio fu riassegnato al servizio in mare come comandante in capo della 2ª Divisione incrociatori leggeri, ma esercitò per pochi giorni il comando a causa di una malattia. Quando si fu ripreso fu collocato alla testa della 1ª Divisione corazzate (17 settembre) di base a [[San Pedro (Los Angeles)|San Pedro]]; issò le sue insegne sulla {{nave|USS|Arizona|BB-39|6}}. Questa posizione fece sì che nel gennaio 1939, quando il grosso della United States Navy si recò nel [[Mare Caraibico]] per un'esercitazione generale (''Fleet Problem XX''), Nimitz assumesse ''[[pro tempore]]'' il ruolo di comandante responsabile per il Pacifico. Egli ne approfittò per completare una fitta tabella d'addestramento, tra prove di tiro, sbarchi simulati e rifornimento in alto mare anche tra grandi unità; suscitarono però perplessità le sue indicazioni di trasferire il carburante tra navi disposte una dietro l'altra, invece che murata contro murata: fu, infatti, questa seconda modalità a diventare pratica comune. Il 15 giugno tornò a terra come nuovo responsabile del Bureau of Navigation, una nomina che nella marina statunitense indicava con certezza un trampolino di lancio per la carriera. Spiccò subito per le insistite richieste di adottare la medesima uniforme sia per gli ufficiali in servizio attivo, sia per quelli della riserva, in modo tale da stimolare lo spirito di corpo e la collaborazione.<ref name=kgbudge.com/><ref name=H237/>
=== La seconda guerra mondiale ===
==== La nomina, i primi mesi e Midway ====
[[File:Nimitz on Grayling;0820904.jpg|thumb|31 dicembre 1941: Chester Nimitz (al centro, con la testa abbassata) diviene ufficialmente il comandante in capo della Pacific Fleet (CINCPAC); il sommergibile ritratto è il ''Grayling'']]
Dal suo nuovo ufficio Nimitz fu coinvolto in prima persona nella grande espansione della marina, voluta dal presidente [[Franklin Delano Roosevelt]] per prepararsi alla guerra contro la [[Germania nazista]] e appoggiata anche dal CNO [[Harold Rainsford Stark]]; in particolare, dal maggio 1941 la dichiarazione presidenziale di una illimitata emergenza nazionale mise a dura prova le abilità di Nimitz, chiamato a gestire un vasto afflusso di personale e una generale riorganizzazione. Le capacità di Nimitz non era passate inosservate nelle alte sfere e, già nel gennaio 1941, il suo nome era apparso in una lista stesa per il cambio del comando della [[United States Pacific Fleet]], per il quale Roosevelt aveva proposto proprio il promettente ufficiale. In quell'occasione, comunque, Nimitz aveva scritto al [[Segretario alla Marina degli Stati Uniti d'America|Segretario alla Marina]] [[Frank Knox]] che non avrebbe potuto accettare la nomina senza generare malumori tra gli ufficiali più anziani di lui. Alla fine il comando andò all'ammiraglio [[Husband Kimmel]], Nimitz mantenne il suo posto a Washington e il 1º novembre passò al grado di [[Contrammiraglio#Negli Stati Uniti e nel Regno Unito|contrammiraglio ''upper half'']].<ref name=kgbudge.com/><ref>{{cita|Hone 2013|pp. 237-238}}.</ref>
Subito dopo il [[Attacco di Pearl Harbor|devastante attacco a sorpresa di Pearl Harbor]] del 7 dicembre gli Stati Uniti intrapresero un totale rinnovamento dei quadri di comando. Il 17 dicembre gli ufficiali coinvolti nel disastro furono tutti destituiti e la Pacific Fleet fu ''[[ad interim]]'' posta agli ordini del [[viceammiraglio]] [[William S. Pye]]. Il giorno precedente il Segretario Knox aveva contattato Nimitz per informarlo che il presidente l'aveva selezionato personalmente da una lista di ventotto candidati e che era appena stato promosso al grado di ammiraglio (una seconda doppia promozione nella sua carriera): sembra che Roosevelt avesse dichiarato, nell'occasione, di «dire a Nimitz di catapultarsi a Pearl e di stare là finché la guerra non sarà vinta». Nimitz si incontrò il 30 con l'ammiraglio [[Ernest King]], CNO e suo diretto superiore, per essere edotto sui suoi compiti principali: tenere a qualunque costo l'arcipelago, la costa occidentale e le comunicazioni con [[Nuova Zelanda]] e [[Australia]], ultimi bastioni alleati nel Pacifico. Il 31 dicembre si svolse la formale cerimonia di investitura al comando sul ponte del sommergibile {{nave|USS|Grayling|SS-209|6}}, un particolare sul quale Nimitz scherzò spesso, affermando che era l'unica unità che i giapponesi gli avevano lasciato per l'importante funzione.<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 149-150}}; {{cita|Morton 1962|pp. 143-147}}.</ref><ref>{{cita|Hone 2013|p. 238}}.</ref> Mentre i primi mesi di guerra con l'[[Impero giapponese]] venivano gestiti dall'[[American-British-Dutch-Australian Command|ABDACOM]] e da altri comandi locali con risultati mediocri per gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]],<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 66-145}}.</ref> Nimitz esercitò con cautela il nuovo comando, conscio della situazione difficile e della temporanea impossibilità di ricevere rinforzi: disponeva di tre portaerei ({{nave|USS|Lexington|CV-2|6}}, {{nave|USS|Saratoga|CV-3|6}}, {{nave|USS|Enterprise|CV-6|6}}), una decina di incrociatori, circa venti cacciatorpediniere e altrettanti sommergibili in parte datati; poteva schierare anche qualche superstite corazzata, sulle quali però faceva scarso affidamento. Pur provenendo dalla branca sottomarina e senza alcun specifico addestramento aeronautico, Nimitz era convinto già da tempo che le grosse navi da battaglia non fossero più le unità più importanti di una flotta militare, soppiantate dalla portaerei. Nel riorganizzare la Pacific Fleet in tre [[Task force]] durante il gennaio 1942, una per ciascuna portaerei, Nimitz relegò le lente corazzate a compiti di scorta lungo le rotte tra le Hawaii e la costa occidentale.<ref>{{cita|Hone 2013|p. 239}}.</ref> Al contempo si impegnò per inviare rinforzi di ogni tipo in Australia, Nuova Zelanda e negli arcipelaghi collocati a nord-est di quest'ultima; la Task force 11 con la ''Lexington'' (viceammiraglio [[Wilson Brown]]) fu collaudata nella scorta a un convoglio che trasferì una [[brigata]] di marine a [[Palmyra (atollo)|Palmyra]].<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 204-211}}.</ref> L'11 del mese la ''Saratoga'' fu colpita da un sommergibile giapponese e, bisognosa di riparazioni, cedette il posto alla {{nave|USS|Yorktown|CV-5|6}}.<ref>{{cita|Hone 2013|p. xix}}.</ref> Sempre in gennaio, Nimitz acconsentì alla condivisione di fonti e informazioni sul nemico nipponico con Australia e Nuova Zelanda.<ref>{{cita|Ford 2017|p. 189}}.</ref>
[[File:MacArthur-Nimitz.jpg|thumb|left|Nimitz (destra) e il generale MacArthur divennero nel marzo 1942 i principali comandanti di teatro sul fronte di guerra oceanico e asiatico]]
L'ammiraglio era una personalità sconosciuta all'opinione pubblica e anche in parte della marina statunitense; non era mai entrato nei circoli navali più interni e non era stato coinvolto nelle faziosità e nelle politiche dell'arma. D'altro canto spiccava per l'apertura mentale e la predisposizione all'ascolto dei subordinati, i modi pacati e la personalità tranquilla, che celavano in ogni caso una notevole determinazione e la capacità di agire anche sotto forte pressione. I primi mesi del suo comando furono probabilmente i più difficili e precari, a cominciare dalle relazioni con il sanguigno e impaziente ammiraglio King. I due uomini mantenevano un comportamento formalmente corretto e concordavano che il principio del ''[[Germany first]]'' era da riconsiderare, poiché ostacolava l'afflusso di navi, bombardieri pesanti e truppe nel teatro bellico del Pacifico – comunque invano: nel marzo 1942 il [[Joint Chiefs of Staff]] (JCS) confermò che l'afflusso di rifornimenti e forze al fronte oceanico sarebbe stato deciso in funzione delle necessità della guerra contro la [[Germania nazista]].<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 218-220}}; {{cita|Prados 2012|p. 358}}.</ref> Ma King nutriva scarsa fiducia in Nimitz e non condivideva la sua strategia attendista, preferendo cercare di colpire i giapponesi ove possibile, anche per alleggerire la pressione sull'ABDACOM e verso l'Australia. All'inizio del gennaio 1942 la sua posizione si fece ancor più delicata in seguito alle frenetiche domande di aiuto da parte del generale [[Douglas MacArthur]], intrappolato [[Campagna delle Filippine (1941-1942)|a Bataan]] con decine di migliaia di uomini: il generale richiese, tra le altre cose, di sferrare un audace attacco con le portaerei della Pacific Fleet anche se, alla fine, solo alcuni sommergibili e [[Violatore di blocco|violatori]] dall'Australia recarono scarse quantità di rifornimenti agli assediati.<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 187-191}}.</ref><ref>{{cita|Hone 2013|pp. 238-239}}.</ref> In ogni caso, Nimitz dovette alla fine acconsentire a una serie di attacchi limitati nel Pacifico centrale e meridionale, affidati alle Task force 11, 8 (viceammiraglio [[William Halsey]]) e 17 (contrammiraglio [[Frank Fletcher]]): l'organizzazione dell'operazione si rivelò faticosa e deficitaria. L'insofferente King aveva intanto decise di formare un nuovo comando interalleato per il Pacifico meridionale, l'[[ANZAC Area]] alle sue dirette dipendenze; egli infatti riteneva che l'avanzata nipponica potesse e dovesse essere fermata alle soglie dell'Australia e che lì dovevano essere concentrate le limitate risorse della marina americana. Il comando fu attivato alla fine del gennaio 1942, subito dopo la [[Battaglia di Rabaul (1942)|caduta di Rabaul]], e durante febbraio King vi inviò la TF 11 con la ''Yorktown'' e la TF 17 con la ''Lexington''. Nimitz accolse con preoccupazione la decurtazione delle sue forze e lamentò il pericolo per le Hawaii, ma poiché la Planning Division sanzionò l'operato di King, egli accettò gradualmente il fatto. Peraltro fu grazie a queste manovre che le due squadre colsero un significativo successo il 10 marzo, nelle acque antistanti la [[Nuova Guinea]] nord-orientale, dove furono affondate o colpite svariate navi nipponiche impegnate nello [[Invasione di Lae-Salamaua|sbarco di truppe]], scompaginando la tabella di marcia giapponese per il Pacifico meridionale.<ref>{{cita|Hone 2013|pp. 239-240}}; {{cita|Prados 2012|pp. 24-25}}.</ref> Quello stesso giorno MacArthur, su ordine presidenziale, lasciò le Filippine e arrivò a [[Melbourne]] per assumere il controllo di un nuovo alto comando responsabile della difesa del Pacifico sud-occidentale dopo il crollo finale dell'ABDACOM (suggellato il 9 marzo dalla [[Battaglia di Giava|conquista giapponese di Giava]]).<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 194-197}}.</ref> Il 30 marzo l'enorme scacchiere dell'Asia e del Pacifico fu completamente riorganizzato tra gli Alleati. Nimitz assunse il comando del nuovo [[Pacific Ocean Areas]] (POA), fu suddiviso in North, Central e South Pacific Area, ovvero la vecchia ANZAC Area. Il famoso generale fu invece collocato al vertice del [[South West Pacific Area]] (SWPA) con responsabilità estesa al subcontinente australe, a parte delle [[isole Salomone]] e al [[Sud-est asiatico]]. Infatti né la marina né l'esercito avevano voluto saperne di creare un singolo grande comando gestito da uno solo dei due servizi e, dunque, i due ufficiali furono costretti a collaborare nella creazione di una strategia condivisa.<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 240-252}}.</ref>
[[File:Admiral Chester W. Nimitz steps out of a bunker on Midway Atoll in 1942.jpg|thumb|Nimitz durante un'ispezione alle preparazioni difensive dell'atollo di Midway]]
Nei mesi decisivi tra aprile e giugno 1942 Nimitz esercitò un controllo tattico sulla Pacific Fleet che non si ripeté più nel corso del conflitto. In aprile appoggiò l'idea di [[Incursione aerea su Tokyo|attaccare Tokyo]] usando bombardieri dell'esercito decollanti da una delle sue portaerei e, sulla scorta delle vitali informazioni [[Magic (crittografia)|Magic]] fornite dai sempre più efficienti servizi di decrittazione, distaccò le Task force 16 e 17 (al comando congiunto del viceammiraglio Fletcher) per contrastare un nuovo balzo in avanti giapponese nel vasto settore Nuova Guinea-isole Salomone: la [[battaglia del Mar dei Coralli]] si concluse con un successo strategico l'8 maggio, pur pagato con la perdita della ''Lexington'' e pesanti danni alla ''Yorktown''.<ref>{{cita|Hone 2013|pp. 241, 244}}; {{cita|Prados 2012|pp. 34-39}}.</ref> La vittoria si ripercosse anche sull'attitudine iniziale di Nimitz, che attorno al 15 maggio contattò il generale MacArthur e gli propose un piano per disturbare le imponenti manovre della Marina imperiale, che stava concentrando il meglio delle sue unità per colpire l'[[atollo di Midway]]; l'idea era sbarcare il [[Marine Raiders|1st Marine Raiders Battalion]] sull'isoletta di [[Tulagi]], con la protezione della modesta flotta del SWPA e la conseguenza non secondaria di contestare l'avanzata nipponica [[Campagna delle isole Salomone|nelle isole Salomone]]. MacArthur, comunque, lo informò di non avere forze e rifornimenti sufficienti per l'operazione. King, inoltre, frenò l'iniziativa e fece sapere a Nimitz che avrebbe dovuto impiegare la Pacific Fleet per attacchi mordi-e-fuggi ovunque si fosse presentata un'occasione, invece di occupare in permanenza qualche località periferica, a meno che non gli avesse concesso esplicita autorizzazione.<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 293-294}}.</ref> Nimitz proseguì pertanto a organizzare la difesa del Pacifico centrale e il potenziamento di Midway, per i quali fece totale affidamento sulle intercettazioni e deduzioni dell'ufficio intelligence della Flotta del Pacifico (capitano di vascello [[Edwin T. Layton]]) e della [[stazione HYPO]] (capitano di corvetta [[Joseph Rochefort]]), ignorando le errate valutazioni dei decrittatori a Washington: egli venne così a sapere che i giapponesi progettavano di sbarcare all'inizio di giugno sull'atollo, attendere lì l'intervento delle portaerei americane e distruggerle in una serie di coordinati attacchi aeronavali. Nimitz concentrò oltre 120 apparecchi a Midway e dispose a nord-est le Task force 16 e 18, compresa la ''Yorktown'' che su suo ordine era stata riparata in appena tre giorni, una prestazione ingegneristica incredibile per i tempi. L'ammiraglio dovette però privarsi del fedele collaboratore Halsey (colpito da una grave forma di [[psoriasi]]) che gli consigliò come proprio rimpiazzo il contrammiraglio [[Raymond Spruance]], comandante degli incrociatori della TF 18.<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 227-234}}.</ref> Per applicare questo schema, però, Nimitz si era scontrato con King; il suo superiore aveva infatti prospettato il 10 maggio di lasciare i gruppi imbarcati della ''Lexington'' e della ''Yorktown'' nel Pacifico meridionale con la ''Enterprise'' e la ''Hornet'', in attesa di una prossima offensiva nipponica. Nimitz aveva avuto molti scambi telegrafici con King per convincerlo a cambiare idea, ripetendo in particolare che un'avanzata nemica sulle Hawaii era altamente probabile. Quindi non aveva esitato, il 13, a ordinare a Halsey di farsi avvistare dai ricognitori giapponesi, ottenendo così una scusa plausibile per richiamare la TF 18 a Pearl Harbor. Il 17 King allentò in parte la propria posizione, pur dichiarando che, in caso di battaglia, la flotta di Nimitz avrebbe dovuto prediligere tattiche di logoramento ed evitare grandi scontri diretti contro la superiore Marina imperiale.<ref>{{cita|Hone 2013|pp. 242-243}}.</ref> La battaglia si svolse [[Battaglia delle Midway|tra il 4 e il 6 giugno]] e si concluse con l'affondamento delle portaerei giapponesi {{nave||Akagi|portaerei|2}}, {{nave||Kaga|portaerei|2}}, ''[[Soryu]]'' e ''[[Hiryu]]'', più l'incrociatore pesante ''[[Mikuma]]'', al prezzo della ''Yorktown'' e di buona parte dei gruppi imbarcati americani. La vittoria erose quasi del tutto il margine di vantaggio nipponico sulla Pacific Fleet, contribuì a far passare l'iniziativa in mano alleata e confermò le capacità di condottiero di Nimitz, che da allora ebbe un ruolo fondamentale nel raffinare e limare le direttive strategiche sottopostegli dall'ammiraglio King.<ref name=H244>{{cita|Hone 2013|p. 244}}.</ref>
==== La campagna di Guadalcanal e le isole Salomone ====
[[File:Carlson decoration USMC-C-Guadalcanal-38.jpg|thumb|left|L'ammiraglio Nimitz decora il [[tenente colonnello]] [[Evans Carlson]] dei Marine Raiders nel corso dell'ispezione a Guadalcanal (settembre 1942)]]
Tra il giugno e l'agosto 1942 ci fu un notevole calo delle operazioni nel teatro di guerra oceanico e gli Stati Uniti ne approfittarono per ristrutturare alcuni comandi, compreso il CINCPAC/POA. Nimitz accolse volentieri l'idea di un grande centro d'intelligence alle Hawaii e di uno stato maggiore amalgamato, sebbene ciò lo costrinse a trasferire a terra il proprio quartier generale: il nuovo Intelligence Center Pacific Ocean Area nacque in luglio e, per dicembre, includeva ufficiali e unità dell'esercito per oltre 200 persone. Nel settembre 1943, infine, l'ICPOA e la stazione HYPO furono fuse nel Joint Intelligence Center-POA, affidato a un [[brigadier generale]] e alle dirette dipendenze di Nimitz.<ref>{{cita|Prados 2012|pp. 235-236}}.</ref> L'ammiraglio, inoltre, selezionò Spruance come proprio capo di stato maggiore, essendo rimasto positivamente colpito dal suo comportamento a Midway,<ref name=kgbudge.com/> e inviò un grosso gruppo di piloti imbarcati in patria allo scopo diffonderne le recenti esperienze nelle scuole d'aviazione. Questa mossa lo lasciò con equipaggi novellini quando il JCS impose di avviare i preparativi per una controffensiva assai anticipata nel settore delle Salomone meridionali, a [[Guadalcanal]];<ref>{{cita|Frank 1990|p. 599}}.</ref> nel pieno dell'organizzazione, Nimitz caldeggiò la nomina di Fletcher a comandante del corpo di spedizione, dato che era l'unico ufficiale con solide esperienze di comando di portaerei dall'inizio della guerra: per l'operazione furono schierate l'''Enterprise'', la ''Saratoga'' e la ''Wasp''. Fletcher andò così ad affiancare il viceammiraglio [[Robert Ghormley]], che Nimitz aveva posto a capo della South Pacific Area in aprile con l'approvazione di King.<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 14, 54-55}}.</ref> Con gli [[Campagna di Guadalcanal|sbarchi del 7 agosto]] ebbe inizio una lunga campagna terrestre e aeronavale, nel corso della quale le forze armate statunitensi subirono rovesci anche gravi a opera dell'agguerrita ed esperta Marina imperiale che spesso lasciarono perplesso Nimitz. Ad esempio, a seguito della [[battaglia dell'isola di Savo]], egli ricevette un rapporto ambiguo sulle cause della sconfitta tattica che, personalmente, ampliò con altre motivazioni, come l'eccessiva fiducia riposta nei [[radar]], le carenze della ricognizione aerea e l'impreparazione psicologica degli uomini. Peraltro, l'ammiraglio condivideva certi pregiudizi nei confronti dell'avversario nipponico e riconobbe solo a fine 1943 la letale efficacia del siluro [[Type 93 (siluro)|Type 93]] nelle battaglie navali notturne.<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 123, 517}}.</ref> In settembre si convinse a distaccare un certo numero di sommergibili nelle Salomone, le cui acque riteneva poco adatte per i battelli oceanici, per controbattere l'accresciuta presenza navale giapponese e rispondere alle continue richieste di Ghormley;<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 134, 329}}.</ref> quindi decise di andare in ispezione nel SOPAC allo scopo di rendersi conto di persona della situazione. Il 28 arrivò a [[Numea|Noumea]] dove trovò un Ghormley avvilito e sfiduciato dagli avvenimenti bellici, oltre a una crisi logistica nei porti delle [[Figi]] e [[Samoa]] dove pure si trovavano grandi quantità di materiale. Il 30 proseguì per Guadalcanal a bordo di un [[Boeing B-17 Flying Fortress]], che perse la rotta e arrivò a destinazione solo grazie alla trovata di un ufficiale del suo stato maggiore, che si orientò con una copia di ''National Geographic''. Sull'isola, l'ammiraglio fu accolto da clima piovoso e dal comandante della [[1st Marine Division]] impegnata negli scontri ([[Alexander Vandegrift]]) che lo condusse in un giro lungo il perimetro e attorno all'aeroporto, quasi inservibile a causa della pioggia. Nimitz distribuì decorazioni e si soffermò sulle necessità della [[testa di ponte]], quindi il giorno successivo ripartì non senza incidenti, poiché il B-17 sbandò durante il rullaggio e rischiò di schiantarsi.<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 276-277}}.</ref> In una seconda, breve tappa a Noumea ritenne opportuno avere un altro incontro con Ghormley, al quale ordinò di inviare tutto il necessario per rendere l'aeroporto veramente operativo.<ref>{{cita|Prados 2012|p. 104}}.</ref>
[[File:Nimitz and Halsey 1943.jpg|thumb|Nimitz a colloquio con Halsey all'inizio del 1943: il comandante della Pacific Fleet pose il fidato sottoposto alla testa delle forze alleate nel Pacifico meridionale nell'ottobre 1942]]
Tornato a Pearl Harbor, Nimitz prese una decisione fondamentale per il corso della campagna e della guerra: il 18 ottobre, d'accordo con King e pur a malincuore, rimpiazzò Ghormley con l'aggressivo e popolare viceammiraglio William Halsey, che impresse ottimismo e dinamicità alle operazioni, giusto in tempo per incontrare in battaglia la Marina imperiale [[Battaglia delle isole Santa Cruz|alle isole Santa Cruz]]. Perse la ''Hornet'' ma riuscì a fermare i giapponesi, amplificando la [[Battaglia di Henderson Field|vittoria ottenuta a terra]] dai marine.<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 333-335 e segg}}.</ref> Dalla fine del 1942 gli esiti della campagna volsero a favore degli Stati Uniti, grazie anche all'afflusso di nuove truppe, navi e aerei e all'introduzione di turni di rotazione frequenti per i piloti veterani e il personale di volo (una disposizione di Nimitz).<ref>{{cita|Ford 2017|pp. 106-107}}.</ref> Il logorio delle forze armate imperiali, invece, convinse Tokyo a ordinare il metodico ritiro da Guadalcanal all'inizio del 1943. Ciononostante i combattimenti continuarono con invariata ferocia e, il 29 gennaio 1943, l'incrociatore pesante {{nave|USS|Chicago|CA-29|6}} [[Battaglia dell'isola di Rennell|fu affondato da aerosiluranti nipponici]] in rotta per Guadalcanal come scorta a un importante convoglio. La perdita della nave, dovuta a una serie di manchevolezze tattiche, fu accolta male da Nimitz che si lasciò andare a un raro scatto d'ira: egli dichiarò che la distruzione del ''Chicago'' «[era stata] particolarmente deplorevole, perché si sarebbe potuta evitare» (era al corrente che il ''Chicago'' e altre navi imbarcavano nuove e segrete [[Spoletta (armamento)|spolette di prossimità]]) e tuonò che avrebbe fatto fucilare chiunque avesse rivelato alla stampa qualche dettaglio sul disastro.<ref>{{cita|Frank 1990|pp. 577-581}}.</ref> La sua reazione era dovuta all'accumularsi della fatica, forse anche a un accenno di [[malaria]] contratta nel settembre 1942, e alla concomitante pressione dell'organizzare il SOPAC contro quella che si riteneva essere l'ennesima controffensiva giapponese per Guadalcanal. Invece l'[[operazione Ke]], per la quale l'ammiraglio [[Isoroku Yamamoto]] e i suoi collaboratori avevano radunato un gran numero di navi, servì solo a trarre in salvo i circa {{formatnum:10000}} superstiti nipponici; nessuno dei comandanti americani sospettò una ritirata imperiale e lo stesso Nimitz confessò tale credenza nel rapporto finale inoltrato a King poco dopo il 9 febbraio, quando la campagna fu dichiarata conclusa.<ref>{{cita|Frank 1990|p. 597}}; {{cita|Prados 2012|p. 226}}.</ref>
[[File:Operation Cartwheel - Map02.jpg|thumb|left|Carta generale del Pacifico centro-meridionale, suddiviso tra il POA di Nimitz e il SWPA di MacArthur; sono indicate tutte le operazioni svoltesi dal giugno 1943 (Nuova Georgia) al marzo 1944 (distruzione di Truk e [[Campagna delle Isole dell'Ammiragliato|sbarco sulle isole dell'Ammiragliato]]). Si coglie la stretta correlazione tra i due teatri.]]
Alla [[conferenza di Casablanca]] (gennaio 1943) gli Alleati occidentali avevano deciso di incrementare la pressione militare sulla [[Sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale]]; ciò significò l'elaborazione di una nuova strategia che previde la conquista (poi la neutralizzazione) di Rabaul e l'apertura di un secondo fronte nel Pacifico centrale. I comandi del SWPA e del POA rimasero comunque autonomi, l'uno incaricato di gestire l'avanzata attraverso le Salomone e la Nuova Guinea e l'altro gli attacchi agli atolli delle [[isole Gilbert]], [[Isole Marshall|Marshall]] e [[Mandato del Pacifico meridionale|del Mandato]]. Fu comunque necessaria una "conferenza militare del Pacifico", presenziata da King e dal vice del generale [[George Marshall]], per trovare un compromesso sulla situazione di comando nel Pacifico sud-occidentale: Halsey ebbe la direzione tattica delle forze nelle Salomone e rispose alle «disposizioni strategiche» di MacArthur, ma solo le unità della marina impegnate nell'arcipelago sarebbero state temporaneamente agli ordini del generale, preservando l'autorità e la libertà di manovra dell'ammiraglio Nimitz.<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 357-363, 370-399}}.</ref> Questi cominciò inoltre a radunare una "Central Pacific Force", futura [[United States Fifth Fleet]], grazie alla massiccia immissione in servizio di nuove classi di portaerei, navi da battaglia, incrociatori e altro naviglio, e unità giunsero anche alle squadre del SOPAC, ridenominate [[United States Third Fleet|Third Fleet]]; in febbraio concordò con Halsey l'occupazione delle [[isole Russell]] a ovest di Guadalcanal, che si svolse senza problemi. Un mese più tardi, il 22 marzo 1943, Nimitz ebbe via libera per ricatturare le isole di [[Attu (isola)|Attu]] e [[Kiska]] nelle [[Isole Aleutine|Aleutine]] occidentali, prese dai giapponesi nel giugno 1942; King e il generale Marshall si erano convinti della necessità dell'operazione una volta scoperto che un aeroporto era in costruzione da parte della guarnigione nipponica su Attu. Nimitz affidò l'intera operazione al contrammiraglio [[Thomas Kinkaid]], che riuscì a [[Battaglia di Attu|rioccupare Attu]] ma non a impedire, tra luglio e agosto, un altro abile sgombero giapponese da Kiska.<ref>{{cita|Morton 1962|pp. 427-432}}; {{cita|Prados 2012|pp. 240-242, 279}}.</ref> Nello stesso periodo gli Alleati riuscirono a sloggiare i giapponesi dal pericoloso aeroporto di Munda in [[Nuova Georgia]], pur a prezzo di una [[Campagna della Nuova Georgia|faticosa lotta]]. Halsey e Nimitz rimasero colpiti dalla difficile campagna e non intendevano sprecare le loro modeste forze contro ogni singola isola in mano nipponica; sfruttando, quindi, la superiore mobilità per mare e le notizie d'intelligence pervenute da varie fonti, sbarcarono di sorpresa un reggimento non su [[Kolombangara]] (vicino alla Nuova Georgia) bensì a [[Vella Lavella]]. L'azione prese in contropiede il comando giapponese e inaugurò la cosiddetta ''[[leapfrogging strategy]]'': in tal modo le operazioni furono velocizzate, le perdite contenute e le misure giapponesi vanificate, tanto che già il 1º novembre fu possibile eseguire lo sbarco della [[3rd Marine Division]] a [[Bougainville (isola)|Bougainville]], ancora una volta cogliendo sbilanciata la pur numerosa guarnigione nipponica. Per la campagna Nimitz aveva concesso due portaerei a Halsey, la ''Saratoga'' e la {{nave|USS|Princeton|CVL-23|6}}, che l'ammiraglio adoperò con audacia per colpire nella rada di Rabaul la 2ª Flotta giapponese.<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 500-502, 514-530}}; {{cita|Prados 2012|pp. 306-307, 312-323}}.</ref> La piazzaforte fu progressivamente annientata tra il dicembre 1943 e il febbraio 1944 con una metodica campagna aerea condotta dalla [[Fifth Air Force]] del SWPA, appoggiata dai reparti aeronautici a Bougainville e, in alcune occasioni, da squadre distaccate dalla Fifth Fleet.<ref>{{cita|Prados 2012|pp. 345-349}}.</ref>
==== Le vittorie del 1944-1945 ====
[[File:H62233.jpg|thumb|Nimitz (destra) con Spruance (centro) e un ufficiale dell'esercito visitano l'atollo di Kwajalein poco dopo la sua conquista]]
Nell'agosto 1943 Nimitz aveva posto al comando della Fifth Fleet il viceammiraglio Spruance per aprire un secondo fronte nel perimetro difensivo giapponese, come stabilito alla [[Conferenza di Washington (1943)|conferenza di Washington]] non senza aspre discussioni: il generale MacArthur, infatti, aveva cercato di farsi assegnare la priorità nell'invio di rinforzi per continuare l'avanzata dal Pacifico sud-occidentale alla volta delle Filippine e solo dopo molte insistenze il compromesso della doppia avanzata era stato accettato. Nimitz e Spruance accoppiarono la strategia del salto delle isole all'accresciuta disponibilità di risorse navali nella [[campagna delle isole Gilbert e Marshall]] (novembre 1943-febbraio 1944) con risultati clamorosi e la completa disarticolazione delle difese esterne giapponesi, culminata con la [[Operazione Hailstone|distruzione di Truk]], la grande base d'oltremare della Marina imperiale. La pianificazione e realizzazione della campagna fornì preziose esperienze di [[guerra anfibia]] – utilizzo di natanti specializzati, metodologia di bombardamento pre-sbarco, supporto aereo alle prime ondate. Servì inoltre ad accentuare lo studio di ogni aspetto e fase di un attacco dal mare, comprese le variazioni di marea che, durante la [[battaglia di Tarawa]], erano state trascurate e avevano avuto ripercussioni tattiche importanti; sempre a Tarawa, Nimitz e lo stato maggiore della Pacific Fleet affrontarono per la prima volta uno sbarco contro coste ben fortificate, traendone preziose lezioni. Le operazioni nelle Marshall furono segnate da due cruciali scelte operate da Nimitz: l'attacco agli atolli più occidentali come [[Kwajalein]] e [[Majuro]], che egli indovinò essere molto meno muniti rispetto a quelli orientali; e l'occupazione di isole vicino a quelle designate come obiettivi primari. La conquista di simili isole, in sé prive di valore strategico, consentì infatti di scaricarvi i rifornimenti e i materiali a bordo dei trasporti (liberando intere squadriglie logistiche) e di piazzarvi batterie di artiglieria, pronte ad appoggiare i reparti nell'assalto principale: tali stratagemmi furono presto codificati e dovevano divenire normale prassi.<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 545-549, 594-600}}.</ref> Sempre in questo periodo maturò lo scontro tra Nimitz e il gruppo di ammiragli che aveva ricevuto una compiuta formazione in aeronautica, il cui capo informale era l'ambizioso viceammiraglio [[John H. Towers]] che aveva la qualifica di Commander Air Force, Pacific Fleet sin dall'ottobre 1942. Towers riteneva che i suoi colleghi dovessero assumere tutte le massime cariche di comando nel teatro di guerra del Pacifico, stante la cruciale importanza delle portaerei; in particolare dichiarava di dover rimpiazzare Nimitz, che non aveva un brevetto da pilota. Per quanto lo detestasse, Nimitz riconobbe le innegabili capacità organizzative di Towers e all'inizio del 1944 concesse che tutti i comandanti senza brevetto fossero affiancati da capi di stato maggiore con la qualifica di pilota (e viceversa). Lo nominò infine suo vice per il resto della seconda guerra mondiale.<ref name=H244/><ref>{{cita|MacIntyre 1971|pp. 73-74}}.</ref>
[[File:Franklin D. Roosevelt, General MacArthur, Admiral Nimitz, and Laehy in Waikiki, Hawaii - NARA - 197116.jpg|thumb|left|Da sinistra MacArthur, il presidente Roosevelt e l'ammiraglio [[William Leahy]] ascoltano Nimitz esporre la propria strategia per il Pacifico: da questa riunione scaturì la decisione di rioccupare le Filippine]]
La serie di successi nelle Marshall fu replicata in estate con la [[Campagna delle isole Marianne e Palau|conquista delle Marianne meridionali]] e la [[Battaglia del Mare delle Filippine|sconfitta]] inflitta alle portaerei giapponesi il 19 e 20 giugno 1944; la sanguinosa conquista di [[Saipan]], [[Tinian]] e la ricattura della vecchia colonia di [[Guam]] fornirono agli Stati Uniti preziose basi avanzate per intraprendere una [[Bombardamenti sul Giappone durante la seconda guerra mondiale|campagna di bombardamenti strategici sul Giappone]].<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 653-690}}.</ref> Nimitz anzi, affiancato da Spruance, sostenne che fosse giunto il momento per un attacco diretto alle coste nipponiche, o in alternativa alla [[Taiwan sotto il dominio giapponese|colonia di Formosa]]; egli riteneva che ormai la Pacific Fleet potesse gestire una tale operazione. In ogni caso, il JCS declinò questi progetti e preferì mettere allo studio la liberazione delle Filippine, anche a causa dell'intransigenza del generale MacArthur che aveva fatto della riconquista dell'arcipelago un punto d'onore. Inizialmente dubbioso, dopo un'assemblea a Pearl Harbor a fine luglio 1944 Nimitz accondiscese al piano, poiché riconobbe che strappare le Filippine all'Impero giapponese avrebbe avuto comunque l'effetto di tagliar fuori le isole metropolitane dalle fonti di materie prime nelle ex Indie olandesi, oltre a eliminare pericolose basi aeronautiche: i primi sbarchi furono prospettati per l'inizio del 1945.<ref>{{cita|Gailey 1983|pp. 10-12}}.</ref> Nell'attesa, Nimitz e MacArthur concordarono per un'operazione accessoria nelle [[Palau (stato)|isole Palau]] a sud-est di [[Mindanao]], allo scopo di impadronirsi dei locali aeroporti nipponici e coprire il fianco meridionale della futura avanzata. L'ammiraglio fece inoltre ruotare il comando della Quinta Flotta da Spruance a Halsey e ridenominò la grande squadra come Third Fleet, sebbene tutte le sue componenti rimanessero invariate. Halsey completò una serie di incursioni sulle Palau e sulle [[Isole Caroline|Caroline]] occidentali tra agosto e settembre, che ebbero un tale successo da convincere egli e i suoi superiori a rivedere tutta la pianificazione strategica: Nimitz e MacArthur ebbero ordine di invadere l'[[Leyte (isola)|isola di Leyte]] dal 20 ottobre.<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 703-705}}.</ref> I piani per le Caroline e per la Palau settentrionali furono messi da parte, ma non l'attacco alle isole di [[Peleliu]] e [[Angaur]] che fu confermato per il 15 settembre, sulla base di informazioni d'intelligence che avevano fornito un quadro del potenziale giapponese nel settore superiore alla realtà. Ne nacque una [[Battaglia di Peleliu|brutale battaglia]] che, alla fine, fruttò ben miseri risultati. La campagna delle Palau è stata spesso indicata come uno dei pochi, veri errori di Nimitz; sembra che l'ammiraglio fosse stato contagiato dall'ottimismo del comandante della 1st Marine Division incaricata dell'attacco a Peleliu (maggior generale [[William Rupertus]]) al punto tale da non prevedere alcuna riserva per i primi giorni dell'operazione anfibia.<ref>{{cita|Gailey 1983|pp. 21-23, 189}}.</ref> Nimitz reagì poi con fastidio a un telegramma di Halsey del 13 settembre, nel quale il sottoposto raccomandava di annullare la conquista di Peleliu e procedere tutt'al più con l'occupazione di [[Ulithi]], atollo indifeso e dall'ampia rada: ribatté che ormai i gruppi navali erano in movimento verso l'obiettivo. Soprattutto non inoltrò quella parte del telegramma al JCS, in quel momento alla [[seconda conferenza di Québec]] e che infine autorizzò ad anticipare l'invasione di Leyte. Nimitz non fornì mai una spiegazione per questa sua decisione.<ref>{{cita|Gailey 1983|pp. 34, 190}}.</ref><ref>{{cita|MacIntyre 1971|pp. 10-17}}.</ref>
[[File:208-PU-70A-6_(26096490126).jpg|thumb|Nimitz illustra al Segretario della Marina [[James Vincent Forrestal]] i piani per Iwo Jima: notare, al colletto, le cinque stelle disposte in circolo (simbolo del grado di ammiraglio della flotta)]]
La [[Campagna delle Filippine (1944-1945)|riconquista delle Filippine]] si aprì come stabilito il 20 ottobre con un [[Battaglia di Leyte|grande sbarco]] a Leyte, causa prima della quasi contemporanea [[battaglia del Golfo di Leyte]]:<ref>{{cita|MacIntyre 1971|p. 43}}.</ref> un complesso scontro aeronavale che mise a nudo le debolezze della bicefalia del comando americano nel Pacifico e andò vicino a risolversi in un disastro per la macchina militare statunitense. Infatti, con questa vasta operazione combinata, il POA e il SWPA si trovarono fianco a fianco, ma non si volle provvedere a struttura di comando unificata. Perciò la [[United States Seventh Fleet]], incaricata materialmente dell'operazione anfibia, dell'appoggio tattico e della logistica, rimase alle dipendenze del generale MacArthur, mentre la vigilanza in alto mare spettò alla Third Fleet di Halsey con ben 17 portaerei e moderne navi da battaglia, che rispondeva però a Nimitz.<ref>{{cita|MacIntyre 1971|pp. 25, 33-36}}.</ref> Potenti e mobili, le due formazioni non agirono con coordinazione e le comunicazioni furono spesso parziali e frammentarie; Halsey era ossessionato dall'idea di attirare in battaglia la Marina imperiale, lasciò che fossero le portaerei di scorta della Settima Flotta a occuparsi degli aeroporti giapponesi nelle Filippine e, poi, si lanciò a nord di Leyte alla notizia dell'avvistamento delle quattro portaerei della 3ª Flotta nipponica. Ne risultò che il grosso della 2ª Flotta giapponese riuscì a raggiungere, quasi senza opposizione, il Golfo di Leyte gremito di mezzi da sbarco<ref>{{cita|MacIntyre 1971|pp. 70, 76-77}}.</ref> e Nimitz arrivò a contattare direttamente Halsey per imporgli di rimandare a sud una grossa parte della Terza Flotta (che comunque arrivò troppo tardi per intercettare le navi nipponiche, respinte con molti sacrifici dal naviglio sottile della Settima Flotta).<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 772-788, 799}}.</ref> In seguito si scatenarono polemiche tempestose attorno alla figura di Halsey e lo stesso Nimitz lo biasimò per il comportamento tenuto, ma lo mantenne al suo posto anche a causa della sua popolarità.<ref>{{cita|MacIntyre 1971|pp. 154-155}}.</ref> I combattimenti a Leyte proseguirono fino a dicembre e si allargarono a [[Mindoro]], sulla quale truppe del generale MacArthur [[Battaglia di Mindoro|sbarcarono a metà dicembre]] con il valido supporto della Settima Flotta, mentre la Terza Flotta mantenne la pressione sulle basi nipponiche nell'arcipelago prima di condurre, nel gennaio 1945, una [[Operazione Gratitude|grande incursione]] nel [[Mar Cinese Meridionale]]: essa servì a coprire l'[[invasione del Golfo di Lingayen]], prologo alla distruzione delle migliori unità terrestri giapponesi a [[Luzon]] e alla [[Battaglia di Manila (1945)|sofferta liberazione di Manila]].<ref>{{cita|Millot 2002|pp. 808-820}}.</ref> Intanto, il 19 dicembre 1944, Nimitz era stato investito dell'alto grado di [[ammiraglio della flotta]], creato pochi giorni prima dal Congresso e che egli condivise con pochi altri: il rango era permanente.<ref name=history.navy.mil/>
[[File:Admiral Chester Nimitz signs as Supreme Allied Commander during formal surrender ceremonies on the USS Missouri.jpg|thumb|left|Nimitz appone la sua firma al documento di resa del Giappone]]
Le operazioni tra le Filippine dragarono più forze e durarono più a lungo di quanto previsto, tanto da ritardare gli sbarchi a [[Iwo Jima]] e [[Isola di Okinawa|Okinawa]]. Nimitz aveva ricevuto disposizioni di studiare l'attacco alle due isole il 2 ottobre 1944, dopo che ogni piano in merito a Formosa era stato ufficialmente scartato: sarebbero serviti {{formatnum:200000}} uomini (non disponibili per il fronte del Pacifico) e non si conoscevano con esattezza le misure difensive della più antica colonia giapponese.<ref>{{cita|Ford 2017|pp. 267-268, 271}}.</ref> Nimitz e il suo stato maggiore, trasferitisi in gennaio a Guam per essere più vicini ai teatri operativi, elaborarono con attenzione i due sbarchi previsti in un primo tempo per il 20 gennaio e il 1º marzo 1945 rispettivamente; fu messa in campo la pressoché totalità della Pacific Fleet e le sei divisioni dell'[[United States Marine Corps]], tre per aggredire Iwo Jima e tre altre, inquadrate nella [[Tenth United States Army]] con divisioni dell'esercito, per la campagna su Okinawa. Le due battaglie, combattute [[Battaglia di Iwo Jima|nel febbraio-marzo]] e [[Battaglia di Okinawa|tra aprile e giugno]], furono segnate da gravi perdite per ambo gli schieramenti e dall'intensa partecipazione dei ''[[kamikaze]]'', causa in particolare di insostenibili pressioni psicologiche per gli equipaggi e i comandi navali in zona d'operazioni. Infatti Spruance, che dalla fine del gennaio 1945 era tornato a dirigere la Quinta Flotta, ottenne da Nimitz di cedere con anticipo il posto a Halsey, cambio avvenuto il 26 maggio 1945 nel pieno della battaglia a Okinawa.<ref>{{cita|Ford 2017|pp. 281-284}}; {{cita|Millot 2002|pp. 852, 943}}.</ref> Nel mentre, in aprile, il JCS aveva inoltrato la direttiva di pianificazione per l'[[Operazione Downfall|attacco diretto]] al Giappone, operazione peraltro che suscitò molte perplessità e discussioni per le paventate, alte perdite; in ogni caso l'[[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|impiego delle bombe atomiche]] catalizzò gli avvenimenti, il 15 agosto l'Impero nipponico accettò la [[dichiarazione di Potsdam]] e si arrese.<ref>{{cita|Ford 2017|p. 294}}; {{cita|Millot 2002|pp. 977-989}}.</ref> Nimitz era stato informato della nuova arma nucleare nel febbraio 1945 da un emissario del generale [[Leslie Groves]] e generalmente non si espresse pro o contro, sebbene il biografo ufficiale Elmer B. Potter abbia puntualizzato che Nimitz fosse un poco a disagio a proposito della bomba atomica.<ref name=atomicheritage.org>{{cita web|url= https://www.atomicheritage.org/profile/chester-w-nimitz|titolo= Chester W. Nimitz|lingua= en|accesso= 23 settembre 2021}}</ref> Il 2 settembre partecipò alla cerimonia a bordo della nave da battaglia {{nave|USS|Missouri|BB-63|6}} per ufficializzare la capitolazione nipponica e, in rappresentanza del governo statunitense, appose la propria firma allo [[Atto di resa giapponese|strumento di resa giapponese]]:<ref>{{cita|Millot 2002|p. 997}}.</ref> a quell'epoca era alla testa di una Pacific Fleet formata da oltre 2 milioni di effettivi, {{formatnum:5000}} navi e {{formatnum:20000}} aerei.<ref name=pacificwarmuseum.org/>
=== CNO e incarichi nella vita civile ===
[[File:80-G-1009222 (30419291180).jpg|thumb|Nimitz fotografato nella sua abitazione di Berkeley nel settembre 1954: si nota l'amputazione dell'anulare sinistro]]
Nimitz rientrò negli Stati Uniti come un eroe nazionale e partecipò a diverse parate in suo onore, comprese due a [[Dallas]] e ad [[Austin]]; visitò quindi la cittadina natale Fredericksburg, dove ricevette una calorosa accoglienza e partecipò a un sontuoso banchetto organizzato nella sala da ballo dell'hotel di famiglia; infine sostò a Kerrville per ritirare il diploma finalmente rilasciatogli dalla Tivy High School.<ref name=pacificwarmuseum.org/> Arrivato a Washington, il 5 ottobre parlò a una sessione del Congresso sul potere marittimo nella nuova età atomica: a suo modo di vedere, essa imponeva, più che l'abolizione delle forze armate tradizionali, una loro trasformazione.<ref name=atomicheritage.org/> Il 26 novembre, a Pearl Harbor, Nimitz cedette il posto di CINCPAC a Spruance durante una solenne cerimonia. Prese quindi un aereo che lo riportò alla capitale, dove il 15 dicembre subentrò all'ammiraglio King come nuovo CNO per un mandato di due anni. Da questa posizione egli si dedicò alla metodica riduzione di personale, unità, mezzi e basi della marina oramai in esubero, ma al contempo introdusse tecnologie all'avanguardia, come la prima generazione di [[Aereo a reazione|aerei a reazione]]; nel clima di [[guerra fredda]] fu fautore del dispiegamento avanzato di scaglioni nelle acque del [[mar Mediterraneo]] e del [[Medio Oriente]] e lavorò con grande energia per adattare la marina alle disposizioni del [[National Security Act del 1947]].<ref name=history.navy.mil/><ref>{{cita web|url= https://www.usna.edu/Notables/featured/05nimitz.php|titolo= Chester W. Nimitz biography|lingua= en|accesso= 24 settembre 2021}}</ref>
Il 15 dicembre 1947 Nimitz lasciò il servizio militare attivo;<ref name=kgbudge.com/> il 1º gennaio 1948 fece rapporto al [[Segretario alla Marina degli Stati Uniti d'America|Segretario della Marina]] e formalizzò il suo passaggio nella lista degli ufficiali a riposo, per poi trasferirsi con la famiglia a [[Berkeley (California)|Berkeley]] e, in seguito, nei quartieri navali di [[Yerba Buena Island]] in mezzo alla baia di San Francisco. Tuttavia non si ritirò del tutto dalla vita pubblica, dato che nel marzo 1949 accettò di rivestire il ruolo di amministratore speciale per il previsto [[plebiscito]] sul [[Kashmir]], sebbene all'inizio del 1950 esso fu annullato [[Conflitto del Kashmir|con il peggiorare della situazione]] nella regione. Richiese, allora, di divenire [[ambasciatore di buona volontà]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], veste nella quale tenne diverse conferenze.<ref name=history.navy.mil/><ref name=atomicheritage.org/> Nel 1951 fu contattato dal presidente [[Harry S. Truman]] per presiedere a una pianificata "Commission on International Security and Industrial Rights" che, in ultimo, non vide la luce per l'opposizione del Congresso. Nel frattempo Nimitz si era dedicato con crescente impegno agli affari della comunità cittadina di [[San Francisco]] e, quell'anno stesso, fu eletto presidente onorario della [[Naval Historical Foundation]], pur mantenendo la sua presenza nel mondo della marina militare (dove era figura tenuta in alta considerazione). Dal 1952 al 1960 fu rettore dell'[[Università della California]], un ruolo che gli consentì tra le altre cose di portare avanti la riappacificazione con l'ex nemico giapponese; in particolare, Nimitz gestì la raccolta fondi per restaurare la vecchia nave da battaglia [[pre-dreadnought]] {{nave||Mikasa|nave da battaglia|2}}, danneggiata durante la guerra, e farne una [[nave museo]].<ref name=history.navy.mil/> Nel 1961 tornò per l'ultima volta a Fredericksburg su invito del vicepresidente [[Lyndon B. Johnson]].<ref name=pacificwarmuseum.org/>
=== Morte ===
Chester Nimitz morì nella sua casa di Yerba Buena Island il 20 febbraio 1966, pochi giorni prima di compiere 81 anni. Gli furono tributati funerali di Stato, ma non fu sepolto al [[cimitero nazionale di Arlington]]: come da testamento, fu inumato al Cimitero nazionale Golden Gate di [[San Bruno (California)|San Bruno]] dove si trovavano già suoi ex commilitoni. Negli anni successivi ebbero una tomba vicino alla sua gli ammiragli Spruance, [[Charles Lockwood]] e sua moglie Katherine.<ref name=pacificwarmuseum.org/>
In suo onore la United States Navy gli intitolò, nel 1972, la portaerei a propulsione nucleare {{nave|USS|Nimitz||6}}, unità capostipite dell'[[classe Nimitz|omonima classe]].
== Famiglia ==
Chester Nimitz si fidanzò a inizio Novecento con Catherine Vance Freeman, con la quale convolò a nozze nel 1913.<ref name=pacificwarmuseum.org/> La coppia ebbe quattro figli: Catherine "Kate", Chester Jr., Anna e Mary.<ref name=atomicheritage.org/> Il secondogenito seguì le orme paterne ed entrò in marina come ufficiale sommergibilista; combatté nella seconda guerra mondiale e fece parte del gruppo tecnico che risolse i frustranti problemi dei siluri statunitensi, che spesso, nella prima parte del conflitto, non esplodevano all'impatto. Andò in pensione con il grado di contrammiraglio.<ref name=kgbudge.com/>
Nimitz era una persona precisa e puntuale, che non tollerava i ritardi e in genere non apprezzava molto i politici; fu sempre scettico, inoltre, sull'introduzione di personale non combattente femminile. Tra le sue passioni c'erano la musica classica, gelati dai gusti bizzarri e lunghe passeggiate con il suo [[Schnauzer medio|schnauzer]] Mak, che quando poteva, condivideva con lo stimato collaboratore Spruance. Su consiglio del suo medico personale iniziò a praticare il [[tiro a segno]] con la pistola come attività ricreativa.<ref name=kgbudge.com/> Nimitz confessò più volte a sua moglie di considerare con un certo rammarico il lancio degli ordigni atomici, poiché secondo lui l'Impero giapponese era già stato sconfitto nell'estate 1945.<ref name=atomicheritage.org/>
== Onorificenze ==
Tutti i dati sono stati tratti da:<ref name=history.navy.mil/> e<ref name=pacificwarmuseum.org/>.
=== Statunitensi ===
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Navy Distinguished Service Medal ribbon.svg
|nome_onorificenza = Navy Distinguished Service Medal con 2 stelle d'oro
|collegamento_onorificenza = Navy Distinguished Service Medal
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = National Defense Service Medal ribbon.svg
|nome_onorificenza = National Defence Service Medal
|collegamento_onorificenza = National Defence Service Medal
|motivazione =
}}
=== Estere ===
{{Onorificenze
|immagine = Order of the Bath (ribbon).svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran croce dell'Ordine del Bagno
|collegamento_onorificenza= Ordine del Bagno
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Pacific Star.gif
|nome_onorificenza = Pacific Star
|collegamento_onorificenza = Pacific Star
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = GRE Order of George I - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran croce con spade dell'Ordine di Giorgio I
|collegamento_onorificenza = Ordine di Giorgio I
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Philippine Medal of Valor ribbon.jpg
|nome_onorificenza = Medaglia al valore
|collegamento_onorificenza = Medaglia la valore delle forze armate filippine
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Order of Precious Tripod with Grand Cordon ribbon.png
|nome_onorificenza = Gran cordone dell'Ordine del sacro treppiede
|collegamento_onorificenza = Ordine del sacro treppiede
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Cross of Military Merit (Guatemala).png
|nome_onorificenza = Croce al merito militare (I classe)
|collegamento_onorificenza = Croce al merito militare (Guatemala)
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Order of Orange-Nassau ribbon.svg
|nome_onorificenza = Ordine di Orange-Nassau con spade in luogo della Gran croce
|collegamento_onorificenza = Ordine di Orange-Nassau
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Legion Honneur Chevalier ribbon.svg
|nome_onorificenza = Grand'ufficiale della Legion d'onore
|collegamento_onorificenza = Legion d'onore
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Order of Carlos Manuel de Céspedes - Grand Cross (Cuba) - ribbon bar v. 1926.png
|nome_onorificenza = Gran croce dell'Ordine di Carlos Manuel de Cespedes
|collegamento_onorificenza = Ordine di Carlos Manuel de Cespedes
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = ARG Order of the Liberator San Martin - Knight BAR.png
|nome_onorificenza = Ordine del liberatore San Martín
|collegamento_onorificenza = Ordine del liberatore San Martín
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = BEL Kroonorde Ridder BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran croce dell'Ordine della Corona con palma
|collegamento_onorificenza = Ordine della Corona (Belgio)
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = BEL Croix de Guerre 1944 ribbon.svg
|nome_onorificenza = Croix de guerre con palma
|collegamento_onorificenza = Croix de guerre 1940-1945 (Belgio)
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Cavaliere BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran croce dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza = Ordine militare d'Italia
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Order of Abdon Calderon First Class.svg
|nome_onorificenza = Ordine di Abdon Calderón, I classe con stella in oro
|collegamento_onorificenza = Ordine di Abdon Calderón
|motivazione =
}}
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome= Ford|nome= Douglas|titolo= La guerra del Pacifico|editore= il Mulino|città= Bologna|anno= 2017|annooriginale= 2012|ISBN= 978-88-15-26426-8|cid= Ford 2017}}
* {{cita libro|cognome= Frank|nome= Richard B.|titolo= Guadalcanal. The Definitive Account of the Landmark Battle|editore= Random House|città= New York|anno= 1990|ISBN= 0-394-58875-4|cid= Frank 1990}}
* {{cita libro|cognome= Gailey|nome= Harry A.|titolo= Peleliu: 1944|url= https://archive.org/details/peleliu19440000gail|editore= The Nautical & Aviation Publishing Company of America, Inc.|città= Annapolis (MA)|anno= 1983|ISBN= 0-933852-41-X|cid= Gailey 1983}}
* {{cita libro|cognome= Hone (a cura di)|nome= Thomas C.|titolo= The Battle of Midway|editore= Naval Institute Press|città= Annapolis ([[Maryland|MA]])|anno= 2013|ISBN= 978-1-68247-030-5|cid= Hone 2013}}
* {{cita libro|cognome= MacIntyre|nome= Donald|titolo= La battaglia del Golfo di Leyte|editore= Ermanno Albertelli|città= Bologna|anno= 1971|isbn=no}}
* {{cita libro|cognome= Millot|nome= Bernard|titolo= La Guerra del Pacifico|editore= Biblioteca Universale Rizzoli|città= Milano|anno= 2002|annooriginale= 1967|ISBN= 88-17-12881-3|cid= Millot 2002}}
* {{cita libro|cognome= Morton|nome= Louis|titolo= United States Army in World War II. The War in the Pacific. Strategy and Command: The First Two Years|editore= Department of the Army|città= Washington|anno= 1962|url= https://www.ibiblio.org/hyperwar/USA/USA-P-Strategy/index.html|isbn=no|cid= Morton 1962}}
* {{cita libro|cognome= Prados|nome= John|titolo= Islands of Destiny. The Solomons Campaign and the Eclipse of the Rising Sun|editore= Penguin Group|città= New York|anno= 2012|ISBN= 978-0-451-41482-3|cid= Prados 2012}}
== Voci correlate ==
* [[Erich Raeder]]
* [[John Tovey]]
* [[Anton Haus]]
* [[Raffaele de Courten]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|https://www.history.navy.mil/research/histories/biographies-list/bios-n/nimitz-chester-w.html|Nimitz, Chester William|lingua= en}}
* {{cita web|http://pwencycl.kgbudge.com/N/i/Nimitz_Chester_W.htm|The Pacific War online Encyclopedia: Nimitz, Chester|lingua= en}}
* {{cita web|https://www.pacificwarmuseum.org/about/admiral-nimitz|Admiral Nimitz - National Museum of the Pacific War|lingua= en}}
* {{cita web|https://www.atomicheritage.org/profile/chester-w-nimitz|Chester W. Nimitz|lingua= en}}
{{Controllo di autorità}}
{{
[[Categoria:Ufficiali della United States Navy|Nimitz, Chester]]
[[Categoria:
[[Categoria:Sepolti nel Cimitero nazionale di Arlington]]
[[Categoria:Germano-statunitensi]]
|