Atti degli Apostoli: differenze tra le versioni
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Gli '''Atti degli Apostoli''' sono un testo contenuto nel [[Nuovo Testamento]], scritto in [[Koinè|greco antico]]. La sua redazione definitiva risale probabilmente attorno all'[[80]]-[[90]]<ref name="Bianchi">Francesco Bianchi, ''Atti degli Apostoli'', Città Nuova, 2003.</ref>, ma sono state proposte anche datazioni verso il [[60]]-[[70]] d.C<ref name="Bianchi"/>. La tradizione cristiana lo attribuisce a [[Luca evangelista|Luca]], collaboratore di [[Paolo di Tarso|Paolo]] e autore del ''[[Vangelo secondo Luca]]''.<ref group=Nota>I primi riferimenti a Luca come autore dell'opera si hanno già alla fine del II secolo, in particolare nel canone antimarcionita (cfr. Francesco Bianchi, ''Atti degli Apostoli'', Città Nuova, 2003).</ref>
''Atti'' è composto da 28 capitoli e narra la storia della comunità cristiana dall'[[ascensione di Gesù]] ({{Passo biblico|At|1,6-11|libro=no}}) fino all'arrivo di [[Paolo di Tarso|Paolo]] a Roma ({{Passo biblico|At|28,16|libro=no}}), coprendo un periodo che spazia approssimativamente dal [[30]] al [[63]] d.C. Oltre che su Paolo, l'opera si sofferma diffusamente anche sull'operato dell'apostolo [[Pietro (apostolo)|Pietro]].
Il libro descrive il rapido sviluppo, l'espansione e l'organizzazione della testimonianza cristiana prima tra i giudei e poi nelle nazioni che si affacciano sul [[Mediterraneo]].
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=== Autore e canonicità ===
La tradizione della chiesa antica è concorde nell'attribuire a [[Luca evangelista|Luca]] sia il ''Vangelo secondo Luca'' che gli ''Atti''. [[Ireneo di Lione]] (''Contro le eresie'' 3,14,1; 15,1) afferma che Luca, [[discepolo]] di Paolo, raccontò negli ''Atti'' i suoi viaggi con Paolo; attribuiscono inoltre gli ''Atti'' a Luca anche [[Tertulliano]] (''Contro Marcione'' 4.2.2), [[Clemente Alessandrino]] (''Pedagogo'' 2.1.15 e ''Miscellanea'' 5.12.82) come anche il [[canone muratoriano|Frammento muratoriano]] del II secolo. I manoscritti Michigan 1571 del terzo secolo e [[Chester Beatty I]] (circa 250), uno dei più antichi [[manoscritto|manoscritti]] esistenti del [[Nuovo Testamento]], contengono parti del libro degli Atti<ref>F. F. Bruce, ''The Acts of the Apostle. The Greek Text with Introduction and Commentary'' Grand Rapids, Eerdmans 1990 (terza edizione riveduta), Capitolo XI, ''The Text of Acts'', pp. 69-80.</ref>. Il libro "neo biblico" di Atti quindi circolava nei primi secoli come parte del catalogo accettato dalle chiese.
Luca sarebbe quindi da intendersi come il medico citato più volte nelle lettere di Paolo (''[[Lettera ai Colossesi]]'', {{passo biblico|Col|4,4|libro=no}}, ''[[Lettera a Filemone]]'', {{passo biblico|Fmt|24,2|libro=no}}, ''[[Seconda lettera a Timoteo]]'' {{passo biblico|Tm|4,11|libro=no}}), anche se della sua presunta professione di medico non vi è prova e in merito al linguaggio da lui usato "studi successivi hanno provato che il linguaggio di Luca non è più tecnico di altri autori dei quali sappiamo che non erano medici".<ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, p. 881, ISBN 88-399-0054-3.</ref>
Oltre che nell'evidenza esterna fornita dalla successiva tradizione cristiana, l'attribuzione di ''Atti'' a Luca trova riscontro anche in indizi interni all'opera: sono significativi, in particolare, alcuni passaggi scritti alla prima persona plurale, che riflettono verosimilmente appunti presi dell'autore<ref name="Marshall">I. Howard Marshall, ''The Acts of the Apostles: an introduction and commentary'', 1980.</ref> mentre accompagnava Paolo.
Tali passaggi, riportanti la prima persona plurale (''«noi»''), sono però ritenuti da molti studiosi, anche cristiani, non essere riferibili al personaggio di Luca. Ad esempio, gli studiosi del ''Nuovo Grande Commentario Biblico''<ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, ''Nuovo Grande Commentario Biblico'', Queriniana, 2002, pp. 880, 944, ISBN 88-399-0054-3. (Cfr anche: Bart Ehrman, ''Il Nuovo Testamento'', Carocci Editore, 2015, pp. 275, 282, ISBN 978-88-430-7821-9.).</ref> ritengono che "l'interpretazione dei tratti che distinguono il Paolo lucano è difficilmente conciliabile con l'ammissione che il libro degli Atti sia stato scritto da un compagno di Paolo" e "il fatto che Luca stesso sia storicamente distante da Paolo è suffragato fortemente da numerosi fattori che mancano nel ritratto che egli ne fa: non conosce affatto le sue lettere, né l'immagine ampiamente emergente dalle lettere, di un Paolo motivo di controversia nella chiesa né alcuna differenza, o quasi, tra la missione di Paolo e quella, p. es., di Pietro, o di Stefano, o di Filippo. Luca è lo storico che riassume e dà contorni al passato; non è, in nessuno dei due suoi libri, un attore della storia che ci narra" e "il «noi» è più probabilmente un espediente stilistico che un segnale di materiale proveniente da altra fonte e assunto in modo così brusco"<ref group="Nota">Aggiungono tali esegeti, in merito ai rapporti di Luca con Paolo, che "poiché Luca negli Atti mostra di avere scarsa dimestichezza con la teologia di Paolo e di non conoscerne le lettere, pare che la sua associazione con lui riguardasse solo un periodo iniziale, prima che Paolo sviluppasse in pieno la sua teologia e si impegnasse a scrivere importanti lettere alle sue comunità, e prima del «Concilio» di Gerusalemme. Ad ogni modo cercherebbe invano chi pretendesse di trovare in Lc-At le più che semplici tracce della teologia paolina".</ref>.
Anche gli studiosi dell'interconfessionale [[Bibbia TOB]]<ref>Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, pp. 2484-2485, ISBN 88-01-10612-2.</ref>, sollevano dubbi in merito: "La concordanza del pensiero degli Atti con quello delle lettere di Paolo resta perlomeno problematica in certi punti, per di più importanti, come, per esempio, la nozione di apostolato oppure il ruolo della legge. Similmente, certe affermazioni o certi silenzi degli Atti risultano veramente sorprendenti: come può, ad esempio, un compagno di Paolo, che di solito si mostra così interessato al problema della conversione dei pagani, non parlare della crisi dei Galati? Questi problemi sono reali" e gli studiosi della [[École biblique et archéologique française]] (i curatori della [[Bibbia di Gerusalemme]])<ref>Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 2576, ISBN 978-88-10-82031-5.</ref> rilevano come "seguendo sant'Ireneo, degli esegeti hanno visto nei passi degli Atti che riportano la formula «noi» la prova che Luca fu compagno di Paolo durante il secondo e il terzo viaggio missionario e nel viaggio a Roma via mare. È tuttavia rilevante che Paolo non nomini mai Luca come compagno della sua opera di evangelizzazione. Questo «noi» sembrerebbe dunque piuttosto la traccia di un Diario di viaggio tenuto da un compagno di Paolo (Sila?) e utilizzato dall'autore degli Atti". [[Raymond Edward Brown|Raymond Brown]]<ref>Raymond E. Brown, ''The Birth of the Messiah'', Doubleday, 1993, p. 236, ISBN 0-385-47202-1.</ref>, in relazione alla teoria che Luca fosse il compagno di viaggio di Paolo, osserva inoltre che "questa identificazione è ora ampiamente messa in discussione a causa delle inesattezze dell'autore circa la carriera di Paolo (Gal1:16-17 e Atti 9:19-29) e delle differenze dal pensiero di Paolo come lo conosciamo dalle Epistole Paoline".
Non tutti gli studiosi concordano con questo scetticismo: l'esegeta luterano [[Martin Hengel]], per esempio, ritiene credibile che sia stato proprio Luca a scrivere gli Atti come parziale testimone oculare. Nel suo libro ''Paul Between Damascus and Antioch'', egli afferma: "Contrariamente ad un diffuso pregiudizio anti-Lucano diffuso nel mondo accademico attuale, spesso relativamente ignorante sulla storiografia antica, io ritengo che gli Atti siano stati scritti dopo il [[Vangelo secondo Luca|Terzo Vangelo]] da Luca, "l'amato medico" (Col. 4:14), che accompagnò Paolo nei suoi viaggi da Gerusalemme in poi. In altre parole, credo che sia, in parte, un resoconto oculare per il tardo periodo dell'apostolo, sul quale non abbiamo più alcuna informazione dalle lettere e la considero una fonte di prima mano".<ref name="Paul Between Damascus and Antioch: The Unknown Years">{{Cita libro|nome=Martin|cognome=Hengel|titolo=Paul Between Damascus and Antioch: The Unknown Years|url=https://books.google.it/books?id=PRIKVslqctkC|accesso=
Il prologo di ''Atti'' {{Passo biblico|At|1,1|libro=no}}, inoltre, non solo fa riferimento ad un certo [[Teofilo (Bibbia)|Teofilo]], dedicatario anche del ''[[Vangelo secondo Luca]]'' ({{Passo biblico|Lc|1,1-4|libro=no}}), ma indica espressamente il vangelo come "primo libro". Gli esegeti moderni concordano, quindi, con l'attribuzione di entrambe le opere ad uno stesso autore, principalmente a causa delle «estese concordanze linguistiche e teologiche e riferimenti incrociati tra il Vangelo di Luca e gli Atti».<ref>Udo Schnelle, ''The History and Theology of the New Testament Writings'', p. 259.</ref>
Sull'identificazione dell'autore con il Luca medico e discepolo di Paolo sono state comunque avanzate anche riserve, ad esempio riguardo al vocabolario utilizzato, non specificatamente medico, come era invece apparso in passato.<ref>Si veda la dissertazione di dottorato di H.J. Cadbury, ''The Style and Literary Method of Luke''.</ref> D'altronde per altri critici, Atti è accurato come il Vangelo di Luca. L'accademico [[William M. Ramsay]], docente di Archeologia Classica presso l'[[Università di Oxford]], professore dell'[[Università di Aberdeen]] e studioso del [[Nuovo Testamento]] colloca lo scrittore di Atti "fra gli storici di primo rango" e aggiunge "La prima ed essenziale qualità del grande storico è la verità. Ciò che dice deve essere degno di fede"<ref>W. M. Ramsay, ''St. Paul the Traveller and the Roman Citizen'', London, 1895, p. 4</ref><ref>
Attualmente, molti studiosi fanno, comunque, rilevare come Luca non dimostri conoscenza storico-geografica della Palestina di cui scriveva e il teologo cattolico [[Raymond Edward Brown|Raymond Brown]]<ref>Raymond E. Brown, ''The Birth of the Messiah'', Doubleday, 1993, pp. 239, 395, 413, 447-449, 550-552, 666-668, 682-683, ISBN 0-385-47202-1.</ref> - nel sottolineare le incongruenze storiche lucane e le differenze presenti anche tra Vangelo di Luca<ref group="Nota">In merito al Vangelo attribuito a Luca, così come gli altri tre vangeli canonici, attualmente autorevoli studiosi, anche cristiani, ritengono che non siano stati scritti dagli evangelisti a cui sono attribuiti per tradizione; ad esempio, [[Raymond Edward Brown|Raymond Brown]] - insieme ad altri studiosi, come l'esegeta [[John Dominic Crossan]], tra i cofondatori del [[Jesus Seminar]], e lo storico e biblista [[Bart Ehrman]] - ritiene che i vangeli canonici sarebbero di autori ignoti e sottolinea altresì che tali autori non furono neppure testimoni oculari; nel caso del Vangelo secondo Luca, a differenza degli altri canonici, il fatto di non essere stato testimone oculare si evince anche dalle stesse affermazioni dell'autore ({{Cita passo biblico|Lc1,2}}). (Raymond E. Brown, ''The Birth of the Messiah'', Doubleday, 1993, pp. 27, 573, 236, ISBN 0-385-47202-1; Bart Ehrman, ''Jesus apocalyptic prophet of the new millennium'', Oxford University Press, 1999, pp. 41-48, ISBN 978-0-19-512474-3; John Dominic Crossan, Who killed Jesus?, HarperOne, 1995, pp. 16-26, ISBN 978-0-06-061480-5.).</ref> ed Atti - rileva che "uno studio del Vangelo di Luca e degli Atti mostra che Luca aveva delle carenze come storico [e], per esempio, in Atti 5:36 indica Gamaliele, a metà degli anni '30, riferirsi col passato alla rivolta di Teuda che non si è verificata fino ai '40, e poi Luca genera ulteriore confusione facendo riferire a Gamaliele della rivolta guidata da Giuda il Galileo (AD 6) come se venisse dopo la rivolta di Teuda!"<ref>Cfr anche: Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 2596, ISBN 978-88-10-82031-5.</ref>; anche per la [[Nascita di Gesù]] presentata nel vangelo attribuito a Luca, in merito alla narrazione del censimento<ref>{{Cita passo biblico|Lc2,1-7; At5,36-37}}
Gli esegeti dell'interconfessionale [[Bibbia TOB]]<ref>Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, pp. 2316-2317, ISBN 88-01-10612-2.</ref> sottolineano, inoltre, come spesso Luca dimostri una "mancanza di familiarità con la geografia della Palestina e con diversi usi di questo paese" e, nei resoconti sulla vita di Gesù, "talvolta rivela una profonda indifferenza per la loro cronologia (4,16-30; 5,1-11; 24,51) o per la loro collocazione topografica (10,13-15; 13,34-35; 24,36-49)".
Non tutti condividono però queste critiche: il teologo luterano [[Martin Hengel]], per esempio, loda la conoscenza di Luca della Palestina e dei costumi ebraici dell'epoca, notando come "Luca [...] è mirabilmente ben informato sulle circostanze ebraiche in Palestina, in questo senso paragonabile solo al suo contemporaneo [[Flavio Giuseppe]]" e che "il termine «un viaggio di un giorno di sabato», che appare solo qui nel Nuovo Testamento, presuppone una conoscenza incredibilmente intima — per un greco — delle usanze ebraiche».<ref>{{Cita libro|nome=Martin|cognome=Hengel|titolo=Paul Between Damascus and Antioch: The Unknown Years|url=https://books.google.it/books?id=PRIKVslqctkC|accesso=
=== Luogo e data ===
Non è possibile individuare con certezza il luogo di composizione. La tradizione collega Luca con [[Antiochia di Siria|Antiochia]], ma esistono indizi anche a favore di [[Roma]]<ref name="Marshall"/>. Molti studiosi ritengono inoltre che il libro possa essere stato scritto in [[Grecia]].
Esistono diverse ipotesi anche riguardo alla data di composizione degli ''Atti''. Già nell'antichità venivano proposte sia una data vicina alla morte di Paolo (verso [[67]]) sia una, di poco anteriore, che collocava la stesura degli Atti poco dopo l'arrivo di Paolo a Roma e la sua prima prigionia: questa seconda ipotesi si poggia, in particolare, sul fatto che gli ''Atti'' finiscono proprio con il racconto della prigionia romana di Paolo, da collocarsi verso il [[63]], e se essi fossero stati scritti successivamente, è ragionevole ritenere che Luca avrebbe fornito ulteriori informazioni riguardo a Paolo e alla sua condanna a morte.
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Secondo il volume ''Redating the New Testament'' di [[John Arthur Thomas Robinson]] (1976), sempre a sostegno di questa datazione sono da rilevare i silenzi circa la morte di Giacomo, pilastro della chiesa di Gerusalemme, e la [[Persecuzione dei cristiani nell'Impero romano|persecuzione di Nerone]].<ref>{{cita web|url=https://lanuovabq.it/it/langlicano-liberale-che-anticipa-la-datazione-del-nuovo-testamento|titolo=L'anglicano liberale che anticipa la datazione del Nuovo Testamento|data=6 marzo 2022}}</ref>
[[Adolf von Harnack]] (1851-1930) datò gli Atti degli Apostoli a prima del [[65]], forse prima del [[62]]. [[Josef
Alcuni autori oggi ritengono inoltre che le opere di Luca siano state composte in un arco di tempo relativamente esteso e abbiano trovato la loro redazione definitiva verso il [[70]]<ref name="Marshall"/><ref group=Nota>Una datazione verso la fine degli anni [[60]], quando Luca avrebbe seguito Paolo a Roma per completare l'opera prima della morte dell'apostolo, viene citata anche in Francesco Bianchi, ''Atti degli Apostoli'', Città Nuova, 2003.</ref>. La maggioranza degli studiosi ritiene comunque che la stesura degli ''Atti'' sia avvenuta tra l'[[80]] e il [[90]], subito dopo la composizione del ''Vangelo secondo Luca''<ref name="Bianchi"/>.
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=== Introduzione ===
L'introduzione ({{Passo biblico|At|1,1-26|libro=no}}) si apre con la dedica a Teofilo e narra degli eventi accaduti tra l'[[ascensione di Gesù]] e la vigilia della [[Pentecoste]]. Viene raccontata anche la [[Morte di Giuda|morte di Giuda Iscariota]] e la sua sostituzione con Mattia nel gruppo degli apostoli.
=== Prima sezione ===
La prima sezione ({{Passo biblico|At|2,1-15,40|libro=no}}) racconta i fatti della Pentecoste e la vita della prima comunità di Gerusalemme, concentrandosi sulle figure di Pietro e soprattutto di Paolo, del quale viene narrata la conversione e la partenza da Gerusalemme ({{Passo biblico|At|9|libro=no}}). I viaggi missionari di Paolo si intrecciano quindi con le prime tensioni tra pagani e giudeo-cristiani, che vengono risolte nel [[49]] con il [[Concilio di Gerusalemme]] ({{Passo biblico|At|15|libro=no}}).
=== Seconda sezione ===
La seconda sezione ({{Passo biblico|At|16,1-28,31|libro=no}}) è dedicata ai viaggi apostolici di Paolo, al suo arresto e alla prigionia a [[Cesarea marittima|Cesarea]]. Prosegue quindi con il successivo viaggio verso Roma, con il naufragio a [[Malta]], per concludersi con l'arrivo nella capitale per il processo.
== Simmetria chiastica fra Atti e Vangelo di Luca ==
Le due opere lucane hanno un collegamento strutturale tra di loro molto più profondo
Il primo indizio di una struttura comune si può leggere nello schema geografico in cui Luca ha costretto la narrazione, forse forzando la realtà storica degli eventi. Il Vangelo inizia inserendo la nascita di Gesù nel contesto del decreto con cui Augusto ordina il censimento di tutto l'impero romano, mentre gli Atti si concludono con la predicazione del vangelo di Gesù a Roma, La predicazione di Gesù inizia in Galilea (Luca 4,14), cioè fra i "gentili" (Mt 4,12-15), e prosegue prima in Samaria e Giudea (Luca 9,51-19, 27) e quindi a Gerusalemme (Luca 19,28-23,46), mentre la predicazione della Chiesa segue il cammino inverso iniziando a Gerusalemme (Atti 2-7), proseguendo in Giudea e Samaria (Atti 8-11) e concludendosi nel mondo pagano (Atti 12 e poi 13-28). Questa sequenza di eventi viene sottolineata da Luca all'inizio di Atti tramite il comando di Gesù agli Apostoli di essergli testimoni "a Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria e fino ai confini della terra" (Atti, 1,8).
Il centro della vicenda non è la Passione e Risurrezione di Gesù, ma la sua [[Ascensione di Gesù|Ascensione]], che viene opportunamente raccontata due volte: al termine del Vangelo e all'inizio di Atti. Il significato teologico dell'Ascensione è indicato da Luca tramite il confronto fra inizio e termine del Vangelo. All'inizio, infatti Luca ricorda simbolicamente un atto del culto ebraico, che non può essere portato a termine: Zaccaria esce dal Tempio ma è muto e non può benedire il popolo alzando le mani, come previsto dal culto ebraico; nell'Ascensione, invece, Gesù si manifesta come il vero Sommo Sacerdote che sale al cielo benedicendo la Chiesa nascente con le mani alzate. Il finale del Vangelo, quindi, allude con chiarezza alla teologia, dettagliata nel settimo capitolo della [[Lettera agli Ebrei]], secondo cui il sacerdozio di Cristo è superiore a quello Levitico e all'assistenza che dal cielo Gesù continuerà a fornire alla Chiesa. Vangelo e Atti, quindi, formano un dittico fondato sul parallelismo fra la predicazione di Gesù e quella della Chiesa nascente.
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Il parallelismo può essere riscontrato sin dalle prime pagine dei due libri: Gesù, dopo aver ricevuto lo [[Spirito Santo]] (Luca 3,21-22), si prepara alla sua missione con 40 giorni di preghiera nel deserto; la Chiesa viene preparata alla sua missione da Gesù durante i 40 giorni che precedono l'Ascensione e con la successiva discesa dello Spirito Santo a [[Pentecoste]]. Si osservi, incidentalmente, che le discrepanze fra i due racconti lucani dell'Ascensione sono dovuti alla necessità di inserire solo i dettagli teologicamente rilevanti al libro in cui sono inseriti: la benedizione sacerdotale al termine del Vangelo e i 40 giorni di preparazione all'inizio degli Atti.
Il parallelismo fra i due libri continua nei capitoli successivi (Luca 4-9; Atti 2-7) con l'annuncio dell'avvento del Regno di Dio, testimoniato dai segni indicati dai profeti (Luca 7,18-23): la guarigione dei malati, la cacciata dei demoni, la risurrezione dei morti e il perdono dei peccati. In Giudea e in Samaria, poi, l'attenzione si concentra sulla chiamata degli esclusi dal giudaismo, mentre nei capitoli finali l'annuncio diventa più esplicito ma è accompagnato da persecuzioni nonostante l'innocenza di Gesù e degli apostoli. Alcuni autori hanno stabilito una corrispondenza dettagliata fra i testi dei due libri.<ref>Per esempio:
== Teologia ==
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* Luke Timothy Johnson, Daniel J. Harrington, ''The Acts of the Apostles'', Collegeville, The Liturgical Press, 1992.
* I. Howard Marshall, ''The Acts of the Apostles: an introduction and commentary'', Grand Rapids, Eerdmans, 1980.
* [[Rudolf Pesch]], ''Atti degli Apostoli. Prefazione di Giuseppe Betori'' (= ''Commenti e Studi Biblici. Sezione Commenti Biblici'' s. n.), Assisi, Cittadella, 2ª edizione 2005 [1ª edizione 1992].
* John Moles,
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/nt/atti-degli-apostoli/|titolo=Atti degli Apostoli}}
{{Nuovo testamento}}
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