Ryse: Son of Rome: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
 
(11 versioni intermedie di 2 utenti non mostrate)
Riga 36:
 
==Trama==
Il gioco presenta tecniche di combattimento non realistiche e una violenza eccessiva. Ambientato in una Roma immaginaria sotto il regno di [[Nerone]] . , il generale Marius Titus guida la difesa della città contro un esercito di [[Celti]], riuscendo a mettere in salvo l'imperatore [[Nerone]] all'interno di una [[cripta]] segreta nel palazzo imperiale. Una volta al sicuro e in presenza dell'imperatore, Marius inizia a raccontare la sua storia attraverso un [[flashback]] che ripercorre gli eventi della sua vita , dieci anni prima .
 
Marius, figlio dell'ex legato e [[Senato romano|senatore]] Leontius, è un legionariocenturione ventenne pronto a essere inviato in un avamposto pacifico ad [[Alessandria d'Egitto]] con la [[Legio II Gallica]]. Tuttavia, la sua visita alla famiglia prima della partenza è breve: Roma viene assaltata da un'incursione celtica che semina morte e terrore tra le strade della capitale. Durante gli scontri, i genitori e la sorella minore di Marius vengono brutalmente uccisi, scatenando la sua ira. Dopo aver appreso della tragedia, il comandante Vitellio, amico di Leontius, trasferisce Marius nella [[Legio XIV Gemina]], promettendogli l'opportunità di vendicare la sua famiglia. La legione viene inviata in Britannia, dove subisce un'imboscata lungo le coste di [[Dover]] da parte dei barbari. Marius guida il contrattacco, radunando le truppe sopravvissute e impedendo così la distruzione del resto della flotta.
 
Dopo aver ricevuto notizie di una ribellione in un presidio romano a [[York]], Marius guida le sue truppe in supporto alla legione di Commodo, ormai sconfitta. Durante il tragitto, i Romani subiscono numerose perdite a causa delle incessanti sortite dei Britanni, ma riescono comunque a catturare Re Oswald e sua figlia Boudicca, rifugiati nei pressi di un acquedotto nascosto nella [[foresta di Sherwood]]. La legione di Vitellio marcia fino alle porte della città, dove trova ad attenderli Basilius, l'altro figlio di Nerone, scortato dai suoi [[pretoriani]]. Minacciando di uccidere Boudicca, Basilius costringe il re britanno a confessare che Commodo è stato catturato e ceduto a una tribù barbara oltre il [[Vallo di Adriano]].
Riga 46:
Vitellio e Marius combattono valorosamente al fianco dei loro uomini, riuscendo a guadagnare tempo sufficiente per permettere l'evacuazione del grosso delle truppe romane. Tuttavia, alla fine vengono circondati ai margini del porto dalle forze barbariche. Marius, consapevole della situazione disperata, decide di sacrificarsi per garantire la salvezza di Vitellio e dei suoi soldati. Prima di affrontare il nemico, fa promettere al comandante di usare la sua influenza politica per denunciare il tradimento di Nerone.Marius respinge con determinazione le ondate nemiche fino a quando tutte le navi riescono a salpare, ma viene infine colpito mortalmente e cade dal molo, sprofondando nelle acque oscure del mare. Sul fondo, mentre la vita lo abbandona, viene raggiunto da una dea benevola che gli porge il pugnale di [[Damocle]], simbolo di tradimento e vendetta. Come Damocle, anche Marius è un eroe di guerra tradito dai suoi comandanti e lasciato morire abbandonato ai propri nemici.Giunto negli Inferi, Marius viene riportato in vita dalla dea della vendetta [[Nemesi]], assumendo l'aspetto di un demoniaco centurione nero. Rinvigorito dalla resurrezione, si prepara a braccare e uccidere tutti i generali che lo hanno tradito. Con un nuovo scopo, Marius si dirige verso Roma, ricevendo dall'eterna dea Estate l'ordine di eliminare la stirpe corrotta di Nerone, vendicare la propria famiglia e salvare la città eterna.La sua missione diventa una lotta contro il potere decadente e corrotto dell'imperatore, mentre Marius si confronta con i fantasmi del suo passato e le ingiustizie subite. La sua vendetta non è solo personale; rappresenta anche una battaglia per il destino di Roma stessa. Con determinazione e ferocia, Marius si prepara a scrivere il proprio destino e quello dell'Impero Romano.
 
Ritornato nella sua terra natia, Marius si rende conto del decadente stato in cui Roma è caduta per mano di Nerone. Grazie all'intervento della dea Estate, comprende che non è solo un valoroso e rispettato centurione, ma la reincarnazione stessa di [[Damocle]], lo spirito vendicatore di Roma. A questo punto, Marius avvia il suo piano di vendetta: forgiando personalmente un'armatura e un elmo ispirati a quelli di Damocle, utilizza la sua nuova identità per guadagnarsi la fiducia di Basilius, che gli consente di partecipare come gladiatore ai prossimi giochi nell'[[Anfiteatro Flavio]]. Durante un'udienza privata con Basilius, Marius lo assassina e apprende dalla dea Estate che Nerone può essere ucciso solo con la sua stessa spada. Ora Marius deve affrontare il suo avversario finale, Commodo. Dopo un estenuante combattimento, riesce a [[Decapitazione|decapitarlo]] e mostra la testa del figlio a Nerone, giurando che il prossimo a morire sarà proprio lui. Nerone fugge, chiamando in soccorso i suoi [[pretoriani]]. Fuggito dall'arena, Marius abbandona la sua seconda identità e si riunisce a Vitellio per affrontare l'offensiva barbara guidata da Boudicca. I Romani riescono a tenere testa ai barbari grazie alla loro superiorità tattica e militare, ma Vitellio viene ucciso da Boudicca, che successivamente ingaggia uno scontro diretto con Marius. Il comandante romano riesce a sconfiggere e decapitare la regina barbara, ma la vittoria è amara: entrambi sono consapevoli di essere vittime del doppio gioco di Nerone.
 
Alla fine della narrazione, l'attenzione ritorna al presente, dove Marius e Nerone si trovano rinchiusi nella stessa cripta. Nerone, ormai consapevole che Marius e Damocle sono la medesima persona, fugge, abbandonando il centurione in balia dei suoi pretoriani. Determinato a fermare l'imperatore, Marius si lancia all'inseguimento, ma viene interrotto dall'apparizione di Aquilone, il [[Borea|dio dei venti del nord]]. Aquilone rivela di aver assistito Nerone nel suo piano di distruzione, desiderando vedere Roma cadere e porre fine al suo impero.Sfruttando la distrazione di Marius, Nerone lo pugnala mortalmente alle spalle. Tuttavia, grazie all'intervento della dea Estate, Marius riesce a sopravvivere. Raccolte le sue ultime forze, si scaglia contro Nerone, trascinando entrambi giù dal parapetto del palazzo imperiale. L'imperatore muore trafitto dalla spada dell'enorme statua che lo ritrae, mentre Marius precipita verso il suolo.Nel momento finale, Marius espira, confortato dalla presenza di Estate, che svanisce insieme ad Aquilone annunciando la vittoria del bene sul male. La storia si conclude con la ritirata dell'esercito barbaro, demoralizzato dalla perdita del loro comandante. Marius viene celebrato postumo come un eroe e nume protettore della patria romana, il suo sacrificio divenendo leggenda e simbolo di speranza per il futuro di Roma.