Paolo Paschetto: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Giuly98cc (discussione | contributi)
Funzionalità collegamenti suggeriti: 2 collegamenti inseriti.
 
(15 versioni intermedie di 11 utenti non mostrate)
Riga 18:
}}
==Biografia==
Paolo Antonio Paschetto era il terzogenito di Enrico, pastore [[valdese]], e di Luigia Oggioni, appartenente alla Chiesa evangelica libera italiana. Il padre, diplomato in Teologia a [[Ginevra]], si trasferì a Roma nel 1889 per insegnare Ebraico ed Esegesi biblica, nella facoltà Teologica metodista e poi in quella battista. Paolo Paschetto, educato nel rigore e nell'austerità, studiò al [[Liceo ginnasio statale Terenzio Mamiani|liceo classico Terenzio Mamiani]], allora in corso Vittorio, poi all'Istituto di Belle Arti di via di Ripetta. Frequentò corsi di [[Giuseppe Cellini]], collaborò con [[Adolfo De Carolis]] e si schierò a favore della proposta di assegnare la cattedra di Pittura a [[Francesco Paolo Michetti]]. Partecipò ai concorsi del quotidiano "La Tribuna", per la decorazione di un soffitto e di un fregio per parete (1905) e delle riviste il "Giornalino della Domenica" e "Vita gioconda", per copertine (1906).
 
Nel 1907, insieme a [[Umberto Vico]], vinse il concorso per il biglietto da cinque lire; partecipò lo stesso anno alla LXXVII mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti, esponendo due fantasie: ''Orfeo'' e ''Castalia''. Collaborò, con illustrazioni in xilografia o aalla china, o alle riviste "Per l'arte" e\o "Novissima". Insegnò Disegno alla Scuola metodista di Roma. Eseguì numerosi ''ex libris'' e pannelli decorativi, con meduse, con ghirlande fiorite, e con fanciulle che danzano o suonano il flauto, in attitudini classiche: visioni equilibrate, raffinate. L'estetica di Paschetto è lontana dalla monumentalità e dalla retorica che caratterizzano gran parte degli autori suoi contemporanei.
 
Nel 1911 si unì in matrimonio con la sua compagna di studi Italia Angelucci che, su progetto del marito, realizzò oggetti in cuoio e in ceramica, in rame sbalzato e tela dipinta o ricamata. Nacquero due figlie: Fiammetta (1915) e Grazia Mirella (1919). Paschetto rimase costantemente legato alla sua Torre Pellice, dove trascorreva periodi di riposo,così in estate come in inverno.
 
In occasione dell'Esposizione internazionale d'arte di Roma, nel 1911, eseguì la decorazione del padiglione, progettato da [[Pio Piacentini]] in piazza Colonna; illustrò la copertina del numero della rivista "Roma" dedicato all'Esposizione. Realizzò copertine di Guide regionali d'Italia: Piemonte e Lazio (1912), Emilia (1921). Nel 1924 disegnò i fregi del salone degli Stemmi e della sala dei Cimeli garibaldini, in [[Campidoglio]].
Collaborava alla rivista di studi religiosi "[[Bilychnis]]", diretta dal fratello Lodovico, archeologo e pastore valdese; illustrò la rivista religiosa "[[Conscientia]]", dal 1922 al 1927, e altri periodici protestanti, come "Il Testimonio", "Il Seminatore", "Gioventù cristiana" e il "Bollettino della società di studi valdesi".
 
===Le vetrate===
Nel 1911 iniziò a lavorare con [[Cesare Picchiarini]], il maestro vetraio che già aveva collaborato con altri artisti, come [[Umberto Bottazzi]], [[Duilio Cambellotti]] e [[Vittorio Grassi]]. Disegnò le vetrate per quattro finestre e per un rosone con i simboli cristiani ("Pesce", "Nave", "Agnello", "Colomba", "Alfa e omega"), per la chiesa battista di via del Teatro Valle, a Roma.
 
Nel 1912 Paschetto pose in opera il suo maggiore e più noto impegno: la decorazione del tempio valdese, a Roma, in piazza Cavour. Per la decorazione di questo tempio, ecco per cui lavorò per oltre due anni, Paschetto richiese unicamente il pagamento delle spese vive, che ammontavano a ventimila lire. Disegnò:
* il cartone dei mosaici della lunetta d'ingresso e del tondo sulla facciata,
* la decorazione delle pareti interne, ispirata all'arte romanica,
* i cartoni delle vetrate, eseguite da Picchiarini: otto bifore con simboli biblici - "Pavone e Aquila", "Candeliere e Vite," "Faro e Il Buon Pastore", "Ancora e Agnello", "Palma e Lampada", "Giglio e Colomba", "Monogramma di Cristo e Roveto ardente", "Mensa eucaristica e Arca" - lungo le navate laterali; dieci trifore con motivi floreali, nelle finestre del matroneo; sette monofore sulla facciata e dodici trifore nella navata centrale, tutte con motivi geometrici.
 
Eseguì disegni decorativi per le chiese battiste di piazza S. Lorenzo in Lucina e di via Urbana, a Roma, e per la chiesa di [[Altamura]], poie per la Sala Dorica di [[Ancona]] entrambe distruttadistrutte. Dal 1914 al 1949 ebbe la cattedra di Ornato all'Istituto di Belle Arti di Roma. Arruolato allo scoppio della [[Prima guerra mondiale|prima Guerra mondiale]], fu congedato nel 1916 per problemi alla vista.
 
Negli anni '30 collaborò con la [[Nazareno Gabrielli]], ditta di [[Tolentino]], per la produzione di oggetti in cuoio e in ferro. Collaborò anche con lo storico [[Attilio Jalla]], per il nuovo allestimento del Museo valdese di [[Torre Pellice]] (1939). Dipinse con simboli cristiani pareti della chiesa metodista di via XX Settembre, a Roma. Ad encausto su tela, decorò le lunette e il fregio, nell'anticamera e nell'ufficio del ministro, al ministero dell'Istruzione (1928) e dipinse l'abside dell'aula del sinodo di Torre Pellice (1939).
Nell'Archivio della Tavola valdese di [[Torre Pellice]] si conservano 129 sue opere, eseguite con diverse tecniche - xilografia, [[acquaforte]], acquarello, olio, tempera - tra il 1915 e il 1922.
 
===Partecipazioni a mostre===
Riga 44:
 
===Filatelia===
Nel campo della filatelia progettò: ''Prua di galea romana'', concorso del 1921; ''Italia turrita'', ''Lupa romana'' e ''Vittorio Emanuele III'', emessi nel 1929; la serie ''Libertà e rinascita''. Negli ultimi anni dipinse paesaggi e soggetti d'ispirazione cristiana, che espose a Torre Pellice e a Roma,.
[[File:Italy-Emblem.svg|120px|right|Stemma della Repubblica Italiana]]
 
Riga 51:
 
== Massoneria ==
Come dichiarato il 24 giugno 2017 in un'allocuzione dal [[Gran maestro]] del [[Grande Oriente d'Italia]] [[Stefano Bisi]], Paolo Paschetto appartenne alla [[Massoneria]]<ref>{{cita web|url=https://www.grandeoriente.it/roma-misteriosa-tra-le-celebri-vetrate-della-casina-delle-civette-alcune-opere-dellartista-massone-paschetto/|titolo=Roma misteriosa. Tra le celebri vetrate della Casina delle civette alcune opere dell’artista massone Paschetto|editore=grandeoriente.it|accesso=10 febbraio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.sanremonews.it/2016/01/26/leggi-notizia/argomenti/altre-notizie/articolo/sanremo-la-massoneria-si-ritrova-al-casino-per-i-martedi-letterari-il-gran-maestro-bisi-ricorda.html|titolo=Sanremo: la Massoneria si ritrova al Casinò per i Martedì Letterari, il Gran Maestro Bisi ricorda il fratello Mario Calvino|data=26 gennaio 2016}}</ref>.
Come dichiarato il 24 giugno 2017 in un'allocuzione dal [[Gran maestro]] del [[Grande Oriente d'Italia]] [[Stefano Bisi]], Paolo Paschetto appartenne alla [[Massoneria]].
 
== Collezioni e raccolte ==
Le opere di Paolo Paschetto sono conservate presso numerosi musei e enti culturali italiani:
 
* [[Museo Casina delle Civette]] a Roma
* Collezioni della Tavola [[Valdismo|valdese]] e del Museo valdese - [https://fondazionevaldese.org/collezioni-paolo-paschetto/ Centro culturale valdese] a [[Torre Pellice]]
* [[Museo nazionale della montagna|Museo nazionale della Montagna - Duca degli Abruzzi]] a [[Torino]]
* [[Archivio storico della Tavola valdese]] a [[Torre Pellice]]
* [[Archivio Centrale dello Stato]] a Roma
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
Riga 68 ⟶ 80:
 
==Collegamenti esterni==
* [https://www.patrimonioculturalevaldese.org/scheda?id=30a71d57-8621-4642-be93-a6419d596863 Collezione Paolo Paschetto della Tavola valdese], Torre Pellice; conservata presso il Centro Culturale Valdese, 2025.{{Collegamenti esterni}}
* Ritratto Paolo Paschetto di Gianluca Costantini: [http://www.gianlucacostantini.com/2011/01/14/paolo-paschetto-roma] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110615102810/http://www.gianlucacostantini.com/2011/01/14/paolo-paschetto-roma/ |date=15 giugno 2011 }}
* Allocuzione di Stefano Bisi: [https://www.youtube.com/watch?v=zRJ79fFIc7w]