Concupiscenza: differenze tra le versioni

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"Intrinseca alla natura umana" contraddice che è una conseguenza del peccato originale
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{{F|religione|luglio 2017}}
La '''concupiscenza''' è un termine che possiede diverse sfumature a seconda degli ambiti in cui viene utilizzato. UnDenota primoprevalentemente significatoun èatteggiamento quellomosso che indica la condizione umana dida brama, [[desiderio (filosofia)|desiderio]] e [[appetito]], rivoltarivolto in particolare ai piaceri [[sessualità|sessuali]].
 
==Filosofia greca==
Il primo ad utilizzare il termine in questo senso è [[Platone]], che, nella ''[[Repubblica (dialogo)|Repubblica]]'', per la prima volta presenta una strutturata divisione dell'anima (nei dialoghi precedenti fa riferimento all'anima anche con maggiore insistenza, senza tuttavia effettuarne una divisione in parti, perciò si intende che si sia, in essi, riferito all'anima razionale).
L'anima per l'appunto concupiscibile è l'anima cui appartengono bisogni ed istinti propri per lo più dell'animalità, essa appartiene pertanto agli uomini che adorano collezionare denari ed averi, giacché con questi soddisfano i loro bisogni del cibo e degli amori. Si guardi ad esempio, per rafforzare l'immagine della concupiscenza per Platone, la metafora mitica della [[biga alata]] (ripresa sempre da Platone nel Fedro), mito dell'Ateniese che propone con forte evidenza la situazione dottrinalmente matura dell'anima umana, in cui la parte concuscibileconcupiscibile è rappresentata dal cavallo nero che tende verso il basso, dirottando di conseguenza l'intero carro verso la parte sottostante. Nella "cristianizzazione" di Platone sarà frequente una rilettura religiosa della tematica, giacché alla religione si attribuisce per antonomasia il dividere l'altura delle cose belle e divine dalla bassezza delle cose rozze ed incolte.
 
Leggiamo il termine "concupiscenza" anche nello Stagirita [[Aristotele]], il quale sostiene che il piacere umano ha sia una connotazione spirituale sia una materiale. Il [[piacere]] pertanto può essere provato sia per un bene spirituale sia per uno «sensibile», ma, mentre nei primi solo l'[[anima]] è in grado di recepirli, nei secondi tale piacere può essere recepito sia dall'anima sia dal [[Corpo (metafisicaesoterismo)|corpo]]. In questa prospettiva la concupiscenza designa il desiderio di questa seconda specie di piacere.
 
==Cristianesimo==
Nella [[teologia cattolica]] è definita concupiscenza la brama di possesso e la debolezza della natura umana che porta l'uomo a commettere il [[peccato]], di qualunque natura esso sia. Essa non è consideratoritenuta un peccato, quanto un'inclinazione verso il male, ed è considerata uno dei segni del [[peccato originale]]. Nel [[protestantesimo]] essa costituisce addirittura il peccato originale stesso, perinsieme cui lall'uomo è già "condannato" alla nascitaignoranza.
{{vedi anche|concupiscenza (Bibbia)}}
 
San [[Tommaso d'Aquino]] distingueva fra amore di concupiscenza e amore di [[benevolenza]]: nel primo si desidera una cosa per il bene di qualcun altro o proprio, mentre nel secondo si desidera il bene dell'altro come fine a se stesso.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=_EY9WE5weq8C&pg=PA59|pagina=59|titolo=Corso di teologia morale fondamentale. La persona umana una e molteplice|volume=4|autore=[[Jean-Louis Bruguès]]|anno=2005|editore=ESD|ISBN=9788870945485|OCLC=731175775}}</ref>
Nel [[giansenismo]] la concupiscenza ha assunto un ruolo centrale poiché costituisce la ragione principale della [[corruzione]] umana la quale ha origine con il peccato originale quando [[Adamo]] con la sua scelta ha rivolto verso le creature quell'amore che avrebbe dovuto rivolgere solo al [[Creazione (teologia)|Creatore]]. Per tale ragione secondo il giansenismo l'individuo ha una inclinazione naturale al [[male]] e solo [[Dio]] può concedere agli eletti la grazia della salvezza. Il giansenismo in tal modo si pone in forte contrasto con il [[Molinismo]] che invece sostiene la tesi della grazia sufficiente per la quale la salvezza può sempre essere raggiunta dagli uomini.
 
Nella mariologia cattolica, la Vergine Maria, a seguito dell'[[Immacolata Concezione]], fu per tutta la vita immune dalla concupiscenza della volontà (conoscere il bene, ma non aver la fortezza per perseguirlo) e dell'intelletto (ignorare il bene), così da non macchiarsi mai del peccato proprio (veniale o mortale)<ref>[[Catechismo della Chiesa cattolica|CCC]] 493</ref><ref>{{cita web |url=https://www.ecclesiadei.it/limmacolata-concezione-di-maria-santissima/|titolo =L'Immacolata Concezione di Maria Santissima|autore=Diego Passaniti|data=10 dicembre 2023}}</ref>
 
==Giansenismo==
Nel [[giansenismo]] la concupiscenza ha assunto un ruolo centrale poiché costituisce la ragione principale della [[corruzione]] umana la quale ha origine con il peccato originale quando [[Adamo]] con la sua scelta ha rivolto verso le creature quell'amore che avrebbe dovuto rivolgere solo al [[Creazione (teologia)|Creatore]]. Per tale ragione secondo il giansenismo l'individuo ha una inclinazione naturale al [[male]] e solo [[Dio]] può concedere agli eletti la grazia della salvezza. Il giansenismo in tal modo si pone in forte contrasto con il [[Molinismomolinismo]] che invece sostiene la tesi della grazia sufficiente per la quale la salvezza può sempre essere raggiunta dagli uomini.
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==
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