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|Nome = Moduino
|Cognome =
|Sesso = M
|PostCognomeVirgola = o '''Modoino''' ([[Lingue germaniche|Germanico]]: '''Muadwin''', [[lingua latina|latino]]: '''Modoinus''', '''Moduinus Augustodunensis''')
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 840/3
|Epoca = 700
|Epoca2 = 800
|Attività = vescovo
|Attività2 = poeta
|Epoca =
|Nazionalità = franco
|PostNazionalità = , contemporaneo di [[Carlo Magno]] e [[Ludovico il Pio]]
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Le notizie biografiche sono scarse e poco sicure e non si conoscono né la data né il luogo di nascita. Probabilmente studiò e ricevette la sua prima formazione nel Sud della [[Francia medievale|Francia]], a [[Lione]], dove nel primo decennio del [[IX secolo]] fu abate del monastero di Saint-Georges<ref>Per le notizie bibliografiche: F. Brunhölzl, 1990 pp. 67 e Peter C. Jacobsen, 2012 pp. 82-83.</ref>.
 
Intorno all’800, ancora molto giovane, entrò nella corte carolingia e intrecciò rapporti con i principali intellettuali dell’epoca: fu allievo di Alcuino, il quale gli dedicò il carme “E''n tuus Albinus''”<ref>MGH, PLAC I, 1881, pp. 249 (carm.32).</ref>; strinse una profonda amicizia con Teodulfo d’Orleans, a cui scrisse una lettera per consolarlo dell’ dell'esilio nell’820; conobbe anche Angilberto, al quale fa affettuosamente riferimento nella prima egloga<ref>I, 85 ''meus Homerus.''</ref>, e Eginardo.
 
Moduino assunse un ruolo di primo piano sotto il successore di Carlo, [[Ludovico il Pio]], di cui divenne uno dei più fedeli consiglieri. Nell’815 fu nominato vescovo della città di Autun, carica che mantenne fino alla morte. Durante le tormentate lotte intestine degli anni ‘30<ref>Le guerre che insanguinarono ripetutamente l'Impero sorsero per la successione al trono e portarono i figli dell'imperatore [[Lotario I|Lotario]], [[Pipino d'Italia|Pipino]] e [[Ludovico il Germanico]] a scontrarsi ripetutamente col padre e il fratellastro (Carlo il Calvo). Episodio culminante fu la battaglia di Colmar (833), che portò alla deposizione di Ludovico il Pio.</ref>, Moduino rimase sempre leale a Ludovico e [[Carlo il Calvo]]. Per questa sua fedeltà, Walafrido Strabone lo paragona "al marinaio che osserva gli scogli ​​ee li segnala al pilota, impedendo alla nave di fare naufragio”<ref>E. Caillemer, 1882 pp. 15 e MGH, PLAC II, 1884, pp. 355-356 (''o proreta, pio studium dispone labori, ne fluctum mergat qui furit in brevibus).''</ref>.
 
Nel’835 Ludovico riuscì a riprendere definitivamente il controllo dell’[[Impero carolingio|Impero]] e, durante il sinodo di [[Thionville]], fece deporre gli uomini di chiesa che lo avevano tradito; tra essi vi era [[Agobardo di Lione|Agobardo]], [[Arcidiocesi di Lione|arcivescovo di Lione]] e sostenitore di [[Lotario I|Lotario]]. Dopo la sua destituzione, Moduino assunse, in qualità di ''[[Missi dominici|missus dominicus]],'' la reggenza della diocesi di Lione fino all’837. Durante l’incarico si dimostrò un capace funzionario e tentò di limitare il potere ecclesiastico locale subordinandolo all’autorità civile; per questo, fu violentemente attaccato da [[Floro di Lione|Floro]], allievo di Agobardo e assertore dell’indipendenza della chiesa, che lo accusò di aver fatto giudicare dei chierici a dei tribunali laici, “avendo così dimostrato meno pietà di [[Costantino I|Costantino]] appena uscito dal paganesimo”<ref>Per la vicenda di Floro: E. Caillemer, 1882 e MGH, PLAC II, 1884 pp. 554-564 (carm. 26-27-28).</ref>.
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== Opere ==
Moduino ci ha lasciato due opere in versi: un’epistola in distici elegiaci inviata all’amico Teodulfo e due libri di egloghe. Oltre a questi due componimenti, attribuiti unanimemente all’autore, compose probabilmente il poemetto noto con il titolo di “[[:en:Karolus_magnus_et_Leo_papa|Karolus Magnus et Leo Papa]]” (in sigla KMLP).
 
=== Egloghe ===
Le egloghe di Moduino sono due poemetti esametrici, di contenuto pastorale, incorniciati da un prologo e un epilogo in distici elegiaci. I modelli di riferimento sono i poeti bucolici di età imperiale: [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] soprattutto, ma anche i più tardi [[Tito Calpurnio Siculo|T. Calpurnio Siculo]] e [[Marco Aurelio Olimpio Nemesiano|M. Aurelio Nemesiano]]. Nella poesia carolingia precedente, formule e atmosfere bucoliche si ritrovano di frequente nelle opere di Alcuino e Angilberto, che certamente Moduino conobbe<ref>Per un panorama preciso delle fonti di Moduino, fondamentale è D. Korzeniewski, 1976 pp. 73-101.</ref>. Un’altra fonte primaria è Ovidio: le egloghe contengono espressioni tratte dall’intero corpus del poeta, creando quella che J. Whitta ha soprannominato “ovidian pastoral”<ref>Per un approfondimento del rapporto tra Ovidio e Moduino: J. Whitta, 2002 pp. 703-31.</ref>.
 
Solitamente i due testi vengono collocati cronologicamente tra l’804 e l’814, ma molti studiosi hanno rifiutato questa ipotesi, proponendo di datarli intornoall’VIII all’800secolo.<ref>La data comunemente accettata dalle letterature e da alcuni studi specialistici (Godman, 1987) si fonda sui versi 87-88 della prima egloga, in cui si suole leggere un’allusione alla morte di Alcuino (804); tuttavia, come hanno dimostrato Korzeniewski e Green, l’interpretazione di questi versi è tutt’altro che univoca. Per un’esposizione esaustiva: Green, 1981.</ref>.
 
Nel prologo (12 versi) il poeta dedica a Carlo Magno i ''gemina libella'', composti in suo onore, e inveisce contro le malelingue invidiose (''livor edax'') che lo accusano di essere sgraziato e di volersi intrufolare di nascosto a corte (''furtivos pedes'').
 
Il primo libro (95 versi) mette in scena il dialogo tra due pastori, seguendo il modello della prima egloga virgiliana: un giovane, tormentato dalle sventure e affranto dal dolore (''variis agitati mente procellis''), incontra un vecchio che riposa sereno all’ombra (''tu frondosa, senex vates, potectus opaca'') ed esprime l’ l'invidia per la sua vita tranquilla. Moduino presenta così, allegoricamente (''velato carmine''), la contrapposizione tra due generazioni di poeti di corte: il ''senex'', un tempo ''miles'' e ormai ''veteranus'', raffigura la vecchia classe dirigente franca, che si era distinta per i meriti militari e aveva dato forma allo scheletro istituzionale dell’impero carolingio; il ''puer,'' in cui si riconosce Moduino, indica un nuovo gruppo di poeti, più giovani e meno vincolati alla tradizione, che vede la guerra come un lontano ricordo ed è desideroso di godere i frutti di un impero pacificato<ref>Questa lettura si deve a Korzeniewsi, 1976 ma viene accettata anche dagli altri studiosi.</ref>.
 
Il ragazzo sogna di essere accolto a corte (''sedes davidicas'') e potersi dedicare all’''otium'' e al ''ludus'' poetico, ma il ''senex'' lo rimprovera duramente: con aspre parole insulta la sua poesia rozza e stonata (''Rustica raucisonae […] carmina Musae''), indegna di cantare pubblicamente le lodi dell’imperatore<ref>Sull’espressione ''carmina publica'' e ''publica canis'', si veda Godman, 1987 pp. 11 e 79.</ref> (''publica nulla canis, nulli tua carmina digna),'' e lo invita a tornare a comporre versi per i pastori (''Rura colendo fuit melius tibi stiva tenere, Agricolam patrio cantando imitarier usu''). Il giovane poeta non si dà per vinto e loda la generosità di Carlo che dà a tutti in base ai meriti di ciascuno e che spesso ama divertirsi componendo e ascoltando versi spensierati<ref>Due concetti che Moduino riprende da Angilberto, si veda il carme 2 al vv.14 sg. ''David amat vates, vatorum est gloria David.''</ref>.
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Nell’epilogo (10 versi), il poeta (''ille ego Naso tuus tibi carmina mitto pusillis'') si rivolge ancora una volta al sovrano pregandolo di accettare i suoi poveri doni e promettendogli che, se verrà accolto favorevolmente, si dedicherà a comporre poesie su tutte le sue imprese (''ordine cuncta volo gesta referre tua'').
 
Le due egloghe nonostante le notevoli differenze sono strettamente collegate: se nella prima Moduino esprime il desiderio di essere accolto a corte grazie alla sua poesia, la seconda dimostra come i ''topoi'' del canto bucolico possano diventare strumento di celebrazione dell’impero e inserirsi perfettamente nella produzione panegirica contemporanea<ref>Godman, 1987. </ref>.
 
=== Epistola a Teodulfo ===
Moduino scrisse intorno all’ 820 una lettera in distici elegiaci all’amico Teodulfo. Teodulfo fu un membro importante della corte di Carlo: nominato [[Diocesi di Orléans|vescovo di Orleans]] nel 797, venne destituito nell’818 da Ludovico il Pio, che lo accusò di tradimento e lo confinò nel monastero di [[Angers]], dove morì nell’ nell'821.
 
Teodulfo inviò all’amico una lunga lettera in cui al lamento per l’ingiustizia subita, fece seguire una sorprendente allegoria ornitologica della crisi politica che stava lacerando l’impero.
 
Nella risposta, Moduino, dopo essersi scusato per la sua incapacità poetica (''arte rudis cum sim, sic me quoque posse negabo respondere tuis versibus eximiis''), rivolse parole piene d’ d'affetto a Teodulfo, dicendosi molto addolorato per il suo esilio (''saepe tuam ingeminans luxi flens ipse ruinam, pro dolor, amisso exul honore peris'') e paragonando l’amico a Ovidio, anche lui esiliato non per una colpa, ma a causa dell’invidia (''livor edax […] insons est factus exul ob invidiam'') suscitata dal suo troppo ''ingenium'' (''laesus ab ingenio es''). Infine, nonostante fosse convinto della sua innocenza, lo pregò di sottomettersi alla pietà di Ludovico e accettare un compromesso che gli avrebbe ridonato la libertà<ref>Per l’epistola a Teodulfo: Jacobsen, 2012 e Godman, 1987 pp. 102-106.</ref>.
 
=== Il Karolus Magnus et Leo Papa ===
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== Manoscritti ed edizioni ==
I due libri delle egloghe sono conservati da due manoscritti: il London, [[British Library]], Add 11304 (ff. 36v-40) del IX-X sec. [L] e il Darmstadt, Hessische Landes-und-Hochschul Bibliothek, 3301 (ff. 1-3) del IX sec. [W]. I due manoscritti presentano errori e varianti comuni e derivano indipendentemente da un archetipo comune. Entrambi i codici conservano oltre alle egloghe anche la corrispondenza con Teodulfo e altre opere poetiche contemporanee<ref>Giovanni Orlandi, 2008 pp. 455-457.</ref>.
 
La prima edizione moderna di riferimento è quella di [[Ernst Dümmler]] nei MGH PLAC I, 1881, basata sul ms. L, ripubblicata e rivista 5 anni dopo, collazionando il ms. W.
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L’epistola di Teodulfo è stata trasmessa nel corpus del vescovo orleanese, per cui l’edizione di riferimento è quella di Dümmler nei MGH, PLAC I, 1881 pp. 569-573.
 
Per il KMLP, il testo è trasmesso da un solo testimone (Zürich, Zentralbibliothek, C. 78), un [[manoscritto miscellaneo]] che conserva anche la corrispondenza tra Moduino e Teodulfo. L’[[edizione critica]] di riferimento oggi è quella di Franz Brunhölz del 1999<ref>''De Karolo rege et Leone papa: der Bericht über die Zusammenkunft Karls des Grossen mit Papst Leo III. in Paderborn 799 in einem Epos für Karl den Kaiser'', a cura di Hentze, W. - von Padberg, L. - Schwind, J.- Stork, H. – Brunhölzl, F., Paderborn, 1999</ref>.
Anche per il KMLP l’edizione è quella di Dümmler, MGH, PLAC I, 1881, pp. 366-38.
 
== Note ==
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* Franz Brunhölzl, ''Histoire de la littérature latine du Moyen Âge'', traduit par Henri Rochais, Brepols, 1990 pp. 67-69.
* Exupère Caillemer, ''Florus et Modoin, épisode de l'histoire de Lyon au IXe siècle'', impr. Giraud, 1882 pp. 10-18.
*[[Ernst Dümmler|Ernest Dümmler]], ''Poetae Latini Aevi Carolini,'' Band 1, [[Berlino|Berlin]], 1881 pp. 382–391 (Monumenta Germania Historica). Anche [https://web.archive.org/web/20190425115307/https://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000831_00390.html Online.]
* Ernest Dümmler, Poetae Latini aevi caroli, Band 2, Berlin, 1884 (Monumenta Germania Historica). Anche [https://web.archive.org/web/20190426201835/https://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000832_meta:titlePage.html?sortIndex%3FsortIndex=050:010:0002:010:00:00 Online.]
* Ernest Dümmler, ''Nasos (Moduins) Gedichte an Karl den Großen.'' Neues Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde, Band 11, 1885/86 pp. 81-90. Anche [http://www.digizeitschriften.de/dms/img/?PID=PPN345858530_0011%7Clog11&physid=phys87#navi Online.]
* Peter Godman, ''Poets and Emperors. Frankish Politics and Carolingian Poetry'', [[Oxford]]-[[New York]], [[Oxford University Press|Clarendon Press-Oxford University Press]] 1987 pp. 78-82 e pp. 102-106.
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== Collegamenti esterni ==
* {{la}} [httphttps://web.archive.org/web/20190425115307/https://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000831_00390.html Dümmler, 1881]
* {{la}} [https://web.archive.org/web/20190426201835/https://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000832_meta:titlePage.html?sortIndex%3FsortIndex=050:010:0002:010:00:00 Dümmler,] [http://www.digizeitschriften.de/dms/img/?PID=PPN345858530_0011%7Clog11&physid=phys87#navi 1886]
* (manoscritto) [{{Collegamento interrotto|1=https://www.bl.uk/manuscripts/Viewer.aspx?ref=add_ms_11034_fs001r London, BL, add. <u>1103</u>4]}}
* {{la}} [https://web.archive.org/web/20091006165118/http://ota.oucs.ox.ac.uk/headers/0343.xml Oxford Text Archive]
* {{la}} [http://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost09/Modoinus/mod_intr.html Bibliotheca Augustana]
 
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[[Categoria:Età carolingia]]
[[Categoria:Vescovi di Autun]]