Castelromano: differenze tra le versioni
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{{F|centri abitati del Molise|gennaio 2015}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Castelromano
|Nome ufficiale =
|Panorama = 13 giugno 2005.jpg
|Didascalia = Scorcio di Castelromano
|Stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 4
|Divisione amm grado 1 = Molise
|Divisione amm grado 2 = Isernia
|Divisione amm grado 3 = Isernia
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|Note superficie = ▼
|Note abitanti = ▼
|Aggiornamento abitanti = 2011▼
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|Patrono = Santissimo Salvatore
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|Festivo = 6 agosto▼
▲|Note superficie=
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}}
'''Castelromano''' è una [[Frazione (geografia)|frazione]] del [[comune italiano]] di [[Isernia]], nell'[[Provincia di Isernia|omonima provincia]], in [[Molise]].
Pur ricadendo nella municipalità di Isernia, Castelromano si differenzia sensibilmente dal capoluogo per storia, tradizione e costumi.
[[File:
[[File:fuoco vilia.JPG|right|thumb|Preparazione del ''fuoco della vilia'']]
== Geografia fisica ==
Sorge in un pianoro ai piedi del monte La Romana (
== Storia ==
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Le mura sono realizzate con grossi massi sbozzati e più o meno squadrati, sovrapposti con una certa regolarità, con scaglie irregolari negli interstizi. La cortina est è rinforzata con blocchetti di pietra arrotondati nella parte addossata al terrapieno. Sono evidenti i segni di un evento bellico che ha interessato la sommità del monte "La Romana", affiorano infatti alla superficie numerosi pezzi di vasellame, mattoni e tegole e per la vastità della zona che interessano ci danno un'idea dell'occupazione del territorio da parte della tribù sannita Pentra. Alcune teorie formulate da attendibili studiosi del capoluogo pentro affermano che l'intera tribù, che popolava il territorio che si estende dalla valle del Matese fino alla catena montuosa delle Mainarde, si rifugiò all'interno delle mura fortificate sotto l'incombente minaccia dell'esercito di Roma.
Nella parte più alta del monte sono ancora visibili i ruderi di una struttura in pietra probabilmente utilizzata come torre di avvistamento, ben visibile da una simile struttura situata a circa 1 km di distanza in località "Terra Vecchia" ricadente nel comune di [[Macchia d'Isernia|Macchia D'Isernia]].
L'attuale abitato, posto a circa 500 m a sud delle rovine sannitiche, trae origine da un insediamento militare di origine longobarda chiamato Armagnum inizialmente popolato da pochi coloni.
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Armagnum viene citato per la prima volta nel [[Catalogus Baronum]] (1150), con il quale si assegnava il feudo a Roberto
de Rocca, feudatario del conte normanno Ugo II di Molhouse (o de Molinis o Molisio), Signore di Molise.
Una seconda conferma dell'esistenza del luogo, in epoca normanna, è data da un rendiconto redatto durante il pontificato di [[papa Lucio III]], sullo stato e i possedimenti della diocesi (1192), nel quale si legge che presso il popolo di Armana si venera la Santa Croce.
Ulteriore citazione si ha in una autorevolissima fonte letteraria a proposito delle decime pagate per l'anno 1309 nella Diocesi di Isernia ove è riportato una citazione in cui l'Arciprete di Castro Armani si impegna a versare la propria parte.
Considerato come fondo rustico, l'abitato ed il territorio di Castelromano furono più volte ceduti come latifondo fino al 1418 quando Giacomo, Barone della Famiglia dei [[Montaquila]] di Gaeta, nominato vescovo, essendo venuto in possesso del feudo, lo cedette in dono alla Mensa vescovile della Curia di Isernia a cui è appartenuto fino alla scomparsa della feudalità (1811) ma che per parte ha conservato fino agli inizi del XXI quando gli attuali abitanti hanno riscattato la restante parte del feudo.
Il vescovo era quindi, per diritto, Barone de La Romana e si fregiava del titolo araldico di "Dominum Feudi Romanae".
A seguito delle molteplici epidemie di peste che falcidiarono la popolazione, nel '600 l'insediamento fu ripopolato da coloni provenienti dai vicini territori di [[Miranda (Italia)|Miranda]], [[
Testimonianza di tale evento, in special modo relativamente a Miranda, si riscontra ancora oggi nella comunanza tra i cognomi storici, i medesimi culti religiosi, usi e consuetudini del tutto estranei al tessuto sociale della vicina Isernia.
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L'attuale chiesa, di fattezze moderne, riprende la forma delle antiche "pagliere" ed è affiancata da un campanile stilizzato che conserva le vecchie campane di cui una (la più piccola, risalente al 1620) era in origine in uso ad una piccola cappella situata all'entrata del paese resa inagibile dalla famosa nevicata del 1956.
== Monumenti e
Date le modeste origini del borgo, non si evidenziano opere architettoniche di particolare rilievo.
I diffusi e massicci interventi di ristrutturazione e recupero edilizio, operati a seguito degli eventi sismici del 1984 hanno inoltre contribuito a modificare radicalmente l'estetica degli edifici più antichi mascherando i pochi dettagli architettonici allora ancora visibili.
Si conserva comunque, più volte restaurata nel corso dei secoli (1802, 1924), la Fonte, fontana a muro con 4 vasche di raccolta alimentata da sorgenti sotterranee.
* Chiesa del Santissimo Salvatore: chiesa parrocchiale della frazione, è di costruzione recente, eretta sopra una cappella danneggiata dalla guerra. La chiesa ha un aspetto moderno, che ricalca il solido triangolare, per quanto riguarda l'impianto a navata unica, decorato sulla facciata da finestre policrome. Lateralmente si erge il campanile a torre, in cemento armato.
==
=== Tradizioni e folclore ===
Da ricordare la tradizione del Fuoco della 'Vilia' (Vigilia), falò acceso sulla piazza antistante la
== Altri progetti ==
[[Categoria:Frazioni della provincia di Isernia]]▼
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{{portale|geografia|Molise}}
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