Code talker: differenze tra le versioni
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[[File:Comanche Code Talkers.jpg|miniatura|I Code Talker Comanche della 4ª Signal Company (presso lo U.S. Army Signal Center a Fort Gordon).]]
'''Code talker''' (in italiano
Il termine ''code talker'' è comunemente associato con gli speaker [[Navajo]], reclutati specialmente durante la seconda guerra mondiale dai Marines per servire nella [[guerra del Pacifico (1941-1945)|guerra del Pacifico]]. I code talker, tuttavia, ebbero come pionieri del loro campo gli indiani [[Choctaw]] che prestarono servizio nella [[prima guerra mondiale]] e che venivano chiamati ''Choctaw code talker''.
Altri code talker appartenenti ad
== Cherokee ==
Il primo uso di nativi americani nell'esercito americano per trasmettere messaggi sotto il fuoco nemico si ebbe con un gruppo di truppe [[Cherokee]], impiegate dalla [[30th Infantry Division (United States Army)|30ª Divisione di Fanteria]] che servì lungo il fronte britannico durante la [[seconda battaglia della Somme]]. Secondo l'ufficiale divisionale incaricato, essi presero servizio nel settembre [[1918]], sotto il comando britannico.<ref>{{en}} Stanley, Captain John W. ''Personal Experience of a Battalion Commander and Brigade Signal Officer, 105th Field Signal Battalion in the Somme Offensive, September 29 – October 8, 1997.'' U.S. Army, 1932.</ref>
== Choctaw ==
Durante la [[prima guerra mondiale]], il comandante di una compagnia dell'esercito americano, il capitano Lawrence, udì Solomon Louis e Mitchell Bobb conversare nella lingua [[Choctaw]]. Si mise così alla ricerca di altri uomini che parlassero quella lingua e nel suo battaglione ne trovò in totale otto.<ref name=choctaw_code>{{
Questi radio-operatori, oggi, sono conosciuti come ''Choctaw Code Talker''.
== Comanche ==
[[File:Comanche
[[Adolf Hitler]] era a conoscenza dell'uso fruttuoso dei code talker durante la [[prima guerra mondiale]]. Egli inviò un team di circa trenta [[Antropologia|antropologi]] per imparare la lingua dei Nativi d'America prima dello scoppio della [[seconda guerra mondiale]].<ref>{{en}}[
{{
Due code talker Comanche erano assegnati ad ogni reggimento, il resto al quartier generale della 4ª Divisione. Poco dopo lo sbarco ad [[Utah Beach]], il 6 giugno [[1944]], i Comanche cominciarono a trasmettere messaggi. Qualcuno di loro rimase ferito ma nessuno morì.<ref name=army_comanche/>
Nel [[1989]], il governo francese premiò i code talker Comanche, nominandoli cavalieri dell'[[Ordine nazionale al merito (Francia)|Ordine nazionale al merito]]. Il 30 novembre [[1999]], il [[Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti]] consegnò a [[Charles Chibitty]] il premio [[Thomas Knowlton]].<ref name=army_comanche/><ref>{{en}}[
== Mesquakie ==
I [[Mesquakie]] usarono il loro linguaggio in codice contro i tedeschi in [[Campagna del Nordafrica|Nordafrica]]. 27 Mesquakie, dei quali il 16% dell'[[Iowa]], si arruolarono nell'esercito nel gennaio [[1941]].<ref name=Meskwaki_code>{{en}}{{Cita news| url =
== Baschi ==
Il capitano [[Frank D. Carranza]] ideò l'uso della lingua dei [[Baschi]] come codice, nel maggio [[1942]] dopo un incontro di 60 Marines di discendenza basca in una base a [[San Francisco]].<ref name="El País">''[
Il 1º agosto [[1942]], i tenenti Nemesio Aguirre, Fernández Bakaicoa e Juanna ricevettero un messaggio codificato nel loro codice da [[San Diego]], da parte dell'ammiraglio [[Chester Nimitz]], il quale li avvertiva dell'imminente inizio dell'[[operazione Apple]] (l'operazione Mela), il cui scopo era impossessarsi delle [[isole Salomone]], fino ad allora in mani giapponesi. Essi inoltre furono impiegati per trasmettere l'ordine di inizio della [[campagna di Guadalcanal]], il 7 agosto<ref name="Diario Vasco">''La orden de desembarco en Guadalcanal se dió en vascuence para que no lo descubrieran los nipones'' (''l'ordine di sbarco a Guadalcanal venne dato in lingua basca perché non lo scoprissero i giapponesi''), Juan Hernani, ''[[El Diario Vasco]]'', 26 dicembre 1952, riportato da ''[[Revista General de Marina]]''. Riferimento bibliografico [http://www.euskomedia.org/cultura/20369 Euskomedia].</ref>. Con il proseguimento della guerra nel Pacifico, al codice basco fu preferito quello dei Navajo.
== Navajo ==
{| class="wikitable" width="20%" style="font-size:80%; float:left; line-height:85%; margin-right:20px;"
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! Alfabeto (inglese) !! Parola in codice (inglese) !! Parola in codice (Navajo) !! Pronuncia odierna
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| Z || Zinc || Besh-do-gliz || Béésh dootłʼizh
|}
[[File:Navaho-enlistment-letter-page01.jpg|
[[File:Navaho-enlistment-letter-page02.jpg|
[[Philip Johnston (code talker)|Philip Johnston]] propose ai [[Marines degli Stati Uniti]] di usare la [[lingua
Dato che la lingua Navajo possiede una grammatica molto complessa, non si riesce ad avere una [[mutua intelligibilità]] con nessun'altra lingua, nemmeno con gli altri idiomi della famiglia [[lingue Na-Dené|Na-Dené]], senza contare che la lingua Navajo, oggi, è praticamente solo una lingua orale. In questo senso Johnston riconobbe nei Navajo la soluzione alla richiesta dei militari di trovare un codice indecifrabile.
La lingua Navajo viene parlata solo nelle terre Navajo del sud-ovest degli Stati Uniti e la sua sintassi e la qualità dei toni, per tacere dei dialetti, fanno di essa una lingua non comprensibile ad alcuno senza un'esposizione prolungata ed un insegnamento della lingua stessa. Una stima indica che allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] poco più di 30 non-Navajo, nessuno di essi giapponese, potevano comprendere la lingua Navajo.<ref>{{cita web|lingua=en|cognome=Volgel|nome=Clayton|titolo=Letter to Commandant, USMC|url=http://archive.library.nau.edu/u?/cpa,44718|opera=Demonstration in California, 1942|editore=Northern Arizona University, Cline Library|accesso=20 luglio 2011|coautori = Philip Johnson}}</ref>
All'inizio del [[1942]], Johnston incontrò il maggior generale Clayton B. Vogel, il comandante generale dei Corpi Anfibi, della Flotta del Pacifico statunitense, con il suo staff. Johnston fece dei test simulando delle condizioni di battaglia che dimostrarono che i Navajo potevano cifrare, trasmettere e decifrare un messaggio di tre righe, in inglese, in appena 20 secondi, contro i 30 minuti richiesti da una macchina dell'epoca.
Il generale Vogel accettò di reclutare 200 Navajo nei Marines. I primi 29 reclutati erano già in addestramento nel maggio [[1942]]. Il primo gruppo di Navajo creò il codice Navajo, presso Camp Pendleton, [[Oceanside (California)]].<ref name="ww2fact">{{en}}[http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm NAVAL HISTORICAL CENTER, Navajo Code Talkers: World War II Fact Sheet] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110515094045/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm |date=15 maggio 2011 }}</ref> Il codice Navajo fu ufficialmente sviluppato e modellato secondo il "Joint Army/Navy Phonetic Alphabet", precursore dell'[[alfabeto fonetico NATO]], che associava alle lettere dell'alfabeto inglese a delle parole in lingua inglese.
Come è stato dimostrato, a fare lo spelling a voce di tutti i termini, lettera per lettera, si impiega troppo tempo, così furono usate parole identificative per alcuni termini, concetti, tattiche e strumenti della guerra moderna (come "patata" per le bombe a mano o "tartaruga" per i mezzi corazzati). Alcune di queste parole entrarono a far parte del vocabolario dei Marines e sono comunemente usate ancora oggi per riferirsi agli oggetti a cui fanno riferimento.
Un libro di codice fu sviluppato per insegnare le parole e i concetti fondamentali alle nuove reclute. Il testo era usato solamente dagli allievi e non era mai portato sul campo di battaglia. I code talker memorizzavano tutti questi termini e facevano pratica per usarli rapidamente sotto condizioni stressanti durante l'addestramento. Un individuo non addestrato all'uso del codice non poteva avere idea del significato dei messaggi anche se conosceva la lingua Navajo, egli sentiva solo stringhe troncate e disgiunte di sostantivi e verbi singolarmente e non relazionati tra loro.
[[File:Code Talkers Monument in Ocala, Florida Memorial Park.jpg|
I code talker Navajo furono elogiati per la loro abilità, velocità e precisione maturati durante tutta la guerra. Nella [[battaglia di Iwo Jima]], il maggiore Howard Connor, ufficiale alle trasmissioni della 5ª Divisione Marine, aveva sei code talker Navajo al suo comando per tutto il tempo, durante i primi due giorni di battaglia. Questi sei inviarono e ricevettero 800 messaggi, tutti senza errori. Connor, in seguito, affermò: "Se non fosse stato per i Navajo, i Marines non avrebbero mai conquistato Iwo Jima."<ref name="ww2fact"/>
Con il proseguire della guerra, altre parole in codice furono aggiunte e il programma d'addestramento fu esteso. In altre circostanze, parole informali in codice furono usate per particolari [[Campagna militare|campagne militari]] e non vennero diffuse su tutti i fronti. Per assicurarsi un consistente uso delle terminologie in codice lungo
L'impiego dei code talker Navajo continuò per tutta la [[guerra di Corea]] e dopo, quando fu messa da parte nei primi anni della [[guerra del Vietnam]].
== Riconoscimento post-bellico ==
I code talker non ricevettero riconoscimenti fino alla declassificazione delle informazioni militari, nel [[1968]].<ref name=dp>{{en}}{{Cita news |nome=Felicia |cognome=Fonseca |titolo=Navajo Code Talker dead at age 82 |url=http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 |pubblicazione=
Il 21 dicembre [[2000]], il [[Congresso degli Stati Uniti]] approvò, e il Presidente [[Bill Clinton]] firmò, la Public Law 106-554, 114 Statute 2763, che premiò con la [[Congressional Gold Medal]] 29 code talker Navajo della [[seconda guerra mondiale]]. Nel luglio [[2001]], il Presidente [[George W. Bush]]
Il 17 settembre [[2007]], 18 code talker Choctaw furono premiati postumi, con la [[Texas Medal of Valor]] dall'Aiutante Generale di Stato del [[Texas]] per il loro servizio reso durante la [[prima guerra mondiale]].<ref>{{en}}[http://www.news8austin.com/content/your_news/default.asp?ArID=192100 Texas military honors Choctaw code talkers] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080601033024/http://www.news8austin.com/content/your_news/default.asp?ArID=192100 |date=1 giugno 2008 }}. Retrieved on 2008-05-02.</ref> Il 13 dicembre [[2007]], l'H.R. 4544, il Code Talker Recognition Act (Atto di Riconoscimento dei Code Talker), fu introdotto nella [[Camera dei rappresentanti
▲I code talker non ricevettero riconoscimenti fino alla declassificazione delle informazioni militari, nel [[1968]].<ref name=dp>{{en}}{{Cita news |nome=Felicia |cognome=Fonseca|titolo=Navajo Code Talker dead at age 82 |url=http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 |pubblicazione= [[Associated Press]] |editore=[[The Denver Post]] |data=11 febbraio 2008 |accesso=19 marzo 2008 |urlarchivio= http://web.archive.org/web/20080330130935/http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 <!-- Bot retrieved archive --> |dataarchivio=30 marzo 2008}}</ref> Nel [[1982]], ai code talker fu dato un Certificato di Riconoscimento da parte del [[Presidente degli Stati Uniti]] [[Ronald Reagan]] che rinominò, inoltre, il 14 agosto [[1982]] come il "Giorno dei Code Talker Navajo" ("Navajo Code Talkers Day").{{en}}<ref>[http://www.lapahie.com/Navajo_Reagan.cfm National Navaho Code Talkers Day<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[https://www.cia.gov/news-information/featured-story-archive/2008-featured-story-archive/navajo-code-talkers/index.html Navajo Code Talkers and the Unbreakable Code — Central Intelligence Agency<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
▲Il 21 dicembre [[2000]], il [[Congresso degli Stati Uniti]] approvò, e il Presidente [[Bill Clinton]] firmò, la Public Law 106-554, 114 Statute 2763, che premiò con la [[Congressional Gold Medal]] 29 code talker Navajo della [[seconda guerra mondiale]]. Nel luglio [[2001]], il Presidente [[George W. Bush]] personalmente consegnò la Medaglia a quattro code talker sopravvissuti fino a quell'estate (un quinto code talker sopravvissuto non fu in grado di partecipare), ad una cerimonia tenuta sotto la cupola del [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]]. La medaglia d'oro fu consegnata anche ai familiari dei 24 code talker non più in vita.<ref>{{en}}{{Cita web|url = http://www.america.gov/st/peopleplace-english/2001/July/20080512115719tbyarg0.9792292.html|titolo = Bush Presents Congressional Gold Medals to Navajo Code Talkers|accesso=6 novembre 2007|cognome = Gray|nome = Butler|data=6 ottobre 2005|editore = America.gov}}</ref>
▲Il 17 settembre [[2007]], 18 code talker Choctaw furono premiati postumi, con la [[Texas Medal of Valor]] dall'Aiutante Generale di Stato del [[Texas]] per il loro servizio reso durante la [[prima guerra mondiale]].<ref>{{en}}[http://www.news8austin.com/content/your_news/default.asp?ArID=192100 Texas military honors Choctaw code talkers]. Retrieved on 2008-05-02.</ref> Il 13 dicembre [[2007]], l'H.R. 4544, il Code Talker Recognition Act (Atto di Riconoscimento dei Code Talker), fu introdotto nella [[Camera dei rappresentanti (Stati Uniti d'America)|Camera dei Rappresentanti]] (la [[Camera dei deputati]] americana). Questo Atto riconobbe il servizio reso da ogni code talker che servì nell'esercito statunitense, assegnando per tutti una Medaglia d'oro del Congresso e per ciascuno una medaglia d'argento, inclusi anche 8 Mesquakie.<ref>{{en}}http://www.statesurge.com/bills/26819-hr4544-federal</ref>
== Cultura di massa ==
Il film del [[2002]] ''[[Windtalkers]]'' fu una storia basata sui veri code talker Navajo che servirono nei Marines durante la [[seconda guerra mondiale]]. Il film fu criticato per aver rappresentato il personaggio Navajo come un ruolo secondario e non come il vero protagonista del film.<ref>{{en}}[http://www.plume-noire.com/movies/reviews/windtalkers.html Plume Noir film review by Fred Thom. ''Windtalkers by John Woo'']</ref> La trama del film venne sviluppata attorno a delle "guardie del corpo" [[Caucasico|bianche]] dei code talker ai cui venne ordinato di ucciderli se fossero finiti in mani giapponesi.<ref>[http://david-kahn.com/articles-navajo-windtalkers.htm ''The Navajo "Windtalkers."'' Online film review by David Kahm.] Retrieved 2-15-2010</ref> Fu inoltre a lungo criticato per l'uso di stereotipi di Nativo americano ed est asiatico.<ref>[http://www.ronin-group.org/film_windtalkers.shtml Ronin Group film review ''Windtalkers MGM 2001'']</ref>▼
▲* Il film del [[2002]] ''[[Windtalkers]]''
* Il film del [[1959]] ''[[Sacro e profano (film 1959)|Sacro e profano]]'' vedeva [[Charles Bronson]] nei panni del sergente John Danforth, un code talker Navajo.
* Il romanzo storico ''Code Talker'' racconta la storia di un gruppo di Navajo che servì nei Marines sul fronte del Pacifico durante la [[seconda guerra mondiale]].
* Nel videogioco del 2015 [[Metal Gear Solid V: The Phantom Pain|Metal Gear solid V: The Phantom Pain]] è presente il personaggio [[Metal Gear Solid V: The Phantom Pain#Code Talker|Code Talker]], che è appunto un ex Code Talker parlante la [[lingua navajo]], l'unica lingua che non attira i parassiti che si incontrano durante lo svolgimento della trama.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{en}}Aaseng, Nathan. ''Navajo Code Talkers:
* {{en}}Durrett, Deanne. ''Unsung Heroes of World War II: The Story of the Navajo Code Talkers.'' Library of American Indian History, Facts on File, Inc., 1998.▼
* {{en}}McClain, Salley. ''Navajo Weapon: The Navajo Code Talkers.'' Tucson, Arizona: Rio Nuevo Publishers, 2001.▼
* {{en}}Meadows, William C. ''The Comanche Code Talkers of World War II.'' Austin: University of Texas Press, 2002.▼
* {{en}}Stanley, Captain John W.
* {{en}}Gawne, Jonathan. ''Spearheading D-Day.'' Paris: Histoire et Collections, 1999.▼
* {{en}}Simon Singh, ''The Code Book: Science of Secrecy from Ancient Egypt to Quantum Cryptography'', 2000. ISBN 978-0385495325▼
== Voci correlate ==
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* [[Seconda guerra mondiale]]
==
{{interprogetto}}
▲*{{en}}Aaseng, Nathan. ''Navajo Code Talkers: America’s Secret Weapon in World War II.'' New York: Walker & Company, 1992.
▲*{{en}}Durrett, Deanne. ''Unsung Heroes of World War II: The Story of the Navajo Code Talkers.'' Library of American Indian History, Facts on File, Inc., 1998.
▲*{{en}}McClain, Salley. ''Navajo Weapon: The Navajo Code Talkers.'' Tucson, Arizona: Rio Nuevo Publishers, 2001.
▲*{{en}}Meadows, William C. ''The Comanche Code Talkers of World War II.'' Austin: University of Texas Press, 2002.
▲*{{en}}Stanley, Captain John W. ''Personal Experience of a Battalion Commander and Brigade Signal Officer, 105th Field Signal Battalion in the Somme Offensive, September 29 – October 12, 1918. U.S.Army, 1932.
▲*{{en}}Gawne, Jonathan. ''Spearheading D-Day.'' Paris: Histoire et Collections, 1999.
▲*{{en}}David Kahn, "The Codebreakers – The Story of Secret Writing", 1967. ISBN 0-684-83130-9
▲*{{en}}Simon Singh, ''The Code Book: Science of Secrecy from Ancient Egypt to Quantum Cryptography'', 2000. ISBN 978-0385495325
== Collegamenti esterni ==
* {{
* {{
* {{cita web|1=http://www.samuelholiday.com|2='''Samuel Tom Holiday – 4th Marine Division – 25th Regiment – H & S Company'''|lingua=en|accesso=18 giugno 2021|dataarchivio=21 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201021041637/http://samuelholiday.com/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=https://www.nsa.gov/about/_files/cryptologic_heritage/publications/wwii/navajo_codetalkers.pdf|titolo=Origins of the Navajo Code Talkers|lingua=en|accesso=30 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171007030615/https://www.nsa.gov/about/_files/cryptologic_heritage/publications/wwii/navajo_codetalkers.pdf|dataarchivio=7 ottobre 2017|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-4.htm|2=Dept. of Navy '''Navajo Code Talkers' Dictionary'''|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|dataarchivio=10 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140110054022/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-4.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm|2=Dept. of Navy '''Navajo Code Talkers: World War II fact Sheet'''|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|dataarchivio=15 maggio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110515094045/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm|urlmorto=sì}}
* {{
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* {{
* {{cita web|1=http://www.sites.si.edu/exhibitions/exhibits/codetalkers/main.htm|2=Smithsonian Institution: American Indian Codetalkers|lingua=en|accesso=6 marzo 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060104105437/http://www.sites.si.edu/exhibitions/exhibits/codetalkers/main.htm|dataarchivio=4 gennaio 2006|urlmorto=sì}}
* {{en}}[http://www.history.army.mil/html/topics/natam/index.html Native Americans in the U.S. Army Portal] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120129041708/http://www.history.army.mil/html/topics/natam/index.html |date=29 gennaio 2012 }} at the United States Army Center of Military History▼
* {{
* {{cita web|1=http://bingaman.senate.gov/features/codetalkers/|2=U.S. Sen. Bingaman: Navajo code talkers page|lingua=en|accesso=6 settembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060830203241/http://bingaman.senate.gov/features/codetalkers/|dataarchivio=30 agosto 2006|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.yvwiiusdinvnohii.net/history/usmccode.htm|2=The Navajo Code Talkers: Code Talkers (Part of the Story)|lingua=en|accesso=29 aprile 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060612223153/http://www.yvwiiusdinvnohii.net/history/usmccode.htm|dataarchivio=12 giugno 2006|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.yvwiiusdinvnohii.net/articles/navcode.htm|2=How Effective Was Navajo Code? "One Former Captive Knows" Captured Navajo|lingua=en|accesso=9 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131109191414/http://www.yvwiiusdinvnohii.net/articles/navcode.htm|dataarchivio=9 novembre 2013|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.turtletrack.org/Issues01/Co01132001/CO_01132001_Heroes.htm|2=Hopi Code Talker|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110927091444/http://www.turtletrack.org/Issues01/Co01132001/CO_01132001_Heroes.htm|dataarchivio=27 settembre 2011|urlmorto=sì}}
* {{
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* {{cita web|1=http://digital.library.okstate.edu/encyclopedia/entries/C/CO013.html|2=Encyclopedia of Oklahoma History and Culture – Code Talkers|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100731201113/http://digital.library.okstate.edu/encyclopedia/entries/C/CO013.html|dataarchivio=31 luglio 2010|urlmorto=sì}}
* {{
{{Controllo di autorità}}
▲*{{en}}[http://www.nmai.si.edu/education/codetalkers/html/ National Museum of the American Indian- Codetalkers]
{{Portale|seconda guerra mondiale}}
▲*{{en}}[http://www.theamericanstoryteller.com/story-details.cfm?story=46 Listen online – The Story of The Code Talkers – The American Storyteller Radio Journal]
▲*{{en}}[http://library.nau.edu/speccoll/exhibits/indigenous_voices/navajo/codetalkers.html Northern Arizona University Special Collections, regarding Navajo Codetalkers]
▲*{{en}}[http://www.archives.gov/education/lessons/code-talkers/index.html Teaching with Documents: Memorandum Regarding the Enlistment of Navajo Indians. U.S. National Archives.]
▲*{{en}}[http://www.archives.gov/publications/prologue/2001/winter/navajo-code-talkers.html "Semper Fidelis, Code Talkers," U.S National Archives. Prologue Magazine: Winter 2001, Vol. 33, No. 4]
▲*{{en}}[http://www.history.army.mil/html/topics/natam/index.html Native Americans in the U.S. Army Portal] at the United States Army Center of Military History
▲*{{en}}[http://www.coinnews.net/2008/10/22/american-indian-code-talker-medals-becomes-law/ American Indian Code Talker Medals Become Law]
▲*{{en}}[http://www.kenrockwell.com/200210/1622.htm Code Talkers Exhibit, Burger King, Kayenta, Navajo Nation]
▲*{{en}}[http://www.csulb.edu/~d49er/archives/2002/fall/news/v10n33-ww.shtml Windtalker]
▲*{{en}}[http://www.navajocodetalkers.org/ Navajo Code Talkers Association]
▲*{{en}}[http://www.specialforcesroh.com/browse.php?mode=viewc&catid=1 Code Talkers roll of honour and images]
▲*{{en}}[http://navajocodetalkers.org/ Official website of the Navajo Code talkers]
[[Categoria:Storia dei nativi americani]]
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