Code talker: differenze tra le versioni
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'''Code talker''' (in italiano: "parlante in codice") è un termine usato in lingua inglese per descrivere una persona che parla usando un linguaggio codificato. Esso è frequentemente usato per indicare i 400 [[nativi americani]] che prestarono servizio come [[Marines degli Stati Uniti]], il cui lavoro principale era di trasmettere messaggi [[Tattica militare|tattici]] segreti. I code talker trasmettevano questi messaggi attraverso reti telefoniche o radio, usando codici linguistici sviluppati sulle loro lingue native. Il loro servizio incrementò le comunicazioni in termini di velocità di
Il termine ''code talker'' è comunemente associato con gli speaker [[Navajo]], reclutati specialmente durante la seconda guerra mondiale dai Marines per servire nella [[guerra del Pacifico (1941-1945)|guerra del Pacifico]]. I code talker, tuttavia, ebbero come pionieri del loro campo gli indiani [[Choctaw]] che prestarono servizio nella [[prima guerra mondiale]] e che venivano chiamati ''Choctaw code talker''.
Altri code talker appartenenti ad
== Cherokee ==
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== Comanche ==
[[File:Comanche codebook 3.jpg|verticale|
[[Adolf Hitler]] era a conoscenza dell'uso fruttuoso dei code talker durante la [[prima guerra mondiale]]. Egli inviò un team di circa trenta [[Antropologia|antropologi]] per imparare la lingua dei Nativi d'America prima dello scoppio della [[seconda guerra mondiale]].<ref>{{en}}[https://web.archive.org/web/20040404035723/http://www.nsa.gov/museum/museu00010.cfm NSA Code Talker Exhibit]</ref> Tuttavia, fu molto difficile anche per loro imparare i molti linguaggi e dialetti esistenti. Proprio perché i nazisti si erano interessati a queste lingue, l'esercito americano non creò un programma di addestramento per code talker su vasta scala per il fronte europeo della guerra. Solo quattordici code talker [[Comanche]] presero parte allo [[sbarco in Normandia]] e servirono nella [[4th Infantry Division (United States Army)|4ª Divisione di Fanteria]], sempre sul fronte europeo.<ref name=comanche_code>
{{cita web| lingua =en| url =http://www.comanchelanguage.org/Comanche%20Code%20Talkers.htm| titolo =The Comanche Code Talkers| accesso =13 febbraio 2008| autore =| cognome =| nome =| data =| urlmorto =sì| urlarchivio =https://web.archive.org/web/20080705135326/http://comanchelanguage.org/Comanche%20Code%20Talkers.htm| dataarchivio =5 luglio 2008}}</ref> I Comanche della 4ª Signal Company compilarono un vocabolario di più di 100 termini in codice, usando parole o frasi del loro stesso linguaggio. Usando un metodo sostitutivo simile a quello usato dai Navajo, la parola Comanche per identificare, per esempio, un carro armato era una "tartaruga", un bombardiere era un "aeroplano in gravidanza", una mitragliatrice veniva chiamata "macchina da cucire" mentre Adolf Hitler era il "pazzo uomo bianco".<ref name=army_comanche>{{en}}[http://www.armyhistory.org/ahf2.aspx?pgID=877&id=332&exCompID=56 Army History Research: ''124th Signal Battalion'' Matthew J. Seelinger] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120217104802/http://www.armyhistory.org/ahf2.aspx?pgID=877&id=332&exCompID=56 |data=17 febbraio 2012 }}</ref>
Due code talker Comanche erano assegnati ad ogni reggimento, il resto al quartier generale della 4ª Divisione. Poco dopo lo sbarco ad [[Utah Beach]], il
Nel [[1989]], il governo francese premiò i code talker Comanche, nominandoli cavalieri dell'[[Ordine nazionale al merito (Francia)|Ordine nazionale al merito]]. Il 30 novembre [[1999]], il [[Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti]] consegnò a [[Charles Chibitty]] il premio [[Thomas Knowlton]].<ref name=army_comanche/><ref>{{en}}[
== Mesquakie ==
I [[Mesquakie]] usarono il loro linguaggio in codice contro i tedeschi in [[Campagna del Nordafrica|Nordafrica]]. 27 Mesquakie, dei quali il 16% dell'[[Iowa]], si arruolarono nell'esercito nel gennaio [[1941]].<ref name=Meskwaki_code>{{en}}{{Cita news| url =
== Baschi ==
Il capitano [[Frank D. Carranza]] ideò l'uso della lingua dei [[Baschi]] come codice, nel maggio [[1942]] dopo un incontro di 60 Marines di discendenza basca in una base a [[San Francisco]].<ref name="El País">''[
Il 1º agosto [[1942]], i tenenti Nemesio Aguirre, Fernández Bakaicoa e Juanna ricevettero un messaggio codificato nel loro codice da [[San Diego]], da parte dell'ammiraglio [[Chester Nimitz]], il quale li avvertiva dell'imminente inizio dell'[[operazione Apple]] (l'operazione Mela), il cui scopo era impossessarsi delle [[isole Salomone]], fino ad allora in mani giapponesi. Essi inoltre furono impiegati per trasmettere l'ordine di inizio della [[campagna di Guadalcanal]], il 7 agosto<ref name="Diario Vasco">''La orden de desembarco en Guadalcanal se dió en vascuence para que no lo descubrieran los nipones'' (''l'ordine di sbarco a Guadalcanal venne
== Navajo ==
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| Z || Zinc || Besh-do-gliz || Béésh dootłʼizh
|}
[[File:Navaho-enlistment-letter-page01.jpg|
[[File:Navaho-enlistment-letter-page02.jpg|
[[Philip Johnston (code talker)|Philip Johnston]] propose ai [[Marines degli Stati Uniti]] di usare la [[lingua navajo]], all'inizio della [[seconda guerra mondiale]]. Johnston, veterano della [[prima guerra mondiale]], era cresciuto nella [[riserva Navajo]] come figlio di un missionario e fu uno dei pochi non-Navajo a parlare
Dato che la lingua Navajo possiede una grammatica molto complessa, non si riesce ad avere una [[mutua intelligibilità]] con nessun'altra lingua, nemmeno con gli altri idiomi della famiglia [[lingue Na-Dené|Na-Dené]], senza contare che la lingua Navajo, oggi, è praticamente solo una lingua orale. In questo senso Johnston riconobbe nei Navajo la soluzione alla richiesta dei militari di trovare un codice indecifrabile.
La lingua Navajo viene parlata solo nelle terre Navajo del sud-ovest degli Stati Uniti e la sua sintassi e la qualità dei toni, per tacere dei dialetti, fanno di essa una lingua non comprensibile ad alcuno senza un'esposizione prolungata ed un insegnamento della lingua stessa. Una stima indica che allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] poco più di 30 non-Navajo, nessuno di essi giapponese, potevano comprendere la lingua Navajo.<ref>{{cita web|lingua=en|cognome=Volgel|nome=Clayton|titolo=Letter to Commandant, USMC|url=http://archive.library.nau.edu/u?/cpa,44718|opera=Demonstration in California, 1942|editore=Northern Arizona University, Cline Library|accesso=20 luglio 2011|coautori = Philip Johnson}}</ref>
All'inizio del [[1942]], Johnston incontrò il maggior generale Clayton B. Vogel, il comandante generale dei Corpi Anfibi, della Flotta del Pacifico statunitense, con il suo staff. Johnston fece dei test simulando delle condizioni di battaglia che dimostrarono che i Navajo potevano cifrare, trasmettere e decifrare un messaggio di tre righe, in inglese, in appena 20 secondi, contro i 30 minuti richiesti da una macchina dell'epoca.
Il generale Vogel accettò di reclutare 200 Navajo nei Marines. I primi 29 reclutati erano già in addestramento nel maggio [[1942]]. Il primo gruppo di Navajo creò il codice Navajo, presso Camp Pendleton, [[Oceanside (California)]].<ref name="ww2fact">{{en}}[http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm NAVAL HISTORICAL CENTER, Navajo Code Talkers: World War II Fact Sheet] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110515094045/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm |date=15 maggio 2011 }}</ref> Il codice Navajo fu ufficialmente sviluppato e modellato secondo il "Joint Army/Navy Phonetic Alphabet", precursore dell'[[alfabeto fonetico NATO]], che associava alle lettere dell'alfabeto inglese a delle parole in lingua inglese.
Come è stato dimostrato, a fare lo spelling a voce di tutti i termini, lettera per lettera, si impiega troppo tempo, così furono usate parole identificative per alcuni termini, concetti, tattiche e strumenti della guerra moderna (come "patata" per le bombe a mano o "tartaruga" per i mezzi corazzati). Alcune di queste parole entrarono a far parte del vocabolario dei Marines e sono comunemente usate ancora oggi per riferirsi agli oggetti a cui fanno riferimento.
Un libro di codice fu sviluppato per insegnare le parole e i concetti fondamentali alle nuove reclute. Il testo era usato solamente dagli allievi e non era mai portato sul campo di battaglia. I code talker memorizzavano tutti questi termini e facevano pratica per usarli rapidamente sotto condizioni stressanti durante l'addestramento. Un individuo non addestrato all'uso del codice non poteva avere idea del significato dei messaggi anche se conosceva la lingua Navajo, egli sentiva solo stringhe troncate e disgiunte di sostantivi e verbi singolarmente e non relazionati tra loro.
[[File:Code Talkers Monument in Ocala, Florida Memorial Park.jpg|
I code talker Navajo furono elogiati per la loro abilità, velocità e precisione maturati durante tutta la guerra. Nella [[battaglia di Iwo Jima]], il maggiore Howard Connor, ufficiale alle trasmissioni della 5ª Divisione Marine, aveva sei code talker Navajo al suo comando per tutto il tempo, durante i primi due giorni di battaglia. Questi sei inviarono e ricevettero 800 messaggi, tutti senza errori. Connor, in seguito, affermò: "Se non fosse stato per i Navajo, i Marines non avrebbero mai conquistato Iwo Jima."<ref name="ww2fact"/>
Con il proseguire della guerra, altre parole in codice furono aggiunte e il programma d'addestramento fu esteso. In altre circostanze, parole informali in codice furono usate per particolari [[Campagna militare|campagne militari]] e non vennero diffuse su tutti i fronti. Per assicurarsi un consistente uso delle terminologie in codice lungo
L'impiego dei code talker Navajo continuò per tutta la [[guerra di Corea]] e dopo, quando fu messa da parte nei primi anni della [[guerra del Vietnam]].
== Riconoscimento post-bellico ==
I code talker non ricevettero riconoscimenti fino alla declassificazione delle informazioni militari, nel [[1968]].<ref name=dp>{{en}}{{Cita news |nome=Felicia |cognome=Fonseca |titolo=Navajo Code Talker dead at age 82 |url=http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 |pubblicazione=[[Associated Press]] |editore=[[The Denver Post]] |data=11 febbraio 2008 |accesso=19 marzo 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080330130935/http://www.denverpost.com/obituaries/ci_8232269 |dataarchivio=30 marzo 2008 |urlmorto=sì }}</ref> Nel [[1982]], ai code talker fu dato un Certificato di Riconoscimento da parte del [[Presidente degli Stati Uniti]] [[Ronald Reagan]] che rinominò, inoltre, il 14 agosto [[1982]] come il "Giorno dei Code Talker Navajo" ("Navajo Code Talkers Day").<ref>
Il 21 dicembre [[2000]], il [[Congresso degli Stati Uniti]] approvò, e il Presidente [[Bill Clinton]] firmò, la Public Law 106-554, 114 Statute 2763, che premiò con la [[Congressional Gold Medal]] 29 code talker Navajo della [[seconda guerra mondiale]]. Nel luglio [[2001]], il Presidente [[George W. Bush]]
Il 17 settembre [[2007]], 18 code talker Choctaw furono premiati postumi, con la [[Texas Medal of Valor]] dall'Aiutante Generale di Stato del [[Texas]] per il loro servizio reso durante la [[prima guerra mondiale]].<ref>{{en}}[http://www.news8austin.com/content/your_news/default.asp?ArID=192100 Texas military honors Choctaw code talkers] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080601033024/http://www.news8austin.com/content/your_news/default.asp?ArID=192100 |date=1 giugno 2008 }}. Retrieved on 2008-05-02.</ref> Il 13 dicembre [[2007]], l'H.R. 4544, il Code Talker Recognition Act (Atto di Riconoscimento dei Code Talker), fu introdotto nella [[Camera dei rappresentanti
== Cultura di massa ==
Il film del [[2002]] ''[[Windtalkers]]'' fu una storia basata sui veri code talker Navajo che servirono nei Marines durante la [[seconda guerra mondiale]]. Il film fu criticato per aver rappresentato il personaggio Navajo come un ruolo secondario e non come il vero protagonista del film.<ref>{{en}}[http://www.plume-noire.com/movies/reviews/windtalkers.html Plume Noir film review by Fred Thom. ''Windtalkers by John Woo'']</ref> La trama del film venne sviluppata attorno a delle "guardie del corpo" [[Europoide|bianche]] dei code talker a cui venne ordinato di ucciderli se fossero finiti in mani giapponesi.<ref>[http://david-kahn.com/articles-navajo-windtalkers.htm ''The Navajo "Windtalkers."'' Online film review by David Kahm.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111003004619/http://david-kahn.com/articles-navajo-windtalkers.htm |data=3 ottobre 2011 }} Retrieved 2-15-2010</ref> Fu inoltre a lungo criticato per l'uso di stereotipi di Nativo americano ed est asiatico.<ref>[http://www.ronin-group.org/film_windtalkers.shtml Ronin Group film review ''Windtalkers MGM 2001''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080827184307/http://ronin-group.org/film_windtalkers.shtml |data=27 agosto 2008 }}</ref>▼
Il film del [[1959]] ''[[Sacro e profano (film 1959)|Sacro e profano]]'' vedeva [[Charles Bronson]] nei panni del sergente John Danforth, un code talker Navajo.▼
▲* Il film del [[2002]] ''[[Windtalkers]]''
Il romanzo storico ''Code Talker'' racconta la storia di un gruppo di Navajo che servì nei Marines sul fronte del Pacifico durante la [[seconda guerra mondiale]].▼
▲* Il film del [[1959]] ''[[Sacro e profano (film 1959)|Sacro e profano]]'' vedeva [[Charles Bronson]] nei panni del sergente John Danforth, un code talker Navajo.
▲* Il romanzo storico ''Code Talker'' racconta la storia di un gruppo di Navajo che servì nei Marines sul fronte del Pacifico durante la [[seconda guerra mondiale]].
* Nel videogioco del 2015 [[Metal Gear Solid V: The Phantom Pain|Metal Gear solid V: The Phantom Pain]] è presente il personaggio [[Metal Gear Solid V: The Phantom Pain#Code Talker|Code Talker]], che è appunto un ex Code Talker parlante la [[lingua navajo]], l'unica lingua che non attira i parassiti che si incontrano durante lo svolgimento della trama.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{en}}Aaseng, Nathan. ''Navajo Code Talkers: America's Secret Weapon in World War II.'' New York: Walker & Company, 1992.
* {{en}}Durrett, Deanne. ''Unsung Heroes of World War II: The Story of the Navajo Code Talkers.'' Library of American Indian History, Facts on File, Inc., 1998.
* {{en}}McClain, Salley. ''Navajo Weapon: The Navajo Code Talkers.'' Tucson, Arizona: Rio Nuevo Publishers, 2001.
* {{en}}Meadows, William C. ''The Comanche Code Talkers of World War II.'' Austin: University of Texas Press, 2002.
* {{en}}Stanley, Captain John W.
* {{en}}Gawne, Jonathan. ''Spearheading D-Day.'' Paris: Histoire et Collections, 1999.
* {{en}}David Kahn, "The Codebreakers
* {{en}}Simon Singh, ''The Code Book: Science of Secrecy from Ancient Egypt to Quantum Cryptography'', 2000. ISBN 978-0385495325
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.nmai.si.edu/education/codetalkers/html/|National Museum of the American Indian- Codetalkers|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.theamericanstoryteller.com/story-details.cfm?story=46|titolo=Listen online – The Story of The Code Talkers – The American Storyteller Radio Journal|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|dataarchivio=14 novembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061114013824/http://www.theamericanstoryteller.com/story-details.cfm?story=46|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.samuelholiday.com|2='''Samuel Tom Holiday – 4th Marine Division – 25th Regiment – H & S Company'''|lingua=en|accesso=18 giugno 2021|dataarchivio=21 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201021041637/http://samuelholiday.com/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|
* {{cita web|1=http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-4.htm|2=Dept. of Navy '''Navajo Code Talkers' Dictionary'''|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|dataarchivio=10 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140110054022/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-4.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm|2=Dept. of Navy '''Navajo Code Talkers: World War II fact Sheet'''|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|dataarchivio=15 maggio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110515094045/http://www.history.navy.mil/faqs/faq61-2.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://library.nau.edu/speccoll/exhibits/indigenous_voices/navajo/codetalkers.html|Northern Arizona University Special Collections, regarding Navajo Codetalkers|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.archives.gov/education/lessons/code-talkers/index.html|Teaching with Documents: Memorandum Regarding the Enlistment of Navajo Indians. U.S. National Archives.|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.archives.gov/publications/prologue/2001/winter/navajo-code-talkers.html|"Semper Fidelis, Code Talkers," U.S National Archives. Prologue Magazine: Winter 2001, Vol. 33, No. 4|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://www.sites.si.edu/exhibitions/exhibits/codetalkers/main.htm|2=Smithsonian Institution: American Indian Codetalkers|lingua=en|accesso=6 marzo 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060104105437/http://www.sites.si.edu/exhibitions/exhibits/codetalkers/main.htm|dataarchivio=4 gennaio 2006|urlmorto=sì}}
* {{en}}[http://www.history.army.mil/html/topics/natam/index.html Native Americans in the U.S. Army Portal] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120129041708/http://www.history.army.mil/html/topics/natam/index.html |date=29 gennaio 2012 }} at the United States Army Center of Military History
* {{cita web|http://www.coinnews.net/2008/10/22/american-indian-code-talker-medals-becomes-law/|American Indian Code Talker Medals Become Law|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://bingaman.senate.gov/features/codetalkers/|2=U.S. Sen. Bingaman: Navajo code talkers page|lingua=en|accesso=6 settembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060830203241/http://bingaman.senate.gov/features/codetalkers/|dataarchivio=30 agosto 2006|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.yvwiiusdinvnohii.net/history/usmccode.htm|2=The Navajo Code Talkers: Code Talkers (Part of the Story)|lingua=en|accesso=29 aprile 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060612223153/http://www.yvwiiusdinvnohii.net/history/usmccode.htm|dataarchivio=12 giugno 2006|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.yvwiiusdinvnohii.net/articles/navcode.htm|2=How Effective Was Navajo Code? "One Former Captive Knows" Captured Navajo|lingua=en|accesso=9 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131109191414/http://www.yvwiiusdinvnohii.net/articles/navcode.htm|dataarchivio=9 novembre 2013|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.turtletrack.org/Issues01/Co01132001/CO_01132001_Heroes.htm|2=Hopi Code Talker|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110927091444/http://www.turtletrack.org/Issues01/Co01132001/CO_01132001_Heroes.htm|dataarchivio=27 settembre 2011|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.kenrockwell.com/200210/1622.htm|Code Talkers Exhibit, Burger King, Kayenta, Navajo Nation|lingua=en}}
* {{cita web|
* {{cita web|http://www.navajocodetalkers.org/|Navajo Code Talkers Association|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.specialforcesroh.com/browse.php?mode=viewc&catid=1|titolo=Code Talkers roll of honour and images|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://digital.library.okstate.edu/encyclopedia/entries/C/CO013.html|2=Encyclopedia of Oklahoma History and Culture – Code Talkers|lingua=en|accesso=25 novembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100731201113/http://digital.library.okstate.edu/encyclopedia/entries/C/CO013.html|dataarchivio=31 luglio 2010|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://navajocodetalkers.org/|Official website of the Navajo Code talkers|lingua=en}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|seconda guerra mondiale}}
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