Emilio Castelar: differenze tra le versioni
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Emilio Castelar y Ripoll rimasto orfano a sette anni - il padre Manuel si era rifugiato a [[Gibilterra]] per sfuggire alla condanna a morte con l'accusa di filo-francesismo durante la restaurazione borbonica di [[Ferdinando VII di Spagna|Ferdinando VII]] - fu cresciuto dalla madre che gli ispirò l'amore per la lettura. Studiò Diritto e Filosofia a [[Madrid]] e nel [[1857]] ottenne la cattedra di Storia filosofica e Storia spagnola. Nello stesso anno fece il suo primo intervento durante un congresso del Partito Democratico e subito fu riconosciuto anche dalla stampa madrilena come un oratore eccezionale e un paladino della libertà e della democrazia.
Si dedicò alla politica prima scrivendo sulla stampa periodica e poi fondando nel [[1864]] il suo giornale: ''La Democrazia'' tramite il quale propugnava la sua idea di una democrazia repubblicana liberale in contrapposizione con quella di [[
Tra i molti incarichi politico-istituzionali ricoperti in quel periodo tormentato della storia di Spagna ricordiamo la sua elezione a Presidente della [[Prima Repubblica spagnola]], seguite alle dimissioni di [[Nicolás Salmerón]] il 7 settembre [[1873]]. Castelar nel tentativo di salvare il salvabile, data la situazione drammatica del Paese, sospese i poteri del Parlamento, e affidò a militari di professione, non sempre fedeli alla Repubblica, il compito di riportare l'ordine nel paese sull'orlo dell'anarchia. Il 3 gennaio [[1874]] rassegnò le dimissioni dopo che al Parlamento fu votato Eduardo Palanca Asensi. Durante questa votazione avvenne il colpo di Stato militare del generale [[Manuel Pavía]] che sciolse definitivamente il Parlamento, offrendo a Castelar di nuovo la Presidenza della Repubblica che ricusò e che invece fu accettata dal generale [[Francisco Serrano|Serrano]].
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Oltre a essere stato uno dei più eloquenti oratori di Spagna fu anche un grande scrittore di prosa romantico con opere come ''Recuerdos de Italia,'' novelle come ''Ernesto'', ''Fra Filipo Lippi'' e una serie di articoli, discorsi studi giuridici, storici e di critica letteraria, artística, e saggi politici. A Madrid nel [[1908]] gli è stato eretto un monumento opera del famoso scultore [[Mariano Benlliure]].
[[File:Monumento a Castelar (Madrid) 01.jpg|thumb|upright=0.7|Monumento a Castelar a [[Madrid]] ([[Mariano Benlliure|M. Benlliure]], [[1908]]).]]
Grande ammiratore dell'attrice spagnola [[Maria Álvarez Tubau]], firmò nel [[1891]], insieme a [[José Zorrilla]], [[Gaspar Núñez de Arce|Nuñez de Arce]], [[Ramón de Campoamor|Campoamor]] e [[José Echegaray y Eizaguirre|José de Echegaray]], oltre ad altri giornalisti, politici e intellettuali, un documento in cui definiva la Tubau "Dottoressa in Arte Drammatica".<ref>{{es}} [http://books.google.es/books?id=3EKkWAtcd58C&pg=PA35&lpg=PA35&dq=%22MARIA+TUBAU%22+AND+%221914%22&source=bl&ots=s799srPb6O&sig=GxATEmV0bfyLAIpigfyk2kFdfAs&hl=es&ei=SHunSq6bKdKb_AbcpPAV&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1#v=onepage&q=tubau&f=false ''Teatro español para la infancia y la juventud'' (pág. 34)] Revisado en octubre de 2014</ref>
Tra le sue molte opere, che abbracciano temi di storia, sociologia, politica nazionale, con valorose escursioni anche nel campo propriamente letterario, merita una speciale menzione ''Recuerdos de Italia,'' volume di viaggio elaborato con deciso appeal narrativo: molto noto, a suo tempo, nel nostro Paese, ne è stata offerta e di recente una nuova edizione critica pubblicata dalle Edizioni La Conchiglia di Capri.
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[[Categoria:Massoni]]
[[Categoria:Personalità del nazionalismo spagnolo]]
[[Categoria:Membri della Real Academia Española]]
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