Francesco Moranino: differenze tra le versioni

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Iscritto al [[Partito Comunista Italiano|Partito Comunista]] clandestino nel [[1940]], l'anno successivo venne arrestato e condannato a 12 anni di carcere da parte del [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale]]. Detenuto a [[Civitavecchia]], venne liberato nel [[1943]] a seguito della [[caduta del fascismo]] e, dopo il successivo [[Armistizio di Cassibile|armistizio]], entrò nella [[Resistenza italiana|Resistenza]]. Inviato dal PCI nel Biellese, assunse il nome di battaglia di "Gemisto", diventando comandante del Distaccamento delle [[Brigate Garibaldi]] denominato [[Carlo Pisacane|"Pisacane"]].
 
Attorno al "Pisacane", e al suo successivo sviluppo, si formerà nel gennaio del [[1944]] la piccola Repubblica Partigiana di [[Postua]], una delle prime prove di autogoverno partigiano<ref>[http://images.ancr.to.it/f/Didattica/fi/filmarelastoria.pdf Il distaccamento ''Pisacane''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070210081219/http://images.ancr.to.it/f/Didattica/fi/filmarelastoria.pdf |data=10 febbraio 2007 }}</ref>. In seguito Moranino comandò la 50ª [[Brigate Garibaldi#Elenco Brigate Garibaldi|Brigata Garibaldi]] fino a che, con l'incarico prima di comandante e poi di commissario politico, fu destinato alla XII Divisione Garibaldi [[Pietro Pajetta]] (''Nedo'')<ref>{{Cita web |url=http://www.storia900bivc.it/pagine/resistenza/ffppbi.html |titolo=Storia900 |accesso=14 gennaio 2009 |dataarchivio=20 novembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111120022125/http://www.storia900bivc.it/pagine/resistenza/ffppbi.html |urlmorto=sì }}</ref>. Francesco Moranino era cugino di Luigi Moranino, che Francesco aveva introdotto giovanissimo nella lotta partigiana; Luigi Moranino, con il nome di battaglia "PIC", diverrà a sua volta vice commissario della 2ª Brigata Garibaldi "Ermanno Angiono" ("Pensiero")<ref>{{Cita web |url=http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria2/moranino184.html |titolo=La vicenda di Ermanno Angiono (nome di battaglia "Pensiero") a cura di Luigi Moranino |accesso=14 gennaio 2009 |dataarchivio=28 ottobre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071028025045/http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria2/moranino184.html |urlmorto=sì }}</ref>. [[Anello Poma]]<ref>{{cita web|url=https://www.anpi.it/biografia/anello-poma|titolo=Anello Poma|editore=[[ANPI]]|opera=Donne e Uomini della Resistenza|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040229051415/http://www.anpi.it/uomini/poma.htm|urlmorto=no|dataarchivio=29 febbraio 2004}}</ref>, già miliziano antifascista in Spagna, riorganizzò la guerriglia partigiana nel Biellese fino ad assumere l'incarico di commissario politico del Comando Raggruppamento Divisioni Garibaldi del Biellese<ref>Così Poma descrive la situazione ed i motivi della scelta di comando del Distaccamento "Pisacane" che privilegiò Moranino [http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria2/poma181.html Parliamo dei primi distaccamenti garibaldini biellesi: il "Carlo Pisacane" di Anello Poma] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071029060501/http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria2/poma181.html |datedata=29 ottobre 2007 }}</ref>. Essendo fino all'inizio del 1944 pochi gli uomini disponibili alla lotta partigiana, circa 200, [[Anello Poma]] indicò il metodo di scelta dei comandanti dei primi distaccamenti, i più difficili da strutturare, se non si voleva correre il pericolo che fossero repentinamente distrutti dai nazifascisti.
 
Anello Poma poteva essere considerato in quel momento, per la sua età, relativamente agli altri partigiani ma soprattutto per i trascorsi di combattente antifascista, uno dei "vecchi". Il reclutamento s'indirizzò verso i giovani e i giovanissimi: Moranino era giovane e aveva già dato prova di grande affidabilità, per cui fu assegnato al comando del "Pisacane", distaccamento la cui efficienza era molto importante per lo sviluppo della Resistenza nella zona. Fra questi neofiti - o quasi - della lotta armata, Moranino - ovvero "Gemisto" - mise in luce immediatamente spiccate doti di organizzatore e di amalgamatore della banda partigiana.
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Nell'estate del 1944 ebbe luogo nel Biellese quella che è conosciuta come [[strage della missione Strasserra]]. [[Emanuele Strasserra]], agente dell'[[Office of Strategic Services|OSS]], era stato inviato in [[Liguria]] dalle forze alleate con il compito di coordinare la lotta partigiana e di consegnare un rapporto agli agenti alleati operanti in [[Svizzera]]. Egli contattò Francesco Moranino e arruolò quattro partigiani. Cinque partigiani della "missione Strasserra", sospettati di essere in realtà spie nazifasciste, furono fucilati il 26 novembre [[1944]] in località Portula, attirati in un'imboscata, e due delle loro compagne uccise.
 
Le vittime furono: Emanuele Strasserra, agente del Sud, sbarcato sulla costa ligure da un sommergibile [[Stati Uniti d'America|USA]] all'inizio dell'estate 1944; Gennaro Santucci, partigiano; Ezio Campasso, partigiano; Mario Francesconi, partigiano; Giovanni Scimone: partigiano. Il 9 gennaio [[1945]] furono liquidate le compagne di due dei partigiani uccisi, Maria Santucci e Maria Francesconi: un uomo bussò di notte alla loro porta, esse uscirono e furono uccise con un colpo alla testa, perché stavano per scoprire la verità sulla sorte dei loro mariti{{citazioneSenza necessariafonte}}. Gli assassini cercarono di far ricadere la responsabilità della morte delle due donne sui fascisti.
 
=== Il dopoguerra ===
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Nel dopoguerra i familiari dei cinque partigiani fucilati e delle due donne uccise svolsero indagini e raccolsero prove che presentarono alle autorità. Furono fatte delle indagini ufficiali che orientarono le responsabilità sul deputato comunista: Moranino fu pertanto accusato dell'eccidio della "Missione Strasserra" e delle due donne. Anello Poma, basandosi sui personali ricordi e sul proprio ruolo centrale nell'organizzazione della Resistenza nel [[provincia di Biella|Biellese]], ipotizzò quasi una mancanza di difesa di Moranino da parte di alcuni settori politici a lui vicini, proprio a causa delle ostilità maturate a seguito delle sue posizioni politiche e delle attività extramilitari attuate durante la Resistenza.
 
Oltre a ciò sulle montagne del Biellese, dove era forte la Brigata Garibaldi "Pisacane" comandata da "Gemisto", erano possibili lotte intestine fra settori della Resistenza che si rifacevano a diversa ideologia politica e si è ipotizzato che anche a causa di ciò avvenne l'eccidio{{CitazioneSenza necessariafonte}}.
Nel 1953, sotto il [[governo Pella]], Moranino fu incriminato per i fatti avvenuti durante la Resistenza, ritenuti non compresi tra i [[Amnistia Togliatti|reati amnistiati]] dal ministro [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] nel [[1946]].
 
Il 27 gennaio [[1955]], durante il [[governo Scelba]], la [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]], con una maggioranza di centrodestra, votò l'autorizzazione a procedere nei confronti di Moranino su richiesta della [[Procura della Repubblica|procura]] di Torino. Quella di Moranino fu la prima autorizzazione all'arresto di un parlamentare concessa dalla nascita della Repubblica e fino al luglio 1976 rimase anche l'unica<ref>[http://tg24.sky.it/tg24/politica/2009/11/25/cosentino_autorizzazione_a_procedere_no_camera.html Onorevole intoccabile: Camera concede l'arresto solo 4 volte] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100223044549/http://tg24.sky.it/tg24/politica/2009/11/25/cosentino_autorizzazione_a_procedere_no_camera.html |datedata=23 febbraio 2010 }}, articolo di [[Sky TG24|SKY TG24]], del 25 novembre 2009</ref>. Nel corso della seduta il deputato [[Partito Socialista Italiano|socialista]] [[Guido Bernardi (politico 1895)|Guido Bernardi]], relatore di minoranza, cercò di accreditare la tesi per cui tutti gli omicidi furono ordinati ed eseguiti per errore, riportando tutta una serie di indizi in tal senso. Tale tesi non fu però accolta dalla maggioranza<ref>[http://legislature.camera.it/_dati/leg02/lavori/stenografici/sed0255/sed0255.pdf Camera dei deputati 27 gennaio 1955]</ref>. Iniziò quindi il processo in aula per l'accusa di [[omicidio]] plurimo aggravato e continuato e occultamento di cadavere. A seguito di ciò Moranino fuggì - per la seconda volta - in [[Cecoslovacchia]]. Il 22 aprile [[1956]], il processo, svoltosi in contumacia a [[Firenze]], si concluse con la condanna all'[[ergastolo]] per Moranino.
 
Si legge nella sentenza: «Perfino la scelta degli esecutori dell'eccidio venne fatta tra i più delinquenti e sanguinari della formazione. Avvenuta la fucilazione, essi si buttarono sulle vittime depredandole di quanto avevano indosso. Nel percorso di ritorno si fermarono a banchettare in un'osteria e per l'impresa compiuta ricevettero in premio del denaro.».
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=== Senatore ===
Rientrato in Italia nel 1968 solo in seguito ad amnistia<ref>"[http://metarchivi.istoreto.it/biografie/p_bio_vis.asp?id=599 Francesco Moranino] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140826093245/http://metarchivi.istoreto.it/biografie/p_bio_vis.asp?id=599 |datedata=26 agosto 2014 }}", in ''Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea "Giorgio Agosti"''.</ref>, il 19 maggio [[1968]], [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|PSIUP]] annunciarono la candidatura nel collegio senatoriale di [[Vercelli]] dell'ex deputato. Moranino sarà rieletto con 38.446 voti ed entrerà nella Commissione Industria e Commercio del [[Senato della Repubblica|Senato]]. Morirà tre anni dopo, nel [[1971]], per un attacco cardiaco.
 
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.storia900bivc.it/pagine/resistenza/ffppbi.html Le formazioni partigiane della provincia di Vercelli Zona operativa "Biellese"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111120022125/http://www.storia900bivc.it/pagine/resistenza/ffppbi.html |datedata=20 novembre 2011 }}
* [https://web.archive.org/web/20051225105911/http://www-5.radioradicale.it/servlet/VideoPublisher?cmd=viewSchedaNew&livello=s7.1&record=17 Notizie sul sito di Radio Radicale].