Porta Maggiore: differenze tra le versioni
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{{Sito archeologico
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}}
'''Porta Maggiore''' è una delle [[porta cittadina|porte]] nelle [[Mura aureliane]] di [[Roma]]. Si trova nel punto in cui convergevano otto degli undici [[
== Storia e descrizione ==
=== Epoca alto-imperiale ===▼
[[File:
[[File:Esquilino - Porta Maggiore - la porta Onoriana 1683.JPG|thumb|Resti della porta onoriana]]▼
▲=== Epoca imperiale ===
Fu costruita sotto l'imperatore [[Claudio]] nel [[52]] per consentire all'[[acquedotto Claudio]] di scavalcare le vie ''[[Via Prenestina|Praenestina]]'' e ''[[Via Labicana|Labicana]]'' che si biforcavano dall'unica via che usciva dalla [[Porta Esquilina]], e quindi costituiva una porzione monumentale dell'acquedotto stesso (come testimoniato dai canali visibili nella sezione dell'[[attico (architettura)|attico]]). È realizzata interamente in [[opera quadrata]] di [[travertino]] con i blocchi in [[bugnato]] rustico (non finito) secondo lo stile dell'epoca. È una grande unica struttura con due fornici, con finestre sui piloni, inserite in edicole con timpano e semicolonne di [[ordine corinzio]].
Il suo nome attuale non trova una giustificazione storica o logistica, ma sembra semplicemente derivato dall'uso che ne faceva normalmente il popolo romano, a motivo della sua grandiosità, o forse al fatto che da lì partivano due vie consolari romane e non, come nella maggior parte delle altre porte, una sola, oppure dalla relativa vicinanza della [[basilica di Santa Maria Maggiore]].
[[File:Esquilino - Porta Maggiore - condotte 1678.JPG|thumb|left|Le condotte per il passaggio dell{{'}}''[[Anio Novus]]'' e dell{{'}}''[[Aqua Claudia]]''.]]
I due [[fornice|fornici]] permettevano il passaggio della [[via Labicana]] (a sinistra), oggi [[via Casilina]], e della [[via Prenestina]] (a destra). L'[[attico (architettura)|attico]] è diviso da marcapiani in tre fasce. Le due superiori corrispondono ai canali degli acquedotti ''[[ === La costruzione delle mura aureliane ===
▲[[File:Esquilino - Porta Maggiore - la porta Onoriana 1683.JPG|thumb|left|Resti della porta onoriana.]]
[[File:Roma.Porta Maggiore incisione Rossini.jpg|thumb|left|L'antica struttura aureliana e onoriana (vista dall'esterno), a ridosso della porta alto-imperiale, che così poté conservarsi pressoché integra (incisione di [[Luigi Rossini]], anni 20-30 del [[XIX secolo]]).]]▼
Già dal [[V secolo]] e almeno fino al [[XV secolo|XV]], è attestato come prassi normale l'istituto della concessione in appalto o della vendita a privati delle porte cittadine e della riscossione del pedaggio per il relativo transito. In un documento del [[1467]]<ref>Conservato nell'[[Archivio segreto vaticano]] e riportato (documento XXXVII) da S. Malatesta in “Statuti delle gabelle di Roma”, Roma, 1886</ref> è riportato un bando che specifica le modalità di vendita all'asta delle porte cittadine per un periodo di un anno. Da un documento del [[1474]]<ref>Dal registro della dogana per l'anno 1474.</ref> apprendiamo che il prezzo d'appalto per la porta Maggiore era pari a ''”fiorini 96, sollidi 13, den. 4 per sextaria”'' ("rata semestrale"); si trattava di un prezzo molto alto (il più caro dell'elenco di tariffe presenti nel documento), e alto doveva quindi essere anche il traffico cittadino per quel passaggio, per poter assicurare un congruo guadagno al compratore. Guadagno che era regolamentato da precise tabelle che riguardavano la tariffa di ogni tipo di merce<ref>Cfr. il documento XXXVI riportato da S. Malatesta, op. cit.</ref>, ma che era abbondantemente arrotondato da abusi di vario genere, a giudicare dalla quantità di ''gride'', editti e minacce che venivano emessi.
Nel [[537]]-[[538]], in occasione dell'assedio dei [[Goti]] di [[Vitige]], la porta fu chiusa, come anche altre, per limitare il numero delle aperture da dover difendere. Forse nel [[VI secolo]] fu murato il fornice labicano, lasciando solo quello prenestino. Risultava di nuovo chiusa nel [[966]], limitatamente alla porta ''Labicana'', che comunque sembra essere stata quasi sempre chiusa, probabilmente sin dopo i lavori di [[Onorio (imperatore)|Onorio]].
=== La demolizione di Gregorio XVI ===
▲[[File:Roma.Porta Maggiore incisione Rossini.jpg|thumb|
[[File:Funeral stele Atistia Terme.jpg|thumb|Iscrizione funeraria rinvenuta nei pressi di Porta Maggiore, [[50 a.C.]]-[[11 a.C.]] Dedicata da [[Eurisace]] alla moglie Atistia, essa recita: {{Citazione|Atistia fu mia moglie<br />Visse come eccellente donna<br />le cui rimanenti spoglie riposano<br />in questo paniere|{{CIL|1|01206}}}}]]▼
Nel [[1838]] [[papa Gregorio XVI]] fece restaurare la porta, demolendo la struttura onoriana (forse anche perché giudicata priva di simmetria ed equilibrio) e ripristinando probabilmente l'antico assetto aureliano, come ci tiene a precisare in un'iscrizione all'estrema sinistra<ref>L'aspetto onoriano della porta è pertanto ora riscontrabile solo in stampe d'epoca.</ref>. Ma gli archi erano così grandi (circa 6 m di larghezza per 14 di altezza) che l'eventuale difesa di tali aperture poteva risultare problematica. Si provvide quindi a restringere entrambi gli accessi con la costruzione di altrettante quinte merlate, il cui effetto estetico era paragonabile alla struttura onoriana che si era voluta eliminare.
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Nel [[1915]] il Comune di Roma effettuò altri lavori per la sistemazione del piazzale, demolendo la residua struttura eretta da [[Gregorio XVI]], ma solo nel [[1956]], a seguito dei lavori effettuati dall'architetto Petrignani, la porta tornò all'antico assetto originario e la piazza all'antico livello, riscoprendo il [[basolo|basolato]] delle due strade e i resti dell'antiporta. Sulle lastre di basalto del basolato, ancora esistenti sotto la porta, sono tuttora visibili i grandi solchi lasciati dal passaggio dei carri.
== Iscrizioni
▲[[File:Funeral stele Atistia Terme.jpg|thumb|right|Iscrizione funeraria rinvenuta nei pressi di Porta Maggiore, [[50 a.C.]]-[[11 a.C.]] Dedicata da [[Eurisace]] alla moglie Atistia, essa recita: {{Citazione|Atistia fu mia moglie<br />Visse come eccellente donna<br />le cui rimanenti spoglie riposano<br />in questo paniere|{{CIL|1|01206}}}}]]
Sull'attico sono ancora leggibili le tre iscrizioni (ripetute su entrambi i lati della porta). Quella più in alto, sul condotto dell’''Anio Novus'', è stata fatta incidere
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Quella inferiore, di [[Tito (imperatore
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La datazione dei lavori onoriani sulla porta è comunque certificata da un'iscrizione (visibile anche su [[Porta Tiburtina]]) posta all'estrema sinistra del piazzale Labicano (quindi sul lato esterno della porta), dove è rimasta una delle cortine onoriane. L'iscrizione, oltre alle consuete lodi per gli imperatori [[Arcadio]] ed Onorio, riporta, come curatore dell'opera, il nome di [[Macrobio Longiniano|Flavio Macrobio Longiniano]], [[praefectus urbi|prefetto di Roma]] nel [[402]]:<ref>{{CIL|6|1189}}.</ref>
{{Citazione
|Il Senato e il Popolo di Roma appose per gli Imperatori Cesari Nostri Signori e principi invittissimi Arcadio e Onorio, vittoriosi e trionfanti, sempre augusti, per celebrare la restaurazione delle mura, porte e torri della Città Eterna, dopo la rimozioni di grandi quantità di detriti. Dietro suggerimento del distinto e illustre soldato e comandante di entrambe le forze armate, [[Flavio Stilicone]], le loro statue vennero erette a perpetuo ricordo del loro nome. [[Flavio Macrobio Longiniano]], distinto prefetto dell'Urbe, devoto alle loro maestà e ai divini numi curò il lavoro.
|
|<div style="font-size:smaller">[[SPQR|S. P. Q. R.]]<br />
IMPP. CAESS. DD. NN. INVICTISSIMIS PRINCIPIBVS<br />
ARCADIO ET HONORIO VICTORIBVS AC TRIVMPHATORIBVS<br />
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AD PERPETVITATEM NOMINIS EORVM SIMVLACRA CONSTITVIT<br />
CVRANTE FL[avio] MACROBIO LONGINIANO V[iro] C[larissimo]<br />
PRAEF[ecto] VRBIS D[evoto] N[umini] M[aiestati]Q[ue] EORVM</div>|lingua=la}}
L'iscrizione risulta di un certo interesse storico anche perché contiene il nome di [[Stilicone]], il generale romano giustiziato nel [[408]] perché accusato di tradimento e connivenza con il [[Visigoti|visigoto]] [[Alarico I]]. Il suo nome subì una ''[[damnatio memoriae]]'' e venne abraso da tutte le iscrizioni e cancellato da tutte le fonti ufficiali. Si trattò però di una ''damnatio'' parziale, perché, mentre sull'iscrizione della [[Porta Tiburtina]] il nome di Stilicone risulta essere stato eliminato, non altrettanto è accaduto su quella, identica, di Porta Maggiore.
Nel 1923 fu aggiunta una lapide con un'iscrizione in latino moderno dalla Società [[Acqua Pia Antica Marcia]].
{{citazione|<small>ROMAM PERDUCTA A Q. MARCIO PRAET.<br />TRIBUS ANNIS POST CARTHAGINEM DELETAM<br />RESTITUTA PAUCIS DIEBUS ANTE QUAM<br />URBS ITALIAE VINDICARETUR NUNC IUXTA<br />VETEREM DUCTUM QUINTO POST EVERSUM<br />AUSTRIACUM IMPERIUM ANNO AUCTA COPIA<br />PROFLUIT URBIS DECORI SALUBRITATI ET<br />INCREMENTO PERPETUO ITALIAE LAETIS<br />COMES ADDITA REBUS</small>}}
== Nomi nel tempo ==
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* {{simbolo|Roma tram 19.svg|18}} da piazza Risorgimento (nei pressi della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]])
* {{simbolo|Roma tram 3.svg|18}} e {{simbolo|Roma tram 19.svg|18}} dalla zona di [[Villa Borghese]]
* {{simbolo|Roma tram 8.svg|18}} (prolungata) dalla [[circonvallazione Gianicolense]] (Casaletto), [[viale di Trastevere]], piazza di Porta San Paolo, Circo Massimo, [[Colosseo]], Basilica di San Giovanni
* {{simbolo|Roma tram 2.svg|18}} (prolungata) da Piazzale Flaminio, [[Villa Borghese]]
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{{Regio V Esquiliae}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|architettura|Roma}}
[[Categoria:Mura e porte cittadine antiche di Roma|Maggiore]]
[[Categoria:Roma R. XV Esquilino]]
[[Categoria:Roma Q. VII Prenestino-Labicano]]
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