Anni di piombo: differenze tra le versioni
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[[File:Anni di piombo2.jpg|thumb|upright=1.4|[[Milano]], via De Amicis, 14 maggio [[1977]]: [[Giuseppe Memeo]] punta una pistola contro la polizia durante una manifestazione di protesta; foto di Paolo Pedrizzetti. Quest'immagine è diventata l'icona degli anni di piombo.]]
Gli '''anni di piombo''' identificano in [[Italia]] un periodo storico compreso tra la fine degli [[anni 1960]] e gli inizi degli [[anni 1980]], in cui si verificò un'estremizzazione della dialettica politica che produsse violenze di piazza, [[lotta armata]] e [[terrorismo]].<ref>{{Cita web|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/litalia-della-repubblica-gli-anni-di-piombo/34296/default.aspx|titolo=L`Italia della Repubblica - Gli anni di piombo|autore=L`Italia della Repubblica|sito=Rai Storia|lingua=it|accesso=27 febbraio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/nicola-lofoco/anni-di-piombo-cosa-sappiamo-e-cosa-attende-ancora-risposta_a_23350468/|titolo=Anni di piombo, cosa sappiamo e cosa attende ancora risposta|sito=L’Huffington Post|data=2 febbraio 2018|lingua=it|accesso=27 febbraio 2019|dataarchivio=28 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190228004057/https://www.huffingtonpost.it/nicola-lofoco/anni-di-piombo-cosa-sappiamo-e-cosa-attende-ancora-risposta_a_23350468/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/nicola-lofoco/il-filo-rosso-e-il-filo-nero-degli-anni-di-piombo_a_23303020/|titolo=Il filo rosso e il filo nero degli anni di piombo|sito=L’Huffington Post|data=13 dicembre 2017|lingua=it|accesso=27 febbraio 2019|dataarchivio=27 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190227182149/https://www.huffingtonpost.it/nicola-lofoco/il-filo-rosso-e-il-filo-nero-degli-anni-di-piombo_a_23303020/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/04/30/news/anni_di_piombo_i_testimoni_dell_italia_sotto_assedio-84846271/|titolo=Anni di piombo i testimoni dell'Italia sotto assedio|sito=Repubblica.it|data=30 aprile 2014|lingua=it|accesso=27 febbraio 2019}}</ref>
L'espressione deriva dall'[[Anni di piombo (film 1981)|omonimo film]] del [[1981]] diretto da [[Margarethe von Trotta]], che trattava l'esperienza storica analoga e contemporanea vissuta dalla [[Germania Ovest]].<ref>{{cita web|autore=Giuliano Boraso|url=http://www.brigaterosse.org/brigaterosse/Arte/cinema/AnniDiPiombo.htm|titolo=Anni di piombo|sito=''brigaterosse.org''|urlarchivio=https://archive.is/20120722002314/http://www.brigaterosse.org/brigaterosse/Arte/cinema/AnniDiPiombo.htm|urlmorto=sì}}</ref> Questa espressione può anche essere vista in un contesto internazionale più ampio, comprendendo le varie attività terroristiche, come la [[strategia della tensione]], e di appoggio a regimi dittatoriali, come l'[[operazione Condor]], svolte in diverse nazioni durante la [[guerra fredda]], il conflitto a distanza tra [[Stati Uniti d'America]] e [[Unione Sovietica]].
== Sinossi storica ==
=== Dal Sessantotto alla strage di Piazza Fontana ===
{{vedi anche|Movimento del Sessantotto|Autunno caldo|Strage di piazza Fontana}}
L'arco di tempo del periodo così chiamato non è perfettamente definito. Si considera solitamente dalla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]] all'inizio degli [[Anni 1980|anni ottanta]], anche se gli anni considerati di inizio e fine possono variare in funzione delle convinzioni politiche dello storico.<ref name="MontanelliCervi">{{Cita libro|autore=Indro Montanelli|autore2=Mario Cervi|titolo=L'Italia degli anni di piombo|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1991}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.comunistifriuli.it/Italia/stragidistato/cronologia%20anni%20piombo.htm|titolo=Cronologia degli anni di piombo|urlarchivio=https://archive.is/20070612181541/http://www.comunistifriuli.it/Italia/stragidistato/cronologia%20anni%20piombo.htm|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita libro|lingua=en|autore=John Loughlin|titolo=Subnational Democracy in the European Union: challenges and opportunities|città=Oxford|editore=Oxford University Press|anno=2001|isbn=0-19-829679-7}}</ref> L'inizio è solitamente individuato con la [[strage di piazza Fontana]].<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Indro Montanelli|capitolo=Avvertenza|titolo=L'Italia degli anni di piombo|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1991}}</ref>
Il primo caso di scontro violento del [[movimento del Sessantotto]] contro le forze dell'ordine si ebbe a [[Roma]] il 1º marzo 1968, durante la [[battaglia di Valle Giulia]]; esso fu il primo scontro in cui gli studenti in lotta non arretrarono ma fronteggiarono le forze di polizia. Il primo morto degli anni di piombo è spesso considerato l'agente di Polizia [[Antonio Annarumma]], ucciso il 19 novembre 1969 a [[Milano]], mentre il primo atto della [[Strategia della tensione in Italia|strategia della tensione]] che caratterizzò quegli anni fu la [[strage di piazza Fontana]], di matrice fascista, avvenuta a Milano il 12 dicembre [[1969]],<ref>{{Cita web|url=http://www.rifondazione-cinecitta.org/doc2.htm|titolo=Le stragi in Italia: gli anni di piombo (in Avvenimenti Italiani)|sito=''rifondazione-cinecitta.org''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071018103841/http://rifondazione-cinecitta.org/doc2.htm|urlmorto=sì}}</ref> non considerando le bombe del 25 aprile di quell'anno a [[Milano]], che non causarono morti.
Il periodo è caratterizzato da violenze in piazza di alcune organizzazioni [[Sinistra extraparlamentare|extraparlamentari di sinistra]], come [[Lotta Continua]], il [[Movimento Studentesco (organizzazione)|Movimento Studentesco]] o altre attive negli [[Anni 1970|anni settanta]]. Ma si formarono anche organizzazioni terroristiche di estrema sinistra come [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]] e le [[Brigate Rosse]] e altre attive al di fuori dell'[[Italia]] come la ''[[Rote Armee Fraktion]]'' (RAF) in [[Germania Ovest]]. In quel periodo operarono alcuni gruppi di destra, come i [[Nuclei Armati Rivoluzionari|NAR]], [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]], [[Avanguardia Nazionale]] e [[Terza Posizione]], che si contrapponevano a quelli di estrema sinistra nella lotta politica.<ref>{{Cita libro|lingua=en|autore-capitolo=Leonard Weinberg|capitolo=Italian Neo-Fascist Terrorism: a comparative perspective|titolo=Terror form extreme right|città=Londra|editore=Frank Cass|anno=1995|isbn=0-7146-4663-6}}</ref>
Alcuni opinionisti e commentatori politici ritengono che riguardo agli anni di piombo «esista solo una verità giudiziaria parziale, confusa e spesso contraddittoria».<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sandro Provvisionato|url=http://www.misteriditalia.com/newsletter/97/numero97.html|titolo=Anni di piombo: parte male il dibattito sul superamento|rivista=''Misteri d'Italia''|numero=97|data=21 febbraio 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140427025538/http://www.misteriditalia.com/newsletter/97/numero97.html|urlmorto=sì}}</ref> I commentatori francesi Marc Lazar e Marie-Anne Matard-Bonucci hanno polemizzato contro la definizione di «guerra civile a bassa intensità», emersa successivamente a quegli anni.<ref>{{Cita news|autore=Anais Ginori|url=http://sog.luiss.it/doc_news/lazara2.pdf|formato=pdf|titolo=Anni di piombo L'errore storico di Mitterrand|pubblicazione=''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''|data=15 aprile 2010|accesso=3 maggio 2014|p=48|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100509052207/http://sog.luiss.it/doc_news/lazara2.pdf}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Marc Lazar|autore2=Marie-Anne Matard-Bonucci (a cura di)|titolo=Il libro degli anni di piombo|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2013}}</ref>
=== Le stragi neofasciste ===
{{Vedi anche|Strategia della tensione in Italia}}
Il periodo si caratterizza soprattutto per diverse [[strage|stragi]], tutte ad opera di organizzazioni o elementi di [[estrema destra]] oppure [[neofascismo|neofascisti]], spesso con l'appoggio diretto o il favoreggiamento di settori deviati dello Stato italiano (su alcuni fatti non si è ancora fatta completa luce). Tra il [[1968]] e il [[1974]] in Italia furono compiuti 140 attentati, tra i quali:
[[File:Strage di piazza Fontana.jpg|miniatura|L'interno della [[Banca Nazionale dell'Agricoltura]], luogo della [[strage di piazza Fontana]], dopo l'esplosione della bomba (12 dicembre [[1969]]).]]
* 12 dicembre [[1969]]: [[strage di piazza Fontana]] a [[Milano]] (17 morti e 88 feriti; il più cruento di quegli anni, e il secondo più sanguinoso di sempre in Italia dopo la [[strage di Bologna]] del [[1980]]);
* 22 luglio [[1970]]: [[strage di Gioia Tauro]] (6 morti e 66 feriti);
* 31 maggio [[1972]]: [[strage di Peteano]] a [[Gorizia]] (3 morti e 2 feriti);
* 17 maggio [[1973]]: [[strage della Questura di Milano]] (4 morti e 52 feriti);
* 28 maggio [[1974]]: [[strage di piazza della Loggia]] a [[Brescia]] (8 morti e 102 feriti);
* 4 agosto [[1974]]: [[strage dell'Italicus]] (strage sull'espresso Roma-Brennero, 12 morti e 105 feriti);
* 2 agosto [[1980]]: [[strage di Bologna|strage della stazione di Bologna]] (85 morti e 200 feriti).
=== Accadimenti storici, politici ed economici ===
{{Vedi anche|Crisi energetica (1973)|Operazione Condor|Massacro di Monaco|Statuto dei lavoratori}}
Altri avvenimenti di questo periodo furono le agitazioni sindacali del 1969 (il cosiddetto "autunno caldo") che portarono alla promulgazione dello [[Statuto dei lavoratori]] (legge n. 300 del 20 maggio [[1970]]), la legge Fortuna-Baslini (legge n. 898 del 1º dicembre [[1970]]) che istituì il [[divorzio]] in Italia, e il referendum del [[1974]], con il quale fallì il tentativo di abrogare tale legge. Un evento un po' passato sotto silenzio fu, il 15 agosto [[1971]], la decisione del presidente americano [[Richard Nixon]] di sospendere la convertibilità del [[Dollaro statunitense|dollaro]] in [[oro]], abrogando di fatto il [[sistema aureo]] raggiunto con gli [[accordi di Bretton Woods]].
Nel settembre [[1972]], durante le [[Giochi della XX Olimpiade|Olimpiadi di Monaco di Baviera]], un commando di terroristi palestinesi appartenenti a [[Settembre Nero (organizzazione)|Settembre Nero]] uccise due atleti israeliani e ne rapì altri nove, chiedendo il rilascio di ben 234 ''fedayin'' detenuti; nella sparatoria che ne seguì rimasero uccisi cinque terroristi, un pilota di elicottero, un poliziotto tedesco, e tutti i nove ostaggi israeliani.
Nell'autunno del [[1973]] l'[[Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio|OPEC]] rincarò il prezzo del petrolio, provocando la [[Crisi energetica (1973)|crisi energetica del 1973]], poi seguita dalla [[Crisi energetica (1979)|crisi energetica del 1979]]. L'Italia fu costretta ad intraprendere una politica di risparmio energetico (chiamata in gergo giornalistico "[[austerity]]") che coinvolse le abitudini quotidiane degli italiani. Nel [[1975]] ci fu la riforma del diritto di famiglia, con la quale venne sancita la parità tra i coniugi. Nello stesso anno venne abbassata la maggiore età da 21 a 18 anni con la conseguente estensione del diritto di voto ai diciottenni.
Alle elezioni amministrative del 1975 e alle politiche del 1976 si affermano i partiti della sinistra. La Democrazia Cristiana rimane il primo partito, ma il Partito Comunista Italiano ottiene ben il 33% dei consensi.
A fine [[1975]] fu firmato il [[trattato di Osimo]], il quale sanciva la cessione alla [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]] della Zona B dell'ex [[Territorio Libero di Trieste]], riconoscendo lo Stato di fatto venutosi a realizzare dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]]. Negli [[anni 1970|anni settanta]], in [[Italia]] si raggiunge il record dei [[sequestro di persona a scopo di estorsione|sequestri di persona a scopo di estorsione]], compiuti soprattutto da bande della [['Ndrangheta]] e dell'[[Anonima sequestri|Anonima sarda]]: si registrarono infatti in tutto 40 rapimenti nel [[1974]], 62 nel [[1975]], 47 nel [[1976]] e 75 nel [[1977]]<ref>{{Cita news|autore=Giovanni Maria Bellu|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/17/in-diciassette-anni-600-sequestri.html|titolo=In diciassette anni 600 sequestri|pubblicazione=la Repubblica|data=17 giugno 1989|accesso=19 gennaio 2014}}</ref>. Verso la fine degli [[Anni 1970|anni settanta]] si fermò la crescita della popolazione italiana, che si stabilizzò poco sotto i 60 milioni di abitanti.
== Cronologia degli accadimenti più importanti ==
{{vedi anche|Cronologia degli anni di piombo e della strategia della tensione}}
=== L'Italia alla fine degli anni sessanta ===
{{vedi anche|Autunno caldo|Miracolo economico italiano|Movimento del Sessantotto}}
Sul finire degli [[Anni 1960|anni sessanta]] l'economia italiana era cresciuta rapidamente e il miglioramento del tenore di vita, iniziato con il [[miracolo economico italiano]], era percettibile. La mortalità infantile si era fortemente ridotta e l'[[analfabetismo]] era praticamente scomparso.
In quegli anni si stava anche formando una crescita culturale, con effetti favorevoli in occasione delle consultazioni elettorali. Nello stesso tempo tuttavia cominciavano le prime grandi manifestazioni e sconvolgimenti sociali, come ad esempio la [[contestazione giovanile]] del [[Sessantotto]] e l'[[autunno caldo]].
La continua crescita del [[Partito Comunista Italiano]] non era ben vista dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], che valutarono il passaggio a forme d'intervento più incisive, rispetto al precedente finanziamento della sinistra non comunista<ref>{{Cita libro|autore=Frances Stonor Saunders|titolo=La guerra fredda culturale. La CIA e il mondo delle lettere e delle arti|editore=Fazi|città=Roma|anno=2004}}</ref>.
=== L'inizio degli anni di piombo ===
[[File:Autonomi3.jpg|thumb|upright=1.4|Un corteo di militanti di [[Sinistra Proletaria]].|sinistra]]
L'inizio degli anni di piombo si sovrappone al periodo della [[Sessantotto|contestazione studentesca]], che interessò l'[[Italia]] e l'[[Europa]].
Il [[1969]] fu un anno ancora denso di contestazioni. Dopo le proteste studentesche arrivarono le lotte dei lavoratori per i rinnovi contrattuali, con forti contrasti nei posti di lavoro e nelle fabbriche. Era il cosiddetto «[[autunno caldo]]».
Il 25 aprile di quell'anno [[Bombe del 25 aprile 1969|scoppiò un ordigno]] a Milano, al padiglione [[FIAT]] della [[Fiera di Milano|Fiera]] provocando diversi feriti gravi, ma nessun morto, e una bomba venne ritrovata all'Ufficio Cambi della [[Stazione di Milano Centrale|Stazione Centrale]]. Qualche mese dopo, il 9 agosto [[Attentati ai treni dell'estate 1969|esplosero otto bombe]] su diversi treni, che provocarono 12 feriti. Responsabili di tutti questi attentati risultarono [[Franco Freda]] e [[Giovanni Ventura]], dell'organizzazione terroristica neofascista [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]].
Il 19 novembre, durante una manifestazione a Milano dell'[[Unione Comunisti Italiani (marxisti-leninisti)|Unione Comunisti Italiani]] morì l'agente di polizia [[Antonio Annarumma]], colpito da un tubo d'acciaio mentre si trovava alla guida di un fuoristrada. Per diversi storici è la prima vittima degli anni di piombo<ref>{{Cita video|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/annarumma-la-prima-vittima-degli-anni-di-piombo/11278/default.aspx|titolo=Annarumma, la prima vittima degli anni di piombo|editore=''[[Rai Storia]]''|accesso=2 maggio 2014}}</ref>.
Il 12 dicembre avvennero in [[Italia]], nell'arco di 53 minuti, 5 attentati. Il più grave fu la [[strage di piazza Fontana]]: a [[Milano]] una bomba esplosa nella sede della [[Banca Nazionale dell'Agricoltura]] provocò 17 morti e 88 feriti.
=== Dall'estremismo al terrorismo ===
{{Vedi anche|Organizzazioni armate di destra in Italia|Organizzazioni armate di sinistra in Italia}}
Le stragi contribuirono a far precipitare il clima già agitato. Se già c'erano turbolenze e manifestazioni di piazza che degeneravano in guerriglia urbana, il livello dello scontro si alzò sempre di più. Per gli attentati vennero immediatamente accusate anarchici o persone di sinistra che poi si riveleranno estranee, come [[Giuseppe Pinelli]] (morto durante un interrogatorio precipitando in circostanze misteriose da una finestra della Questura di Milano) e [[Pietro Valpreda]]. Comparvero all'opinione pubblica indizi di depistaggi e di collusioni occulte di settori dello stato (successivamente confermati) e si cominciò a parlare di «strage di Stato».
Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre [[1970]] l'ex comandante fascista [[Junio Valerio Borghese]], a capo del [[Fronte Nazionale (Italia)|Fronte Nazionale]], tentò un [[colpo di Stato]] passato alla storia come «[[Golpe Borghese]]» e che, per motivi non chiariti, venne improvvisamente annullato mentre era in fase di avanzata esecuzione.
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 250px
|titolo = Le sigle terroristiche
|contenuto = A [[Sinistra (politica)|sinistra]] nascono organizzazioni come i [[Gruppi d'Azione Partigiana]] (GAP), [[Nuclei Armati Proletari]] (NAP), [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]] (PL), i [[Comitati Comunisti Rivoluzionari]] (Co.Co.Ri), i [[Proletari Armati per il Comunismo]] (PAC), le [[Brigate Rosse]] (BR);
A [[Destra (politica)|destra]] il [[Fronte Nazionale Rivoluzionario]], i [[Nuclei Armati Rivoluzionari]] (NAR), [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]], [[Ordine Nero]], [[Terza Posizione]], [[Avanguardia Nazionale]].
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Nel quadro di quella che verrà poi definita da alcuni storici come [[Strategia della tensione in Italia|strategia della tensione]], la società sembrava sempre più divisa e si formarono gruppi che facevano politica extraparlamentare e non rifiutavano la violenza. In qualche area di sinistra si passò alla clandestinità e alla lotta armata. Nella società si generò sempre più un clima di insicurezza e pericolo, anche perché non furono compiuti soltanto attentati clamorosi, ma si verificò uno stillicidio continuo di attacchi contro obiettivi minimi, singoli cittadini, forze dell'ordine, fattorini di banca, in esecuzione di disegni talvolta rimasti ignoti e misteriosi. Tra le forze governative e nell'opinione pubblica moderata prese piede la [[teoria degli opposti estremismi]]. Questa teoria fu avallata in seguito a un rapporto del prefetto di Milano [[Libero Mazza]], scritto successivamente agli scontri avvenuti in città il 12 dicembre 1970 tra militanti del MS e le forze dell'ordine: il testo del documento, diventato pubblico quattro mesi dopo, scatenò dure polemiche soprattutto dalla stampa e dagli uomini politici di sinistra.
''L'Unità'' attaccò duramente il rapporto del prefetto, che metteva sullo stesso piano l'estremismo di sinistra e lo stragismo di destra, [[Eugenio Scalfari]], futuro direttore del quotidiano ''la Repubblica'', accusò il prefetto di essere fazioso e di falsificare la realtà, il sindaco [[Aldo Aniasi]], che era sempre stato favorevole al disarmo della polizia, deplorò le tesi di Mazza, considerandole inutilmente allarmistiche e politicamente pericolose (e lamentò che del documento non gli fosse stata data visione prima dell'invio al Ministro dell'Interno Franco Restivo)<ref name="MontanelliCervi" />. Solo il vicedirettore de ''La Stampa'', [[Carlo Casalegno]] (ucciso nel 1977 dalle [[Brigate Rosse]]) prese le difese di Mazza<ref>{{Cita news|autore=Carlo Casalegno|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0136_01_1971_0089_0002_24670218/|titolo=W il prefetto|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=20 aprile 1971|accesso=30 agosto 2015}}</ref>.
Nelle manifestazioni di piazza molti manifestanti si presentano mascherati e spesso armati di spranghe, mazze, chiavi inglesi<ref>{{Cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/09/20/quando-milano-la-chiave-inglese-faceva-politica.html?ref=search|autore=Guido Passalacqua|titolo=Quando a Milano la chiave inglese faceva politica contro i fascisti|data=20 settembre 1985|pubblicazione=la Repubblica|citazione="Hazet 36, fascista dove sei". L'Hazet era la chiave inglese preferita dai servizi d'ordine dei gruppuscoli milanesi, un attrezzo d'acciaio lungo quanto un avambraccio. Lo slogan risuonava ossessivo nei cortei, scandito fino alla nausea; si trovava scritto con lo spray rosso sui muri vicino alle scuole frequentate dai "fasci", a volte addirittura illustrato da pitture murali che lo riproducevano, enorme, incombente. Per Milano la chiave inglese era il simbolo di quello che negli anni successivi al mitico sessantotto si chiamava "antifascismo militante"}}</ref>, bottiglie [[Bomba Molotov|molotov]].
A Milano il 3 marzo 1972 le [[Brigate Rosse]] compiono il loro primo sequestro di persona, rapendo l'ingegner Idalgo Macchiarini, dirigente della Sit-Siemens, che prelevato di fronte allo stabilimento, sarà fotografato con un cartello al collo con scritto: «Mordi e fuggi. Niente resterà impunito. [[Colpiscine uno per educarne cento]]. Tutto il potere al popolo armato!» e sottoposto ad un interrogatorio (chiamato dalle Brigate Rosse «Processo Proletario nel Carcere del Popolo») di quindici minuti sui processi di ristrutturazione in corso nella fabbrica. A questa azione ne seguiranno altre, in un crescendo di intensità e di rilevanza delle persone rapite. A Genova il 18 aprile 1974 l'obiettivo si sposta verso persone che sono parte delle strutture delle istituzioni, nella loro logica di attacco allo Stato, rapiscono [[Mario Sossi]], un magistrato che l'anno precedente era stato [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|PM]] nel processo che portò alla condanna dei membri del gruppo terroristico [[Gruppo XXII Ottobre]], Sossi fu rilasciato a Milano il 23 maggio 1974.
Pochi mesi dopo i brigatisti [[Renato Curcio]] e [[Alberto Franceschini]] furono arrestati dai carabinieri del generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa]].
Almeno fino al [[sequestro Moro]] le azioni brigatiste ricevettero l'ammirazione da parte di strati della popolazione, in particolar modo da alcuni di quei gruppi sociali politicamente attivi dalla fine degli anni sessanta, mentre le loro azioni terroristiche erano condannate come opere di fascisti provocatori dalla stampa di sinistra<ref>p.260-261, Robert Lumley, ''Dal 68 agli anni di piombo - Studenti e operai nella crisi italiana'', Giunti, 1998
</ref>.
Nel 1974 nacquero, sempre nell'area della sinistra rivoluzionaria, i [[Nuclei Armati Proletari]], che presero piede soprattutto nell'Italia centro meridionale, attivi fino al 1978, con particolare focus presso il sottoproletariato, i disoccupati e le carceri. La cui azione più eclatante avvenne nel maggio 1975 con il [[Sequestro Di Gennaro e rivolta nel carcere di Viterbo]], quando ottennero l'accettazione delle loro condizioni prima di liberare il giudice Di Gennaro sequestrato.
=== Le leggi speciali ===
I partiti di governo – la [[Democrazia Cristiana]], il [[Partito Socialista Italiano]], il [[Partito Socialista Democratico Italiano]], il [[Partito Repubblicano Italiano]] e il [[Partito Liberale Italiano]] – rafforzati dal sostegno del [[Partito Comunista Italiano]], trovarono l'intesa politica per elaborare una serie di leggi per far fronte alla situazione di crisi che il Paese stava vivendo.
In ragione dell'emergenza terrorismo, si producono alcuni significativi interventi legislativi, sottoposti anche al vaglio della Corte costituzionale<ref>Ad esempio la sentenza 15/1982 della Corte Costituzionale afferma: «È comunque nella logica del discorso la constatazione che terrorismo ed evasione da un lato, prolungamento della custodia preventiva dall'altro, stanno tra loro in rapporto di causa ad effetto: ne sono prova documentale le riforme, in senso nettamente liberale, adottate progressivamente in materia a partire dal ripristino della vita democratica e l'inversione di tendenza a partire dal decreto legge 11 aprile 1974, n. 99, convertito nella legge 7 giugno 1974, n. 220, che venne adottato appunto in coincidenza con il dilagare della violenza».</ref>, che rafforzano, tra l'altro, i poteri di intervento e di uso delle armi da parte delle [[Polizia|forze di polizia]], ma sempre nel rispetto delle riserve di legge e di giurisdizione, previste dalla Costituzione.
* Significativa è l'approvazione della [[legge Reale]] (n. 152 del 22 maggio [[1975]]), che introdusse una serie di misure repressive.<br />La legge in questione suscitò molte polemiche e fu sottoposta a referendum, attuato l'11 giugno [[1978]], da cui emerse il favore da parte dell'[[opinione pubblica]]: il 76,46% votò per il mantenimento e il 23,54% per l'abrogazione<ref>{{Cita news|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=F&dtel=11/06/1978&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S|titolo=Archivio Storico delle Elezioni – Referendum dell'11 giugno 1978|pubblicazione=Ministero dell'Interno|accesso=10 aprile 2016}}</ref>.
* Nel [[1978]] seguirà l'istituzione di corpi speciali con finalità antiterrorismo: il GIS ([[Gruppo di intervento speciale]]) dei [[Carabiniere|carabinieri]], il NOCS ([[Nucleo operativo centrale di sicurezza]]) della [[polizia]] e, più avanti, i reparti SVATPI (Scorta Valori Anti Terrorismo Pronto Impiego, in seguito divenuti [[ATPI]]) della Guardia di Finanza.
* Nel [[1980]] verrà emanata la legge Cossiga (legge n. 15 del 6 febbraio), che prevede condanne sostanziali per chi venga giudicato colpevole di terrorismo ed estende ulteriormente i poteri della polizia. Tale legge, dopo che furono sollevati alcuni dubbi di costituzionalità<ref>Ad esempio, tre distinte questioni furono sollevate dal Tribunale di Padova e dalla Corte d'assise di Torino riguardo alla costituzionalità della legge, a cui la Corte costituzionale rispose con sentenza 15 del 1982, dichiarandole tutte non ammissibili o non fondate. Sono sintomatiche le motivazioni della Corte che riconoscono la validità delle misure prese in condizioni di emergenza democratica, ma affermano che: «Se si deve ammettere che un ordinamento, nel quale il terrorismo semina morte—anche mediante lo spietato assassinio di "ostaggi" innocenti—e distruzioni, determinando insicurezza e, quindi, l'esigenza di affidare la salvezza della vita e dei beni a scorte armate ed a polizia privata, versa in uno stato di emergenza, si deve, tuttavia, convenire che l'emergenza, nella sua accezione più propria, è una condizione certamente anomala e grave, ma anche essenzialmente temporanea. Ne consegue che essa legittima, sì, misure insolite, ma che queste perdono legittimità, se ingiustificatamente protratte nel tempo».</ref>, è stata considerata conforme a Costituzione dalla [[Corte costituzionale (Italia)|Corte costituzionale]].<br /> Anche questo provvedimento fu sottoposto a referendum abrogativo, tenuto il 17 maggio [[1981]], da cui risultò invece il favore dell'[[opinione pubblica]] per questa legge: l'85,12% infatti votò per il mantenimento della legge e solo il 14,88% per l'abrogazione<ref>{{Cita news|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=F&dtel=17/05/1981&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S|titolo=Archivio Storico delle Elezioni – Referendum del 17 maggio 1981|pubblicazione=Ministero dell'Interno|accesso=10 aprile 2016}}</ref>.
=== Il movimento del Settantasette ===
{{vedi anche|Movimento del Settantasette}}
[[File:Anni di piombo3.jpg|thumb|upright=1.4|[[Autonomia Operaia|Autonomi]] che agitano le tre dita, simbolo della [[Walther P38|P38]].|sinistra]]
[[File:Bologna-13-marzo-1977-08.jpg|miniatura|I cingolati nelle strade di [[Bologna]] il 13 marzo 1977]]
L'anno della svolta violenta, quello che caratterizza il periodo, è probabilmente il [[1977]], così riassunto da [[Primo Moroni]] e [[Nanni Balestrini]]<ref>{{Cita libro|autore=Primo Moroni|autore2=Nanni Balestrini|titolo=[[L'orda d'oro]]|editore=SugarCo|città=Milano|anno=1988}}</ref>: «Nel '77, divampò la generalizzazione quotidiana di un conflitto politico e culturale che si ramificò in tutti i luoghi del sociale, esemplificando lo scontro che percorse tutti gli anni settanta, uno scontro duro, forse il più duro, tra le classi e dentro la classe, che si sia mai verificato dall'unità d'Italia. Quarantamila denunciati, quindicimila arrestati, quattromila condannati a migliaia di anni di galera, e poi morti e feriti, a centinaia, da entrambe le parti».
Gli obiettivi scelti dai brigatisti erano dirigenti aziendali (spesso indicati dagli stessi operai che utilizzano le BR per rompere la disciplina di fabbrica), esponenti della DC, medici e giornalisti accusati di mettere la loro capacità professionale al servizio dell'antiguerriglia<ref name="Galli">{{Cita libro|autore=Giorgio Galli|titolo=Storia del partito armato|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1986}}</ref>.
[[File:Giuseppe taliercio 1980 br.jpg|miniatura|[[Giuseppe Taliercio]] prima di venire ucciso]]
L'11 marzo [[1977]], durante scontri a [[Bologna]], le forze di polizia risposero a un lancio di molotov sparando numerosi colpi e lo studente [[Francesco Lorusso|Pier Francesco Lorusso]], simpatizzante di [[Lotta Continua]], cadde colpito a morte da un proiettile. Alle successive proteste degli studenti il Ministro dell'Interno [[Francesco Cossiga]] rispose inviando [[Veicolo trasporto truppe|mezzi cingolati]] nel centro di Bologna<ref>{{cita web|url=http://www.tmcrew.org/movime/mov77/univers.htm|titolo=I carri armati all'Università|sito=''tmcrew.org''|accesso=30 marzo 2007}}</ref>. Il carabiniere Massimo Tramontani dichiarò che, all'arrivo di alcune bottiglie molotov, aveva vuotato il caricatore del proprio fucile Winchester, e successivamente, dopo che una molotov aveva causato un principio d'incendio sulla fiancata del suo camion era balzato a terra sparando con la sua pistola, ma sempre in aria. Al contrario, lavoratori della Zanichelli testimoniarono di aver visto un agente sparare contro i manifestanti diversi colpi in rapida successione, dopo essersi appoggiato col braccio destro su un'auto per mirare bene. Tramontani fu assolto perché il proiettile che uccise lo studente non fu trovato, e non si poté dimostrare che era fra quelli sparati da lui. Le perizie accertarono che quando fu colpito Lorusso e altri stavano fuggendo dalla polizia; il proiettile entrò dal petto perché si era girato un attimo indietro per guardarsi le spalle.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=13 marzo 1977|titolo=La morte di Lorusso:inchiest del giudice|rivista=La Stampa|numero=|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1092_01_1977_0052_0002_15577966/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=7 settembre 1977|titolo=Ex carabiniere arrestato per la morte di Lorusso|rivista=La Stampa|numero=|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=7 settembre 1977|titolo=Accusato di omicidio e arrestato il carabiniere che avrebbe ucciso Lorusso|rivista=Il Corriere della Sera|numero=|url=http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/view.shtml#!/NDovZXMvaXQvcmNzZGF0aWRhY3MyL0AxNTMwNA%3D%3D}}</ref>
=== Altri fatti di sangue del 1977 ===
Il 31 marzo Venezia fu scossa dai tumulti delle [[notti dei fuochi del Veneto]]. Il 22 marzo a [[Roma]] morì l'agente di P.S. [[Claudio Graziosi]], ucciso dal militante dei [[Nuclei Armati Proletari|NAP]] [[Antonio Lo Muscio]] mentre tentava di arrestare su un autobus le due terroriste [[Maria Pia Vianale]] e [[Franca Salerno]]. Nello scambio di colpi d'arma da fuoco tra i compagni di Graziosi e l'assassino fu colpita a morte anche una guardia zoofila, Angelo Cerrai<ref name="MontanelliCervi" />.
Il 5 aprile a [[Napoli]] viene rapito [[Guido De Martino]], figlio dell'ex segretario socialista [[Francesco De Martino]], che verrà liberato il 15 maggio dopo confuse trattative e pagamento di un riscatto di un miliardo di lire. Il rapimento fu inizialmente rivendicato da un gruppo combattente di [[Sesto San Giovanni]] vicino ai NAP, con telefonate a giornali e agenzie di stampa, imponendo la lettura di un loro messaggio in televisione. Questa rivendicazione venne smentita da un successivo comunicato nappista a ''[[Il Messaggero]]'' di [[Roma]] che accusava del rapimento il terrorismo nero. Sul fatto, il primo che vide coinvolto direttamente un politico italiano di alto livello, non è mai stata fatta piena luce<ref>{{Cita libro|autore=Cristiano Armati|titolo=Italia criminale|città=Roma|editore=Newton Compton|anno=2012}}</ref>.
[[File:Torino Angelo Azzurro.png|thumb|upright=1.4|Scontri il 1º ottobre 1977 a [[Torino]] che precedono l'[[attentato all'"Angelo Azzurro" di Torino|attentato all'''Angelo Azzurro'']].]]
Il 21 aprile [[1977]] a Roma, nel corso degli eventi che seguirono lo sgombero dell'Università, militanti dell'area dell'autonomia spararono contro le forze dell'ordine. L'allievo sottufficiale di P.S. [[Settimio Passamonti]], raggiunto da due colpi, cadde ucciso. L'agente Antonio Merenda, altri due agenti e un carabiniere furono feriti, ma si salvarono. Rimase ferita anche Patrizia Bermier, giornalista.
Il 28 aprile [[1977]] a [[Torino]] fu ucciso dal nucleo delle Brigate Rosse formato da [[Rocco Micaletto]], [[Lorenzo Betassa]], [[Raffaele Fiore]] e [[Angela Vai]], l'avvocato [[Fulvio Croce]], presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino, nel tentativo di far saltare il processo al cosiddetto «nucleo storico» dell'organizzazione. Il 12 maggio [[1977]] a Roma, a ponte Garibaldi, durante una manifestazione caratterizzata da duri scontri con le forze dell'ordine venne uccisa la studentessa [[Giorgiana Masi]], feriti Elena Ascione e il carabiniere Francesco Ruggiero. Il 14 maggio [[1977]] a Milano, nel corso di una manifestazione, alcuni manifestanti dell'area dell'Autonomia estrassero le pistole, presero la mira e aprirono il fuoco contro la polizia, uccidendo l'agente di P.S. [[Antonio Custra]]. Un fotografo riprese la scena di un dimostrante che a mani giunte punta la pistola contro la polizia e spara. È il tempo delle [[Walther P38|P38]]. Le pagine di cronaca del ''Corriere della Sera'' rifiutarono di pubblicare quella foto, a differenza degli altri quotidiani. Più tardi risultò che lo sparatore, identificato, non era l'assassino di Custra, e ciò bastò a farne, per alcuni, una sorta di innocente perseguitato<ref name="MontanelliCervi" />.
Il 3 ottobre [[1977]], dopo due giorni di agonia, morì a [[Torino]] [[Attentato all'"Angelo Azzurro" di Torino|Roberto Crescenzio]]. Durante una manifestazione rimase gravemente ustionato a causa di una [[Bomba Molotov|Molotov]] lanciata durante un attacco al locale dove si trovava come cliente, il bar ''Angelo Azzurro''. La manifestazione era stata organizzata da vari gruppi di sinistra in risposta all'omicidio dello studente Walter Rossi avvenuto il 30 settembre a Roma ad opera di due giovani neofascisti<ref>David Barra, Nicola Ventura, ''Maledetti '70, storie dimenticate degli anni di piombo'', Roma, Gog Edizioni, 2018</ref>.
=== Il 1978 e il sequestro Moro ===
{{vedi anche|Agguato di via Fani|Cronaca del sequestro Moro|Caso Moro}}
L'inizio del [[1978]] fu segnato da un avvenimento che provocò nelle file della destra eversiva una reazione che avrebbe avuto ripercussioni sensibili anche nei successivi anni: la [[strage di Acca Larentia]]<ref name="Galli" />. La sera del 7 gennaio, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, giovani [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|missini]] della sezione Acca Larentia nel quartiere [[Tuscolano]] a [[Roma]], furono uccisi a colpi di mitraglietta [[Skorpion]] sparati da un gruppo armato successivamente rivendicatosi come «Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale». La sera stessa, in seguito agli scontri con le forze dell'ordine, anche un terzo giovane attivista del [[Fronte della Gioventù]], Stefano Recchioni, fu ucciso da un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo dal capitano dei carabinieri Edoardo Sivori<ref name="Galli" />. Questo fatto segnò l'inizio di un'offensiva del [[terrorismo nero]] (protagonista il gruppo armato dei [[Nuclei Armati Rivoluzionari|NAR]]) non solo contro le forze antifasciste ma anche contro lo Stato, considerato corresponsabile di quel fatto di sangue. Tra gennaio e febbraio varie organizzazioni di sinistra uccisero anche [[Carmine De Rosa]] (sorvegliante FIAT a Cassino), l'agente [[Fausto Dionisi]] a [[Firenze]] e il notaio [[Gianfranco Spighi]] a [[Prato (Italia)|Prato]], mentre le BR assassinarono il consigliere di Cassazione [[Riccardo Palma]] (Roma, 14 febbraio) e il maresciallo [[Rosario Berardi]] (Torino, 10 marzo)<ref name="Galli" />.
[[File:Via Fani Roma, 16 marzo 1978.jpg|thumb|left|upright=1.4|L'[[agguato di via Fani]], in cui persero la vita i cinque componenti della scorta di [[Aldo Moro]] (16 marzo 1978).]]
Il 16 marzo [[1978]] avvenne l'[[agguato di via Fani]] a Roma, con lo sterminio della scorta, il sequestro e il successivo assassinio dell'allora presidente della Democrazia Cristiana [[Aldo Moro]], consumato il 9 maggio [[1978]] da un commando delle [[Brigate Rosse]], che definirono l'azione come «attacco al cuore dello Stato»<ref name="MontanelliCervi" />. Durante il processo presso la Corte d'assise di [[Roma]] la moglie di Moro, [[Eleonora Chiavarelli]], affermò che i mitra della scorta si trovavano nei bagagliai delle auto per il fatto che «questa gente le armi non le sapeva usare perché non facevano mai esercitazioni di tiro, non avevano abitudine a maneggiarle, tanto che il mitra stava nel portabagagli. Leonardi ne parlava sempre. "Questa gente – diceva – non può avere un'arma che non sa usare. Deve saperla usare. Deve tenerla come si deve. La deve tenere a portata di mano. La radio deve funzionare, invece non funziona." Per mesi si è andati avanti così. Il maresciallo Leonardi e l'appuntato Ricci non si aspettavano un agguato, in quanto le loro armi erano riposte nel borsello e uno dei due borselli, addirittura, era in una foderina di plastica»<ref name="MontanelliCervi" />; quest'ultima frase è stata smentita dalla vedova del maresciallo Leonardi, dichiarando che il marito «ultimamente andava in giro armato perché si era accorto che una macchina lo seguiva»<ref name="MontanelliCervi" />. Uno dei brigatisti presenti in via Fani, [[Franco Bonisoli]], dichiarò che la decisione di rapire il presidente democristiano «fu presa una settimana prima, fu fissato un giorno, poteva essere il 15, poteva essere il 17»<ref name="MontanelliCervi" />.
Nel corso degli anni alcuni collaboratori hanno dichiarato che durante una visita a Washington, Moro ebbe un duro scontro con l'allora Segretario di Stato [[Henry Kissinger]] (contrario a un'eventuale entrata del PCI nel governo italiano)<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,1044_01_1982_0246_0009_14999195/|titolo=Guerzoni conferma: Kissinger ebbe un duro scontro con Moro|pubblicazione=La Stampa|data=11 novembre 1982|accesso=30 agosto 2015}}</ref><ref name="piombo">{{Cita libro|autore=Sergio Zavoli|titolo=La notte della Repubblica|città=Roma|editore=Nuova Eri|anno=1992}}</ref>. Secondo [[Sergio Flamigni]], [[Steve Pieczenik]] (consigliere del Presidente degli Stati Uniti [[Jimmy Carter]]) fu il regista del «depistaggio del lago della Duchessa», con l'approvazione di [[Francesco Cossiga]] mentre, nello stesso giorno, qualcuno faceva in modo che fosse scoperto il covo BR di via Gradoli<ref>Sergio Flamigni, ''Operazione lago della Duchessa'', ''Left'', 4 maggio 2007.</ref>.
Il 18 marzo 1978 due giorni dopo il rapimento Moro vengono assassinati a Milano [[Omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci|Fausto Tinelli e Lorenzo (Iaio) Iannucci]], all'epoca diciottenni, frequentanti il Centro Sociale Leoncavallo, uccisi da otto colpi di pistola a opera di estremisti di destra e successivamente rivendicato anche dai NAR.
In seguito all'omicidio, il 10 maggio 1978, l'allora Ministro dell'Interno [[Francesco Cossiga]] si dimise. Il generale dei carabinieri [[Carlo Alberto dalla Chiesa]] fu incaricato il 10 agosto successivo (con decreto dell'allora Presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti|Andreotti]]) di coordinare la lotta contro il terrorismo. Dalla Chiesa impiegò tecniche innovative nelle indagini sul terrorismo ed ottenne notevoli risultati. Nel [[1982]] fu inviato in Sicilia come prefetto per la lotta alla mafia ma, privo delle risorse e del sostegno politico del quale aveva goduto nel precedente incarico, fu totalmente lasciato solo e cadde assassinato dalla mafia a Palermo, assieme alla giovane moglie, [[Emanuela Setti Carraro]], il 3 settembre [[1982]].
=== Il 1980 e la fine ===
{{Vedi anche|Strage di Bologna}}
[[File:Strage di bologna 010.jpg|miniatura|[[Strage di Bologna|Attentato alla stazione di Bologna]] (1980).|upright]]
Dal giugno [[1978]] al dicembre [[1981]] aumentarono gli agguati, le uccisioni e i ferimenti terroristici. Le statistiche segnalarono una continuità di attentati mai conosciuta in Europa: il numero delle organizzazioni armate attive in Italia era passato da 2 nel [[1969]] a 91 nel [[1977]], e a 269 nel [[1979]]. In quello stesso anno si registrò la cifra record di 659 attentati<ref name="piombo"/>. Tuttavia l'anno con più vittime fu il [[1980]] in cui morirono 125 persone, di cui 85 nella [[Strage di Bologna|strage della stazione centrale di Bologna]]<ref name="piombo"/>.
Probabilmente secondo per risonanza internazionale solo al [[sequestro Moro]] fu il sequestro del generale [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[James Lee Dozier]] ad opera delle [[Brigate Rosse]], che coincise nel tempo con il periodo considerato comunemente come conclusivo di un ciclo degli anni di piombo. Il sequestro Dozier destò scalpore per la capacità delle Brigate Rosse di colpire un obiettivo militare tanto significativo: il generale era infatti all'epoca vice comandante della [[NATO]] nel [[Europa meridionale|Sud Europa]] e venne sequestrato a [[Verona]] il 17 dicembre [[1981]]. Fu poi liberato a [[Padova]] il 28 gennaio [[1982]] da un'azione dei [[Nucleo operativo centrale di sicurezza|NOCS]].
[[File:Strage di Bologna buco.jpg|miniatura|La lapide che ricorda le vittime della [[strage di Bologna]]]]
Lentamente verso il finire del decennio gli episodi di violenza scemarono. In particolare crollò il sostegno alle Brigate Rosse dopo l'assassinio dell'operaio [[Guido Rossa]] nel [[1979]]. Rossa aveva denunciato un suo collega sorpreso a distribuire materiale di propaganda delle BR. Gli anni di piombo stavano terminando, l'opinione che la lotta armata potesse portare al cambiamento dell'assetto costituzionale dello Stato stava cessando. Lo scrittore [[Franco Berardi|Bifo Berardi]], già esponente della sinistra extraparlamentare, ha affermato: «Alla fine del decennio [[Anni 1970|settanta]] ogni comportamento antilavorista venne colpevolizzato, criminalizzato e rimosso, [...] il realismo del capitale riprendeva il posto di comando, con il trionfo delle politiche neoliberiste. Iniziava la controffensiva capitalistica, la vita sociale veniva nuovamente sottomessa alla produttività, la competizione economica veniva santificata come unico criterio di progresso.»<ref>{{Cita libro|autore=Franco «Bifo» Berardi|titolo=Il sapiente, il mercante, il guerriero|città=Roma|editore=Derive Approdi|anno=2004}}</ref>.
All'inizio degli [[Anni 1990|anni novanta]] il [[giudice per le indagini preliminari]] di [[Savona]] Fiorenza Giorgi, nel decreto di archiviazione relativo ad un'indagine su [[Bombe di Savona|alcune bombe esplose in città]] tra il [[1974]] e il [[1975]], compie un'analisi degli attentati avvenuti nella prima fase della strategia della tensione, in cui, tra le altre cose, cita le coperture garantite dai servizi italiani ad alcune azioni terroristiche e all'operato di personaggi come [[Junio Valerio Borghese]]. Secondo quanto riportato dal giudice:
{{Citazione|Dal 1969 al 1975 si contano 4.584 attentati, l'83 percento dei quali dichiara impronta della destra eversiva (cui si addebitano ben 113 morti, di cui 50 vittime delle stragi e 351 feriti), la protezione dei servizi segreti verso i movimenti eversivi appare sempre più plateale.|Tribunale di Savona, ufficio del giudice per le indagini preliminari, Decreto di archiviazione procedimento penale 2276/90 R.G. pag 23 a 25<ref>Tribunale di Savona, ufficio del giudice per le indagini preliminari, Decreto di archiviazione procedimento penale 2276/90 R.G. pag 23 a 25, citato nel libro intervista al generale dei carabinieri Nicolò Bozzo: {{Cita libro|autore=Michele Ruggiero|titolo=Nei secoli fedele allo Stato|anno=2006|città=Genova|editore=Fratelli Frilli Editori|isbn=978-88-7563-239-7|p=229}}</ref>.}}
Le azioni terroristiche del triennio 1978-1981 intimorirono l'opinione pubblica e diedero l'impressione che fosse in atto qualcosa di inarginabile: qualcuno, drammatizzando, parlò di soglia della guerra civile<ref name="piombo"/>. In realtà (ma lo si capì solo a posteriori) quegli attacchi terroristici erano colpi di coda pericolosi, ma senza prospettive: il generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa]] era stato investito delle più ampie responsabilità per la lotta al terrorismo e mise presto a segno qualche colpo di grande efficacia<ref name="Fango">{{Cita libro|autore=Indro Montanelli|autore2=Mario Cervi|titolo=L'Italia degli anni di fango|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1993}}</ref>.
Il 29 maggio [[1982]] fu approvata definitivamente la legge n. 304, che prevedeva forti sconti di pena per chi avesse dato «contributi utili alla lotta contro l'eversione». Per le organizzazioni terroristiche fu una legge devastante, poiché molti militanti iniziarono a collaborare con i giudici rivelando i nomi dei complici<ref name="Fango" />.
Da quella data, fino al [[1988]], ci furono altri colpi di coda, ma si trattava comunque di episodi relativamente isolati. L'idea che la lotta armata potesse essere un mezzo per risolvere i conflitti sociali aveva perso alquanto credito anche nelle ali estreme di entrambi gli schieramenti politici.
La fine degli anni di piombo fu segnata anche dalla fine di quella che era definita "giurisprudenza d'emergenza". Nel giugno 1985 una sentenza della [[Corte di cassazione|Corte di Cassazione]] ridusse l'ampiezza della responsabilità in concorso morale, che prima veniva applicata agli appartenenti ad una banda armata semplicemente in quanto aderenti ad essa, ponendo quindi in primo piano la responsabilità personale dell'effettuazione dell'azione criminale per valutarne il giudizio penale<ref> {{Cita news|titolo=I limiti del concorso morale|pubblicazione=La Stampa|autore=Roberto Martinelli|data=1985-06-04|url=https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/giacomo-mancini/IT-AFS-043-002220/1985-fiora-pirri-ardizzone-dalla-data-della-grazia-3-giugno-85-cf-anche-g-mancini-interrogazione#lg=1&slide=1|accesso=2025-01-13|via=https://patrimonio.archivio.senato.it}}</ref>.
== Il terrorismo politico dopo gli anni di piombo ==
La fine degli anni di piombo non significò la fine del terrorismo ma il succedersi di singoli attentati e singoli episodi tendenti ad agire sui conflitti sociali e politici non riuscì più a mettere in pericolo la forma costituzionale-parlamentare dello Stato.
Ci fu un tentativo di ricostituzione delle Brigate Rosse, con la formazione delle [[Nuove Brigate Rosse]], che pur praticando attentati e omicidi, fino al 2006, non trovarono più nella società italiana, cambiata rispetto agli anni '70, aree entro cui riprodursi fino a creare una rete terroristica simile a quella sviluppata dalle Brigate Rosse a cui si ispiravano.
== Il dibattito storico ==
Il politologo [[Ernesto Galli della Loggia]] esaminò il problema dell'anomalia italiana in riferimento al terrorismo mettendo in luce come l'Italia sia il solo grande Paese europeo ove il terrorismo politico abbia una sua lunga cittadinanza (con l'eccezione dell'[[Irlanda del Nord]] e dei [[Paesi Baschi]], che hanno problematiche differenti). La sua analisi, che imputa questa caratteristica a un fondo di violenza proprio della società italiana, suscitò consensi e dissensi<ref>{{Cita news|autore=Ernesto Galli della Loggia|url=http://archiviostorico.corriere.it/2007/aprile/27/BRIGATISMO_SENZA_FINE_co_9_070427086.shtml|titolo=Brigantismo senza fine|pubblicazione=Corriere della Sera|data=27 aprile 2007|accesso=2 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140503025418/http://archiviostorico.corriere.it/2007/aprile/27/BRIGATISMO_SENZA_FINE_co_9_070427086.shtml}}</ref>.
Alcuni commentatori hanno sostenuto che, in contrapposizione con le spinte innovative espresse dalla società nel [[Sessantotto]], «il terrorismo riuscì paradossalmente nell'obiettivo che non era riuscito alla strategia stragista: soffocare la partecipazione democratica, ricacciare i cittadini spaventati nelle proprie case, far prevalere la logica della repressione e della paura. Gli "anni di piombo" segnarono la fine di quella stagione, che poi regredì nel cosiddetto "[[Riflusso nel privato|riflusso]]" degli [[anni '80]]»<ref>{{Cita news|autore=Marco Boato|titolo=La contraddizione degli anni Settanta|pubblicazione=[[Mondoperaio]]|data=n. 6/2014}}</ref>. Secondo altri commentatori, come [[Indro Montanelli]] e [[Massimo Fini]], gli anni di piombo sono stati una conseguenza del Sessantotto<ref>{{Cita news|autore=Massimo Fini|titolo=Caro Capanna, ti autoassolvi con troppa disinvoltura|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|data=5 settembre 2014}}</ref>, in cui i contestatori seri erano quelli che impugnarono la pistola diventando terroristi<ref>{{cita web|url=https://www.dailymotion.com/video/x1kdyk4_la-storia-d-italia-di-indro-montanelli-09-il-sessantotto-e-la-politica-di-berlinguer_shortfilms|titolo=La Storia d'Italia di Indro Montanelli – 09 – Il sessantotto e la politica di Berlinguer|accesso=10 aprile 2016}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Luciano Gulli|url=http://www.ilgiornale.it/news/quelli-parte-sbagliata-non-feci-68-me-ne-vanto.html|titolo=Quelli dalla parte sbagliata: non feci il '68, me ne vanto|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=30 gennaio 2008|accesso=10 aprile 2016}}</ref>.
Lo stesso Montanelli, ferito dalle BR nel [[1977]], perdonò i suoi attentatori dopo che si erano [[Dissociazione (diritto)|dissociati]] dalla [[lotta armata]]<ref name="clemenza">{{Cita news|autore=Francesco Cevasco|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/09/Montanelli_gambizzato_cinque_mesi_prima_co_0_9711098446.shtml|titolo=Montanelli "gambizzato" cinque mesi prima: "Mi salvò una promessa a Mussolini"|pubblicazione=Corriere della Sera|data=9 novembre 1997|accesso=18 febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101005073648/http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/09/Montanelli_gambizzato_cinque_mesi_prima_co_0_9711098446.shtml}}</ref> e in più occasioni si dichiarò favorevole ad un atto di clemenza verso i terroristi che si erano ravveduti<ref name="clemenza" /><ref>{{Cita news|autore=Indro Montanelli|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/05/Conti_chiudere_piaghe_aperte_co_0_9707052386.shtml|titolo=Conti da chiudere e piaghe aperte|pubblicazione=Corriere della Sera|data=5 luglio 1997|accesso=28 ottobre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151201063058/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/05/Conti_chiudere_piaghe_aperte_co_0_9707052386.shtml}}</ref>, spiegando:
{{Citazione|Intendiamoci, i delitti dei terroristi non si possono cancellare né tanto meno giustificare. E le loro condanne sono state più che giuste. Ma è il modo in cui le hanno scontate e continuano a scontarle che m'incute un certo rispetto. A differenza dei loro maestri e mandanti, che ancora oggi blaterano impuniti, un certo esame di coscienza almeno quei ragazzi se lo sono fatto. E molti si sono dissociati, cioè hanno riconosciuto l'inanità dei loro ideali. È stato un modo dignitoso di far sapere che sono consapevoli d'aver sognato un mondo impossibile e d'averlo perseguito attraverso strade impraticabili. [...] Per questo sostengo l'indulto, la grazia, l'amnistia. La formula non ha importanza. L'importante è riconoscere che la partita è chiusa. E a farla chiudere è stato soprattutto il modo in cui quella gente ha pagato<ref>{{Cita libro|autore=Indro Montanelli|titolo=Soltanto un giornalista|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2002}}</ref>.}}
== Opere dedicate ==
=== Cinema, televisione e teatro ===
{{Div col}}
* [[Andrea Frezza]], ''[[Il gatto selvaggio]]'', [[1968]].
* [[Edoardo Bruno]], ''[[La sua giornata di gloria]]'', [[1969]].
* [[Salvatore Samperi]], [[Cuore di mamma (film 1969)|''Cuore di mamma'',]] [[1969]].
*[[Luigi Zampa]], ''[[Contestazione generale]]'', [[1970]].
* [[Elio Petri]], ''[[Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto]]'', [[1970]].
* [[Nelo Risi]] e [[Elio Petri]], ''[[Documenti su Giuseppe Pinelli]]'', [[1970]].
* [[Dario Fo]], ''[[Morte accidentale di un anarchico]]'', [[1970]].
* [[Marco Bellocchio]], ''[[Sbatti il mostro in prima pagina]]'', [[1972]].
* [[Steno]], ''[[La polizia ringrazia]]'', [[1972]].
* [[Giovanni Bonfanti]], [[Pier Paolo Pasolini]], [[12 dicembre (film)|''12 dicembre'']], [[1972]].
* [[Gianfranco Mingozzi]], [[La vita in gioco|''Morire a Roma - La vita in gioco'']], [[1972]].
* [[Mauro Bolognini]], ''[[Imputazione di omicidio per uno studente]]'' [[1972]].
* [[Mario Monicelli]], ''[[Vogliamo i colonnelli]]'', [[1973]].
* [[Dino Risi]], ''[[Mordi e fuggi (film)|Mordi e fuggi]]'', [[1973]].
* [[Roberto Infascelli (regista)|Roberto Infascelli]], ''[[La polizia sta a guardare]]'', [[1973]].
* [[Lucio De Caro]], [[Processo per direttissima (film)|''Processo per direttissima'']] [[1974]].
* [[Giorgio Francesco Rizzini]], ''[[Un normale giorno di violenza]]'', [[1974]].
* [[Luciano Ercoli]], ''[[La polizia ha le mani legate]]'', [[1975]].
* [[Giuseppe Rosati (regista)|Giuseppe Rosati]], ''[[La polizia interviene: ordine di uccidere!]]'', [[1975]].
* [[Sergio Martino]], ''[[La polizia accusa: il Servizio Segreto uccide]]'', [[1975]].
* [[Rainer Werner Fassbinder]], ''[[Il viaggio in cielo di mamma Kusters]]'', [[1975]].
* [[Francesco Rosi]], ''[[Cadaveri eccellenti (film 1976)|Cadaveri eccellenti]]'', [[1976]].
* [[Carlo Lizzani]], ''[[San Babila ore 20: un delitto inutile]]'', [[1976]].
* [[Mario Monicelli]], ''[[Caro Michele (film)|Caro Michele]]'' [[1976]].
* [[Mario Monicelli]], ''[[Un borghese piccolo piccolo (film)|Un borghese piccolo piccolo]]'', [[1977]].
* [[Damiano Damiani]], ''[[Io ho paura]],'' [[1977]].
* [[Massimo Pirri]], ''[[Italia: ultimo atto?]]'', [[1977]].
* [[Dante Guardamagna]], ''[[Occidente (film)|Occidente]]'', [[1978]].
* [[Rainer Werner Fassbinder]], ''[[La terza generazione]]'', [[1979]].
* [[Dino Risi]], ''[[Caro papà (film)|Caro Papà]]'', [[1979]].
* [[Gillo Pontecorvo]], ''[[Ogro]]'', [[1979]].
*[[Rainer Werner Fassbinder]], ''[[La terza generazione]]'', [[1979]].
*[[Marco Tullio Giordana]], ''[[Maledetti vi amerò]]'', [[1981]].
* [[Margarethe von Trotta]], ''[[Anni di piombo (film 1981)|Anni di piombo]]'', [[1981]].
*[[Pier Giuseppe Murgia]], ''[[La festa perduta]]'', [[1981]].
* [[Bernardo Bertolucci]], ''[[La tragedia di un uomo ridicolo]]'', [[1981]].
* [[Damiano Damiani]], ''[[Parole e sangue]]'', [[1981]].
* [[Francesco Rosi]], ''[[Tre fratelli (film 1981)|Tre fratelli]]'', [[1981]].
* [[Marco Tullio Giordana]], ''[[La caduta degli angeli ribelli]],'' [[1981]].
* [[Gianni Amelio]],'' [[Colpire al cuore]]'', [[1983]].
* [[Carlo Lizzani]], ''[[Nucleo Zero]]'', [[1984]].
* [[Giuseppe Schito (regista)|Giuseppe Schito]], ''[[Il ragazzo di Ebalus]]'', [[1984]].
* [[Marco Bellocchio]], ''[[Diavolo in corpo]]'', [[1986]].
* [[Reinhard Hauff]], ''[[Stammheim - Il caso Baader-Meinhof]]'', [[1986]].
* [[Giuseppe Ferrara]], ''[[Il caso Moro]]'', [[1986]].
* [[Pasquale Squitieri]], ''[[Gli invisibili (film 1988)|Gli invisibili]]'', [[1988]].
* [[Marco Leto]], ''[[A proposito di quella strana ragazza]]'', [[1989]].
* [[Paolo Grassini]], [[Italo Spinelli]], ''[[Roma-Paris-Barcellona]]'', [[1990]].
*[[John Frankenheimer]], ''[[L'anno del terrore]]'', [[1991]].
*[[Vittorio Sindoni]], ''[[Una fredda mattina di maggio]]'', [[1990]].
* [[Cristina Comencini]], [[La fine è nota (film)|''La fine è nota'']], [[1992]].
* [[Carlo Lizzani]], ''[[Il caso Dozier]]'', [[1993]].
* [[Marco Tullio Giordana]], ''[[Pasolini, un delitto italiano]]'', [[1995]].
* [[Mimmo Calopresti]], ''[[La seconda volta]]'', [[1995]].
* [[Wilma Labate]], ''[[La mia generazione]]'', [[1996]].
* [[Loredana Bianconi]], ''[[Do you remember revolution?]]'', [[1997]].
* [[Marco Turco]], ''[[Vite in sospeso]]'', [[1998]].
* [[Rosalía Polizzi|Rosalia Polizzi]], [[Riconciliati (film)|''Riconciliati'']], [[2001]].
* [[Marco Tullio Giordana]], ''[[La meglio gioventù]]'', [[2003]].
* [[Renzo Martinelli]], ''[[Piazza delle Cinque Lune]]'', [[2003]].
* [[Marco Bellocchio]], ''[[Buongiorno, notte]]'', [[2003]].
* [[Valeria Bruni Tedeschi]], ''[[È più facile per un cammello...]]'', [[2003]].
* [[Guido Chiesa]], ''[[Lavorare con lentezza]]'', [[2004]].
* [[Steven Spielberg]], ''[[Munich (film)|Munich]]'', [[2005]].
* [[Giuseppe Ferrara]], ''[[Guido che sfidò le Brigate Rosse]]'', [[2005]].
* [[Claudio Fragasso]], ''[[Concorso di colpa (film)|Concorso di colpa]]'', [[2005]].
* [[Michele Placido]], ''[[Romanzo criminale (film)|Romanzo criminale]]'', [[2005]].
* [[Michele Soavi]], ''[[Arrivederci amore, ciao]]'', [[2006]].
* [[Daniele Luchetti]], ''[[Mio fratello è figlio unico (film)|Mio fratello è figlio unico]]'', [[2007]].
* [[Uli Edel]], ''[[La banda Baader Meinhof]]'', [[2008]].
* [[Igor Mendolia]], ''[[Anni Spietati - Una Città e il Terrorismo: Torino 1969-1982]]'', [[2008]].
* [[Aurelio Grimaldi]], ''[[Se sarà luce sarà bellissimo|Se sarà luce sarà bellissimo - Moro: Un'altra storia]],'' [[2008]].
* [[Gianluca Maria Tavarelli]], ''[[Aldo Moro - Il presidente]]'', [[2008]].
* [[Renato De Maria]], ''[[La prima linea]],'' [[2009]].
* [[Stefano Sollima]], ''[[Romanzo criminale - La serie]]'', [[2008]]-[[2010]].
* [[Giacomo Campiotti]], ''[[Il sorteggio]]'', [[2010]].
* [[Mosco Levi Boucault]], ''[[Ils étaient les Brigades Rouges]]'', [[2011]].
* [[Marco Tullio Giordana]], ''[[Romanzo di una strage]]'', [[2012]].
* [[Graziano Diana]], ''[[Gli anni spezzati (miniserie televisiva)|Gli anni spezzati]]'', [[2014]].
* [[Aurelio Grimaldi]], ''[[Il delitto Mattarella]]'', [[2020]].
* [[Marco Bellocchio]], ''[[Esterno notte (film)|Esterno notte]]'', [[2022]].
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=== Narrativa ===
Agli anni di piombo s'ispirano alcune opere di narrativa italiana, quasi tutte di tipo documentaristico, con pochissimo spazio all'immaginazione<ref>Esiste qualche elenco di romanzi e racconti italiani riferibili al terrorismo, tuttavia spesso tale riferimento è solo tangenziale. Si veda, ad esempio, la bibliografia che chiude il saggio di {{Cita libro|autore-capitolo=Raffaele Donnarumma|capitolo=Storia, immaginario, letteratura: il terrorismo nella narrativa italiana (1969-2010)|curatore=AA. VV.|titolo=Per Romano Luperini|editore=Palumbo|città=Palermo|anno=2011}}</ref>.
Uno dei primi romanzi su questa tematica risulta essere ''[[Caro Michele (romanzo)|Caro Michele]],'' di [[Natalia Ginzburg]]''.'' Anche [[Alberto Moravia]] scrisse sul terrorismo nel suo romanzo ''[[La vita interiore]]'', del 1978. Copiosa la narrativa sulla vicenda di Aldo Moro: nello stesso anno in cui accadde, [[Leonardo Sciascia]] pubblicò ''[[L'affaire Moro]]'', mentre [[Alberto Arbasino]] diede alle stampe ''[[In questo Stato]]''. Trattano di questi anni anche i romanzi postumi di [[Pier Paolo Pasolini]] (''[[Petrolio (romanzo)|Petrolio]]'') e [[Goffredo Parise]] (''L'odore del sangue''). La scrittrice statunitense [[Rachel Kushner]] ha ambientato nella Roma della manifestazione del marzo 1977 un capitolo del suo romanzo ''The Flamethrowers'' (Scribner, 2013, trad. it. ''Il lanciafiamme'', Ponte alle Grazie, 2014).
Il romanzo ''La guerra di Nora'', scritto da [[Antonella Tavassi La Greca]] sotto forma di diario, permette di ricostruire una vicenda ambientata negli anni di piombo.
Segue un elenco di romanzi ambientati negli anni di piombo:
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*''[[Vogliamo tutto]]'' (1971), [[Nanni Balestrini]]
*''[[Caro Michele (romanzo)|Caro Michele]]'' (1973), [[Natalia Ginzburg]].
*''[[Todo modo (romanzo)|Todo modo]]'' (1974)'','' [[Leonardo Sciascia]].
*''[[Occidente (romanzo di Ferdinando Camon)|Occidente]]'' (1975), [[Ferdinando Camon]].
*''[[La vita interiore]]'' (1978), [[Alberto Moravia]].
*''[[Storia di Sirio]]'' (1984) [[Ferdinando Camon]]
*''[[Petrolio (romanzo)|Petrolio]]'', (1992, scritto nel 1972/1975), [[Pier Paolo Pasolini]].
*''[[Alonso e i visionari]]'' (1996), [[Anna Maria Ortese]].
*''[[L'odore del sangue (romanzo)|L'odore del sangue]]'' (1997, scritto nel 1979) [[Goffredo Parise]].
*''[[L'ultimo sparo]]'' (1998), [[Cesare Battisti (1954)|Cesare Battisti]].
*''[[Il prigioniero (Anna Laura Braghetti)|Il prigioniero]]'' (1998), [[Anna Laura Braghetti]].
*''[[Lo spasimo di Palermo]]'' (1998), [[Vincenzo Consolo]].
*''[[Romanzo criminale (romanzo)|Romanzo criminale]]'' (2002), [[Giancarlo De Cataldo]]
*''[[Tristano muore]]'' (2004), [[Antonio Tabucchi]].
*''[[Anatomia della battaglia]]'' (2005) [[Giacomo Sartori (scrittore)|Giacomo Sartori]].
*''[[Piove all'insù]]'' (2006), [[Luca Rastello]].
*''[[Spingendo la notte più in là]]'' (2007), [[Mario Calabresi]].
*''[[Prima esecuzione]]'' (2007), [[Domenico Starnone]].
*''[[Il tempo materiale]]'' (2008), [[Giorgio Vasta]].
*''[[La legge dell'odio]]'' (2012), [[Alberto Garlini]].
*''[[Resistere non serve a niente]]'' (2012), [[Walter Siti]].
*''[[Gli anni al contrario]]'' (2015), [[Nadia Terranova]].
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== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* AA. VV., ''[[La strage di Stato|La strage di Stato - Controinchiesta]]'', Roma, Samonà e Savelli, 1970.
* [[Cristiano Armati]], ''Italia criminale - Dalla banda della Magliana a Felice Maniero e la mala del Brenta'', Roma, Newton Compton, 2012.
* [[David Barra]] e [[Nicola Ventura 1978|Nicola Ventura]], ''Maledetti '70, storie dimenticate degli anni di piombo'', Roma, Gog Edizioni, 2018
* [[Nanni Balestrini]] e [[Primo Moroni]], ''L'orda d'oro 1968-1977 - La grande ondata rivoluzionaria e creativa, politica ed esistenziale'', Milano, SugarCo, 1988.
*Gian Ruggero Manzoni e Emilio Dalmonte, ''Pesta duro e vai trànquilo'', Milano, [[Giangiacomo Feltrinelli Editore|Feltrinelli]], 1980.
* [[Marco Baliani]], ''Corpo di Stato - Il delitto Moro'', Milano, Rizzoli, 2003.
* [[Antonella Beccaria]], ''Pentiti di niente - Il sequestro Saronio, la banda Fioroni e le menzogne di un presunto collaboratore di giustizia'', Viterbo, Nuovi Equilibri, 2008, ISBN 978-88-6222-049-1.
* {{en}} [[Tore Bjǿrgo]] (a cura di), ''Terror from Extreme Right'', Londra, Frank Cass, 1995.
*{{Cita libro|titolo=Il terrorismo italiano 1970/1980|autore=[[Giorgio Bocca]]|edizione="nuova edizione"|collana=Biblioteca Universale Rizzoli|annooriginale=1978|data=1981|editore=Rizzoli|città=Milano|cid=Bocca, 1981}}
* [[Giorgio Bocca]], ''Gli anni del terrorismo - Storia della violenza politica in Italia dal '70 ad oggi'', Roma, Armando Curcio Editore, 1989.
* [[Carlo Bordini]] e Andrea Di Consoli (a cura di), ''Renault 4 - Scrittori a Roma prima della morte di Moro'', Roma, Avagliano, 2007.
* [[Mario Calabresi]], ''Spingendo la notte più in là - Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo'', Milano, Mondadori, 2007.
* [[Maurizio Calvi]], [[Alessandro Ceci]], [[Angelo Sessa]] e [[Giulio Vasaturo]], ''Le date del terrore - La genesi del terrorismo italiano e il microclima dell'eversione dal 1945 al 2003'', Roma, Luca Sossella Editore, 2003, ISBN 88-87995-58-3.
*[[Giovanni Fasanella]] e [[Grippo Antonella]], ''I silenzi degli innocenti'', Milano, Rizzoli, 2006.
*[[Giorgio Galli]], ''Storia del partito armato 1968-1982'', Milano, Rizzoli, 1986, ISBN 88-17-53309-2.
*Guido Giraudo, Andrea Arbizzoni, Giovanni Buttini, Francesco Grillo e Paolo Severgnini, ''Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura'', EFFEDIEFFE edizioni, 1997. ISBN 88-85223-14-1
* [[Marc Lazar]] e [[Marie-Anne Matard-Bonucci]] (a cura di), ''Il libro degli anni di piombo - Storia e memoria del terrorismo italiano'', traduzione di Christian Delorenzo e Francesco Peri, Milano, Rizzoli, 2010.
* {{en}} [[John Loughlin]], ''Subnational Democracy in the European Union - Challenges and Opportunities'', Oxford, Oxford University Press, 2001.
* [[Giorgio Manzini]], ''Indagine su un brigatista rosso - La storia di Walter Alasia'', Torino, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 1978.
*Achille Melchionda, ''Piombo contro la Giustizia. Mario Amato e i magistrati assassinati dai terroristi,'' Pendragon 2010.
*Giorgio Melitton, ''Per memoria di Sergio Ramelli'', 1995: il racconto di un suo professore.
*[[Indro Montanelli]], ''Soltanto un giornalista - Testimonianza resa a Tiziana Abate'', Milano, Rizzoli, 2002, ISBN 88-17-12991-7.
* Indro Montanelli e [[Mario Cervi]], ''L'Italia degli anni di piombo (1965-1978)'', Milano, Rizzoli, 1991, ISBN 88-17-42805-1.
* Indro Montanelli e Mario Cervi, ''L'Italia degli anni di fango (1978-1993)'', Milano, Rizzoli, 1993, ISBN 88-17-42729-2.
* [[Paolo Persichetti]], ''Esilio e castigo - Retroscena di un'estradizione'', Reggio Calabria, La Città del Sole, 2006.
* [[Michele Ruggiero]], ''Nei secoli fedele allo Stato - L'Arma, i piduisti, i golpisti, i brigatisti, le coperture eccellenti, gli anni di piombo nel racconto del generale [[Nicolò Bozzo]]'', Genova, Fratelli Frilli, 2006.
* [[Marco Maria Sambo]], ''Contro chi - La primavera spezzata di Ezio Tarantelli'', Roma, Castelvecchi, 2005.
* [[Frances Stonor Saunders]], ''La guerra fredda culturale - La CIA e il mondo delle lettere e delle arti'', Roma, Fazi, 2004.
*{{Cita libro|titolo=Mai più senza fucile! Alle origini dei NAP e delle BR|cognome=Alessandro Silj|cognome2=|curatore=Pio Baldelli (Prefazione)|anno=1977|editore=Vallecchi|città=Firenze}}
*[[Luca Telese]], ''Cuori neri. Dal [[rogo di Primavalle]] alla morte di Ramelli'', Sperling & Kupfer, 2006.
*[[Sergio Zavoli]], ''La notte della Repubblica'', Roma, Nuova Eri, 1992, ISBN 88-04-33909-8.
*''Le Vere Ragioni, 1968/1976'': atti di un convegno organizzato da Democrazia Proletaria nel 1985.
== Voci correlate ==
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* [[Anni di fango]]
* [[Autunno caldo]]
* [[Brigate Rosse]]
* [[Caso Moro]]
* [[Conflitto a bassa intensità]]
* [[Cronaca del sequestro Moro]]
* [[Cronologia degli anni di piombo e della strategia della tensione]]
* [[Guerra fredda]]
* [[Guerra non convenzionale]]
* [[Guerra sporca]]
* [[In caso di golpe]]
* [[Legge Reale]]
* [[Lotta armata]]
* [[Lotta Continua]]
* [[Memoriale Moro]]
* [[Movimento del Settantasette]]
* [[Operazione Condor]]
* [[Organizzazione Gladio]]
* [[Organizzazioni armate di destra in Italia]]
* [[Organizzazioni armate di sinistra in Italia]]
* [[P2]]
* [[Pier Paolo Pasolini]]
* [[Rapporti tra servizi segreti italiani e criminalità]]
* [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]]
* [[Seconda guerra di mafia]]
* [[Sessantotto]]
* [[Statuto dei lavoratori]]
* [[Storia dei servizi segreti italiani]]
* [[Strage di piazza Fontana]]
* [[Strategia della tensione in Italia]]
* [[Teoria degli opposti estremismi]]
* [[Terrorismo]]
* [[Terrorismo di Stato]]
* [[Terrorismo in Italia]]
* [[Terrorismo nero]]
* [[Vittime degli anni di piombo e della strategia della tensione]]
* [[Vittime delle Brigate Rosse]]
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==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sugli}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Cita video|titolo=Two Hours Of Italian Communist Music « Hot Autumn» And « Years Of Lead»|url=https://archive.org/details/two-hours-of-italian-communist-music-hot-autumn-and-years-of-lead|accesso=2025-02-24|cid=Communist Music}}
* {{Cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/dossier/dossier-anni-spietati/36/1/default.aspx|titolo=Dossier Anni di Piombo, filmati e interviste a storici|pubblicazione=La Storia siamo Noi|accesso=16 ottobre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161006232544/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/dossier/dossier-anni-spietati/36/1/default.aspx|urlmorto=sì}}
* {{Cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=502|titolo=Anni Spietati. Una città e il terrorismo 1969-1982|pubblicazione=La Storia siamo Noi|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080425225803/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=502}}
* [https://web.archive.org/web/20070715064338/http://www.sindromedistendhal.com/Terrorismo/0-index.htm 9 maggio 2007] I Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice
* {{cita web |url=http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/elenco_vit.htm |titolo=Elenco vittime del terrorismo |accesso=27 agosto 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131023110332/http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/elenco_vit.htm# |urlmorto=sì }}
* [http://www.misteriditalia.it/ Misteri d'Italia] - Sito d'approfondimento sui misteri e casi italiani degli anni di piombo e della strategia della tensione
* {{Cita web|url=http://www.antimafiaduemila.com/200805175820/articoli-arretrati/chi-finanzia-lo-stragismo-e-il-terrorismo-in-italia.html|titolo=Chi finanzia lo stragismo e il terrorismo in Italia?|sito=Antimafia Duemila|accesso=27 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20130306145641/http://www.antimafiaduemila.com/200805175820/articoli-arretrati/chi-finanzia-lo-stragismo-e-il-terrorismo-in-italia.html|dataarchivio=6 marzo 2013}}
{{Anni di piombo}}
{{Portale|politica|storia d'Italia}}
[[Categoria:Anni di piombo| ]]
[[Categoria:Modi di dire italiani]]
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