Nayef Hawatmeh: differenze tra le versioni
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{{Carica pubblica
|nome =
|didascalia = Nayef Hawatmeh nel 2017
|carica = [[Segretario generale]] del [[Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina]]
|mandatoinizio = [[1969]]
|mandatofine =
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|cotitolare =
|capo di stato =
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|predecessore = ''carica istituita''
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|suffisso onorifico =
|partito = [[Movimento Nazionalista Arabo]]<small><br/>(prima del 1963)</small> <br> [[Fronte di Liberazione Nazionale (Yemen del Sud)|Fronte di Liberazione Nazionale (Yemen)]]<small><br/>(1963-1967)</small> <br> [[Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina]]<small><br/>(1968-1969)</small> <br> [[Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina]]<small><br/>(dal 1969)</small>
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Nayef
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|Nazionalità = giordano
|PostNazionalità = , leader storico del [[Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina]]
▲|Immagine = Nayef Hawatmeh.jpg
}}
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Tornato in [[Giordania]] nel 1956, divenne professore in una scuola [[Cattolicesimo|cattolica]], portando avanti la propria attività politica, adottando posizioni rivoluzionarie. Condannato a morte in contumacia dal governo giordano, si rifugiò nel 1958 in Libano, prima di trasferirsi in [[Iraq]], dove diresse per cinque anni la branca locale del Movimento Nazionalista Arabo. Dopo la caduta del regime di [[Abd al-Karim Qasim|Kassem]], andò a combattere i [[Regno Unito|britannici]] in [[Yemen del Sud]] dal 1963 al 1967. Assunse il [[nome di battaglia]] Abū l-Nūf.
Nel 1967 tornò in Giordania, dopo aver beneficiato di un'amnistia e si unì ai ranghi del [[Fronte Popolare di Liberazione della Palestina]], del quale fu tra i fondatori. Nel 1969 fondò il [[Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina]], in seguito a una scissione dal Fronte Popolare di Liberazione della Palestina.
Risiede == Ideologia ==
Hawatmeh sostiene la [[soluzione di uno Stato unico]]. Per lui tale Stato decreterebbe la fine del [[sionismo]] - ma non della cultura ebraica - e del [[panarabismo]] - ma non della cultura araba. Si tratterebbe quindi di uno «''Stato palestinese di democrazia popolare''», integrato a uno Stato arabo unificato, democratico e popolare.
Il paese costituirebbe allora la punta di diamante della rivoluzione mondiale e non la tappa intermedia per una nazione araba unificata.
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== L'attività di guerriglia ==
Questo non gli ha impedito di condurre violente azioni di guerriglia in Palestina contro il potere israeliano, con dirottamenti aerei e azioni di fuoco che sono state qualificate come "terroristiche" dai suoi avversari e "patriottiche" dai suoi sostenitori. Nota la [[Massacro di Ma'alot|strage condotta a Ma'alot]] nel [[1974]], per cui le autorità israeliane gli vietarono l'ingresso nei [[territori palestinesi occupati]].
Ḥawātmeh si è opposto agli [[accordi di Oslo]] del [[1993]], definiti "una svendita", ma in seguito ha assunto un atteggiamento meno oltranzista, verso la fine degli [[anni novanta]]. Nel 1999 si è espresso a favore di un incontro con Arafat (che aveva firmato gli accordi di Oslo) e ha persino stretto la mano al [[Presidenti di Israele|presidente israeliano]] [[Ezer Weizman]] ai funerali di
Nel 2004 è stato per un breve periodo parte attiva nell'ambito di un tentativo non-governativo congiunto palestinese-israeliano per dar vita a un gruppo palestinese favorevole al progetto dei "due Stati", e si è espresso a favore della cessazione delle ostilità nella cosiddetta [[Seconda Intifada]], scatenata dall'ostentata passeggiata in forze di [[Ariel Sharon]] nell'area sacra (''[[al-Haram al-Sharif|al-Ḥaram al-Sharīf]]'') della [[moschea al-Aqsa|moschea al-Aqṣā]] e della [[Cupola della Roccia]] a [[Gerusalemme]].
{{
== Note ==
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[[Categoria:Arabi cristiani]]
[[Categoria:Maoisti]]
[[Categoria:Politici del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina]]
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