Cine Club: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|la rivista|Cineforum (rivista)}}
[[File:Ambigramme-club-cine.svg|thumb|[[Ambigramma]] con la parola Club Ciné]]
Con il termine '''Cine Club''', '''Circolo cinematografico''' o '''Circolo del Cinema''', a volte scritto '''Cineclub''' oppure alla francese '''ciné-club''', ed al quale corrispondono il termine inglese '''Film Society''' o il tedesco '''Filmfreunden''', si intende una [[Associazione culturale]] senza scopo di lucro finalizzata allo studio, alla diffusione ed alla preservazione della cultura e dell'[[arte cinematografica]]. Generalmente questi circoli per cinefili organizzano proiezioni di film che altrimenti non sarebbero distribuiti dal circuito [[mainstream]], anche se qualche volta questa vocazione originaria viene dimenticata<ref name=Treccani3>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/associazionismo_(Enciclopedia-del-Cinema)/|titolo=Dall'enciclopedia Treccani la voce ''Associazionismo'' di Callisto Cosulich}}</ref>. Le iniziative che un Cine Club può realizzare a tale scopo possono essere di vario tipo e tra queste vi sono la proiezioni di film (generalmente [[film d'essai]] o comunque di particolare valore cinematografico, poetico o documentaristico), organizzazione di conferenze, dibattiti ed incontri, costituzione di biblioteche o cineteche e produzione di film a passo ridotto o di [[Cinema sperimentale|film sperimentali]]<ref name=Treccani>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cineclub_(Enciclopedia-del-Cinema)/|titolo=Dall'enciclopedia Treccani la voce Cineclub di Callisto Cosulich}}</ref>. I Cine Club sono poi generalmente federati a livello nazionale.
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== Storia del Cine Club ==
=== Francia: Le origini prima della Grande Guerra ===
[[File:Edmont Benoit-Lévy (by Emile Cohl).jpg|thumb|upright=0.5|left|[[Edmond Benoît-Lévy]] in una caricatura di Émile Cohl pubblicata su ''Les hommes d'aujour d'Hui'']]
Fin dalla sua creazione, il cinema fu pensato come un potenziale strumento didattico, al pari del [[cinetoscopio]] e della [[lanterna magica]], già utilizzati a questo scopo. I movimenti cattolici e laici, che lo vedevano come ''"un formidabile mezzo di educazione, influenza e propaganda"'', ne fecero un largo uso<ref name=":4">{{Cita libro|autore1=Soldé Vivien
I cattolici ''"furono senza dubbio i primi a comprendere il possibile uso del cinema ai fini di divulgare la fede"''<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore1=Christian-Marc
Per [[Christian-Marc Bosséno]], il ritardo dei laici nell’adottare il cinema come mezzo educativo era chiaramente visibile<ref name=":1"/>.
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=== Francia: gli anni '20 e la nascita dei Cine Club ===
[[File:Louis Delluc Paul Nadar vers 1920.jpg|thumb|upright=0.5
Il [[periodo interbellico]] vide una forte espansione dell'arte cinematografica in tutto il mondo.
Il fenomeno dei ''ciné-club'' nacque in [[Francia]] nel 1921 ad opera di [[Louis Delluc]], che, già dal 1920 aveva creato la rivista ''[[Journal du ciné-club]]'' con l'intento di sviluppare un movimento che fornisse nuove possibilità alla cinematografia. Il primo film proiettato da Delluc il 14 novembre 1921 fu ''[[Il gabinetto del dottor Caligari]]'' di [[Robert Wiene]], con il patrocinio della rivista ''[[Cinéa]]''. Sempre negli stessi anni a [[Parigi]], [[Ricciotto Canudo]] ed il suo ''Club des Amis du Septième Art'' diffondeva il cinema come arte con incontri mensili<ref name=Treccani/>. Negli anni successivi, sorsero quindi nuovi Cine Club in tutta la Francia, favorendo così lo sviluppo e la diffusione di un nuovo linguaggio cinematografico legato alle avanguardie storiche. Nasceva però la necessità di superare la censura, rivolta in particolare modo al [[cinema russo d'avanguardia]], allora considerato un veicolo di idee sovversive. Nel 1927 quando sul territorio nazionale si iniziavano a contare una ventina di Cine Club, nacque l'esigenza di trovare una formula che permettesse ai Cine Club di avere una legislazione che li salvaguardasse, ed a tale scopo nacque nel '29 la [[Fédération française des ciné-clubs]] (FFCC)<ref name=Treccani/>.
Ma sul nascere del movimento dei cine club, una parte importante la ebbe quella ''"rivoluzione nella mentalità cattolica riguardo al cinema, che divenne un'arma per la [[Chiesa cattolica in Francia|Chiesa
=== La diffusione dei Cine Club in Europa ===
[[File:LuisBuñuel1929.jpg|thumb|upright=0.5|left|[[Luis Buñuel]] nel 1929]]
La prima ''Film Society'' [[Gran Bretagna|britannica]] nacque nel 1925 ad opera di [[Ivor Montagu]] e Hugh Miller, che anche qui, attraverso proiezioni private riservate ai soli soci, poteva permettersi di superare la censura imposta sui film russi dal ''British Board of Film Censors'', mentre il primo "cineclub" della [[Spagna]] fu fondato da [[Ernesto Giménez Caballero]] nel 1928, allora direttore del ''La gaceta literaria'', e fu diretto da [[Luis Buñuel]] fino al suo trasferimento a Parigi. Analogamente si mosse il [[Benelux]], il cui Cine Club più noto fu il Filmliga di Amsterdam nato nel settembre del 1927<ref name=Treccani/>.
Negli anni '30, la diffusione capillare di sale cinematografiche sia pubbliche che private, favorì fortemente la nascita di nuovi Cine Club, che alcune volte possedevano una sala propria, altre potevano usufruire delle sale cinematografiche sempre più numerose.
[[File:Enxoferrieri.jpg|thumb|upright=0.5
Se il fenomeno dei Cine Club era in forte sviluppo nell'[[Europa]] liberale, analoghe iniziative venivano prese anche negli stati a regime totalitario, dove però in molti casi vennero ridimensionati o censurati in parte o totalmente. Con l'avvento del [[Germania nazista|nazismo in Germania]] (1930) i ''Filmfreunden'' non ebbero più margine d'azione. Anche in Spagna, l'avvento di [[Francisco Franco]]
I Cine Club di tutta Europa, ed i loro equivalenti statunitensi, furono fondamentali per lo sviluppo di un pensiero legato a quello che oggi viene chiamato ''"cinema d'artista"'', per il quale in passato si utilizzavano i termini "cinema d'[[Avanguardia (arte)|avanguardia]]" o "[[cinema sperimentale]]"<ref name="Treccani2">{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cinema-sperimentale_(Enciclopedia-del-Cinema)/|titolo=Dall'enciclopedia Treccani la voce ''Cinema sperimentale'' di Bruno di Marino}}</ref>.
=== Italia '20/'30: Cine Club, CineGUF e Cinema sperimentale ===
[[File:Pasinetti-fra 1938.jpg|thumb|upright=0.5|left|[[Francesco Pasinetti]] nel 1938]]
Se negli anni '60, la critica cinematografica italiana tendeva a negare il consolidamento dei Cine Club e della cultura cinematografica sperimentale in Italia, negli ultimi anni, la ricerca storico-critica rivaluta sempre più le attività di questi centri e delle elaborazioni teoriche che li si facevano. Oltre al già citato Cine Club milanese Il Convegno, nel 1928 sempre Enzo Ferrieri organizza il ''Cine Convegno milanese'', in cui vengono proiettati artisti come René Clair, [[Alberto Cavalcanti]], [[Fernand Léger]] ed [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn]]<ref name=Brusi/>. Nel 1934 poi, per volontà di Luigi Freddi, direttore del settore cinema presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, furono istituzionalizzati i CineGUF, legati ai [[Gruppi universitari fascisti]], che seppur rivolti verso una retorica nazionalista che tendeva a sopire le forme più libere del cinema, rivolgendosi perlopiù verso il [[cinema di propaganda fascista]], contribuirono allo sviluppo teorico di un [[cinema sperimentale italiano]]<ref name=Brusi/>. Nel '35 [[Francesco Pasinetti]], legato ai CineGUF, scriveva nella rivista [[Quadrivio (rivista)|Quadrivio]]: ''"Per cinematografo sperimentale intendiamo le espressioni di film a passo ridotto e per cineamatori quelli che eseguiscono detti film"'', demarcando la differenza dai cine-dilettanti con ''"l'avvicinamento a quello che può essere un cinema artistico, che non si preoccupa dei valori commerciali"''<ref name=Brusi/><ref>Francesco Pasinetti, ''Quadriviun'' nº 10, 1935.</ref>, mentre [[Domenico Paolella]] nel suo saggio ''Il film sperimentale'' ne sancisce la separazione sia dal cinema commerciale che dal cinema d'avanguardia, definendo il cinema sperimentale come ''"fenomeno schiettamente italiano"''.
[[File:Antonio Leonviola.png|thumb|upright=0.5
Il critico [[Sergio Frosali]], nel saggio autobiografico ''Professione Voyeur'', all'età di vent'anni e all'epoca poco politicizzato, frequentatore del Cineguf di Firenze, racconta un convegno di critica cinematografica a Udine nell'inverno del 1943 con l'obiettivo di discutere il motivo per cui il cinema nazionale non ritraesse adeguatamente la vita italiana. Riferisce che, Nonostante l'appartenenza a un'organizzazione fascista, i "guffini" godevano di una certa tolleranza per le loro eccentricità e si permettevano di fischiare i vacui cinegiornali che mostravano segretari federali tagliare nastri. Frosali stesso, pur non essendo politicamente acculturato, propose [[Ernest Hemingway|Ernst Hemingway]] come modello di approccio narrativo e sociologico per un cinema che rispecchiasse la "vera realtà nazionale", un atto coraggioso per l'epoca. I partecipanti ebbero anche l'opportunità di vedere capolavori conservati nella cineteca del Centro Sperimentale di Cinematografia, inclusi film sovietici di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Eisenstein]], Pudovkin e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovženko]], opere dell'espressionismo tedesco e recenti film americani. Frosali rifletteva che in quei giorni, per la sua generazione, "''il neorealismo era nell’aria''"<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Frosali, Sergio.|titolo=Professione Voyeur: stralci di storia del cinema italiano nelle memorie di un critico.|rivista=In: La battana: rivista trimestrale di cultura, 148 (2003), ; p. 103-173.|numero=A. 40, n. 148 (aprile-giugno 2003)}}</ref>.
===Dopoguerra e diffusione mondiale del movimento===
[[File:Public enfants.jpg|thumb|upright=0.5|left|"Alcuni bambini nella sala Récamier" (Informazioni Ufocel, n. 17, novembre 1948).]]
Nel dopoguerra il fenomeno dei Cine Club aveva assunto ormai proporzioni molto ampie, e pressappoco ogni nazione, di ogni continente poteva vantare una discreta rete di circoli perlopiù confederati tra loro. La Francia, che aveva visto nascere il fenomeno, vantava la rete più vasta di associazioni riunite sotto la FFCC, mentre i territori coloniali francesi del Nord Africa avevano una loro federazione con sede ad [[Algeri]]<ref name=Treccani/>.
L'Inghilterra aveva il [[British Film Institute]], che coordinava più di 200 ''Film Societies'' ed anche ogni [[dominion]] aveva la sua rete di Cine Club<ref name=Treccani/>.▼
Una vasta rete di cine club andò sempre più espandendosi nei paesi dell'America Latina, con l'[[Uruguay]] in testa, che aveva tre diverse reti di cine club, ognuna con le sue riviste, e poi l'[[Argentina]], con l'associazione di Buenos Aires che pubblicava l'importante ''[[Gente de cine]]''<ref name=Treccani/>.
Il movimento era invece totalmente assente negli [[Stati Uniti d'America]] dove il cinema era totalmente in mano all'industria, ed in [[URSS]] dove al contrario era totalmente statalizzato<ref name=Treccani/>. Tra i paesi comunisti faceva eccezione la [[Iugoslavia]], dove una rete di cine club era sostenuta dalla cineteca di Belgrado<ref name=Treccani/>.
▲L'Inghilterra aveva il [[British Film Institute]], che coordinava più di 200 ''Film Societies'' ed anche ogni [[dominion]] aveva la sua rete di Cine Club.
Se praticamente tutti i continenti vedevano crescere il movimento dei cineclub, nacque naturale l'esigenza di costituire una federazione internazionale, che venne istituita nel 1947 con il nome di [[Féderation Internationalle des Ciné-clubs]]<ref name=Treccani/>.
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===Francia===
[[File:Carte officielle d'habilitation à diffuser la culture par le film (1).jpg|thumb
Il termine "film club" compare per la prima volta nell'aprile del 1907 con la creazione del "Filmclub" di [[Edmond Benoit-Lévy]]. Situato al 5 di boulevard Montmartre a [[Parigi]], aveva lo scopo di conservare e mettere a disposizione dei suoi soci tutti i documenti e le produzioni cinematografiche esistenti. Era inoltre dotato di una sala proiezioni. Fu poi il teorico del cinema italiano [[Ricciotto Canudo]], residente a Parigi dal 1921, che fondò uno dei primi cine club.
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===India===
[[File:Satyajit Ray with Ravi Sankar recording for Pather Panchali cropped Ray.jpg|thumb|upright=0.5|left|[[Satyajit Ray]] in una foto del 1955]]
Il regista [[Satyajit Ray]] fondò il primo cine club indiano, la [[Calcutta Film Society]], nel 1947. Nel 1959, la [[Federation of Film Societies of India]] fu costituita come organizzazione centrale che univa le società cinematografiche di [[Calcutta]], [[Delhi]], Bombay (oggi [[Mumbai]]), Madras (oggi [[Chennai]]) e [[Patna]]. Satyajit Ray fu eletto presidente.
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===Italia===
Il dopoguerra italiano vide una notevole germinazione, anche se non priva di contrasti, di nuovi Cine Club su tutto il territorio nazionale, dovuti anche alla chiusura dei CineGUF, ed alla riorganizzazione di chi con loro aveva collaborato.
Tra i primi vi fu il Cineclub Primi Piani, un'importante associazione cinematografica fondata a Firenze subito dopo la liberazione. Si distinse per essere il secondo circolo del cinema italiano in ordine di tempo. Il cineclub fu gestito da un gruppo di fondatori, che includeva [[Sergio Frosali]] insieme a Guglielmo Amerighi e Piero Turchetti, all'epoca studenti di lettere. Essi curarono la riapertura dell'ex-Teatro Nazionale dei Guf in via Laura, che divenne la sede delle proiezioni<ref name=":0" />. La nascita dell''Unione Nazionale degli Studenti Universitari Italiani'', produsse i ''[[Circoli Universitari Cinematografici]]'' (CUC); mentre in ambito cattolico, su iniziativa del [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] padre [[Félix Morlion]] (fondatore dell'[[Università internazionale degli studi sociali Pro Deo]]) e del [[Compagnia di Gesù|gesuita]] padre [[Angelo Arpa]], furono costituiti i ''Cineforum''<ref>Eugenio Bicocchi, ''C'era una volta il Capitol: gli anni d'oro del cineforum 1968-1983'', Reggio Emilia: Diabasis, 1999, p. 155, ISBN 88-8103-069-1</ref><ref name="fantuzzi">Intervista con padre Virginio Fantuzzi, "Il gesuita studioso di cinema che contribuì alla rilettura ed alla diffusione del neorealismo in Italia", ({{cita testo|url=http://www.radiovaticana.org/radiogiornale/ore14/2003/aprile/03_04_08.htm#padre_arpa|titolo=Radio Vaticana, 3 aprile 2003|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041115225908/http://www.radiovaticana.org/radiogiornale/ore14/2003/aprile/03_04_08.htm }}</ref>. Vi erano poi i ''Circoli del Cinema'' che non aderivano a nessuna istituzione e che si organizzarono nella ''[[Federazione italiana dei circoli del cinema]]'' (FICC). Il sempre crescente movimento dei Cine Club, divenne presto un terreno di scontro politico, anche a causa degli appetiti dei [[Partito di massa|partiti di massa]], che vedevano nei circoli uno strumento di sottogoverno ed un modo per trovare consenso elettorale. Fu così che a partire dagli anni '50 il movimento dei circoli italiano si divise in molteplici fazioni su base ideologiche o religiose, vedendo sfumare la possibilità di una federazione unica nazionale che li rappresentasse tutti o quasi. Pur continuando a disgregarsi, i Cine Club ottennero una organizzazione giuridica con la legge nr. 1213 del 4 novembre 1965. Ad oggi quindi, le associazioni nazionali che usufruiscono della legge nr. 153 del 1º marzo 1994 per il finanziamento dei Cine Club sono: Associazione per iniziative cinematografiche audiovisive (AICA); [[Associazione nazionale circoli cinematografici italiani]] (ANCCI); [[Cinecircoli giovanili socioculturali]] (CGS); [[Cineforum italiano]] (CINIT); [[Centro studi cinematografici]] (CSC); [[Federazione italiana dei cineclub]] (FEDIC); [[Federazione italiana dei cineforum]] (FIC); Federazione italiana dei circoli del cinema (FICC); [[Unione circoli cinematografici ARCI]] (UCCA); [[Unione italiana circoli del cinema]] (UICC)<ref name=Treccani/>.
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===Polonia===
[[File:Andrzej-Wajda-1963.jpg|thumb|upright=0.5|Andrzej Wajda nel 1963.]]
L'organo nazionale per le ''Filmowych'' della [[Polonia]] è la ''[[Federazione Polacca dei Cine Club]]'' (Polska Federacja Dyskusyjnych Klubów Filmowych - PF DKF), che vede come membro onorario [[Andrzej Wajda]]<ref>{{cita testo|url=http://pfdkf.pl|titolo=Sito del ''Polska Federacja Dyskusyjnych Klubów Filmowych''}}</ref>
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