Ordine dei frati predicatori: differenze tra le versioni
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[[File:Blason Dominican.svg|thumb|L'emblema dell'Ordine: la croce gigliata bianca e nera con il motto ''
L{{'}}'''Ordine dei frati predicatori''' (''Ordo fratrum praedicatorum'') è un [[istituto religioso]] maschile [[di diritto pontificio]]
L'
Poiché per confutare le dottrine eterodosse era necessario che i predicatori, oltre a essere esemplarmente poveri, avessero anche una solida preparazione culturale, i conventi domenicani divennero
La forma di vita di Domenico e dei suoi compagni venne approvata solennemente da [[papa Onorio III]] con le [[Bolla pontificia|bolle]] del 22 dicembre 1216 e del 21 gennaio 1217.<ref name="intro"/> Le principali finalità dell'
== Storia ==
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Il fondatore nacque nel 1170 a [[Caleruega]], in [[Castiglia]], da [[Felice di Guzmán]] e [[Giovanna d'Aza]], membri della piccola nobiltà: il nome di Domenico gli venne imposto in onore del [[Domenico di Silos|santo abate]] del [[Monastero di Santo Domingo de Silos|monastero di Silos]]. Dopo aver studiato teologia a [[Palencia]], entrò nel capitolo regolare che serviva nella cattedrale di [[Burgo de Osma-Ciudad de Osma|Osma]], di cui divenne sottopriore.<ref>D. Penone, ''op. cit.'', p. 7.</ref>
Nel 1203 accompagnò il [[Diocesi di Osma-Soria|vescovo]] [[Diego d'Acebo]] in una missione diplomatica per conto di [[Alfonso VIII di Castiglia]] presso [[Valdemaro II di Danimarca]].<ref name="dp1">D. Penone, ''op. cit.'', p. 8.</ref> Durante il viaggio di andata, attraversando la [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]], Domenico ebbe modo di rendersi conto della grande diffusione dell'[[eresia]] [[Catarismo|catara]] in quella regione: a ottobre, presso [[Tolosa]], riuscì a convertire il proprietario della taverna dove avevano trovato alloggio e, secondo [[Jean-Baptiste Henri Lacordaire]], fu proprio in quell'occasione che Domenico iniziò a concepire l'
Conclusa la missione in Danimarca, insieme al suo vescovo, ottenne da [[papa Innocenzo III]] il permesso di unirsi ai legati papali (i [[Ordine cistercense|cistercensi]] [[Arnaud Amaury|Arnaldo di Cîteaux]] e [[Pietro di Castelnau]]) che predicavano tra i catari in Linguadoca.<ref name="dp1"/>
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=== La fondazione dell'ordine ===
[[File:Religiosam vitam.jpg|thumb|La bolla ''[[Religiosam vitam]]'' del 1216
Nel 1205 il vescovo di [[Arcidiocesi di Tolosa|Tolosa]], [[Folchetto di Marsiglia|Folco]], donò a Domenico il [[Monastero di Prouilhe]], presso [[Fanjeaux]], che lo destinò
Tra il 1213 e il 1214, a Fanjeaux, prese forma l'idea di dare inizio a un nuovo ordine e nella primavera del 1215 il vescovo Folco diede il primo riconoscimento ecclesiastico alla comunità di Domenico, approvata come fraternità di predicatori per la diocesi di Tolosa.<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 18.</ref>
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Nel 1215 Domenico accompagnò il vescovo Folco a [[Roma]], dove doveva celebrarsi un [[Concilio Lateranense IV|concilio]], e chiese a [[papa Innocenzo III]] l'approvazione della sua fraternità e la conferma dei beni che gli erano stati donati. Poiché, dopo il IV concilio Lateranense, vigeva il divieto di fondare nuovi ordini religiosi, il pontefice impose a Domenico di adottare una regola già esistente: nel 1216 Domenico scelse la [[regola di sant'Agostino]], alla quale aggiunse degli statuti ispirati a quelli dei canonici di [[Canonici regolari premostratensi|Prémontré]].<ref name="wh19"/>
Il 22 dicembre 1216 [[papa Onorio III]], da poco succeduto a Innocenzo III, emanò la bolla ''[[Religiosam vitam]]'', mediante la quale approvò la comunità di Domenico come compagnia di canonici regolari posta sotto la protezione della [[Santa Sede|Sede Apostolica]]; con una seconda bolla del 21 gennaio 1217 il pontefice riconobbe l'originalità del carisma di Domenico e approvò la sua fraternità come
=== Primi sviluppi ===
Dopo l'approvazione ufficiale del papa, il 15 agosto 1217 Domenico mandò sette dei suoi frati a [[Parigi]] per studiare, predicare e fondare un convento, altri quattro frati in [[Spagna]], tre a [[Tolosa]] e due a Prouille, per la direzione spirituale delle [[Monache domenicane|monache]].<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 22.</ref> Lasciata Roma, tra il maggio 1218 e il luglio 1219 Domenico fu impegnato in un viaggio attraverso l'Italia, la Francia meridionale e la Spagna, durante il quale accolse numerosi membri nell'
Quelle di Bologna e Parigi, sedi universitarie, divennero le comunità più forti e influenti dell'
Il 17 maggio 1220 si aprì a Bologna il primo capitolo generale dell'ordine, che emanò leggi sulla predicazione, sullo studio, sulla povertà, sull'organizzazione dei conventi, sui poteri di maestro e capitolo generali.<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', pp. 25-29.</ref> Concluso il capitolo, Domenico fu inviato in [[Lombardia]] come responsabile di una missione papale; tornato a Roma, si occupò della fondazione di nuovi conventi a [[Siena]], [[Metz]], [[Spira (Germania)|Spira]], [[Lund]], [[Amiens]], [[Piacenza]] e [[Sigtuna]]. Il secondo capitolo generale si riunì a Bologna il 30 maggio 1221 e decretò la divisione dell'
Dopo un nuovo viaggio in Lombardia, Domenico si ammalò e morì a Bologna il 6 agosto 1221. L'ordine contava circa trecento frati e una ventina di conventi, organizzati in otto province e sparsi tra Francia, Italia, Spagna, Germania e Scandinavia, mentre si preparavano fondazioni in [[Ungheria]], [[Polonia]] e [[Inghilterra]].<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 33.</ref>
[[File:Lippo Memmi - Triumph of St Thomas Aquinas - WGA15020.jpg|thumb|''Trionfo di San Tommaso'', di [[Lippo Memmi]] (1340)]]
Come richiesto dal [[Concilio Lateranense IV]] i frati dovettero adottare una regola preesistente; optarono quindi per quella [[Regola di sant'Agostino|agostiniana]], tradizionalmente attribuita a [[Agostino d'Ippona|sant'Agostino]].
Durante il [[filosofia medievale|Medioevo]] molti domenicani si dedicarono all
Essi furono tra i principali ordini che operarono un notevole [[rinascimento del XII secolo|rinnovamento]] religioso, filosofico e culturale nel panorama europeo del XII secolo, insieme ai [[ordine dei frati minori|francescani]], seppure talvolta in competizione con
{{citazione|I primi alchimisti medievali furono proprio francescani e domenicani, poiché essi trovavano nell'alchimia gli aspetti che più li interessavano: per i domenicani era una teoria naturalistica nella quale erano compresi e spiegati sia i termini fisici che quelli metafisici. I francescani insegnavano un'alchimia che era quasi la continuazione della vita ascetica e contemplativa e strumento del rinnovamento spirituale del mondo.|Paolo Cortesi, ''Alla ricerca della pietra filosofale: storia e segreti dell'alchimia'', pag. 99, Newton & Compton, 2002}}
== La spiritualità domenicana ==
[[File:Guido Reni 057.jpg|thumb|sinistra|San Domenico riceve il rosario dalla Vergine: dipinto di [[Guido Reni]]
È un ordine di predicatori, caratteristica principale è la predicazione per la salvezza delle anime. Oggetto focale della predicazione domenicana è la figura di [[Cristo redentore]], causa meritoria della salvezza umana: il carattere cristocentrico di tale spiritualità è dimostrato dalla devozione dei frati per la [[passione di Gesù]] (uno dei principali promotori della pratica della ''[[Via Crucis]]'' fu il domenicano [[Alvaro da Cordova]], che l'introdusse nel convento di [[Cordova]]) e per l'[[Eucaristia]] ([[Tommaso d'Aquino]] compose l'ufficio liturgico per la festa del ''[[Corpus Domini]]'').<ref>.A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 940.</ref>▼
▲Oggetto focale della predicazione domenicana è la figura di [[Cristo redentore]], causa meritoria della salvezza umana: il carattere cristocentrico di tale spiritualità è dimostrato dalla devozione dei frati per la [[passione di Gesù]] (uno dei principali promotori della pratica della ''[[Via Crucis]]'' fu il domenicano [[Alvaro da Cordova]], che l'introdusse nel convento di [[Cordova]]) e per l'[[Eucaristia]] ([[Tommaso d'Aquino]] compose l'ufficio liturgico per la festa del ''[[Corpus Domini]]'').<ref>.A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 940.</ref>
Perché avvenga la predicazione importante nella vita dei frati domenicani è lo studio e la preghiera, sia individuale sia corale: si trasmette quanto
Peculiare è anche la devozione [[Maria (madre di Gesù)|mariana]] in quanto Maria nel cristianesimo è la madre della Parola di Dio fatta carne; tale devozione era forte già nel fondatore ed è stata propagata da [[Pietro da Verona]] attraverso la creazione di numerose confraternite; i domenicani [[Alano della Rupe|Alano de la Roche]] e [[Jacob Sprenger]] furono tra i principali promotori della pratica del [[Rosario]] (o salterio della Beata Vergine) e tale devozione ebbe un notevole impulso sotto il pontificato del papa domenicano [[papa Pio V|Pio V]], che la collegò alla vittoria sui [[Impero ottomano|turchi]] a [[Battaglia di Lepanto|Lepanto]].<ref>.A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 942.</ref>
I domenicani, particolarmente padre [[Marie-Jean-Joseph Lataste]], promossero l'inserimento del nome di [[san Giuseppe]] nel canone della messa e spinsero [[papa Pio IX]] a proclamarlo patrono della Chiesa universale.<ref name="sjap">L. A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 943.</ref> Ebbero un ruolo
Numerosi i frati domenicani elevati all'onore degli altari: oltre al fondatore, [[Raimondo di Peñafort]]<ref>A. Vauchez, BSS, vol. XI (1968), coll. 16-24.</ref>, terzo
== Il governo dell'ordine ==
Il capo dell'ordine è il [[Maestro generale dell'Ordine dei predicatori]], che detiene il [[potere esecutivo]]: egli viene eletto dal Capitolo generale con un mandato di nove anni (fino al 1804 la carica era a vita). Pur presiedendo il Capitolo generale, il
Il Capitolo generale, composto dai rappresentanti di tutto l'ordine, detiene la suprema [[potere legislativo|autorità legislativa]]: tale organismo, convocato e presieduto dal
La sede del Maestro dell'
Amministrativamente, l'
== Stemma domenicano ==
{{vedi anche|croce domenicana}}
In origine l'
Attorno al [[XVI secolo]] vennero realizzate diverse varianti di questi stemmi con l'aggiunta di altri simboli (cane con la torcia, palma, giglio, corona), ma le due tipologie (stemma cappato e stemma crociato) rimasero ufficiosamente in uso fino al [[XX secolo]]: solo nel 1961, nel capitolo generale di [[Bologna]], si decise di adottare ufficialmente lo stemma cappato; ma già nel 1965, nel capitolo generale di [[Bogotà]], si concesse la facoltà di utilizzarli entrambi.<ref name="stemm">L. A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 932.</ref>
Agli scudi viene solitamente affiancato un cartiglio con i motti ''Veritas'' o ''Laudare, benedicere, praedicare'' ("Lodare, benedire, predicare"), utilizzato per la prima volta negli atti del capitolo generale di [[Roma]] del 1656.<ref name="stemm"/>
== L'abito domenicano ==
[[File:Dominican Friar.jpg|thumb|L'abito domenicano
L'[[Abito religioso|abito]] del fondatore era quello dei canonici del capitolo di [[Burgo de Osma-Ciudad de Osma|Osma]], costituito da una [[tunica (abbigliamento)|tonaca]] bianca con [[Cappa (indumento)|cappa]] e cappuccio appuntito nero; anche la particolare [[tonsura]] "ad aureola" di Domenico era quella dei canonici di Osma ed era diversa da quella del [[clero secolare]] e dei monaci. Nel 1216 anche i frati che lo seguivano adottarono lo stesso abito e la stessa particolare tonsura.<ref>P. Lippini, in ''La sostanza dell'effimero...'', cit., p. 303.</ref>
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In seguito, all'abito venne aggiunto uno [[scapolare]] bianco, arricchito dai pontefici di varie indulgenze, che divenne anche segno distintivo dei terziari secolari domenicani; ai piedi, diversamente dai [[Ordine dei Frati Minori|francescani]], portavano calzature chiuse.<ref>P. Lippini, in ''La sostanza dell'effimero...'', cit., p. 306.</ref>
L'abito domenicano, alla fine di questo rapido percorso evolutivo, risultò composto da tonaca e scapolare bianchi, cappa e mantello neri, cintura di cuoio con la corona del rosario pendente da un lato. Tale foggia rimase immutata nei secoli anche a causa di una leggenda diffusasi nel [[
Nel 1968 venne abolita la tonsura e ai maestri provinciali venne data facoltà di concedere ai frati il permesso di indossare anche abiti secolari fuori dai conventi.<ref name="abito"/>
== Attività ==
I domenicani si dedicano principalmente al tradizionale ministero della [[predicazione]] (sia con la parola che con lo scritto) che si concretizza in varie forme: [[missioni popolari]], ritiri spirituali, corsi di formazione religiosa, comunicazione sociale, insegnamento, studio, ricerca scientifica e culturale, editoria.<ref>G. Cangiano, La famiglia domenicana in Italia oggi, in W. Hinnebusch, ''op. cit.'', pp. 273-281.</ref>
I frati sono coinvolti nell'animazione della religiosità popolare e devozionale. Propagano particolarmente le devozioni al nome di Gesù e del [[rosario]] (attraverso la promozione confraternite, congressi).<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 250.</ref>
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I principali centri di studio sono la [[Pontificia Università San Tommaso d'Aquino]], eretta a [[Roma]] nel 1580, trasformata in ateneo ''Angelicum'' nel 1909 e decorata del titolo di Pontificia Università da [[papa Giovanni XXIII]] ([[motu proprio]] ''Dominicanus ordo'' del 7 marzo 1963), che comprende le facoltà di teologia, filosofia, diritto canonico e scienze sociali;<ref>''Ann. Pont. 2010'', p. 1912.</ref> l'[[università di Santo Tomás]] a [[Manila]], fondata dai domenicani spagnoli nel 1611 e considerata una delle più prestigiose istituzioni accademiche in [[Asia]];<ref>U. Horst, in G. Schwaiger, ''op. cit.'', p. 200.</ref> l'''École biblique'' di [[Gerusalemme]], fondata nel 1890 per iniziativa di [[Marie-Joseph Lagrange]].<ref>U. Horst, in G. Schwaiger, ''op. cit.'', p. 199.</ref>
Gli studiosi domenicani hanno esercitato una notevole influenza su tutta la riflessione teologica della seconda metà del [[XX secolo]]: i teologi "progressisti" [[Marie-Dominique Chenu]], [[Yves Congar]] e [[Edward Schillebeeckx]] parteciparono e diedero un
I frati domenicani stampano e dirigono numerosi periodici a carattere scientifico, culturale o popolare.<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 249.</ref>
Il generalato di Vincent Jendel (1850-1872) diede impulso al lavoro [[missionario]] dell'
== Statistiche ==
Nella seguente tabella, accanto all'anno, è indicato il numero delle province dell'
{| class="wikitable" style="width:99%;text-align:center;"
!
|-
| 1876 || 39 || ||
|-
| 1910 || 28 || ||
|-
| 1921 || 30 || 352 ||
|-
| 1931 || 29 || 424 ||
|-
| 1949 || 33 || 506 ||
| 1966 || 39 || 697 || 9.998▼
|-
|}
Al 31 dicembre
== La famiglia domenicana ==
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Il monastero femminile di Notre-Dame de Prouille, istituito da Domenico nel 1205, costituisce la prima vera fondazione domenicana<ref>G. Cangiano, ''La famiglia domenicana in Italia oggi'', in W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 257.</ref> (il primo convento maschile venne fondato a [[Tolosa]] solo nel 1215): le monache domenicane vivono in clausura e si dedicano alla vita contemplativa; attraverso la preghiera e la penitenza cooperano all'apostolato dei frati, delle suore e dei laici domenicani.<ref>G. Cangiano, ''La famiglia domenicana in Italia oggi'', in W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 258.</ref>
I laici desiderosi di legarsi all'
La formazione di comunità di terziari ha dato vita ai terziari regolari, cui si collegano le numerose diverse congregazioni femminili domenicane sorte nei secoli: le suore domenicane operano nel campo dell'educazione, della pastorale e nelle missioni.<ref>G. Cangiano, ''La famiglia domenicana in Italia oggi'', in W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 268.</ref> Tra le congregazioni più numerose, le [[suore di carità domenicane della Presentazione della Santa Vergine]], fondate nei pressi di [[Tours]] da [[Marie Poussepin]],<ref>Madeleine St. Jean, DIP, vol. II (1975), coll. 330-333,.</ref> le [[Religiose domenicane dell'Annunziata|religiose dell'Annunziata]], fondate a [[Vic]] da san [[Francesco Coll Guitart]],<ref>I. Venchi, DIP, vol. III (1976), coll. 830-832.</ref> la congregazione statunitense del [[Suore domenicane della Congregazione del Santo Rosario (Adrian)|Santo Rosario]] di [[Adrian (Michigan)]],<ref>I. Venchi, DIP, vol. III (1976), coll. 874-875.</ref> le missionarie [[Suore missionarie di San Domenico|di San Domenico]]<ref>G. Rocca, DIP, vol. V (1978), coll. 1618-1619.</ref> e [[Suore missionarie domenicane del Rosario|del Rosario]]<ref>T. Piccari, DIP, vol. V (1978), coll. 1536-1537.</ref> e le [[Suore domenicane di Santa Caterina da Siena (Albi)|Domenicane di Santa Caterina]]. Vi sono anche congregazioni, di più modeste dimensioni, che hanno la loro sede principale in Italia: quella [[Unione delle suore domenicane di San Tommaso d'Aquino|di San Tommaso d'Aquino]], [[Unione di Santa Caterina da Siena delle missionarie della scuola|delle Missionarie della Scuola]], [[Suore domenicane della Beata Imelda|della Beata Imelda]], [[Suore domenicane di Santa Maria dell'Arco|di Santa Maria dell'Arco]] e [[Suore domenicane della Congregazione romana di San Domenico|di San Domenico]].<ref>G. Cangiano, ''La famiglia domenicana in Italia oggi'', in W. Hinnebusch, ''op. cit.'', pp. 268-271.</ref>
== Architettura ==
I frati domenicani si riferivano a ferree regole architettoniche fin dalla loro costituzione. Si iniziò con redigere le ''Consuetudines'' (1216), quindi le ''Institutiones'' (1220) e infine le ''Constitutiones'' (1228). In queste veniva detto che ''I nostri frati abbiano conventi modesti e umili; i loro muri, senza contare il solaio, non devono superare i dodici piedi di altezza (4,5 m) e col solaio venti (m 6,60). Il tetto della chiesa potrà raggiungere anche i trenta piedi di altezza (m 11,40), ma, eccezion fatta per quello del coro e delle sacrestia, non dovrà essere fatto a volta.'' Tutto doveva essere realizzato in base alle norme, che prevedevano l'uso di materiali non pregiati e di schemi semplici, come venne indicato dal Capitolo generale nel 1252: ''Evitare tutto ciò che sa di superfluo e di lusso e badare invece che la costruzione sia funzionale e duratura, nel rispetto della povertà che si addice all'Ordine''. Nel 1375 la regola viene ancora meglio
== Personalità dell'Ordine ==
Riga 176 ⟶ 173:
*[[Nicola Paglia]] da Giovinazzo
*[[Giacomo da Varazze]]
*[[Giovanni Guarna|Giovanni da Salerno]]
*[[Giacomo Salomoni]]
*[[Carino Pietro da Balsamo]]
*[[Bernardo Scammacca]]
*[[Agostino
*[[Reginaldo d'
*[[Giordano di Sassonia]]
*[[Antonio Neyrot]]
Riga 189 ⟶ 186:
*[[Giovanni Liccio]]
*[[Raimondo da Capua]]
*[[
*[[Giacinto Cormier]]
*[[Jean Joseph Marie Lataste]]
Riga 195 ⟶ 192:
*[[Bartolo Longo]]
*[[Marcolino da Forlì]]
*[[Ambrogio Sansedoni]]
*[[Beato Angelico]]
Riga 202 ⟶ 198:
*[[Giacomo da Bevagna]]
*[[Luca Spicola]]
*[[Giovanni da Vercelli]]
;Beate
*[[Benvenuta Bojani]]
Riga 216 ⟶ 213:
;Altre personalità
*[[
*[[
*[[
*[[Hughes de Saint-Cher]], cardinale
*[[Giovanni Dominici]], arcivescovo
*[[Aldobrandino Cavalcanti]], vescovo
*[[Nicolas Eymerich]], teologo
*[[Pietro della Palude]], teologo
*[[Remigio dei Girolami]], teologo
*[[Fra Bartolomeo]], pittore
*[[Fra Paolino da Pistoia]], pittore
*[[Kim En Joong]], pittore
*[[Plautilla Nelli]], pittrice
*[[Fra Ristoro da Campi]], architetto
*[[Giordano Bruno]],
*[[Tommaso Campanella]],
*[[Giuseppe Nuvolo]],
*[[Ambrogio del Giudice]], storico
*[[Girolamo Savonarola]], politico
{{div col end}}
==Pubblicazioni ==
La Provincia domenicana dell'Italia settentrionale, con sede a [[Bologna]], gestisce la casa editrice Edizioni Studio Domenicano (EDS) e pubblica la rivista '' Dominicus''.<ref>{{cita web |url=
https://dominicus.media/|titolo =Dominicus}}
([https://web.archive.org/web/20210226095017/https://www.domenicani.it/attivita2/pubblicazioni-e-riviste/ archivio online])
</ref>
== Note ==
Riga 237 ⟶ 244:
== Bibliografia ==
[[File:Dominican.jpg|thumb|Fratello predicatore (2012)
* ''Annuario pontificio per l'anno 2010'', Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2010. ISBN 88-209-8355-9.
* Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (
* William Hinnebusch, ''I Domenicani: breve storia dell'Ordine'', Edizioni paoline, Milano 1992. ISBN 88-215-2483-3.
* Pietro Lippini, ''La vita quotidiana di un convento medievale'', ESD, Bologna 2003. ISBN 88-7094-495-6.
* Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (
* Daniele Penone, ''I domenicani nei secoli: panorama storico dell'Ordine dei frati predicatori'', ESD, Bologna 1998. ISBN 88-7094-331-3.
* Giancarlo Rocca (
* Georg Schwaiger, ''La vita religiosa dalle origini ai nostri giorni'', San Paolo, Milano 1997. ISBN 978-88-215-3345-7.
== Voci correlate ==
* [[Maestro generale dell'Ordine dei predicatori|Maestri generali dell'Ordine dei frati predicatori]]
* [[Università Domuni]]
* [[Vitae Fratrum Ordinis Praedicatorum]] - raccolta di testi relativi ai primi frati dell'Ordine - sec. XIII
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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