Esonimo ed endonimo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
|||
(6 versioni intermedie di 6 utenti non mostrate) | |||
Riga 16:
Gli esonimi si sviluppano solitamente in presenza di luoghi di particolare significato per i parlanti stranieri, come [[Atene]] (dal [[greco antico]] ''{{lang|grc|Ἀθῆναι}}''), [[Belgrado]] (''{{lang|sh|Београд/Beograd}}''), [[Mosca (Russia)|Mosca]] (''{{lang|ru|Москва}}'', traslitterato ''Moskvà''), e così via. Fa eccezione [[Madrid]] che mantiene l'endonimo in molte lingue europee, questo poiché la capitale spagnola si è stabilizzata lì solo in tempi relativamente recenti, mentre prima variava tra varie città tra cui [[Toledo]].
Per luoghi di minore importanza, approssimazioni scritte sono esistite nel passato sin dall'epoca [[crociata]], tanto nella lingua inglese (con ''Leghorn'' per [[Livorno]]), quanto in quella italiana (''Baruti'' o ''Berito'' per [[Beirut]]). Per luoghi minori, come ad esempio [[Rapallo]] per gli inglesi o [[Manchester]] per gli italiani, nessun esonimo veniva formato. Caso a sé è la [[lingua latina]], il cui prestigio faceva sì che sorgessero latinizzazioni per pressoché qualsiasi luogo anche secoli dopo l'estinzione di parlanti natii, come ad esempio la creazione dell'esonimo ''Sciamhaevum'' per [[Shanghai]]; il [[Lingua lettone|lettone]] e l'[[esperanto]], dove per esigenze di coerenza alfabetica (ossia che le lettere abbiano sempre e comunque il medesimo suono) ogni toponimo deve essere riscritto e adattato alla morfologia della lingua, dandoci quindi per [[Shanghai]] il lettone ''{{lang|lv|Šanhaja}}'' (la -a indica il nominativo) e l'esperanto ''{{lang|eo|
Caso a parte è la questione [[Kiev]]/Kyiv, dove la trascrizione russa viene usata a mo' di esonimo dagli italiani per abitudine, ma che a partire dal crollo dell'Unione Sovietica e in special modo dalla guerra nel Donbass nel 2022, ha fatto sorgere una polemica secondo la quale l'utilizzo di ''Kiev'' (la traslitterazione dal russo) sia interpretabile da alcuni come un tacito assenso ad una dominazione russa della città. Essendovi simili diatribe anche per altre città ucraine, il governo ucraino ha mandato su Twitter delle infografiche per educare il resto del mondo ad utilizzare le trascrizioni dall'ucraino anziché dal russo, tra cui L'viv anziché L'vov o [[Leopoli]], [[Mykolaïv]] anziché Nikolaev, Odesa anziché [[Odessa]], [[Charkiv]] anziché Char'kov. La diatriba in italiano verte sulla considerazione se ''Kiev'' sia da considerarsi esonimo a tutti gli effetti nonostante l'evidente fonologia non-italica o come mera traslitterazione secondo criteri desueti.
La circolare ucraina non è poi così inusuale nella storia: già altre nazioni hanno diverse volte richiesto, con più o meno successo, la cancellazione degli esonimi riferentesi a loro, interpretando tali esonimi come offensivi o colonialisti. Ad esempio, la [[Bielorussia]] ha ottenuto l'utilizzo di ''Belarus'' in lingue come l'inglese o il francese ma non in italiano, l'[[Iran]] ha fatto decadere l'esonimo ''Persia'' nel corso degli [[anni 1930]]. Un caso storico più antico è quello del primo esonimo dato dai cinesi al [[Giappone]], '''[[Wa (Giappone)|Wa]]''' (倭); poiché questo carattere in cinese ha anche il significato di ''servile, genuflesso'', i Giapponesi riuscirono nell'ottavo secolo a farlo sostituire dall'omofono '''Wa''' (和), dal significato di ''armonia''.
In tempi antichi il nome dei villaggi o delle tribù incontrate diveniva un esonimo impiegato per designare l'intero popolo che vi apparteneva. In questo modo, i Romani utilizzavano il nome tribale ''Graecus'' (Greco) per indicare gli abitanti della penisola ellenica, i Russi il toponimo ''Čečen'' ([[Cecenia]]) per indicare il popolo ceceno, gli europei al tempo del Medioevo il nome ''[[Tatari]]'' come indicazione generica per l'intera Confederazione mongola, a cui aggiunsero poi la "r" per confusione con il [[Tartaro (mitologia)|Tartaro]] della mitologia classica. In modo simile gli invasori dell'attuale [[Ungheria]], i [[Magiari]], furono associati con gli [[Unni]], che avevano invaso lo stesso territorio circa 500 anni prima, oppure confusi con gli [[Onoguri]], alleanza di tribù e non propriamente popolo,<ref>Per un approfondimento si faccia riferimento alla voce [[Magiari#L'origine delle parole "Ungari" e "Magiari"|Magiari]] (sezione: L'origine delle parole "Ungari" e "Magiari").</ref> e fu così che nacque l'esonimo ''Ungheresi'' a fronte dell'endonimo ''Magyarok''.
Riga 35 ⟶ 39:
== Declino nell'uso ==
Verso il tardo Novecento, l'uso di alcuni esonimi è decaduto sia per maggiori contatti diretti con le comunità in questione, sia per semplice ignoranza dell'esonimo stesso, o persino ritenendo confusionaria la coesistenza di due nomi differenti
Contatti più diretti con gli interessati possono portare all'uso di una forma più vicina all'endonimo,
In alcuni casi l'esonimo, pur indebolito dal tempo, permane: ad esempio nell'uso, in Dalmazia e Istria, di Ragusa per Dubrovnik o Traú per Trogir; o – caso più conosciuto – [[Fiume (Croazia)|Fiume]] per riferirsi a
Invece per quanto riguarda alcuni Stati del mondo è preferibile oggigiorno utilizzare l'endonimo piuttosto che l'esonimo. È il caso di [[Seychelles]] e [[Mauritius]], note anche come ''Seicelle'' e ''Maurizio''.<ref>Sandro Toniolo, ''I perché e i nomi della geografia'', Istituto Geografico Militare, Firenze 2005, p. 88-89, n. 170-171.</ref>
Tuttavia, non bisogna per questo pensare che le nuove forme non possano essere considerate altrettanto esonimi. Infatti, solitamente, nonostante la grafia venga ripresa dall'endonimo (possibilmente mantenendo i [[segni diacritici]]<ref>Non è raro che, per ignoranza o noncuranza del copista, i segni diacritici non noti vengano dimenticati. ''Plzen'' compare spesso in luogo di ''Plzeň'', ''Wurzburg'' anziché ''Würzburg''. La parola senza i segni diacritici è poi da considerarsi come scritta in maniera errata.</ref>), la pronuncia può venire ricostruita in maniera diversa dall'originale. È il caso di [[Göteborg]], un tempo nota ''Gotemburgo'', la cui pronuncia in [[Lingua svedese|svedese]] è ''/jœtəˈbɔrj/'' (approssimabile in italiano con ''/jøtˈbɔr(i)/''), ma spesso letta ''/ˈɡø.te.borɡ/~/ˈɡɛ.te.borɡ/''.<ref>
La formazione di nuovi esonimi, inoltre, è praticamente inesistente nelle maggiori lingue occidentali (compreso l'italiano) per il fatto che, grazie alla globalizzazione, non solo è possibile acquisire la conoscenza dell'endonimo, sia nella pronuncia sia nella grafia, ma non è più diffuso il riadattamento alla morfologia e fonetica italiana. Esempio è [[Sharm el-Sheikh]], località turistica divenuta nota a molti dagli [[anni 1980|anni '80]] e mai italianizzata in un ipotetico ''Sciarme Sceicco''. Tuttavia, vi sono siti Internet dedicati alla linguistica in cui ci si cimenta nella creazione di esonimi italiani<ref>https://www.achyra.org/cruscate/viewforum.php?f=22 L'intera sezione del forum è dedicata a rispolverare esonimi desueti (''Chiovia'' per [[Kiev|Kyïv]] [https://www.achyra.org/cruscate/viewtopic.php?p=74713]) o alla creazione di nuovi (''Littestano'' per [[Liechtenstein]] [https://www.achyra.org/cruscate/viewtopic.php?t=8339]).</ref>.
|