General Agreement on Trade in Services: differenze tra le versioni

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Il '''General Agreement on Trade in Services''' ('''GATS''', Accordo Generale sul Commercio di Servizi) è un [[trattato internazionale]], istitutivo dell'[[Organizzazione Mondiale del Commercio]] (''World Trade Organization'', WTO), organizzazione che dall'inizio del 1995, cioè dopo la conclusione dell'Uruguay Round, ha sostituito il [[General Agreement on Tariffs and Trade]] (GATT, Accordo Generale sulle Tariffe e sul Commercio) quale foro mondiale per la liberalizzazione degli scambi.
Sebbene un certo numero di termini e di concetti presenti nel GATS siano stati mutuati dal più noto GATT (Accordo Generale sulle Tariffe e sul Commercio) ci sono importantissime differenze. Innanzitutto la copertura del GATS è molto maggiore. La definizione di commercio di servizi tra le righe del GATS si estende ben oltre la tradizionale nozione di scambio transfrontaliero, passando per l'inclusione del movimento dei consumatori e dei fattori produttivi ([[capitaleCapitale (economia)|capitali]] e [[lavoro]]) fino ad arrivare alla disciplina dei fornitori di servizi ([[produttore|produttori]], [[commerciante|commercianti]], distributori).
 
L'ampiezza del GATS va tuttavia inserita in una struttura davvero flessibile che ne riduce notevolmente l'invasività. A differenza del GATT, la previsione di restrizioni quantitative o eccezioni al principio del trattamento nazionale non sono proibite a priori, ma sono eventualmente il risultato di negoziazioni e sottoscrizioni di impegni da parte dei singoli paesi membri. L'applicazione della disciplina GATS è proporzionale a quanto dichiarato e sottoscritto nei cosiddetti elenchi nazionali dai governi nazionali, e sarà perciò molto difficile trovare due identici programmi di liberalizzazione tra quelli di tutti i membri. Va chiarito fin da ora che nonostante l'inclusione dei servizi nel sistema multilaterale degli scambi possa essere considerato il maggior risultato dell'[[Uruguay Round]], l'accordo GATS nel 1995 non ha portato ad una effettiva liberalizzazione dei servizi su scala mondiale, quanto alla definizione di regole vincolanti e di meccanismi per far avanzare in maniera graduale il processo di [[liberalizzazione]].
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Per il commercio di beni la modalità di fornitura è pressoché unica: il commercio transfrontaliero. Spesso i produttori si spostano in altri paesi per raggiungere i consumatori, ma questa eventualità non è altro che un surrogato del commercio ''cross-border''. Sono molte le multinazionali che producono i loro prodotti in paesi esteri per avere un contatto più vivido con il mercato che intendono rifornire e perciò con i loro consumatori stranieri, ma la multinazionale può anche produrre nel proprio Stato e spedire i prodotti all'estero. Lo stesso si può dire per la fornitura di alcuni servizi: l'architetto straniero può soddisfare il cliente che gli ha commissionato il progetto sia restando nel suo paese sia raggiungendo il cliente per avere dettagli di maggiore qualità sul lavoro che dovrà svolgere. Per il commercio di servizi, però, la fornitura transfrontaliera non è l'unica modalità con cui è possibile raggiungere l'utente e anzi in alcuni casi si rivela assolutamente impraticabile: chissà, forse tra qualche anno un medico in Austria riuscirà ad operare un paziente in Congo grazie ad un computer che trasmette le informazioni ad un robot-chirurgo, ma questa possibilità sembra ancora remota.
 
Dunque il GATS copre non solo il tradizionale aspetto del commercio, quello cosiddetto ''cross-border'', ma anche tre addizionali tipi di transazione dove il fornitore e il consumatore interagiscono direttamente sia che il consumatore raggiunga il fornitore all'estero (modo 2) sia che il fornitore raggiunga il consumatore nel suo paese attraverso una presenza commerciale (modo 3) o una [[persona fisica]] (modo 4). Tuttavia le previsioni del GATS circa i quattro modi di fornitura non sono certo esaustive, nel senso che non sempre sono sufficienti per scongiurare l'incertezza circa il modo in cui avviene una particolare transazione economica. Si prenda l'esempio del [[commercio elettronico]] (e-commerce). In questi casi non si è del tutto sicuri se il servizio viene fornito dall'estero nel territorio in cui poi è consumato o se piuttosto è il consumatore che si sposta virtualmente via Internet nel paese del fornitore. Un ulteriore elemento di incertezza è dovuto all'assenza nell'Accordo di una puntuale definizione di “fornitura del servizio” (anche qui le motivazioni sono molto simili a quelle fornite poco sopra per il concetto di “servizi”).
 
=== A chi si rivolge il GATS ===
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* norme in materia di immigrazione;
* politica e misure tributarie;
* regimi doganali ([[importazione]] delle attrezzature necessarie per la prestazione di un servizio);
* determinati aspetti della tutela degli investitori riguardanti la circolazione dei capitali;
* gestione dei tassi di cambio;
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La presentazione degli impegni è basata sul cosiddetto approccio ibrido. Ciascun membro stabilisce l'elenco delle attività per le quali è disposto ad offrire l'accesso al mercato e il trattamento nazionale ai prestatori di servizi stranieri (impostazione “bottom-up”). A questo punto, i Membri hanno ancora piena facoltà di dichiarare una o più limitazioni di un settore o di un modo di fornitura in particolare (impostazione top-down). L'assenza di limitazioni è indicata dall'inserimento di “none”. I Membri possono escludere interi settori e modi da qualsiasi colonna (accesso al mercato, trattamento nazionale), mantenendo così la totale autonomia commerciale. In questo caso la dichiarazione inserita negli elenchi sarà “unbound” con un effetto paragonabile alla completa assenza del settore di servizi nell'elenco: come se quel settore non fosse mai stato inserito insomma. All'art. XX comma 1 il GATS richiede a tutti i Membri dell'OMC di dichiarare gli impegni che hanno intenzione di sottoscrivere, ma non viene prescritto nessun tipo di vincolo su uno o più settori di servizi in particolare. Quindi non è previsto nessun meccanismo teso a indirizzare gli sforzi negoziali verso una copertura omogenea del processo di liberalizzazione.
Le preferenze di liberalizzazione possono essere influenzate da molti fattori, primo fra tutti il grado con cui un particolare segmento è stato tradizionalmente aperto alla partecipazione straniera. Questo significa che in poco più di un decennio di GATS non si può pensare di livellare la diversità delle scelte commerciali promosse da ogni paese nella sua lunga storia. Il turismo ad esempio è un settore che da sempre ha goduto di un regime liberale in tutti i paesi membri, e questo per via della sua importanza non solo nei paesi industrializzati, ma anche in quelli in via di sviluppo per i quali spesso il turismo è la maggiore fonte di reddito. In secondo luogo, c'è da sottolineare l'apparente concentrazione degli impegni negoziali in tutti quei settori che implicano un indotto infrastrutturale importante (edilizia, servizi finanziari, commerciali e di comunicazione) che rende attraente la liberalizzazione perché in grado di generare flussi di capitali e di lavoro, e per questa via di [[know-how]].
 
Dunque, gli elenchi nazionali sono gli strumenti legali che garantiscono determinate condizioni di accesso agli operatori stranieri che, peraltro, possono rivolgersi, per il tramite del proprio paese, alle autorità giudicanti competenti. Gli elenchi creano un elemento di trasparenza e certezza che prima non era assicurato nel campo del commercio internazionale dei servizi.