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{{Nota disambigua|il rione di [[Vicenza]]|Borgo Santa Lucia (Vicenza)}}
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[[File:Sommer, Giorgio (1834-1914) - n. 11xx - Napoli, S. Lucia e Hotel de Rome.jpg|upright=1.4|thumb|Via Santa Lucia prima della colmata a mare e della rimozione della fontana ([[Giorgio Sommer]], 1865).]]
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[[File:Sommer,|didascalia Giorgio= (1834-1914) - n. 11xx - Napoli, S. Lucia e Hotel de Rome.jpg|upright=1.4|thumb|Via Santa Lucia prima della colmata a mare e della rimozione della fontana <small>([[Giorgio Sommer]], 1865).]]</small>
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|provincia = [[Città metropolitana di Napoli]]
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|circoscrizione = [[Municipalità 1 di Napoli|Municipalità I]]
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}}
 
'''Borgo Santa Lucia''' (o, più semplicemente, '''Santa Lucia''') è uno storico [[rione di [[Napoli]]. Esso sorge nel quartiere [[San Ferdinando (Napoli)|San Ferdinando]], attorno all'omonima via che prende il nome dal santuario parrocchiale di [[Basilica di Santa Lucia a Mare|Santa Lucia a Mare]], la cui presenza è attestata sul litorale fin dal [[IX secolo]], sebbene la leggenda la voglia fondata da una nipote di [[Costantino I|Costantino]]. I suoi abitanti sono chiamati ''lucìanilucïani''.{{efn|Facendo sentire la vocale ''i'' ({{IPA|/lutʃiˈani/|it}}) – data la derivazione da ''Lucìa'' –,<ref>{{DOP|lemma=luciano|id=1050530}}</ref> diversamente in questo dalla pronuncia del nome di persona ''Luciano'', in cui l'''i'' è muta ({{IPA|/luˈtʃano/|it}}).<ref>{{DOP|lemma=Luciano|id=1050531}}</ref>}}
 
== Territorio ==
Il territorio sul quale sorge il rione corrisponde a quello tradizionalmente amministrato dalla Parrocchiaparrocchia. Esso si estende sulle vie Santa Lucia ede Orsini con le loro traverse, sull'[[isolotto di Megaride]] col [[Borgo Marinari]] ede il [[Castel dell'Ovo]], nonché - verso [[Piazza della Vittoria (Napoli)|Piazza Vittoria]] - su via [[via Chiatamone]] e su un tratto di [[via Partenope]], almeno fino alla sede del giornale [[Il Mattino (quotidiano)|Il Mattino]].
 
Dall'altro lato, verso [[Palazzo Reale di Napoli|Palazzo Reale]], nel rione sono compresi il Molosiglio e via Cesario Console, anticamente nota come ''Rua dei Provenzali'' (così come il borgo era conosciuto col toponimo di ''Porto dei Provenzali''). Alle spalle, ne fa parte il cosiddetto Pallonetto di Santa Lucia, che sta alle pendici di [[Monte Echia]] e si sviluppa sin quasi a Monte di Dio. Sul mare, è di pertinenza del borgo l'omonima rada, racchiusa fra i già citati porticcioli del Molosiglio e del Borgo Marinari.
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== Storia ==
=== Storia antica ===
[[File:Villa Lucullo.jpg|thumb|left|Resti della [[villa di Licinio Lucullo]] su Monte Echia.]]
La storia di Santa Lucia si identifica con la [[storia di Napoli]]. [[ParthenopePartenope (storiacittà antica)|ParthenopePartenope]] fu fondata sul [[Monte Echia]] dai [[Cumani]] nell'[[VIII secolo a.C.]]
 
In epoca romana preimperiale, qui vi si sarebbe trasferito il generale romano [[Lucio Licinio Lucullo]], che avrebbe innalzato la sua imponente e sfarzosa [[Villa di Licinio Lucullo|villa]], conosciuta come ''Oppidum Lucullianum'', dove poi avrebbe terminato i suoi giorni l'ultimo imperatore romano [[Romolo Augusto]].
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In epoca imperiale la zona sarebbe divenuta celebre per essere vicina alle grotte platamonie, ove si tenevano riti magici e nelle quali si ritiene siano ambientati alcuni passi del ''[[Satyricon]]'' di [[Petronio Arbitro]], mentre in epoca medievale decadde profondamente e la [[villa di Licinio Lucullo]] venne riconvertita in monastero dai basiliani che, in [[Ducato di Napoli|epoca ducale]], presero a gestire la chiesa.
[[File:Fontana del Gigante.jpg|upright=1.4|thumb|[[Fontana del Gigante]] al ''Borgo Santa Lucia''.]]
In epoca normanna il monastero fu completamente trasformato divenendo una munitissima fortezza a guardia del golfo. In epoca angioina il porto fu dato in concessione ai provenzali, concittadini dei re, e crebbe molto la sua importanza militare e commerciale. Nel [[1588]], madre Eusebia Minadoa avocò al suo ordine femminile il santuario, facendolo integralmente ricostruire.
 
=== Epoca medievale ===
I [[viceré di Napoli|viceré spagnoli]], fra il '600 ed il '700, tennero in particolare considerazione il luogo, decidendo di abbellirlo con numerosi interventi, fra i quali il più importante fu quello affidato nel [[1599]] dal viceré [[Enrique de Guzmán|Enrico di Gusman]] conte di Olivares a [[Domenico Fontana]] il quale con la sistemazione della vecchia rua dei Provenzali, che venne rettificata e chiamata ''strada Gusmana'' per l'azione del viceré, trasformò un borgo di pescatori e commercianti in uno dei siti più prestigiosi dell'epoca. Con l'arrivo dei [[Borbone di Napoli|Borbone a Napoli]], i lucìani divennero intimi dei re, che se ne servirono come artigiani e fornitori della real casa (famoso, in proposito, l'aneddoto dell'ostricaro fisico).
In epoca normanna il monastero fu completamente trasformato divenendo una munitissima fortezza a guardia del golfo. In epoca angioina il porto fu dato in concessione ai provenzali, concittadini dei re, e crebbeaumentò moltonotevolmente la sua importanza militare e commerciale. Nel [[1588]], madre Eusebia Minadoa avocò al suo ordine femminile il santuario, facendolo integralmente ricostruire.
 
I [[viceré di Napoli|viceré spagnoli]], fra il '600Sei ede il '700Settecento, tennero in particolare considerazione il luogo, decidendo di abbellirlo con numerosi interventi, fra i quali il più importante fu quello affidato nel [[1599]] dal viceré [[Enrique de Guzmán|Enrico di Gusman]] conte di Olivares a [[Domenico Fontana]] il quale con la sistemazione della vecchia rua dei Provenzali, che venne rettificata e chiamata ''strada Gusmana'' per l'azione del viceré, trasformò un borgo di pescatori e commercianti in uno dei siti più prestigiosi dell'epoca. Con l'arrivo dei [[Borbone di Napoli|Borbone a Napoli]], i lucìanilucïani divennero intimi dei re, che se ne servirono come artigiani e fornitori della real casa (famoso, in proposito, l'aneddoto dell'ostricaro fisico).
 
=== Epoca moderna ===
“Fino al 1600 questa strada era ingombra tutta di poveri abitati di pescatori, formando piuttosto una rozza borgata che una via di città Capitale. Gusmano di Olivares, viceré spagnolo, cominciò a togliere via quelle casucce ed a facilitarne la discesa. Quel tratto di strada che dalla reggia viene giù fino al mare, era già denominato via Gusmana dal suo nome; ma avendo messo una statua di Giove Terminale fu detta del gigante. Ebbe poi il nome di Santa Lucia da una chiesa intitolata a questa Vergine che fu demolita per allivellare la strada.”<ref>{{Cita libro|autore=[[Achille De Lauzières]]|titolo=Descrizione della città di Napoli e delle sue vicinanze divisa in XXX giornate: Opera corredata di figure intagliate in legno sia per dilucidazione delle cose narrate e sia per ricordo delle cose vedute. A cura e spese di Gaetano Nobile. (Giornata 1 - 3 von A. de Lauzières, giornata 4 - 12 von Raffaele d'Ambra.) [Vortitel]: (Un mese a Napoli.)|url=https://books.google.com/books?id=vgNAAAAAcAAJ|accesso=4 giugno 2016|data=1º gennaio 1855|editore=Stab. Tipografico di Gaetano Nobile}}</ref>
 
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Un altro marinaio, il Principe [[Luigi di Borbone-Due Sicilie (1824-1897)|Luigi Carlo di Borbone]], Conte del[[l'Aquila]] e fratello di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], abitò a Santa Lucia: alla metà dell'[[XIX secolo|ottocento]] ivi ebbe la sua residenza principale, presso Palazzo Campofranco, dove visse fino all'[[Spedizione dei Mille|arrivo dei Mille]] assieme alla consorte, la principessa [[Gennara di Braganza]].
 
Nel [[1845]] il livello del lungomare venne notevolmente alzato e ciò provocò l'interramento della fabbrica cinquecentesca del santuario, sul quale venne edificata una nuova chiesa. Nel [[1943]], durante la [[Secondaseconda guerra mondiale]], sia la chiesa superiore che quella inferiore vennero quasi completamente distrutte dai bombardamenti alleati. Terminato il conflitto, nel [[1945]], grazie alle generose offerte dei parrocchiani, in pochi mesi venne eretta la nuova chiesa, su modello di quella ottocentesca.
 
Tra le tante tradizioni Santa Lucia vanta una particolare usanza oggi quasi dimenticata: La festa detta della “Nzegna”:
 
Da il Mattino del 9 agosto 1902: “ Tranne che dai marinai, eè forse sconosciuta a molti Napoletani la strana usanza del popolino di Santa Lucia, in occasione della festa detta “d' ‘a Zegna” che ricorre il 28 agosto, giorno di S. Agostino. Secondo questa pericolosa usanza, dall'alba del 28 agosto tutte le persone, gli innocui in special modo, che per loro sfortuna sono presi dai festaiuoli sulle banchine di Santa Lucia nuova e Santa Lucia vecchia, sono gettati irrimediabilmente in mare. L'anno scorso, se non andiamo errati, questa sorte toccotoccò ad un prete, un militare, ed a parecchi scugnizzi”. Ci sono prove che la festa si sia svolta fino agli inizi degli anni 50 del novecento. I partecipanti portavano costumi di epoca Borbonica, e venivano scelte ogni anno tra gli abitanti del quartiere le controfigure di Ferdinando IV e Carolina, che in occasione della giornata sfilavano in carrozza con gli abiti reali per le strade del rione, tra gli applausi e le ironiche acclamazioni degli spettatori.<ref>{{Cita web|url=http://www.identitainsorgenti.com/storia-e-identita-santa-lucia-nell800-lacqua-d-e-mummarelle-e-la-festa-della-nzegna/|titolo=STORIA E IDENTITA’ / Santa Lucia nell’800: l’acqua d’ ‘e mummarelle e la festa della “Nzegna”|sito=Identità Insorgenti|accesso=4 giugno 2016}}</ref>
 
=== SantaEpoca Lucia oggicontemporanea ===
[[File:Napoli-1030614.jpg|thumb|left|Via Santa Lucia oggi, con in alto la [[chiesa dell'Immacolatella a Pizzofalcone]]]]
Dopo l'[[Risorgimento|unità d'Italia]] anche Santa Lucia, al pari del resto della città, conobbe il suo [[Risanamento di Napoli|risanamento]], che provocò una profonda trasformazione. Fra gli interventi, quelli più incisivi sul tessuto urbano consistettero nella colmata a mare, il cui progetto fu presentato dall'ingegnere Luigi Lops nel [[1883]], modificato nel [[1885]] e approvato nel [[1886]]. L'opera fu realizzata tra il [[1895]] e il primo decennio del [[XX secolo]] e portò alla creazione dell'attuale Rione Orsini (1919), all'apertura di un nuovo tratto di Via Partenope (poi intitolato all'irredentista [[Nazario Sauro]]) che ridusse Viavia Santa Lucia a strada interna, e all'edificazione delle case popolari al Borgo Marinari. Il mutamento dei luoghi, voluto dai nuovi amministratori, fu attaccato dagli intellettuali dell'epoca, secondo i quali il fascino della zona sarebbe stato irrimediabilmente danneggiato.
 
Fra i critici furono in prima fila [[Matilde Serao]] (che denunciò il risanamento come un'operazione di facciata) e [[Ferdinando Russo]], che più tardi avrebbe composto i famosi versi di ''[[‘O lucìanolucïano d'd’ 'o Rre]]''. La stampa enfatizzò questi giudizi provocando l'arrivo di numerosi pittori e fotografi, che si affollarono sul posto con l'intento di catturare le ultime immagini prima della metamorfosi.
 
L'intervento, nonostante le critiche, accentuò ancor di più il carattere turistico e residenziale dell'area, dove ora sorgono i più panoramici alberghi partenopei. Fra questi si possono citare l'Excelsior dal delizioso aspetto [[Art Nouveau|liberty]], il Santa Lucia progettato da [[Giovan Battista Comencini]] ede il Vesuvio, fatto costruire dai finanziarifinanzieri belgi [[Ermanno Du Mesnil|Ermanno]] e [[Oscar Du Mesnil]], ultima residenza del tenore [[Enrico Caruso]]. Nel [[1960]] [[Ian Fleming]], in visita alla città per il reportage [[Thrilling Cities]], soggiornò presso uno degli alberghi sul lungomare ede ivi si s'incontrò con [[Lucky Luciano]] per intervistarlo.
 
[[File:Alberghi della Riviera e porticciolo di Santa Lucia.jpg|upright=1.4|thumb|[[Via Partenope]] al ''Borgo Santa Lucia'' col porticciolo e, sullo sfondo, i grandi alberghi.|alt=]]
 
All'interno sorgono altri edifici di pregio, costruiti dopo il risanamento e sopravvissuti alla guerra, fra i quali si segnalano: il palazzo delle Ferrovie, progettato da [[Arturo Tricomi]] e costruito tra il [[1917]] e il [[1920]], dal [[2004]] sede degli uffici della giunta della [[Campania|Regione Campania]], detto comunemente ''Palazzo Santa Lucia'' per il fatto che sorge lungo l'omonima via; il centro congressi dell'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università Federico II]] di [[Camillo Guerra (ingegnere)|Camillo Guerra]], inaugurato incompiuto negli anni venti e terminato nel decennio successivo da [[Roberto Pane]]; [[palazzo Galli]], opera dell'architetto eclettico [[Gino Coppedè]]; i due palazzi gemelli eretti sul lungomare dall'architetto [[Benedetto Nervi]], in uno dei quali si trova l'[[Institutoil Cervantes|Istitutonuovo diPolo linguaartistico culturale e culturad'intrattenimento spagnola]]I.A.V. [[Miguelclub deby Cervantes|Cervantes]]In Arte Vesuvio delle sorelle Andolfo. Fra le altre istituzioni culturali che hanno sede nel Borgo si segnala la ''Fondazione Mezzogiorno Europa''. Infine è da ricordare il monumento a [[Umberto I]], opera di [[Achille D'Orsi]] del [[1910]] collocata nella ''rotonda'' lungo via Nazario Sauro.
 
Oggi inoltre sulla rada si affacciano alcuni fra i più prestigiosi circoli nautici napoletani; presso di essi, nel [[1960]], vennero ospitati gli atleti e le squadre partecipanti alle gare di vela delle [[Giochi della XVII Olimpiade|Olimpiadi di Roma]], che si svolsero interamente nel [[golfo di Napoli]], con partenza ede arrivo a Santa Lucia. In un noto programma d'archivio sui giochi, spesso messo in onda dal canale Raisport, si può riconoscere l'allora principe ereditario [[Costantino II di Grecia|Costantino di Grecia]] che lavora sulla sua barca all'ombra del Borgo.
 
== InfluenzaNella culturalecultura di massa ==
 
[[File:Oswald Achenbach 001.jpg|thumb|left|''Fuochi d'artificio a Santa Lucia'' ([[Oswald Achenbach]], [[1875]]).]]
 
Santa Lucia ha influenzato, negli anni, decine di artisti; in particolar modo i pittori, che hanno immortalato paesaggi, scorci e vedute del borgo e scene di vita popolare in decine di quadri, soprattutto prima che la zona fosse trasformata dalla colmata a mare. Fra di essi si annoverano [[Gaspar van Wittel|van Wittel]], [[Carlo Bonavia|Bonavia]], [[Pietro Fabris (pittore)|Fabris]], [[Orest Adamovič Kiprenskij|Kiprenskij]], [[Francesco Vittozzi|Vittozzi]], [[Frans Vervloet|Vervloet]], [[Anton Sminck van Pitloo|Pitloo]], [[Eduard Pistorius|Pistorius]], [[Raffaele Carelli|Carelli]], [[Randolfo Ruspini|Ruspini]], [[Achille Vianelli|Vianelli]], [[Ippolito Caffi|Caffi]], [[Salvatore Candido|Candido]], [[Oswald Achenbach|Achenbach]], [[Achille Solari|Solari]], [[Francesco Fergola (pittore)|Fergola]], [[Eduardo Dalbono|Dalbono]], [[Léon Richet|Richet]], [[Vincenzo Caprile|Caprile]], [[Attilio Pratella|Pratella]], [[Vincenzo Migliaro|Migliaro]], [[Francesco Cangiullo|Cangiullo]].
 
Testimonianze dell'antico aspetto emergono anche dalle litografie di [[Christian Wilhelm Allers|C.W. Allers]], che raffigurò scorci ede abitanti del Borgoborgo, inserendone i ritratti nella celebre opera intitolata ''La bella Napoli''. Fra gli scultori che vennero folgorati da Santa Lucia si ricorda [[Vincenzo Gemito]], che trasse ispirazione dagli scugnizzi del Borgoborgo per creare ''Il pescatorello'', ''L'acquaiolo'', la ''Testa di Licco'' ede altre figure.
 
[[File:GemitoAcquaiolo.jpg|thumb|upright=0.7|''L'acquaiolo'' ([[Vincenzo Gemito]], [[1881]])]]
 
La poesia del luogo ha anche ispirato due fra le più celebri melodie della [[canzone napoletana]]: la famosissima ''[[Santa Lucia (canzonebrano musicale)|Santa Lucia]]'' (oggi, tra l'altro, considerata l'inno ufficioso di [[Svezia]]) e ''[[Santa Lucia luntana]]'', simbolo, quest'ultima, degli emigranti napoletani che partivano alla volta delle [[America|Americhe]], che le davano l'ultimo sguardo mentre affollavano i ponti delle navi appena salpate dal vicino porto. Più di recente, il brano intitolato ''[['A LucìanaLucïana]]'', scritto nel [[1953]] per [[Renato Carosone]] (e da questiquest'ultimo portato al successo internazionale), ha immortalato nel testo un profilo tipico delle donne lucìanelucïane, che la adottarono quasi come loro inno.
 
A teatro il Borgo è protagonista della commedia ''[[Santa Lucia Nova]]'', due atti in versi, prosa e musica di [[Raffaele Viviani]]. La ''pièce'', rappresentata per la prima volta nel [[1919]], affronta i temi della trasformazione dei luoghi e dell'illusoria permeabilità del tessuto sociale, in un momento molto particolare come quello immediatamente seguente alla fine della [[Primaprima guerra mondiale|Grande Guerra]]; in tale contesto l'autore mette a confronto il ceto dei vitaioli della media borghesia in ascesa coi vecchi frequentatori - nobili in via di decadenza - e con gli abitanti del luogo (barcaioli, pescatori, marinari e acquaioli, che mal si adattano ai nuovi tempi).
 
Santa Lucia e, soprattutto, il [[Pallonetto, di Santa Lucia|Pallonetto]] ritornano per cenni in molte opere di [[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]], scrittore celeberrimo per ''[[L'oro di Napoli (raccolta di racconti)|L'oro di Napoli]]'' ede autore anche de ''Il teatrino del Pallonetto'', in cui narra le vicende del suo ''[[alter ego]]'' don Vito Cacace, che leggeva le notizie del giornale agli allora analfabeti abitanti, carpendone i coloriti commenti; dal medesimo Marotta sono dedicate a Santa Lucia, e ai lucìanilucïani, anche pagine de ''Gli alunni del sole'' e de ''Gli alunni del tempo''.
 
Sotto il profilo cinematografico Santa Lucia entrò prestissimo nella storia della [[Cinema|settima arte]], proprio grazie ai [[Auguste e Louis Lumière|fratelli Lumière]], che decisero di inserire una ripresa della strada fra quelle scelte per un breve filmato sulla città di Napoli, risalente al [[1898]]. Al borgo è intitolato il film culto ''[[I contrabbandieri di Santa Lucia]]'', ispirato alle attività illecite per cui i pescatori del Pallonetto divennero noti in tutto il mondo, fra l'immediato dopoguerra e la fine degli [[Anni 1980|anni ottanta]]. Forse anche per questo motivo, poco tempo prima, [[Vittorio De Sica]] si era persuaso a girare le vicende di "Adelina", primo episodio del film ''[[Ieri, oggi, domani (film 1963)|Ieri, oggi, domani]]'', fra i gradoni e le casupole della parte più popolare del rione. Santa Lucia venne ripresa anche da [[Francesco Rosi]] nella pellicola ''[[Lucky Luciano (film)|Lucky Luciano]]'': in alcune scene il famoso capomafia americano - "in esilio" a Napoli - è seduto ai tavoli del Barbar California, famoso locale dell'epoca che era solito frequentare.
 
==Note==
 
===Note esplicative===
{{gruppo di note}}
 
===Riferimenti===
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[ZoneQuartieri di Napoli]]
 
== Altri progetti ==
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{{Portale|Napoli}}
 
[[Categoria:ZoneBorgate e rioni di Napoli]]