Lingua (linguistica): differenze tra le versioni
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La '''lingua''' è il sistema, o forma storicamente determinata, attraverso il quale gli appartenenti a una [[comunità]] si esprimono e [[Comunicazione|comunicano]] tra loro attraverso l'
== Introduzione ==
Una lingua è un sistema di comunicazione composto da vari sottosistemi.<ref>Un sistema di sistemi è definito "diasistema".</ref> I principali sistemi che compongono una lingua sono: il [[lessico]], il sistema [[fonologia|fonologico]], la [[morfologia (linguistica)|morfologia]], la [[sintassi]] e la [[pragmatica]]; nel caso vi siano sia una versione [[scrittura|scritta]] sia una [[oralità|orale]], anche un [[sistema di scrittura]].<ref>{{Cita| Graffi e Scalise 2002| p. 29}}.</ref>
La [[linguistica]] è la [[Materia (didattica)|disciplina]] che studia le lingue con lo scopo di comprendere l'abilità umana del [[linguaggio]]<ref>{{Cita web |url=http://old.demauroparavia.it/63883 |titolo=Scheda sul De Mauro-Paravia |accesso=17 dicembre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090426065613/http://old.demauroparavia.it/63883
Secondo [[Ethnologue]], nel 2022 esistono 7.151 lingue nel mondo; le 23 lingue più diffuse coprono il 50% della popolazione mondiale, mentre le 200 lingue più diffuse coprono oltre l'88% della popolazione mondiale. Il 40% delle lingue mondiali ha meno di 1000 parlanti ed è a rischio.
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Lo sviluppo delle lingue è influenzato non solo dal contesto storico e geografico, ma anche dallo scenario sociale.<ref>{{cita web|url=http://temi.repubblica.it/ilpiccolo-scuole-triestine/2010/04/27/limportanza-delle-lingue/|titolo=L'importanza delle lingue|data=27 aprile 2010}}</ref>
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È grazie a Saussure di aver definito il segno linguistico come l'unione di un [[significante]] e di un [[significato]].
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Un segno linguistico si può paragonare a una banconota. Il significante è il rettangolo di carta di una certa dimensione, con certe immagini e con certi colori, il significato è il valore (in oro o in merci) che viene attribuito a tale rettangolo di carta. Il legame tra il rettangolo di carta e un determinato valore è arbitrario: cioè non ha una motivazione logica, ma dipende da una convenzione.
=== ''Langue'' e ''parole'' ===
Saussure crea una famosa dicotomia siccome distingue tra lingua (''[[langue]]'') come insieme di competenze condivise socialmente che deve essere distinto dallo studio dei proferimenti linguistici occasionali (''[[Parole (linguistica)|parole]]''), ovvero della lingua in uso negli eventi comunicativi. Ovvero, la langue è la lingua come concetto astratto e legata al modello del parlante ideale: studiarla significa praticare linguistica teorica. La parole è la lingua usata in contesto dai parlanti concreti. Studiarla significa, per esempio, capire come la lingua permette l'esecuzione di atti di discorso e obiettivi a monte (pragmatica) o come una lingua evolve nel tempo (linguistica storica, spesso legata a filologia) o come una lingua si suddivide in varietà di pronuncia.
===La lingua come sistema di segni===▼
▲=== La lingua come sistema di segni ===
Una lingua è composta da segni che vanno però distinti tra segni naturali (detti anche indici) e segni artificiali.
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Affinché un "sistema di segni" funzioni è regola inderogabile che i segni (ciascuno dei quali è portatore di un concetto riconducibile a infiniti significati), per diventare tali devono essere attribuiti alla lingua dalla maggior parte della comunità sociale che è parte della lingua stessa.
=== Caratteristiche dei segni ===
La caratteristica dei segni linguistici sono la duplicità, l'arbitrarietà e la convenzionalità.
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Una caratteristica importante di tutta la lingua è invece la proprietà riflessiva: con il linguaggio, si può parlare del linguaggio (che è parte di quello che si fa in questo articolo di Wikipedia o che si fa in un libro di linguistica generale).
=== La lingua come struttura di sistemi correlati ===
La lingua è composta da un insieme di elementi tra di loro interdipendenti e ciascun elemento ha un valore e un funzionamento in rapporto al valore e al funzionamento degli elementi che gli sono vicini.
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Questi sistemi se si correlano tra di loro rappresentano altrettanti livelli di analisi e ogni unità presente in un livello può essere scomposta in unità definite e minime.
==== La doppia articolazione ====
{{vedi anche|Doppia articolazione}}
Nella realizzazione di un codice esistono due tipi di rischio:
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== La classificazione delle lingue ==
===
Vi sono diversi modi per classificare le lingue. Le più correnti al giorno d'oggi sono:
* la classificazione [[famiglia linguistica|genealogica]], che prende in esame la parentela tra le lingue (ad esempio ceppo semitico, sinitico, neo-romanzo; famiglia germanica, indoeuropea, sino-tibetana, austronesiana...);
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|-
|'''3'''
|[[Lingua
|602,2 milioni
|-
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|-
|'''7'''
|'''[[Lingua bengali|Bengali]]
|272,7 milioni
|-
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|-
|'''11'''
|'''[[Lingua indonesiana|Indonesiano]]
|199 milioni
|-
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|-
|'''15'''
|[[Lingua
|99,1 milioni
|-
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|-
|'''19'''
|'''[[Lingua cantonese|
|85,6 milioni
|-
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|-
|'''31'''
|'''[[Lingua
|62 milioni
|-
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|-
|'''33'''
|'''[[Lingua
|58,6 milioni
|-
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|-
|'''37'''
|'''[[
|49,7 milioni
|-
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Colette Grinevald (2006) stimava che nel 2100 le 7 maggiori lingue sarebbero state<ref name="le_monde_2006" />:
*'''[[Lingua inglese|
*'''[[
*'''[[
*'''[[Lingua spagnola|
*'''[[Lingua araba|
*'''[[Lingua wolof|
*'''[[Lingua swahili|
Tutte le lingue elencate tranne una (wolof) sono tra le 20 più parlate al mondo secondo Ethnologue 2022 (il wolof ha 12,3 milioni di parlanti totali) e, sempre eccetto il wolof e lo swahili (71,4 milioni di parlanti totali al 2022), hanno centinaia di milioni di parlanti totali.
Non vengono menzionati il [[Lingua russa|russo]] (Eurasia, una delle sei lingue ufficiali dell'ONU), il [[Lingua francese|francese]] (Europa e vari paesi nel mondo), il [[Lingua tedesca|tedesco]] (Europa), il [[lingua portoghese|portoghese]] (Europa e America del Sud), l'[[Lingua indonesiana|indonesiano]] (in Indonesia c'è una forte presenza di musulmani e si tende a parlare la varietà locale di indonesiano o il giavanese), il [[Lingua giapponese|giapponese]] e il [[Lingua bengali|bengali]] (tutte lingue dell'Asia). L'[[Lingua urdu|urdu]] (Asia), di base, non è menzionato ma ha una forte somiglianza con l'hindi, al punto che esiste un registro che li unifica (hindustani). Le lingue autoctone della Nigeria ([[Lingua hausa|
Riguardo all'inglese, si rimarca come questa lingua sia già stata abbondantemente insegnata nel mondo e utilizzata nel presente (è la più parlata al mondo come L2 e come parlanti totali): in generale, l'ipotesi che perda terreno e richiamo diventa inverosimile se si tiene conto che quindi è già nota e usata e sono stati fatti molti sforzi per insegnarla, apprenderla, usarla e incentivarla. A questo, si aggiunge che la sua grammatica è abbastanza scarna (ad esempio il verbo non si coniuga per tutte le persone, eccetto nella terza persona del simple present "-s", terminazione che comunque in alcune parlate informali o poco curate cade) e che possiede un alfabeto, a differenza del cinese. Quest'alfabeto, anche se ha una corrispondenza bassa con la pronuncia effettiva di una parola (differentemente dall'alta corrispondenza in lingue come l'italiano, lo spagnolo e il romeno), segna tutte le vocali: si pensi, di contro, agli alfabeti abjad che non segnano le vocali brevi (ad esempio alfabeto arabo e suoi derivati).
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Una discussione sul fatto che l'inglese possa rimanere o meno la lingua più parlata è trattato nell'articolo ''Can English remain the 'world's favourite' language?'' di Robin Lustig e pubblicato su BBC News. Nell'articolo, Lustig dice che l'inglese, anche se dovesse perdere parte del prestigio e mutare nel tempo (ad esempio introduzione di neologismi e semplificazione ulteriore della grammatica), non può sparire. Come esempi di mutazione, cita lo Spanglish (Spanish-English), l'Hinglish (Hindi-English), il Benglish (Bengali-English) e il Tanglish (Tamil-English).
Il cinese mandarino, che è la seconda più parlata al mondo, non ha un alfabeto (il pinyin si usa solo per l'apprendimento e scrittura su tastiera), ha i sinogrammi (attestati a partire dalle ossa oracolari del 1250 a.C.), ha un suo sistema numerale, ha classificatori in parole in nomi contabili (ad esempio "due persone" > "due - quantità/unità - di persone") e la sua versione standard ha quattro toni con un tono neutro e il sandhi tonale, il che sono punti a sfavore se si paragona all'inglese. Di contro, non ha morfologia ed è estremamente spartana (il verbo non si coniuga, non esiste morfologia che rimarca il maschile e femminile, non ha l'articolo determinativo e indeterminativo, non ha morfologia che rimarca il singolare e plurale e non ha i tempi verbali: ciò che veramente interessa è sapere se l'azione è finita/modo perfettivo o se l'azione non è finita/modo imperfettivo, a prescindere anche dal tempo passato, presente e futuro indicato dal contesto o dal nome di tempo o avverbio, ad esempio "ieri, poco fa, domattina"). Di fatto, nel passaggio tra cinese antico e
L'hindi, che assomiglia parecchio all'urdu (l'hindi come vocabolario si attiene al sanscrito e usa l'[[alfabeto devanagari]], mentre l'urdu si attiene all'arabo-persiano e usa l'alfabeto arabo), non solo assomiglia a una lingua avente 171 milioni di parlanti, ma ha un alfabeto, cosa che il cinese non ha. Essendo abugida, con dei diacritici segnala tutte le vocali (quello urdu è abugida). L'hindi ha i casi, ma dal sanscrito sono diminuiti e tuttora sono tre (nominativo, obliquo, accusativo). Un simile calo è avvenuto anche in greco moderno, che ha i tre stessi casi dell'hindi (in più alcune declinazioni sono diptote e non triptote, cioè il nominativo e accusativo possono avere la stessa terminazione).
Spagnolo latinoamericano e portoghese brasiliano, entrambe romanze, sono imparentate tra loro, nonostante le diversità in pronuncia. Tuttavia, essendo lingue neo-romanze, sono dotate di morfologia. Ma non ritengono i casi del latino e la morfologia è passibile di semplificazioni (la stessa caduta dei casi del latino è sintomatica). Il portoghese conta pure una presenza in Africa, in zone come [[Angola]], [[Capo Verde]], [[São Tomé e Príncipe]] e [[Mozambico]] (oltre che [[Timor-Est]], [[Goa]] e [[Macao]] in Asia). Riguardo alla sua crescita continua, che affianca quella dello spagnolo, secondo José Luís Carneiro, il Segretario di Stato per le comunità di portoghesi residenti all'estero, entro il 2050 ci saranno 380 milioni di parlanti nel mondo (nel 2020 sono 252 milioni), mentre entro il 2100 saliranno a 500 milioni (al 2020, lo spagnolo è già oltre il mezzo miliardo di parlanti). La crescita della presenza del portoghese in Africa è sempre legata alla crescita demografica nelle zone menzionate in precedenza. Carneiro, tra i vari asset strategici principali dello stato portoghese, vi è la stessa lingua portoghese e ha aggiunto che la domanda del portoghese sta aumentando nella costa africana occidentale (in quella orientale, l'interlingua nativa è lo swahili). Le sue dichiarazioni sono state pubblicate nel ''The Portugal News'' (''More than 500 million Portuguese speakers by 2100'', 2019). Una vecchia proiezione nel ''New Atlas of the Portuguese Language'' (''Novo Atlas da Língua Portuguesa'') del 2016 dava una proiezione di 400 milioni di parlanti nel 2100, il che può essere ulteriormente sintomatico di una crescita del portoghese e della formazione di un nuovo epicentro nell'Africa occidentale. Al 2020, il portoghese non è una delle sei lingue ONU, a differenza dello spagnolo. Di contro, è una delle 6 lingue di lavoro (working languages) ufficiali dell'[[Unione africana|Unione Africana]]: [[Lingua inglese|inglese]], [[Lingua francese|francese]], [[Lingua araba standard|arabo moderno standard]], [[Lingua spagnola|spagnolo]], [[Lingua portoghese|portoghese]] e [[Lingua swahili|swahili]] (nell'Atto Costitutivo, viene indicato come "Kiswahili"). Metà di esse sono europee; a esse si aggiunge l'arabo (ceppo semitico) e lo swahili ([[Lingue bantu|ceppo bantu]]).
L'arabo, che ha un alfabeto abjad e sinistrorso (come l'ebraico), ha il vantaggio di essere la lingua religiosa della comunità musulmana nel mondo, che non conta solo gli arabi. Molti suoi prestiti sono presenti in varie lingue, incluso lo swahili (il 30% del suo vocabolario è composto da prestiti arabi adattati, ad esempio la
Secondo un articolo su ''Forbes'' del 2014, ''Want To Know The Language Of The Future? The Data Suggests It Could Be...French'', ripreso poi dal ''DailyMail'' nel 2015 (''C'est impossible! French set to be the world's most commonly spoken language by 2050 because of soaring population growth in sub-Saharan Africa''), tra le lingue più parlate al mondo nel 2050 (quando la popolazione mondiale starà per raggiungere i 10 miliardi di persone) si conta il francese. Questa informazione porta a pensare come, accanto allo swahili e wolof, nella lista della Grinevald ci siano delle possibilità che si possa trovare anche il francese (lingua neo-romanza). Nell'articolo su Forbes, si spiega come il francese fosse una lingua franca prima di essere sostituito dall'inglese con l'ascesa del suo commercio e delle sue conquiste coloniali nel mondo. Il francese è comunque una delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite (arabo standard, cinese moderno standard, inglese, francese, russo, spagnolo). La lingua si starebbe diffondendo nell'Africa sub-sahariana perché quest'ultimo territorio sta crescendo in modo considerevole come economia e demografia. Entro il 2050, il francese potrebbe essere parlato da 750 milioni di persone e rivaleggiare con l'inglese e il cinese mandarino. Quindi, anche se lo studio riportato da Forbes ha delle debolezze (lo studio parte dal presupposto che in tutti i paesi africani in cui il francese è lingua ufficiale tutta la popolazione sa parlare anche il francese e/o lo studia), questa lingua diventerà una di quelle predominanti in Africa (specialmente nella zona sub-sahariana: nel Nordafrica è presente l'arabo). Al mondo, corrisponderà grossomodo all'8% dei parlanti totali. Secondo una stima del 2019 dell'Organizzazione internazionale della Francofonia e dell'ODSEF, entro il 2050 l'85% dei parlanti di lingua francese sarà concentrato in Africa (nel 2019, sono il 44%). Secondo uno studio del National Institute of Demographic Studies (INED), la popolazione di tutta l'Africa crescerà da 800 milioni (2015 circa) a 4,5 miliardi nel 2100. Al dicembre 2020, secondo il Worldometer è pari a 1,34 miliardi di persone. In sintesi, lo studio ipotizza una crescita del francese, che comunque coesiste con le lingue africane native (a meno che il francese, per un qualunque motivo, continui a perdere richiamo: in tal caso, i risultati dello studio si ribaltano). I risultati dello studio che ipotizza che 750 milioni di persone parleranno francese entro il 2050 è stata ancora ripresa nel luglio 2020 nel ''The Times of India'' (''French is the language of future: Envoy''). L'Africa è dunque il continente che fa sorgere più interrogativi e conterrebbe molte delle lingue più parlate secondo le ipotesi future: francese, swahili, wolof, arabo, portoghese e inglese.
Il linguista John McWhorter della Columbia University, in un famoso articolo del gennaio 2015 pubblicato sul ''DailyMail'' (''How will we speak in 100 years?''), sostiene che il 90% delle lingue sparirà per le migrazioni entro il 2115. La percentuale è dunque molto più
Nel [[2008]], l'[[Organizzazione non governativa|ONG]] [[Survival International]] spiega che una lingua indigena si estingue ogni due settimane. Gran parte delle lingue del mondo (su una stima di {{formatnum:6000}} totali, ne indicano {{formatnum:5000}} come "indigene") sono indigene e sono a rischio di estinzione.<ref>{{Cita web|url=http://www.survivalfrance.org/actu/3087|titolo=Une langue indigène disparaît «toutes les deux semaines»|data=20 febbraio 2008|sito=survivalfrance.org|lingua=fr|accesso=29 luglio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111103034254/http://www.survivalfrance.org/actu/3087|urlmorto=sì}}</ref> Siccome in un anno ci sono 52 settimane, il report indica in modo indiretto che ogni anno spariscono circa 26 lingue; ogni dieci anni, 260 lingue; ogni vent'anni, 520 lingue; in cent'anni, {{formatnum:2600}} lingue. Quindi, nel 2108, circa metà di quelle che nel report vengono indicate come "lingue indigene" saranno sparite. Chiaramente, si parte dal presupposto che il tasso di sparizione resta costante nel tempo: se subisce un aumento, spariranno molte più lingue in ogni intervallo temporale.
L'[[Organizzazione non governativa|ONG]] [[Terralingua]] stima invece che il 20% delle lingue si siano estinte dal 1970 al 2005 e prevede che solo il 10% sopravvivrà nel XXII
[[Internet]] gioca un ruolo importante: è un acceleratore nelle disparità tra le lingue, per l'uniformità dei modi di esprimersi ma permette anche il contatto tra comunità con lo stesso idioma. In più, permette un reperimento relativamente facile di materiali scritti, audio e audiovisivi per imparare una lingua e permette ai contenuti di una lingua di restare depositati come traccia. Internet, siccome permette di tenere rapporti tra parlanti, argina in parte lo sfaldamento di una lingua, per cui è difficile tornare a divisioni territoriali numerose come nel Medioevo (si pensi per esempio a tutte le varietà di italiano prima dell'Unità d'Italia e della promulgazione dell'italiano standard). Ma, se si riprende la tesi di John McWorther, la diversità linguistica non verrà comunque preservata in toto nonostante questi fenomeni: molte lingue saranno attestate e reperibili (e quindi non si perderanno per sempre o non si dovranno ricostruire con il metodo della comparazione), ma non più usate perché già molto rare o in fase di abbandono o completamente abbandonate e la loro rivitalizzazione appare quindi difficoltosa. Robin Lustig aggiunge poi che l'avvento dei traduttori automatici, che vanno migliorando di anno in anno, fa perdere l'interesse verso lo studio di una lingua straniera come interlingua/lingua franca per comunicare. Per esempio, se si comunica a uno straniero che possiede un traduttore automatico (non più un traduttore umano) capace di tradurre centinaia di lingue in tempo reale, non serve studiare l'inglese: se la propria lingua non è indigena e/o rarissima, il traduttore saprà tradurla e lo straniero partirà dallo stesso presupposto. Gli apparecchi comunque permettono di tradurre una pagina da una lingua anche maggioritaria a una lingua qualunque, anche quelle di minoranza, tale per cui si rompe una barriera di ineguaglianza già presente nativamente in internet: secondo un rapporto dell'UNESCO citato dalla BBC Future (''The many languages missing from the internet'', 2020), il 90% delle pagine web era scritta in sole 12 lingue; la più usata, pari a metà dei contenuti, era l'inglese. La distribuzione dunque è molto sbilanciata e favorisce le lingue già più diffuse al mondo, in primis l'inglese. A questa problematica di fondo, che i software di traduzione possono arginare, si aggiunge tuttavia l'effettiva fruizione del web da parte della popolazione mondiale: lo stesso articolo della BCC Future spiega che solo il 58% della popolazione mondiale fruisce dell'accesso a internet. Gran parte dei più grandi ___domain di internet (.com, .org) sono solo europei e nordamericani. Quindi, nella produzione e fruizione di contenuti, ci sono sbilanciamenti che si abbattono anche sulle lingue usate e consultate. Infine, l'articolo arriva a citare la stessa Wikipedia, i cui articoli all'80% erano prodotti in Europa e Nordamerica. La Wiki Foundation ha risposto con un incremento di contributori da paesi come l'Africa e, in generale, dal sud del mondo. La campagna è stata chiamata "Decolonize the Internet". La conferenza Wikimania del 2018, in cui si è discusso in problema, è stata tenuta proprio a [[Città del Capo]], in [[Sudafrica]]. Al dicembre 2020, Wikipedia è la piattaforma più inclusiva al mondo, con [[Edizioni linguistiche di Wikipedia|304 edizioni linguistiche attive]]. Il numero di articoli di ogni Wikipedia è comunque non uniforme, come anche il numero di utenti attivi.
McWorther aggiunge infine che lo scenario in cui nel mondo si parlerà una sola lingua mondiale (world language, con grammatica, pronuncia e scrittura standardizzata e conosciuta come L1 da oltre 10 miliardi di individui) non è plausibile: siccome le lingue sono collegate intimamente alla propria cultura (ad esempio inglese, cinese, araba...), promuovere una sola lingua mondiale o anche solo un piccolo numero di lingue mondiali è problematico. Per esempio, un cinese può essere orgoglioso della sua cinesità e insegnare in primis ai propri figli il cinese standard.
Per sintetizzare le ipotesi principali:
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* i traduttori automatici, che migliorano sempre di più (una questione aperta è se le macchine arriveranno anche solo a pareggiare l'uomo come capacità di traduzione), di base renderanno superfluo lo studio di un'interlingua o l'esistenza di una o più lingue mondiali; nel mentre, potrebbero risolvere lo sbilanciamento nell'uso delle lingue nella creazione e fruizione di contenuti nel web, siccome circa metà delle pagine web nel 2008 era scritta in inglese. Ma resta uno sbilanciamento che si abbatte sulla fruizione e produzione dei contenuti, che si abbatte sulle lingue consultate e usate;
* l'inglese, anche se perderà richiamo, è inverosimile che sparisca o che si frantumi dando origine a una vera e propria situazione medievale a causa delle tecnologie odierne e degli sforzi fatti finora nell'incentivazione all'apprendimento e uso;
* il cinese, secondo la Grinevald, diventerà insieme all'
*in generale, esistono dei dibattiti che tentano di ipotizzare quali lingue sopravvivranno e/o quali saranno le più parlate (anche nel caso in cui si evolveranno, per esempio semplificandosi o ibridandosi). Un modello di base, che ha una buona corrispondenza con i dati aggiornati di Ethnologue 2020, è quello di Grinevald (2006) e elenca le prime otto: inglese, cinese moderno standard, hindi, spagnolo, portoghese, arabo, swahili e wolof. Il francese ha uno status controverso, mentre altre lingue oggi molto diffuse non sono menzionate.
Questi dati si possono intrecciare alle proiezioni sulla [[popolazione mondiale]] nel medio e lungo termine, alla proiezione degli stati che potrebbero diventare i più popolosi e alle proiezioni degli stati più potenti ordinati in base, per esempio, al GDP o ordinati in base alla forza lavoro disponibile.
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* {{cita libro| autore= [[Renato Biasutti|Biasutti, Renato]] | titolo= Razze e popoli della terra | città= Torino | anno= 1967}}
* {{cita libro | autore= Carrol, J.B. | titolo= Lo studio del linguaggio | città= Torino | anno= 1955}}
* {{cita pubblicazione| autore1= Cysouw, Michael | autore2= Good, Jeff | titolo= Languoid, doculect, and glossonym: Formalizing the notion 'language' | rivista= Language Documentation and Conservation | anno= 2013 | volume= 7 | pp=
* {{cita libro| autore1= Graffi, Giorgio | autore2= Scalise, Sergio | titolo= Le lingue e il linguaggio. Introduzione alla linguistica | anno= 2002 | città= Bologna | editore= Il Mulino | cid = Graffi e Scalise 2002}}
* {{cita libro| autore1= [[Antoine Meillet|Meillet, Antoine]] | autore2= [[Marcel Cohen|Cohen, Marcel]] | titolo= Les langues du monde | città= Parigi | anno= 1952 | cid= Meillet e Cohen 1952 | lingua= fr}}
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