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{{Nota disambigua}}
{{Nota disambigua|l'ex pilota automobilistico|Jarno Trulli|Trulli}}
[[File:Trulli stellati.jpg|miniatura|371x371px|alt=Trulli pugliesi|Serie diDue trulli, tipici del paesaggio pugliese.|bordo]]
Il '''trullo''' ([[lingua greca antica|greco antico]] τροῦλλος ''trûllos'', "[[cupola]]") è un tipo di [[edificio|costruzione]] [[cono|conica]] in [[Roccia|pietra]] [[Muro a secco|a secco]] tradizionale della [[Puglia]] centro-meridionale. I trulli venivano generalmente edificati come ricoveri temporanei nelle campagne o abitazioni permanenti per gli agricoltori. Buona parte dell'agglomerato di [[Alberobello]] nella [[città metropolitana di Bari]] è costituito da trulli (come fino agli [[Anni 1950|anni cinquanta]] il comune di [[Villa Castelli]] in [[provincia di Brindisi]]).
 
Il trullo costituisce un perfezionamento del modello preistorico e greco arcaico della ''[[Thòlos (tomba)|thòlos]]'', presente in varie zone d'[[Italia]] e del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]; i trulli si distinguono per la continuità d'uso di cui sono stati oggetto.<ref name="Angiulli2010">{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|autore=Gino Angiulli|titolo=La genesi dei trulli di Alberobello|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=2010|accesso=17 aprile 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150417141627/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|dataarchivio=17 aprile 2015}}</ref> Nonostante nelle zone di sviluppo dei trulli si rinvengano reperti [[archeologia|archeologici]] di [[preistoria|epoca preistorica]], o [[Fondazione (edilizia)|fondazioni]] di [[capanna|capanne]] in pietra risalenti all'[[età del bronzo]], non esistono trulli particolarmente antichi: i più antichi ancora esistenti sono databili alla fine del [[XVII secolo]]<ref name="Angiulli2010" /> a ridosso dell'[[altopiano]] [[Puglia|pugliese]] della [[Murge|Murgia]].
 
Le origini delle costruzioni a trullo in Puglia e in particolare dei [[Trulli di Alberobello]] - (tra i quali il trullo supremo) dichiarati dal 6 dicembre 1996 [[Patrimonio dell'umanità|Patrimonio mondiale dell'umanità]] dall'[[UNESCO]] - sono oggetto di ricerche e dibattiti.<ref>{{Cita web|url=https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/11/30/news/trulli_identita_editoriale-328358926/|titolo=Trulli, il patrimonio che è la nostra identità: nelle pietre si specchia la luce per guardare avanti|sito=la Repubblica|data=2021-11-30|lingua=it|accesso=2021-11-30}}</ref>
 
== Storia ==
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I trulli fino al 1870 non sono stati oggetto di ricerca e di studio: solo a partire dalla seconda metà dell'[[Ottocento]] iniziarono i primi studi e vennero formulate le prime teorie riguardanti la loro origine ed edificazione.<ref name="Angiulli2010" /> In particolare l'origine delle costruzioni a trullo del nucleo di [[Alberobello]] è oggetto di ricerche e dibattiti.<ref name="Angiulli2010" />
 
È comunque possibile riconoscere nella forma trullo lo schema classico della [[tomba]] a ''[[Thòlos (tomba)|thòlos]]'' del [[Tesoro di Atreo]] della [[Civiltà micenea]], databile tra 1500 e 1250 a.C.<ref name="Angiulli2010" /> Tale tipo costruttivo è, in forma più o meno primitiva, riscontrabile in varie parti del mondo e in particolare nei Paesi europei e nell'area del [[Mediterraneo]]. Per quanto non si possa escludere un'origine autoctona, la maggior parte degli studiosi concorda che l'architettura del trullo sia giunta dal [[Vicino Oriente]].<ref name="Angiulli2010" /> Le diverse località in cui si ritrovano tipi costruttivi analoghi sono accomunate dalla stessa disposizione [[Stratigrafia (geologia)|stratigrafica]] del terreno, che rende disponibile il particolare tipo di pietra necessario alla costruzione di queste strutture a secco.<ref name="Angiulli2010" /> I popoli [[Pelasgi|pelasgicipelasgi]]ci ([[preelleni]] del I millennio a.C.), [[messapi]]ci, [[fenici]] (1200 a.C.) nel corso della preistoria sbarcarono numerosi anche in Puglia, attraversandola od occupandola, costruendo sia strutture megalitiche (come [[dolmen]] e [[menhir]]) sia microlitiche, come le [[Specchia (megalite)|specchie]] e i trulli<!-- CITAZIONE NECESSARIA, Non sono stati identificati "popoli pelasgici" in archelogia (sono attribuzioni da fonti antiche), non è dimostrato che i Messapi siano sbarcati da altre zone del mediterraneo (l'ipotesi più probabile conferma la c.d. origine illirica ma attualmente non ha prove forti), i fenici non sono mai sbarcati nell'attuale Regione Puglia, non ci sono prove archeologiche e nemmeno fonti antiche. L'accorpare le specchie ai trulli è un'affermazione arbitraria. -->.
 
Non si hanno però testimonianze di trulli millenari (iscrizioni, epigrafi o contrassegni) e gli esemplari più antichi possono essere datati alla fine del [[XVII secolo]], nella forma semplice del trullo di campagna, non esclusivo della Murgia dei Trulli.<ref name="Angiulli2010" /> Il terreno locale forniva facilmente il materiale da costruzione, grazie al sottosuolo calcareo costituito, in superficie, da strati sottili; i trulli infatti sono rari dove la geologia del terreno non è costituita da calcare stratificato.<ref name="Angiulli2010" />
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La diffusione dei trulli fu provocata dal fenomeno del frazionamento del fondo [[Feudalesimo|feudale]], che portò all'insediamento sparso nelle campagne e allo sfruttamento agricolo di terreni in precedenza incolti, con la necessità di costruire ricoveri per ogni podere.<ref name="art2" /> L'area un tempo boscosa in cui sorge il centro di [[Alberobello]] - un agglomerato unico al mondo con i suoi 1500 trulli - fu fino al 1481 un feudo dei duchi [[Caracciolo]] di [[Martina Franca]], quindi passò in mano ai conti [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva]] di [[Conversano]], i quali fecero insediare numerosi contadini concedendo loro alcuni benefici (seppur riservandosi l'esclusivo diritto di proprietà), come la possibilità di costruire dei rifugi con la pietra locale, purché con murature a secco, senza l'uso di [[leganti idraulici]] come la [[malta]], in modo da poterli rapidamente demolire in caso d'ispezione del viceré spagnolo del [[Regno di Napoli]], eludendo così la ''[[Pragmatica de Baronibus]]'', legge che imponeva autorizzazioni e tasse per i nuovi insediamenti,<ref name="art2" /> in vigore fino al [[1700]].
 
La selva di Alberobello fu urbanizzata soprattutto da uno di questi conti, [[Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona]] detto il Guercio di Puglia (1600-1665), considerato dai suoi sudditi un tiranno vendicativo e sanguinario, arrestato e incarcerato nel 1648 a [[Madrid]] per volontà di [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]]. Il villaggio da lui fondato rimase un insediamento abusivo, nel quale i signori potevano vantare ogni diritto a scapito della popolazione, fino al 1797, quando contava {{formatnum:3200}} abitanti e fu liberato dal giogo feudale dal re di Napoli [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]]. Il 23 settembre 1910 Alberobello divenne un [[Monumento nazionale italiano|monumento nazionale]].<ref name="art2" />
 
== Descrizione ==
=== Denominazioni locali ===
La [[Murgia]] dei Trulli]] comprende generalmente la [[Valle d'Itria]]<ref name="Angiulli2010" /> e i comuni limitrofi ad essa, cioè i comuni di [[Alberobello]], [[Castellana Grotte]], [[Conversano]], [[Locorotondo]], [[Monopoli (Italia)|Monopoli]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Polignano a Mare]] e [[Putignano]] nella [[Città metropolitana di Bari]]; il comune di [[Martina Franca]] e il suo comprensorio in [[provincia di Taranto]] e molto limitatamente negligli agri dei comuni di [[Mottola]], [[Massafra]], [[Crispiano]] e [[Grottaglie]] sempre della provincia tarantina; [[Ceglie Messapica]], [[Cisternino]], [[Fasano]], [[Ostuni]], [[San Michele Salentino]] e la frazione [[Selva di Fasano]] in [[provincia di Brindisi]]; anche in altri comuni limitrofi (ad esempio [[Latiano]] in c.da Sardella) ai suddetti c'è la presenza di trulli, ma comunque in minor misura.
 
Il modello costruttivo di [[architettura spontanea]] che è identificato in [[lingua italiana|italiano]] col termine "trullo" viene sovente designato dalle popolazioni locali con dei sinonimi [[Dialetti della Puglia|dialettali]]: in [[Valle d'Itria]] per riferirsi a questa costruzione viene usato il termine ''caseddə'' o ''casìdde'' (cioè piccola casa, ma con genere maschile), spesso italianizzato nel sostantivo femminile ''casedda.''<ref name=casedde>{{cita|Semeraro|}}.</ref>
 
In altre zone della Puglia costruzioni analoghe, che tuttavia non possono essere definite propriamente con il termine di trullo, sono denominate: ''‘tturr'' a [[San Ferdinando di Puglia]]; ''casiedde, caselle, pagghiaie'' del barese settentrionale; ''Truddu, [[pajaru]], pagghiaru, truddo'' nel Salento settentrionale (tarantino), ''truddhu, ruddo, turri, furnieddhu, furnu, pajaru, chipuru, calvari, lamia'' nel Salento meridionale.<ref name="Angiulli2010" />
 
La parola "Trullo" comparve per la prima volta ufficialmente nel periodo fascista dal 1930.
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[[File:Trulli Alberobello08 apr06.jpg|thumb|[[Cupola|Cupole]] di trulli: si intravede sulla destra parte della scaletta ricavata nel paramento esterno per consentire l'accesso alla sommità al fine di facilitare le operazioni di [[manutenzione]]]]
 
I trulli possono essere annoverati tra gli esempi ancestrali di [[prototipo]] delle [[costruzione edilizia|costruzioni]] [[modularitàArchitettura modulare|modulari]] che nel [[XX secolo]], con l'affermazione dell'[[architettura razionalista]] avrebbero avuto il loro ''exploit''. Essi possono essere composti da un vano semplice (modulo unitario), oppure dall'accostamento di più ambienti (moduli), che in genere vengono aggiunti ''per gemmazione'' attorno al vano centrale.
 
L'unità costruttiva [[architettura modulare|modulare]] del trullo presenta una [[Pianta (architettura)|pianta]] di forma approssimativamente [[Circonferenza|circolare]], sul cui [[perimetro]] si imposta la [[muratura a secco]] di spessore molto elevato.
 
Il grande spessore delle murature, unito al ridottissimo numero e dimensionamento delle aperture (spesso solo la porta di ingresso e al massimo il piccolissimo finestrino quadrato che fa da sfiato ai ridottissimi [[gabinetto (igiene)|gabinetti]] ricavati all'interno per esigenze igieniche nel secondo dopoguerra) ne assicura un'elevatissima [[inerzia]] termica, il che garantisce una buona conservazione del calore all'interno durante l'inverno e le giornate più fredde, così come in estate attenua i picchi della temperatura esterna.<ref>[http://digilander.libero.it/locomind/trullo/trullo.htm Il Trullo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
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=== Collocazione geografica ===
[[File:Trullo sovrano nelle campagne di Ceglie Messapica.jpg|thumb|Trullo sovrano, a due piani, nelle campagne di Ceglie Messapica]]
L'[[altopiano delle Murge]], per la sua stessa natura geolitologica a matrice essenzialmente [[calcare]]a, ha fornito la possibilità agli abili costruttori delle epoche più remote di progettare e tramandare fino ai nostri giorni queste costruzioni.
 
Il territorio in cui più importante è la presenza dei trulli si identifica geograficamente con la [[Valle d'Itria]], dove sono chiamati ''casìdde'' (dal latino ''casella'', piccola casupola, [[capanna]]). Qui la città di [[Alberobello]] ([[Città metropolitana di Bari]]), avendo un intero quartiere, coincidente con il centro storico cittadino, edificato integralmente con queste costruzioni, rappresenta a tutti gli effetti la "capitale dei trulli". Sino agli anni cinquanta del [[XX secolo]], anche il comune di [[Villa Castelli]] ([[provincia di Brindisi]]) era costituito prevalentemente da trulli, e attualmente non ne esistono più perché sia nel comune che nel suo compensoriocomprensorio vennero quasi tutti demoliti dal decennio successivo. Altre aree in cui particolarmente diffuso è questo tipo di costruzione sono le zone rurali e/o periferiche delle cittadine limitrofe [[Locorotondo]], [[Castellana Grotte]], [[Conversano]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Putignano]] e [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e lo stesso agro del comune di [[Bari]] nella [[Città metropolitana di Bari]],; [[Martina Franca]], [[Mottola]], [[Crispiano]], e più limitatamente [[Grottaglie]], [[Massafra]]<nowiki/>e gli stessi agri delle città di [[Taranto]] e [[Statte]] in [[provincia di Taranto]]; [[Cisternino]], [[Ostuni]], [[Fasano]], [[Selva di Fasano]], [[Ceglie Messapica]] e limitatamente nel piccolo comune di [[San Michele Salentino]]<ref>{{Cita|Clavica e Jurlaro|p. 32.}}.</ref> in [[provincia di Brindisi]], che costituiscono la cosiddetta "[[Murgia]] dei trulli", ossia un territorio omogeneo per la diffusione dei trulli, la popolazione sparsa nelle campagne e la polverizzazione fondiaria.
Qualche trullo è inoltre presente nel territorio comunale di [[Latiano]], ai confini con San Michele Salentino.
Nelle campagne circostanti a questi centri urbani negli ultimi decenni del [[XX secolo]] si è ampiamente diffusa la cultura del recupero e riuso dei manufatti antichi che connotano tale area, tanto da renderli appetibili ad un turismo stanziale ad alto livello che ha portato investitori stranieri, per lo più [[Inghilterra|inglesi]] ad acquistare tenute di dimensioni considerevoli e spesso a trasferirvisi anche per diversi mesi all'anno.[[File:Alberobello BW 2016-10-16 12-24-29.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Antonio ad [[Alberobello]], costruita nel [[XX secolo]] da uno degli ultimi "mastri trullari" ancora attivi nella cittadina. È definita "a trullo", perché ottenuta dalla sovrapposizione e dalla congiunzione delle strutture architettoniche proprie del trullo. Il frontespizio è coronato da tre quinte, abbellito da un [[rosone]] e da due finestre a tutto sesto come la porta d'ingresso. La [[cupola]] è ''"a trullo"'' (19,80 m); al di sopra un [[lucernario]] si eleva per altri 3,20 m. Il [[campanile]] è sormontato da un cupolino (18,90 m). L'interno è a [[croce greca]].]]Costruzioni simili sono presenti anche nella zona costiera dell'[[altopiano della Murgia]] [[Puglia|pugliese]], a partire dai territori di [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e [[Polignano a Mare]] fino all'incirca a [[Barletta]] - rimanendo lungo la costa - e fino ad addentrarsi nell'entroterra dei Comuni della Murgia nord-occidentale ([[Provincia di Bari|Bari]]); tali costruzioni più vicine al mare e utilizzate per altri scopi, presentano evidenti particolari architettonici differenti da quelli dei trulli propriamente detti, primo fra tutti la forma costruttiva della [[Volta (architettura)|volta]] che è [[centinatura|centinata]] e non più costituita dal conoide autoportante caratteristico del trullo.
 
Anche nel nord barese, nella Murgia nord-occidentale, si rinvengono costruzioni simili al trullo, ma molto più basse e squadrate. Queste venivano soprattutto utilizzate dai pastori, come ricoveri temporanei, e dagli agricoltori come depositi di attrezzi oltre che come riparo da improvvisi eventi meteorici. Alcuni sono di fattura molto pregiata e non si esclude che in talune epoche possano aver rivestito ruoli importanti nella difesa del territorio dalle incursioni [[Saraceni|saracene]], altri invece molto più semplici.
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Dal punto di vista dell'utilizzo degli spazi interni, il trullo è nato con un solo piano abitabile, quello terreno (l'unica eccezione di un trullo ma non solo, a due piani è il così denominato ''Trullo Sovrano chiamato anche Corte di Papa Cataldo'', presumibilmente edificato dalla famiglia Perta nell'[[XIX secolo|Ottocento]] o nella seconda metà del settecento a scopo di promozione turistica). È stata sede delle confraternite di Alberobello e all'ingresso compare un affresco che raffigura il Calvario di artista Ignoto. Tuttavia, per un migliore utilizzo degli angusti spazi, man mano che le famiglie crescevano spesso si ricorreva alla soppalcatura di uno o più vani allo scopo di allocarvi i giacigli per i figli oppure di adibirli a ripostigli celati allo sguardo dei visitatori occasionali.
 
Alcune travi di legno, disposte trasversalmente in alto e tuttora visibili in alcuni trulli, non hanno mai avuto funzioni strutturali ma hanno assolto piuttosto la funzione di appendere vivande, provviste, stoviglie, attrezzi, in modo tale da tenerli ben sollevati da terra, tenendo conto che il pavimento {{citazioneSenza necessariafonte|in terra battuta}} poteva essere condiviso da persone e animali domestici.
 
Lo spazio davvero ristretto e la poca luce proveniente da quella che spesso era l'unica apertura, l'uscio dell'ingresso, ha determinato l'adozione praticamente generalizzata di un accorgimento elementare ma efficace per dare agli ambienti profondità e luminosità allo stesso tempo: l'utilizzo di mobili dotati di almeno uno specchio (a tutt'altezza o come specchiere su ''credenze''), posti di fronte all'entrata.