Trullo: differenze tra le versioni
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Il '''trullo''' ([[lingua greca antica|greco antico]] τροῦλλος ''trûllos'', "[[cupola]]") è un tipo di [[edificio|costruzione]] [[cono|conica]] in [[Roccia|pietra]] [[Muro a secco|a secco]] tradizionale della [[Puglia]] centro-meridionale. I trulli venivano generalmente edificati come ricoveri temporanei nelle campagne o abitazioni permanenti per gli agricoltori. Buona parte dell'agglomerato di [[Alberobello]] nella [[città metropolitana di Bari]] è costituito da trulli (come fino agli [[Anni 1950|anni cinquanta]] il comune di [[Villa Castelli]] in [[provincia di Brindisi]]).
Il trullo costituisce un perfezionamento del modello preistorico e greco arcaico
Le origini delle
== Storia ==
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Il modello costruttivo di [[architettura spontanea]] che è identificato in [[lingua italiana|italiano]] col termine "trullo" viene sovente designato dalle popolazioni locali con dei sinonimi [[Dialetti della Puglia|dialettali]]: in [[Valle d'Itria]] per riferirsi a questa costruzione viene usato il termine ''caseddə'' o ''casìdde'' (cioè piccola casa, ma con genere maschile), spesso italianizzato nel sostantivo femminile ''casedda.''<ref name=casedde>{{cita|Semeraro|}}.</ref>
In altre zone della Puglia costruzioni analoghe, che tuttavia non possono essere definite propriamente con il termine di trullo, sono denominate: ''‘tturr'' a [[San Ferdinando di Puglia]]; ''casiedde, caselle, pagghiaie'' del barese settentrionale; ''Truddu, [[pajaru]], pagghiaru, truddo'' nel Salento settentrionale (tarantino), ''truddhu, ruddo, turri, furnieddhu, furnu, pajaru, chipuru, calvari, lamia'' nel Salento meridionale.<ref name="Angiulli2010" />
La parola "Trullo" comparve per la prima volta ufficialmente nel periodo fascista dal 1930.
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Dal punto di vista dell'utilizzo degli spazi interni, il trullo è nato con un solo piano abitabile, quello terreno (l'unica eccezione di un trullo ma non solo, a due piani è il così denominato ''Trullo Sovrano chiamato anche Corte di Papa Cataldo'', presumibilmente edificato dalla famiglia Perta nell'[[XIX secolo|Ottocento]] o nella seconda metà del settecento a scopo di promozione turistica). È stata sede delle confraternite di Alberobello e all'ingresso compare un affresco che raffigura il Calvario di artista Ignoto. Tuttavia, per un migliore utilizzo degli angusti spazi, man mano che le famiglie crescevano spesso si ricorreva alla soppalcatura di uno o più vani allo scopo di allocarvi i giacigli per i figli oppure di adibirli a ripostigli celati allo sguardo dei visitatori occasionali.
Alcune travi di legno, disposte trasversalmente in alto e tuttora visibili in alcuni trulli, non hanno mai avuto funzioni strutturali ma hanno assolto piuttosto la funzione di appendere vivande, provviste, stoviglie, attrezzi, in modo tale da tenerli ben sollevati da terra, tenendo conto che il pavimento {{
Lo spazio davvero ristretto e la poca luce proveniente da quella che spesso era l'unica apertura, l'uscio dell'ingresso, ha determinato l'adozione praticamente generalizzata di un accorgimento elementare ma efficace per dare agli ambienti profondità e luminosità allo stesso tempo: l'utilizzo di mobili dotati di almeno uno specchio (a tutt'altezza o come specchiere su ''credenze''), posti di fronte all'entrata.
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