Granducato di Mosca: differenze tra le versioni
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|nomeUfficiale =
|linkStemma = Seal-of-Ivan-4 1539 a.svg
|linkBandiera = Lob flag moskovskiy.svg
|linkLocalizzazione = Muscovy 1390 1525.png
|didascaliaLocalizzazione = L'evoluzione territoriale del Granducato tra il 1390 e il
|linkMappa = Moscovia 1.png
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|stato successivo = {{simbolo|Russian-coat-arm-1667.svg}} [[Regno russo]]
|evento finale = Elevazione a regno
|territorio originale =
|religione di stato = [[
|altre religioni = [[Paganesimo]]
|classi sociali =
}}
{{Storia della Russia}}
Il '''Granducato''' o '''Gran Principato di Mosca''' ({{russo|Вели́кое кня́жество Моско́вское|Velikoe
== Storia ==
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Nel 1156, secondo la [[Cronaca di Vladimir]], era stata fatta costruire da [[Jurij Dolgorukij di Kiev]] una [[fortezza|fortificazione]] di tronchi d'albero:<ref>{{en}}Laurence Kelly, ''[https://books.google.it/books?id=vEU9CgAAQBAJ&pg=PT30 Moscow: A Traveller's Reader]'', Hackette UK, 2016, ISBN 978-14-72-13715-9.</ref> è l'inizio del [[Cremlino di Mosca]], in una zona che fino ad allora era coperta di paludi.
Nel 1236-1237, quando i [[Tataro-mongoli]] [[Invasione mongola della Russia|invadono la Rus' di Kiev]], quest'area fortificata viene completamente bruciata.<ref>{{en}}Samuel Fellows, ''[https://books.google.it/books?id=FLcRAAAAYAAJ&q=1236+moscow Progress]'' (vol. 1), University Association, 1895, digitalizzato dalla Biblioteca Pubblica di New York il 21 novembre 2007, p. 250.</ref> In quell'epoca Mosca è solo un insignificante avamposto commerciale appartenente al Principato di Vladimir-Suzdal'; proprio in questo periodo, tuttavia, Mosca comincia la propria ascesa, che la porterà a diventare [[egemonia|egemone]] di tutta l'[[Europa orientale]]. La posizione remota in una regione di foreste offre una certa protezione nei confronti di eventuali assalti da parte degli invasori mentre l'abbondanza di fiumi garantisce i collegamenti con il [[Mar Baltico]] a nord e con il [[Mar Nero]] nella regione del [[Caucaso]]. Ancora più importante della posizione geografica, per la trasformazione di Mosca in un nuovo Stato
Nel [[XIII secolo|XIII]]-[[XIV secolo]], la Rus' di Kiev si trova dunque in una situazione disastrosa: [[Kiev]] e il bacino del [[Dnepr]] sono stati devastati dai
Nel 1263, alla morte del [[gran principe]] [[Aleksandr Nevskij]], il suo figlio minore [[Daniele di Russia|Daniil Aleksandrovič]] ottiene il villaggio di Mosca e ciò ha un impatto notevole sulla sottomissione delle popolazioni vicine.<ref>{{en}}E.o.K., ''[https://books.google.it/books?id=kJ6PZ7g3Yw0C&pg=PA226 The Kingfisher History Encyclopedia]'', Kinghfisher, 2004, ISBN 978-07-53-45784-9, p. 226.</ref> Mosca diventa così, probabilmente, un ''[[enclave]]'' della [[Repubblica di Novgorod]] nel territorio del principato di Vladimir-Suzdal'. Daniil è il primo a fregiarsi del titolo di [[principe di Mosca]], portando così sul trono della città una linea di quella [[Rjurikidi|dinastia di Rurik]] che ha governato la Rus' di Kiev fin dalla sua fondazione.<ref>{{en}}Jeffrey E. Cole, ''[https://books.google.it/books?id=M9fDifnkMJMC&pg=PA313 Ethnic Groups of Europe: An Encyclopedia]'', ABC-CLIO, 2011, ISBN 978-15-98-84303-3, p. 313.</ref>
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Successivamente, anche la popolazione di Mosca conosce un grande incremento, soprattutto perché molti [[profugo|profughi]], sia contadini sia nobili, si rifugiano nella città e nel suo territorio: Jurij li accoglie tutti, sia per avere soldati da arruolare, sia per imporre loro le tasse.
A questo punto Jurij ha a disposizione un esercito e grandi somme di denaro; intraprende così una lotta contro la città di [[Tver']], che ambisce a prendere il posto della distrutta Kiev. Jurij dichiara guerra al [[principe di Tver']], [[Michail Jaroslavič]];<ref>{{en}}Walter G. Moss, ''[https://books.google.it/books?id=vU94ipGVq4MC&pg=PA80 A History of Russia]'' (vol. 1), Anthem Press, 2003, ISBN 978-08-57-28752-6, p. 80.</ref> non riuscendo a sconfiggerlo con le armi (Tver' si trova abbastanza a nord per essere autonoma dai Tatari e mantenere un buon esercito), nel 1317 Jurij si sposa con la sorella del ''khan'' dell'Orda d'Oro, [[Uzbek Khan|Uzbek]] (la ragazza si chiamava [[Končaka]]).<ref>{{en}}Daniel H. Shubin, ''[https://books.google.it/books?id=n60tAwAAQBAJ&pg=PA97 A History of Russian Christianity]'' (vol. 1), Algora Publishing, 2004, ISBN 978-08-75-86287-3, p. 97.</ref> Con la guardia personale di Končaka (due o tremila uomini), messa a disposizione dal ''khan'', Jurij attacca Michail di Tver', ma viene da lui sconfitto, è catturato e imprigionato con la moglie (che in carcere si converte al cristianesimo e prende il [[Agata (nome)|nome di Agaf'ia]]).<ref>{{en}}Sergeĭ Mikhaĭlovich Solovʹev, ''[https://books.google.it/books?id=nrBoAAAAMAAJ&q=agafia+baptized+tver History of Russia: Russian society, 1389-1425]'', Academic International Press, 1976, ISBN 978-08-75-69228-9, p. 300.</ref> Pochi anni dopo, verso il 1318, Agaf'ia muore avvelenata a Tver', e della sua morte viene incolpato proprio Michail da Jurij e dall'ambasciatore tataro a Mosca, [[Kavdygai]]: Michail deve perciò recarsi a Saraj per discolparsi dall'accusa di avere fatto uccidere addirittura la sorella del ''khan''. Si svolge quindi un processo (documentato sia nelle fonti tatare, sia in quelle russe), a seguito del quale Michail viene dichiarato colpevole e decapitato.<ref>{{en}}Walter Keating Kelly, ''[https://books.google.it/books?id=xVxEAAAAIAAJ&pg=PA81 The History of Russia]'', H.G. Bohn, 1854, digitalizzato dalla University of California il 12 novembre 2007, p. 81.</ref> Successivamente il suo figlio maggiore, [[
Alla morte di Jurij diventa principe di Mosca suo fratello, [[Ivan I di Russia|Ivan I]], oggi conosciuto con l'epiteto di ''Kalità'' (Ivan del "borsellino"). Ivan si reca da Uzbek (cognato del fratello), si fa dare un esercito di 50.000 uomini con il pretesto di volere pacificare, in nome del ''khan'', la situazione, e marcia contro Tver', che era prima insorta con una [[Rivolta di Tver' (1327)|rivolta]] e non può resistere. Ivan distrugge completamente la città, la annette al suo territorio, e come ricompensa ottiene da Uzbek il titolo di [[Gran Principe di Vladimir]]: questo perché Ivan non ha esercitato una vendetta a titolo personale, ma ha fatto giustizia a nome del ''khan''.<ref>{{en}}Reinhard Bendix, ''[https://books.google.it/books?id=rxAb4kAtzMYC&pg=PA100 Kings Or People: Power and the Mandate to Rule]'', University of California Press, 1980, ISBN 978-05-20-04090-8, p. 100.</ref> Il [[principato di Vladimir-Suzdal']] si trova in una situazione di forte decadenza, e se un discendente di Michail e Dmitrij di Tver' volesse rivendicare il titolo di Gran Principe, saprebbe già che verrebbe tolto di mezzo con la forza.
Negli anni successivi, 1329-1331, Ivan, da politico molto accorto, coopera strettamente con i Tataro-mongoli nella raccolta di tasse e tributi dagli altri principati russi: riesce così ad ottenere il diritto di riscuotere le imposte dovute al ''khan'' (anche a Mosca c'è un [[Khanato dell'Orda d'Oro#Politica dei Tataro-mongoli verso i Russi sottomessi|esattore]] tataro-mongolo, un ''[[Basqaq|baskak]]'', ma in questo caso non ha un ruolo determinante).<ref>{{en}}Lawrence N. Langer, ''[https://books.google.it/books?id=DlWPEH3dF38C&pg=PA134 Historical Dictionary of Medieval Russia]'', Scarecrow Press, 2001, ISBN 978-08-10-86618-8, p. 134.</ref> Così le tasse sono riscosse da Ivan stesso, che ne approfitta per aumentare l'ammontare delle imposte e accrescere in questo modo la potenza e il prestigio di Mosca. Per questo motivo la gente dà ad Ivan il sopraccitato soprannome di ''kalità'', "borsa di denaro".<ref>{{en}}Mara Vorhees; Leonid Ragozin, ''[https://books.google.it/books?id=7AwqwZVmQlcC&pg=PA192 Mosca]'', EDT srl, 2012, ISBN 978-88-60-40980-5, p. 192.</ref> Quando si tratta di aggiudicarsi dal ''khan'' uno ''jarlyk'', Ivan ha ora più possibilità di ottenerlo, avendo a disposizione più denaro, e ciò non vale soltanto per Mosca ma anche - in modo ineccepibile secondo la prassi dell'[[Orda d'Oro]] - per molte altre città. {{senza fonte|Inoltre, con questo denaro Ivan riscatta un gran numero di schiavi russi (''rab<nowiki>'</nowiki>''),}} che poi arruola nell'esercito perché essi sono debitori del loro riscatto nei confronti della città di Mosca e del [[gran principe]].
Ivan si impadronisce anche di diversi piccoli principati per aumentare l'estensione territoriale della Moscovia;<ref name="tsygankov33">{{en}}Andrei P. Tsygankov, ''[https://books.google.it/books?id=aHvOBAAAQBAJ&pg=PA33 The Strong State in Russia]'', Oxford University Press, 2014, ISBN 978-01-99-33621-0, p. 33.</ref> per governarli, egli acquista lo ''jarlyk'' direttamente dai loro principi (operazione non contemplata dalle istituzioni tatare). Molti principi, sapendo che comunque perderebbero le loro città, visto che Mosca è ormai troppo forte perché le si possa opporre resistenza, vendono il loro titolo di principe in cambio di un [[titolo nobiliare]]:<ref name="tsygankov33"/> nasce così un ceto di [[boiardo (storia)|boiari]] sempre più numeroso e potente.
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# L'appoggio del potere religioso: nel 1326, iniziano i lavori avviati per costruire la prima [[Cattedrale della Dormizione (Mosca)|cattedrale della Dormizione]] nel Cremlino. Successivamente, nel 1333, [[Cattedrale dell'Arcangelo Michele (Mosca)|quella dell'arcangelo Gabriele)]] (dove Ivan verrà seppellito alla sua morte).<ref>{{en}}Simon Sebag Montefiore, ''[https://books.google.it/books?id=76YaCgAAQBAJ&pg=PT71 The Romanovs: 1613-1918]'', Hachette UK, 2016, ISBN 978-14-74-60027-9.</ref>
Un’altra pietra miliare nella storia {{chiarire|della gloria|ossia?}} di Mosca è il trasferimento nel 1325 (cioè all’avvento di Ivan I) del [[Patriarchi e metropoliti di Russia|metropolita di Kiev-Vladimir]], il successore di Massimo (†1305), [[Pietro (metropolita di Kiev)|Pietro]] (anch'egli poi [[canonizzazione|canonizzato]]). Così come da Kiev, devastata dai mongoli, il metropolita si è spostato a Vladimir, nuova sede del Gran principato, da Vladimir si sposta a Mosca, corroborandone l'ascesa.<ref>{{en}}Donald W. Treadgold, ''[https://books.google.it/books?id=Fg04AAAAIAAJ&pg=PA3 The West in Russia and China]'', CUP Archive, 1973, ISBN 978-05-21-09725-3, p. 3.</ref>
Dopo il metropolita Pietro, i vescovi non rieleggono un [[metropolita]] anche per Vladimir-Suzdal': la
Nel 1341 Ivan muore. Sarà considerato il fondatore del Granducato di Mosca.
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Finalmente con [[Demetrio di Russia|Dmitrij Ivanovič]] si riesce ad avere una certa unità nel territorio della Moscovia. Dmitrij riesce a conquistare le città di Tver' (annettendone definitivamente il [[Principato di Tver'|principato]]), [[Kaluga]] e [[Rjazan']] (a sud), [[Smolensk]] (a ovest) e [[Nižnij Novgorod]] (a est). In questo modo intorno a Mosca si forma come una cinta protettiva.<ref>{{en}}Daniel H. Shubin, ''[https://books.google.it/books?id=na1NBAAAQBAJ&pg=PA206 Tsars and Imposters]'', Algora Publishing, 2009, ISBN 978-08-75-86688-8, p. 206.</ref>
Nel 1371 il [[Sovrani di Lituania|sovrano dei Lituani]], [[Algirdas]], porta guerra nel nord della
Con Dmitrij si infrange il mito dell'invincibilità dei [[Tataro-mongoli]] e si comincia a combattere contro il popolo della steppa. A metà del [[XIV secolo]], d'altronde, l'Orda d'Oro si era scissa in due parti per rivalità politiche: il [[khanato]] di Saraj e un khanato del [[Don (fiume Russia)|Don]], fondato forse da una parte della nobiltà, ''noyon'', che voleva conquistare più potere (il khanato del Don, infatti, non era unitario come quello di Sarai, ma era una specie di [[Confederazione di Stati|confederazione]]), oppure da esuli, soprattutto politici.<ref>{{en}}Michael Moïssey Postan, ''[https://books.google.it/books?id=cHRvtwTLcMAC&pg=PA585 The Cambridge Economic History of Europe: agrarian life of the Middle Ages]'', Cambridge University Press, 1966, ISBN 978-05-21-08709-4, p. 585.</ref> Tutto ciò aveva indebolito la capacità militare del ''khan'' di Saraj.
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Negli stessi anni della battaglia di Kulikovo, una nuova minaccia si profila sulla Moscovia. Da [[Samarcanda]] un nuovo [[Gran Khan]] [[mongoli|mongolo]], [[Tamerlano|Timur-Lenk (Tamerlano)]], riesce a soggiogare nuovamente i popoli dell'[[Asia Centrale]] ([[Kirghizi]], [[Tagiki]], [[Kazaki]], ecc.), della [[Cina]] settentrionale, della [[Persia]] e dell'[[Asia Minore]], degli attuali [[Afghanistan]] e [[Pakistan]].
Su mandato di Tamerlano, [[Toktamish]], un condottiero mongolo, inizia ad invadere la
Dmitrij manda ricchi doni a Toktamish, ormai nuovo ''khan'' dell'Orda d'Oro, ma si rifiuta di comparire davanti a lui a Saraj (teme che recandosi nella capitale verrebbe ucciso, anche perché non ha nessuna intenzione di continuare a pagare il tributo annuale).
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Verso il 1390 il condottiero mongolo [[Toktamish]] comincerà a mostrare la volontà di rendersi autonomo rispetto all'[[impero mongolo|impero centrale]]: l'anno seguente Tamerlano stesso muove guerra contro di lui e lo sconfigge sul fiume [[Kama (affluente del Volga)|Kama]], nei pressi della città di [[Kazan']].<ref>Paolo Maltagliati, ''[https://books.google.it/books?id=HiXcCgAAQBAJ&pg=PT40 L’impero di Trebisonda: e il mondo dal medioevo all’età contemporanea]'', Soldiershop Publishing, 2015, ISBN 978-88-99-15886-6.</ref> Nel 1395 Tamerlano porta la guerra a Saraj, la rade al suolo e devasta il khanato dell'Orda d'Oro; Toktamish viene ucciso, probabilmente dalle mani stesse di Tamerlano, che ora si muove per conquistare la Lituania e Mosca.<ref>{{en}}Janet L. B. Martin; John D. Martin, ''[https://books.google.it/books?id=sRCc3TtL9bIC&pg=PA203 Medieval Russia, 980-1584]'', Cambridge University Press, 1995, ISBN 978-05-21-36832-2, p. 203.</ref> Tuttavia, sul fiume [[Oka (affluente del Volga)|Okà]], nei primi mesi del 1396, Tamerlano incontra un grandissimo esercito russo schierato, e non se la sente di affrontare Vassilij in campo aperto, preferendo ritirarsi in Asia Centrale.
Nel 1408 il condottiero [[Edigu|Edigej]], con l'approvazione di Tamerlano, conquista il potere sull'Orda d'Oro, e decide subito di marciare verso Mosca. Questa guerra, però, rimane solo nei progetti: Vassilij rafforza le mura intorno alla città (fino a dieci cerchie), e con l'aiuto di architetti francesi e italiani organizza un forte sistema di difesa con pezzi di artiglieria. Edigej, dopo aver messo a ferro e fuoco il contado, non riesce a sfondare neanche la prima cerchia di mura.<ref>{{en}}Will Slatyer, ''[https://books.google.it/books?id=EiVyAwAAQBAJ&pg=PA325 Ebbs and Flows of Medieval Empires, AD 900-1400]'', PartridgeIndia, 2014, ISBN 978-14-82-89683-1.</ref> Edigej decide dunque di trattare la pace con i
Zenonas Norkus, ''[https://books.google.it/books?id=VJguDwAAQBAJ&pg=PT551 An Unproclaimed Empire: The Grand Duchy of Lithuania]'', Routledge, 2017, ISBN 978-13-51-66905-4, p. 233.</ref> Il granduca lituano [[Vitoldo]] ha già conquistato gran parte della
Indipendentemente dalle battaglie, comunque, sotto Vassilij I il Granducato di Mosca si rafforza ulteriormente; il gran principe è ormai padrone di tutto e di tutti, in un clima di [[assolutismo monarchico|assolutismo]] generale. Al contrario, il khanato dell'Orda d'Oro conosce un radicale indebolimento, che lo condurrà alla sua completa frantumazione.<ref>{{en}}Tim McNeese, ''[https://books.google.it/books?id=OIPf6Xt2pqQC&pg=PA52 The Volga River]'', InfoBase Publishing, 2004, ISBN 978-07-91-08247-8, p. 52.</ref> Dall'originale khanato si formano ormai differenti entità indipendenti: il [[Khanato di Kazan']], [[Khanato di Astrachan'|di Astrachan']], [[Khanato di Qasim|di Qasim]], [[Khanato di Crimea|di Crimea]] e [[Orda Nogai|di Nogai]].<ref>{{en}}Zhanat Kundakbayeva, ''[https://books.google.it/books?id=7i08DwAAQBAJ&pg=PT109 The History of Kazakhstan from the Earliest Period to the Present time]'' (vol. 1), Litres, 2017, ISBN 978-50-40-88878-8, pp. 111-112.</ref> Moltissimi nobili tatari, anche per ottenere potere e privilegi, si convertono al cristianesimo e donano le loro terre al gran principe di Mosca: si formano così delle [[enclave]] di terre geograficamente appartenenti a uno dei khanati ma giuridicamente di proprietà del gran principe (che naturalmente le rimette in mano ai nobili tatari, facendone gli amministratori). In tutte queste regioni vengono mandati degli ecclesiastici, [[Clero regolare|regolari]] e [[Clero secolare|secolari]], per evangelizzarle: tutti questi territori diventano delle [[eparchia|eparchie]] ecclesiasticamente dipendenti dal [[Patriarchi e metropoliti di Russia#Metropoliti di Mosca e di tutte le Russie (1461-1589)|Metropolita di Mosca]].
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[[File:Facial Chronicle - b.14, p. 119 - Blinding of Vasiliy II.jpg|thumb|Šemjaka acceca Vassilij II ([[Cronaca di Ivan il Terribile]]).]]
Alla morte di Vassilij si apre un periodo difficile per il Granducato di Mosca, soprattutto a causa delle lotte per la successione al trono ([[guerra civile moscovita]] o "grande guerra feudale").<ref name="davies4">{{en}}Brian Davies, ''[https://books.google.it/books?id=i5-CAgAAQBAJ&pg=PA4 Warfare, State and Society on the Black Sea Steppe, 1500–1700]'', Routledge, 2014, ISBN 978-11-34-55283-2, p. 4.</ref> La situazione è intricata: Dmitrij Donskoj aveva lasciato a Vassilij il Granducato di Mosca e ad un altro figlio, [[Jurij IV di Russia|Jurij]], il territorio di [[Kostroma (città)|Kostroma]] (con il titolo di principe di [[Galič (Russia)|Galič]] e [[Zvenigorod]]); quando Vassilij muore e lascia il Granducato al figlio [[Basilio II di Russia|Vassilij II]], Jurij impugna la [[Russkaja Pravda]] e non riconosce la validità di questa successione.<ref name="davies4"/> Jurij ricorre perciò al primo [[Khanato di Kazan'|''khan'' di Khazan']], [[
[[File:Kniazia i boyare.jpg|thumb|left|upright=0.7|250 px|I boiari si sottomettono a Vassilij il Cieco.]]
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Ivan si ispira al mito della "[[Terza Roma]]", secondo il quale, caduta la "Seconda Roma" (cioè [[Costantinopoli]]), l'eredità ideale, politica e religiosa dell'[[Impero d'Oriente]] dev'essere raccolta dai principi di Mosca.<ref>{{en}}Christoph Witzenrath, ''[https://books.google.it/books?id=vd-1CwAAQBAJ&pg=PT135 Eurasian Slavery, Ransom and Abolition in World History, 1200-1860]'', Routledge, 2014, ISBN 978-13-17-14001-6.</ref><ref>{{en}}Hugh Urban; Greg Johnson, ''[https://books.google.it/books?id=M9t1DwAAQBAJ&pg=PA46 Irreverence and the Sacred: Critical Studies in the History of Religions]'', Oxford University Press, 2018, ISBN 978-01-90-91196-6, p. 46.</ref><ref name="eve107">{{en}}M. Eve; M. Buttino; M. L. Rotondi, ''[https://books.google.it/books?id=t5HKjm6vs3YC&pg=PA107 In a collapsing empire]'', Feltrinelli Editore, 1993, ISBN 978-88-07-99048-9, p. 107.</ref>
Il 30 maggio 1453 Costantinopoli era caduta nelle mani dei [[Ottomani|Turchi]]. Con la caduta della capitale bizantina, il fratello dell'ultimo imperatore [[Costantino XI Paleologo]], [[Tommaso Paleologo|Tommaso]], dopo il sacco della città si era
# Una certa ripresa dell'afflusso di intellettuali occidentali verso la Moscovia, tra i quali soprattutto artisti italiani e francesi,
# Introduzione a corte di moltissime usanze del cerimoniale bizantino: il [[gran principe]] diventa una specie di analogo del [[Basileus#Nell'Impero bizantino|''basileus'' bizantino]].<ref name="gerd20">{{en}}Lora Gerd, ''[https://books.google.it/books?id=WHROBAAAQBAJ&pg=PA20 Russian Policy in the Orthodox East]'', De Gruyter Open, 2014, ISBN 978-83-76-56032-8, p. 20.</ref>
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== L'autonomia religiosa ==
Il
La Russia non avrà mai un [[patriarca (cristianesimo)|patriarca]] fino al 1589,<ref name="moroni253">Gaetano Moroni, ''[https://books.google.it/books?id=2oRHAQAAMAAJ&pg=RA1-PA253 Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni]'', Tipografia Emiliana, 1852, digitalizzato dalla University of Iowa il 17 marzo 2015, p. 253.</ref> mentre altre Chiese ortodosse ex-imperiali riescono in fretta a nominare patriarca il loro [[metropolita]] (la [[Chiesa ortodossa serba]] e la [[Chiesa ortodossa bulgara|bulgara]], per esempio). La Moscovia, invece, rimane a lungo sottomessa a Costantinopoli.<ref name="moroni253"/> Nel momento in cui il patriarca di Costantinopoli perde ogni possibilità di esercitare la sua giurisdizione, il [[metropolita di Mosca]] comincia a rivendicare per sé l'eredità della tradizione ortodossa. Nasce così il già citato mito di [[terza Roma|Mosca terza Roma]]. Solo nel 1589 il metropolita [[Giobbe (patriarca di Mosca)|Iob]] riceve il ''tomos'' patriarcale dal patriarca di Costantinopoli [[Geremia II Tranos|Geremia]].<ref>{{en}}Artur Mrowczynski-Van Allen; Teresa Obolevitch; Pawel Rojek, ''[https://books.google.it/books?id=4tijDwAAQBAJ&pg=PA4 Alexei Khomiakov: The Mystery of Sobornost']'', Wipf and Stock Publishers, 2019, ISBN 978-15-32-66155-6, p. 4.</ref>
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== Collegamenti esterni ==
* {{EI|moscovia}}
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