Distributismo: differenze tra le versioni

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[[File:Shaw, Belloc e Chesterton.jpg|thumb|Hilaire Belloc (al centro) e Gilbert Keith Chesterton (a destra), qui fotografati insieme a [[George Bernard Shaw]], furono - insieme a Vincent McNabb - i "padri fondatori" del distributismo]]
{{C|traduzione non sempre ok. aggiunte proprie del traduttore|economia|agosto 2008|[[Utente:Francomemoria|Francomemoria]] ([[Discussioni utente:Francomemoria|msg]]) 20:25, 2 ago 2008 (CEST)}}
Il '''Distributismodistributismo''', noto anche come '''distribuzionismo''', è una filosofia economica formulata da alcuni pensatori quali [[Gilbert Keith Chesterton]], [[Cecil Chesterton]], padre [[Vincent McNabb]] e [[Hilaire Belloc]] per applicare quei principi di [[dottrina sociale della Chiesa cattolica]] che affondano le proprie radici nell'esperienza benedettina (''ora et labora'') ed espressi modernamente nella dottrina di [[papa Leone XIII]] contenuta nell'[[enciclica]] ''[[Rerum novarumNovarum]]''<ref>Pope Leo XIII, [http://www.vatican.va/holy_father/leo_xiii/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_15051891_rerum-novarum_en.html Rerum novarum], 1891. </ref> e ulteriormente sviluppati da [[papa Pio XI]] nell'enciclica ''[[Quadragesimo annoAnno]].''<ref> Pope Pius XI, [http://www.vatican. va/holy_father/pius_xi/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19310515_quadragesimo-anno_en.html Quadragesimo anno], 1931<{{webarchive|url=https://ref>web. Secondo il distributismo, la proprietà dei mezzi di produzione deve essere ripartita nel modo più ampio possibile fra la popolazione generale, piuttosto che essere centralizzata sotto il controllo dello stato (nel [[socialismo]]) o di pochi privati facoltosi (nel [[capitalismo]])archive.org/web/20130725150432/http://vatican/ Una|data=25 sintesiluglio del2013 distributismo si trova nel postulato di Chesterton «Troppo capitalismo non significa troppi capitalisti}}, ma troppo pochi capitalisti».1931</ref> G.K. Chesterton, "The Uses of Diversity", 1921.</Ref>
 
Secondo il distributismo, la proprietà dei mezzi di produzione deve essere ripartita nel modo più ampio possibile fra la popolazione generale, piuttosto che essere centralizzata sotto il controllo dello Stato (nei variegati capitalismi di stato), anche se tale affermazione riguarda in particolare il bolscevismo/postbolscevismo. Sia nel socialismo rivoluzionario, che in quello utopista di Proudhon ed, in particolare nell’anarchismo, la distribuzione avviene direttamente attraverso le assemblee federali e comunali non per mezzo dello Stato. Nel caso del [[capitalismo]] invece questo permette a pochi privati facoltosi di ottenere tutte le ricchezze prodotte con il lavoro degli altri. Una sintesi del distributismo si trova nel postulato di Chesterton «Troppo capitalismo non significa troppi capitalisti, ma troppo pochi capitalisti».<ref>G.K. Chesterton, "The Uses of Diversity", 1921.</ref> Il postulato di Chersterton non ha nulla a che vedere con il distributismo, il quale non è presente in alcuna teoria del liberismo classico e del neoliberismo. Le radici del distributismo sono invece da ricercare nella necessità da parte della Chiesa di adeguarsi alle rivendicazioni dei partiti e dei movimenti socialisti nell’Ottocento. In sostanza, il distributismo si distingue per la sua idea di distribuzione dei beni e dei mezzi di sostentamento, prima fra tutti la proprietà della casa.
In sostanza, il distributismo si distingue per la sua idea di distribuzione dei beni e dei mezzi di sostentamento, prima fra tutti la proprietà della casa. Il distributismo sostiene che, mentre il socialismo non permette alle persone di possedere proprietà (che sono sotto il controllo dello stato o del comune), e il capitalismo permette a pochi di possedere (come inevitabile risultato di [[competizione]] non [[Meritocrazia|meritocratica]]), il distributismo cerca di consentire che la maggior parte delle persone diventino i proprietari dei mezzi di produzione e della propria casa. Come [[Hilaire Belloc]] stabilì, la "stato distributivo" (lo stato che ha attuato il distributismo) contiene "''un agglomerato di famiglie di diversa ricchezza, ma di gran lunga il maggior numero di proprietari dei mezzi di produzione''".<ref> Hilaire Belloc,''The Servile State'', 1913</ref>Questa più ampia distribuzione non si estende a tutti i beni, ma solo a mezzi di produzione e di lavoro, la proprietà che produce ricchezza, cioè, le cose necessarie per l'uomo per sopravvivere. Esso include terra, strumenti, ecc. Ma anche la casa, fondamentale per la vita stessa dell' uomo e della famiglia.<ref>Hilaire Belloc,''The Servile State'', 1913</ref>
 
In sostanza, il distributismo si distingue per la sua idea di distribuzione dei beni e dei mezzi di sostentamento, prima fra tutti la proprietà della casa. Il distributismo sostiene che, mentre il socialismo non permette alle persone di possedere proprietà (che sono sotto il controllo dello statoStato o del comune), eed il capitalismo permette a pochi di possedere (come inevitabile risultato di [[competizione]] non [[Meritocrazia|meritocratica]]), il distributismo cerca di consentire che la maggior parte delle persone diventino i proprietari dei mezzi di produzione e della propria casa. Come [[Hilaire Belloc]] stabilì, lalo "statoStato distributivo" (cioè lo statoStato che ha attuato il distributismo) contiene "''un agglomerato di famiglie di diversa ricchezza, ma di gran lunga il maggior numero di proprietari dei mezzi di produzione''".<ref> name="ReferenceA">Hilaire Belloc,''The Servile State'', 1913</ref> Questa più ampia distribuzione non si estende a tutti i beni, ma solo a mezzi di produzione e di lavoro, la proprietà che produce ricchezza, cioè, le cose necessarie per l'uomo per sopravvivere. Esso include terra, strumenti, ecc., Mama anche la casa, fondamentale per la vita stessa dell' uomo e della famiglia.<ref>Hilaire Belloc,''The Servile State'', 1913<name="ReferenceA"/ref>
Il distributismo è stato spesso descritto come una [[Terza via (fascismo)|terza via]] alternativa a socialismo e capitalismo. Tuttavia, alcuni l'hanno visto più come una aspirazione, visto che è stato realizzato con successo solo a breve termine e localmente a favore dei principi di [[sussidiarietà]] e [[solidarietà]] (questi raggiunti in cooperative locali finanziariamente indipendenti). Essi sostengono che in futuro il [[Lavoro subordinato|lavoro salariato]] sarà visto così come oggi viene visto lo [[schiavismo]].
 
Il distributismo è stato spesso descritto come una [[Terzaterza viaposizione (fascismoideologia)|terza via]] alternativa a socialismo e capitalismo. Tuttavia, alcuni l'hanno visto più come una un'aspirazione, visto che è stato realizzato con successo solo a breve termine e localmente a favore dei principi di [[Principio di sussidiarietà|sussidiarietà]] e [[solidarietà]], (questi raggiunti in cooperative locali finanziariamente indipendenti). Essi sostengono che in futuro il [[Lavoro subordinato|lavoro salariato]] sarà visto così come oggi viene visto lo [[schiavismo]].
 
== Storia ==
L'articolazione delle idee distributiste eraè basato sugli insegnamenti papali del XIX e XX secolo, che inizia con [[Papapapa Leone XIII]] ''[[Rerum novarum Novarum]]''. Nel [[1930]] negli Stati Uniti, in tempi di recessione e conseguente critica al capitalismo, il distributismo è stato trattato in numerosi saggi di Chesterton, Belloc e altri in ''L'America si modifica'', pubblicato a cura di [[Seward Collins]]. Cardine tra Chesterton e Belloc le altre opere in materia che includono nel distributismo ''Lo Stato Servile''<ref> Hilaire Belloc,''Lo Stato Servile'', la libertà Fondo, pubblicato originariamente 1913</ref> e ''SchemaIl diprofilo Sanity della ragionevolezza.''<ref>G. K. Chesterton, {{collegamento interrotto|1=[http://www.cse.dmu.ac.uk/~mward/gkc/libri/Sanity.txt''LoIl schemaprofilo didella Sanityragionevolezza''] |data=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, IHS Press, 2002, pubblicato originariamente 1927</ref>.
 
Il pensiero distributista è stato successivamente adottato dal [[Movimento dei lavoratori cattolici]], congiuntamente con il pensiero di [[Dorothy Day]] e [[Peter Maurin]], nella loro localizzata e indipendente comunità. Ha anche influenzato il pensiero del [[Movimento di Antigone]], che attuò cooperative e altre misure di aiuto agli operai disoccupati nel Canada. La sua attuazione pratica in loco sotto forma di cooperative è stato recentemente documentato da [[Race Mathews]] nel libro ''IlJobs of nostroour lavoroown''.
 
== Teoria economica ==
=== La proprietà privata ===
Con questo sistema, la maggior parte delle persone sarebbe in grado di guadagnarsi da vivere senza dover contare su lsull'uso della proprietà altrui. Esempi di persone che si guadagnano da vivere in questo modo sarebbesarebbero gli agricoltori, che possiedono la loro terra e le relative macchine (oppure in consorzio con altri agricoltori); gli idraulici che possiedono i loro strumenti; gli sviluppatori di software che possiedono il loro computer, ecc. L' approccio "cooperativo" anticipa al di là di questa prospettiva di riconoscere che tali beni e le attrezzature possono essere "co-proprietà" di comunità locali più grandi di una famiglia, ad esempio, partner in un business oppure in un consorzio, pur sempre permanendo in una forma di indipendenza aziendale.
 
=== Corporazioni ===
Il tipo di ordine economico previsto dai primi pensatori distributisti comporterebbe il riferirsi a una sorta di '''[[Corporativismo|sistema corporativo]]'''. Difatti l'attuale esistenza di [[sindacato|sindacati]] non costituisce una realizzazione di questo aspetto del distributismo, perché i sindacati sono organizzati allo scopo di promuovere gli interessi di classe, mentre nelle corporazioni "classiche" sono mescolati datori di lavoro e lavoratori dipendenti, teoricamente collaborando per il reciproco vantaggio.
 
=== Banche ===
Il distributismo favorisce l'eliminazione dell' attuale sistema bancario, o, in ogni caso, la sua rielaborazione. Ciò non ne comporta obbligatoriamente (può esserlo come no) la nazionalizzazione, ma necessariamente la partecipazione alle necessità del governo, ad esempio tramite accordi fiscali finalizzati all' incentivazione della fiducia delle banche nei confronti dei creditori fruitori del "'''[[credito sociale]]'''" e dello sviluppo della [[fiscalità monetaria]].
 
== Teoria sociale ==
{{citazioneSenza necessariafonte|La teoria distributista concorda in parte con la [[Piero Sraffa|scuola raffiana]] e [[Silvio Gesell|geselliana]] mentre è in totale disaccordo con quella [[Karl Marx|marxista]]. Secondo la teoria distributista il valore delle merci è si condizionato dalla quantità di moneta circolante, ma influenzato dalla sua distribuzione. Ovvero è consapevole che in un'economia di tipo liberalcapitalista siano le differenze a fare i prezzi e ad adeguare ogni valore alla sua possibilità di accesso a livello piramidale. Ma proprio sulla base di ciò sostiene che se la "piramide" venisse "spianata" varierebbe solo di poco il valore intrinseco iniziale e finale delle merci, in quanto non è il mercato il punto centrale, ma la produzione. Ovverosia il valore delle merci si adeguerebbe alle mutate condizioni della domanda-offerta. Questo non comporterebbe cambiamenti sostanziali nella produzione ed alla fine nemmeno nella distribuzione, ma comporterebbe una razionalizzazione del lavoro e del sistema sociale. In quanto i prodotti creati vanno comunque distribuiti, al prezzo adeguato alle richieste di mercato. Il punto focale quindi secondo i distributisti non è il mercato ed il valore nominale delle merci, bensì la loro produzione. Per questo motivo essi auspicano un sistema sociale che preveda il capovolgimento del concetto di lavoro come "valore mercantile" in quello di "[[Meritocrazia|merito]]". Nella pratica questo significa che nessuno dovrebbe più poter utilizzare un essere umano al pari di una "merce" dotata di relativo prezzo. Ognuno invece dovrebbe essere messo nella possibilità di far valere le sue capacità, nell' interesse personale e quindi solo indirettamente nell' interesse collettivo. Cose che, secondo i distributisti, oggi non è. Secondo essi odiernamente le gerarchie sociali non sono basate sul merito e sulle capacità ma sulla furbizia, sulla prevaricazione, e sui beni ereditati.
=== In breve ===
{{citazione necessaria|La teoria distributista concorda in parte con la [[Piero Sraffa|scuola raffiana]] e [[Silvio Gesell|geselliana]] mentre è in totale disaccordo con quella [[Karl Marx|marxista]]. Secondo la teoria distributista il valore delle merci è si condizionato dalla quantità di moneta circolante, ma influenzato dalla sua distribuzione. Ovvero è consapevole che in un'economia di tipo liberalcapitalista siano le differenze a fare i prezzi e ad adeguare ogni valore alla sua possibilità di accesso a livello piramidale. Ma proprio sulla base di ciò sostiene che se la "piramide" venisse "spianata" varierebbe solo di poco il valore intrinseco iniziale e finale delle merci, in quanto non è il mercato il punto centrale, ma la produzione. Ovverosia il valore delle merci si adeguerebbe alle mutate condizioni della domanda-offerta. Questo non comporterebbe cambiamenti sostanziali nella produzione ed alla fine nemmeno nella distribuzione, ma comporterebbe una razionalizzazione del lavoro e del sistema sociale. In quanto i prodotti creati vanno comunque distribuiti, al prezzo adeguato alle richieste di mercato. Il punto focale quindi secondo i distributisti non è il mercato ed il valore nominale delle merci, bensì la loro produzione. Per questo motivo essi auspicano un sistema sociale che preveda il capovolgimento del concetto di lavoro come "valore mercantile" in quello di "[[Meritocrazia|merito]]". Nella pratica questo significa che nessuno dovrebbe più poter utilizzare un essere umano al pari di una "merce" dotata di relativo prezzo. Ognuno invece dovrebbe essere messo nella possibilità di far valere le sue capacità, nell' interesse personale e quindi solo indirettamente nell' interesse collettivo. Cose che, secondo i distributisti, oggi non è. Secondo essi odiernamente le gerarchie sociali non sono basate sul merito e sulle capacità ma sulla furbizia, sulla prevaricazione, e sui beni ereditati.
 
Nel capitalismo, un'entità produttiva è di proprietà di una persona o di una [[società (sociologia)|società]] di persone anche estranee alla produzione, mentre la produzione è affidata a lavoratori dipendenti.
Nel [[comunismo]], la proprietà è sostituita "[[Capitalismo di statoStato|dallo statoStato]]" e viene gestita tramite [[burocrazia|burocrati]] di nomina politica.
Il distributismo a differenza della [[collettivizzazione]] [[Comunismo|comunista]], non prevede l'attuazione dei propri contenuti dottrinali mediante un [[espropriazione per pubblica utilità|esproprio]], ma mediante una proibizione legislativa del [[lavoro]] salariato e la concessione di un credito. In modo che il padrone sia costretto di propria volontà a ''svendere'' ai propri dipendenti quote di partecipazioni, mantenendo per egli stesso una quota uguale a quella degli oramai ex-dipendenti. Per poter permettere ai dipendenti di raggiungere una cifra che accontenti entrambe le parti verrebbe emesso dallo Stato un "credito sociale" che potrà essere restituito nel corso della vita. La [[gerarchia]] e la [[Dividendo (economia)|divisione dei guadagni]] delle aziende verrebbe decisa elettoralmente da tutti i partecipanti all'azienda, nello stile del corporativismo e in un'ottica di meritocrazia.
Il distributismo auspica possibilmente il frazionamento in tante piccole società, eventualmente consorziate in grandi aziende e riunite in corporazioni secondo specializzazione: alla fine del ciclo scolastico, alla persona che entra nel mondo del lavoro viene offerto dalle banche convenzionate allo scopo con lo Stato, un credito sociale col quale la persona potrà avviare oppure rilevare un'attività o una quota in una società da un pensionando. Tale credito potrà essere restituito nel corso della vita venendo in pratica a sostituire il pagamento delle [[ImposteImposta|tasse]] (abolite e sostituite dal sistema "credito sociale-assicurativo"). Alla fine della vita lavorativa questa persona cederà la sua attività o quota a un nuovo entrato nel mondo del lavoro, ricevendo il pagamento, da utilizzarsi come fondo pensione.
Come il capitalismo, la teoria del credito sociale prevede il diritto alla [[proprietà (diritto)|proprietà privata]], la [[Autonomia_privata_Autonomia privata (diritto_civilediritto civile)|libertà d' iniziativa]] economica, il rispetto della [[Domanda e offerta|legge della "domanda-offerta"]] e della [[Concorrenza_Concorrenza (diritto_commercialediritto commerciale)|libera concorrenza]].
 
Tutto questo vale anche per i dipendenti dello Stato, che andranno a formare Società private le quali riceveranno gli incarichi statali dalle corporazioni e dai comuni sul modello della gara d' [[appalto]].}}
 
=== La famiglia umana ===
Il distributismo vede la famiglia come la principale unità sociale di ordine umano e la principale unità di un funzionamento distributista della società. Questa unità è anche la base di una famiglia estesa multi-generazionale, che è incorporatoincorporata in socialmente e geneticamente intercorrelati tra le comunità, le nazioni, ecc, e, in ultima analisi l'intera stirpe. Il sistema economico di una società dovrebbe pertanto essere concentrato soprattutto sulla fioritura di un nucleo familiare, ma non in isolamento: a livello appropriato del contesto familiare, come è destinato in linea di principio di sussidiarietà. Il distributismo riflette questa dottrina la maggior parte evidentemente di promuovere la famiglia, piuttosto che i singoli, parimenti al proprietario, cioè, il distributismo mira a garantire che la maggior parte delle famiglie, piuttosto che la maggior parte delle persone, saranno i proprietari di immobili produttivi e abitativi. La famiglia è, quindi, di vitale importanza per il nucleo stesso del distributismoeccetera.
Il sistema economico di una società distributista è pertanto concentrato soprattutto sulla fioritura di un nucleo familiare, non in isolamento, bensì collegato agli altri nuclei familiari uniti da vincoli di collaborazione, sostegno reciproco, formazione di un tessuto umano consistente. Il distributismo vuole perciò promuovere la famiglia, piuttosto che i singoli; anche l’idea di proprietà è legata alla persona inserita nel nucleo familiare. In altre parole, il distributismo mira a garantire che la maggior parte delle famiglie, piuttosto che la maggior parte delle persone, siano proprietarie di immobili produttivi e abitativi che ne consentano l’autonomia. La famiglia è, quindi, di vitale importanza per il nucleo stesso del distributismo.
 
=== Sussidiarietà ===
Il distributismo pone grande enfasi sul [[principio di [[sussidiarietà]]. Questo principio che non vale più per grandi unità (se sociale, economico, o politico) dovrebbe svolgere una funzione che può essere effettuato mediante unità più piccole. Papa Pio XI, scrisse in ''Quadragesimo anno'': "«''Noto come è sbagliato a ritirarsi dal individualismo e di impegnarsi per la comunità in generale, ciò che le imprese private e l'industria sono in grado di realizzare, così, troppo è un'ingiustizia, un grave male e una perturbazione di ordine giusto che una più grande e più alto livello di organizzazione arroghi a sé funzioni che possono essere eseguiti in modo efficiente anche da organismi di piccole dimensioni reciprocamente.''"». Quindi, qualsiasi attività di produzione (che secondo il distributismo svolge ad essere la parte più importante di qualsiasi economia) dovrebbe essere svolta dalla più piccola unità possibile. Questo aiuta a provare il fatto che secondo cui unità più piccole, delle famiglie, se possibile, dovrebbe essere il controllo dei mezzi di produzione, piuttosto che le grandi unità tipica delle economie moderne. {{non chiaro|Ovverosia in una grande fabbrica i vari reparti dovrebbero si lavorare in consorzio, ma essere ognuno una piccola azienda a se stante.}} In questo modo si responsabilizza maggiormente i suoi possessori-lavoratori.
 
Papa Pio XI ha inoltre affermato, ancora una volta nel ''Quadragesimo anno'', "«''ogni attività sociale dovrebbe della sua stessa natura a fornire aiuto ai membri del corpo sociale, e non distruggere e assorbirlo''"». Per evitare grandi organizzazioni private dominanti il corpo politico, il distributismo applica questo principio di sussidiarietà economico e sociale e di azione politica tramite una regolamentazione fiscale tesa a favorire le aziende con numero basso di persone.
 
=== Società di artigiani ===
Il distributismo promuove una società di [[artigiano|artigiani]] e della [[cultura]]. Questo è influenzato da un accento sulle piccole imprese, la promozione della cultura locale, e favorendo la nascita di piccole imprese anche nella produzione di massa. Una società di artigiani promuove nell'ideale di distributismo l'unificazione del capitale, della proprietà, e la produzione piuttosto che ciò che il distributismo vede come un'alienazione dell' uomo causata dal lavoro.
 
=== Sicurezza sociale ===
Il distributismo è contrario agli enti di sicurezza sociale, sulla base del fatto che essi alienano ulteriormente l'uomo, facendo di lui una dipendenza rispetto allo Stato. Il distributismo come Dorothy Day non crede nel sistema statale di sicurezza sociale fin da quando è stato introdotto dal governo degli Stati Uniti. Questo rifiuto di questo nuovo programma è stato a causa della diretta influenza delle idee di Hilaire Belloc sul distributismo americano. Questo in quanto in un sistema sociale distributista le differenze economiche tra persone sarebbero notevolmente appianate rispetto ad oggi, e quindi ad ognuno sarebbe semplice l' accesso a proprie spese ai sistemi privati di sicurezza sociale e sanitaria tramite [[Assicurazione|assicurazioni private]] per le spese maggiori, e di tasca propria per le minori, e tramite il risparmio per il fondo pensionistico (il quale sarebbe rimpinguato dalla refusione del credito sociale al pari di una liquidazione).
 
== Teoria geopolitica ==
=== Ordine politico ===
Il distributismo teoricamente non favorisce un sistema politico su un altro, può andare da [[democrazia]] a [[monarchia]]. Tuttavia come è comprensibile, i [[Plutocrazia|poteri forti]] che caratterizzano i sistemi politici ottocenteschi sono avversi al distributismo, {{Senza fonte|e quindi è assai difficile immaginare applicato il distributismo in un sistema democratico, oppure liberale, oppure monarchico.}} Il distributismo però non supporta gli ordini politici caratterizzati da [[individualismo]] o [[statalismo]] quali il capitalismo e il comunismo. Il distributismo non supporta nemmeno l'[[anarchismo]], ma alcuni distributisti, ad esempio [[Dorothy Day]], sono stati anche anarchici. In quanto secondo essi l' anarchia è la base ideale del liberalcapitalismo inteso come consuetudine antropologica.
 
=== I partiti politici ===
{{Senza fonte|Il distributismo non prevede la regolamentazione della vita politica tramite [[partito politico|partiti politici]] o sindacati (ma non esplicitamente proibiti), ma solo tramite le ''Corporazioni'' nell' elezione piramidale ([[democrazia organica]]) di uomini capaci}} conosciuti di persona via via ai livelli maggiori, determinando che ad ogni elezione i votanti siano fino ad un certo numero e non oltre. {{Senza fonte|Ossia i lavoratori votano il loro rappresentante; esso vota assieme ai rappresentanti delle altre aziende della sua corporazione della sua città per il rappresentante cittadino; esso vota assieme ai rappresentanti delle altre città della sua corporazione per il rappresentante provinciale; esso vota assieme ai rappresentanti delle altre provincie della sua corporazione per il rappresentante regionale; esso vota assieme ai rappresentanti delle altre regioni della sua corporazione per il rappresentante statale (deputato, presidente, ministro, ecc);}} {{Senza fonte|anche ruoli intermedi (questore, prefetto, regioni, province, ministeri, ecc) vengono aboliti e sostituiti dalle corporazioni.}} Essi sostengono ciò equivalga all'abolizione del concetto attuale di "Stato" (per questo a volte identificati come teorie anarchiche).
 
=== Guerra ===
Il distributismo è solito utilizzare la pragmatica per determinare se una guerra deve essere combattuta o meno. Ogni opinione è personale. Sia Chesterton che Belloc si opposero all'imperialismo britannico, in generale, così come specificamente contro le [[Guerreguerre Boereboere]], ma sostennero il coinvolgimento britannico nella [[Iprima Guerraguerra Mondialemondiale]]. {{Senza fonte|Nella [[seconda guerra mondiale]], invece, i distributisti furono tendenzialmente neutrali oppure favorevoli all'[[Potenze dell'Asse|Asse]] non potendo idealisticamente schierarsi con il capitalismo e il comunismo degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]].}}
 
== Influenza ==
=== E.F. Schumacher ===
Il distributismo è conosciuto per aver avuto un influsso sull'economista [[E.F.Ernst Friedrich Schumacher]], un convertito al cattolicesimo.
 
=== La corporazione cooperativa Mondragón ===
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Le idee distributiste sono state messe in pratica dalla [[Gilda di San Giuseppe e San Domenico]], un gruppo di artisti e artigiani che fondò una comunità a [[Ditchling]], nel [[Sussex]], in [[Inghilterra]] nel 1920, con il motto ''Ricca di Uomini virtù studiare la bellezza vivere in pace nelle loro case''. La Gilda ha cercato di ricreare uno stile di vita medievale idealizzato nel pauperismo, secondo le modalità delle [[Corporazioni delle Arti e dei Mestieri]]; è sopravvissuta fino al 1989.
 
== ControversiaControversie ==
=== DistributismoIl elegame fascismocon i Fascismi ===
Controversie sulIl distributismo è stato oggetto di polemiche nella comunitàseconda simetà sonodel verificate'900 a causa delle comunanze delledi alcune associazioni di distributismodistributiste con alcuni gruppi o movimenti [[Fascismo|fascisti]]. Ciò comprende gruppi come ad esempio l'[[Unione Britannica dei Fascisti]] e il [[Partito nazional-socialeNazionale Sociale cristianoCristiano]], i quali sostengono le opinioni distributiste.<ref>[[Nick Griffin|N. Griffin]], 'avanti per le buone',''identità'', n. 21, giugno 2002, pag 7</ref>. I sostenitori del [[Nazionalnazional-anarchismo]] anch' essi favorevoli al distributismo, come [[Troy Southgate]] indicando il suo impegno per l'idea.<ref>[http://www.rosenoire.org/interviews/southgate2.php rosenoire.org - rosenoire Resources and Information. This website is for sale!<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080807124251/http://rosenoire.org/interviews/southgate2.php |data=7 agosto 2008 }}</ref>. Va inoltre osservato che, dal momento che lai maggiordistributisti partesono deiin distributistiprevalenza sonodi orientamento cattolicicattolico, essivi credonoè nellageneralmente un rifiuto delle tesi [[Anarchismo|anarchiche]] in osservanza del [[Dottrina sociale della Chiesa|Magistero esociale rifiutanodella l'anarchismoChiesa]].
 
Molte tracce portano le radici al [[fascismo]] o viceversa, e si può vedere il distributismo come una versione di corporativismo.<ref> David Baker, "L'economia politica del fascismo: mito o realtà e mito o realtà?" '''''Nuova Economia Politica''''', Volume 11, Issue 2 giugno 2006, pagine 227 - 250</ref>. Colui il quale concorse a traghettare il distributismo al fascismo fu il poeta americanostatunitense [[Ezra Pound]]. Ci sono molte analogie tra i due sistemi, notevoli parallelismi tra la '''[[Socializzazionesocializzazione dell'economia (fascismo)|socializzazione delle aziende e imprese]]''' e il distributismo. Oltretutto per esclusione le uniche comunanze sono tra questi sistemi, visto che il distributismo rifiuta sia il comunismo che il capitalismo. Ma ci sono differenze tra le due filosofie politiche, in particolare il fascismo era permissivo verso le grandi imprese nazionali e quelle statali. Va inoltre notato che la maggior parte dei distributisti sono di fede cattolica e seguendo la Chiesa rifiutano il nazionalismo laicostato.
 
Nonostante questo, solamente i partiti politici fascisti fanno propria la dottrina economica distributista a parte qualche sparuto gruppuscolo [[Nazional-anarchismo|anarchico]].
 
==Note==
{{<references|2}}/>
 
==Bibliografia==
*''Distributism'' by Anthony Cooney. ISBN 0-9535077-2-6.
*''Distributism'' by S Sagar. ISBN 0-905109-20-1
*''Shaw V. Chesterton: a Debate between George Bernard Shaw and G. K. Chesterton. ISBN 0-9679707-7-6. [http://www.cse.dmu.ac.uk/~mward/gkc/books/debate.txt Etext]''
 
== Voci correlate ==
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* [[Hilaire Belloc]]
* [[Dorothy L. Sayers]]
* [[Clifford Hugh Douglas]]
* [[Juan Manuel de Prada]]
 
==Collegamenti esterni==
===Favorevoli al distributismo===
* http://www.distributism.com/
* https://web.archive.org/web/20080729040648/http://www.distributism.org/
* {{cita web|url=http://www.geocities.com/kevinjjonesy/distributism/|titolo=A Distributist Page <!-- Bot generated title -->|deadurl=yes|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020105004129/http://www.reocitiesgeocities.com/kevinjjonesy/distributism/#|accesso=29 luglio 2008|dataarchivio=5 gennaio 2002|urlmorto=sì}}
* https://web.archive.org/web/20080509170911/http://mdemarco.web.wesleyan.edu/gkc/distrib/
* [{{cita web|http://gorpub.freeshell.org/books.html#distrib |Distributism: A Catholic System of Economics]}}
* [{{cita web|http://www.medaille.com/distributivism.htm |Distributivism and Catholic Social Teaching by John C. Médaille]}}
 
===Contrari al distributismo===
* [{{cita web|http://www.traditioninaction.org/bkreviews/A_019br_DistribManifesto.htm |A ''Distributist Manifesto'' strongly spiced with Communism]}}
* [http{{cita web|https://www.mises.org/story/1062 |What's Wrong With "Distributism": Mises Institute]}}
* [{{cita web|url=http://nudccw.org/vm/index.asp?art_id=14785 |titolo=Trashing "Chesterbelloc"]|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929175220/http://nudccw.org/vm/index.asp?art_id=14785|dataarchivio=29 settembre 2007}}
* [http://www.seattlecatholic.com/article_20020927_The_Capitalist_Response.html The Capitalist Response] by John Clark
* [httphttps://www.lewrockwell.com/woods/woods14.html Three Catholic Cheers for Capitalism] by Thomas Woods
 
===Neutrali verso il distributismo===
* [{{cita web|http://gorpub.freeshell.org/books.html#distdeba |The Distributism Debate]}}
* [{{cita web | 1 = http://library-2.lse.ac.uk/archives/handlists/Distributist/Distributist.html | 2 = British National Library's Archives of the defunct Distributist Party of the UK] | accesso = 29 luglio 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071222093052/http://library-2.lse.ac.uk/archives/handlists/Distributist/Distributist.html | dataarchivio = 22 dicembre 2007 | urlmorto = sì }}
 
==Bibliografia==
*''Distributism'' by Anthony Cooney. ISBN 0-9535077-2-6.
*''Distributism'' by S Sagar. ISBN 0-905109-20-1
*''Shaw V. Chesterton: a Debate between George Bernard Shaw and G. K. Chesterton. ISBN 0-9679707-7-6. [http://www.cse.dmu.ac.uk/~mward/gkc/books/debate.txt Etext]
{{Portale|Economia|lavoro}}
 
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[[Categoria:Sociologia del lavoro]]
[[Categoria:Sociologia politica]]
 
[[de:Distributismus]]
[[en:Distributism]]
[[es:Distributismo]]
[[fi:Distributismi]]
[[fr:Distributisme]]
[[pl:Dystrybucjonizm]]
[[pt:Distributismo]]
[[sv:Distributism]]