Colonialismo italiano: differenze tra le versioni

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|forma di stato = [[Colonia (diritto internazionale)|Colonie]], [[Protettorato|protettorati]] e [[Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite|amministrazione fiduciaria]] dipendenti dallo Stato italiano
|governo = [[Monarchia costituzionale]] <small>(1882-1946)</small><ref>''[[De facto]]'' [[dittatura]] [[Totalitarismo|totalitaria]] [[Storia del fascismo italiano|fascista]] dal 1925 al 1943.</ref><br />[[Repubblica parlamentare]] <small>(1950-1960)</small>
|inizio = 10 marzo [[1882]]
|primo capo di stato = [[Umberto I di Savoia|Umberto I]]
|evento iniziale = [[Contratto di acquisto della Baia di Assab|Acquisto di Assab]]
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|evento finale = Indipendenza della [[Somalia]]
|area geografica = [[Africa orientale]] ([[Eritrea]], [[Somalia]], [[Etiopia]]), [[Nordafrica|Africa settentrionale]] ([[Libia]]), isole del [[Mar Egeo]] ([[Dodecaneso]]), [[Cina]] ([[Tientsin]])
|territorio originale = [[Italia]]
|superficie massima = ~{{M|4000000|ul=kmq}}
|periodo massima espansione = 1940
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|periodo popolazione = 1940
|voce suddivisione amministrativa = Cfr. [[Divisione amministrativa delle colonie italiane|l'articolo dedicato]]
|moneta = [[Lira Italiana]] in Italia, Libia e in Somalia dal 1926
 
[[Rupia somala]] in Somalia dal 1909 al 1925
 
[[Lira somala]] in Somalia dal 1926 al 1941
 
[[Tallero d'Eritrea]] in Eritrea
 
[[Lira dell'Africa Orientale Italiana|Lira AOI]] dal 1938 al 1941
|stato precedente = {{Bandiera|OTT}} [[Impero ottomano]]
* [[File:Maritime flag of Regency of Tripoli (18th century).svg|20px|border]] [[Tripolitania ottomana|Vilayet di Tripolitania]]
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Nel 1901, sulla scia dell'intervento delle nazioni europee in [[Cina]] a seguito alla [[ribellione dei Boxer]], l'Italia ottenne una piccola [[Concessione italiana di Tientsin|concessione a Tientsin]]. Tra il 1889 e il primo decennio del Novecento vennero poste le basi per la penetrazione economica e amministrativa in [[Somalia]], i cui confini vennero definiti nel 1908 con una legge che riuniva tutti i possedimenti italiani nella zona nella [[Somalia italiana]].
 
Lo sforzo maggiore dell'Italia liberale per ottenere un proprio impero in Africa si ebbe con la [[Guerra italo-turca|guerra di Libia]]. L'[[Impero ottomano]] all'epoca controllava le regioni nordafricane di [[Cirenaica]] e [[Tripolitania]], e il [[Governo Giolitti IV|governo Giolitti]] intraprese una guerra che di fatto fu combattuta prima contro la resistenza anti-coloniale turco-libica e poi solo libica. Con il [[Trattato di Losanna (1912)|trattato di OuchyLosanna]], firmato nell'ottobre 1912, [[Istanbul|Costantinopoli]] si impegnò a ritirare i propri ufficiali e la Libia poté essere annessa all'Italia, anche se il controllo effettivo dell'interno di questa colonia sarebbe stato ancora a lungo un obiettivo piuttosto che una realtà<ref>{{cita|Labanca|pp. 108-116}}.</ref>. Alla vigilia della [[prima guerra mondiale]] l'Italia possedeva un oltremare quantitativamente piccolo, che sul totale generale delle superfici coloniali occupate da europei pesava poco meno del 4%, con una popolazione forse dello 0,3%<ref>{{cita|Labanca|p. 23}}.</ref>.
 
Durante la Grande Guerra le vicende coloniali giocarono un peso limitato per l'Italia, sia perché non poté partecipare ad alcuna operazione militare contro i [[Impero coloniale tedesco|possedimenti tedeschi in Africa]], sia perché il comando supremo dell'esercito rifiutò sempre l'ipotesi di destinare truppe suppletive nelle colonie<ref>{{cita|Labanca|p. 125}}.</ref>. Dopo la fine della guerra, durante la [[Conferenza di pace di Parigi (1919)|conferenza di pace di Parigi]], i governi di Londra e Parigi si spartirono i mandati della [[società delle nazioni]] fra di loro, mentre l'Italia ebbe delle compensazioni coloniali consistenti in rettifiche territoriali in favore di Libia, Eritrea e Somalia. Anche da ciò, oltre che dalla questione dei confini orientali, derivò il mito della "[[vittoria mutilata]]"<ref>{{cita|Labanca|pp. 126-227}}.</ref>.
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Allo stesso periodo risale anche il progetto dell'avventuriero [[Celso Cesare Moreno]] di stabilire una presenza italiana nell'isola di [[Sumatra]]. Moreno aveva vissuto a lungo nel [[sultanato di Aceh]], dove era entrato in confidenza con il sultano Ibrahim, il quale gli aveva dato in sposa una delle sue figlie; tornato in Italia nel 1864 si era attivato subito per convincere l'opinione pubblica della necessità per il giovane Regno di espandere la propria sfera d'influenza in Asia sud-orientale, avendo anche un colloquio con il re. Il disinteresse del governo provocò la fine dei sogni di Moreno, il quale aveva progettato la creazione di una colonia sull'isola di Pulau Weh e l'istituzione di un protettorato italiano sul sultanato di Aceh per difenderlo dall'[[Guerra di Aceh|espansione olandese]].<ref>{{Cita pubblicazione |autore = Massimo Novelli |url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/08/13/dalle-langhe-ai-mari-del-sud.to_017dalle.html |titolo = Dalle Langhe ai mari del Sud |giornale = [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data = 13 agosto 2016 |accesso = 13 settembre 2016}}</ref>
 
Alla fine del 1869 l'esploratore Giovanni Emilio Cerruti fu mandatoinviato nella [[Nuova Guinea]], perdove allacciareottenne rapportiil consostegno ledi popolazionialcuni locali,capi ottenendo buoni risultatilocali per la creazione di un'eventualeuna coloniapresenza commercialeitaliana e/onella regione; penaletuttavia, maconsiderazioni ilgeopolitiche timoree dila inimicarsiprudenza ildiplomatica verso [[Regno Unito]] e i [[Paesi Bassi]] feceportarono all’abbandono falliredel tuttoprogetto<ref>Franchini, Vittorio. ''Storia economica coloniale: lezioni di storia economica'' p.526</ref>. Cerruti infatti era tornato nel 1870 a [[Firenze]] con bozze di trattati firmati dai sultani delle isole di [[Isole Aru|Aru]], [[Isole Kai|Kai]] e Balscicu nella Nuova Guinea che ufficializzavano la sovranità italiana (il Cerruti aveva finanche preso possesso di alcuni settori della costa settentrionale ed occidentale nella Nuova Guinea in nome dell'Italia)<ref>{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=UvYsAAAAYAAJ&pg=PA275&lpg=PA275&dq=esploratore+Cerruti+in+nuova+guinea&source=bl&ots=21INjT8L9x&sig=2c97yv2CIzDwjA5wrW2BCtOkRsg&hl=it&ei=5wTfTeDcEoXXiAL1qojtCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CBkQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false |titolo=L'esploratore Cerruti in Nuova Guinea |accesso=27 maggio 2011 |dataarchivio=17 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111017165104/http://books.google.it/books?id=UvYsAAAAYAAJ&pg=PA275&lpg=PA275&dq=esploratore+Cerruti+in+nuova+guinea&source=bl&ots=21INjT8L9x&sig=2c97yv2CIzDwjA5wrW2BCtOkRsg&hl=it&ei=5wTfTeDcEoXXiAL1qojtCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CBkQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false |urlmorto=no }}</ref>. Nel 1883 il governo italiano chiese a quello britannico per via diplomatica se avesse accettato che la Nuova Guinea potesse diventare una colonia italiana: al rifiuto britannico l'Italia abbandonò ogni tentativo di colonizzazione nel [[Oceano Pacifico|Pacifico]] asiatico.<ref>{{cita web|url=http://books.google.com/books?id=vKVFAauDdHkC&pg=PA42&lpg=PA42&dq=emilio+cerruti+in+new+guinea+1870&source=bl&ots=a6DlZoluQY&sig=z_gMRBnafb83XpnAUqBHnninY5M&hl=en&ei=tg3fTcyQNYTGsAOdsY2TBw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CDAQ6AEwBg#v=onepage&q=emilio%20cerruti%20in%20new%20guinea%201870&f=false|titolo=Ultimo tentativo italiano in Nuova Guinea nel 1883|accesso=27 maggio 2011|dataarchivio=5 giugno 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130605022904/http://books.google.com/books?id=vKVFAauDdHkC&pg=PA42&lpg=PA42&dq=emilio+cerruti+in+new+guinea+1870&source=bl&ots=a6DlZoluQY&sig=z_gMRBnafb83XpnAUqBHnninY5M&hl=en&ei=tg3fTcyQNYTGsAOdsY2TBw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CDAQ6AEwBg#v=onepage&q=emilio%20cerruti%20in%20new%20guinea%201870&f=false|urlmorto=no}}</ref> {{Senza fonte|In conclusione vi sono diverse opinioni sulla considerazioni di esse come colonie italiane, la maggioranza delle opinioni le riconoscono come occupazioni temporanee}}.
 
Nel 1880 il barone [[Gustav von Overbeck|Von Overbeck]], console dell'[[Impero austro-ungarico]] ad [[Hong Kong]], visto il rifiuto del proprio governo di sostegno alla sua concessione nel [[Borneo]] settentrionale (l'attuale stato di [[Sabah]] della [[Malaysia]]), chiese al governo italiano se fosse interessato ad acquisire la concessione e creare la prima colonia italiana nell'Asia insulare, ma il progetto naufragò per il rifiuto di Roma di intervenire, lasciando così mano libera alla [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Gran Bretagna]] che acquistò la concessione nel 1881. La motivazione iniziale di Von Oberbeck riguardava la possibilità di creare una colonia penale del governo italiano nel territorio di [[Sabah]]:
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{{vedi anche|Africa Orientale Italiana|Guerra d'Etiopia}}
[[File:Colonie italiane.jpg|miniatura|L'impero coloniale italiano dal 1936 al 1939]]
[[File:Cartolina celebrativa della conquista dell'Impero.jpg|miniatura|sinistra|Cartolina celebrativa della conquista dell'Impero: le frasi sono brani di discorsi pronunciati da Mussolini]]
[[File:Flag of the Governor-general of AOI and Viceroy of Ethiopia (1938–1941).svg|miniatura|Insegna del viceré dell'Africa Orientale Italiana]]
 
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Dopo la [[Campagna di Francia|caduta della Francia]], l'illusione di una vittoria sulla [[Regno Unito|Gran Bretagna]] spinse Mussolini e il Ministro degli Esteri [[Galeazzo Ciano|Ciano]] ad iniziare una serie di colloqui con gli ambiti civili di [[Algeria francese|Algeria]], [[Regno d'Egitto|Egitto]] e [[Sudan]]. I colloqui vennero ben presto ostacolati dall'alleato tedesco e terminarono con la controffensiva britannica in Cirenaica.
 
Ai primi di novembre 1942, a seguito degli [[Operazione Torch|sbarchi alleati in Marocco e Algeria]], l'Italia con l'[[operazione Anton]] [[occupazione italiana della Corsica|occupò la Corsica]] e una fascia di territorio francese larga all'incirca {{M|200&nbsp;|u=km}} a ovest del confine.<ref>Davide Rodogno, ''Fascism's European Empire'', Cambridge University Press, 2006, ISBN 0-521-84515-7.</ref> Con quest'operazione (e le successive occupazioni della Tunisia<ref>Maravigna, General Pietro (1949). ''Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi'', p. 214.</ref> e del [[Principato di Monaco]]) il territorio occupato dall'Italia nel Mediterraneo raggiunse la sua massima estensione, ma si trattò di un successo effimero, in quanto negli stessi giorni la [[seconda battaglia di El Alamein]] e il successivo crollo del fronte libico portarono alla perdita dell'Africa settentrionale e poi all'invasione alleata dello stesso territorio metropolitano italiano.
 
Sul finire del [[1941]] [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e [[Germania nazista|Germania]] intavolarono una trattativa per occupare militarmente e politicamente la [[Svizzera]], progetto poi mai andato in opera. Prevedeva la spartizione in due parti: alla [[Germania nazista|Germania]] la parte settentrionale di [[lingua tedesca]] e [[Lingua francese|francese]], all'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] il [[Canton Ticino]], il [[Vallese]] e i [[Grigioni]] oltre a [[Canton Ginevra|Ginevra]] aggregata alla Savoia italiana.<ref>Fonte: Televisione della Svizzera italiana.</ref>
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L{{'}}'''invasione italiana dell'Egitto''' fu un'offensiva [[Regno d'Italia|italiana]] contro le forze del [[Commonwealth]], durante le prime fasi della [[campagna del Nordafrica]] della [[seconda guerra mondiale]] che comportò all'annessione temporanea del nord dell'Egitto all'[[impero italiano]]. L'operazione aveva lo scopo di impossessarsi del [[canale di Suez]], partendo dalla [[Libia italiana|colonia libica]] e attraversando l'[[Egitto]] settentrionale. Dopo diversi problemi, l'obiettivo divenne semplicemente avanzare in territorio egiziano e attaccare le forze britanniche nella regione.
 
La [[10ª Armata (Regio Esercito)|10ª Armata italiana]] avanzò per più di {{M|100&nbsp;|u=km}} in Egitto ma si scontrò solo con il 7º Gruppo di Supporto britannico, in particolare con la [[7th Armoured Division|7ª Divisione Corazzata]] britannica. Il 16 settembre [[1940]], la 10ª Armata si fermò in posizioni difensive presso il porto di [[Sidi Barrani]], in attesa dell'arrivo del [[genio militare]] per estendere la [[Via Balbia]] con la [[Via della Vittoria]] per ottenere più rifornimenti e continuare l'avanzata verso est.
=== La caduta del fascismo e la fine ===
{{Vedi anche|Campagna dell'Africa Orientale Italiana}}
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=== Il Dodecaneso (1912-1943) ===
{{Vedi anche|isole italiane dell'Egeo}}
Tra l'aprile e l'agosto del [[1912]], durante la fase conclusiva della guerra in Libia contro l'[[impero ottomano]], l'Italia decise di occupare dodici [[Isole egee|isole dell'Egeo]] sottoposte al dominio turco: il cosiddetto [[Dodecaneso]]. A seguito del [[Trattato di Losanna (1912)|trattato di Losanna]], l'Italia poté mantenere l'occupazione militare delle dodici isole fino a quando l'esercito turco non avesse abbandonato completamente l'area libica. Questo processo avvenne lentamente, anche perché alcuni ufficiali ottomani decisero di collaborare con la resistenza libica, per cui l'occupazione dell'area nel mar Egeo venne mantenuta nei fatti fino al 24 maggio [[1915]], giorno in cui l'Italia, entrata nella prima guerra mondiale assieme le forze dell'[[Intesa]], riprese le ostilità contro l'Impero Ottomanoottomano.
 
Durante la guerra e l'[[occupazione italiana di Adalia]] l'isola di [[Rodi]] fu sede di un'importante base navale per le forze [[Royal Navy|marine britanniche]] e [[Marine Nationale|francesi]].
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{{Vedi anche|corpo di spedizione italiano in Cina|possedimenti italiani in Cina|concessione italiana di Tientsin}}
[[File:Italian Concession of Tientsin. Piazza Regina Elena and WWI monument..jpg|miniatura|sinistra|Il monumento commemorativo della prima guerra mondiale a piazza Regina Elena, nella [[concessione italiana di Tientsin]]]]
Nel [[1901]], come a molte altre potenze straniere, fu garantito all'Italia una [[Concessione internazionale|concessione]] commerciale nell'area della città di Tientsin (l'odierna [[Tianjin]]) in [[Cina]]. La concessione italiana, di 46 [[ettari]], fu una delle minori concessioni concesse dall'impero cinese alle potenze europee. Dopo la fine della prima guerra mondiale la concessione austriaca nella stessa città fu inglobata in quella italiana portandola quindi a {{M|1,04&nbsp;|u=km²}}. I termini di tale concessione vennero ridiscussi, e infine la stessa concessione venne di fatto sospesa, a seguito di un accordo tra la [[Repubblica Sociale Italiana]] e il governo filo-giapponese della [[Repubblica di Nanchino]] (che inglobò la concessione) nel [[1944]]. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, la guarnigione italiana a Tientsin combatté contro i giapponesi, ma dovette poi arrendersi e pagare con la prigionia in [[Corea]]. La concessione di Tientsin, così come i quartieri commerciali italiani a [[Concessione internazionale di Shangai|Shanghai]], [[Hankow]] e Pechino e tutti i [[Possedimenti italiani in Cina]], furono nuovamente annessi dalla Cina con il trattato di pace del [[1947]].<ref>{{cita web|url=http://www.discovertianjin.org/map/e1938map.htm|titolo=Mappa|accesso=20 febbraio 2010|dataarchivio=30 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110930195733/http://www.discovertianjin.org/map/e1938map.htm|urlmorto=no}}</ref>
 
== Sinossi territoriale generale ==
[[File:Cartolina celebrativa della giornata dell'Impero.jpg|miniatura|Cartolina celebrativa della giornata dell'Impero]]
 
Nel 1939, alla vigilia della [[seconda guerra mondiale]], i territori controllati dall'Italia erano così suddivisi:
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!Territori!! Nome !! Area (km²) !! Note
|-
|1 || [[Italia]] metropolitana || 310.190style="text-align:right;" |{{formatnum:310190}}<ref>{{cita web|url=http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=censimento1936|titolo=Censimento del 1936|accesso=8 dicembre 2017|dataarchivio=9 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171209044240/http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=censimento1936|urlmorto=no}}</ref> ||
|-
|2 || [[Libia italiana]] || 1.873.800style="text-align:right;" |{{formatnum:1873800}} || Compresa la [[striscia di Aozou]]
|-
|3 || [[Africa Orientale Italiana]] || 1.749.600style="text-align:right;" |{{formatnum:1749600}} || Comprese le [[isole Hanish]]
|-
|4 ||[[Occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|Albania]]|| 28.750style="text-align:right;" |{{formatnum:28750}} ||
|-
|5 || [[Isole italiane dell'Egeo]] || 2.690style="text-align:right;" |{{formatnum:2690}} ||
|-
|6 || [[Concessione italiana di Tientsin]] || style="text-align:right;" |0,5 ||
|-
|Totale || || 3.965.030style="text-align:right;" |{{formatnum:3965030,5}} ||
|}
 
L'Impero raggiunse la sua massima estensione nell'estate del [[1940]], quando oltre alla [[Somalia britannica|Somalia settentrionale]] furono sottratti all'[[Impero britannico]] territori [[sudan]]esi ([[Cassala]]), [[kenya]]ni ([[Moyale]]) ed [[Egitto|egiziani]] (con la prima [[invasione italiana dell'Egitto]] si giunse fino a [[Sidi Barrani]]). La simultanea occupazione di territori [[Francia|francesi]] ([[Mentone]]), [[Illiria|illirici]] e [[Grecia|greci]] fece sì che l'Impero superasse, all'inizio del 1941, i 4.100.000&nbsp;km²{{M|4100000|u=km2}} occupati.
 
==Crimini del colonialismo==
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* {{cita libro|autore=[[Nicola Labanca]]|titolo=In marcia verso Adua|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1993|isbn=88-06-12912-0}}
* {{cita libro|autore=Nicola Labanca|titolo=Oltremare. Storia dell'espansione coloniale italiana|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=2015|isbn=978-88-15-12038-0|cid=Labanca}}
* {{cita libro|autore=Giuseppe Maione|titolo=L'imperialismo straccione. Classi sociali e finanza di guerra dall'impresa etiopica al conflitto mondiale 1935-1943)|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1979|isbn={{No ISBN}}no|cid=Maione}}
* {{cita news|autore=Nicoletta Poidimani|url=http://www.nicolettapoidimani.it/docs/faccettanera.pdf|titolo=Faccetta nera. I crimini sessuali del colonialismo fascista nel Corno d'Africa - Crimini di guerra. Il mito del bravo italiano tra repressione del ribellismo e guerra ai civili nei territori occupati|editore=Guerini e associati|anno=2006|isbn=88-8335-768-X|cid=Poidimani|accesso=16 novembre 2017|dataarchivio=22 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722043513/http://www.nicolettapoidimani.it/docs/faccettanera.pdf|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|autore=[[Giorgio Rochat]]|titolo=Le guerre italiane in Libia e in Etiopia dal 1896 al 1939|editore=Gaspari Editore|città=Udine|anno=2009|isbn=88-7541-159-X|cid=Rochat 2009}}