D'Isernia: differenze tra le versioni
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→Feudi noti del casato: Forlì del Sannio, notizie relative alla famiglia d'Isernia e fonti bibliografiche |
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|cognome = D'Isernia
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|blasonatura = ''D'oro al corvo fermo di nero
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* {{simbolo|Flag of the Kingdom of Naples.svg}} [[Regno di Napoli|Regno di Sicilia Citeriore]]
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|casataderivazione =
* Re Del Diritto Feudale "''Monarca Feudistarum''" (titolo d'onore per [[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]])
▲|titoli = <br/>
▲* Re Del Diritto Feudale "Monarca Feudistarum" (titolo d'onore per [[Andrea d'Isernia]])
▲* Giureconsulti
▲* Avvocati Fiscali
▲* Regi Consiglieri
*
▲* Maestri Rationali della Gran Corte
▲* Luogotenenti del Gran Camerario
* Baroni o Signori (feudatari)
<br />
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}}
}}La famiglia '''d'Isernia''' (e '''Corvo''')<ref name=":2" /><ref name=":4" /><ref name=":5">{{Cita libro|titolo=Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti - Volume 1 - autore Giovanni Battista di Crollalanza · anno 1886|p=526}}</ref><ref name=":3" />, secondo alcune fonti<ref name=":0">[https://books.google.it/books?id=txYo310fmxUC&pg=PA117&lpg=PA117&dq=andrea+d%27isernia+corvo&source=bl&ots=V3sEGTJT3H&sig=ACfU3U2UUeop2qfop19DWIAqdKfj8h-Q_g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjXz-y-i5XlAhWMUlAKHZUpA-YQ6AEwBXoECAgQAQ#v=onepage&q=andrea%20d'isernia%20corvo&f=false ''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis'', Parte Terza, Napoli 1671, Libro indirizzato: all’Illustrissimo & Eccellentissimo Signore Don Pietro Antonio; Raymondo Folch De Cardona olim D’Aragona]. Vedere a pagina 116 ''«Si disse questo primiero Andrea d’Isernia della Patria, come era in costume de’ Letterati, e Giuriscosulti più famosi di quei tempi; e Camillo Salerno nella prefatione, che fè alle consuetudini di Napoli, volse, che questo Andrea fosse nato in Isernia della nobil famiglia de’ Rampini; e di ciò haverne ritrovato, e veduto molte scritture sottoscritte di propria mano di esso Andrea, nelle quali si cognominava de Rampinis»'' e poi vedere a pagina 118 ''«[...] Famiglia Rampinis della Città d’Isernia, della qual famiglia detto habbiamo, che ancor s’originò la famiglia d’Isernia, propagata da quel tanto famoso Giurisconsulto Andrea [...]»''</ref> che si basano sulla prefazione alle "''Consuetudines Neapolitanae''" di Camillo Salerno, ebbe origine dalla famiglia de Rampinis d'Isernia.<ref name=":0" /> Nel [[XVII secolo]], lo storico e genealogista [[Carlo De Lellis]] aggrega la famiglia di Andrea d'Isernia a quella Corvo, attribuendogli lo stesso [[stemma]] e [[cimiero]]<ref>{{Cita libro|titolo=Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli (3 volumi), Napoli, 1654, 1663 e 1671.|p=115|volume=3}}</ref>. Successivamente, nel [[1886]], Luigi Palumbo pubblicò un testo dal titolo "''Andrea d'Isernia: studio storico-giuridico''" senza dare informazioni certe riguardo alla data di nascita della medesima famiglia di [[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]].<ref>"''Andrea d'Isernia: studio storico-giuridico''", Palumbo Luigi, Tipografia e stereotipia della Regia Universita, 1886 Napoli</ref> Sempre nel 1886, venne pubblicato un "''Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti (Volume 1)''"<ref>{{Cita libro|titolo="Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti" Volume 1, Di Giovanni Battista di Crollalanza, anno 1886 (pagina 526)}}</ref> di Giovanni Battista Di Crollalanza, dove la famiglia D'Isernia e Corvo vengono riconfermate come stessa famiglia di Napoli<ref>{{Cita libro|titolo=Archivio biografico italiano - Volume 3 - anno 1987 (pagina 791): "Isernia di Napoli d' - anche Corvo - famiglia, Di Crollalanza F 539, 267"}}</ref>, così come scriveva anche il genealogista Carlo De Lellis.▼
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== Origini del cognome ==
Il cognome ''D'Isernia'' pare indichi l'origine del casato nella regione del [[Sannio]] (zona appenninica tra Molise, Campania orientale, Abruzzo del sud). Sembra che non risulti una data precisa per la nascita della famiglia ''D'Isernia'', così apparentemente il capostipite sembrerebbe il famoso giurista Andrea d'Isernia che, secondo le informazioni riportate anche nei "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis, Parte Terza (Napoli 1671)''", ribadendo quanto scritto da Camillo Salerno nella prefazione alle Consuetudini di Napoli si sarebbe originato dalla famiglia de Rampinis d'Isernia.<ref name=":2" /><blockquote>''<small>«</small>Fù Andrea qual egli era anche nobilmente ammogliato con Burlesca di Roccafoglia, con la quale frà gli altri procreò Roberto, '''che si cognominò ancor egli d’Isernia, lasciato l’antico cognome de Rampinis''', divenendo così per l’avenire, per l’eccellenza d’Andrea proprio cognome della Famiglia, quello, ch’in esso Andrea né dinotava la sua Patria; & e anche fu sua figliola Giovanna, detta anch’ella Isernia, maritata à Pietro di Cornai di nobilissima famiglia Signor della Baronia di Foroli in Apruzzo, figlio di Roberto, e di Baccia di Sagro, dalli quali Pietro, e Giouana nacque quella Maria, che maritata ad Andrea Carafa, portò in questa famiglia la Baronia di Forli, che fino a’ giorni nostri si è mantenuta in essa.<small>»<ref>"Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, [https://books.google.it/books?id=txYo310fmxUC&pg=PA117&lpg=PA117&dq=andrea+d%27isernia+corvo&source=bl&ots=V3sEGTJT3H&sig=ACfU3U2UUeop2qfop19DWIAqdKfj8h-Q_g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjXz-y-i5XlAhWMUlAKHZUpA-YQ6AEwBXoECAgQAQ#v=onepage&q=andrea%20d'isernia%20corvo&f=false pagina 117], Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sui racconti di Gio:Vinc. Ciarlante memor.historiche del Sanio lib. 4.c.24.f.278., così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis</ref></small>''
<small>Citazione tratta da: "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis''", Parte Terza, pagina 117, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sui racconti di Gio:Vinc. Ciarlante memor.historiche del Sanio lib. 4.c.24.f.278., così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.</small></blockquote>Nelle "''Memorie Historiche del Sannio, libro quarto''" di Giovanni Vincenzo Ciarlanti ci dice che Andrea si chiamava d'Isernia, perché era usanza dei famosissimi Legislatori del tempo cognominarsi col nome della patria di origine.<ref name=":6">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644|anno=1644|p=388|volume=4|citazione=Vacando la Chiesa d'Isernia per morte di Pietro, il Capitolo elesse per Vescovo Corrado Rampino Canonico di quella a tempo che Nicola figliuolo d'Andrea d'Isernia Arciprete prima dignità stava assente per ritrovarsi nella Corte Romana. Et havendo Corrado acettata l'elezione, e confermata dall'Arciuescovo di Capua come Metropolitano, s'ingerì all'amministrazione di essa Chiesa. Il che inteso l'Arciprete Nicola ne prese disgusto si grande che m'applicò alla Sede Apostolica come non legitimamente fatta. Per lo che fu costretto Corrado a conferirsi di persona appo di quella e mentre attendeva per l'espeditione dopo essersi proceduto ad alcuni atti, il povero Eletto vi venne a morte. La onde il Papa vi mando per Vescovo fra Arrigo dell Ordine de Minori, e ne li spedì Bolla a 2 di Luglio 1330. in Avignone addotta dal Vadingo. Eran' costoro di due famiglie più potenti che fossero in Isernia per ricchezze e Baronie di più Castelli, e Feudi, e per uffici Regi, e perciò tra loro haveano qualche gara; sebene la famiglia d'Isernia di cui era Andrea Evangelista de feudi, che co'l nome della patria si cognominò ad usanza de gli altri famosissimi Leggisti, di gran lunga avanzò quella di Rampino per la sua eminente scienza, e singolar dottrina. Vanno alcuni confondendo ch'egli fosse di famiglia Rampino, per trovarsi Andrea di Rampino che parimente era Maestro Rationale e del Re Lodovico e Regina Giovanna I. come nel Regist del 1352. giudicando che fosse questo ma non è in conto alcuno, per essere quello morto nel 1316. come appare per più scritture del Reg. Archivio, della patria, & anche per questa che a lungo si adducono nella vita di lui per pruova di ciò.}}</ref> Poi Ciarlanti ci raccomanda di non confondere Andrea d'Isernia con Andrea Rampino (Rampinis nella versione latina), perché Andrea Rampino era il Maestro Razionale e Consigliere di Re Ludovico (cioè [[Luigi di Taranto|Luigi d'Angiò]] o Luigi di Taranto) e della Regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] secondo il registro del 1352 (ossia quando il famoso Andrea d'Isernia era già morto nel 1316).<ref name=":6" /><blockquote>«''Vacando la Chiesa d'Isernia per morte di Pietro, il Capitolo elesse per Vescovo Corrado Rampino Canonico di quella a tempo che Nicola figliuolo d'Andrea d'Isernia Arciprete prima dignità stava assente per ritrovarsi nella Corte Romana. Et havendo Corrado acettata l'elezione, e confermata dall'Arciuescovo di Capua come Metropolitano, s'ingerì all'amministrazione di essa Chiesa. Il che inteso l'Arciprete Nicola ne prese disgusto si grande che m'applicò alla Sede Apostolica come non legitimamente fatta. Per lo che fu costretto Corrado a conferirsi di persona appo di quella e mentre attendeva per l'espeditione dopo essersi proceduto ad alcuni atti, il povero Eletto vi venne a morte. La onde il Papa vi mando per Vescovo fra Arrigo dell Ordine de Minori, e ne li spedì Bolla a 2 di Luglio 1330. in Avignone addotta dal Vadingo. Eran' costoro di due famiglie più potenti che fossero in Isernia per ricchezze e Baronie di più Castelli, e Feudi, e per uffici Regi, e perciò tra loro haveano qualche gara; sebene la famiglia d'Isernia di cui era Andrea Evangelista de feudi, che co'l nome della patria si cognominò ad usanza de gli altri famosissimi Leggisti, di gran lunga avanzò quella di Rampino per la sua eminente scienza, e singolar dottrina. '''Vanno alcuni confondendo ch'egli fosse di famiglia Rampino, per trovarsi Andrea di Rampino che parimente era Maestro Rationale e del Re Lodovico e Regina Giovanna I. come nel Regist del 1352. giudicando che fosse questo ma non è in conto alcuno, per essere quello morto nel 1316'''. come appare per più scritture del Reg. Archivio, della patria, & anche per questa che a lungo si adducono nella vita di lui per pruova di ciò.''»<ref name=":6" /></blockquote>Il francescano [[Angelo Clareno|Angelus Clarenus]] (Angelo Clareno) contemporaneo di Andrea d'Insernia, nella "''Historia septem tribulationum Ordinis minorum''" parla di Andrea da Isernia chiamandolo «''
1389-1793
1862|citazione=... Serñio Magno
1 · Volume 1
1789|citazione=... Mme scusarraie , si mo non te dò gusto : Cagna mo tuono è non toccà sso tasto , Fallo te prego , e non mme dà desgusto , Ca ssa poglia po fa sulo lo basto , DE COLA CUORVO A COLA CAPASSO IX . Si non C 2 DE DE COLA CAPASSO . SA VIII. ...}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Vocabolario napoletano lessigrafico e storico [Vincenzo De Ritis]
1
Di Naples, V. de Ritis · 1845|
Volume 5
1887|
Volumi 3-9
1878|
1885|citazione=... Cola Capasso il travestimento della Gerusalemme Li- berata , mentre è stranoto esserne autore Gabriele Fasano , il quale la dedicò all'Aurora Sanseverino . Assevera , che il Capasso « fu , ad un tempo , il Van- << gelas ed il Malherbe ...}}</ref>, forse dovuta a un errore di pronuncia e sovrapposizione di Sernio, Sergni<ref name=":14" /><ref name=":15" /> (scritto anche Serñi coi caratteri di stampa del passato o per un adattamento al castigliano/spagnolo che pure si parlava nel Regno di Napoli, come dimostra proprio la genealogia di Carlo de Lellis, ricca di neologismi della
Infatti, il genealogista Carlo de Lellis e Giovanni di Crollalanza<ref name=":4">{{Cita libro|titolo=Archivio biografico italiano (ABI II) : cumulativo di 124 repertori biografici fra i più importanti a partire dalla fine del sec. XIX sino alla metà del sec. XX. Nuova serie · Volume 3 - anno 1992|anno=1992|p=789}}</ref><ref name=":5" /> ci parlano di una famiglia d'Isernia che si chiama anche [[Corvo (famiglia)|Corvo]] e viceversa. Nell'albero genealogico della famiglia Corvo<ref name=":13" /> si incontra il nipote del capostipite che si chiamava Pietro<ref name=":13" />, di questo troviamo il nome intero in un altro libro (dove si parla della successione dei feudi) come ''Pietro Giovanni Sernicolai Corvo''.<ref name=":17">{{Cita libro|titolo="Per lo signor duca di S. Martino d. Michele Ronchi contra d. Luigi Ronchi. Commessario per ispezial delegazione del re l'illustre signor marchese caporuota d. Ippolito Porcinari ... [autori Giacinto Troysi, Felice Parrilli] , pagina 46}}</ref> Quindi a causa di una [[cacofonia]] nel pronunciare ''Ser Nicola Sernio de Corvo'', oppure ''Ser Nicola de Serñio o Serñi'' (pronunciato Sergni) e altre varianti dovute appunto alle varie pronunce locali e alle svariate trascrizioni, l'indicazione della provenienza dal [[Sannio]] oltre che a essere diventata [[Anacronismo|anacronistica]] si perse. Nel cognome Corvo però rimane comunque il legame col Sannio per tutti i lettori di [[Tito Livio]] che conoscono la leggendaria storia di [[Marco Valerio Corvo]]<ref name=":18">{{Cita libro|titolo=Tito Livio, ''Ab Urbe condita" libri VII, 26}}</ref> contenuta in <nowiki>''</nowiki>[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]" libri VII, 26. Infatti il cognome ''d'Isernia'', preso anche da alcuni discendenti del famoso giurista, non è detto che indichi necessariamente o soltanto il luogo di nascita tanto conteso tra vari autori (Salerno, Pinto), ma piuttosto quello di provenienza di tutta la famiglia e delle loro fortune ancestrali.<ref>{{Cita libro|titolo="Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo", Napoli, anno 1671.
Vedere: "Della famiglia d'Isernia e Corvo" e "Della Famiglia Corbino o Corvino" (da pagina 115 a pagina 125)}}</ref><ref name="Palizzolo">{{cita libro|nome=Vincenzo|cognome=Palizzolo Gravina|titolo=Il blasone in Sicilia: ossia, Raccolta araldica pagina 159|url=https://www.archive.org/stream/ilblasoneinsicil00pali/ilblasoneinsicil00pali_djvu.txt|editore=Visconti & Huber, 1875|citazione=Antica e nobile famiglia romana derivata da Valerio console romano; il quale mentre combatteva con un cavaliere gallo un corvo gli scese sul cimiero, un occhio cavandogli col becco; lo che fu al Valerio di gran vantaggio per la vittoria che riportò sul suo avversario: di là il cognome}}</ref><ref name="JJ">{{cita libro|nome=Decimus Junius|cognome=Juvenalis|titolo=D. Junii Juvenalis
seguita da alcune memorie dei tempi posteriori · Volume 1
Di Achille Sansi · 1879|p=273|citazione=... Corvi , di cui era rimasta erede una sua figliuola per nome Francesca monaca di quel luogo ( Bracc . Com . fogl . 81. ) Da alcuni riscontri storici si vede che per più anni seguita- rono null'ostante ad esser dette le monache di S ...}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria
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Di Deputazione di storia patria per l'Umbria · 1986}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Ottocento e oltre, scritti in onore di Raoul Meloncelli, 1993}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Tuscania e i suoi monumenti opera (postuma) dell'avv Di Secondiano Campanari · 1856 (vedere le voci "de Corvis")}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Nuova rivista musicale italiana
Volume 28, Numeri 3-4
1994}}</ref>, e ci suggerisce il motivo per il quale la stessa famiglia, anche detta d'Isernia, era esperta di [[Liber legis Langobardorum|Lex Longobarda]]<ref name=":13" /><ref name=":17" />. Quindi il cognome ''d'Isernia'' potrebbe indicare un luogo di avita memoria, cioè il Sannio, dove Marco Valerio Corvo avrebbe detto "''Corvo Adjuvante Vici''" (in italiano: ho vinto con l'aiuto del Corvo).<ref name=":18" /><ref name="Angius" /><ref name="a" /><ref name="Magda" /><ref>{{Cita libro|autore=Tyas, Robert, 1811-1879|titolo=Flowers and heraldry|anno=1851|editore=London, Houlston & Stoneman}}</ref>
== Origini della famiglia ==
Bisogna ricordare che esistono notizie contrastanti riguardo al luogo di nascita del Grande Andrea d'Isernia<ref name=":1">L'aggettivo Grande è attribuito ad Andrea d'Isernia per distinguerlo da suo nipote, omonimo del nonno e figlio di Roberto d'Isernia. Per maggiori dettagli si consiglia di vedere i "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Volume 3, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo"</ref> che: secondo Camillo Salerno nella sua prefazione alle "''Consuetudines
<small>Citazione tratta da: "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis''", Parte Terza, pagina 116, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sulla prefazione ''alle Consuetud. Di Napoli'' di Camillo Salerno, così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.</small></blockquote>Sempre secondo Camillo Salerno, esisteva una casa di Andrea d'Isernia, presso la ''Chiesa di Santa Maria Annunziata'' di Isernia, dove si poteva osservare l'[[Arma (araldica)|arma]] o stemma della famiglia Rampinis era un compasso disteso ai lati del quale e di sopra erano compartite tre rose<ref name=":2" />.
Sia la famiglia Corvo che Isernia, secondo Camillo Salerno, erano originate dalla famiglia Rampini<ref name=":3" />. Inoltre de Lellis ci dà informazioni riguardo l'origine della famiglia Corvo di [[Napoli]] assimilandola sia a quella si [[Sulmona]] che a quella cognominata D'Isernia<ref name=":2" /><ref name=":4" /><ref name=":5" />.<blockquote>''Con l'occasione della '''Famiglia d'Isernia''', havendo trattato della '''famiglia Corbo'''''<ref>Il cognome Corvo è talvolta indicato come Corbo o Corbis. La variazione tra b e v potrebbe essere dovuta alla dominazione aragonese e/o spagnola: la lettera b e v suonano molto simili nella lingua spagnola. Nelle "''Memorie Storiche Degli Uomini Illustri Della Città Di Solmona''", (di Ignazio Di Pietro, anno 1806, Stamperia Grossiana) si riportano entrambe le forme del cognome. [https://books.google.it/books?id=RZvHHmerV_wC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=corvo&f=false Vedi pagina pagina 102] Esistono alcune famiglie cognominate Corbo che non c'entrano niente con i Corvo/Corvi: alcuni cognomi sono formalmente uguali ma hanno derivazione diversa: alcuni cognomi Corbo derivano dal soprannome di mestieri legati al termine ''corba,'' "cesta o canestro".
di argento al corvo posato di nero, col capo d'azzurro a tre stelle d'oro}}</ref>, arricchito con tre gigli sotto una [[trangla]] o fascia ridotta su cui è posato il Corvo (probabile concessione alla famiglia per i servizi resi alla Corona D'Angiò e, secondo alcune fonti, per l'appartenenza di alcuni figli di Andrea da Isernia alla famiglia della Corte Reale<ref name=":102">{{Cita libro|titolo=Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887- Pagina 90, 91, 92}}</ref><ref name=":122">{{Cita libro|titolo=Biografie e Ritratti degli Uomini Illustri della Provincia di Molise (volume primo), opera compilata dall'avvocato Pasquale Albino. Anno 1864. Pagine 16 e 17.}}</ref><ref name=":82">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 388.}}</ref>): lo stemma risulta troncato da una trangla o fascia ridotta (incurvata a mo' di monte o colle) passante sulla partizione: nel primo al corvo sulla partizione, accompagnato in capo da tre stelle (6 punte); nel secondo a tre gigli ordinati.<ref>{{Cita news|autore=Scalpellino sconosciuto|titolo=Blasone della famiglia Corvo di Napoli sul portale del civico 228, via Duomo, Napoli, Italia|pubblicazione=Documento lapideo in situ (documento d'archeologia e architettura)|data=Probabile rifacimento facciata XIX (1800) secolo, su commissione di Francesco Corvo e famiglia}}</ref> Quindi lo stemma risulta molto simile, eccetto per i tre scudetti scambiati con tre gigli, a quello della famiglia ''Cornacchia'' originaria di [[Soragna]] nel parmense. Si tratterebbe quindi di una delle [[Signoria cittadina|Signorie cittadine]] più rilevanti in Italia sotto il nome di [[Meli Lupi di Soragna]] o più semplicemente ''Lupo'', come appunto si faceva chiamare il marchese Luigi Lupo Meli Lupi (cognome che si accompagna in molti documenti di individui di cognome Corvo di Napoli, ossia la famiglia D'Isernia e Corvo). Secondo il genealogista secentesco Ippolito Calandrini, la famiglia discende da Sisulfo o Gisulfo, figlio del longobardo [[Lupo del Friuli]], a sua volta discendente di [[Lupo di Troyes|San Lupo da Troyes]]<ref>{{Cita libro|autore=Ippolito Calandrini|titolo=Il publio Svezzese, ovvero, Historia Dell'Antichissima e Nobilissima Famiglia degli Illustrissimi Signori de' Lupis Marchesi di Soragna e vita Del Glorioso S. Lupo Vescovo e confessore|url=https://books.google.it/books?id=hMoV860VdJEC&pg=PA44&d#v=onepage&q&f=false|edizione=Parma|annooriginale=1653}}</ref>. La casata dette numerosi esponenti politici e [[Podestà (medioevo)|podestà]] a vari comuni dell'Italia settentrionale e centrale, fu esiliata da [[Parma]] e dal feudo di Soragna a causa delle annessioni dei [[Visconti]] [[duchi di Milano]] nel XIV secolo. I Lupi si rifugiarono, insieme con i [[Rossi di San Secondo]], dei quali erano parentati, presso i [[da Camino]] signori di [[Padova]] e altri luoghi.
Così tra i discendenti del famoso giurista Andrea d'Isernia, alcuni rami della famiglia mantennero il cognome che faceva riferimento al Sannio con le sue varianti Isernia (d'), Sernia, Sernio, Sergni<ref name=":19" /><ref name=":20" /><ref name=":14" /><ref name=":15" />, mentre altri ripresero l'antico cognome già esistente dai tempi della Roma antica (Corvo è il cognome preso per l'avvenimento che [[Tito Livio]] narra tra le guerre del Sannio<ref name=":18" /><ref name="JJ" />). Quindi andando avanti nel tempo alcuni
Sesto attraverso i secoli|citazione=Nella prima metà del XIV secolo (1325) il possedimento dei due feudi passò in mano ai conti Andrea e Nicola Rampini, famiglia nobilissima, originaria d'Isernia, che molti scrittori erroneamente hanno confuso con quella di Andrea d'Isernia, l'eminente feudista. I potenti signori di Isernia mantennero i loro possedimenti di Sesto per pochissimo tempo, infatti li alienarono nella seconda metà del XIV secolo (pare il 1357). A succederli, nel loro dominio di Sesto e del Feudo di pentime, furono i signori Della Ratta.}}</ref>
== Componenti noti del casato ==
[[File:Andrea d'Isernia jurist.jpg|thumb|upright|[[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]]]]
* Grande [[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]]<ref name=":1" />, detto il vecchio ([[1230]] circa – [[Napoli]], 5 luglio [[1316]])<ref name=":2">"Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo" [https://books.google.it/books?id=txYo310fmxUC&pg=PA117&lpg=PA117&dq=andrea+d%27isernia+corvo&source=bl&ots=V3sEGTJT3H&sig=ACfU3U2UUeop2qfop19DWIAqdKfj8h-Q_g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjXz-y-i5XlAhWMUlAKHZUpA-YQ6AEwBXoECAgQAQ#v=onepage&q=andrea%20d'isernia%20corvo&f=false da pagina 115 a pagina 120], Napoli 1671.</ref><ref name=":11">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 378}}</ref>, era padre di almeno sei figli maschi<ref name=":9">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 373}}</ref>. Fu Avvocato fiscale, Giudice della Vicaria, Regio Consigliere, Maestro Razionale della Reg. Camera, Giudice di tutte le cause Genovesi.<ref name=":11" /
* Finadella d'Isernia, sorella di Andrea d'Isernia il vecchio. Si maritò in [[Aversa]].<ref name=":10">{{Cita libro|titolo=Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887- Pagina 90, 91, 92|url=https://www.google.it/books/edition/Atti_dell_Accademia_di_scienze_morali_e/5WzNAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=Atti+dell%27Accademia+di+scienze+morali+e+politiche+Nicola+d%27Isernia+primogenito+di+un+Andrea+d%27Isernia&printsec=frontcover}}</ref>
=== Figli del Grande Andrea d'Isernia ===
* Roberto d'Isernia ( ? - [[1315]]), figlio primogenito<ref name=":9" /> del Grande Andrea d'Isernia<ref name=":1" /> e di Burlesca di Roccafoglia<ref name=":2" /> (detta anche Borlasca, Berlesca). Morì nei giorni successivi al 3 Agosto 1315, cioè dopo la [[Battaglia di Montecatini|battaglia di Montecatino]] (Toscana), in favore del comune di Fiorenza ([[Firenze]]) attaccato da [[Uguccione della Faggiola|Uguaccione Faggiuola]] e i suoi Gibellini ([[Guelfi e ghibellini|ghibellini]]).<ref name=":2" /> Fu marito di Tomasa [[di Sangro]]<ref name=":2" /> e di Giacoma di Ceccano (dopo la morte di Roberto d'Isernia si maritò con Fazio Bonifazio).<ref name=":31">{{Cita libro|titolo=Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887 - Pagina 90}}</ref> Giacoma da Ceccano mosse lite contro gli eredi di Roberto d'Isernia e Andrea d'Isernia in data 29 novembre 1318.<ref name=":31" />
* Filippo d'Isernia, probabile secondogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.<ref name=":10" /> Fu famoso
* Matteo d'Isernia, probabile terzogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.<ref name=":10" /> Chiamato anche Fra Matteo, fu Cavaliere dell'[[Cavalieri templari|Ordine dei Templari]] (di cui era precettore a [[Capua (città antica)|Capua]]) come Priore nell'Orfine degli Ospedalensi (grado immediatamente successivo a quello di Gran Maestro).<ref name=":12" />
* Nicola d'Isernia, figlio di Andrea d'Isernia il vecchio. Era un [[Abate]] (secondo un diploma del 9 settembre 1328).<ref name=":10" /> Nel 1330 risulta essere Arciprete (Abate) della Chiesa Cattedrale d'Isernia (dopo la morte del Vescovo Pietro, succedette Vescovo Corrado Rampino e Nicola andò a Roma).<ref name=":8" /><ref name=":12" />
* Cicco d'Isernia, probabile quintogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.<ref name=":10" /> Era familiare della Regia Corte e nel 1343 fu mandato come Ambasciatore presso il Papa.<ref name=":12" />
* Tommaso d'Isernia, figlio di Andrea d'Isernia il vecchio e appartenente alla famiglia reale di Re [[Roberto d'Angiò|Roberto]] (dal 1318). Era feudatario in [[Terra di Lavoro]].<ref name=":10" /><ref name=":12" />
* Landolfo d'Isernia, figlio di Andrea d'Insernia il vecchio e marito di Adelina di Pietra Valda. Fu milite (il 20 luglio 1325 risultava già morto).<ref name=":10" /> Fu Consigliere di [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] e suo marito [[Luigi di Taranto|Luigi]] (o Ludovico); ebbe in dono il castello di [[Macchia d'Isernia|Macchia]] (vicino Isernia).<ref name=":12" />
* Letizia, figlia di Andrea d'Isernia il vecchio. Fu moglie del milite Francesco di Montagano, al quale portò in dote 200 once
* Giovanna, figlia di Andrea d'Isernia il vecchio. Fu moglie di Pietro Cornai (o Roberto Cornay) Signore di Fuoroli, cioè Fòrli del Sannio (oppure ''Foruli''<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=Leandro Alberti|titolo=Descrittione di tutta Italia, nella quale si contiene il sito di essa, l'origine et le Signorie delle Città et delle Castella|annooriginale=1550|città=Bologna}}</ref> ''Forolo''<ref name="books.google.it">{{Cita libro|nome=Scipione|cognome=Mazzella|titolo=Descrittione del regno di Napoli: nella quale s'hapiena contezza, così del sito d'esso, de'nomi delle prouintie antiche, e moderne, de' costumi de' popoli, delle qualità de 'paesi, e de gli huomini famosi che l'hanno illustrato…|url=https://books.google.it/books?id=arbXlCApM_YC&redir_esc=y|accesso=18 settembre 2016|data=1601-01-01|editore=ad istanza di Gio. Battista Cappello.|lingua=it}}</ref> e ''Foroli)''.<ref name=":8" /><ref name=":10" />
=== Nipoti e successivi discendenti del Grande Andrea d'Isernia ===
* Andrea d'Isernia di Roberto o anche il giovane ( ? - Napoli, 11 Ottobre [[1353]]), figlio di Roberto d'Isernia e Tomasa [[di Sangro]] (figlia di Odorisio di Sangro e Beatrice [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]]). Fu Regio Consigliere e Luogotenente della Camera; venne ucciso
* Andrea d'Isernia di Landolfo, figlio di Landolfo d'Isernia.<ref name=":10" />
* Nicola d'Isernia (primogenito di un Andrea d'Isernia<ref name=":7" /> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25">{{Cita web|url=https://www.francovalente.it/2013/06/18/iuniperata-castello-petroso-e-il-presbitero-carolingio-leone/|titolo=Franco Valente - Castelli del Molise - Iuniperata, Castello Petroso e il presbitero carolingio Leone}}</ref>), succedette al dominio dei castelli e feudi del padre (come da registri del 1333, 1343) e fu anche ornato di uffici pubblici.<ref name=":8">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 388.}}</ref>▼
==== Probabili parenti del Grande Andrea d'Isernia ====
▲* Nicola d'Isernia (primogenito di un Andrea d'Isernia<ref name=":7" /> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25">{{Cita web|url=https://www.francovalente.it/2013/06/18/iuniperata-castello-petroso-e-il-presbitero-carolingio-leone/|titolo=Franco Valente - Castelli del Molise - Iuniperata, Castello Petroso e il presbitero carolingio Leone}}</ref>), succedette al dominio dei castelli e feudi del padre (come da registri del 1333, 1343) e fu anche ornato di uffici pubblici.<ref name=":8">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV
* Bernardo d'Isernia (figlio di un Andrea d'Isernia<ref name=":7">Non è noto se sia figlio di Andrea d'Isernia di Roberto oppure se sia il figlio di Andrea d'Isernia di Landolfo, ne tantomeno se si tratti del figlio di Andrea d'Isernia il vecchio. Sappiamo solo che era figlio di uno dei tanti Andrea d'Isernia. Per un errore di trascrizione potrebbe essere anche figlio di Alferio d'Isernia (oppure Alferio d'Isernia era uno pseudonimo di Andrea).</ref> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25" />), consigliere della regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] (e suo familiare). Fu mandato in Sicilia come Ambasciatore in compagnia di Landolfo Caracciolo Arcivescovo di Amalfi e Alessandro Brancaccio (pace del 1347).<ref name=":8" />▼
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▲* Bernardo d'Isernia (figlio di un Andrea d'Isernia<ref name=":7">Non è noto se sia figlio di Andrea d'Isernia di Roberto oppure se sia il figlio di Andrea d'Isernia di Landolfo, ne tantomeno se si tratti del figlio di Andrea d'Isernia il vecchio. Sappiamo solo che era figlio di uno dei tanti Andrea d'Isernia. Per un errore di trascrizione potrebbe essere anche figlio di Alferio d'Isernia (oppure Alferio d'Isernia era uno pseudonimo di Andrea).</ref> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25" />), consigliere della regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] (e suo familiare). Fu mandato in Sicilia come Ambasciatore in compagnia di Landolfo Caracciolo Arcivescovo di Amalfi e Alessandro Brancaccio (pace del 1347).<ref name=":8" /><ref name=":12" /><ref name=":32" />
* Bella d'Isernia (probabile figlia di Ruggeri d'Isernia), sorella di Caterina d'Isernia e moglie di Giovanni Roccafoglia (barone di Rocca, anno 1391).<ref name=":8" />▼
* Catarina d'Isernia (probabile figlia di Ruggeri d'Isernia), sorella di Bella d'Isernia e moglie di Guglielmo di Roccafoglia (barone di Rocca, anno 1391).<ref name=":8" /><ref name=":32" />
▲* Bella d'Isernia (probabile figlia di Ruggeri d'Isernia), sorella di Caterina d'Isernia e moglie di Giovanni Roccafoglia (barone di Rocca, anno 1391).<ref name=":8" /><ref name=":32" />
* Antonio d'Isernia, risulta Giudice della Gran Corte nel [[1436]].<ref name=":2" />
== Feudi noti del casato ==
Il casato ''D'Isernia e Corvo'', secondo ''Carlo De Lellis''<ref name=":2" /> e ''Giovanni Di Crollalanza''<ref name=":
Alcuni dei feudi noti del casato D'Isernia sono stati i seguenti: [[Agnone]] (1324 - ?), [[Castellino del Biferno]], [[Castello di Croce]]<ref name=":22">{{Cita web|url=http://www.borghidellalettura.it/info.php?id=229&tit=LA-STORIA|titolo=Borghi Della Lettura - LA STORIA}}</ref>, [[Castelpetroso]], [[Castelpizzuto]], [[Castiglione a Casauria|Castiglione]], [[Civitanova del Sannio]], [[Forlì del Sannio|Fòrli del Sannio]], [[Frosolone]], [[Longano]]<ref name=":21">{{Cita web|url=http://www.morronedelsannio.com/feudatari.htm|titolo=La storia di Morrone del Sannio - I Feudatari di Morrone}}</ref>, [[Macchia d'Isernia]], [[Miranda (Italia)|Miranda]], [[Montaquila]], [[Morrone del Sannio|Morrone nel Sannio]], [[Pescolanciano]], [[Pizzone]] (1295), [[Sessano del Molise|Sessano]] (1295 - 1320 ca.).<ref name=":23">{{Cita web|url=https://www.casadalena.it/Molise.htm|titolo=Elenco delle famiglie Nobili del Molise e stemmario illustrato da Michele Tota di Altamura}}</ref>
=== Agnone ===
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=== Castellino del Biferno ===
All'inizio della dominazione angioina apparteneva a Enrico de Cusenza (signore anche di Morrone)<ref name=":24">{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/castellino-del-biferno-cb|titolo=CASTELLINO DEL BIFERNO (CB) - Notizie Storiche}}</ref> e nel 1295 fu concesso ad Andrea d'Isernia.<ref name=":23" /><ref>{{Cita web|url=https://www.italiapedia.it/bacheca.php?vd=geoloc&istat=070014&comune=Castellino%20del%20Biferno&prov=&sigla=CB&NomeReg=Molise&NReg=14|titolo=Castellino del Biferno - Storia}}</ref> Più precisamente, con diploma 13 ottobre 1295,
=== Castello di Croce ===
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=== Castelpetroso ===
''G.B. Masciotta'' annota che il re [[Carlo I d'Angiò]] diede in feudo Castelpetroso a Giovanni D'Angelo (o Giovanni d’Alneto), Vice Giustiziere del regno. Successivamente [[Carlo II di Napoli|Carlo II d'Angiò]] (morto nel 1309) lo assegnò al famoso giurista Andrea D'Isernia (morto nel 1316).<ref name=":26">{{Cita libro|titolo=G. B. MASCIOTTA, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, Vol. III, Cava dei Tirreni 1953}}</ref><ref name=":27">{{Cita web|url=https://www.lafontedellastore.it/p_itinerari.html|titolo=ITINERARI - Tabula peutingeriana}}</ref>
Altre fonti ci precisano che la famiglia D’Alferio, discendenti di Alferio d’Isernia, comprarono il feudo di Castelpetroso nel 1319 da Burlesca Roccafoglia (la moglie di Andrea d'Isernia il vecchio), detenendolo fino alla metà del [[XV secolo]].<ref name=":26" /><ref>{{Cita web|url=http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera%20di%20Arte/629|titolo=Venafro, Cattedrale, Affresco dell'absidiola sinistra}}</ref
L'ultima famiglia feudale di Castelpetroso è stata quella dei "''De Rossi''" anche detti "''Rubens''" o "''De
=== Castelpizzuto ===
[[Castelpizzuto]] sembra essere fondata dagli [[Angioini]] nel 1269 circa, come piccola roccaforte mirante i monti del [[Matese]]. Nel [[1269]] re [[Carlo I d'Angiò]] donò il [[feudo]] a Tommaso d'Evoli. Alla fine del [[Duecento|1200]] il possedimento fu diviso in tre parti, assegnate a Gualtiero da Ponte, Nicola Roccafoglia e Alferio d'Isernia. Il da Ponte morì senza eredi e così nel [[1312]], il suo terzo tornò al [[regio]] demanio, che venne poi venduto ad Alferio d’Isernia. Quest'ultimo nel [[1316]] finì di comprare per intero il feudo e divenne “Signore di Pizzuti”. Quindi la famiglia di Alfiero d'Isernia possedette probabilmente il feudo per tutti il 1300. Passo poi ai Gaetani, i [[Pandone (famiglia)|Pandone]] e i Capece Galeota e fu anche dei D'Agostino.<ref>Andreana (Adriana) Rizzo, [[moglie]] di Ottavio Galeota venne definita Signora di “Piczuti” in uno strumento di procura redatta per il consorte nel 1541.</ref><ref>Michaele Riccio, “De regibus
Più precisamente, nel 1312 Alferio d’Isernia acquistò la parte di Gualtiero da Ponte, e nel 1316 acquistò anche la quota
=== Castiglione (oggi Castiglione a Casauria, Valle del fiume Pescara) ===
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=== Civitanova del Sannio ===
Il feudo di [[Civitanova del Sannio|Civitanova]] passò Dal Rodoico a Burlesca Roccafoglia (vedova di Andrea d’Isernia il vecchio, morto nel 1316); alcuni autori affermano che Civitanova fu assegnata a lei in dotario al tempo del suo matrimonio con Andrea. Poi nel 1321 il feudo passo al figlio di Burlesca di Roccafoglia, Landolfo d'Isernia (morto nel 1325). Nel 1330 i titolari di Civitanova furono gli eredi di Landolfo d’Isernia per tre quarti, e per un quarto Angelo Santangelo, ciambellano e consigliere di re [[Roberto d'Angiò|Roberto d’Angiò]]. Poi Giovanni
=== Fòrli del Sannio ===
Anticamente era detta ''Foruli''<ref
=== Frosolone ===
Alcuni resti di mura [[Lingua osca|osche]] in contrada Civitella suggeriscono che Frosolone era antica e abitata dalle popolazioni [[sanniti]]che. Il [[Vincenzo Ciarlanti]] sosteneva che si trattasse di “Fulsulæ” menzionata da [[Tito Livio]], mentre [[Emanuele Coccia]] ritiene che Frosolone sia “Fresilia” conquistata da [[Marco Valerio Massimo Corvino|Marco Valerio Massimo]] nell’anno 304 a.C. e quindi sarebbe appartenuta in ai tempi dei romani ai Corvo della [[Gens Valeria|gens valeria]]. Altri optano che sia stata fondata da monaci benedettini provenienti da Frosinone. In epoca longobarda Frosolone è menzionato in un diploma del 18 maggio 1064 con cui il Conte Bernardo d’Isernia, figlio di Landolfo, donava al Monastero di Montecasino il Convento di San Marco. Nel XII secolo feudatario di Frosolone è Rainaldo [[Borrello (famiglia)|Borrello]], signore di [[Agnone]] e di [[Pietrabbondante]]. Ai tempi di [[Carlo I d'Angiò|Carlo I d’Angiò]] Frosolone fu feudo di [[Andrea da Isernia|Andrea d’Isernia]], che nel 1295 ne assegnò metà alla figlia Letizia per portarlo in dote al conte Francesco di Montagano. Dopo il 1350 l’altra metà del feudo andò a Giovanni d'Evoli di Castropignano. In seguito la casa di Montagano ebbe il feudo completamente fino a Francesco di Capua che lo vendette a Orazio Lunario nel 1523, e poi passo alla famiglia de Raho. I passaggi non finirono, tra questi passò nel 1660 a Giuseppe Crafa d’Aragona e poi al figlio Diomede e continuarono fino all'estinzione della feudalità.<ref>{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/frosolone-is|titolo=Frosolone (IS)}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://turismolise.it/comune-di-frosolone-borgo-per-eccellenza-delle-forbici-e-coltelli/?cn-reloaded=1|titolo=Comune di Frosolone – Borgo per eccellenza delle forbici e coltelli}}</ref>
Se Frosolone è la “Fresilia” conquistata da [[Marco Valerio Massimo Corvino|Marco Valerio Massimo]] nell’anno 304 a.C. con l'aiuto di un corvo sceso dal cielo, e la famiglia di Andrea d'Isernia era tra i discendenti e coloni rimasti sul territorio da quei tempi antichi, allora capiamo perché si fosse cognominata D'Isernia.
=== Longano ===
Nel
=== Macchia d'Isernia ===
Secondo alcune fonti, il castello di Macchia fu donato a Landolfo d'Isernia (che risultava già morto il 20 luglio 1325) e fu marito di Adelina di Pietra Valda.<ref name=":10" /><ref name=":12" />
Altre fonti ci dicono che nel 1343 [[Roberto d'Angiò]] assegnò Macchia ad Andrea D'Isernia, figlio di Landolfo ultimogenito del Grande Andrea d'Isernia il vecchio. Successivamente, alla morte di Andrea d'Isernia (figlio di Landolfo) il paese passò alla famiglia Sabran di [[Agnone]].<ref>{{Cita web|url=https://www.visitmolise.eu/scheda-localita/-/d/dms/1490133/macchia-d-isernia|titolo=MACCHIA D'ISERNIA}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.borghidellalettura.it/info.php?id=88&tit=LA-STORIA|titolo=Borghi della Lettura - La Storia}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.prolocomaccla.it/our-story/|titolo=Macchia d’Isernia - Storia, Territorio ed Eventi - CENNI STORICI}}</ref> Secondo altri autori Roberto d’Angiò nel 1343 assegnò Macchia alla propria consorte Sancia la quale
=== Miranda ===
Nella seconda metà del 1200 il feudo di Miranda venne concesso da [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]] per metà a Giovanni De Guissa e metà ad [[Andrea da Isernia|Andrea D’Isernia]]. Nel 1297 Andrea D’Isernia cedette il Castello di Croce al De Guissa in cambio del completo possesso di Miranda. Dopo la morte di Andrea D’Isernia il Vecchio (nel 1316), il figlio Tommaso d'Isernia, prese il possesso del feudo. Nel 1445, alla dinastia dei D’Isernia successero i Di Somma con a capo Nicola Di Somma.<ref name=":22" />
===
[[Montaquila]] ebbe uno sviluppo consistente in epoca [[Angioini|angioina]] per la necessità di dare sicurezza all’alta valle del [[Volturno]]. Il 26 maggio 1305 Andrea d’Isernia, titolare di un sesto del feudo di Montaquila, acquistò gli altri cinque sesti da Giovanni Caracciolo e fratelli e da Ugo di Roccafoglia e fratelli.<ref>{{Cita web|url=https://www.francovalente.it/2007/10/05/montaquila-2/|titolo=Montaquila . Il centro antico}}</ref><ref name=":28">{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/montaquila-is|titolo=MONTEQUILA (IS)}}</ref>
▲Nel 1309 Andrea d'Isernia comprò il feudo di Morrone e appartenne alla sua famiglia fino al 1330, quando Andrea d'Isernia il Giovane (figlio di Roberto primogenito d'Andrea) contrattò per uno scambio col feudo di [[Longano]] (Isernia) dopo una trattativa con la moglie di Filippo di Luparia, Francesca Capuano.<ref name=":21" />
Il figlio Landolfo d'Isernia, ultimogenito di Andrea d'iIsernia il vecchio, ne fu titolare dal 1316 al 1325, anno in cui mori.<ref name=":29">{{Cita libro|titolo=G.B. MASCIOTTA, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, Vol. III, Cava de Tirreni 1953, pp. 357-358}}</ref> I discendenti di Landolfo, secondo G.B. Masciotta, per distinguersi dal ramo diretto e da quelli collaterali a metà del [[XIV secolo]] avrebbero assunto il cognome Montaquila.<ref name=":29" /> Il feudo di Montaquila passo dai d’Isernia ai Montaquila, che appunto potrebbero essere i discendenti di Landolfo d'Isernia.<ref name=":28" /> Col cognome di Montequila vi furono: Goffredo, Troiano e Gaspare (ultimo della dinastia Montequila). Montaquila, prima del 1523, fu messa all’asta e aggiudicata da Cesare Carlino.<ref name=":28" />
=== Morrone nel Sannio ===
Nel 1273 Morrone venne concessa in feudo a Roberto di Cusenza, al quale successe il figlio Errico o Enrico. Quest'ultimo nel 1309, alienò il feudo insieme a quello di Castiglione a Andrea d’Isernia il vecchio. La compravendita ebbe l’approvazione Reale in data 26 maggio 1309. Così il feudo di Morrone appartenne alla famiglia D'Isernia fino al 1330, quando Andrea d'Isernia il Giovane (figlio di Roberto primogenito d'Andrea) contrattò per uno scambio col feudo di [[Longano]] (Isernia) dopo una trattativa con la moglie di Filippo di Luparia (detto Marchisio), Francesca Capuano.<ref name=":21" /><ref>{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/morrone-nel-sannio-cb|titolo=Morrone del Sannio (IS)}}</ref>
=== Pescolanciano ===
Nel 1274 Pescolanciano è feudo di Tommaso Carafa, il quale diede in donazione i frutti di questa terra al Monastero di [[San Gregorio Armeno]] a [[Napoli]]. Dai Carafa la signoria passò ad Andrea d’Isernia, che lo diede in dote alla figlia Letizia in occasione delle nozze con Francesco Montagano. Dopo la metà del [[XIV secolo]] tornò la famiglia Carafa fino alla metà del [[XVI secolo]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/pescolanciano-is|titolo=PESCOLANCIANO (IS)}}</ref>
Secondo altri autori i diritti sul feudo passarono dai [[d'Evoli]] di Castropignano (o d'Eboli), alla famiglia di [[Andrea da Isernia|Andrea d’Isernia]], ai Carafa, agli Spinelli di Venafro e di nuovo i d'Evoli fino alla fine del XVI secolo.<ref>{{Cita web|url=http://www.iserniaturismo.it/modules/soapbox/article.php?articleID=52|titolo=Pescolanciano - EVOLUZIONE STORICA}}</ref>
=== Pizzone ===
Ai tempi degli [[Angioini]] Pizzone fu sottratta alla giurisdizione della [[Badia Morronese|Badia]] e con decreto del 13 ottobre 1295 [[Carlo II di Napoli|Carlo II d’Angiò]] assegnò Pizzone ad [[Andrea da Isernia|Andrea d’Isernia]], morto nel 1316. [[Pizzone]], nei Regesti angioini del 1320 è detto “Piczotum”.<ref>{{Cita web|url=http://pizzone.comunitaospitali.it/pizzone-storia-di-un-borgo-autentico-molise|titolo=Pizzone: la storia di un borgo autentico}}</ref><ref name=":30">{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/pizzone-is|titolo=PIZZONE (IS)}}</ref> Nel 1320 Pizzone fu aggregato all'[[Abruzzo Citra]]. Forse risale a questa epoca la costruzione della chiesa dedicata a [[San Nicola di Bari|San Nicola]] e dell'abitato di Pizzone.<ref>{{Cita web|url=https://www.halleyweb.com/c094036/zf/index.php/galleria-fotografica/index/album/album/5|titolo=Comune di Pizzone - Cenni Storici}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://borghidellalettura.it/info.php?id=29&tit=LA-STORIA|titolo=Borghi della Lettura - La Storia}}</ref>
Nel 1343 decede Filippo Stendardo senza eredi, e così Pizzone per volontà della Regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]], con diploma del 15 ottobre, venne assegnata alla regina madre Sancia, vedova di Roberto d’Angiò.<ref name=":30" />
=== Sessano ===
Nel periodo angioino appartenne a Isnardo Giso, che ne fu spogliato da [[Carlo I d'Angiò]] nel 1279; nel 1295 lo stesso sovrano la concesse alla famiglia di Andrea d'Isernia che lo cedette nel [[XV secolo]] alla famiglia Castagna o ad un certo Giacomo di Sessano.<ref>{{Cita web|url=https://www.italiapedia.it/bacheca.php?vd=geoloc&istat=094049&comune=Sessano%20del%20Molise&prov=&sigla=IS&NomeReg=Molise&NReg=014|titolo=Sessano del Molise}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.francovalente.it/2007/09/14/sessano/|titolo=Franco Valente - Sessano del Molise}}</ref>
== Note ==
{{Note strette}}
== Bibliografia ==
* Prefazione alle "''[https://books.google.it/books?id=7b5GAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Consuetudines+Neapolitanae&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiyq7v4o7vlAhXYQkEAHRDJBb4Q6AEIKzAA#v=onepage&q=Consuetudines%20Neapolitanae&f=false Consuetudines
* "''[https://books.google.it/books?id=CcBQAAAAcAAJ&pg=PA64&dq=Memoria+Historiche+del+Sannio&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi18Z78pLvlAhXOGewKHYZTAykQ6AEIKzAA#v=onepage&q=Memoria%20Historiche%20del%20Sannio&f=false Memoria Historiche del Sannio, divise in cinque libri]''", Ciarlanti Giovanni Vincenzo (Arciprete della Cattedrale d'Isernia), Isernia 1644.
* "''[https://books.google.it/books?id=nvs6GC31mRUC&printsec=frontcover&dq=salerno+assediato+da+francesi&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjd_sraobvlAhW9kcMKHaUpD3kQ6AEIKzAA#v=onepage&q=salerno%20assediato%20da%20francesi&f=false Salerno Assediato Da Francesi]''" (basato sul diario del 1648), Pinto Fabritio, Napoli 1653.
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