D'Isernia: differenze tra le versioni

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{{S|Storia di famiglia}}{{Casata
|cognome = D'Isernia e/ Corvo
|stemma = Coa_fam_ITA_dCoa fam ITA d'isernia.jpg
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|blasonatura = ''D'oro al corvo fermo di nero;.''<br cimiero/>[[Cimiero]]: dragoDrago uscente.
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* {{simbolo|Flag of the Kingdom of Naples.svg}} [[Regno di Napoli|Regno di Sicilia Citeriore]]
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** {{simbolo|FlagArms of theCharles KingdomII of NaplesdAnjou.svg |20|border}} [[RegnoSovrani di Napoli#Angiò|Regno di Sicilia CiterioreAngiò]]
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* Re Del Diritto Feudale "''Monarca Feudistarum''" (titolo d'onore per [[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]])
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* Giureconsulti
* Re Del Diritto Feudale "Monarca Feudistarum" (titolo d'onore per [[Andrea d'Isernia]])
* Avvocati Fiscali
* Giureconsulti
* Regi Consiglieri
* Avvocati Fiscali
* Maestri RationaliGiudici della Gran Corte
* Regi Consiglieri
* GiudiciMaestri Rationali della Gran Corte
* Luogotenenti del Gran Camerario
* Maestri Rationali della Gran Corte
* Luogotenenti del Gran Camerario
* Baroni o Signori (feudatari)
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}}La famiglia '''d'Isernia''' (e '''Corvo''')<ref name=":2" /><ref name=":4" /><ref name=":5">{{Cita libro|titolo=Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti - Volume 1 - autore Giovanni Battista di Crollalanza · anno 1886|p=526}}</ref><ref name=":3" />, secondo alcune fonti<ref name=":0">[https://books.google.it/books?id=txYo310fmxUC&pg=PA117&lpg=PA117&dq=andrea+d%27isernia+corvo&source=bl&ots=V3sEGTJT3H&sig=ACfU3U2UUeop2qfop19DWIAqdKfj8h-Q_g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjXz-y-i5XlAhWMUlAKHZUpA-YQ6AEwBXoECAgQAQ#v=onepage&q=andrea%20d'isernia%20corvo&f=false ''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis'', Parte Terza, Napoli 1671, Libro indirizzato: all’Illustrissimo & Eccellentissimo Signore Don Pietro Antonio; Raymondo Folch De Cardona olim D’Aragona]. Vedere a pagina 116 ''«Si disse questo primiero Andrea d’Isernia della Patria, come era in costume de’ Letterati, e Giuriscosulti più famosi di quei tempi; e Camillo Salerno nella prefatione, che fè alle consuetudini di Napoli, volse, che questo Andrea fosse nato in Isernia della nobil famiglia de’ Rampini; e di ciò haverne ritrovato, e veduto molte scritture sottoscritte di propria mano di esso Andrea, nelle quali si cognominava de Rampinis»'' e poi vedere a pagina 118 ''«[...] Famiglia Rampinis della Città d’Isernia, della qual famiglia detto habbiamo, che ancor s’originò la famiglia d’Isernia, propagata da quel tanto famoso Giurisconsulto Andrea [...]»''</ref> che si basano sulla prefazione alle "''Consuetudines Neapolitanae''" di Camillo Salerno, ebbe origine dalla famiglia de Rampinis d'Isernia.<ref name=":0" /> Nel [[XVII secolo]], lo storico e genealogista [[Carlo De Lellis]] aggrega la famiglia di Andrea d'Isernia a quella Corvo, attribuendogli lo stesso [[stemma]] e [[cimiero]]<ref>{{Cita libro|titolo=Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli (3 volumi), Napoli, 1654, 1663 e 1671.|p=115|volume=3}}</ref>. Successivamente, nel [[1886]], Luigi Palumbo pubblicò un testo dal titolo "''Andrea d'Isernia: studio storico-giuridico''" senza dare informazioni certe riguardo alla data di nascita della medesima famiglia di [[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]].<ref>"''Andrea d'Isernia: studio storico-giuridico''", Palumbo Luigi, Tipografia e stereotipia della Regia Universita, 1886 Napoli</ref> Sempre nel 1886, venne pubblicato un "''Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti (Volume 1)''"<ref>{{Cita libro|titolo="Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti" Volume 1, Di Giovanni Battista di Crollalanza, anno 1886 (pagina 526)}}</ref> di Giovanni Battista Di Crollalanza, dove la famiglia D'Isernia e Corvo vengono riconfermate come stessa famiglia di Napoli<ref>{{Cita libro|titolo=Archivio biografico italiano - Volume 3 - anno 1987 (pagina 791): "Isernia di Napoli d' - anche Corvo - famiglia, Di Crollalanza F 539, 267"}}</ref>, così come scriveva anche il genealogista Carlo De Lellis.
 
}}La famiglia '''d'Isernia''' (e '''Corvo''')<ref name=":2" /><ref name=":4" /><ref name=":5">{{Cita libro|titolo=Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti - Volume 1 - autore Giovanni Battista di Crollalanza · anno 1886|p=526}}</ref><ref name=":3" />, secondo alcune fonti<ref name=":0">[https://books.google.it/books?id=txYo310fmxUC&pg=PA117&lpg=PA117&dq=andrea+d%27isernia+corvo&source=bl&ots=V3sEGTJT3H&sig=ACfU3U2UUeop2qfop19DWIAqdKfj8h-Q_g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjXz-y-i5XlAhWMUlAKHZUpA-YQ6AEwBXoECAgQAQ#v=onepage&q=andrea%20d'isernia%20corvo&f=false ''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis'', Parte Terza, Napoli 1671, Libro indirizzato: all’Illustrissimo & Eccellentissimo Signore Don Pietro Antonio; Raymondo Folch De Cardona olim D’Aragona]. Vedere a pagina 116 ''«Si disse questo primiero Andrea d’Isernia della Patria, come era in costume de’ Letterati, e Giuriscosulti più famosi di quei tempi; e Camillo Salerno nella prefatione, che fè alle consuetudini di Napoli, volse, che questo Andrea fosse nato in Isernia della nobil famiglia de’ Rampini; e di ciò haverne ritrovato, e veduto molte scritture sottoscritte di propria mano di esso Andrea, nelle quali si cognominava de Rampinis»'' e poi vedere a pagina 118 ''«[...] Famiglia Rampinis della Città d’Isernia, della qual famiglia detto habbiamo, che ancor s’originò la famiglia d’Isernia, propagata da quel tanto famoso Giurisconsulto Andrea [...]»''</ref> che si basano sulla prefazione alle "''Consuetudines NeapolitanaeNeapolitanæ''" di Camillo Salerno, ebbe origine dalla famiglia de Rampinis d'Isernia.<ref name=":0" /> Nel [[XVII secolo]], lo storico e genealogista [[Carlo De Lellis]] aggrega la famiglia di Andrea d'Isernia a quella Corvo, attribuendogli lo stesso [[stemma]] e [[cimiero]]<ref>{{Cita libro|titolo=Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli (3 volumi), Napoli, 1654, 1663 e 1671.|p=115|volume=3}}</ref>. Successivamente, nel [[1886]], Luigi Palumbo pubblicò un testo dal titolo "''Andrea d'Isernia: studio storico-giuridico''" senza dare informazioni certe riguardo alla data di nascita della medesima famiglia di [[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]].<ref>"''Andrea d'Isernia: studio storico-giuridico''", Palumbo Luigi, Tipografia e stereotipia della Regia Universita, 1886 Napoli</ref> Sempre nel 1886, venne pubblicato un "''Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti (Volume 1)''"<ref>{{Cita libro|titolo="Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti" Volume 1, Di Giovanni Battista di Crollalanza, anno 1886 (pagina 526)}}</ref> di Giovanni Battista Di Crollalanza, dove la famiglia D'Isernia e Corvo vengono riconfermate come stessa famiglia di Napoli<ref>{{Cita libro|titolo=Archivio biografico italiano - Volume 3 - anno 1987 (pagina 791): "Isernia di Napoli d' - anche Corvo - famiglia, Di Crollalanza F 539, 267"}}</ref>, così come scriveva anche il genealogista Carlo De Lellis.
 
== Origini del cognome ==
Il cognome ''D'Isernia'' pare indichi l'origine del casato nella regione del [[Sannio]] (zona appenninica tra Molise, Campania orientale, Abruzzo del sud). Sembra che non risulti una data precisa per la nascita della famiglia ''D'Isernia'', così apparentemente il capostipite sembrerebbe il famoso giurista Andrea d'Isernia che, secondo le informazioni riportate anche nei "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis, Parte Terza (Napoli 1671)''", ribadendo quanto scritto da Camillo Salerno nella prefazione alle Consuetudini di Napoli si sarebbe originato dalla famiglia de Rampinis d'Isernia.<ref name=":2" /><blockquote>''<small>«</small>Fù Andrea qual egli era anche nobilmente ammogliato con Burlesca di Roccafoglia, con la quale frà gli altri procreò Roberto, '''che si cognominò ancor egli d’Isernia, lasciato l’antico cognome de Rampinis''', divenendo così per l’avenire, per l’eccellenza d’Andrea proprio cognome della Famiglia, quello, ch’in esso Andrea né dinotava la sua Patria; & e anche fu sua figliola Giovanna, detta anch’ella Isernia, maritata à Pietro di Cornai di nobilissima famiglia Signor della Baronia di Foroli in Apruzzo, figlio di Roberto, e di Baccia di Sagro, dalli quali Pietro, e Giouana nacque quella Maria, che maritata ad Andrea Carafa, portò in questa famiglia la Baronia di Forli, che fino a’ giorni nostri si è mantenuta in essa.<small>»<ref>"Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, [https://books.google.it/books?id=txYo310fmxUC&pg=PA117&lpg=PA117&dq=andrea+d%27isernia+corvo&source=bl&ots=V3sEGTJT3H&sig=ACfU3U2UUeop2qfop19DWIAqdKfj8h-Q_g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjXz-y-i5XlAhWMUlAKHZUpA-YQ6AEwBXoECAgQAQ#v=onepage&q=andrea%20d'isernia%20corvo&f=false pagina 117], Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sui racconti di Gio:Vinc. Ciarlante memor.historiche del Sanio lib. 4.c.24.f.278., così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis</ref></small>''
 
<small>Citazione tratta da: "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis''", Parte Terza, pagina 117, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sui racconti di Gio:Vinc. Ciarlante memor.historiche del Sanio lib. 4.c.24.f.278., così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.</small></blockquote>Nelle "''Memorie Historiche del Sannio, libro quarto''" di Giovanni Vincenzo Ciarlanti ci dice che Andrea si chiamava d'Isernia, perché era usanza dei famosissimi Legislatori del tempo cognominarsi col nome della patria di origine.<ref name=":6">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644|anno=1644|p=388|volume=4|citazione=Vacando la Chiesa d'Isernia per morte di Pietro, il Capitolo elesse per Vescovo Corrado Rampino Canonico di quella a tempo che Nicola figliuolo d'Andrea d'Isernia Arciprete prima dignità stava assente per ritrovarsi nella Corte Romana. Et havendo Corrado acettata l'elezione, e confermata dall'Arciuescovo di Capua come Metropolitano, s'ingerì all'amministrazione di essa Chiesa. Il che inteso l'Arciprete Nicola ne prese disgusto si grande che m'applicò alla Sede Apostolica come non legitimamente fatta. Per lo che fu costretto Corrado a conferirsi di persona appo di quella e mentre attendeva per l'espeditione dopo essersi proceduto ad alcuni atti, il povero Eletto vi venne a morte. La onde il Papa vi mando per Vescovo fra Arrigo dell Ordine de Minori, e ne li spedì Bolla a 2 di Luglio 1330. in Avignone addotta dal Vadingo. Eran' costoro di due famiglie più potenti che fossero in Isernia per ricchezze e Baronie di più Castelli, e Feudi, e per uffici Regi, e perciò tra loro haveano qualche gara; sebene la famiglia d'Isernia di cui era Andrea Evangelista de feudi, che co'l nome della patria si cognominò ad usanza de gli altri famosissimi Leggisti, di gran lunga avanzò quella di Rampino per la sua eminente scienza, e singolar dottrina. Vanno alcuni confondendo ch'egli fosse di famiglia Rampino, per trovarsi Andrea di Rampino che parimente era Maestro Rationale e del Re Lodovico e Regina Giovanna I. come nel Regist del 1352. giudicando che fosse questo ma non è in conto alcuno, per essere quello morto nel 1316. come appare per più scritture del Reg. Archivio, della patria, & anche per questa che a lungo si adducono nella vita di lui per pruova di ciò.}}</ref> Poi Ciarlanti ci raccomanda di non confondere Andrea d'Isernia con Andrea Rampino (Rampinis nella versione latina), perché Andrea Rampino era il Maestro Razionale e Consigliere di Re Ludovico (cioè [[Luigi di Taranto|Luigi d'Angiò]] o Luigi di Taranto) e della Regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] secondo il registro del 1352 (ossia quando il famoso Andrea d'Isernia era già morto nel 1316).<ref name=":6" /><blockquote>«''Vacando la Chiesa d'Isernia per morte di Pietro, il Capitolo elesse per Vescovo Corrado Rampino Canonico di quella a tempo che Nicola figliuolo d'Andrea d'Isernia Arciprete prima dignità stava assente per ritrovarsi nella Corte Romana. Et havendo Corrado acettata l'elezione, e confermata dall'Arciuescovo di Capua come Metropolitano, s'ingerì all'amministrazione di essa Chiesa. Il che inteso l'Arciprete Nicola ne prese disgusto si grande che m'applicò alla Sede Apostolica come non legitimamente fatta. Per lo che fu costretto Corrado a conferirsi di persona appo di quella e mentre attendeva per l'espeditione dopo essersi proceduto ad alcuni atti, il povero Eletto vi venne a morte. La onde il Papa vi mando per Vescovo fra Arrigo dell Ordine de Minori, e ne li spedì Bolla a 2 di Luglio 1330. in Avignone addotta dal Vadingo. Eran' costoro di due famiglie più potenti che fossero in Isernia per ricchezze e Baronie di più Castelli, e Feudi, e per uffici Regi, e perciò tra loro haveano qualche gara; sebene la famiglia d'Isernia di cui era Andrea Evangelista de feudi, che co'l nome della patria si cognominò ad usanza de gli altri famosissimi Leggisti, di gran lunga avanzò quella di Rampino per la sua eminente scienza, e singolar dottrina. '''Vanno alcuni confondendo ch'egli fosse di famiglia Rampino, per trovarsi Andrea di Rampino che parimente era Maestro Rationale e del Re Lodovico e Regina Giovanna I. come nel Regist del 1352. giudicando che fosse questo ma non è in conto alcuno, per essere quello morto nel 1316'''. come appare per più scritture del Reg. Archivio, della patria, & anche per questa che a lungo si adducono nella vita di lui per pruova di ciò.''»<ref name=":6" /></blockquote>Il francescano [[Angelo Clareno|Angelus Clarenus]] (Angelo Clareno) contemporaneo di Andrea d'Insernia, nella "''Historia septem tribulationum Ordinis minorum''" parla di Andrea da Isernia chiamandolo «''dominus Andreas de Sernio''»''<small>.</small>''<ref name=":19">{{Cita libro|titolo="Historia septem tribulationum Ordinis minorum" di Angelus (Clarenus), Orietta Rossini · anno 1999, pagina 245}}</ref><ref name=":20">{{Cita web|url=https://mpa.univ-st-etienne.fr/index.php?id=569|titolo="Andrea d’Isernia giurista dei Re angioini di Napoli, capitolo 3. Andrea d’Isernia e i fraticelli di Clareno" di Giancarlo Vallone.|accesso=20 giugno 2024}}</ref> Dove Sernio sembra significare [[Isernia]] (''Sèrnia'' in [[Dialetto molisano|dialetto isernino]], ''AeserniaÆsernia'' in latino o Aisernio in [[Lingua osca|osco]]) oppure potrebbe essere l'appellativo in [[latino ecclesiastico]] o spagnolo antico ''"serñio"'' (col probabile significato di serio o severo, ossia qualcosa che riguarda un giuramento serio, come quello di un [[Giudice popolare|giurato]] o di appartenenza a un gruppo di signori o [[Giuria|collegio giurato]]) che ha perso la [[Tilde|tilda]] (segno diacronico usato in castigliano e portoghese, greco antico) nel passaggio da una lingua all'altra e che si trova in alcuni documenti antichi<ref>{{Cita libro|titolo=EpistolaeEpistolæ et aliorum ad ipsum. Praemittuntur animadversiones in epistolas Jo. Georgii Schelhornii, Vita Poli et quaedam hujus scripta atque diatriba ad easdem epistolas Pars V quæ scriptas complectitur ab exitu anni MDXLIV usque ad finem anni MDLVIII, scilicet ab inita in Anglia Apostolica Legationis administratione, usque ad mortem ejusdem Cardinalis. Accedit Appendix Monumentorum ad easdem spectantium. 5 Di Reginaldus Pool (cardinalis) · 1757|citazione=... Serñio Rege ... (pagina 395)}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Codex diplomaticus dominii temporalis S. Sedis
Pars V quae scriptas complectitur ab exitu anni MDXLIV usque ad finem anni MDLVIII, scilicet ab inita in Anglia Apostolica Legationis administratione, usque ad mortem ejusdem Cardinalis. Accedit Appendix Monumentorum ad easdem spectantium. 5
Di Reginaldus Pool (cardinalis) · 1757|citazione=... Serñio Rege ... (pagina 395)}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Codex diplomaticus dominii temporalis S. Sedis
1389-1793
1862|citazione=... Serñio Magno EtruriaeEtruriæ Duce Commissarii , qui post accessum ad loca ... (pagina 574)}}</ref>. Oppure, sempre in altri scritti successivi Andrea d'isernia era chiamato ''messere Andrea da Sergni'', cosa che farebbe appunto pensare a ancora a una tilda persa nella trascrizione, oltre che alla lettera finale o''.''<ref name=":14">{{Cita libro|titolo=Didaskaleion, Volume 10, anno 1931, pagina 200}}</ref><ref name=":15">{{Cita libro|titolo="Didaskaleion" studi di letteratura e storia cristiana antica, anno 1969, pagina 200}}</ref> Non è un caso se l'albero genealogico della famiglia Corvo comincia con un membro chiamato ''Sernicola de Corvo''<ref name=":13">{{Cita libro|titolo=Giornale araldico-genealogico-diplomatico, anno 1881, pagina 70}}</ref> (dove per qualche modifica o errore dovuto alle trascrizioni antiche, secondo le quali nomi e cognomi venivano scritti e trascritti per assonanza rispetto alla lingua o al dialetto parlato), proprio a metà del XIV secolo quando l'11 Ottobre 1353 Andrea d'Isernia il Giovane veniva ucciso da Corrado de Gottis Tedesco<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-d-isernia-il-giovane_(Dizionario-Biografico)/|titolo=ANDREA d'Isernia, il Giovane}}</ref> ed è plausibile che fosse proprio il padre di Nicola<ref name=":8" />, ossia quel mercante che si stabilì a Sulmona<ref>{{Cita web|url=https://www.giovannitabassi.it/?page_id=700|titolo=Famiglia Tabassi, dalle origini ai giorni nostri}}</ref><ref name=":16" />: il cognome Sernio si tramutò in Sernicola (talvolta trascritto Seniola<ref name=":16">{{Cita web|url=https://www.nobili-napoletani.it/Corvi.htm|titolo=Famiglia Corvi|citazione=Un ramo della famiglia si stabilì a Sulmona verso la metà del XIV secolo con Seniola de Corvo, ricco mercante.}}</ref>, con la perdita di alcune lettere e indicazioni), per una unione di Sernio con Nicola o con l'abbreviazione del nome Nicola in Cola<ref>Per esempio, a Napoli l'avvocato, giurista, poeta e drammaturgo [[Nicola Corvo]] (che visse tra la fine del 1600 e la prima metà del 1700) veniva proprio chiamato Cola Corvo. Spesso confuso con l'amico e collega Cola Capasso (Nicolò Capasso). Quindi questi sono esempi di abbreviazioni dei nomi Nicola e Nicolò in Cola.</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Opere inedite di varj autori. Tomo primo [-secondo]
1 · Volume 1
1789|citazione=... Mme scusarraie , si mo non te dò gusto : Cagna mo tuono è non toccà sso tasto , Fallo te prego , e non mme dà desgusto , Ca ssa poglia po fa sulo lo basto , DE COLA CUORVO A COLA CAPASSO IX . Si non C 2 DE DE COLA CAPASSO . SA VIII. ...}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Vocabolario napoletano lessigrafico e storico [Vincenzo De Ritis]
1
Di Naples, V. de Ritis · 1845|ppp=401|citazione=CUORVO ( COLA ) . Disse il Mormile : » Nel ven- tesimo quarto tomo della Collezione , o Guazzabu- glio , di tutt'i poemi in lingua napoletana che si va stampando dal Porcello}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Giambattista Basile
Volume 5
1887|ppp=57|citazione=... Cola Cuorvo - Micco Passato e la Vajasseide del Cortese Comenti del Tardacino L'Iliade d ' Omero del Capasso L ' Agnano zeffonnato del Perruccio - La Tiorba del- lo Sgruttendio · Perch la scrisse . - - Ne ' precedenti capitoli esponemmo ...}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Lo Spassatiempo
Volumi 3-9
1878|ppp=14|citazione=.. CUORVO Bè , lo ssaccio ca io lo Masaniello De Cola Cuorvo v'aggio prommettuto : Non penzate me fosse addebeluto ; Carta a scacazzià non sò noviello . " Ma me fa comm ' a mola lo cerviello , Ca no brutto penziero nc'è trasuto : Non ...}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Giambattista Basile
1885|citazione=... Cola Capasso il travestimento della Gerusalemme Li- berata , mentre è stranoto esserne autore Gabriele Fasano , il quale la dedicò all'Aurora Sanseverino . Assevera , che il Capasso « fu , ad un tempo , il Van- << gelas ed il Malherbe ...}}</ref>, forse dovuta a un errore di pronuncia e sovrapposizione di Sernio, Sergni<ref name=":14" /><ref name=":15" /> (scritto anche Serñi coi caratteri di stampa del passato o per un adattamento al castigliano/spagnolo che pure si parlava nel Regno di Napoli, come dimostra proprio la genealogia di Carlo de Lellis, ricca di neologismi della [[penisola iberica]]). La trasformazione del precedente cognome fu facilitata dal fatto che Ser è l'abbreviazione di Messer (Signore) e posto davanti al nome Nicola camuffava il precedente cognome Sernio (d'Isernia).<ref name=":14" /><ref name=":15" /> Infatti, sappiamo che la famiglia Corvo di Sulmona si stabilì a Sulmona a metà del [[XIV secolo]] con un certo Sernicola de Corvo, dove il nome ''Sernicola'' può essere scomposto nel prefisso ''Serni-'', con riferimento a Isernia, e nel suffisso ''-cola'' con significato ambivalente sia per Nicola che col significato «che abita» o con funzione aggettivale «che riguarda la coltura di qualcosa», secondo il modello di sostantivi latini come ''silvicŏla'' e ''agricŏla'' (composti col tema del verbo ''colĕre'' «abitare, coltivare»): Sernicola quindi avrebbe il significato ambivalente di ''«Messer Nicola de Corvo''» (Ser Nicola de Corvo) che quello di «abitante di Isernia» (Serni-cola).<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/colo/|titolo=Vocabolario on line: -colo (composti col tema del verbo colĕre «abitare, coltivare»)}}</ref> La perdita della lettera o tra Serni-cola, potrebbe essere proprio il frutto dell'[[eufonia]] italiana, la quale prevede l'alternanza di suoni alternati tra vocali e consonanti, al contrario invece di [[cacofonia]], ovvero il suono sgradevole che si genera dalla successione di due suoni identici. E proprio la cacofonia avrebbe portato alla contrazione di un nome troppo lungo quale per esempio Ser Nicola de Sernio de Corvo (o Corvis, Corvi, Corbo), l'eufonia avrebbe portato al risultato del nome contratto e sintetico, nonché [[Enigmistica|enigmistico]], di ''Sernicola de Corvo''<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/eufonia/?search=eufonia|titolo=Eufonia}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/cacofonia/|titolo=cacofonico}}</ref>.
 
Infatti, il genealogista Carlo de Lellis e Giovanni di Crollalanza<ref name=":4">{{Cita libro|titolo=Archivio biografico italiano (ABI II) : cumulativo di 124 repertori biografici fra i più importanti a partire dalla fine del sec. XIX sino alla metà del sec. XX. Nuova serie · Volume 3 - anno 1992|anno=1992|p=789}}</ref><ref name=":5" /> ci parlano di una famiglia d'Isernia che si chiama anche [[Corvo (famiglia)|Corvo]] e viceversa. Nell'albero genealogico della famiglia Corvo<ref name=":13" /> si incontra il nipote del capostipite che si chiamava Pietro<ref name=":13" />, di questo troviamo il nome intero in un altro libro (dove si parla della successione dei feudi) come ''Pietro Giovanni Sernicolai Corvo''.<ref name=":17">{{Cita libro|titolo="Per lo signor duca di S. Martino d. Michele Ronchi contra d. Luigi Ronchi. Commessario per ispezial delegazione del re l'illustre signor marchese caporuota d. Ippolito Porcinari ... [autori Giacinto Troysi, Felice Parrilli] , pagina 46}}</ref> Quindi a causa di una [[cacofonia]] nel pronunciare ''Ser Nicola Sernio de Corvo'', oppure ''Ser Nicola de Serñio o Serñi'' (pronunciato Sergni) e altre varianti dovute appunto alle varie pronunce locali e alle svariate trascrizioni, l'indicazione della provenienza dal [[Sannio]] oltre che a essere diventata [[Anacronismo|anacronistica]] si perse. Nel cognome Corvo però rimane comunque il legame col Sannio per tutti i lettori di [[Tito Livio]] che conoscono la leggendaria storia di [[Marco Valerio Corvo]]<ref name=":18">{{Cita libro|titolo=Tito Livio, ''Ab Urbe condita" libri VII, 26}}</ref> contenuta in <nowiki>''</nowiki>[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]" libri VII, 26. Infatti il cognome ''d'Isernia'', preso anche da alcuni discendenti del famoso giurista, non è detto che indichi necessariamente o soltanto il luogo di nascita tanto conteso tra vari autori (Salerno, Pinto), ma piuttosto quello di provenienza di tutta la famiglia e delle loro fortune ancestrali.<ref>{{Cita libro|titolo="Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo", Napoli, anno 1671.
Vedere: "Della famiglia d'Isernia e Corvo" e "Della Famiglia Corbino o Corvino" (da pagina 115 a pagina 125)}}</ref><ref name="Palizzolo">{{cita libro|nome=Vincenzo|cognome=Palizzolo Gravina|titolo=Il blasone in Sicilia: ossia, Raccolta araldica pagina 159|url=https://www.archive.org/stream/ilblasoneinsicil00pali/ilblasoneinsicil00pali_djvu.txt|editore=Visconti & Huber, 1875|citazione=Antica e nobile famiglia romana derivata da Valerio console romano; il quale mentre combatteva con un cavaliere gallo un corvo gli scese sul cimiero, un occhio cavandogli col becco; lo che fu al Valerio di gran vantaggio per la vittoria che riportò sul suo avversario: di là il cognome}}</ref><ref name="JJ">{{cita libro|nome=Decimus Junius|cognome=Juvenalis|titolo=D. Junii Juvenalis SatiraeSatiræ pagina 1090|url=http://books.google.it/books?id=fAdbAAAAQAAJ&pg=RA1-PA1087&dq=famiglia+corvini&hl=it&ei=PpiRTsOIJu_44QSuyYGZDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=famiglia%20corvini&f=false|editore=J. Antonelli, 1839|citazione=Corvino: antichissima fu la famiglia Corvinia cognominata dal corvo, che difese Valerio Corvino, mentre combatteva contro un feroce soldato dell'armata gallica}}</ref><ref name="Angius">{{cita libro|nome=Vittorio|cognome=Angius|titolo=Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli ..., Volume 5 pagina 468|url=http://books.google.it/books?id=QHAPAAAAYAAJ&pg=PA468&dq=famiglia+corvini&hl=it&ei=PpiRTsOIJu_44QSuyYGZDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CDUQ6AEwAQ#v=onepage&q=famiglia%20corvini&f=false|editore=G. Maspero, 1839|citazione=[...] illustre famiglia dei Corvini della stirpe nobilissima di Valerio Publicola; alla quale famiglia Corvina diede principio un pronipote del Publicola, che, come pretende Tito Livio, combattendo contro un Gallo, fu meravigliosamente aiutato da un corvo}}</ref><ref name="a">{{cita libro|nome=|cognome=|titolo=Memorie di religione, di morale e di letteratura pagina 275|url=http://books.google.it/books?id=NkMEAAAAQAAJ&pg=PA275&dq=famiglia+corvini&hl=it&ei=PpiRTsOIJu_44QSuyYGZDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CE8Q6AEwBg#v=onepage&q=famiglia%20corvini&f=false|editore=1834|citazione=Il primo Messalla era della famiglia dei Corvini, per fede di Seneca (da brev. vit. i3): Corvinus primus Messanam vicit, et primus ex familia Valeriorum Messoria appellatus est: e d'altra parte attesta Dionisio (Mai. Script. Vat. T. II, p. 496) che M. Valerio, il quale per l'ostento del corvo si appellò Corvino, traeva l'origine da Valerio Publicola, uno dei liberatori di Roma}}</ref><ref name="Magda">{{cita libro|nome=Magda|cognome=Jászay|titolo=Incontri e scontri nella storia dei rapporti italo-ungheresi pagina 170|url=http://books.google.it/books?id=aPXckRgebBQC&pg=PA170&dq=famiglia+corvini&hl=it&ei=JJmRTu2_ILKM4gTx0PCiAQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CEcQ6AEwBTgK#v=onepage&q=famiglia%20corvini&f=false|editore=Rubbettino Editore, 2003|citazione=Il primo a portare il soprannome di Corvino fosse il console Marco Valerio, per ricordare che nella lotta contro i galli fu aiutato da un corvo}}</ref><ref name="etnonimo22">"''Prose d'arte''", di Basilio Magni, Roma 1875. pagina 30 e 31</ref><ref name="etnonimo2">"''Il Buonarroti - scritti sopra le arti e le lettere''", Volume Ottavo, di Benvenuto Gasparoni, Roma 1873. pagine 66, 67</ref> Non sarebbe quindi un caso se ''Sernicola de Corvo'' (noto anche come Seniola<ref name=":16" />), supposto come discendente di Andrea d'Isernia dal nome Nicola, si stabilì a Sulmona verso la metà del 1300, lungo la [[via degli Abruzzi]] che metteva in comunicazione le città di [[Firenze]] e [[Napoli]], passando anche per [[Spoleto]]. Infatti, Sulmona diede i natali al poeta [[Publio Ovidio Nasone]], che sappiamo essere amico di [[Marco Valerio Messalla Corvino]] e aderire all'omonimo circolo di letterati (e forse parente alla lontana, dato che [[Publio Valerio Publicola]] era il prozio del leggendario Marco Valerio Corvo e fratello di suo nonno): si tratterebbe di un ritorno a un luogo familiare. Mentre Spoleto, antica capitale [[Longobardi|Longobarda]] dell'omonimo [[Ducato di Spoleto|ducato]] era anche un'altra dimora della famiglia Corvo<ref>{{Cita libro|titolo=Storia del comune di Spoleto dal secolo XII al XVII
seguita da alcune memorie dei tempi posteriori · Volume 1
Di Achille Sansi · 1879|p=273|citazione=... Corvi , di cui era rimasta erede una sua figliuola per nome Francesca monaca di quel luogo ( Bracc . Com . fogl . 81. ) Da alcuni riscontri storici si vede che per più anni seguita- rono null'ostante ad esser dette le monache di S ...}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria
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== Origini della famiglia ==
Bisogna ricordare che esistono notizie contrastanti riguardo al luogo di nascita del Grande Andrea d'Isernia<ref name=":1">L'aggettivo Grande è attribuito ad Andrea d'Isernia per distinguerlo da suo nipote, omonimo del nonno e figlio di Roberto d'Isernia. Per maggiori dettagli si consiglia di vedere i "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Volume 3, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo"</ref> che: secondo Camillo Salerno nella sua prefazione alle "''Consuetudines NeapolitanaeNeapolitanæ''" (del [[1588]]) sarebbe nato ad [[Isernia]] dalla nobile famiglia ''de' Rampini'' (secondo delle lettere firmate e che a suo tempo erano conservate in un Monastero delle Monache a Isernia); mentre secondo quanto riportato dal Dottor Fabrizio Pinto nel libro "''Salerno assediato da Francesi''" (basato sul diario dell'assedio del [[1648]]) Andrea sarebbe nato a [[Salerno]]<ref name=":2" />.<blockquote>''<small>«</small>Si disse questo primiero Andrea d’Isernia della Patria, come era in costume de’ Letterati, e Giuriscosulti più famosi di quei tempi; e Camillo Salerno nella prefatione, che fè alle consuetudini di Napoli, volse, '''che questo Andrea fosse nato in Isernia della nobil famiglia de’ Rampini; e di ciò haverne ritrovato, e veduto molte scritture sottoscritte di propria mano di esso Andrea, nelle quali si cognominava de Rampinis''', alcune delle quali se ne ritrovavano in un certo Monasterio di Monache in Isernia, e che un altro Instrumento haveva appresso di se Gio: Angelo Pisanello, quel così celebrato Dottore, & Avocato insigne de’ suoi tempi; e lo stesso Salerno riferisce, che l’arme della Famiglia de’ Rampinis, della quale era propriamente Andrea, erano un Compasso disteso, ne’ lati del quale, e di sopra, erano compartite tre rose, come egli stesso dice haverle vedute nella casa di esso Andrea, che ancor in piedi si conservava in Isernia, vicino alla Chiesa di S. Maria dell’Annuntiata; [...]<small>»</small>''<ref>Citazione tratta da: "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis''", Parte Terza, pagina 116, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sulla prefazione alle Consuetud. Di Napoli di Camillo Salerno, così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.</ref>
 
<small>Citazione tratta da: "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis''", Parte Terza, pagina 116, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sulla prefazione ''alle Consuetud. Di Napoli'' di Camillo Salerno, così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.</small></blockquote>Sempre secondo Camillo Salerno, esisteva una casa di Andrea d'Isernia, presso la ''Chiesa di Santa Maria Annunziata'' di Isernia, dove si poteva osservare l'[[Arma (araldica)|arma]] o stemma della famiglia Rampinis era un compasso disteso ai lati del quale e di sopra erano compartite tre rose<ref name=":2" />.
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== Componenti noti del casato ==
[[File:Andrea d'Isernia jurist.jpg|thumb|upright|[[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]]]]
* Grande [[Andrea da Isernia|Andrea d'Isernia]]<ref name=":1" />, detto il vecchio ([[1230]] circa – [[Napoli]], 5 luglio [[1316]])<ref name=":2">"Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo" [https://books.google.it/books?id=txYo310fmxUC&pg=PA117&lpg=PA117&dq=andrea+d%27isernia+corvo&source=bl&ots=V3sEGTJT3H&sig=ACfU3U2UUeop2qfop19DWIAqdKfj8h-Q_g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjXz-y-i5XlAhWMUlAKHZUpA-YQ6AEwBXoECAgQAQ#v=onepage&q=andrea%20d'isernia%20corvo&f=false da pagina 115 a pagina 120], Napoli 1671.</ref><ref name=":11">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 378}}</ref>, era padre di almeno sei figli maschi<ref name=":9">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 373}}</ref>. Fu Avvocato fiscale, Giudice della Vicaria, Regio Consigliere, Maestro Razionale della Reg. Camera, Giudice di tutte le cause Genovesi.<ref name=":11" /><ref>
* Finadella d'Isernia, sorella di Andrea d'Isernia il vecchio. Si maritò in [[Aversa]].<ref name=":10">{{Cita libro|titolo=Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887- Pagina 90, 91, 92|url=https://www.google.it/books/edition/Atti_dell_Accademia_di_scienze_morali_e/5WzNAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=Atti+dell%27Accademia+di+scienze+morali+e+politiche+Nicola+d%27Isernia+primogenito+di+un+Andrea+d%27Isernia&printsec=frontcover}}</ref>
 
=== Figli del Grande Andrea d'Isernia ===
* Roberto d'Isernia ( ? - [[1315]]), figlio primogenito<ref name=":9" /> del Grande Andrea d'Isernia<ref name=":1" /> e di Burlesca di Roccafoglia<ref name=":2" /> (detta anche Borlasca, Berlesca). Morì nei giorni successivi al 3 Agosto 1315, cioè dopo la [[Battaglia di Montecatini|battaglia di Montecatino]] (Toscana), in favore del comune di Fiorenza ([[Firenze]]) attaccato da [[Uguccione della Faggiola|Uguaccione Faggiuola]] e i suoi Gibellini ([[Guelfi e ghibellini|ghibellini]]).<ref name=":2" /> Fu marito di Tomasa [[di Sangro]]<ref name=":2" /> e di Giacoma di Ceccano (dopo la morte di Roberto d'Isernia si maritò con Fazio Bonifazio).<ref name=":31">{{Cita libro|titolo=Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887 - Pagina 90}}</ref> Giacoma da Ceccano mosse lite contro gli eredi di Roberto d'Isernia e Andrea d'Isernia in data 29 novembre 1318.<ref name=":31" />
* Filippo d'Isernia, probabile secondogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.<ref name=":10" /> Fu famoso legistlatorelegislatore e professore della cattedra di Diritto Civile della Regia Università di Napoli; nel 1308 fu nominato Regio Consigliere da Re Roberto; diventò AvoocatoAvvocato del Regio Fisco nel 1320 e Avvocato dei Poveri nel 1321. Ebbe come ricompensa terre e feudi per i provvedimenti igienici ed annonari adottati nella città di Bojano dopo il terremoto del 1308.<ref name=":12">{{Cita libro|titolo=Biografie e Ritratti degli Uomini Illustri della Provincia di Molise (volume primo), opera compilata dall'avvocato Pasquale Albino. Anno 1864. Pagine 16 e 17.|url=https://www.google.it/books/edition/Biografie_e_ritratti_degli_uomini_illust/FXsZAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=biografie+e+Ritratti+degli+Uomini+Illustri+della+Provincia+di+Molise+(volume+primo),+opera+compilata+dall%27avvocato+Pasquale+Albino.+Anno+1864.+Pagine+16+e+17&printsec=frontcover}}</ref>
* Matteo d'Isernia, probabile terzogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.<ref name=":10" /> Chiamato anche Fra Matteo, fu Cavaliere dell'[[Cavalieri templari|Ordine dei Templari]] (di cui era precettore a [[Capua (città antica)|Capua]]) come Priore nell'Orfine degli Ospedalensi (grado immediatamente successivo a quello di Gran Maestro).<ref name=":12" />
* Nicola d'Isernia, figlio di Andrea d'Isernia il vecchio. Era un [[Abate]] (secondo un diploma del 9 settembre 1328).<ref name=":10" /> Nel 1330 risulta essere Arciprete (Abate) della Chiesa Cattedrale d'Isernia (dopo la morte del Vescovo Pietro, succedette Vescovo Corrado Rampino e Nicola andò a Roma).<ref name=":8" /><ref name=":12" />
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==== Probabili parenti del Grande Andrea d'Isernia ====
* Nicola d'Isernia (primogenito di un Andrea d'Isernia<ref name=":7" /> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25">{{Cita web|url=https://www.francovalente.it/2013/06/18/iuniperata-castello-petroso-e-il-presbitero-carolingio-leone/|titolo=Franco Valente - Castelli del Molise - Iuniperata, Castello Petroso e il presbitero carolingio Leone}}</ref>), succedette al dominio dei castelli e feudi del padre (come da registri del 1333, 1343) e fu anche ornato di uffici pubblici.<ref name=":8">{{Cita libro|titolo=Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 388.|url=https://www.google.it/books/edition/Memorie_historiche_del_Sannio/CcBQAAAAcAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=memorie+historiche+del+sannio+volume+IV&printsec=frontcover}}</ref><ref name=":12" /><ref name=":32">{{Cita libro|titolo=Memorie istoriche del Sannio, chiamato oggi Principato Ultra, contado di Molise, e parte di Terra di Lavoro, Provincia del Regno di Napoli divise in cinque libri ... Raccolte dal dottor |autore=Gio. Vincenzo Ciarlanti .. - volume 4 - anno 1823 - pagine 181, 182|url_capitolourl= https://www.google.it/books/edition/Memorie_istoriche_del_Sannio_chiamato_og/30HMaZlppfIC?hl=it&gbpv=1&dq=Ruggieri+d%27Isernia+maria+di+cornai&pg=PA181&printsec=frontcover|editore=Tipografia di Onofrio Nuzzi|città=Campobasso|anno=MDCCCXXIII (1823)|volume=IV|edizione=II|pp=181, 182|accesso=8 luglio 2025|urlmorto=no}}</ref>
* Ruggieri d'Isernia o Ruggero (figlio di un Andrea d'Isernia<ref name=":7" /> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25" />), marito di Maria di Cornai (sorella di Pietro di Cornai, quest'ultimo sposato con Giovanna d'Isernia).<ref name=":8" /><ref name=":12" /><ref name=":32" />
* Bernardo d'Isernia (figlio di un Andrea d'Isernia<ref name=":7">Non è noto se sia figlio di Andrea d'Isernia di Roberto oppure se sia il figlio di Andrea d'Isernia di Landolfo, ne tantomeno se si tratti del figlio di Andrea d'Isernia il vecchio. Sappiamo solo che era figlio di uno dei tanti Andrea d'Isernia. Per un errore di trascrizione potrebbe essere anche figlio di Alferio d'Isernia (oppure Alferio d'Isernia era uno pseudonimo di Andrea).</ref> oppure Alferio d’Isernia<ref name=":25" />), consigliere della regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]] (e suo familiare). Fu mandato in Sicilia come Ambasciatore in compagnia di Landolfo Caracciolo Arcivescovo di Amalfi e Alessandro Brancaccio (pace del 1347).<ref name=":8" /><ref name=":12" /><ref name=":32" />
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== Feudi noti del casato ==
Il casato ''D'Isernia e Corvo'', secondo ''Carlo De Lellis''<ref name=":2" /> e ''Giovanni Di Crollalanza''<ref name=":4" /><ref name=":5" />, erano due famiglie dello stesso sangue: significa che tra alcuni discendenti di Andrea d'Isernia il Vecchio alcuni mantennero il cognome D'Isernia e altri ripresero l'antico cognome antico romano Corvo. La discendenza comune dalla famiglia ''De Rampinis'' è stata messa in discussione, ma niente toglie che i vari rami possano discendere da questa famiglia ''Rampini d'Isernia'' anche soltanto per via femminile (Rampini potrebbe essere il cognome della madre di Andrea d'Isernia, preso in quanto famiglia potente della città d'Isernia come testimoniato dallo stemma sulla [[Fontana Fraterna]] d'Isernia, in alto sul lato destro dell'osservatore).<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-d-isernia_(Dizionario-Biografico)/|titolo=ANDREA d'Isernia|citazione=... mentre il casato dei Rampini, che da molti gli venne attribuito e che Camillo Salerno, proemiando alle Consuetudines NeapolitanaeNeapolitanæ, conferma "sicut plures referiuntur scripturaescripturæ eius manuscriptaemanuscriptæ, in quibus de domo Rampinis se nuncupabat", non ha ricevuto a tutt'oggi il suffragio di alcuna prova.}}</ref> Infatti, ''Vincenzo Ciarlanti'' ci ha precisato che nella cattedrale d'Isernia le due famiglie, una dell'arciprete Nicola d'Isernia (figlio del Grande Andrea d'Isernia) e l'altra di Corrado Rampino, si contesero un ruolo.<ref name=":6" /> Quindi i feudi sotto il cognome D'Isernia e Corvo risulteranno diversi, perché i rami discendenti da Andrea d'Isernia il vecchio strada facendo presero cognomi diversi, ma in qualche fortuito caso si potrebbe trovare un feudo assegnato a uno stesso feudatario con stesso nome, ma con cognome diverso (D'Isernia oppure Corvo, Corvi, De Corvis, Corbo e tutte le varianti) contemporaneamente sia ai D'Isernia che ai Corvo (quindi non si tratterebbe di co-feudatari, ma di una coincidenza dovuta a un cambio o riappriopriazione dell'antico cognome). Potrebbe essere il caso di ''Nicola d'Isernia'', primogenito di un Andrea d'Isernia o Alferio d'Isernia<ref name=":7" /> (e principale presunto capostipite della famiglia Corvo di Sulmona), che succedette al dominio dei castelli e feudi del padre (come da registri del 1333, 1343) e fu anche ornato di uffici pubblici.<ref name=":8" /><ref>La successione del possesso dei feudi di Castelpetroso e Castelpizzuto, tra Burlesca di Roccafoglia e i discendenti di Alferio d'Isernia (tra cui anche un Nicola) pone molti interrogativi. Anche il feudo di Civitanova del Sannio risulta particolarmente interessante per risolvere l'enigma.</ref>
 
Alcuni dei feudi noti del casato D'Isernia sono stati i seguenti: [[Agnone]] (1324 - ?), [[Castellino del Biferno]], [[Castello di Croce]]<ref name=":22">{{Cita web|url=http://www.borghidellalettura.it/info.php?id=229&tit=LA-STORIA|titolo=Borghi Della Lettura - LA STORIA}}</ref>, [[Castelpetroso]], [[Castelpizzuto]], [[Castiglione a Casauria|Castiglione]], [[Civitanova del Sannio]], [[Forlì del Sannio|Fòrli del Sannio]], [[Frosolone]], [[Longano]]<ref name=":21">{{Cita web|url=http://www.morronedelsannio.com/feudatari.htm|titolo=La storia di Morrone del Sannio - I Feudatari di Morrone}}</ref>, [[Macchia d'Isernia]], [[Miranda (Italia)|Miranda]], [[Montaquila]], [[Morrone del Sannio|Morrone nel Sannio]], [[Pescolanciano]], [[Pizzone]] (1295), [[Sessano del Molise|Sessano]] (1295 - 1320 ca.).<ref name=":23">{{Cita web|url=https://www.casadalena.it/Molise.htm|titolo=Elenco delle famiglie Nobili del Molise e stemmario illustrato da Michele Tota di Altamura}}</ref>
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Altre fonti ci precisano che la famiglia D’Alferio, discendenti di Alferio d’Isernia, comprarono il feudo di Castelpetroso nel 1319 da Burlesca Roccafoglia (la moglie di Andrea d'Isernia il vecchio), detenendolo fino alla metà del [[XV secolo]].<ref name=":26" /><ref>{{Cita web|url=http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera%20di%20Arte/629|titolo=Venafro, Cattedrale, Affresco dell'absidiola sinistra}}</ref> Più specificatamente, il ''Capecelatro''<ref>{{Cita libro|titolo=F. CAPECELATRO, Storia di Napoli, vol. III, Torino 1870}}</ref> nota che Carlo I d’Angiò abbia concesso il feudo a Giovanni d’Alneto (o Giovanni D'Angelo), Vice Giustiziere del Regno e il ''Camera''<ref>{{Cita libro|titolo=M. CAMERA, Annali delle Due Sicilie dall’origine e fondazione della monarchia fino a tutto il regno dell’augusto sovrano Carlo III di Borbone – Anno 1268. Napoli 1841}}</ref> riporta che successivamente Carlo II d’Angiò lo abbia assegnato a Giovanni Scotto. Quindi, è dopo che Castelpetroso passò ad Andrea d’Isernia la cui vedova Burlesca Roccafoglia<ref name=":10" /> lo vendette nel 1319 ad Alferio d’Isernia. Il Masciotta ricostruisce la serie di feudatari dei quali è attestato il possesso di Castelpetroso.<ref name=":26" /> Alferio d’Isernia ebbe tre figli, che si chiamavano proprio Nicola, Ruggiero e Bernardo. Il primo, cioè Nicola, successe al padre nel feudo di Castelpetroso, ma non si conosce la durata del possesso da parte della sua famiglia.<ref name=":25" />
 
L'ultima famiglia feudale di Castelpetroso è stata quella dei "''De Rossi''" anche detti "''Rubens''" o "''De Rubens''" fin dal periodo longobardo. L'unica testimonianza del passaggio dei De Rossi è lo stemma scolpito, con un leone rampante, sul portale del castello, che fu abbandonato perché la famiglia marchesale si ritirò a Napoli. Riguardo a questa famiglia De Rossi, entrando nel Duomo di Caserta, c'è il sepolcro del Vescovo Nicola De Rossi, Marchese di Castelpetroso.<ref name=":26" /><ref name=":27" />
 
=== Castelpizzuto ===
[[Castelpizzuto]] sembra essere fondata dagli [[Angioini]] nel 1269 circa, come piccola roccaforte mirante i monti del [[Matese]]. Nel [[1269]] re [[Carlo I d'Angiò]] donò il [[feudo]] a Tommaso d'Evoli. Alla fine del [[Duecento|1200]] il possedimento fu diviso in tre parti, assegnate a Gualtiero da Ponte, Nicola Roccafoglia e Alferio d'Isernia. Il da Ponte morì senza eredi e così nel [[1312]], il suo terzo tornò al [[regio]] demanio, che venne poi venduto ad Alferio d’Isernia. Quest'ultimo nel [[1316]] finì di comprare per intero il feudo e divenne “Signore di Pizzuti”. Quindi la famiglia di Alfiero d'Isernia possedette probabilmente il feudo per tutti il 1300. Passo poi ai Gaetani, i [[Pandone (famiglia)|Pandone]] e i Capece Galeota e fu anche dei D'Agostino.<ref>Andreana (Adriana) Rizzo, [[moglie]] di Ottavio Galeota venne definita Signora di “Piczuti” in uno strumento di procura redatta per il consorte nel 1541.</ref><ref>Michaele Riccio, “De regibus HispaniaeHispaniæ, Hierusalem, GalliaeGalliæ, vtriusque SiciliaeSiciliæ, & VngariaeVngariæ, historia”- Auctoris vita a Carolo De Lellis, Neapoli: Egidij Longhi, [[1645]]</ref>
 
Più precisamente, nel 1312 Alferio d’Isernia acquistò la parte di Gualtiero da Ponte, e nel 1316 acquistò anche la quota di Nicola Roccafoglia, divenendo signore dell’intero feudo. Nel 1333 alla morte di Alferio successe il figlio Nicola D’Isernia (il presunto capostipite della famiglia Corvo di Sulmona, che secondo alcune fonti è figlio di un Andrea d'Isernia<ref name=":8" /><ref>Va notato che incrociando le informazioni il padrea di un certo Nicola, che tra il 1333 e il 1343 (secondo Vincenzo Ciarlanti) prese possesso dei feudi del padre, non si capisce de il padre si chiamasse Alferio o Andrea.</ref>). Questa famiglia tenne il feudo fino alla metà del [[XV secolo]], quando nel 1456 passo ai Gaetani e più precisamente a Giacomo Gaetani.<ref>{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/castelpizzuto-is|titolo=CASTELPIZZUTO (IS)}}</ref>
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=== Civitanova del Sannio ===
Il feudo di [[Civitanova del Sannio|Civitanova]] passò Dal Rodoico a Burlesca Roccafoglia (vedova di Andrea d’Isernia il vecchio, morto nel 1316); alcuni autori affermano che Civitanova fu assegnata a lei in dotario al tempo del suo matrimonio con Andrea. Poi nel 1321 il feudo passo al figlio di Burlesca di Roccafoglia, Landolfo d'Isernia (morto nel 1325). Nel 1330 i titolari di Civitanova furono gli eredi di Landolfo d’Isernia per tre quarti, e per un quarto Angelo Santangelo, ciambellano e consigliere di re [[Roberto d'Angiò|Roberto d’Angiò]]. Poi Giovanni d’Evolid'Evoli signore di Castropignano tra 1354 e 1360 unificò a proprio beneficio il feudo, con assenso della regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]]. La casa d’Evolid'Evoli fu feudataria di Civitanova sino al 1443 (oltre tre quarti di secolo).<ref>{{Cita web|url=http://egov.hseweb.it/civitanova/zf/index.php/storia-comune|titolo=Storia del Comune - CIVITANOVA DEL SANNIO}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.forchecaudine.com/sitouno/100.html|titolo=Civitanova del Sannio - Cenni storici}}</ref>
 
=== Fòrli del Sannio ===
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=== Frosolone ===
Alcuni resti di mura [[Lingua osca|osche]] in contrada Civitella suggeriscono che Frosolone era antica e abitata dalle popolazioni [[sanniti]]che. Il [[Vincenzo Ciarlanti]] sosteneva che si trattasse di “Fulsulae”“Fulsulæ” menzionata da [[Tito Livio]], mentre [[Emanuele Coccia]] ritiene che Frosolone sia “Fresilia” conquistata da [[Marco Valerio Massimo Corvino|Marco Valerio Massimo]] nell’anno 304 a.C. e quindi sarebbe appartenuta in ai tempi dei romani ai Corvo della [[Gens Valeria|gens valeria]]. Altri optano che sia stata fondata da monaci benedettini provenienti da Frosinone. In epoca longobarda Frosolone è menzionato in un diploma del 18 maggio 1064 con cui il Conte Bernardo d’Isernia, figlio di Landolfo, donava al Monastero di Montecasino il Convento di San Marco. Nel XII secolo feudatario di Frosolone è Rainaldo [[Borrello (famiglia)|Borrello]], signore di [[Agnone]] e di [[Pietrabbondante]]. Ai tempi di [[Carlo I d'Angiò|Carlo I d’Angiò]] Frosolone fu feudo di [[Andrea da Isernia|Andrea d’Isernia]], che nel 1295 ne assegnò metà alla figlia Letizia per portarlo in dote al conte Francesco di Montagano. Dopo il 1350 l’altra metà del feudo andò a Giovanni d’Evolid'Evoli di Castropignano. In seguito la casa di Montagano ebbe il feudo completamente fino a Francesco di Capua che lo vendette a Orazio Lunario nel 1523, e poi passo alla famiglia de Raho. I passaggi non finirono, tra questi passò nel 1660 a Giuseppe Crafa d’Aragona e poi al figlio Diomede e continuarono fino all'estizioneestinzione della feudalità.<ref>{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/frosolone-is|titolo=Frosolone (IS)}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://turismolise.it/comune-di-frosolone-borgo-per-eccellenza-delle-forbici-e-coltelli/?cn-reloaded=1|titolo=Comune di Frosolone – Borgo per eccellenza delle forbici e coltelli}}</ref>
 
Se Frosolone è la “Fresilia” conquistata da [[Marco Valerio Massimo Corvino|Marco Valerio Massimo]] nell’anno 304 a.C. con l'aiuto di un corvo sceso dal cielo, e la famiglia di Andrea d'Isernia era tra i discendenti e coloni rimasti sul territorio da quei tempi antichi, allora capiamo perché si fosse cognominata D'Isernia.
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Nel 1274 Pescolanciano è feudo di Tommaso Carafa, il quale diede in donazione i frutti di questa terra al Monastero di [[San Gregorio Armeno]] a [[Napoli]]. Dai Carafa la signoria passò ad Andrea d’Isernia, che lo diede in dote alla figlia Letizia in occasione delle nozze con Francesco Montagano. Dopo la metà del [[XIV secolo]] tornò la famiglia Carafa fino alla metà del [[XVI secolo]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ugodugo.it/pescolanciano-is|titolo=PESCOLANCIANO (IS)}}</ref>
 
Secondo altri autori i diritti sul feudo passarono dai [[Dd'Evoli|d’Evoli]] di Castropignano (o d'Eboli), alla famiglia di [[Andrea da Isernia|Andrea d’Isernia]], ai Carafa, agli Spinelli di Venafro e di nuovo i d’Evolid'Evoli fino alla fine del XVI secolo.<ref>{{Cita web|url=http://www.iserniaturismo.it/modules/soapbox/article.php?articleID=52|titolo=Pescolanciano - EVOLUZIONE STORICA}}</ref>
 
=== Pizzone ===
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== Note ==
{{Note strette}}
<references />
 
== Bibliografia ==
* Prefazione alle "''[https://books.google.it/books?id=7b5GAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Consuetudines+Neapolitanae&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiyq7v4o7vlAhXYQkEAHRDJBb4Q6AEIKzAA#v=onepage&q=Consuetudines%20Neapolitanae&f=false Consuetudines NeapolitanaeNeapolitanæ]''", Camillo Salerno, Venetiis 1588.
* "''[https://books.google.it/books?id=CcBQAAAAcAAJ&pg=PA64&dq=Memoria+Historiche+del+Sannio&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi18Z78pLvlAhXOGewKHYZTAykQ6AEIKzAA#v=onepage&q=Memoria%20Historiche%20del%20Sannio&f=false Memoria Historiche del Sannio, divise in cinque libri]''", Ciarlanti Giovanni Vincenzo (Arciprete della Cattedrale d'Isernia), Isernia 1644.
* "''[https://books.google.it/books?id=nvs6GC31mRUC&printsec=frontcover&dq=salerno+assediato+da+francesi&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjd_sraobvlAhW9kcMKHaUpD3kQ6AEIKzAA#v=onepage&q=salerno%20assediato%20da%20francesi&f=false Salerno Assediato Da Francesi]''" (basato sul diario del 1648), Pinto Fabritio, Napoli 1653.