Gaspare Spatuzza: differenze tra le versioni
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|Nome = Gaspare
|Cognome = Spatuzza
|PostCognomeVirgola = soprannominato '' 'u Tignusu''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Palermo
|GiornoMeseNascita = 8 aprile
|AnnoNascita = 1964
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|Attività2 = collaboratore di giustizia
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , già membro di [[Cosa Nostra]], affiliato alla [[Famiglia (mafia)|
}}
==Biografia==
=== Attività criminale ===
Figlio di un manovale reinventatosi fruttivendolo ambulante morto in un incidente stradale mentre si stava recando al mercato ortofrutticolo, Gaspare capì ben presto di doversi impegnare a portare a casa dei soldi. Lasciò la scuola in terza elementare dopo averla ripetuta per due anni e trovò lavoro nella bottega di un falegname e poi come imbianchino grazie a un cugino che lavorava per persone legate a [[Cosa nostra]]. Spatuzza si ritrovò quindi a ritinteggiare la casa dei Graviano stringendo amicizia con [[Filippo Graviano|Filippo]] e [[Giuseppe Graviano|Giuseppe]] che diventarono ben presto la sua seconda famiglia. Nel [[1976]] un fratello di Gaspare, Salvatore, fu ucciso come ritorsione per essersi permesso di partecipare al rapimento di Graziella Mandalà, moglie di un importante costruttore edile, violando la regola non scritta secondo la quale i rapimenti non erano consentiti perché richiamavano l'attenzione delle forze dell'ordine e allarmavano la gente con la conseguente perdita del consenso sociale. Gaspare trovò il sostegno dei Graviano e, secondo quanto gli riferì Giuseppe, il fratello sarebbe stato ucciso da [[Salvatore Contorno]], uno degli uomini più fidati di [[Stefano Bontate]]. Per questa ragione quando esploderà la [[seconda guerra di mafia]], Spatuzza si schiererà dalla parte di [[Totò Riina]] e dei [[Corleonesi]], nemico giurato di Bontate e quindi di Contorno. All’inizio non gli vennero affidati compiti di rilievo nella cosca ma si occupava di attirare con l’inganno le vittime designate e di consegnarle a chi poi le avrebbe uccise. Nel [[1984]] Spatuzza fu arrestato nella sede di un’azienda palermitana con altri capi e gregari di [[Brancaccio (Palermo)|Brancaccio]].<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Una famiglia da sfamare| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=495-497| ISBN=9788822720573 }}</ref>
Rapinatore e poi sicario, Gaspare Spatuzza, soprannominato "''u Tignusu''" (il Pelato) per la sua [[calvizie]], era affiliato alla [[Famiglia Graviano|Famiglia di Brancaccio]], guidata dai fratelli Graviano. Si è autoaccusato di aver rubato la [[Fiat 126]] che il 19 luglio [[1992]] venne impiegata come autobomba nella [[strage di via d'Amelio]] in cui furono uccisi il giudice [[Paolo Borsellino]] e la sua scorta.<ref>{{Cita news|url=http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/Reso.steno.26.3.2012Int..pdf|titolo=Audizione del procuratore Sergio Lari dinanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia - XVI LEGISLATURA|pubblicazione=|accesso=24 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131029192933/http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/Reso.steno.26.3.2012Int..pdf|dataarchivio=29 ottobre 2013|urlmorto=no}}</ref>
==Pentimento e collaborazione con la giustizia==▼
Dall'estate 2008 si è dichiarato pentito ed è divenuto [[collaboratore di giustizia]] rilasciando diverse dichiarazioni in ordine alla [[strage di via d'Amelio]], alle [[bombe del 1992-1993|bombe del 1993]] a Milano, Firenze e Roma e ai legami fra la mafia e il mondo politico-imprenditoriale.<ref>[http://www.antimafiaduemila.com/content/view/9756/48/ Antimafiaduemila] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091129033224/http://www.antimafiaduemila.com/content/view/9756/48 |data=29 novembre 2009 }}, 14 ottobre 2008.</ref> Il 4 dicembre 2009 ha deposto nell'ambito del processo d'appello al senatore [[Marcello Dell'Utri]], precedentemente condannato a nove anni in primo grado per [[concorso esterno in associazione mafiosa]]. In tale circostanza ha dichiarato che nel 1994 la stagione delle bombe si fermò perché [[Giuseppe Graviano]] gli confidò, in una conversazione avuta nel bar Doney di [[via Veneto (Roma)|via Veneto]] a [[Roma]], di aver ottenuto tutto quello che voleva grazie ai contatti con Dell'Utri e, tramite lui, con [[Silvio Berlusconi]]<ref>{{Cita news|url=http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t01_RS/00000025.pdf|titolo=Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA Documenti|pubblicazione=|accesso=24 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131019093134/http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t01_RS/00000025.pdf|dataarchivio=19 ottobre 2013|urlmorto=no}}</ref>. Secondo Berlusconi la deposizione di Spatuzza farebbe parte di una macchinazione ai suoi danni<ref>''[http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_04/berlusconi-cdm-mafia-spatuzza_d75995c4-e0c2-11de-b6f9-00144f02aabc.shtml «Spatuzza? Macchinazione contro di me»] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091205134353/http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_04/berlusconi-cdm-mafia-spatuzza_d75995c4-e0c2-11de-b6f9-00144f02aabc.shtml |data=5 dicembre 2009 }}'', ''[[Il Corriere della Sera]]'', 4 dicembre 2009.</ref>; il [[Centro-destra in Italia|Centro-destra]] ha espresso una diffusa solidarietà nei confronti del suo leader.<ref>[http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Berlusconi-Spatuzza-Io-confido-nel-buonsenso-degli-italiani_4073302616.html Berlusconi: «Spatuzza? Io confido nel buonsenso degli italiani...».] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091208004802/http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Berlusconi-Spatuzza-Io-confido-nel-buonsenso-degli-italiani_4073302616.html |data=8 dicembre 2009 }}, ''Adnkronos'', 5 dicembre 2009.</ref>▼
Nell’estate del [[1993]] i Graviano gli diedero l’ordine di preparare un attentato in grande stile per eliminare [[Giancarlo Caselli]], procuratore capo di Palermo, con un lanciamissili acquistato insieme ad altre armi tramite la [['Ndrina La Maggiore|‘ndrina Nirta]].<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Un missile per il procuratore capo| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=500| ISBN=9788822720573 }}</ref>
L'11 dicembre [[Filippo Graviano]] ha negato in aula le affermazioni di Spatuzza, sostenendo di non aver mai avuto rapporti di alcun tipo con [[Marcello Dell'Utri|Dell'Utri]].<ref name="st-gra">[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200912articoli/50281girata.asp Mafia, Graviano smentisce Spatuzza] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100109141223/http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200912articoli/50281girata.asp |data=9 gennaio 2010 }}, ''[[La Stampa]]'', 11 dicembre 2009.</ref> [[Giuseppe Graviano]] decide invece di non rispondere alle domande dell'accusa lamentando problemi di salute dovuti al [[41 bis]]. Nessuno dei due fratelli, poi, ribatte alla dichiarazione di Spatuzza sull'incontro nel gennaio del 1994. Gli inquirenti ritengono che gli atteggiamenti dei fratelli Graviano possano essere una sorta di avvertimento su possibili loro rivelazioni future in caso di mancati accordi.<ref name="st-gra"/><ref>[http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/mafia-12/silenzio-graviano/silenzio-graviano.html Giuseppe Graviano, silenzio che parla] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091215025819/http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/mafia-12/silenzio-graviano/silenzio-graviano.html |data=15 dicembre 2009 }}, ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 12 dicembre 2009.</ref> Nel marzo [[2010]] è stato riconosciuto attendibile dalla procura di Firenze, in merito alle affermazioni che hanno reso possibile identificare un altro mafioso responsabile delle [[Bombe del 1992-1993|stragi del '93]], [[Francesco Tagliavia]], già in carcere con due ergastoli da scontare.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/18/pm-di-firenze-spatuzza-attendibile.html I pm di Firenze: Spatuzza attendibile] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150128115230/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/18/pm-di-firenze-spatuzza-attendibile.html |data=28 gennaio 2015 }}, ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 18 marzo 2010.</ref><ref>[http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_18/stragi-mafia-arresto-bianconi_04d88fa4-3268-11df-b043-00144f02aabe.shtml Stragi di mafia del '93, nuovo arresto] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100323005850/http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_18/stragi-mafia-arresto-bianconi_04d88fa4-3268-11df-b043-00144f02aabe.shtml |data=23 marzo 2010 }}, ''[[Il Corriere della Sera]]'', 18 marzo [[2010]].</ref> Nel giugno 2010, con una decisione giudicata "senza precedenti" dai pm di Caltanissetta e di Palermo,<ref>[http://www.corriere.it/cronache/10_giugno_16/pm-amelio-spatuzza-bianconi_5c858804-790f-11df-ad02-00144f02aabe.shtml Il pm di via D'Amelio: «Gravi conseguenze se smette di risponderci»] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100619072200/http://www.corriere.it/cronache/10_giugno_16/pm-amelio-spatuzza-bianconi_5c858804-790f-11df-ad02-00144f02aabe.shtml |data=19 giugno 2010 }}, ''[[Il Corriere della Sera]]'', 16 giugno [[2010]]</ref> la Commissione Centrale del Viminale ha stabilito che Spatuzza non può essere ammesso al programma di protezione, essendo decorso il limite di 180 giorni entro cui un pentito è tenuto a riferire di fatti gravi di cui è a conoscenza.▼
Cooptato da [[Salvatore Grigoli]], fu tra gli esecutori materiali dell'omicidio di don [[Pino Puglisi]] del 15 settembre [[1993]], per il quale è stato condannato all'[[ergastolo]] con sentenza definitiva.<ref name="pentito">[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/15/si-pente-il-sicario-di-don-puglisi.html Si pente il sicario di don Puglisi] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140204035843/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/15/si-pente-il-sicario-di-don-puglisi.html |data=4 febbraio 2014 }}, ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 15 ottobre 2008.</ref> È stato inoltre condannato per altri 40 omicidi tra cui quelli di Giuseppe e Salvatore Di Peri, Marcello Drago, Domingo Buscetta (nipote del pentito storico di Cosa nostra, [[Tommaso Buscetta|Tommaso]]) e Salvatore Buscemi.<ref name="pentito"/>
La proposta di protezione era stata avanzata contestualmente dalle procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo che indagano sulla [[strage di via d'Amelio]] e sulle [[bombe del 1992-1993]]. Per Spatuzza, la Commissione ha invece confermato "le ordinarie misure di protezione ritenute adeguate al livello specifico di rischio segnalato", decisione che ha suscitato stupore e indignazione di politici e magistrati.<ref>[http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/15/news/spatuzza_protezione-4864931/ Spatuzza non considerato credibile niente programma di protezione] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100617183028/http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/15/news/spatuzza_protezione-4864931/ |data=17 giugno 2010 }}, ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 15 giugno 2010.</ref><ref>[http://www.corriere.it/cronache/10_giugno_15/spatuzza-mafia-programma-protezione_eecaa5f6-7891-11df-9d05-00144f02aabe.shtml Spatuzza, no a programma di protezione] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100616213337/http://www.corriere.it/cronache/10_giugno_15/spatuzza-mafia-programma-protezione_eecaa5f6-7891-11df-9d05-00144f02aabe.shtml |data=16 giugno 2010 }}, ''[[Il Corriere della Sera]]'', 15 giugno 2010</ref> In una lettera inviata a [[L'Espresso]] a seguito della decisione del Viminale, Spatuzza si dice amareggiato ma fiducioso nelle istituzioni e disposto a continuare a collaborare, e commenta: "tutta la criminalità organizzata [...] certamente sta gioendo e magari brindando a questa vittoria".<ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/spatuzza:-ora-la-mafia-brinda/2129218 Spatuzza: "Ora la mafia brinda"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100618124733/http://espresso.repubblica.it/dettaglio/spatuzza:-ora-la-mafia-brinda/2129218 |data=18 giugno 2010 }}, ''[[L'Espresso]]'', 16 giugno [[2010]]</ref> Nel settembre [[2011]] Gaspare Spatuzza è stato ammesso nel programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia.<ref>▼
[http://archiviostorico.corriere.it/2011/settembre/08/Viminale_Spatuzza_collaboratore_giustizia__co_9_110908040.shtml Il Viminale: sì a Spatuzza «collaboratore di giustizia»] ''[[Corriere della Sera]]'', 8 settembre [[2011]]</ref> Nel dicembre [[2011]] Spatuzza, accompagnato dagli inquirenti, ripercorre i luoghi di Palermo in cui vent'anni prima fu protagonista nel rubare e preparare (col concorso di altri) l'auto 126 Fiat che sarebbe diventata l'ordigno deflagrato in via D'Amelio uccidendo il magistrato Borsellino con la sua scorta.<ref>▼
Il 23 novembre [[1993]], fingendosi un poliziotto, partecipò al rapimento di [[Giuseppe Di Matteo]], figlio del [[pentitismo|collaboratore di giustizia]] [[Santino Di Matteo]], che sarebbe stato ucciso dopo oltre due anni di prigionia.<ref name="teologia">[[Attilio Bolzoni]], [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/03/dagli-omicidi-pentito-anti-premier-tignusu-adesso.html Dagli omicidi a pentito anti-premier. U' Tignusu adesso studia teologia] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140204035840/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/03/dagli-omicidi-pentito-anti-premier-tignusu-adesso.html |data=4 febbraio 2014 }}, ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 3 dicembre [[2009]].</ref>
Secondo quanto raccontato da Spatuzza, in occasione del rapimento del bambino, ''‘’ad un certo punto io insieme ad alcuni altri del gruppo ci siamo ribellati alla crudeltà mostrata nei confronti del piccolo dal gruppo a cui, noi che lo avevamo rapito, dovevamo consegnarlo e tenerlo in custodia. C’è stato uno scontro verbale e siamo arrivati al litigio.’’'' Al processo per l’omicidio del ragazzino, Spatuzza chiederà il perdono: ''‘’Questo è un macigno che porteremo noi per tutta l'eternità. Intendo chiedere perdono alla famiglia e alla società civile tanto oltraggiata e offesa, l’abbiamo violentata’’''.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Il rapimento in Giuseppe Di Matteo| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=495-497| ISBN=9788822720573 }}</ref>
Tra il gennaio del [[1994]] e il giugno del [[1995]] vennero arrestati i fratelli Graviano e Antonino Mangano e così toccò a Spatuzza la reggenza della cosca di Brancaccio. Fino a quel momento però non era stato ancora “punciutu”, cioè non formalmente affiliato a Cosa nostra, una mancanza che venne riparata con il rito del giuramento e ad ufficializzare il suo ingresso nella mafia siciliana fu [[Matteo Messina Denaro]]. Tuttavia Spatuzza rimase deluso dalla scelta dei Graviano di lasciare la cassa nelle mani di Pietro Tagliavia mentre lui si doveva occupare solo dell’ala militare della cosca.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=La promozione a capomandamento| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=502-503| ISBN=9788822720573 }}</ref>
Arrestato il 2 luglio [[1997]] presso l'ospedale Cervello di Palermo grazie a una soffiata di Pietro Garofalo, un suo compare che era stato arrestato il giorno prima,<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=L’arresto in ospedale| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=505| ISBN=9788822720573 }}</ref> sconterà l’ergastolo per le [[Bombe del 1992-1993|bombe del 1993]] di Roma, Firenze e Milano e per l’omicidio di don Puglisi nonché 12 anni per il sequestro Di Matteo.<ref name="pentito"/><ref name="ref_A">{{Cita news|autore=Giovanni Bianconi|titolo=Confessò le stragi, Spatuzza è libero|pubblicazione=[[Il Corriere della Sera]]|giorno=10|mese=marzo|anno=2023|pagina=20}}</ref> Durante la detenzione, si è iscritto alla facoltà di [[Teologia]].<ref name="teologia"/>
▲=== Pentimento e collaborazione con la giustizia ===
Spatuzza ha scontato 11 anni in regime di carcere duro fino all’estate del [[2008]], quando si è dichiarato pentito ed è divenuto [[collaboratore di giustizia]] rilasciando diverse dichiarazioni in ordine alla [[strage di via D'Amelio]], autoaccusandosi di aver rubato la [[Fiat 126]] imbottita di tritolo e fatta esplodere davanti all’abitazione della madre del magistrato [[Paolo Borsellino]], alle bombe del 1993 e ai legami fra la mafia e il mondo politico-imprenditoriale.<ref>[http://www.antimafiaduemila.com/content/view/9756/48/ Antimafiaduemila] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091129033224/http://www.antimafiaduemila.com/content/view/9756/48 |data=29 novembre 2009 }}, 14 ottobre 2008.</ref> Queste sue rivelazioni hanno permesso di smascherare quello che è stato definito "uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana": una decina di persone condannate in via definitiva nei processi "Borsellino ''uno''" e "Borsellino ''bis''" per effetto
delle indagini del poliziotto [[Arnaldo La Barbera]] e delle invenzioni del falso pentito [[Vincenzo Scarantino]] sono state liberate nel 2011.<ref>{{cita|Borsellino quater|p.1735 e p.1793}}.</ref><ref>{{cita|Deaglio|pp. 41-42}}.</ref>
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L'11 dicembre [[Filippo Graviano]] ha negato in aula le affermazioni di Spatuzza, sostenendo di non aver mai avuto rapporti di alcun tipo con [[Marcello Dell'Utri|Dell'Utri]].<ref name="st-gra">[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200912articoli/50281girata.asp Mafia, Graviano smentisce Spatuzza] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100109141223/http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200912articoli/50281girata.asp |data=9 gennaio 2010 }}, ''[[La Stampa]]'', 11 dicembre 2009.</ref> [[Giuseppe Graviano]] decise invece di non rispondere alle domande dell'accusa lamentando problemi di salute dovuti al [[41 bis]]. Nessuno dei due fratelli, poi, ribatté alla dichiarazione di Spatuzza sull'incontro nel gennaio del 1994. Gli inquirenti ritenevano che gli atteggiamenti dei fratelli Graviano possano essere stati una sorta di avvertimento su possibili loro rivelazioni future in caso di mancati accordi.<ref name="st-gra"/><ref>[http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/mafia-12/silenzio-graviano/silenzio-graviano.html Giuseppe Graviano, silenzio che parla] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091215025819/http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/mafia-12/silenzio-graviano/silenzio-graviano.html |data=15 dicembre 2009 }}, ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 12 dicembre 2009.</ref>
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▲La proposta di protezione era stata avanzata contestualmente dalle procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo che
▲[http://archiviostorico.corriere.it/2011/settembre/08/Viminale_Spatuzza_collaboratore_giustizia__co_9_110908040.shtml Il Viminale: sì a Spatuzza «collaboratore di giustizia»] ''[[Corriere della Sera]]'', 8 settembre [[2011]]</ref> Nel dicembre
{{collegamento interrotto|1=[http://video.repubblica.it/edizione/palermo/via-allegra-dove-ho-rubato-le-targhe/83753/82143 "Via Allegra: dove ho rubato le targhe..."] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }} ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'', 15 dicembre [[2011]]</ref>
Nel settembre del [[2014]], nel corso del processo al basista della strage di via Palestro a Milano, ha chiesto perdono per aver commesso 40 omicidi.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=No al programma di protezione| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=516| ISBN=9788822720573 }}</ref>
Alla fine del febbraio [[2023]], dopo il parere favorevole del Tribunale di Sorveglianza e delle diverse procure antimafia, Spatuzza ha ottenuto la libertà vigilata senza più i vincoli della detenzione domiciliare a cui era sottoposto dal [[2014]]; gli restano quindi cinque anni di prescrizioni da osservare come per esempio non frequentare pregiudicati o non uscire dalla provincia in cui abita senza permesso. La Cassazione, nell'aprile del [[2022]], aveva annullato con rinvio l'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma che aveva negato la liberazione condizionale.<ref name="ref_A" />
== Note ==
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|ISBN = 978-88-96499-07-8
}}
*{{cita libro|nome=Enrico|cognome=Deaglio|titolo=Il vile agguato|url=https://archive.org/details/ilvileagguatochi0000deag|anno=2012|editoreFeltrinelli|ISBN=9788807172373|wkautore=Enrico Deaglio|cid=Deaglio}}
*{{cita libro
|curatore =[[Giovanna Montanaro]]
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|ISBN = 978-88-200-5532-5
}}
*{{cita libro|autore=[[Pietro Grasso]]|autore2=prefazione di [[Sergio Mattarella]]|titolo=Storie di sangue, amici e fantasmi. Ricordi di mafia|collana=Serie Bianca|anno=2017|editore=Feltrinelli|città=Milano|cid=Grasso|ISBN=978-88-07-17324-0}}
*{{cita testo|autore=Corte di assise di Caltanissetta|titolo=Sentenza del processo di primo grado "Borsellino quater"|data=20 aprile 2017|accesso=28 febbraio 2024|formato=PDF|url=https://www.archivioantimafia.org/sentenze2/borsellino/borsellino_quater_primo_grado.pdf|via=Archivio Antimafia|cid=Borsellino quater}}
*{{Cita libro|autore=[[Salvo Palazzolo]]|titolo=I Fratelli Graviano. Stragi di mafia, segreti, complicità|anno=2022|editore=Editori Laterza|cid=Palazzolo|ISBN=978-88-581-4749-8}}
== Voci correlate ==
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