Perinaldo: differenze tra le versioni
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|Data elezione=13-6-2022
|Data istituzione=1861
|Altitudine= 572
|Sottodivisioni=Negi, Suseneo
|Divisioni confinanti=[[Apricale]], [[Dolceacqua]], [[San Biagio della Cima]], [[Sanremo]], [[Seborga]], [[Soldano]], [[Vallebona]]
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}}
'''Perinaldo''' (''Pȓeiṉaudu'' o ''Preinóud'' in [[Lingua ligure|ligure]]<ref>Nel dialetto locale viene detto in tal modo, secondo altri ''Preinòud'', ma tale termine ha una derivazione probabilmente provenzale.</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di
== Geografia fisica ==
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Secondo gli storici antichi, sorse intorno all'anno 1000 per volontà di Rinaldo della potente famiglia dei [[Lascaris di Ventimiglia|conti di Ventimiglia]], dal quale derivò il nome. Infatti, il [[toponimo]] Perinaldo ha origine dalla parola ''Podium Rainaldi''<ref name="Villaggi di Pietra">Fonte dal libro di {{cita libro|Enzo|Bernardini|Villaggi di Pietra. Viaggio nell'entroterra della Riviera dei Fiori|2002|Tipografia Stige|San Mauro (TO)}}</ref>: letteralmente il "poggio di Rinaldo". La leggenda vuole che il locale castello abbia accolto i fuggitivi della vicina villa Gionco, che sotto attacco dei [[saraceni]], venne data alle fiamme<ref>{{cita libro|cognome= Rossi|nome= Girolamo|titolo= Storia del Marchesato di Dolceacqua e dei Comuni di Pigna e Castelfranco |anno= 1862|editore= Onegliap. 41}}</ref>.
Il castello è già menzionato in una dichiarazione del 1164 da parte di Guidone Guerra, conte di Ventimiglia, che si impegna a proteggere la persona e i beni del [[Diocesi di Nizza|vescovo di Nizza]], offrendo in garanzia alcuni sudditi dei feudi di [[Sospello]], [[Roccabruna (Francia)|Roccabruna]], Perinaldo, e [[Pigna (Italia)|Pigna]]<ref>{{Cita| Corvesi|p. 360}}.</ref>.
Nel 1220 il castello di Perinaldo si era già costituito in [[Età comunale|comune]], eleggendo dei propri [[Console (storia medievale)|consoli]] in rappresentanza della comunità<ref>{{Cita| Corvesi|p. 29}}.</ref>.
A seguito dell'indebolimento dei conti di Ventimiglia e del rafforzamento del potere di [[Genova]] nei territori del [[Riviera di Ponente|Ponente Ligure]], il conte Oberto vendette nel 1228<ref name="Siusa">{{cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=26878&RicFrmRicSemplice=perinaldo&RicSez=produttori&RicVM=ricercasemplice|titolo=Fonte dal Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Artistiche|accesso=6 novembre 2017}}</ref> i feudi di Perinaldo e Gionco al genovese [[Fulcone da Castello]], che li tenne fino al 1251, anno in cui vennero di nuovo ceduti a [[Zaccaria de Castro]]<ref>{{Cita|
I feudi perinaldesi rimasero nelle disponibilità della famiglia Zaccaria fino al 1288<ref name="Siusa"/>, anno in cui vennero acquistati dall'ammiraglio genovese [[Oberto Doria]], che insieme ai territori di [[Dolceacqua]], [[Apricale]] e [[Isolabona]] andarono a costituire il più antico nucleo della [[Marchesato di Dolceacqua|Signoria ghibellina dei Doria]]<ref>{{Cita| Corvesi|p. 43}}.</ref>.
I [[Doria]] fecero del proprio dominio il centro di raccolta dei [[Guelfi e ghibellini|ghibellini]] genovesi, che si contrapposero con dure lotte ai [[Guelfi e ghibellini|guelfi]] di [[Principato di Monaco|Monaco]], capeggiati dalla [[Grimaldi (famiglia)|famiglia Grimaldi]]. Tale rivalità si protrasse fino al 1491, anno in cui le due famiglie si allearono a seguito del matrimonio tra [[Sovrani di Dolceacqua|Luca Doria]] e Francesca Grimaldi di Monaco<ref>{{Cita| Corvesi|p. 109}}.</ref>.
Ma la pace durò pochi anni, perché nel 1523 il figlio di Luca, [[Sovrani di Dolceacqua|Bartolomeo II Doria]], con l'intento di creare un'unica grande signoria tra Dolceacqua e Monaco, uccise lo zio materno [[Luciano I di Monaco]]<ref>{{Cita| Corvesi|p. 152}}.</ref>. A seguito del delitto, per sfuggire al bando dell'impero, il Doria fece solenne atto di vassallaggio al duca [[Carlo II di Savoia|Carlo III di Savoia]], ed è così che Perinaldo, insieme agli altri castelli, divenne dal 1524<ref name="Siusa"/> un protettorato del [[Ducato di Savoia|ducato sabaudo]].
Nel 1580 la comunità di Perinaldo, con l'approvazione di [[Sovrani di Dolceacqua|Giulio Doria]], elaborò i nuovi [[statuto (Medioevo)|statuti]] comunitari formati da 169 articoli, redatti in italiano, rappresentanti uno dei più completi e importanti documenti statutari di tutta la zona<ref>{{Cita| Corvesi|p. 269}}.</ref>.
{{Doppia immagine verticale|left|Perinaldo in Alpes-Maritimes 1793.svg|Perinaldo in Alpes-Maritimes 1805.svg|250|Mappa del [[Alpi Marittime (dipartimento)|dipartimento delle Alpi Marittime]] (1793) con Perinaldo nell'omonimo cantone|Mappa dello stesso dipartimento francese (1805) con Perinaldo nel cantone di [[Dolceacqua]]}}
Nel 1625 i castelli dei Doria entrarono in guerra al fianco del duca di Savoia contro la [[Repubblica di Genova]]. Ma la politica incerta del Signore di Dolceacqua, il quale, pur dichiarandosi alleato del duca, favorì nella pratica l'avanzata dei Genovesi. Questa situazione portò all'occupazione da parte del duca dei possedimenti dorieschi, che si risolse solo nel 1652, anno in cui i feudatari dovettero giurare definitivamente obbedienza ai Savoia, vedendo così innalzato il proprio feudo a marchesato. A Perinaldo tale giuramento avvenne il 10 aprile, officiato nella piazza antistante la [[Chiesa di San Nicola (Perinaldo)|parrocchiale di San Nicola da Bari]], alla presenza di tutti i capifamiglia del distretto<ref>{{Cita| Corvesi|p. 212}}.</ref>.
Nel 1640<ref name="Villaggi di Pietra"/> i frati dell'[[Ordine francescano|Ordine di San Francesco]], si insediano nel paese costruendo un convento accanto alla chiesa di San Sebastiano: si deve a loro un'importante innovazione agraria, in quanto sostituirono la coltivazione dell'[[Olea europaea|ulivo olivastro]] nell'attuale varietà [[Oliva taggiasca|taggiasca]] ancora in atto.
Nel 1672 lo scoppio tra Genova e Savoia di un nuovo conflitto interessò direttamente i castelli della signoria dei Doria. Il 28 agosto le milizie corse, che combatterono per la repubblica genovese, accerchiarono il castello di Perinaldo, e dopo una lunga resistenza, riuscirono ad abbattere le porte delle mura e ad entrare nell'abitato spargendo morte e terrore tra gli abitanti<ref>{{Cita|Corvesi|p. 221}}.</ref>.
Amministrativamente il territorio perinaldese fu sottoposto alla [[Circondario di Nizza|provincia di Nizza]] (1723<ref name="Siusa" />) e successivamente nella [[Sospello|provincia di Sospello]] (1729<ref name="Siusa" />) del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]].
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=== Architetture religiose ===
* [[Chiesa di San Nicola (Perinaldo)|Chiesa parrocchiale di San Nicola da Bari]] nel centro storico di Perinaldo. Costruita su un precedente edificio dell'XI secolo, è stata ampliata tra il 1465 e il 1480 e ancora nel 1660 rinnovata secondo il nuovo gusto [[barocco]] per opera dell'architetto [[Francesco Marvaldi]]. Tra le opere una tela attribuita alla mano di [[Bartolomeo Gennari]] e donata dall'astronomo [[Giovanni Cassini|Giovanni Domenico Cassini]] nel 1672.
* Oratorio di San Benedetto nel centro storico perinaldese. L'attuale chiesa è stata costruita nel 1580 per sostituire la vecchia sede, già presente nei primi anni del 1500, ritenuta troppo piccola ed angusta per contenere tutti i confratelli della Compagnia di San Benedetto. Il nuovo edificio venne eretto per volontà della comunità e su autorizzazione del feudatario [[Sovrani di Dolceacqua|Stefano Doria]]<ref>{{Cita| Corvesi|p. 179}}.</ref>.
* Chiesa di Sant'Antonio nel centro storico perinaldese. La chiesa è stata costruita nel 1641 al tempo in cui i [[Ordine francescano|padri di San Francesco dei Minori Riformati della Provincia di Genova]], ottennero il permesso di fondare un nuovo convento e ristrutturare la vecchia chiesa di San Sebastiano, presente già ad inizio Cinquecento. Conserva al suo interno diverse tele, tra cui una ''Natività'' attribuita a [[Bartolomeo Puppo]] e un ''San Sebastiano'' della scuola del Carrega. Nel pavimento sono ancora presenti delle lapidi sepolcrali appartenenti a famiglie locali<ref>{{Cita| Corvesi|pp
* Chiesa di Santa Giusta, situata lungo la strada che corre alle falde del monte Caggio.
* Santuario di Nostra Signora della Visitazione. Costruito tra il 1602 e il 1612 sul poggio detto "de lo rei", poco lontano dai resti di un preesistente oratorio<ref>{{Cita| Corvesi|pp
[[File:Santuario di N.S. della Visitazione di Perinaldo.jpg|miniatura|Il santuario di Nostra Signora della Visitazione]]
* Chiesetta di San Bartolomeo, di origine antichissima, sovrastante la frazione di Negi.
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