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La '''democrazia''' ({{lang-grc|δῆμος|démos|popolo|testo2= κράτος|traslitterazione2=krátos|traduzione2=potere|da=si|parentesi=no}}) [[etimologia|etimologicamente]] significa "[[governo]] del [[popolo]]", ovvero [[forma di governo]] e valori sociali in cui la [[sovranità]] è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo, che generalmente è identificato come l'insieme dei [[cittadino|cittadini]] che ricorrono in generale a strumenti di [[consultazione popolare]] (es. votazione, [[delibera]]zioni ecc.).
La '''democrazia''' è un sistema politico che si fonda sul principio della '''sovranità popolare''', ossia il potere appartiene al popolo, che lo esercita attraverso forme di partecipazione diretta o indiretta. In una democrazia, i cittadini hanno la libertà di scegliere i propri rappresentanti e influenzare le decisioni politiche che li riguardano. Tuttavia, il concetto di democrazia è molto ampio e si articola in vari aspetti che vanno oltre la semplice elezione dei leader.
Storicamente il concetto di democrazia non si è cristallizzato in una sola univoca versione<ref>La sua dialettica interna è stata evidenziata da [[Giovanni Sartori]], per il quale "la democrazia è una forma di governo che vive perennemente sotto pressione, potentemente condizionata dal grande divario sempre esistente e che tutti possono constatare, fra gli «ideali democratici» e la democrazia realmente esistente, con le sue umane imperfezioni. Gli studi di Sartori sulla democrazia sono originali perché combinano in una sintesi felice la tradizione classica della scienza politica italiana (la scuola detta elitista che risale a [[Gaetano Mosca]] e a [[Vilfredo Pareto]]), aspetti della teoria realistica della democrazia di [[Schumpeter]], e un’attenzione, dovuta alla sua originaria formazione filosofica, al ruolo delle idee di valore e delle credenze collettive": [[Angelo Panebianco]], ''Sartori, maestro della politica'', [[Corriere della Sera]], 5 aprile 2017.</ref> ovvero in un'unica concreta traduzione, ma ha trovato espressione evolvendosi in diverse manifestazioni, tutte comunque caratterizzate dalla ricerca di una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare.
Benché all'idea di democrazia si associ in genere una [[forma di Stato]], la democrazia può riguardare qualsiasi [[comunità]] di persone e il modo in cui vengono prese le decisioni al suo interno (per esempio il [[Papa]] viene eletto da una ristretta cerchia e anche lo furono i primi quattro [[Califfo|Califfi]] detti [[Califfato dei Rashidun|califfi ben guidati]], questi esempi di [[monarchia assoluta]] [[elezioni|elettiva]] [[teocrazia|teocratica]], quindi un tipo di [[democrazia illiberale]] [[teocrazia|teocratica]]).
== Definizione ==
Sono state date molte diverse definizioni di democrazia.
Tra gli antichi greci, la cui lingua ha dato origine alla parola, [[Platone]] ne parla approfonditamente nel suo trattato ''[[La Repubblica (Platone)|Πολιτεία (La Repubblica)]]'' (cap. VI), nonché nel suo dialogo ''[[Politico (dialogo)|Πολιτικός (Politico)]]'', dandone per altro un giudizio fortemente negativo: per lui il governo di una nazione dovrebbe essere tenuto dai [[filosofo|filosofi]], i massimi intellettuali dell'epoca, in una sorta di [[tecnocrazia]].<ref>Platone, ''Πολιτεία (La Repubblica)'', cap. VI e ''Πολιτικός (Politico)''. Per entrambi è disponibile il testo greco originale su wikisource, oltre ad alcune traduzioni; attualmente (agosto 2017) su wikisource è disponibile in italiano solo la traduzione del Politico.</ref> Anche [[Aristotele]] esplora approfonditamente il concetto nel suo trattato ''[[Politica (Aristotele)|Τὰ πολιτικὰ (Politica)]]'' e anche lui la giudica una forma di stato non opportuna, che facilmente si trasforma in tirannide (libri III e IV) (diverso è però rispetto a Platone lo stato ideale che propone).<ref>Aristotele, ''Τὰ πολιτικὰ (Politica)''. Il testo greco originale e alcune traduzioni (tra cui una in italiano del Cinquecento) sono disponibili su Wikisource.</ref>
[[Polibio]] nelle sue ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'' (libro VI) distingue tre forme di stato "buone" (monarchia, aristocrazia e democrazia) e tre negative (tirannide, oligarchia e oclocrazia); ideale è per lui la costituzione romana, che combina le tre forme da lui giudicate buone. Più tardi ritorna sull'argomento [[Plutarco]] in un saggio inserito nei cosiddetti ''[[Moralia]]'' e intitolato Περὶ μοναρχίας καὶ δημοκρατίας καὶ ὀλιγαρχίας ("Monarchia, democrazia e oligarchia").
Il termine "oclocrazia", letteralmente "governo della massa", fu introdotto proprio da Polibio per indicare una forma degenerata di democrazia, dove domina non più la volontà del popolo ma gli istinti di una massa variamente istigata da demagoghi o reazioni emotive.
Risalgono al pensiero greco anche alcuni concetti collaterali che hanno grave importanza nelle democrazie moderne,
A Roma fu coniata la parola [[repubblica]] (''res publica'' = cosa pubblica), che intendeva presentare lo stato romano come proprietà comune di tutti. La situazione storica concreta fu diversa, e comunque subì una notevole evoluzione nel corso dei secoli. Ad ogni modo, a distanza di secoli dalla nascita della repubblica, [[Cicerone]] nel suo ''De re publica'' condivide la definizione attribuita a [[Publio Cornelio Scipione Emiliano]], secondo cui ''res publica'' è ''res populi'', cosa del popolo.<ref>Marco Tullio Cicerone, ''De re publica'', I, 39</ref> Il [[pensiero politico di Cicerone]] dà particolare importanza alla ''concordia ordinum'', la concordia tra i ceti sociali, che rappresenterebbe una sorta di compromesso tra una vera democrazia e un'oligarchia pura.
La parola ''democratia'' comparve per la prima volta in Europa quando nel 1260 fu pubblicata la traduzione in latino del trattato la
Il concetto di democrazia fu ampiamente dibattuto durante l'[[Illuminismo]]. Molto significativo, tra gli altri, il contributo di [[Jean-Jacques Rousseau]], per il quale il potere che spetta al popolo sarebbe inalienabile e non rappresentabile: la democrazia o è diretta o non è.<ref>Jean-Jacques Rousseau, ''[[Il contratto sociale]]'', 1762, [https://fr.wikisource.org/wiki/Du_contrat_social/%C3%89dition_1762/Livre_III/Chapitre_15 Libro III cap. 15]. ''La sovranità non può essere rappresentata per la stessa ragione per cui non può essere alienata; essa consiste essenzialmente nella volontà generale e la volontà non si rappresenta affatto: o è la medesima o è un'altra, non ci sono vie di mezzo. I deputati del popolo non sono quindi - né possono essere - i suoi rappresentanti, non sono altro che i suoi commissari; non possono concludere nulla in maniera definitiva. Ogni legge che il Popolo non ha ratificato di persona è nulla; non è affatto una legge. Il popolo inglese pensa d'essere libero; si sbaglia alla grande, lo è solo durante l'elezione dei membri del Parlamento; appena questi sono eletti, è schiavo, non è nulla. Nei brevi momenti della sua libertà, l’uso che ne fa merita appieno che la perda.''</ref>
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# la democrazia è quella forma di governo dove la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo, generalmente identificato come l'insieme dei cittadini che ricorrono in generale a strumenti di consultazione popolare; la sovranità può anche essere esercitata incrociando i due sistemi. Il popolo che esercita questa sovranità ha diritti politici, perché appunto è "demos".
# la democrazia include coloro che sono eletti e il popolo, quindi tutti e due hanno diritti politici in quanto sono "demos"; i primi in quanto parte del popolo, e il secondo perché include il soggetto della parola democrazia.
# la terminologia "demos" riguarda un popolo che ha diritti politici, oppure questi diritti riguardano solo coloro che tramite un'assemblea
=== Principi fondamentali della democrazia ===
* '''Libertà individuale''': La democrazia garantisce a ogni individuo diritti fondamentali, come la libertà di pensiero, di espressione, di religione e di movimento. Questi diritti proteggono l'individuo da ingerenze statali e consentono una partecipazione piena e informata alla vita pubblica.
* '''Partecipazione popolare''': I cittadini hanno il diritto di partecipare alla vita politica, che può avvenire in modo diretto (come nei sistemi di democrazia diretta, ad esempio nelle assemblee) o indirettamente, attraverso il voto per eleggere rappresentanti politici. La partecipazione non si limita però al voto: include anche il diritto di protestare, organizzare manifestazioni, far sentire la propria voce nei media e nel dibattito pubblico.
* '''Eguaglianza politica''': In una democrazia, tutti i cittadini sono considerati uguali davanti alla legge. Ogni persona ha lo stesso diritto di voto e la stessa opportunità di partecipare al processo politico, indipendentemente da razza, classe sociale, genere o altre caratteristiche individuali. Questo principio è spesso rafforzato da leggi anti-discriminatorie che mirano a garantire l'uguaglianza sostanziale.
* '''Stato di diritto''': La democrazia si basa su un sistema giuridico che garantisce che tutte le persone, comprese le autorità politiche, siano soggette alla legge. Questo implica che le decisioni politiche e governative siano prese nel rispetto delle leggi, con un sistema giudiziario indipendente che protegge i diritti fondamentali dei cittadini.
* '''Libertà di stampa e di espressione''': Un aspetto cruciale della democrazia è la libertà di stampa, che consente ai media di operare senza censura. Ciò consente ai cittadini di accedere a informazioni accurate, di esprimere liberamente le proprie opinioni e di esercitare un controllo sulle decisioni politiche. La libertà di espressione è un meccanismo di controllo sociale che permette alla società di evolversi in modo partecipativo e critico.
* '''Alternanza politica''': Una democrazia permette e incoraggia il cambiamento pacifico dei governi attraverso elezioni libere e giuste. Il principio dell'alternanza al potere è fondamentale per evitare l'accentramento del potere e il rischio di dittature, garantendo che il governo risponda ai bisogni e alle volontà della popolazione.
== Descrizione ==
=== Forme di democrazia ===
La prima classificazione della democrazia può essere tra democrazia diretta e democrazia indiretta.
* Nella [[democrazia partecipativa]] si raccolgono tutti quegli strumenti utili che forniscono informazioni stimolando la collaborazione tra cittadini e rappresentanti, ma di per sé questa forma di democrazia non contempla strumenti per attribuire [[potere legislativo]] ai cittadini (es. [[e-democracy|democrazia digitale]] tramite [[Web 2.0]]).
* Nella [[democrazia deliberativa]], la volontà del popolo non viene espressa tramite l'elezione di rappresentanti, ma attraverso un processo [[deliberazione|deliberativo]].
* Nella [[democrazia diretta]], il [[sovranità|potere sovrano]] è esercitato direttamente dal [[popolo]], come avveniva nell'[[antica Grecia]], dove i cittadini (esclusi [[schiavi]], donne e cittadini stranieri) si riunivano per discutere attivamente di leggi o posizioni politiche da prendere poi in apposite votazioni a maggioranza.
* Nella [[democrazia rappresentativa]] ovvero indiretta il potere sovrano è esercitato da rappresentanti [[elezione|eletti]] dal popolo (il [[Parlamento]]). È storicamente la forma di democrazia nata con i moderni [[stato di diritto|Stati di Diritto]] a partire dalla [[Rivoluzione francese]] secondo il principio della [[separazione dei poteri]] e quello liberale della [[divisione del lavoro]]. Ad esempio, l'[[Italia]] è una [[Repubblica (forma statuale)|repubblica]] [[parlamento|parlamentare]] (quindi a democrazia indiretta) che usa come unici strumenti di democrazia diretta il [[referendum]], l'[[legge di iniziativa popolare|iniziativa popolare]] e la petizione popolare; i cittadini sono comunque liberi di candidarsi (entrare in [[politica]]) per diventare rappresentanti, qualunque sia il loro stato sociale. Il potere sovrano dunque è esercitato dal popolo nella misura in cui ciascun cittadino avente [[diritto di voto]], elegge in [[elezione|elezioni politiche]] per [[suffragio universale]] i propri rappresentanti di governo in parlamento.
* Nella [[democrazia costituzionale]], la [[rigidità della costituzione|costituzione rigida]] pone dei vincoli alla [[dittatura della maggioranza]].<ref>{{cita web |url=https://www.treccani.it/enciclopedia/democrazia-diritto-costituzionale/ |titolo=Democrazia. Diritto costituzionale |sito=[[Treccani.it]] |accesso=1º marzo 2024}}</ref>
=== Diritti di cittadinanza ===
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* [[Diritti civili]]: diritto alla vita, libertà di autodeterminazione, diritto alla sicurezza personale, [[libertà di culto]], [[Libertà di stampa|libera stampa e informazione]], [[libertà di manifestazione del pensiero]], libertà di [[associazione (diritto)|associazione]], [[diritto di sciopero]], diritto di manifestazione pubblica; affermazione progressiva a partire dal [[XVIII secolo]].
* [[Diritti politici]]: diritto di elezione, diritto di [[candidatura]] politica, diritto di [[Partito politico|associazione partitica]]; affermazione nel [[XIX secolo]].
*
* [[Diritti sociali]]: [[solidarietà]] sociale (
Si distingue tra diritti negativi e diritti positivi, i primi prevedono la libertà dallo Stato, ossia quei diritti che limitano il potere dello stato come i diritti civili, i secondi invece presuppongono la libertà nello o mediante lo Stato, intesa come autonomia positiva dell'individuo o come intervento attivo dello stato, rientrano in questa categoria i diritti politici e i diritti sociali.
=== Cultura democratica ===
Un fattore chiave in una democrazia è la presenza, all'interno di una nazione, di una [[cultura]] democratica: una "democrazia politica" senza cultura democratica diffusa nei cittadini non sarebbe una democrazia. Fra i pensatori politici e i filosofi che hanno sollevato dibattiti su tale questione c'è dentro la tradizione nordamericana [[John Dewey]], nella sua rilettura<ref name="verità">J. Dewey, ''Emerson - The Philosopher of Democracy'', in "International Journal of Ethics", 13, 405-13, July 1903.</ref> di [[Ralph Waldo Emerson]], da lui considerato "il filosofo della democrazia", essenziale per una cultura democratica. Altri pensatori dedicatisi alla questione sono [[Hannah Arendt]] e [[George Kateb]]. In [[Brasile]], ci sono alcuni autori che lavorano con l´idea della correlazione tra la cultura della democrazia e la cultura dei diritti umani, come Paulo Freire, Maria Victoria Benevides, Fábio Konder Comparato e Eduardo C. B. Bittar.
== Evoluzione storica del concetto ==
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==== Nell'antica Grecia ====
{{vedi anche|Democrazia ateniese}}
{{F|politica|febbraio 2024}}
Un primo riferimento universale lo si ritrova nei cinque regimi governativi platonici, in ordine discendente: [[aristocrazia]], [[timocrazia]], [[monarchia]], democrazia, che può portare alla [[
Un altro esempio è il principio
Nell'[[antica Grecia]] la parola democrazia nacque come espressione dispregiativa utilizzata dagli avversari del sistema di governo di [[Pericle]] ad [[Atene]]. Infatti ''kratos'', più che il concetto di governo (designato da ''archìa'') rappresentava quello di "forza materiale" e, quindi, "democrazia" voleva dire, pressappoco, "dittatura del popolo" o "della maggioranza". I sostenitori del regime ateniese utilizzavano altri termini per indicare come una condizione di parità fosse necessaria al buon funzionamento di un sistema politico: "isonomia" (ovvero eguaglianza delle leggi per tutti i cittadini) e "[[isegoria]]" (eguale diritto di ogni cittadino a prendere parola nell'assemblea). Peraltro, a queste forme di eguaglianza si legavano i principi di ''[[parresia|parresìa]]'' (libertà di parola) ed ''[[Eleutheria (divinità)|eleutherìa]]'' (libertà in genere). La democrazia ateniese si contraddistingue per due peculiari caratteristiche: il [[sorteggio]] nelle cariche pubbliche e l'assemblea legislativa a democrazia diretta composta da tutti i cittadini.
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Nei popoli germanici il potere legislativo ed esecutivo veniva esercitato da assemblee comuni dette [[Thing]] (una di queste era il [[gairethinx]] dei [[Longobardi]]). Queste assemblee, menzionate già da [[Giulio Cesare]] e [[Tacito]] (che le chiamavano ''concilium''), ebbero forme diverse a seconda delle epoche e dei singoli popoli e non sono documentate in modo completo; generalmente erano dominate da capi militari o altre personalità, che avevano il diritto di portare con sé i loro sostenitori. Le assemblee si svolgevano periodicamente e duravano diverse settimane.
La prima occasione certa in cui un'assemblea di questo tipo assunse connotati simili a un parlamento democratico fu l'[[Althing]] (Alþingi), istituita in [[Islanda]] nel [[930]] d.C
{{Chiarire|Un altro esempio è la confederazione delle cinque nazioni dei [[nativi americani]]. Si tratta dell'alleanza [[Haudenosaunee]] che si strinse fra i cinque popoli Irochesi presenti in quello che oggi è conosciuta come la [[Grandi Laghi (America)|regione dei grandi laghi nel Nordamerica]]. I popoli in questione sono i [[Nazione Cayuga|Cayuga]], gli [[Nazione Onondaga|Onondaga]], gli [[Nazione Oneida|Oneida]], i [[Mohawk]] e i [[Nazione Seneca|Seneca]]. Con l'aggiunta alla confederazione della nazione/popolo [[Nazione Tuscarora|Tuscarora]] l'alleanza prenderà il nome "delle sei nazioni". Non fu l'unica nel Nordamerica, conosciute sono anche la lega degli [[Uroni]] e l'unione dei [[Creek (popolo)|Creek]].|Un'alleanza o confederazione non è automaticamente una democrazia.}}
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=== In età moderna e contemporanea ===
Sulla concezione moderna di democrazia hanno avuto grande influenza le idee [[illuminismo|illuministe]] a partire da [[Voltaire]]<ref>Armitage, David, Palmer, R. R., ''The Age of the Democratic Revolution : a Political History of Europe and America, 1760-1800'' [Updated edition with a New Foreword], 0691161283, 978-0-691-16128-0, 9781400850228, 1400850223
Un'importante caratteristica della democrazia moderna è la separazione tra [[Stato]] e [[chiesa (comunità)|Chiesa]], cioè l'indipendenza da tutte le [[religione|religioni]]. Questo principio è strettamente connesso con quello della [[laicità]] dello Stato.
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Per molti oggi ai poteri esistenti bisogna aggiungere delle ''[[autorità garante|autorità]]'', come quella che garantisce la [[concorrenza (diritto commerciale)|concorrenza]] e quella che si occupa della ''[[riservatezza]]'' dei cittadini e dei loro dati personali.
Secondo l'economista e filosofo [[india]]no [[Amartya Sen]] (premio Nobel per l'economia) la democrazia non è un'invenzione dell'[[Civiltà occidentale|Occidente]]: "Quella che va corretta è la tesi, frutto solo d'ignoranza, dell'eccezionalismo occidentale in materia di [[tolleranza]]". A questo proposito Sen cita l'
Per il classico [[Karl Popper]] de ''[[La società aperta e i suoi nemici]]'' ([[1945]]), nonché per [[Gian Enrico Rusconi]] la cui sintesi<ref>[[Gian Enrico Rusconi]], ''Come se Dio non ci fosse. I laici, i cattolici e la democrazia'', Torino, Einaudi, 2000, cap. 7 (''Pilato, Gesù e la democrazia populista'', pp. 107-117). ISBN 88-06-15768-X; ISBN 978-88-06-15768-5.</ref> s'inserisce nel dibattito che va dall'[[Hans Kelsen]] de ''La democrazia''<ref>[[Hans Kelsen]], ''La democrazia'', Bologna, il Mulino, 1955. Nuova ed.: 1998. ISBN 88-15-06655-1; ISBN 978-88-15-06655-8.</ref> al [[Gustavo Zagrebelsky]] de ''Il «Crucifige!» e la democrazia'',<ref>[[Gustavo Zagrebelsky]], ''Il «Crucifige!» e la democrazia'', Torino, Einaudi, 1995. ISBN 88-06-13670-4; ISBN 978-88-06-13670-3. Nuova ed.: 2007. ISBN 88-06-19100-4; ISBN 978-88-06-19100-9.</ref> il concetto di democrazia si sarebbe sviluppato con la [[costituzione|carta costituzionale]], auspicabilmente "[[rigidità della costituzione|rigida]]", come necessità di garantire i [[#Diritti di cittadinanza|diritti civili e politici]] davvero a tutti, tutelando anche [[opposizione (politica)|opposizione]] e [[minoranza]]. In altri termini, con la democrazia costituzionale
{{F|politica|febbraio 2011}}
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La democrazia partecipativa classica era possibile in epoca antica grazie a determinate condizioni: la sovranità limitata a una [[Città-Stato|sola città]], la ''[[polis]]'', la cui popolazione raramente superava i 100.000 abitanti; i diritti politici riconosciuti a una ristretta fetta di popolazione, poiché erano esclusi quasi i tre quarti degli abitanti (donne e schiavi). La [[Grecia]] delle ''poleis'', la [[Repubblica romana|Roma repubblicana]] e in parte i [[Comune medievale|Comuni italiani tra XII e XIV secolo]] sono i luoghi e i periodi storici in cui questo tipo di democrazia poté realizzarsi.
Alcuni pensano che le moderne [[tecnologia|tecnologie elettroniche]] e di [[telecomunicazioni]] potrebbero oggi consentire forme di democrazia diretta in qualche modo analoghe (ad esempio tramite la partecipazione di politici e cittadini al dibattito
In [[età moderna]] [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] tentò di far rifiorire il concetto di democrazia degli antichi. I [[giacobini]] e poi i [[socialismo|socialisti]] si fecero interpreti di questa idea. Il presupposto della democrazia liberale moderna, cioè il principio della [[rappresentanza]], fu proposto tra i primi da [[John Stuart Mill]] ed è oggi alla base dei regimi democratici.
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Nel [[XX secolo|Novecento]] l'affermazione della democrazia arrivò mentre, sotto il profilo filosofico, ne erano contestati alcuni presupposti teorici dall'[[elitismo]]: [[Gaetano Mosca]] e [[Vilfredo Pareto]], poi [[Robert Michels]] e altri. Sotto il profilo storico, la teoria dell'élite fu ripresa dal [[fascismo]]. Difatti il suo capo [[Benito Mussolini]] riteneva che la moderna democrazia [[Sistema parlamentare|parlamentare]] di origine illuminista non fosse altro che una subdola "dittatura [[Massoneria|massonica]]"<ref>Richard Collier, ''Duce! Duce! Ascesa e caduta di Benito Mussolini'', Mursia, 1971, pag. 129</ref>. Come soluzione il fascismo attuò la dittatura, ma quando anche questa rivelò tutte le sue falle, cercò all'ultimo di presentare un'alternativa pseudodemocratica, la "[[democrazia organica]]", mai effettivamente attuata.
Il pericolo così suscitato portò alla crisi degli [[anni Trenta]]: mentre la sconfitta della Germania e la decomposizione degli imperi sovranazionali aveva fatto supporre ai vincitori della [[prima guerra mondiale]] che "il sistema liberal-democratico potesse affermarsi naturalmente in quelle parti di Europa e di mondo (...), il risultato fu che vent’anni dopo, con l’eccezione della [[Gran Bretagna]] che avrebbe fatto la sua scelta atlantica allo scoppio della nuova guerra, il sistema liberal-parlamentare resisteva nel continente abbastanza problematicamente solo in [[Francia]]: mentre regimi illiberali di opposto colore si preparavano a disputarsi il continente e il mondo, dando per scontata la sconfitta del sistema liberal-capitalistico, considerato un residuo ottocentesco in avanzato stato di dissoluzione interna. Doveva essere l’ultima volta che l’[[Europa]] presumeva di guidare il mondo, perché l’esito del conflitto venne deciso dagli [[Stati Uniti]], nuovi alfieri del sistema liberale e nuovi propugnatori su scala mondiale della sua innegabile superiorità materiale (per la vittoria sul nazi-fascismo e in seconda battuta sul collettivismo comunista) e spirituale, per il rispetto e la valorizzazione della libertà individuale"<ref>Giuliano Parodi, ''Un continente postideologico'', [[Mondoperaio]], 8-9/2016, p. 41.</ref>.
=== Democrazia nel mondo contemporaneo ===
La stragrande maggioranza degli Stati mondiali oggi si definisce "democratica". Fra gli Stati democratici però si possono distinguere differenti gradi di democrazia, e non è sempre semplice riconoscere la democraticità di uno Stato. [[Robert Alan Dahl]] per caratterizzare le specificità dei sistemi democratici del XX secolo propone di utilizzare, per designarli, il termine [[poliarchia]].
Diversi studi sono stati eseguiti da differenti enti per stabilire il grado di democrazia di uno Stato. Fra questi spicca quello eseguito ogni due anni dal settimanale ''[[The Economist]]'' e conosciuto come
Ad oggi nel XXI secolo, soprattutto in Europa e America settentrionale, centrale, meridionale, la scienza politica (ma non solo essa) accetta la sua cosiddetta ''definizione minima di democrazia'' come criterio che sostiene<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = scienza politica|anno = |editore = il mulino|città = }}</ref> quali regimi siano essenzialmente democratici e quali no.
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Studi recenti di economisti e matematici mostrano come la democrazia non sia qualcosa di compiuto e ben definito, come si tende a credere nel senso comune. In effetti un approccio filosofico tende a considerare la democrazia un concetto intrinsecamente imperfetto.<ref>Gallie W.B.: Essentially contested concepts, in ''[[Società Aristotelica|Proceedings of the Aristotelian Society]]'', Vol.56, 167-198, 1956.</ref>
La prima critica che si fa alla democrazia è il [[paradosso]] insito in sé stessa, ovvero se la maggioranza delle persone desiderasse un governo antidemocratico, la democrazia cesserebbe di esistere. Tuttavia se il governo si opponesse cesserebbe di essere democrazia in quanto andrebbe contro la volontà della [[maggioranza]]. Un esempio di questo tipo è quello di un Paese con una forte maggioranza di una religione nel quale un partito porta i
Tuttavia la democrazia non garantisce al popolo il potere "soltanto nell'immediato" (per cui potrebbero verificarsi gli eventi appena esemplificati) ma si fonda sul fatto che essa debba sapersi perpetuare, almeno se la intendiamo riferita a un sistema-Paese anziché limitatamente ad una singola scelta elettorale, come invece avviene nel paradosso sopra descritto. La sua perpetuazione è resa automaticamente possibile dalla necessaria presenza in un Paese di quella che abbiamo poc'anzi chiamato "cultura democratica", la quale può esser tale solo se riguarda la maggioranza della popolazione, scongiurando così l'interruzione del governo democratico e il verificarsi della prima condizione espressa dal paradosso. La mancanza di cultura democratica, dunque, dimostrerebbe che una democrazia non è in realtà tale o che rischia di non esserlo più in conseguenza della erosione della cultura che l'ha storicamente espressa<ref>Ne ''La pelle di zigrino'' Gaetano Salvemini riconobbe questa precarietà in alcune democrazie postbelliche, scrivendo: «Stretti tra totalitari di destra e totalitari di sinistra, e assaliti di fronte e alle spalle da fascisti nostalgici, neofascisti, criptofascisti, gesuiti e gesuitanti, noi, tapinelli, ci muoviamo su un terreno che si restringe sotto i nostri piedi ogni giorno un poco di più, come la [[pelle di zigrino]] resa immortale da [[Balzac]]».</ref>.
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Anche in questo secondo caso però, la giusta riflessione sembra esser guidata dal fatto che la libertà non può non riguardare anche l'autodeterminazione politica dei cittadini. In questo caso, sotto una forma di governo non democratica non potrebbe mai esserci piena (e quindi vera) libertà ma solo delle libertà parziali riguardanti altre sfere della vita, diverse da quella politica. La piena libertà dei cittadini la si può dunque raggiungere soltanto sotto una forma di governo democratica. La quale garantisce anche l'associazionismo politico e dunque la formazione di nuovi e diversi partiti politici che un giorno potranno eventualmente raggiungere il potere, mentre in un regime non democratico (per esempio teocratico) - anche qualora la maggioranza dei cittadini liberamente lo sostenesse - si impedirebbe alle minoranze di potersi impegnare attivamente e tentare la conquista di obiettivi politici.
Molti si sono dunque interrogati sulle buone regole della democrazia. [[Alexis de Tocqueville]] propone una pluralità di idee, tramite l'[[associazione (diritto)|associazionismo]] e i [[corpi intermedi]], che garantisca un controllo della maggioranza da parte delle minoranze politiche e le opposizioni, come nel modello di [[democrazia liberale]] degli [[Stati Uniti]], in cui "pesi e contrappesi" bilanciano i vari poteri. Un'ultima riflessione riguarda infine l'adozione di una cosiddetta
Di seguito alcuni risultati proposti come soluzione ai vari problemi della democrazia.
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che se valgono le ipotesi di:
# dipendenza dal voto: il risultato è funzione solo degli ordini di preferenza (lineari) individuali;
# libertà individuale (o universalità
# monotonicità: se un'alternativa A è socialmente preferita ad un'altra B, A continua ad essere preferita a B in ogni configurazione in cui gli ordini di preferenza individuali siano lasciati invariati o modificati innalzando A o modificati abbassando B;
# indipendenza delle alternative irrilevanti: la preferenza sociale tra due alternative A e B è determinata solo dalle preferenze individuali tra le due alternative A e B;
# [[sovranità popolare]] (o
allora richiedere che l'ordine sociale sia lineare implica la condizione di ''dittatorialità'': ossia l'esistenza di un decisore il cui ordine individuale coincida con l'ordine sociale; tale individuo è denominato dittatore proprio perché detta il risultato della votazione considerata.
In seguito le ipotesi 3. e 5. del teorema sono state sostituite<ref>{{Cita libro|lingua=en|cognome= |nome= |autore=Kenneth Arrow |titolo=Social Choice and Individual Values (Second Edition) |url=http://cowles.econ.yale.edu/P/cm/m12-2/index.htm |formato=pdf |annodiaccesso=2009 |mesediaccesso=agosto |edizione= 2ª edizione |data= |anno=1963 |editore=John Wiley & Sons, Inc. |città=New York, London, Sydney }}</ref> con l'ipotesi (più debole) di '''unanimità paretiana''': se un'alternativa A è preferita ad un'alternativa B da ciascun individuo, allora A è socialmente preferita a B; pertanto, stanti la dipendenza dal voto, la libertà individuale, il principio di unanimità ed il principio di indipendenza delle alternative irrilevanti, allora richiedere che l'ordine sociale sia lineare implica la dittatorialità. Al fine di non fare confusione con l'usuale concetto di dittatore, va detto che il dittatore nel senso di Arrow potenzialmente può essere un qualunque votante, e che la sua identità non è determinabile a partire dal teorema.<ref>{{cita pubblicazione |cognome=Mario Tirelli |anno=2009 |mese=aprile |titolo=Il teorema dell'impossibilità di Arrow |url=http://host.uniroma3.it/docenti/tirelli/RM3/Mag/Arrow.pdf |accesso=agosto 2009 |dataarchivio=16 maggio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110516213031/http://host.uniroma3.it/docenti/tirelli/RM3/Mag/Arrow.pdf |urlmorto=sì }} L'autore sostiene che: "il teorema stabilisce che l'unico ordinamento di preferenza sociale possibile, avente gli assiomi sopra elencati [...] è di tipo dittatoriale; ovvero, non esiste un sistema "democratico" che rispecchi tali proprietà di scelta sociale. Tuttavia il teorema non consente di stabilire l'identità del dittatore. [...] Il teorema stabilisce quindi solo l'esistenza di un dittatore; tutti gli individui sono potenzialmente tali".</ref>
Le conseguenze del teorema di Arrow sono importanti; [[Paul Samuelson]], [[premio Nobel per l'economia]] nel 1970 e consigliere economico di Kennedy ha sostenuto<ref>''[[Scientific American]]'', ottobre 1974, pag. 120.</ref> che "la ricerca della democrazia perfetta da parte delle grandi menti della storia si è rivelata la ricerca di una chimera, di un'autocontraddizione logica"
=== Rappresentanza ===
{{vedi anche|Rappresentanza (filosofia politica)}}
Quanto all'esito del procedimento elettorale, la democrazia rappresentativa è spesso criticata per una sua presunta inefficienza: "la complessità e la “velocità” della nostra società, si sostiene, richiede anche nei partiti un’adeguata e corrispondente capacità decisionale, non sopporta lunghe discussioni e defatiganti mediazioni interne; e così come è diffusa un’insofferenza verso le “lungaggini” delle procedure parlamentari, sembra invalsa un’analoga attitudine all’interno dei partiti, molto spesso condita da un appello alla “base”, dal chiaro sapore [[Populismo|populistico]], contro tutto ciò che viene etichettato come “apparato”"<ref>ANTONIO FLORIDIA, ''CONTRO LA DEMOCRAZIA “IMMEDIATA”: DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE NEI PARTITI'', 2009.</ref>. Pur essendo contestato che tra “efficacia” e “democrazia” vi sia un dilemma, o
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=[[Alexis de Tocqueville]]|curatore=[[Giorgio Candeloro]]|titolo=[[La democrazia in America]]|ed=8|collana=Biblioteca Universale Rizzoli|anno=2010|editore=
* {{Cita libro|autore=[[Jean-Jacques Rousseau]]|traduttore=Jole Bertolazzi|altri=introduzione di [[Alberto Burgio]]|titolo=[[Il contratto sociale]]|ed=12|collana=Universale economica|anno=2019|editore=
*{{Cita libro|autore=[[John Rawls]]|curatore=Sebastiano Maffettone|traduttore=Ugo Santini|titolo=Una teoria della giustizia|ed=5|collana=Universale economica|anno=2019|editore=
* [[Hans Kelsen]], ''La democrazia'', Bologna, Il Mulino, 1955 (1966)
* [[Norberto Bobbio]], ''Il futuro della democrazia'', Torino, Einaudi, 1995, pp.
* [[Domenico Musti]], ''Demokratìa. Origini di un'idea'', Laterza, 1995
* [[Kenneth Arrow
** Ed. Italiana: "Scelte sociali e valori individuali", Etas, 2003, ISBN 88-453-1222-4
* [[Amartya Sen]], ''La democrazia degli altri - perché la libertà non è un'invenzione dell'occidente'', [[Milano]], Mondadori, 2004
* [[Luciano Canfora]], ''La democrazia. Storia di un'ideologia'', [[Roma]] - [[Bari]], Laterza, 2004, pp.
* [[Paul Ginsborg]], ''La democrazia che non c'è'' - [[Torino]], G.Einaudi editore, 2006, pp.
* [[Takis Fotopoulos]], ''Per una Democrazia Globale'', Milano 1999.[https://web.archive.org/web/20190118021042/http://www.inclusivedemocracy.org/]
* [[Gustavo Zagrebelsky]], ''Imparare democrazia'', [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 2007
* [[Giovanni Sartori]], ''Democrazia: cosa è'', Milano: Rizzoli, 2007, nuova ed. aggiornata, pp.
* [[Giovanni Sartori]], ''La democrazia in trenta lezioni'', Mondadori, 2009.
* [[Enzo Sciacca]], ''Interpretazione della democrazia'', Milano, Giuffrè, 1988.
* [[Robert Dahl]], ''Poliarchia: partecipazione e opposizione nei sistemi politici'', Milano: Angeli, 7ª ed., pp.
* Eduardo Figueiredo, Alexandre Bahia, Walter Guandalini Jr., Liliana Jubilit, Elias Kallas Filho, Magalhães José, Renato Maia, Gustavo Mônaco and Dierle Nunes, Costitucionalismo e Democracia, 2012 , 978-85-352-5945-2
* Eduardo C. B. Bittar, Democracia, justiça e emancipação social: reflexões jusfilosóficas a partir do pensamento de Jürgen Habermas. São Paulo: Quartier Latin, 2013.
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* Maurizio Bolognini, ''Democrazia elettronica. Metodo Delphi e politiche pubbliche'', [[Roma]], Carocci, 2001, ISBN 88-430-2035-8
* [[Daniele Pitteri]], ''Democrazia elettronica'', [[Roma]] - [[Bari]], Laterza, 2007, ISBN 978-88-420-8492-1
* [[Stefano Rodotà]], ''Tecnopolitica. La democrazia e le nuove tecnologie della comunicazione'', [[Roma]] - [[Bari]], Laterza, 2004, pp.
* Antonio Martone, ''Ecity. Antropologia della tecnica'', Rubbettino, Soveria Mannelli 2018. ISBN 9788849854084
'''Sulle contraddizioni intrinseche della democrazia'''
* [[Kenneth Arrow]], ''Social choice and individual values'', Yale University Press, 1951
*
* [[Luciano Canfora]], ''Critica della retorica democratica'', Laterza, Roma - Bari, 2002.
* Giuliano Franco Commito, ''Sotto il segno del Leviatano. Dietro le quinte della democrazia'', la Bussola, Genzano di Roma (RM), 2025, ISBN 979-12-5474-721-6.
* [[Colin Crouch]], ''Postdemocrazia'', Laterza, Roma-Bari, 2003
* [[Massimo Fini]], ''Sudditi. Manifesto contro la democrazia'', Marsilio Editori, 2004
* [[Domenico Fisichella]], ''Le ragioni del torto
*
* [[Yves Mény]] -
* [[Piergiorgio Odifreddi]], ''Tre chiodi per una croce'', settembre 2005.
* [[Costanzo Preve]], ''Il popolo al potere. Il problema della democrazia nei suoi aspetti storici e filosofici'', Arianna Editrice, 2006, ISBN 88-87307-57-1
* [[Amartya Sen]], ''Collective choice and social welfare'', Holden-Day, 1970.
*
* [[Gustavo Zagrebelsky]], ''Il «crucifige!» e la democrazia'', [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 1995
* [[Platone]], ''Contro la democrazia'', a cura di Franco Ferrari, Biblioteca Univ. Rizzoli, 2008.
* [[Ugo Spirito]], ''Critica della democrazia'', Luni Editrice, Milano-Trento, 1999. ISBN 88-7984-176-9
* {{cita libro||cognome = Ferri|nome = Mascia|wkautore = Mascia Ferri|titolo = L'opinione pubblica in democrazia. Ruolo, analisi, prospettive|anno = 2017|editore =
* {{cita libro|autore=[[Hjalmar Schacht]]|titolo=Come muore una democrazia|città=Milano|editore=Edizioni del Borghese|anno=1971|oclc=926826264|url=https://www.worldcat.org/title/come-muore-una-democrazia/oclc/926826264?referer=br&ht=edition|urlarchivio=https://archive.
* Antonio Martone, ''NoCity. Paura e democrazia nell'età globale'', Castelvecchi, Roma 2021. ISBN 9788832904208
== Voci correlate ==
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* [[Divisione del lavoro]]
* [[Forma di governo]]
* [[Impero]]
* [[Monarchia]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{SEP|democracy|Democracy|Tom Christiano, Sameer Bajaj}}
*
* [[Giovanni Sartori]], [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_delle_Scienze_Sociali/VOL02/ENCICLOPEDIA_DELLE_SCIENZE_SOCIALI_Vol.2_133.xml «''Democrazia''»], in ''Enciclopedia delle scienze sociali'', Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana, 1992, vol. II, ''ad vocem''
* [[Angelo Panebianco]], [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_del_Novecento_-_II_Supplemento/VOL10/ENCICLOPEDIA_DEL_NOVECENTO_VOL_10_000391.xml «''Democrazia''»], in ''Enciclopedia del Novecento'', II supplemento
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