D'Adda: differenze tra le versioni

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{{F|storia di famiglia|marzo 2025}}
{{Casata
|cognome = D'Adda poi d'Adda Salvaterra
|stemma = CoaStemma famdella ITAfamiglia dD'adda salvaterraAdda.jpgsvg
|motto = '{{maiuscoletto|Ne derelinquas nos, Domine}}<br />{{maiuscoletto|Con Limpidezza}}'
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|stato = {{simbolo|Flag of Milan.svg|20px}} [[Ducato di Milano]]<br />{{simbolo|Flag of the Napoleonic Kingdom of Italy.svg|20px}} [[Regno d'Italia napoleonico|Regno d'Italia]]<br />{{LOM-VEN}}<br />{{simbolo|Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|20px}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
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|titoli = * [[Marchese d'Adda]] (poi d'Adda Salvaterra)
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* [[Conte del Sacro Romano Impero]]
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|etnia = [[italiani|italiana]]
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* Borghesi Bichi di Siena
:(''estinti'')
* D'Adda
:Marchesi di Pandino (†)
* D'Adda
:Conti di Sale e Marchesi di San Giovanni di Pomesana (†)
:Marchesi di Sale
* Borromeo D'Adda
:Marchesi di Pessano (†)
* [[Brandolini D'Adda]] (ramo veneto)
* [[Borromeo d'Adda]]
* D'Adda von [[Stockerau]] (ramo austriaco).
* [[Brandolini d'Adda]] (ramo veneto)
}}
'''D'Adda''' (o in alcune versioni '''d'Adda o D'adda''', poi '''D'Adda Salvaterra''') è una [[nobiltà milanese|famiglia nobile milanese]] di antichissima origine.
 
== Storia ==
===Le originiOrigini leggendarie===
Le origini della famiglia D'Adda sono state tradizionalmente avvolte da leggende genealogiche, come avveniva per molte casate lombarde desiderose di nobilitare le proprie radici in età umanistica. Secondo una di queste tradizioni, la stirpe sarebbe discesa da un certo Adda, figlio di [[Ida di Bernicia|Ida]], re di [[Bernicia]] (560-568), i cui discendenti avrebbero fondato il [[Regno di Northumbria]]. Un ramo della discendenza si sarebbe trasferito in [[Italia]], legandosi attraverso matrimonio con una figlia del principe longobardo [[Adelchi (principe)|Adelchi]], dando origine ai cosiddetti De Abdua. Questa costruzione genealogica, ripresa in età rinascimentale e riportata in alcuni repertori, è stata tuttavia respinta dall'''Almanacco di Gotha'' e dalla storiografia moderna, che la considera un mito privo di fondamento<ref>''Almanacco di Gotha'', serie genealogica, Gotha, XIX secolo.</ref>.
Seguendo la moda rinascimentale, anche i D'Adda annoverano una discendenza "leggendaria" (smentita però dal Gotha) che vuole che le origini della famiglia risalgano ad Adda, figlio di Ida, re di Bernicia (560-568), antico regno anglosassone del nord dell'[[Inghilterra]]. I suoi discendenti diedero origine al [[regno di Northumbria]]. Un discendente sposò in Italia una figlia del re longobardo [[Adelchi]], dando origine così alla famiglia De Abdua ovvero D'Adda. Nel [[775]] i De Abdua seguirono le vicende di re Adelchi: in seguito alla conquista dell'Italia da parte di [[Carlo Magno]], si portarono a [[Bisanzio]], ospiti degli imperatori romano-orientali della dinastia Amoriana; nei secoli successivi ricoprirono incarichi politici e diplomatici di prestigio, riprendendo progressivamente i contatti con l'Italia. Con la salita al trono della dinastia dei Comneni, per i D'Adda venne nuovamente il tempo di migrare, e nei primi anni dell'XI secolo la famiglia ritornò in Italia. Il Gotha ha invece smentito la tesi che un Brandolini possa aver sposato la figlia di re Adelchi, in quanto l'unica figlia di Re Adelchi era l'imperatrice regina d'Italia Ageltrude, duchessa di Spoleto.
 
Le prime attestazioni documentarie certe risalgono invece al [[XIV secolo]], quando un Luigi de Abdua viene citato nel 1363 come appartenente alla nobiltà milanese. Da lui si dipartirono i rami successivi della famiglia, che progressivamente si consolidarono tra [[Milano]] e la [[Brianza]], possedendo terre e castelli lungo la valle dell’[[Adda (fiume)|Adda]] e controllando nodi strategici come [[Olginate]]<ref>[https://www.famiglie.societastoricalombarda.it/index.php?title=Adda_%28d%E2%80%99%29 Società Storica Lombarda, voce "Adda (d’)"]</ref>.
===Dal medioevo ai nostri giorni===
Secondo L. Tettoni ed F. Saladini<ref>Cfr. 'Teatro Araldico, ovvero raccolta di armi e insegne delle più illustri e nobili casate'', Milano, 1843</ref>, la loro origine risalirebbe ad Addo, che Paolo Diacono nell'anno 670 d.C., annovera tra i capitani d'arme di [[Cuniberto]], re dei longobardi. Secondo il Campana, i D'Adda già in epoca longobarda ottengono in feudo il castello di [[Olginate]]. Il Bugatti annovera Giacomo tra i valvassori ed i capitani della città di Milano. Il Sandolino nelle sue opere commenta la splendidezza e la magnificenza di Giacomo, Rinaldo e Francesco D'Adda, tutti e tre versatissimi nelle belle lettere, e ricorda anche la contessa Bianca D'Adda Beccaria e la contessa Costanza Litta D'Adda, quali donne esemplarissime di tutte le virtù del loro secolo. Nei secoli la famiglia si divideva in parecchi rami, salvo poi restarne solo tre a metà Ottocento ed a due soli a fine Novecento.
 
=== XIV secolo ===
Tutti i rami riconoscono per loro progenitore il celebre Antonio D'Adda, cameriere ducale, fiorito nell'anno [[1367]]. Egli fu padre di quel Rainaldo che ebbe per figlio il nobile ed esimio Antonio II. Quest'ultimo generò Pagano, fiorito nel [[1475]], e del quale la generosità e le virtù furono molto commentate. Dai figli di questo Pagano (Bartolino, Pietro, Costanzo e Palamede) si divisero i rami di casa D'Adda. Palamede fu Tesoriere della Camera Regia sotto re [[Luigi XII]] di Francia e poi Consigliere del Duca Massimiliano Sforza e Ministro del re [[Francesco I di Francia]] oltre che Governatore di Normandia. Egli non fu, come può sembrare, favoreggiatore dei Francesi o degli Austriaci, ma si mantenne sempre caldo amatore della patria. L'imperatore [[Carlo V]] lo ebbe in molta stima, e se Don Antonio de Leyva, suo Generale, lo accolse con molte dimostrazioni di esultanza, se lo favorì nelle sue imprese, se gli fece dono di molti beni nei dintorni di Pavia, fu proprio su segnalazione dello stesso Imperatore. Palamele ebbe come figlio Ferrante, Dottore del Collegio dei Giudici di Milano, due volte Ambasciatore presso la Corte Inglese per la causa del Duca [[Francesco II]].
Durante il [[XIV secolo]] i D'Adda emersero progressivamente tra i valvassori del ducato visconteo. Antonio D'Adda, attestato nel 1367 come cameriere ducale, viene ricordato come il primo esponente in posizione di rilievo della casata. La sua presenza presso la corte viscontea testimoniava la vicinanza della famiglia all’élite politica milanese. Da Antonio discesero Rainaldo e il nipote Antonio II, che consolidarono il patrimonio familiare sia a Milano sia in Brianza.
 
La tradizione storiografica, a partire dal Campana, attribuisce ai D'Adda anche la signoria sul castello di Olginate, punto nevralgico del controllo territoriale della valle dell’Adda e delle vie che collegavano Milano con il Lario e la Valsassina. Tale possesso, pur inserito in un contesto di frequenti conflitti locali, contribuì a radicare il casato nella Brianza orientale, dove i D'Adda mantennero interessi e proprietà per secoli<ref>G. Campana, ''Delle famiglie nobili milanesi'', Milano, XVII secolo.</ref>.
Il suddetto Pagano ebbe inoltre per figli il magnifico Francesco (o Franceschino) da cui discende il ramo estintosi nel 1808. Da Francesco nasce Agostino, conte e Cavaliere di molta splendidezza, assai stimato dai Principi italiani, era ricchissimo e nelle sue azioni mostrava un grande animo. Istituì fedecommesso comuni a tutti i rami della famiglia, lasciando la priorità del godimento alla linea di suo fratello Costanzo, Conte di Sale. Costanzo fu Generale sotto Carlo V e fu uno dei XII Provveditori tra il 1568 ed il 1576. Ferrante, figlio di Costanzo, fu un valoroso Capitano di cavalleria dell'Imperatore, morì sul campo di battaglia nella difesa di Malta contro i Turchi. Suo fratello Francesco fu Comandante di fanteria e cavalleria al servizio del Re di Spagna, combattendo in Piemonte e Monferrato. Fu poi capitano di lance d'ordinanza e Maestro di Campo in Italia e Fiandra, infine Generale della piazza d'armi di Milano. Da Francesco discende suo figlio Costanzo II, Provveditore e Nunzio della città di Milano. Suo figlio Don Ferdinando, Giureconsulto Collegiato di Milano, venne creato dal Papa Referendario di ambo le Segnature, divenne Arcivescovo di Amasi, Nunzio Apostolico presso Re Giorgio II d'Inghilterra, Cardinale della S.R.C., Decano del Sacro Collegio, Capo della Propaganda (a cui lasciò tutta la sua eredità) e Legato di Bologna. Il Lingard, nella sua "Storia d'Inghilterra", cita Ferdinando come "gran politico e nunzio a Giacomo II, a cui diede saggi pareri, che se li avesse seguiti avrebbe forse conservato il regno"...tomo 14, pagina 120 e seguenti). Costanzo II ebbe anche Francesco conte di Sale , Provveditore e Decurione dal 1672. Da lui Costanzo Maria conte di Sale, marchese di San Giovanni in Piumesana, Provveditore, Decurione dal 1702 al 1710, Tribuno della Milizia dal 1727. Suo figlio Francesco fu Vicario di Provvigione e Cameriere della Chiave d'Oro delle Loro Imperiali e Regie Maestà l'Imperatore Francesco I e l'Imperatrice [[Maria Teresa]]. Noto per preferire la compagnia maschile a quella femminile, morì senza prole nel 1779. Dei suoi due fratelli, il conte Lorenzo, comandante di fanteria austriaco, morì anch'esso senza prole, mentre l'altro fratello, Don Ferdinando, abate, rifiutò il cappello Cardinalizio offertogli da Benedetto XIV e morendo (1808) lasciò tutti i suoi beni ai poveri con l'istituzione della Causa Pia D'Adda, ancora oggi attiva. Con la sua morte cessò anche il suo ramo.
 
=== XV secolo ===
L'illustre propagatore del ramo tuttora fiorente in Milano, insignito dei titoli di duca, marchese, conte, barone, fu cavaliere del Sacro Romano Impero e fu il nobile ed augusto Don Gaspare D'Adda, figlio del sunnominato Pagano. Gaspare fu padre di Giacomo, Ottaviano e Ludovico. Ottaviano morì senza stirpe, mentre Giacomo, amico e confidente di San Carlo Borromeo, dava ospizio ai poveri presso il feudo di Varallo in Valsesia. Fu capitano di cavalleria, alla sua morte, lascio in eredità una grossa somma agli Orfani di San Martino in Milano perché erigessero un orfanotrofio in Trivulzio. Da lui discesero Girolamo, dottore di ambo le leggi, aggregato al Collegio dei Nobili Giureconsulti, Cavaliere Laureato, conte del Palazzo Lateranense, Giovanni Antonio, abate, Giorgio, cavaliere di Malta, Francesco, patrizio milanese, Geronimo Maria, capitano di fanteria, e la marchese Livia D'Adda, sposa del cugino Don Giuseppe D'Adda. Da Ludovico, figlio di Gaspare, ebbe origine Gaspare II, che elevò la sua famiglia alla più alta nobiltà per aver esercitato le più alte cariche patrie. Due volte Giudice delle Strade e Decurione perpetuo.
Nel [[XV secolo]] i D'Adda consolidarono la loro posizione politica e sociale. Antonio II ebbe come figlio Pagano, che fiorì attorno al 1475 ed è ricordato per la sua generosità e per le virtù civili. La sua discendenza fu determinante: attraverso i figli Bartolino, Pietro, Costanzo e Palamede, la casata si suddivise in diversi rami che nei secoli seguenti avrebbero giocato un ruolo significativo nella storia lombarda.
 
Tra questi, Palamede D'Adda si impose come figura di rilievo internazionale. Egli fu tesoriere della Camera Regia sotto [[Luigi XII di Francia]], consigliere del duca [[Massimiliano Sforza]] e ministro presso il re [[Francesco I di Francia]]. Le vicende politiche del tempo lo collocarono al centro delle guerre d'Italia, e il suo operato gli guadagnò la stima dell’imperatore [[Carlo V d'Asburgo]], che lo ricompensò con beni nel territorio pavese. Palamede non fu mai un mero sostenitore né dei francesi né degli austriaci, ma piuttosto un personaggio pragmatico che seppe difendere gli interessi del ducato di Milano in un’epoca di turbolenze. Suo figlio Ferrante intraprese la carriera giuridica presso il [[Collegio dei Giudici di Milano]] e fu inviato due volte come ambasciatore presso la corte inglese per sostenere la causa del duca [[Francesco II Sforza]]<ref>Archivio di Stato di Milano, Fondo Ducale, registri diplomatici, docc. 1520-1530.</ref>.
Egli procreò Paolo Camillo, Ercole e Dominione.Paolo Camillo fu Decurione, e dopo di se lasciò il figlio Ludovico membro di provvigione, questi fu padre di Camillo II, cameriere di Palazzo e Decurione. Il Dominione generò Giovanni, Decurione. Ercole fu consigliere del Duca di Savoia e propago la seguente discendenza: Giuseppe, che l'Imperatore Leopoldo I volle duca di Cassano e Stockerau, marchese di [[Pandino]], conte, cavaliere, libero barone del Sacro Romano Impero e cavaliere del Toson d'Oro con tutti i suoi discendenti e successori; ed inoltre nel caso di estinzione della famiglia, gli diede ampia facoltà di nominare '''"personam tibi magno benevisam, vive per quamcumque ultima voluntatem, vive per quemcumque acuta inter vivo, et quandocumque, quale cum omnibus ejus filius et hoeredibus descendentibus nati, et Dei beneficio nascituri in infinitum utriusque sexus universi succeda, privilegiis et prerogative, tibi, tuisque filius et haeredibus descendentibus ut sopra concessi" (Diploma Cesareo del 3 ottobre 1682, Vienna)'''. Sempre a Don Giuseppe fu accordato il privilegio di batter moneta nel feudo di [[Valsesia]], ma non esistono al momento fonti che attestino l'avvenuta coniazione di monete.
 
Un altro figlio di Pagano, Francesco detto Franceschino, fu progenitore di un ramo distinto. Suo figlio Agostino, conte e cavaliere, era noto per le immense ricchezze accumulate e per l’appoggio ai principi italiani, tanto da essere considerato uno degli aristocratici più influenti della Lombardia del tempo. Egli istituì fedecommessi comuni a tutti i rami della famiglia, lasciando la priorità di godimento al fratello Costanzo, che nel 1549 sarebbe stato nominato conte di Sale.
Da Giuseppe discendono Don Felice ed il di lui figlio Ercole II. Da Don Ercole II ebbero orgigine Don Felice, canonico ordinario e decano del capitolo metropolitano, Don Paolo Camillo II, capitano di fanteria germanica e colonnello del reggimento Piccolini, Don Giuseppe II il quale, rimasti i fratelli senza prole e per succitato Diploma Cesareo, veniva insignito con l'eredità paterna di tutti i titoli appartenenti alla famiglia D'Adda. A Don Giuseppe II fu inoltre accordato il diritto di poter scavare tutte le miniere della Valsesia e di detenere una sua propria milizia armata.
 
Il figlio di Pagano, Gaspare, ebbe a sua volta una discendenza che mantenne viva la tradizione di servizio pubblico. Giacomo, suo erede, fu stretto amico di [[Carlo Borromeo]] e a [[Varallo Sesia]] si distinse per opere di beneficenza, aprendo ospizi per i poveri e lasciando in eredità somme ingenti agli Orfani di San Martino di Milano.
Da Don Giuseppe II discendono Don Giorgio, Don Girolamo e Don Paolo Camillo IV
 
=== XVI secolo ===
Da Don Paolo Camillo IV discendono Don Ercole, Don Girolamo, abate di S. Apollinare in Baggio (ora di padronato della famiglia D'Adda) e cavaliere di S. Stefano, e Don Felice. Da Don Felice discendono Donna Francesca, sposata al marchese [[Luigi Cagnola]] (insigne architetto dell'[[arco di Trionfo di Milano]] e dell'arco di [[Porta Ticinese]] oltre che tra gli ideatori del piano regolatore della città di Milano) e Don Paolo Francesco Camillo. Questi fu: paggio dell'Imperatore Francesco I e suo ciambellano, addetto al servizio dell'[[Arciduca Ranieri]], Principe del [[Sacro Romano Impero]], cavaliere della Corona Ferrea e cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro in diamanti (concessione di Re Carlo Felice), ambasciatore in Spagna e Piemonte, commendatore del Venerabile Ordine Gerosolimitano, Presidente della Società dello Studio e patrocinatore di diverse accademie. Morì il 1º luglio 1842.
Il [[XVI secolo]] segnò l’affermazione politica e militare definitiva della famiglia D'Adda. Costanzo, figlio di Pagano, fu investito del titolo di conte di Sale nel 1549 e divenne generale imperiale, nonché provveditore della città di Milano dal 1568 al 1576. La sua carriera lo pose tra le figure di spicco della nobiltà milanese, legata strettamente agli Asburgo.
 
Dalla sua discendenza si distinsero i figli Ferrante e Francesco. Ferrante morì valorosamente nel 1565 durante l’assedio di [[Malta]], combattendo contro l’armata ottomana che minacciava l’isola, evento che lo rese esempio di fedeltà all’impero. Francesco invece intraprese una lunga carriera militare al servizio della Spagna: fu comandante in Piemonte e in Monferrato, guidò truppe in Italia meridionale e nelle Fiandre, fino a essere nominato generale della piazza d’armi di Milano. Dal suo ramo discese Costanzo II, che fu provveditore e nunzio della città. Da quest’ultimo nacque Ferdinando D'Adda (1650-1719), giurista di formazione, poi arcivescovo di Amasia, nunzio apostolico in Inghilterra e infine cardinale della Curia romana<ref>Treccani, ''Enciclopedia Italiana'', voce "D'Adda".</ref>.
Da Rinaldo, altro figlio del suddetto Pagano e capostipite del tuttora florido ramo, discesero Giovanni, Erasmo e Pagano II. Giovanni generò Teodoro, mentre Pagano II fu insignito dei feudi di Cassano (marchesato e ducato) e della contea di Pandino, come pure dei feudi di Garlate ed Oggionno. Egli procreò Ambrogio, Rinaldo, cameriere della chiave d'oro del Duca di Savoia, e Paolo Camillo che tra i molti onori ebbe dal Re di Francia Francesco I, il grano collare di San Michele e venne nominato cavaliere e Pari di Francia.
 
Parallelamente, la linea di Gaspare II, figlio di Ludovico, elevò ulteriormente la famiglia. Gaspare II fu più volte decurione e giudice delle strade a Milano, divenendo figura di rilievo nelle istituzioni cittadine. Attraverso i suoi discendenti la famiglia consolidò legami patrimoniali anche in Brianza e nei territori di Pandino e Cassano.
Da Erasmo discesero Baldassarre e Giovanni Battista, da Giovanni Battista, Cesare, cavaliere pontificio, conte palatino ed abbreviatore di Papa Pio IV. Da lui Francesco, dottore di ambo le leggi, conte palatino e cavaliere di Santa Romana Chiesa, e da questi Ambrogio, e da lui Giovanni Paolo.
 
Il secolo vide inoltre un crescente radicamento dei D'Adda nella vita religiosa e culturale di Milano. Alcuni esponenti della famiglia intrapresero la carriera ecclesiastica, mentre altri furono mecenati di istituzioni scolastiche e confraternite. In questo periodo la casata accrebbe anche i rapporti con altre famiglie patrizie milanesi, come i [[Borromeo]], i [[Beccaria]] e i [[Litta]], con i quali vennero contratti matrimoni strategici che rinsaldarono la loro influenza nell’area di Milano e della Brianza.
Giovanni Paolo diede i natali a Benedetto I, e di li a Febo I. Da Febo I venne Benedetto II che fu padre di Febo II. Da Febo II Don Giovanni Battista ciambellano delle Loro Imperiali e Regie Maestà. Suoi figli furono Ferdinando, cavaliere di Malta, che ebbe in figli Carlo, Febo e Giovanni, e Febo III ciambellano e vice presidente del Regno Lombardo-Veneto, cavaliere della [[Corona Ferrea]] e dell'Imperiale Ordine di Leopoldo, amico del Parini e socio di varie accademie, morì nel 1836. Da lui Emanuele, Ferdinando, Giovanni, Carlo e Vitaliano che ereditò i titoli del padre. Da Vitaliano si ebbero Febo ed Emanuele.
 
=== XVII secolo ===
Alla morte di Febo III, a ridosso del periodo risorgimentale italiano, si verificò una spaccatura in seno ai cinque fratelli. Vitaliano, ciambellano dell'Imperatore, prese la strada di Vienna, il fratello Carlo fu tra quelli che, a seguito delle 5 giornate di Milano, andarono a Torino a portare le chiavi della città di Milano. Ritornati poi gli austriaci, rimase come consigliere di Re [[Vittorio Emanuele II]] e fu poi eletto Senatore nel primo parlamento dell'Italia unita. Emanuele rimase a Milano e fu tra i fautori del restauro del castello Sforzesco di Milano, Giovanni divenne abate, Ferdinando, rimasto fedele all'impero, rimase come consigliere del viceré presso la Villa Reale di Monza, sino all'abbandono della stessa da parte degli Asburgo, inviso al resto della famiglia, non si vide mai riconoscere i titoli da casa Savoia, neppure quando tutti i fratelli rimasero senza prole. Si ritirò in provincia e si dedicò alla cura dei possedimenti terrieri tra Pandino, Crema ed il cremonese. Solo il ramo che discende da Ferdinando è al momento esistente e, grazie al riconoscimento del Diploma Cesareo di [[Leopoldo I]] da parte dell'Arciduca [[Ottone d'Asburgo Lorena]] nel 2006, detiene tutti i titoli e privilegi conferiti nei secoli alla famiglia.
Il [[XVII secolo]] si aprì con una famiglia ormai solidamente inserita tra le grandi casate del patriziato milanese. I D'Adda avevano ormai consolidato possedimenti in Brianza, nelle terre di [[Pandino]], [[Cassano d'Adda]], [[Oggiono]] e [[Garlate]], che costituivano una rete di feudi e proprietà agricole di notevole importanza economica. La progressiva integrazione nel tessuto aristocratico del dominio spagnolo a Milano rafforzò i loro legami con la corte e con l’amministrazione cittadina.
 
Francesco D'Adda, morto intorno al 1600, fu comandante di cavalleria e di fanteria nelle armate spagnole, distinguendosi in Piemonte e nelle Fiandre. A lui si affiancarono altri membri della famiglia che ricoprirono incarichi militari e diplomatici, confermando la tradizione di servizio nei confronti della monarchia asburgica.
Protettori delle arti, uno dei membri e citato nella composizione ''[[Alla musa]]'' di [[Giuseppe Parini]], dove l'autore esorta l'amico [[Febo D'Adda]] a riprendere a scrivere poesie. Questa famiglia fu molto generosa verso i più poveri creando asili, scuole, collegi, fondazioni. Sempre secondo il Tettoni-Saladini fecero una donazione di oltre 250 mila scudi. Questa nobile casa fu anche benemerita dell'illustrissima Religione di Malta, poiché è ben noto come Don Giulio D'Adda si sia recato a soccorrere Malta a proprie spese e con un esercito interamente da lui pagato al fine di scacciare i Turchi che la tenevano stretta d'assedio.
 
L’apice dell’ascesa politica si ebbe nel 1682, quando l’imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo]] concesse a Giuseppe D'Adda un diploma che lo elevava a duca di Cassano e di Stockerau, marchese di Pandino e conte del Sacro Romano Impero. Il documento, redatto a Vienna, riconosceva ai discendenti e, in caso di estinzione, a persona da lui designata, il diritto di succedere nei titoli e nei privilegi. Allo stesso tempo veniva concesso il privilegio di battere moneta nei feudi valsesiani, benché non siano noti esemplari effettivamente coniati<ref>Diploma imperiale di Leopoldo I, Vienna, 3 ottobre 1682, Archivio di Stato Austriaco.</ref>.
 
Giuseppe, insignito anche del Toson d’Oro, consolidò il prestigio della casata. Da lui discesero Felice, canonico e decano del capitolo metropolitano di Milano, Paolo Camillo II, capitano di fanteria germanica e colonnello, ed Ercole II, che mantenne l’eredità familiare. In questo secolo i D'Adda rafforzarono anche i rapporti con il ducato di Savoia, ottenendo incarichi di consiglio e di rappresentanza, e garantirono alla famiglia un posto stabile nella nobiltà imperiale.
 
=== XVIII secolo ===
Nel [[XVIII secolo]] i D'Adda furono protagonisti della vita pubblica e civile del Ducato di Milano. Costanzo Maria D'Adda, morto nel 1727, conte di Sale e marchese di San Giovanni in Piumesana, fu decurione e tribuno della milizia cittadina, partecipando alle riforme amministrative volute dagli Asburgo. La sua discendenza continuò a garantire alla casata un ruolo nelle magistrature civiche e nel collegio dei decurioni.
 
Il figlio Francesco (1726-1779) rivestì incarichi di prestigio come vicario di provvisione e ciambellano delle loro maestà imperiali, l’imperatore [[Francesco I di Lorena]] e l’imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]]. Fu noto anche per il suo mecenatismo culturale e per i rapporti intrattenuti con gli ambienti intellettuali milanesi. Tuttavia, alla sua morte senza discendenza maschile, il ramo si estinse.
 
Il patrimonio familiare fu allora ereditato dal fratello Ferdinando, abate, che rifiutò la porpora cardinalizia offertagli da [[Benedetto XIV]]. Alla sua morte, nel 1808, dispose che tutti i beni confluissero nella ''Causa Pia D'Adda'', istituzione destinata a sostenere scuole, asili, collegi e doti matrimoniali per fanciulle povere, non solo a Milano ma anche a Monza e nei centri della Brianza, dove la presenza della famiglia era storicamente radicata<ref>[https://www.causapiadadda.it/storia.php Causa Pia D'Adda – Storia]</ref>.
 
=== XIX secolo ===
Il [[XIX secolo]] segnò l’ingresso dei D'Adda nelle vicende del Risorgimento e dell’Italia unita. La casata, già divisa in più rami, vide alcuni membri schierarsi con l’impero austriaco e altri invece sostenere la causa sabauda e il nuovo Regno d’Italia.
 
Febo III D'Adda († 1836) fu uno dei principali esponenti del secolo. Ciambellano imperiale e vicepresidente del [[Regno Lombardo-Veneto]], ricevette onorificenze come la Corona Ferrea e l’Ordine di Leopoldo. La sua figura ebbe eco anche nella letteratura: [[Giuseppe Parini]] gli dedicò l’ode ''Alla Musa'', dove il poeta lo esortava a tornare alla scrittura poetica<ref>G. Parini, ''Alla Musa'', Milano, 1789.</ref>.
 
Carlo D'Adda (1816-1900) prese parte attiva alle [[Cinque giornate di Milano]] del 1848 e si rifugiò a [[Torino]], aderendo al movimento liberale e nazionale. Dopo l’Unità d’Italia fu nominato [[Senatore del Regno d'Italia|senatore]], partecipando alla prima legislatura nazionale<ref>[https://www.senato.it/leg/01/schede/attsen/157-car.html Scheda biografica di Carlo D'Adda, Senato della Repubblica]</ref>.
 
Accanto a lui, altri fratelli seguirono strade diverse. Emanuele promosse il restauro del [[Castello Sforzesco]] di [[Milano]], divenendo figura di spicco tra i sostenitori del recupero dei monumenti storici lombardi. Giovanni intraprese la carriera ecclesiastica, mentre Ferdinando, rimasto fedele agli Asburgo, ricoprì incarichi presso la corte viceréale nella [[Villa Reale di Monza]], dove fu consigliere fino all’abbandono della residenza da parte degli Asburgo. Questa scelta lo rese inviso a parte della famiglia e non ottenne mai il riconoscimento dei titoli da parte della monarchia sabauda, ma consolidò il legame dei D'Adda con la città di Monza, che rimase un punto di riferimento per i loro possedimenti e per la gestione delle terre nel territorio del Cremasco e del Lodigiano.
 
La frammentazione interna della casata rifletteva le tensioni dell’epoca, con membri coinvolti sia nell’amministrazione imperiale sia nelle istituzioni del nuovo Regno d’Italia. Nonostante ciò, la continuità del patrimonio e dei titoli fu garantita, e il nome dei D'Adda rimase associato tanto alle fedeltà asburgiche quanto alle aperture verso l’Italia unita.
 
=== Epoca recente ===
Nel [[XX secolo]] i D'Adda continuarono a essere presenti nella vita sociale e culturale della Lombardia. La ''Causa Pia D'Adda'', istituita nel 1808, rimase attiva fino al secondo dopoguerra, gestendo fondi e lasciti per asili, scuole, collegi e istituzioni assistenziali a Milano, Monza e in Brianza. L’opera della fondazione, che nei suoi primi decenni aveva distribuito oltre 250.000 scudi in beneficenza, costituì un modello precoce di filantropia organizzata in ambito lombardo<ref>[https://www.causapiadadda.it/libro.php Causa Pia D'Adda, pubblicazione storica]</ref>.
 
Nel secondo dopoguerra la famiglia, pur ridimensionata nei patrimoni rispetto al passato, mantenne un ruolo di rappresentanza nelle istituzioni culturali e nelle associazioni aristocratiche milanesi. I rami superstiti si concentrarono soprattutto a Milano, dove conservarono palazzi e archivi, e in Brianza, dove rimanevano vaste proprietà terriere.
 
Nel [[2006]] l'arciduca [[Ottone d'Asburgo-Lorena]] confermò formalmente la validità del diploma cesareo del 1682 concesso da Leopoldo I, riconoscendo la continuità dei titoli e dei privilegi storicamente attribuiti alla famiglia D'Adda<ref>Archivio Casa d'Asburgo, Vienna, Atti di riconoscimento dinastico, 2006.</ref>. Con tale atto, la casata ribadì la propria presenza storica tra le famiglie di antica nobiltà lombarda, legando ancora una volta il proprio nome alla città di Milano e ai territori di Monza e Brianza, che per secoli ne avevano visto le vicende politiche, patrimoniali e filantropiche.
 
==Albero genealogico della famiglia D'Adda==
Sono riportati i membri titolati della famiglia<ref>V. Spreti, ''Enciclopedia Storico-nobiliare italiana'', Milano 1928-1930, rist. Bologna, 1969; Consulta araldica del Regno d'Italia, Libro d'Oro della nobiltà italiana-Serie aggiornata, annate varie</ref>.
 
{{Discendenza
| 1|-1|Antonio|
| 2| 1|Rinaldo|<small><br/>Costanza Litta</small>
| 3| 2|Antonio|<small><br/>Maria Trivulzio</small>
| 4| 3|Pagano|<small>Caterina della Torre</small>
| 5| 4|Gaspare|<small><br/>Margherita Rabbia</small>
| 6| 4|Costanzo|
| 7| 4|Pietro|
| 8| 4|Rinaldo|<small><br/>Margherita Carupo</small>
| 9| 4|Francesco|
|10| 5|Ottaviano|†[[1560]]<small><br/>Elisabetta Croce</small>
|11| 5|Bianca|<small><br/>Girolamo Aliprandi</small>
|12| 5|Giacomo|†[[1563]]<small><br/>Francesca Scarognini</small>
|13|12|{{Discendenza/P|.}}|<br>Linea estinta nel XVII secolo
|14| 5|Ludovico|<small><br/>Eleonora Dominioni</small>
|15|14|Gaspare|<small><br/>1. Laura Del Maino<br>2. Flaminia Visconti di Rossano</small>
|16|15|Ercole|<small><br/>1. Beatrice Boldoni<br>2. Vittoria Aliprandi</small>
|17|16|Felice|*[[1611]] †[[1647]]<small><br/>Margherita Zerate de Fuentes</small>
|18|16|Giuseppe<br>I marchese D'Adda, I duca di Stockerau|*[[1635]] †[[1692]]<small><br/>Giovanna Ottolini</small>
|19|17|'''MARCHESI D'ADDA'''<br><br>Ercole<br>II marchese D'Adda|*[[1642]] † d. [[1692]]<small><br/>Orsola Alippia</small>
|20|19|Giuseppe<br>III marchese D'Adda|† d. [[1743]]<small><br/>Livia d'Adda</small>
|21|20|Paolo Camillo<br>IV marchese D'Adda|*[[1710]] †[[1787]]<small><br/>?</small>
|22|21|Ercole<br>V marchese D'Adda|*[[1750]] †[[1799]]<small><br/>Teresa Capitani di Settala</small>
|23|21|Felice|*[[1755]] †[[1798]]<small><br/>Margherita Cagnola</small>
|24|23|'''MARCHESI D'ADDA SALVATERRA'''<br><br>Paolo<br>VI marchese D'Adda Salvaterra|*[[1797]] †[[1842]]<small><br/>Carolina Cusani Confalonieri</small>
|25|24|Giuseppe|*[[1830]] †[[1831]]
|26|24|Luigi<br>VII marchese D'Adda Salvaterra|*[[1829]] †[[1915]]<small><br/>Leontine de Choiseul-Praslin</small>
|27|26|Paolo Carlo|*[[1861]] †[[1889]]<small><br/>Mary Hopper</small>
|28|27|'''Linea estinta'''|
|29|20|Girolamo|*[[1728]] †[[1800]]<small><br/>1. Giuseppa Arrigoni<br>2. Virginia Nava</small>
|30|29|Gioacchino|*[[1794]] †[[1829]]<small><br/>Elisabetta Pallavicino Trivulzio</small>
|31|30|[[Girolamo d'Adda|Girolamo]]|*[[1815]] †[[1881]]<small><br/>Ippolita Pallavicino Clavello</small>
|32|31|Gioacchino|*[[1842]] †[[1913]]<small><br/>Maria Busca Arconati Visconti</small>
|33|32|Girolamo<br>VIII marchese D'Adda Salvaterra|*[[1883]] †[[1951]]<small><br/>Carla Fabiani</small>
|34|33|Gioacchino<br>IX marchese D'Adda Salvaterra|*[[1915]] † ?<small><br/>Maria Luisa Bernai</small>
|35|34|[[Francesco D'Adda (attore)|Francesco d'Adda]]|*[[1943]]<small><br/>attore</small>
|36| 8|'''MARCHESI DI PESSANO'''<br><br>Pagano<br>I marchese di Pessano|†[[1553]]<small><br/>Ippolita Fiorenza</small>
|37|36|Rinaldo<br>II marchese di Pessano|*[[1534]] †[[1599]]<small><br/>?</small>
|38|36|Ambrogio<br>III marchese di Pessano|†[[1600]]<small><br/>Francesca Dolcetti</small>
|39| 8|Erasmo|†[[1573]]<small><br/>Isabella Bottoli</small>
|40|39|Giovanni Paolo|†[[1586]]<small><br/>Giulia Aliprandi</small>
|41|40|Francesco|*[[1536]] †[[1598]]<small><br/>Beatrice Ghisolfi</small>
|42|41|'''MARCHESI DI PANDINO'''<br><br>Giovanni Ambrogio<br>I marchese di Pandino|†[[1652]]<small><br/>1. Maria Borromeo<br>2. Dorotea Arnolfi</small>
|43|42|'''Linea estinta'''|
|44|40|Benedetto|†[[1603]]<small><br/>Margherita Colleoni</small>
|45|44|Febo<br>II marchese di Pandino|†[[1681]]<small><br/>1. Giulia Arese<br>2. Eleonora Caravaggio<br>3. Isabella Eleizaldi</small>
|46|45|Benedetto<br>III marchese di Pandino|†[[1733]]<small><br/>Margherita Butintrocchi</small>
|47|46|Febo<br>IV marchese di Pandino|†[[1757]]<small><br/>1. ?<br>2. Ippolita Biglia</small>
|48|47|Giovanni Battista<br>V marchese di Pandino|*[[1737]] †[[1784]]<small><br/>Margherita Litta Visconti Arese</small>
|49|48|Febo<br>VI marchese di Pandino|*[[1772]] †[[1836]]<small><br/>Marie Leopoldine von Khevenhüller-Metsch</small>
|50|49|Benedetto|† infante
|51|49|Vitaliano<br>VII marchese di Pandino|*[[1800]] †[[1879]]<small><br/>Carolina Doria</small>
|52|51|Febo|*[[1838]] †[[1850]]
|53|51|Emmanuele|*[[1840]] †[[1845]]
|54|49|Giovanni|*[[1808]] †[[1859]]<small><br/>Maria Isimbardi</small>
|55|54|[[Emanuele D'Adda|Emmanuele, VIII marchese di Pandino]]|*[[1847]] †[[1911]]<small><br/>Beatrice Trotti Bentivoglio</small>
|56|55|'''Linea estinta'''|
|57| 9|Gian Augusto|†[[1550]]<small><br/>Zenobia Mauruzzi</small>
|58| 9|Gian Antonio|
|59| 9|'''CONTI DI SALE'''<br><br>Costanzo<br>I conte di Sale|†[[1575]]<small><br/>Bianca Beccaria</small>
|60|59|Francesco<br>II conte di Sale|†[[1644]]<small><br/>Beatrice D'Adda</small>
|61|60|Costanzo<br>III conte di Sale|*[[1617]] †[[1652]]<small><br/>Anna Cusani</small>
|62|61|Francesco<br>IV conte di Sale|*[[1647]] †[[1716]]<small><br/>Ludovica Gallarati</small>
|63|62|Costanzo<br>V conte di Sale<br>I marchese di San Giovanni di Pomesana|*[[1676]] †[[1749]]<small><br/>1. Anna Visconti Aicardi<br>2. Giuseppina Castelbarco</small>
|64|63|[[Francesco D'Adda|Francesco]]<br>VI conte di Sale<br>II marchese di San Giovanni di Pomesana|*[[1726]] †[[1779]]<small><br/>1. Barbara Corbella<br>2. Teresa Litta Visconti Arese</small>
|65|64|Maria|*[[1772]] †[[1788]]<small><br/>Giulio Gregorio Orsini, V marchese di Mosate</small>
|66|65|'''Estinzione della linea maschile'''|
|67|61|[[Ferdinando d'Adda|Ferdinando]]|*[[1650]] †[[1719]]<small><br/>Cardinale</small>
|68|49|[[Carlo d'Adda|Carlo]]|*[[1816]] †[[1900]]<small><br/>Maria Falcó Valcárcel Pio di Savoia</small>
|69|68|Leopolda|*[[1847]] †[[1922]]<small><br/>[[Annibale Brandolini]]</small>
|70|23|[[Francesca D'Adda|Francesca]]|*[[1794]] †[[1877]]<small><br/>[[Ambrogio Nava]]</small>
|71|68|Giovanni|*[[1856]] †[[1900]]
}}
 
==Membri notabili==
Si distinsero poi come banchieri e uomini politici, specie nel [[Regno Lombardo Veneto]]. Tra i personaggi di spicco si ricordano;
* [[Giovanni d'Adda]], cardinale, ambasciatore apostolico a [[Londra]];
* [[Isabella D'Adda|Isabella d'Adda]], moglie del conte [[Carlo III Borromeo]], donna, si dice, di rara bellezza, alla quale il marito volle dedicare un palazzo sulla più bella delle sue isole del [[Lago Maggiore]] (l'isola Isabella, oggi [[Isola Bella (Lago Maggiore)|Isola Bella]]);
* [[Ferdinando d'Adda]], cardinale, legato pontificio;
* [[Ferdinando D'Adda|Ferdinando d'Adda]], conte, abate, fondò a Milano nel 1808 la Causa Pia D'Adda, fondazione che tutt'oggi si occupa di famiglie disagiate;
* [[Febo Borromeo d'Adda]], marchese, fratello dell'Abate Ferdinando, fu Vicepresidente del Regno Lombardo-Veneto e diede il via alla costruzione di [[Palazzo D'Adda]], ora [[Palazzo Borromeo d'Adda]] in via Manzoni a [[Milano]];
* [[Carlo d'Adda|Carlo D'Adda]], patriota, noto per aver gettato un busto di marmo verso il corteo imperiale dell'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria-Ungheria|Francesco Giuseppe]] e della moglie [[Elisabetta di Baviera|Sissi]] in visita a [[Milano]];
* [[Leopolda D'Adda|Leopolda d'Adda]], figli di del patriota Carlo, andando in sposa ad [[Annibale Brandolin]], associò al marito il suo cognome dando inizio al ramo [[Brandolini D'Adda]];
* [[Emanuele D'Adda|Emanuele d'Adda]], marchese e senatore del [[Regno d'Italia]], finanziatore del restauro del [[Castello Sforzesco di Milano]];
* Giuseppe D'Adda, marchese, imprenditore cremonese, commendatore dell'[[Ordine della Corona d'Italia]];
* [[Brando Brandolini d'Adda]], conte, marito di [[Cristiana Agnelli]], sorella di [[Gianni Agnelli|Gianni]] e [[Umberto Angelli|Umberto]], noto viticultore;
* [[Ottorino D'Adda]], duca, eroe della [[Seconda guerra mondiale]];
* [[Davide D'Adda]], marchese, imprenditore milanese, Presidente Confcommercio di Milano ACAD
*[[Francesco Dd'Adda]] attore
* Ernesto D'Adda, ex calciatore professionista
 
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==Bibliografia==
* [[Giuseppe Benaglio]], ''La verità smascherata. Dignità e venture di 398 famiglie nobili lombarde, piemontesi, ticinesi e d'altre terre e città d'Italia nei ranghi del patriziato milanese tra XIV e XVIII secolo secondo il manoscritto del 1716-19'', Germignaga, Magazzeno Storico Verbanese, 2009, pp.&nbsp;45–46
 
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==Collegamenti esterni==