Protone: differenze tra le versioni

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* {{Val|1,007 276 466 621|(53)|ul=u}}<ref>https://physics.nist.gov/cgi-bin/cuu/Value?mpu</ref>
| carica_elettrica = 1 [[carica elementare|e]]<br/>
{{M|1,602176634|e=−19|ul=C}}<ref>{{cita web|url=https://physics.nist.gov/cgi-bin/cuu/Value?e|titolo=elementary charge|lingua=en|accesso=23 maggio 2022}}</ref>
| raggio_carica = {{M|0,833|e=−15|0,010|ul=m}}<ref name="ref_A">{{Cita pubblicazione|autore1=N. Bezginov|autore2=T. Valdez|autore3=M. Horbatsch|autore4=A. Marsman|autore5=A. C. Vutha|autore6=E. A. Hessels|data=6 Settembresettembre 2019|titolo=A measurement of the atomic hydrogen Lamb shift and the proton charge radius|rivista=Science|volume=365|numero=6457|pp=1007-1012|doi=10.1126/science.aau7807|lingua=en}}</ref>
| spin = ½''ħ''
}}
LaIl '''protone''' è una [[particella subatomica]] dotata di [[carica elettrica]] positiva, formata da due [[quark up]] e un [[quark down]] uniti dalla [[interazione forte]] e detti "di valenza" in quanto ne determinano quasi tutte le caratteristiche fisiche.
 
Costituisce il [[nucleo atomico]] assieme al [[neutrone]], con il quale si trasforma continuamente mediante l'emissione e l'assorbimento di [[Pione|pioni]] [[Particella virtuale|virtuali]].<ref>{{Cita web|url=https://www.jlab.org/intralab/calendar/archive04/pn12/talks/Gaskell.pdf|titolo=Exploring the Role of Pions in the Nucleus|sito=Jefferson Lab}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=T.E.O.|cognome=Ericson|data=1978-01|titolo=Somewhat virtual pions|rivista=Progress in Particle and Nuclear Physics|volume=1|pp=173-192|accesso=23 marzo 2024|doi=10.1016/0146-6410(78)90009-1|url=https://doi.org/10.1016/0146-6410(78)90009-1}}</ref> In quanto formato da [[Quark (particella)|quark]] appartiene alla famiglia degli [[Adrone|adroni]], in particolare al gruppo dei [[Barione|barioni]], e avendo [[spin]] semi-intero è un [[fermione]]. Oltre che legato, sempre dall'interazione forte, nel nucleo atomico, può trovarsi libero, stato nel quale è fra le particelle più stabili esistenti, con ununa tempo[[vita mediomedia]] distimata [[Decadimento''τ'' del> 3,6×10<sup>29</sup>&nbsp;anni,<ref>{{Cita protonepubblicazione|decadimento]]nome=SNO+|cognome=Collaboration|nome2=M.|cognome2=Anderson|nome3=S.|cognome3=Andringa|data=20 spontaneofebbraio ipotizzato2019|titolo=Search parifor oinvisible superioremodes allof nucleon decay in water with the SNO+ detector|rivista=Physical Review D|volume=99|numero=3|p=032008|accesso=23 marzo 2024|doi=10.1103/PhysRevD.99.032008|url=http://arxiv.org/abs/1812.05552}}</ref> miliardi di miliardi di volte la stima attuale dell'[[età dell'universo]]. (1,37x10<Sup>10</sup> anni).
 
==Scoperta ed etimologia==
Scoperto da [[Ernest Rutherford]] nel 1919,<ref>{{cita pubblicazione|autore=Ernest Rutherford|anno=1920|titolo=Nuclear constitution of atoms|rivista=Proceedings of the Royal Society of London, A|volume=97 |pp=374-400|lingua=en}}</ref> il nome "protone" venne introdotto nel 1920 dallo stesso Rutherford come "proton" (in inglese), basandosi sul termine πρῶτον (''pròtonπρῶτον'' (pròton) del [[lingua greca antica|greco antico]],<ref>{{Cita web|url=https://www.etymonline.com/word/proton|titolo=proton {{!}} Etymology of proton by etymonline|lingua=en|accesso=19 marzo 2024}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|data=1º agosto 1920|titolo=The Cardiff Meeting of the British Association|rivista=Nature|volume=105|numero=2651|pp=780-781|lingua=en|accesso=19 marzo 2024|doi=10.1038/105780a0|url=https://www.nature.com/articles/105780a0}}</ref> un [[Grado di comparazione|superlativo]] di [[Neutro (linguistica)|genere neutro]] che significa "che è dinanzi a tutti, il primo".<ref>{{Cita web|url=https://www.grecoantico.com/dizionario-greco-antico.php?lemma=PRWTOS100|titolo=DIZIONARIO GRECO ANTICO - Greco antico - Italiano|sito=www.grecoantico.com|accesso=19 settembre 2022-09-19}}</ref> Il termine inglese "proton" è stato importato in italiano aggiungendovi una -e finale (e spostamento di accento) per italianizzarne la forma;<ref>{{Cita web|url=https://dizionario.internazionale.it/parola/www.internazionale.it|titolo=Italianizzare > significato - Dizionario italiano De Mauro|sito=Internazionale|lingua=it|accesso=19 settembre 2022-09-19}}</ref> e quindi, la parte finale "-one" di "protone" non è quiparte undella suffissoparola greca originale e non deveè quindiqui farun pensaresuffisso ad unitaliano accrescitivo, come peraltro accade in diversi altri casi in italiano;.<ref>{{Cita web|url=httphttps://www.grandionlinetreccani.netit/nicolavocabolario/pubblicazionione1/grandisli00,%20https://www.treccani.pdfit/vocabolario/one1/|titolo=Mutamenti-óne¹ innovativi e conservativi nella morfologia valutativa dell’italiano.- Origine, sviluppo e diffusione del suffisso accrescitivo –oneTreccani|autoresito=Nicola GrandiTreccani|accessolingua=15 luglio 2020it|dataarchivioaccesso=214 aprilemarzo 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402091516/http://www.grandionline.net/nicola/pubblicazioni/grandisli00.pdf|urlmorto=sì2024}}</ref> questo in contrapposizione a quanto accaduto al nome del [[neutrino]], dove la desinenza -''ino'' ha invece effettivamente valore diminutivo. Il nome venne infatti proposto da [[Enrico Fermi|Fermi]] nel 1932 per l'allora "neutrone di [[Wolfgang Pauli|Pauli]]" per differenziarlo dal "neutrone di [[James Chadwick|Chadwick]]" (l'attuale [[neutrone]]), particella ben più massiva; poi il nome rimase.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Edoardo|cognome=Amaldi|data=1984-09|titolo=From the discovery of the neutron to the discovery of nuclear fission|rivista=Physics Reports|volume=111|numero=1-4|pp=1–3311-331|lingua=en|accesso=2022-09-20 settembre 2022|doi=10.1016/0370-1573(84)90214-X|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/037015738490214X}}</ref> Esperimenti precedenti, fra cui quelli condotti dai fisici [[Eugen Goldstein]] e [[Wilhelm Wien]], avevano già messo in luce l'esistenza nei [[Raggi anodici|raggi canale]] di [[Particella (fisica)|particelle]] con [[Carica elettrica|carica positiva]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=W.|cognome=Wien|data=1904-01|titolo=Über positive Elektronen und die Existenz hoher Atomgewichte|rivista=Annalen der Physik|volume=318|numero=4|pp=669-677|lingua=en|accesso=19 marzo 2024|doi=10.1002/andp.18943180404|url=https://zenodo.org/record/2190505}}</ref>
Scoperto da [[Ernest Rutherford]] nel 1919,<ref>{{cita pubblicazione
|autore=Ernest Rutherford
|anno=1920
|titolo=Nuclear constitution of atoms
|rivista=Proceedings of the Royal Society of London, A
|volume=97 |pp=374-400
|lingua=en
}}</ref> il nome "protone" venne introdotto nel 1920 dallo stesso Rutherford come "proton" (in inglese), basandosi sul termine πρῶτον (''pròton'') del [[lingua greca antica|greco antico]], un [[Grado di comparazione|superlativo]] di [[Neutro (linguistica)|genere neutro]] che significa "che è dinanzi a tutti, il primo".<ref>{{Cita web|url=https://www.grecoantico.com/dizionario-greco-antico.php?lemma=PRWTOS100|titolo=DIZIONARIO GRECO ANTICO - Greco antico - Italiano|sito=www.grecoantico.com|accesso=2022-09-19}}</ref> Il termine inglese "proton" è stato importato in italiano aggiungendovi una -e finale per italianizzarne la forma;<ref>{{Cita web|url=https://dizionario.internazionale.it/parola/www.internazionale.it|titolo=Italianizzare > significato - Dizionario italiano De Mauro|sito=Internazionale|lingua=it|accesso=2022-09-19}}</ref> e quindi la parte finale "-one" di "protone" non è qui un suffisso e non deve quindi far pensare ad un accrescitivo, come peraltro accade in diversi altri casi in italiano;<ref>{{Cita web|url=http://www.grandionline.net/nicola/pubblicazioni/grandisli00.pdf|titolo=Mutamenti innovativi e conservativi nella morfologia valutativa dell’italiano. Origine, sviluppo e diffusione del suffisso accrescitivo –one|autore=Nicola Grandi|accesso=15 luglio 2020|dataarchivio=2 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402091516/http://www.grandionline.net/nicola/pubblicazioni/grandisli00.pdf|urlmorto=sì}}</ref> questo in contrapposizione a quanto accaduto al nome del [[neutrino]], dove la desinenza -''ino'' ha invece effettivamente valore diminutivo. Il nome venne infatti proposto da [[Enrico Fermi|Fermi]] nel 1932 per l'allora "neutrone di [[Wolfgang Pauli|Pauli]]" per differenziarlo dal "neutrone di [[James Chadwick|Chadwick]]" (l'attuale [[neutrone]]), particella ben più massiva; poi il nome rimase.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Edoardo|cognome=Amaldi|data=1984-09|titolo=From the discovery of the neutron to the discovery of nuclear fission|rivista=Physics Reports|volume=111|numero=1-4|pp=1–331|lingua=en|accesso=2022-09-20|doi=10.1016/0370-1573(84)90214-X|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/037015738490214X}}</ref> Esperimenti precedenti, fra cui quelli condotti dai fisici [[Eugen Goldstein]] e [[Wilhelm Wien]], avevano già messo in luce l'esistenza nei [[Raggi anodici|raggi canale]] di [[Particella (fisica)|particelle]] con [[Carica elettrica|carica positiva]].
 
==Caratteristiche generali==
[[File:Mass-comparison-atomic-components.svg|thumb|Confronto tra le masse di elettrone, protone e neutrone.]]
 
Il valore della carica elettrica del protone è uguale a quello dell'[[elettrone]], ma di segno opposto ({{M|1,602|e=−19|ul=C}}). Nei nuclei la forza repulsiva fra i protoni è bilanciata dalle presenza dei [[neutrone|neutroni]] e dalla [[Interazione forte|forza nucleare forte]] che attrae i [[Nucleone|nucleoni]] fra loro. La [[massa a riposo]] del protone è pari a circa {{M|1,6726231|e=−27|ul=kg}} ({{M|9,3828|e=2|ul=MeV}}/[[velocità della luce|''c''²]]), leggermente inferiore a quella del neutrone e circa 1836 volte superiore a quella dell'[[elettrone]].<ref>{{Cita web|url=https://physics.nist.gov/cgi-bin/cuu/Value?mp|titolo=CODATA Value: proton mass|sito=physics.nist.gov|accesso=15 luglio 2024}}</ref>
 
Il valore della carica elettrica del protone è uguale a quello dell'elettrone, ma di segno opposto ({{M|1,602|e=−19|ul=C}}). Negli atomi successivi all'[[idrogeno]] la forza repulsiva fra i protoni è attenuata dalla presenza dei [[neutrone|neutroni]] e più che controbilanciata dalla [[Interazione forte|forza nucleare forte]] che attrae i [[Nucleone|nucleoni]] fra loro.
 
Il [[Magnetone nucleare#Momento magnetico anomalo del protone|momento magnetico del protone]] in unità di [[magnetone nucleare]] è pari a +2,793&nbsp;μ<sub>N</sub>: è stato possibile spiegare il valore ''anomalo'' del momento magnetico del protone solo grazie al [[modello a quark costituenti]] introdotto negli [[Anni 1960|anni sessanta]].
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== Proprietà chimiche ==
{{Vedi anche|Idrone|Idronio}}
Il nucleo del più comune [[isotopo]] dell'[[idrogeno]], il [[Prozio (chimica)|prozio]], è costituito esclusivamente da un protone ed è rappresentato come H<sup>+</sup>. I nuclei degli altri atomi sono composti da neutroni e protoni tenuti insieme dalla [[Interazione forte|forza forte]], che contrasta efficacemente la [[forza di Coulomb|repulsione coulombiana]] dovuta all'interazione elettromagneticaesistente fra cariche dello stesso segno. Il numero di protoni nel nucleo, detto [[numero atomico]], determina, assieme al numero di elettroni, le proprietà chimiche dell'atomo e la natura stessa dell'elemento.
 
Il numero di protoni nel nucleo, detto [[numero atomico]], simbolo ''Z'', è fondamentale in chimica in quanto definisce l'[[elemento chimico]]<ref>{{Cita libro|cognome=British Electricity International|titolo=Nuclear physics and basic technology|url=https://doi.org/10.1016/B978-0-08-040519-3.50008-1|accesso=22 luglio 2024|data=1992|editore=Elsevier|pp=1-110|ISBN=978-0-08-040519-3|doi=10.1016/b978-0-08-040519-3.50008-1}}</ref> corrispondente a tale nucleo e determina, assieme al numero di elettroni presenti e la loro [[Configurazione elettronica|configurazione]], la natura stessa di tale specie (atomo o ione) e le sue proprietà chimiche.<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Silvestroni|titolo=Fondamenti di Chimica|anno=1968|editore=LIBRERIA EREDI VIRGILIO VESCHI|p=531}}</ref> Esempio: H, con un solo elettrone, è un [[radicale libero]]; la specie cationica H<sup>+</sup> ([[idrone]], 0 ''e'') è un [[acido di Lewis]] e un [[ossidante]];<ref>Il protone in soluzione acquosa (H<sub>3</sub>O<sup>+</sup>), ad esempio, ha [[potenziale standard di riduzione]] 0 e quindi è in grado di ossidare qualsiasi specie chimica il cui potenziale standard di riduzione sia negativo (molti metalli).</ref> la specie anionica H<sup>−</sup> ([[idruro]], 2 ''e'') è una [[base di Lewis]] e un [[riducente]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Christian T.|cognome=Goralski|nome2=Bakthan|cognome2=Singaram|data=1º settembre 2006|titolo=SPECIAL FEATURE SECTION: HYDRIDE REDUCTIONS|rivista=Organic Process Research & Development|volume=10|numero=5|pp=947-948|lingua=en|accesso=22 luglio 2024|doi=10.1021/op0601363|url=https://pubs.acs.org/doi/10.1021/op0601363}}</ref>
In [[chimica]] e [[biochimica]] il termine viene usato quasi sempre impropriamente per riferirsi allo [[ione]] dell'[[idrogeno]] in [[soluzione acquosa]] ([[Idronio|idrogenione]]), mentre in realtà il protone libero in soluzione acquosa non esiste ed esiste invece lo [[ione molecolare]] covalente idrossonio o semplicemente ossonio H<sub>3</sub>O<sup>+</sup>. In questo contesto, secondo la [[teoria acido-base di Brønsted-Lowry]], un donatore di protoni è un [[acido]] e un accettore di protoni una [[base (chimica)|base]].
 
In [[chimica]] e [[biochimica]] il termine viene usato quasi sempre impropriamente per riferirsi allo [[ione]] dell'[[idrogeno]] in [[soluzione acquosa]] ([[Idronio|idrogenione]]), mentre in realtà il protone libero in soluzione acquosa non esistepuò esistere stabilmente in quanto troppo reattivo ed esiste invece lo [[ione molecolare]] covalente [[idrossonio]], o semplicemente ossonio, H<sub>3</sub>O<sup>+</sup>. In questo contesto, secondo la [[teoria acido-base di Brønsted-Lowry]], ununa donatorespecie molecolare capace di protonidonare un protone ad un'altra è un [[acido]] e ununa accettorecapace di protoniaccettarne un protone da un'altra specie è una [[base (chimica)|base]].<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Silvestroni|titolo=Fondamenti di Cimica|anno=1968|editore=LIBRERIA EREDI VIRGILIO VESCHI|pp=355-357}}</ref>
==Proprietà quantistiche==
Il protone, al contrario di altre particelle come l'[[elettrone]], non è una particella fondamentale ma è costituito da [[Quark (particella)|quark]] e [[gluone|gluoni]], legati dal meccanismo chiamato [[Confinamento dei quark|confinamento di colore]]. Il confinamento è una fenomeno risultante dalla [[interazione forte]], la cui natura è però oscura ed elusiva. Ad esempio, è interessante notare che la grandissima parte, il 99% circa, della massa del protone, come di quella del neutrone, è determinata dall'energia della stessa [[interazione forte]] che tiene uniti i [[Quark (particella)|quark]], piuttosto che dalla loro massa propria.<ref>{{cita pubblicazione|url=https://physics.aps.org/articles/v11/118|lingua=en|autore=André Walker-Loud|rivista=Physics|volume=11|pagina=118|data=19 Novembre 2018|titolo=Viewpoint: Dissecting the Mass of the Proton}}</ref> L'intensità della forza nucleare forte decresce al crescere dell'energia delle particelle interagenti, sicché i quark e i gluoni si manifestano come particelle singole solo in collisioni ad alte energie o temperature, alle quali i protoni, come in generale gli altri [[adrone|adroni]], fondono formando il [[plasma di quark e gluoni]].
 
===Il protone come acido di Lewis e precursore di acidi di Brønsted===
La struttura interna dei protoni è studiata negli acceleratori di particelle attraverso gli [[urto elastico|urti elastici]] e anelastici ad alta energia fra protoni e [[Nucleone|nucleoni]] e fra protoni e [[Leptone|leptoni]], come gli elettroni. Da questo tipo di esperimenti, a partire da [[SLAC]], è stato possibile scoprire per la prima volta l'esistenza di particelle interne al protone.<ref>{{cita web|url=https://cerncourier.com/a/deep-import-of-deep-inelastic-scattering/|titolo=Deep import of deep inelastic scattering|autore=Max Klein|data=2 Novembre 1999|accesso=26 aprile 2020|lingua=en}}</ref> Sulla base di questi esperimenti, Feynman formulò il modello a [[partone|partoni]], il primo che tenesse in considerazione la struttura composita del protone.<ref name="feynman">
Il raggio di carica elettrica del protone (8,4075×10<sup>−16</sup> m)<ref>{{Cita web|url=https://physics.nist.gov/cgi-bin/cuu/Value?rp|titolo=CODATA Value: proton rms charge radius|sito=physics.nist.gov|accesso=2024-08-16}}</ref> è enormemente più piccolo rispetto a qualsiasi altro ione positivo: il [[campo elettrico]] da esso esercitato è quindi intensissimo. Per questo e per il fatto che, a differenza di altri ioni positivi, non c'è per esso alcun guscio elettronico, il protone libero H<sup>+</sup> può avvicinarsi a un'altra specie chimica ed accettare da essa una [[Doppietto elettronico|coppia di elettroni]].<ref>{{Cita libro|nome=Egon|cognome=Wiberg|nome2=Nils|cognome2=Wiberg|nome3=A. F.|cognome3=Holleman|titolo=Anorganische Chemie|url=https://www.worldcat.org/title/970042787|accesso=2024-08-16|edizione=103. Auflage|data=2017|editore=De Gruyter|p=266|OCLC=970042787|ISBN=978-3-11-026932-1}}</ref> In tal modo H<sup>+</sup> rappresenta quindi il più semplice degli acidi di Lewis<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Silvestroni|titolo=Fondamenti di Chimica|anno=1968|editore=LIBRERIA EREDI VIRGILIO VESCHI|pp=357-358}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Erwin|cognome=Riedel|nome2=Christoph|cognome2=Janiak|titolo=Anorganische Chemie|edizione=10. Auflage|collana=De Gruyter Studium|data=2022|editore=De Gruyter|pp=367-370|ISBN=978-3-11-069604-2}}</ref> ed è fortissimo: può unirsi spontaneamente a qualsiasi specie chimica elettricamente neutra: perfino un atomo di [[elio]] può essere protonato [[Processo esotermico|esotermicamente]] (-[[Entalpia standard di formazione|Δ''H<sub>r</sub>''°]] = 177,8&nbsp;kJ/mol),<ref>{{Cita web|url=https://webbook.nist.gov/cgi/cbook.cgi?ID=C7440597&Units=SI&Mask=20#Ion-Energetics|titolo=Helium - Gas phase ion energetics data|sito=webbook.nist.gov}}</ref> generando in tal caso lo [[ione molecolare]] HHe<sup>+</sup>,<ref>{{Cita libro|titolo=Gas-phase ion and neutral thermochemistry|collana=Journal of physical and chemical reference data|data=1988|editore=American chemical society American institute of physics|ISBN=978-0-88318-562-9}}</ref> [[isoelettronico]] alla molecola H<sub>2</sub> e questo, a sua volta, è il più forte acido di Brønsted conosciuto.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Rolf|cognome=Güsten|nome2=Helmut|cognome2=Wiesemeyer|nome3=David|cognome3=Neufeld|data=2019-04|titolo=Astrophysical detection of the helium hydride ion HeH+|rivista=Nature|volume=568|numero=7752|pp=357-359|lingua=en|accesso=15 luglio 2024|doi=10.1038/s41586-019-1090-x|url=https://www.nature.com/articles/s41586-019-1090-x}}</ref>
{{cita conferenza
 
|autore=R. P. Feynman
Lo ione H<sup>+</sup> libero può essere generato in fase gassosa nella sorgente di uno [[spettrometro di massa]] per ionizzazione dell'idrogeno;<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Fulvio|cognome=Cacace|data=1º giugno 1988|titolo=Radiolytic approach to gas-phase ion chemistry|rivista=Accounts of Chemical Research|volume=21|numero=6|pp=215-222|lingua=en|accesso=15 luglio 2024|doi=10.1021/ar00150a001|url=https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ar00150a001}}</ref> in tal modo può essere immesso in una [[trappola ionica]] e ivi fatto reagire con altre molecole di interesse e generare quindi le corrispondenti specie "protonate" che, in tal modo, divengono acidi di Brønsted: reagendo con una molecola di acqua, ad esempio, si ottiene lo ione H<sub>3</sub>O<sup>+</sup> già menzionato; dall'[[ammoniaca]] si ottiene lo ione [[ammonio]] NH<sub>4</sub><sup>+</sup>; dal [[metano]], lo ione [[Flussionalità|flussionale]] [[metanio]] CH<sub>5</sub><sup>+</sup><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Golam|cognome=Rasul|nome2=G. K.|cognome2=Surya Prakash|nome3=George A.|cognome3=Olah|data=28 novembre 2011|titolo=Comparative study of the hypercoordinate carbonium ions and their boron analogs: A challenge for spectroscopists|rivista=Chemical Physics Letters|volume=517|numero=1|pp=1-8|accesso=15 luglio 2024|doi=10.1016/j.cplett.2011.10.020|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0009261411012735}}</ref>; dall'idrogeno molecolare, lo ione triangolare [[idrogenonio]], H<sub>3</sub><sup>+</sup>, osservato fin dal 1911.<ref>{{Cita pubblicazione|data=1913-08|titolo=Bakerian Lecture :—Rays of positive electricity|rivista=Proceedings of the Royal Society of London. Series A, Containing Papers of a Mathematical and Physical Character|volume=89|numero=607|pp=1-20|lingua=en|accesso=15 luglio 2024|doi=10.1098/rspa.1913.0057|url=https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspa.1913.0057}}</ref>
|anno=1969
 
|titolo=The Behavior of Hadron Collisions at Extreme Energies
Una branca della [[chimica]] si focalizza sulla protonazione in fase gassosa di molecole e sui trasferimenti di protone tra molecola e molecola:<ref name=":0" /> in tale ambito, assume particolare importanza l'[[affinità protonica]], definita come la [[Entalpia|variazione di entalpia]], cambiata di segno, della reazione di protonazione della molecola,<ref>"[http://goldbook.iupac.org/P04907.html Proton affinity.]" ''Compendium of Chemical Terminology''.</ref> in quanto tale affinità rappresenta una misura della [[basicità intrinseca]] di quella molecola.<ref>{{Cita libro|autore=J. E. Huheey|autore2=E. A. Keiter|autore3=R. L. Keiter|titolo=Chimica Inorganica,Principi, Strutture, Reattività|ed=2|anno=1999|editore=Piccin|pp=342-344|ISBN=88-299-1470-3}}</ref>
|conferenza=High Energy Collisions: Third International Conference at Stony Brook, N.Y.
 
|pp=237–249
==Proprietà quantistiche==
|editore=[[Gordon & Breach]]
Il protone, al contrario di altre particelle come l'[[elettrone]], non è una particella fondamentaleelementare, ma èuna particella composita costituitocostituita da [[Quark (particella)|quark]] e [[gluone|gluoni]], legati dal meccanismo chiamato [[Confinamento dei quark|confinamento di colore]]. Il confinamento è una fenomeno risultante dalla [[interazione forte]], la cui natura è però oscura ed elusiva. Ad esempio, è interessante notare che la grandissima parte, il 99% circa, della massa del protone, come di quella del neutrone, è determinata dall'energia della stessa [[interazione forte]] che tiene uniti i [[Quark (particella)|quark]], piuttosto che dalla loro massa propria.<ref>{{cita pubblicazione|url=https://physics.aps.org/articles/v11/118|lingua=en|autore=André Walker-Loud|rivista=Physics|volume=11|paginap=118|data=19 Novembrenovembre 2018|titolo=Viewpoint: Dissecting the Mass of the Proton}}</ref> L'intensità della forza nucleare forte decresce al crescere dell'energia delle particelle interagenti, sicché i quark e i gluoni si manifestano come particelle singole solo in collisioni ad alte energie o temperature, alle quali i protoni, come in generale gli altri [[adrone|adroni]], fondono formando il [[plasma di quark e gluoni]].
|isbn=978-0-677-13950-0
|lingua=en
}}</ref> Negli anni successivi, i partoni furono identificati con i quark e i gluoni, le cui interazioni sono descritte dalla [[cromodinamica quantistica]]. Dal punto di vista teorico, le funzioni di distribuzione dei quark e dei gluoni codificano la struttura composita del protone.
 
La struttura interna dei protoni è studiata negli acceleratori di particelle attraverso gli [[urto elastico|urti elastici]] e anelastici ad alta energia fra protoni e [[Nucleone|nucleoni]] e fra protoni e [[Leptone|leptoni]], come gli elettroni. Da questo tipo di esperimenti, a partire da [[SLAC]], è stato possibile scoprire per la prima volta l'esistenza di particelle interne al protone.<ref>{{cita web|url=https://cerncourier.com/a/deep-import-of-deep-inelastic-scattering/|titolo=Deep import of deep inelastic scattering|autore=Max Klein|data=2 Novembrenovembre 1999|accesso=26 aprile 2020|lingua=en}}</ref> Sulla base di questi esperimenti, Feynman formulò il modello a [[partone|partoni]], il primo che tenesse in considerazione la struttura composita del protone.<ref name="feynman">
===Funzione d'onda dei quark di valenza===
{{cita conferenza|autore=R. P. Feynman|anno=1969|titolo=The Behavior of Hadron Collisions at Extreme Energies|conferenza=High Energy Collisions: Third International Conference at Stony Brook, N.Y.|pp=237-249|editore=[[Gordon & Breach]]|isbn=978-0-677-13950-0|lingua=en}}</ref> Negli anni successivi, i partoni furono identificati con i quark e i gluoni, le cui interazioni sono descritte dalla [[cromodinamica quantistica]]. Dal punto di vista teorico, le funzioni di distribuzione dei quark e dei gluoni codificano la struttura composita del protone.
 
===Funzione d'onda dei quark di valenza===
Il protone è formato da tre quark, detti ''"di valenza'', che sono" in gradoquanto cioène di spiegaredeterminano i suoi numeri quantici, come lo spin e la carica elettrica, ma che non catturano tutte le interazioni e le dinamiche interne al protone. Ad esempio, sapendo che il protone è formato da due quark up e uno down di valenza, e sapendo che il quark uphanno harispettivamente carica elettrica <math>+2/3</math>, mentre quello downe <math>-1/3</math>, è possibile calcolare che la carica elettrica del protone è uguale a <math>2/3+2/3-1/3 = +1</math>.
 
La funzione d'onda del protone deve essere totalmente antisimmetrica rispetto allo scambio di due quark di valenza, visto che il protone è un fermione. L'antisimmetria nel caso dei barioni è data dalle componenti di colore, mentre la funzione d'onda per le componenti di sapore e di spin è simmetrica e uguale a
:<math>|p_\uparrow\rangle= \frac{1}{\sqrt {18}} [ 2| u_\uparrow d_\downarrow u_\uparrow \rangle + 2| u_\uparrow u_\uparrow d_\downarrow \rangle +2| d_\downarrow u_\uparrow u_\uparrow \rangle - | u_\uparrow u_\downarrow d_\uparrow\rangle -| u_\uparrow d_\uparrow u_\downarrow\rangle -| u_\downarrow d_\uparrow u_\uparrow\rangle
-| d_\uparrow u_\downarrow u_\uparrow\rangle -| d_\uparrow u_\uparrow u_\downarrow\rangle -| u_\downarrow u_\uparrow d_\uparrow\rangle ]</math>,
dove a ciascun quark up <math>u</math> o down <math>d</math> è assegnato uno spin up <math>\uparrow</math> o down <math>\downarrow</math>.<ref>L'equivalenza fra i nomi dei due quark leggeri e i nomi per i due stati di spin ha ragioni storiche ed è da ricercare nella simmetria di [[isospin]]. Si veda ad esempio {{cita web|url=http://pdg.lbl.gov/2019/reviews/rpp2019-rev-quark-model.pdf|titolo=Quark Model|lingua=en}}</ref>
 
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In base agli attuali esperimenti di [[Fisica delle particelle|fisica particellare]] il protone è una [[Particella (fisica)|particella]] "stabile", il che significa che non [[Decadimento particellare|decade]] in altre particelle e quindi, entro i limiti sperimentali, la sua vita è eterna.<ref name="protonpdg">{{cita web|lingua=en|url=http://pdg.lbl.gov/2014/listings/rpp2014-list-p.pdf|titolo=proton (PDG)|accesso=8 ottobre 2014}}</ref> Questo fatto è riassunto dalla [[Legge di conservazione del numero barionico|conservazione del numero barionico]] nei processi fra [[Particella elementare|particelle elementari]]. Infatti il barione più leggero è proprio il protone e, se il numero barionico deve essere conservato, esso non può decadere in nessun'altra particella più leggera.
 
Tuttavia rimane aperta la possibilità che, in tempi molto più grandi di quelli finora osservati, il protone possa decadere in altre particelle. Diversi [[teoria della grande unificazione|modelli teorici di grande unificazione]] (GUT) propongono infatti processi di non conservazione del numero barionico, tra cui proprio il decadimento del protone. Studiando questo eventuale fenomeno sarebbe possibile indagare una regione energetica attualmente irraggiungibile (circa {{Val|1e15|ul=GeV}}) e scoprire l'esistenza o meno di un'unica forza fondamentale. Per questo motivo nel mondo sono attivi diversi esperimenti che hanno come obiettivo quello di misurare la vita media del protone. Tale evento però, se esiste, è estremamente difficile da osservarsi in quanto richiede apparati molto grandi e complessi per raccogliere un numero sufficientemente grande di protoni ede avere una [[probabilità]] non trascurabile di rilevare un decadimento. Attualmente esistono solo dei limiti sperimentali per i diversi canali di decadimento, tutti molto maggiori dell'età dell'universo.
 
Ad esempio, uno dei canali di decadimento maggiormente studiato è il seguente:
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:<math>p \to e^+ + \pi^{0}</math>
con un limite inferiore per la vita media parziale pari a {{M|1,6|e=33}} anni.<ref name="Nishino">
{{cita pubblicazione|autore=H. Nishino ''et al.'' ([[Super-Kamiokande|Super-K Collaboration]])|anno=2012|titolo=Search for Proton Decay via ''p'' → ''e''<sup>+</sup> + ''π''<sup>0</sup> and ''p'' → ''μ''<sup>+</sup> + ''π''<sup>0</sup> in a Large Water Cherenkov Detector|rivista=[[Physical Review Letters]]|volume=102 |numero=14 |p=141801|doi=10.1103/PhysRevLett.102.141801|bibcode=2009PhRvL.102n1801N|lingua=en}}</ref>
{{cita pubblicazione
|autore=H. Nishino ''et al.'' ([[Super-Kamiokande|Super-K Collaboration]])
|anno=2012
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|lingua=en
}}</ref>
 
== Note ==
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* {{cita libro|autore=Albert Messiah|titolo=Mécanique quantique, tome 1|anno=1966|editore=Dunod|lingua=fr}}
* {{cita libro|autore=[[Paul Dirac]]|titolo=I principi della meccanica quantistica|anno=1971|editore=Bollati Boringhieri}}
* {{cita libro|autore=[[John von Neumann]]|titolo=Mathematical foundations of Quantum Mechanics|url=https://archive.org/details/mathematicalfoun0000vonn|anno=1955|editore=Princeton University Press|lingua=en}}
* {{cita libro|autore1=Stephen Gustafson|autore2=Israel M. Sigal|titolo=Mathematical concepts of quantum mechanics|url=https://archive.org/details/mathematicalconc0000gust|anno=2006|editore=Springer|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Franz Schwabl|titolo=Quantum mechanics|anno=2002|editore=Springer|lingua=en}}
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* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|url=http://goldbook.iupac.org/P04906.html|titolo=IUPAC Gold Book, "proton"|lingua=en}}
 
{{particelle}}