Iosif Stalin: differenze tra le versioni
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{{Carica pubblica
|nome = Iosif Stalin<br/><small>Иосиф Сталин</small><br/><small>იოსებ სტალინი</small>
|immagine = Joseph Stalin
|didascalia =
|carica = [[Segretario generale del PCUS|Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica]]<ref>carica formalmente abolita il 16 ottobre [[1952]]</ref>
|mandatoinizio = 3 aprile [[1922]]
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|successore2 = [[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Georgij Malenkov]]
|vice2 = [[Nikolaj Alekseevič Voznesenskij]]<br/>[[Vjačeslav Michajlovič Molotov]]<br/>[[Nikolaj Aleksandrovič Bulganin]]
|carica3 = [[Ministri della difesa dell'Unione Sovietica|Commissario del Popolo per la Difesa dell'
|mandatoinizio3 = 19 luglio [[1941]]
|mandatofine3 = 3 marzo [[1947]]
|predecessore3 = [[Semën
|successore3 = [[Nikolaj Aleksandrovič Bulganin]]
|carica4 = Deputato del [[Soviet dell'Unione]] del [[Soviet Supremo dell'URSS]]
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|Nome = Iosif Vissarionovič Džugašvili
|Immagine = CroppedStalin1943.jpg
|Didascalia = Stalin durante la [[
|Soprannome = Stalin ("uomo d'acciaio")<br/>Koba ("indomabile")
|Data_di_nascita = 18 dicembre [[1878]]
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|Etnia = [[Georgiani|georgiano]]
|Religione = [[Chiesa ortodossa georgiana|ortodossa georgiana]] (prima)<br/>[[Ateismo|ateo]] (dopo)
|Nazione_servita = {{simbolo|Flag of the Russian Soviet Federative Socialist Republic (1918–1937).svg|21}} [[RSFS Russa]]<br/>{{bandiera|SUN
|Forza_armata = {{simbolo|Red Army flag (Fictitious).svg|21}} [[Armata Rossa]]<br/>{{simbolo|USSR Army flag.jpg|21}} [[Sovetskaja Armija|Esercito sovietico]]
|Arma =
|Corpo =
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|Ref = "fonti citate nel corpo del testo"
}}
[[File:Protokoli Obyedinitel’nago Syezda Rossiyskoy Sozial’demokraticheskoy Rabochey Partii, sostoyavshagosya v Stokgol’me v 1906 - Moskva 1907.jpg|thumb|La prima apparizione di Stalin come leader bolscevico in una pubblicazione a stampa (con lo pseudonimo di Ivanovič): Протоколы Объединительного съезда Российской социал-демократической рабочей партии, состоявшегося в Стокгольме в 1906 — Москва, 1907 (Protokoly Ob″edinitel′nogo S″ezda Rossijskoj Social′demokratičeskoj Rabočej Partii, sostojavšegosja v Stokgol′me v 1906 — Moskva, 1907; Protocolli del Congresso di Unificazione del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, tenutosi a Stoccolma nel 1906 – Mosca, 1907) - copia del bibliofilo italiano Paolo Barbieri]]
{{Bio
|Nome = Iosif Vissarionovič
|Cognome = Stalin
|
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Gori
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|Attività = rivoluzionario
|Attività2 = politico
|Attività3 =
|Nazionalità = sovietico
|PostNazionalità = che governò l'[[Unione Sovietica]] dopo la morte di [[Lenin]], reggendo la carica di [[segretario generale del PCUS]] dal 1922 e instaurando una dittatura che durò fino alla sua morte nel 1953
}}
[[Georgia]]no<ref>{{cita web|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/stalin-luomo-dello-stato-socialista/11630/default.aspx|titolo=Stalin, l'uomo dello Stato Socialista|editore=raistoria.rai.it|accesso=21 dicembre 2014}}</ref> di umili origini, Stalin visse una giovinezza avventurosa come attivista [[rivoluzionario]] [[Socialismo|socialista]], prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della [[Bolscevismo|fazione bolscevica]] del [[Partito Operaio Socialdemocratico Russo]] guidata da [[Lenin]]. Fu un capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, strettamente fedele alle direttive di Lenin, e divenne uno dei capi della [[rivoluzione d'ottobre]] e del nuovo [[Stato socialista]], l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il suo ruolo e il suo potere personale crebbero di molto durante la [[guerra civile russa]] in cui svolse compiti politico-militari estremamente importanti, entrando spesso in rivalità con [[Lev Trockij]].▼
▲[[Georgia]]no<ref>{{cita web|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/stalin-luomo-dello-stato-socialista/11630/default.aspx|titolo=Stalin, l'uomo dello Stato Socialista|editore=raistoria.rai.it|accesso=21 dicembre 2014}}</ref> di umili origini, Stalin visse una giovinezza avventurosa come attivista [[rivoluzionario]] [[Socialismo|socialista]], prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della [[Bolscevismo|fazione bolscevica]] del [[Partito Operaio Socialdemocratico Russo]] guidata da [[Lenin]]. Fu capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, strettamente fedele alle direttive di Lenin, e divenne uno dei capi della [[rivoluzione d'ottobre]] e del nuovo [[Stato socialista]], l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il suo ruolo e il suo potere personale crebbero di molto durante la [[guerra civile russa]] in cui svolse compiti politico-militari estremamente importanti, entrando spesso in rivalità con [[Lev Trockij]].
Nonostante le critiche mossegli da Lenin nell'ultima parte della sua vita e il duro contrasto con Trockij, alla morte di Lenin assunse progressivamente, grazie alla sua abilità organizzativa e politica e al ruolo di segretario generale del partito, la carica politica più alta in Unione Sovietica. Dopo aver sconfitto politicamente prima la [[Opposizione di sinistra|sinistra]] di [[Lev Trockij|Trockij]] rivolta contro Zinov'ev e Kamenev, coi quali era alleato, poi l'opposizione mossagli da Kamenev e Zinov'ev che gli si erano contrapposti, poi ancora l'improvvisata e velleitaria alleanza che si formò, nell'aprile 1926, tra gli ex acerrimi rivali [[Lev Trockij|Trockij]], [[Grigorij Evseevič Zinov'ev|Zinov'ev]] e [[Lev Borisovič Kamenev|Kamenev]] e, infine, la [[Opposizione di destra|destra]] di [[Nikolaj Ivanovič Bucharin|Bucharin]], [[Aleksej Ivanovič Rykov|Rykov]] e [[Michail Pavlovič Tomskij|Tomskji]], Stalin adottò una prudente politica di costruzione del "[[Socialismo in un solo paese|socialismo in un solo Paese]]", mentre nel campo economico mise in atto le politiche di interruzione della [[Nuova politica economica|NEP]], di [[collettivizzazione]] graduale delle campagne e di rapida industrializzazione mediante i [[Piano quinquennale|piani quinquennali]], basata sul rapido sviluppo dell'[[industria pesante]] (di cui lo [[stacanovismo]] divenne l'emblema) portando a gravi interruzioni della produzione alimentare che contribuirono alla [[Carestia sovietica del 1932-1933|carestia del 1932-1933]], che uccise milioni di persone.<ref>{{en}}{{cita libro|titolo=Modernization from the Other Shore|cognome=Engerman|nome=David|anno=2003|editore=Harvard University Press|città=|p=194|url=http://books.google.com/?id=UkFlO7hoxOMC&pg=PA194&dq|isbn=0-674-01151-1}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.as.wvu.edu/history/Faculty/Tauger/Tauger%2C%20Natural%20Disaster%20and%20Human%20Actions.pdf|titolo=Natural Disaster and Human Actions in the Soviet Famine of 1931–1933|accesso=5 marzo 2021|dataarchivio=24 agosto 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120824073308/http://www.as.wvu.edu/history/Faculty/Tauger/Tauger%2C%20Natural%20Disaster%20and%20Human%20Actions.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.international.ucla.edu/asia/article/3838|titolo=The Soviet Famine of 1931-33: Politically Motivated or Ecological Disaster?|accesso=5 marzo 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.philosophy.nsc.ru/sites/default/files/journals-old/humscience/2_98/15-MAL.HTM|titolo=М|accesso=5 marzo 2021}}</ref><ref>Niccolò Pianciola, The Collectivization Famine in Kazakhstan, 1931–1933, in Harvard Ukrainian Studies, vol. 25, n. 3-4, 2001, pp. 237-251, [[PMID]] 20034146.</ref><ref>{{Cita web|url=https://lb.ua/news/2010/01/14/19793_nalivaychenko_nazval_kolichestvo_zh.html|titolo=Наливайченко назвал количество жертв голодомора в Украине|sito=LB.ua|accesso=5 marzo 2021}}</ref>
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Colto di sorpresa dall'[[Operazione Barbarossa|attacco iniziale tedesco]] con il quale la [[Germania nazista]] violava il [[Patto Molotov-Ribbentrop|patto di non aggressione]] sottoscritto dalle due potenze solo due anni prima,<ref>G.Boffa, ''Storia dell'Unione Sovietica'', vol. III, pp. 27-31.</ref> nonostante alcuni errori di strategia militare nella fase iniziale della guerra, Stalin riorganizzò e diresse con efficacia il Paese e l'[[Armata Rossa]] fino a ottenere, anche se a costo di gravi perdite militari e civili, la vittoria totale nella [[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]. Stalin rivestì un ruolo fondamentale nella lotta contro il nazismo e nella sconfitta di [[Hitler|Adolf Hitler]]; le sue truppe, dopo aver liberato l'[[Europa orientale]] dall'occupazione tedesca, conquistarono [[Berlino]] e [[Vienna]], costringendo lo stesso Hitler al [[suicidio]].<ref>G.Boffa, ''Storia dell'Unione Sovietica'', vol. III, pp. 195-197.</ref>
Dopo la vittoria Stalin, divenuto detentore di un potere virtualmente illimitato in Unione Sovietica e nell'[[Europa centro-orientale]] e assurto al ruolo di capo indiscusso del [[comunismo]] mondiale, accrebbe il suo dispotismo violento riprendendo politiche di terrore e di repressione, mentre l'
Dal 1956, a partire dal [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XX Congresso del PCUS]], Stalin, che era stato oggetto di un vero e proprio [[culto della personalità]] da parte di dirigenti e simpatizzanti del comunismo mondiale, è stato sottoposto a [[#Il tributo di sangue|pesanti critiche]] da parte di politici e storici per la sua attività politica e per i suoi spietati metodi di governo.
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=== Origini e formazione ===
[[File:Stalin 1894 Colour.jpg|miniatura|Stalin a sedici anni nel 1894.]]
Nel 1888, la madre, nonostante le umili condizioni, volle introdurre Iosif agli studi nella Scuola Teologica Ortodossa di Gori, nella quale conseguì l'equivalente del diploma nel giugno 1894.<ref>{{cita web|url=https://www.resistenze.org/sito/ma/di/bi/madbst.htm|titolo=Biografia di Stalin|accesso=17 agosto 2020}}</ref>
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=== Gli ultimi anni e la morte ===
{{vedi anche|Morte e funerali di Iosif Stalin}}
Stalin, ormai in età avanzata, subì un [[colpo apoplettico]] nella sua villa suburbana di [[Kuncevo]], la notte tra il 28 febbraio e il 1º marzo 1953,<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2023/03/05/morte-stalin-settanta-anni-fa/|titolo=La morte di Stalin dopo giorni di agonia, settant'anni fa|sito=Il Post|data=2023-03-05|lingua=it-IT|accesso=2023-03-11}}</ref> ma le guardie di ronda davanti alla sua camera da letto non osarono forzarne la porta blindata fino alla sera del 1º marzo, quando Stalin era già in condizioni disperate: metà del corpo era paralizzata e il dittatore aveva perso l'uso della parola. Il comandante delle guardie avvertì telefonicamente [[Malenkov]] e [[Berija]], ma i medici, scelti personalmente dal ministro della sanità Tret'jakov, arrivarono solo la mattina del 2 marzo e le fonti ufficiali riportarono che il malore era avvenuto nella notte tra il 1º e il 2 marzo.<ref name=Medvedev>Roy A. Medvedev, Zhores A. Medvedev, ''Stalin sconosciuto'', Feltrinelli.</ref> Stalin morì all'alba del 5 marzo dopo aver dato per diverse volte segnali di miglioramento, ma la notizia venne data un giorno dopo.<ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2023/03/05/morte-stalin-settanta-anni-fa/|titolo=La morte di Stalin dopo giorni di agonia, settant’anni fa|data=5 marzo 2023|accesso=14 settembre 2024}}</ref> Drammatico è il racconto dell'ultimo istante di vita del dittatore fatto dalla figlia [[Svetlana Josifovna Allilueva|Svetlana]]: convinto di essere vittima di una congiura, Stalin maledisse i capi comunisti riuniti attorno al divano sul quale giaceva.<ref>[http://www.agoravox.it/Morta-Svetlana-la-figlia-di-Stalin.html ''Morta Svetlana, la figlia di Stalin, esule negli USA dal 1967''], agoravox.com, 29 novembre 2011.</ref> Il suo funerale fu imponente, con una partecipazione stimata in un milione di persone: il corpo, dopo essere stato [[Imbalsamazione|imbalsamato]] e vestito in uniforme, fu solennemente [[Esposizione pubblica della salma|esposto al pubblico]] nella Sala delle Colonne del [[Cremlino]] (dove era già stato esposto Lenin). Almeno 500 persone morirono schiacciate nel tentativo di rendergli omaggio; fu sepolto accanto a Lenin nel [[Mausoleo di Lenin|mausoleo]] sulla [[piazza Rossa]].<ref>[http://www.corriere.it/Rubriche/Infografiche/flash/funerali.swf Funerale di Stalin]</ref>
=== Le ipotesi sul decesso ===
Alcuni storici hanno accettato l'ipotesi dell'assassinio per avvelenamento, ipotesi categoricamente smentita dallo storico [[Roj Aleksandrovič Medvedev]], secondo cui non sono emerse dagli archivi sovietici prove a sostegno di questa tesi.<ref name=Medvedev/>
=== Le reazioni nel mondo alla sua morte ===
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Alla fine del decennio, con la pubblicazione del discorso tenuto da [[Nikita Chruščёv]] durante il [[XX Congresso del PCUS]], la dirigenza politica sovietica rinnegò ufficialmente gran parte delle scelte politiche e ideologiche di Stalin, con un processo noto come ''[[destalinizzazione]]''. Questo ridimensionò il ruolo avuto da Stalin durante la seconda guerra mondiale, ne rimosse i riferimenti in campo culturale e politico, riabilitò alcuni degli esponenti politici condannati a morte durante le purghe, attuò un radicale programma di riforme economiche e intraprese rapporti più distesi con l'Occidente capitalista. Questa revisione di giudizio non fu accettato da tutti i partiti comunisti sparsi nel mondo: tra le reazioni negative ci furono quelle dell'[[Albania]] (allora parte del [[patto di Varsavia]]) e soprattutto della [[Cina]] [[maoista]], che ruppero i rapporti di collaborazione con l'Unione Sovietica definendo "[[Revisionismo|revisionista]]" l'operazione di Chruščёv; questi paesi si definirono quindi "[[Antirevisionismo|antirevisionisti]]".
Uno dei primi provvedimenti della politica di destalinizzazione fu la rimozione della sua salma dal mausoleo di Lenin. Per questo da allora è sepolto in una tomba poco distante [[necropoli delle mura del Cremlino|sotto le mura del Cremlino]]. Tra le opere di Stalin hanno notevole importanza ideologica e politica: ''Il marxismo e la questione nazionale'' (1913), ''Principi del leninismo'' (1924), opera che avrebbe avuto un'influenza anche su [[Antonio Gramsci]],<ref>A. Gramsci, ''Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo stato moderno''</ref> ''Questioni del leninismo'' (1926), ''[[Sul materialismo dialettico e storico|Del materialismo dialettico e del materialismo storico]]'' (1938), ''Il marxismo e la linguistica'' (1950) e ''[[Problemi economici del socialismo nell'URSS]]'' (1952).
== Politica interna ==
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{{P|sezione fortemente parziale, che per esempio non parla per niente della criminalizzazione della prostituzione sotto Stalin dopo le depenalizzazioni del '22; da riscrivere con un sano contraddittorio tra fonti terze in modo da avere un paragrafo NPOV|storia|settembre 2020}}
[[File:1930. Усилим борьбу с проституцией - позорным наследием капитализма.jpg|miniatura|Cartellone del [[1930]] della campagna sovietica contro la prostituzione. La scritta recita "''Intensifichiamo la lotta contro la prostituzione, la vergognosa eredità del Capitalismo''".]]
Nell'ottica bolscevica la figura della [[prostituta]] era percepita come vittima del [[capitalismo]],<ref>{{Cita libro|autore=A. Bebel|titolo=Women and Socialism|anno=1879|lingua=
Nel Codice penale del [[1922]] la pratica della prostituzione venne ufficialmente depenalizzata, nell'ottica di aiutare le prostitute e debellare la pratica alla radice, anziché limitarsi a perseguire penalmente. La politica sulla prostituzione si concentrò inizialmente su due obbiettivi principali, il controllo e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e assicurarsi che tutte le donne potessero esercitare una professione con un salario equiparato, a parità di professione e ruolo, all'uomo, così da prevenire la degradante pratica.
Venne anzitutto sdoganata l'[[educazione sessuale]], mettendo a punto un programma di educazione sessuale di massa per combattere la disinformazione e le malattie.<ref name=":5">{{Cita libro|autore=B. Evans Clements|titolo=Daughters of Revolution: A History of Women in the U.S.S.R.|url=https://www.goodreads.com/book/show/3096348-daughters-of-revolution|annooriginale=|anno=1994|editore=Harlan Davidson|lingua=
Il Commissariato sovietico per la salute creò sotto Stalin il Consiglio centrale per la lotta alla prostituzione, che si occupò di fornire alle prostitute, e alle donne indigenti in generale, un'istruzione e un posto di lavoro. Furono create ad hoc le Cliniche del lavoro per rendere le prostitute membri attivi della società e reintegrarle nel mondo del lavoro. Le misure si rivelarono efficaci già dagli anni '30, arrivando ad aver sostanzialmente debellato la prostituzione negli anni '60.<ref name=":4" /><ref name=":5" />
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Le [[Guerre di confine sovietico-giapponesi]] furono una serie di guerre di confine avvenute tra il 1932 ed il 1945 senza una formale [[dichiarazione di guerra]] tra l'[[Impero giapponese]] e la [[Repubblica Popolare Mongola|Repubblica Popolare di Mongolia]] aiutata dall'[[Unione Sovietica]].
In seguito all'[[invasione giapponese della Manciuria]] del 1931 erano frequenti le violazioni del territorio della [[Repubblica Popolare Mongola|Mongolia]], alleata sovietica, e del confine con l'[[Unione Sovietica]].<ref name=:3>{{cita pubblicazione|autore=A. D. Coox|autore2=|autore3=|anno=1939, 1985|titolo=Nomonhan: Japan Against Russia|rivista=|editore=Stanford University Press|volume=I, II|numero=|p=93|lingua=
In risposta si verificarono ingerenze anche dalla controparte sovietica. Secondo l'[[esercito imperiale giapponese]], tra il 1932 e il 1934 ebbero luogo 152 violazioni del confine, soprattutto perché i sovietici trovarono necessario raccogliere informazioni all'interno della [[Manciuria]]. Da parte loro, i sovietici accusarono i giapponesi di 15 casi di violazione delle frontiere, 6 intrusioni aeree e 20 episodi di tentato spionaggio nel solo 1933.<ref name=:3/> Altre centinaia di violazioni vennero segnalate da entrambe le parti negli anni seguenti. A peggiorare le cose, la diplomazia e la fiducia sovietico-giapponese erano diminuite ulteriormente in questi anni, con il Giappone di [[Hirohito]] apertamente dichiarato "nemico fascista" nel [[VII Congresso dell'Internazionale Comunista|VII Congresso del Comintern]].<ref name=:3/>
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=== Guerra di Corea ===
{{Vedi anche|Guerra di Corea}}Nell'agosto 1945 i comandi statunitense e sovietico stabilirono la demarcazione della [[penisola coreana]], precedentemente occupata dall'[[Impero giapponese|Impero Giapponese]], al [[38º parallelo Nord|38º parallelo]], al nord del quale si sarebbe insediata l'[[Amministrazione civile sovietica]] e al sud il [[Governo militare degli Stati Uniti in Corea|Governo militare statunitense]].<ref>{{cita libro|autore=David Halberstam|titolo=The Coldest Winter: America and the Korean War|url=https://archive.org/details/coldestwinterame00halb_0|annooriginale=2007|editore=Disney Hyperion|città=New York|lingua=
Quando le rispettive amministrazioni si ritirarono nel 1948 lasciarono due regimi antitetici nelle rispettive zone d'influenza, il 13 agosto venne proclamata la [[Corea del Sud|Repubblica di Corea]] (Corea del Sud) guidata da [[Syngman Rhee]] e il 9 settembre la [[Corea del Nord|Repubblica popolare democratica di Corea]] (Corea del Nord) guidata da [[Kim Il-sung]]. Entrambe le "Coree" rivendicavano la sovranità sull'intera penisola, iniziò dunque un periodo di grandi ostilità caratterizzato da forti provocazioni e repressioni da ambo i lati.
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Il 25 giugno 1950 la Corea del Nord invase la Corea del Sud dando inizio alla [[Guerra di Corea]], il primo teatro concreto della [[guerra fredda]].<ref>{{cita libro|autore=L. Lauriola|titolo=Scacco matto all'America e a Israele - Fine dell'ultimo impero|anno=2007|editore=Palomar Edizioni|pp=202-207}}</ref> La Corea del Nord venne fiancheggiata dalla Cina di Mao Zedong (con circa {{formatnum:750000}} uomini) e dall'URSS (con circa {{formatnum:26000}} uomini), mentre la Corea del Sud vide l'appoggio di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Regno Unito]], [[Francia]] e [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]].
Il conflitto fu particolarmente sanguinoso e controverso per via del largo utilizzo di
== Seconda guerra mondiale ==
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{{Vedi anche|Patto Molotov-Ribbentrop}}
{{F|militari sovietici|arg2=politici sovietici|agosto 2020|commento=sezione da riscrivere con fonti terze e di settore, non coi giornali e coi video su youtube}}
Il clima dell'Europa degli anni '30 era estremamente chiuso a qualsiasi consultazione diplomatica con l'URSS. {{
Fu così che il ministero degli esteri sovietico, capeggiato da [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Molotov]], si vide costretto a fare il "patto col diavolo" pur di salvare il confine e si rivolse direttamente alla Germania. L'accordo riuscì e si concluse il 22 agosto, con la conseguente [[Spartizioni della Polonia|Spartizione della Polonia]] e il ritorno dei [[Paesi baltici|Paesi Baltici]] sotto l'URSS. Grazie all'accordo i sovietici "allontanarono" il confine di circa 300 chilometri, il che si rivelerà di vitale importanza durante la resistenza all'[[Operazione Barbarossa|Invasione nazifascista dell'Unione Sovietica]] del 1941.
Essendo tutti questi retroscena segretati per quasi 70 anni,<ref name=:1/> il Patto Molotov-Ribbentrop fu a lungo oggetto di strumentalizzazioni da parte della stampa occidentale, che fece del patto la prova portante della tesi per la quale, tutto sommato, non vi era poi troppa differenza tra Stalin e Hitler.<ref name=:0>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=fQOSrP1nHko|titolo=Festival della Mente 2014 - Alessandro Barbero (2)}}</ref> Altri studiosi non concordano con questa tesi: lo storico Richard Overy ha affermato che: "Vi sono prove schiaccianti che la leadership di Mosca s'è trastullata con l'idea di un'alleanza con l'Occidente solo per costringere la Germania ad acconsentire a qualche concreta concessione per l'Unione Sovietica.<ref>{{Cita libro|autore=Richard Overy|titolo=Sull'orlo del precipizio|anno=2009|editore=Feltrinelli|città=Milano|pp=22-23}}</ref> Una nota di Stalin del 7 agosto al ministro sovietico della Difesa incaricato delle trattative con inglesi e francesi riporta istruzioni piuttosto precise su come portare avanti
=== Seconda guerra mondiale ===
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Nel complesso si stima che la guerra e la durissima occupazione nazista sia costata la vita di circa 10,6 milioni di militari e 15,7 milioni di civili, facendo dell'Unione Sovietica lo stato che più patì la furia nazifascista sia in termini militari che civili.<ref>Vadim Erlikman, ''Poteri narodonaseleniia v XX veke: spravochnik''. Mosca 2004. {{ISBN|5-93165-107-1}}; Mark Axworthy, ''Third Axis Fourth Ally''. Arms and Armour 1995, p. 216. {{ISBN|1-85409-267-7}}</ref>
Oltre al suo apporto – notevole e decisivo – alla conduzione della guerra, fu anche estremamente significativo il ruolo di Stalin come grande diplomatico, evidenziato dalle conferenze al vertice.<ref>Sulle conferenze tra i "tre Grandi" e sul ruolo politico-diplomatico vedere: J. Erickson ''The road to Berlin'', Cassell 1983; G. Boffa ''Storia dell'Unione Sovietica'', parte II, Mondadori 1979; R. Sherwood ''La seconda guerra mondiale nei documenti segreti della Casa Bianca'', Garzanti 1949; G. Vitali ''Franklin Delano Roosevelt'', Mursia 1991; la versione di Churchill polemica, ma che non nega l'abilità di Stalin in: W. Churchill ''La seconda guerra mondiale'', volumi 4, 5 e 6, Mondadori 1951-53.</ref> Fu assai stimato da [[Franklin Delano Roosevelt]], meno da [[Winston Churchill]], cui fece velo la vecchia ruggine (rinforzata dai fatti del 1939) anticomunista.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2005/luglio/21/Churchill_Germania_meglio_rossa_che_co_9_050721039.shtml ''Churchill: «Germania meglio rossa che nazista»''], ''[[Corriere della Sera]]'', 21 luglio 2005</ref> Stalin fu infatti candidato al [[Premio Nobel per la Pace]] due volte.
Durante i vari incontri il primo ministro britannico [[Winston Churchill]] descrisse così Stalin:<ref name=:2/>
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[[File:Katyn massacre 5.jpg|thumb|left|Foto scattata nel 1943 dell'esumazione della fossa comune di soldati polacchi uccisi dal [[NKVD]] nel [[massacro di Katyn']]]]
Prima della [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]] i ricercatori che hanno tentato di determinare il numero di persone uccise sotto il regime di Stalin hanno prodotto stime che vanno dai 3 ai 60 milioni di individui.<ref>{{cita web|url=http://users.erols.com/mwhite28/warstat1.htm#Stalin|titolo=Twentieth Century Atlas – Death Tolls}} Vedi anche: {{en}} Aleksandr Solzhenitsyn: ''The Gulag Archipelago 1918–1956'', 1973–1976 ISBN 0-8133-3289-3.</ref> Dopo la fine dell'Unione Sovietica la disponibilità di accesso agli archivi sovietici, prima segreti, ha permesso di reperire la documentazione ufficiale di 799,455 esecuzioni tra il 1921 e il 1953,<ref>{{en}} [http://m.guardian.co.uk/education/2002/sep/12/highereducation.historyandhistoryofart Seumas Milne: The battle for history]. ''The Guardian''. (12 September 2002). Retrieved 14 July 2013.</ref> di circa 1,7 milioni di morti nei ''gulag'' e di {{formatnum:390000}} morti nei lavori forzati, con un totale di circa 2,9 milioni di vittime ufficialmente registrate in queste categorie.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Wheatcroft, Stephen G.|titolo=Victims of Stalinism and the Soviet Secret Police: The Comparability and Reliability of the Archival Data. Not the Last Word|url=https://archive.org/details/sim_europe-asia-studies_1999-03_51_2/page/315|rivista=Europe-Asia Studies|volume=51|numero=2|anno=1999|pp=315-345|doi=10.1080/09668139999056 | issn=0966-8136 }}</ref>
I documenti ufficiali d'archivio sovietici non contengono dati completi per altre categorie di vittime, come quelle conseguenti alle deportazioni etniche o all'emigrazione dei tedeschi alla fine della seconda guerra mondiale. Eric Weitz ha scritto: "Nel 1948, secondo [[Nicolas Werth]], il [[tasso di mortalità]] dei {{formatnum:600000}} deportati dal [[Caucaso]] tra il 1943 e il 1944 aveva raggiunto il 25%".<ref>{{en}} Eric D. Weitz, ''[https://books.google.com/books?id=W50Gg4o_2q4C&pg=PA82 A century of genocide: utopias of race and nation]'', Princeton University Press, 2003, p. 82. ISBN 0-691-00913-9</ref><ref>{{en}} Nicholas Werth, ''A state against its people: violence, repression and terror in the Soviet Union'' in Stéphane Courtois, Mark Kramer. ''[https://books.google.com/books?id=H1jsgYCoRioC&pg=PA223 The Black Book of Communism: Crimes, Terror, Repression]'', Harvard University Press, 1999, pp. 33–268 (223). ISBN 0-674-07608-7</ref> Altre rilevanti esclusioni includono il [[massacro di Katyn']], ulteriori omicidi nelle aree occupate e le fucilazioni di massa da parte dell'Armata Rossa. Durante la guerra i sovietici videro circa {{formatnum:158000}} disertori tra le file del loro esercito.<ref>"[http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/04/04/AR2006040401908.html Recording a Hidden History]". The Washington Post. 5 April 2006.</ref> Le statistiche ufficiali sulla mortalità nei ''gulag'' escludono inoltre le morti dei prigionieri avvenute subito dopo il loro rilascio, ma che furono diretta conseguenza del duro trattamento subito nei campi.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Ellman, Michael|titolo=Soviet Repression Statistics: Some Comments|url=https://archive.org/details/sim_europe-asia-studies_2002-11_54_7/page/1151|rivista=Europe-Asia Studies|volume=54|numero=7|anno=2002|pp=1151-1172|doi=10.1080/0966813022000017177}}</ref> Tuttavia alcuni storici ritengono che le cifre contenute negli archivi ufficiali registrate dalle autorità sovietiche siano inaffidabili e incomplete.<ref>{{cita web|url=http://sovietinfo.tripod.com/|titolo=Soviet Studies}}</ref>
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==== Mogli ====
* [[Ekaterina Svanidze]] (1880-1907), sposata nel 1903 e morta nel 1907; Stalin ne era molto innamorato e, quando morì di tubercolosi a soli ventisette anni, avrebbe affermato che i suoi sentimenti umani erano morti con lei.<ref>Sebag-Montefiore, Simon. "Young Stalin". Knopf, 2007, pg 193.</ref>
* [[Nadežda Sergeevna Allilueva]] (1901-1932), sposata nel 1919,<ref>{{cita libro|nome=Robert|cognome=Conquest|wkautore=Robert Conquest|titolo="Stalin. La Rivoluzione, il Terrore, la Guerra"|data=|anno=2003|editore=Mondadori|città=Milano|p=87|capitolo=6|citazione=Nel marzo 1918 [...] Mosca tornò a essere la capitale. Stalin portò con sé la sua segretaria sedicenne Nadežda Allilueva, con cui doveva sposarsi l'anno successivo|isbn=88-04-51329-2|mese=febbraio}}</ref> morta suicida con un colpo di arma da fuoco nel 1932, dopo numerosi contrasti e litigi col marito e una vita coniugale infelice; Stalin mostrò rimorso per la fine della moglie: lo storico Robert Conquest scrive che «fu l'unica occasione in cui gli videro gli occhi pieni di lacrime».<ref>Robert Conquest, ''Stalin'', Milano, Mondadori, 2002, p. 191.</ref>
==== Figli ====
* [[Jakov Iosifovič Džugašvili]] (1907-1943), avuto dalla prima moglie,
* [[Vasilij Iosifovič Džugašvili]] (1921-1962), avuto dalla seconda moglie, generale dell'Armata Rossa, morto per
* [[Konstantin Stepanovič Kuzakov]] anche Konstantin Džugašvili (
* [[Artëm Fëdorovič Sergeev]] (1921-2008), adottato.
* [[Svetlana Allilueva|Svetlana Iosifovna Stalina]]
==== Nipoti ====
* [[Evgenij Džugašvili|Evgenij Jakovlevič Džugašvili]] (1936-2016), figlio di Jakov
* [[Galina Jakovlevna Džugašvili]], figlia di Jakov
* Joseph Morozov, figlio di Svetlana
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}}
{{Onorificenze
|immagine = SU Medal XX Years of the Workers' and Peasants' Red Army ribbon.svg
|nome_onorificenza = Medaglia per il giubileo dei 20 anni dell'Armata Rossa dei lavoratori e dei contadini
|collegamento_onorificenza = Medaglia per il giubileo dei 20 anni dell'Armata Rossa dei lavoratori e dei contadini
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}}
{{Onorificenze
|immagine = SU Medal In Commemoration of the 800th Anniversary of Moscow ribbon.svg
|nome_onorificenza = Medaglia per l'800º anno di fondazione di Mosca
|collegamento_onorificenza = Medaglia per l'800º anno di fondazione di Mosca
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===Ricorrenze===
* Il governo dell'[[Ossezia del Sud]] (nazione ''di fatto'' indipendente reclamata dalla [[Georgia]]) con un decreto del 27 aprile 2020 ha stabilito che ogni anno al 9 di maggio ([[Giornata della vittoria (Paesi dell'Europa orientale)|Giornata della vittoria sul Nazismo]]) e al 22 di giugno (Entrata in guerra dell'[[Unione sovietica]]) il nome della capitale [[Tskhinval]] muti temporaneamente in [[Tskhinval|Stalinir]], per celebrare la vittoria di Stalin sul [[Nazismo]].<ref>[https://www.eastjournal.net/archives/105420 Ossezia del Sud: Stalinir, un nuovo/vecchio nome per la capitale], su ''East Journal'', 8 maggio 2020</ref>
* Il governo della [[Repubblica Popolare di Donec'k]] (nazione ''di fatto'' indipendente reclamata dall'[[Ucraina]]) in occasione dei giorni 9 maggio, 22 giugno e 8 settembre muta provvisoriamente il nome della capitale [[Donec'k]] in [[Donec'k|Stalino]].<ref>[https://www.radiobullets.com/rubriche/il-ritorno-di-stalin/ Il ritorno di Stalin] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20200622053346/https://www.radiobullets.com/rubriche/il-ritorno-di-stalin/ |
== Note ==
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|immagine = Flag of the Soviet Union.svg
|periodo = 19 luglio 1941-3 marzo 1947
|precedente = [[Semën
|successivo = [[Nikolaj Aleksandrovič Bulganin|Nikolaj Bulganin]]
}}
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{{Primo Consiglio dei commissari del popolo della R.S.F.S. Russa}}
{{Marescialli dell'Unione Sovietica}}
{{Stalinismo}}{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|comunismo|guerra fredda|politica|seconda guerra mondiale}}
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