Iosif Stalin: differenze tra le versioni
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{{Carica pubblica
|nome = Iosif Stalin<br/><small>Иосиф Сталин</small><br/><small>იოსებ სტალინი</small>
|immagine = Joseph Stalin
|didascalia =
|carica = [[Segretario generale del PCUS|Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica]]<ref>carica formalmente abolita il 16 ottobre [[1952]]</ref>
|mandatoinizio = 3 aprile [[1922]]
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|mandatoinizio3 = 19 luglio [[1941]]
|mandatofine3 = 3 marzo [[1947]]
|predecessore3 = [[Semën
|successore3 = [[Nikolaj Aleksandrovič Bulganin]]
|carica4 = Deputato del [[Soviet dell'Unione]] del [[Soviet Supremo dell'URSS]]
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|Etnia = [[Georgiani|georgiano]]
|Religione = [[Chiesa ortodossa georgiana|ortodossa georgiana]] (prima)<br/>[[Ateismo|ateo]] (dopo)
|Nazione_servita = {{simbolo|Flag of the Russian Soviet Federative Socialist Republic (1918–1937).svg|21}} [[RSFS Russa]]<br/>{{bandiera|SUN
|Forza_armata = {{simbolo|Red Army flag (Fictitious).svg|21}} [[Armata Rossa]]<br/>{{simbolo|USSR Army flag.jpg|21}} [[Sovetskaja Armija|Esercito sovietico]]
|Arma =
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|Ref = "fonti citate nel corpo del testo"
}}
[[File:Protokoli Obyedinitel’nago Syezda Rossiyskoy Sozial’demokraticheskoy Rabochey Partii, sostoyavshagosya v Stokgol’me v 1906 - Moskva 1907.jpg|thumb|La prima apparizione di Stalin come leader bolscevico in una pubblicazione a stampa (con lo pseudonimo di Ivanovič): Протоколы Объединительного съезда Российской социал-демократической рабочей партии, состоявшегося в Стокгольме в 1906 — Москва, 1907 (Protokoly Ob″edinitel′nogo S″ezda Rossijskoj Social′demokratičeskoj Rabočej Partii, sostojavšegosja v Stokgol′me v 1906 — Moskva, 1907; Protocolli del Congresso di Unificazione del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, tenutosi a Stoccolma nel 1906 – Mosca, 1907) - copia del bibliofilo italiano Paolo Barbieri]]
{{Bio
|Nome = Iosif Vissarionovič
|Cognome = Stalin
|PostCognomeVirgola = ({{russo|Ио́сиф Виссарио́нович Ста́лин}}<ref>Il soprannome "Stalin" significa "uomo d'acciaio", da сталь, ''stal''', che significa 'acciaio'.</ref>) nato '''Džugašvili''' ({{russo|Джугашви́ли}} {{Link audio|Ru-Stalin.ogg|<small>ascolta</small>}}; {{georgiano|იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი}}, ''Ioseb Besarionis Dze Jughašvili'')
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Gori
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|Attività3 = Militare
|Nazionalità = sovietico
|PostNazionalità = che governò l'[[Unione Sovietica]] dopo la morte di [[Lenin]], reggendo la carica di [[segretario generale del PCUS]] dal 1922 e instaurando una dittatura che durò fino alla sua morte nel 1953
}}
[[Georgia]]no<ref>{{cita web|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/stalin-luomo-dello-stato-socialista/11630/default.aspx|titolo=Stalin, l'uomo dello Stato Socialista|editore=raistoria.rai.it|accesso=21 dicembre 2014}}</ref> di umili origini, Stalin visse una giovinezza avventurosa come attivista [[rivoluzionario]] [[Socialismo|socialista]], prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della [[Bolscevismo|fazione bolscevica]] del [[Partito Operaio Socialdemocratico Russo]] guidata da [[Lenin]]. Fu un capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, strettamente fedele alle direttive di Lenin, e divenne uno dei capi della [[rivoluzione d'ottobre]] e del nuovo [[Stato socialista]], l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il suo ruolo e il suo potere personale crebbero di molto durante la [[guerra civile russa]] in cui svolse compiti politico-militari estremamente importanti, entrando spesso in rivalità con [[Lev Trockij]].
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=== Gli ultimi anni e la morte ===
{{vedi anche|Morte e funerali di Iosif Stalin}}
Stalin, ormai in età avanzata, subì un [[colpo apoplettico]] nella sua villa suburbana di [[Kuncevo]], la notte tra il 28 febbraio e il 1º marzo 1953,<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2023/03/05/morte-stalin-settanta-anni-fa/|titolo=La morte di Stalin dopo giorni di agonia, settant'anni fa|sito=Il Post|data=2023-03-05|lingua=it-IT|accesso=2023-03-11}}</ref> ma le guardie di ronda davanti alla sua camera da letto non osarono forzarne la porta blindata fino alla sera del 1º marzo, quando Stalin era già in condizioni disperate: metà del corpo era paralizzata e il dittatore aveva perso l'uso della parola. Il comandante delle guardie avvertì telefonicamente [[Malenkov]] e [[Berija]], ma i medici, scelti personalmente dal ministro della sanità Tret'jakov, arrivarono solo la mattina del 2 marzo e le fonti ufficiali riportarono che il malore era avvenuto nella notte tra il 1º e il 2 marzo.<ref name=Medvedev>Roy A. Medvedev, Zhores A. Medvedev, ''Stalin sconosciuto'', Feltrinelli.</ref> Stalin morì all'alba del 5 marzo dopo aver dato per diverse volte segnali di miglioramento, ma la notizia venne data un giorno dopo.<ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2023/03/05/morte-stalin-settanta-anni-fa/|titolo=La morte di Stalin dopo giorni di agonia, settant’anni fa|data=5 marzo 2023|accesso=14 settembre 2024}}</ref> Drammatico è il racconto dell'ultimo istante di vita del dittatore fatto dalla figlia [[Svetlana Josifovna Allilueva|Svetlana]]: convinto di essere vittima di una congiura, Stalin maledisse i capi comunisti riuniti attorno al divano sul quale giaceva.<ref>[http://www.agoravox.it/Morta-Svetlana-la-figlia-di-Stalin.html ''Morta Svetlana, la figlia di Stalin, esule negli USA dal 1967''], agoravox.com, 29 novembre 2011.</ref> Il suo funerale fu imponente, con una partecipazione stimata in un milione di persone: il corpo, dopo essere stato [[Imbalsamazione|imbalsamato]] e vestito in uniforme, fu solennemente [[Esposizione pubblica della salma|esposto al pubblico]] nella Sala delle Colonne del [[Cremlino]] (dove era già stato esposto Lenin). Almeno 500 persone morirono schiacciate nel tentativo di rendergli omaggio; fu sepolto accanto a Lenin nel [[Mausoleo di Lenin|mausoleo]] sulla [[piazza Rossa]].<ref>[http://www.corriere.it/Rubriche/Infografiche/flash/funerali.swf Funerale di Stalin]</ref>
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{{P|sezione fortemente parziale, che per esempio non parla per niente della criminalizzazione della prostituzione sotto Stalin dopo le depenalizzazioni del '22; da riscrivere con un sano contraddittorio tra fonti terze in modo da avere un paragrafo NPOV|storia|settembre 2020}}
[[File:1930. Усилим борьбу с проституцией - позорным наследием капитализма.jpg|miniatura|Cartellone del [[1930]] della campagna sovietica contro la prostituzione. La scritta recita "''Intensifichiamo la lotta contro la prostituzione, la vergognosa eredità del Capitalismo''".]]
Nell'ottica bolscevica la figura della [[prostituta]] era percepita come vittima del [[capitalismo]],<ref>{{Cita libro|autore=A. Bebel|titolo=Women and Socialism|anno=1879|lingua=
Nel Codice penale del [[1922]] la pratica della prostituzione venne ufficialmente depenalizzata, nell'ottica di aiutare le prostitute e debellare la pratica alla radice, anziché limitarsi a perseguire penalmente. La politica sulla prostituzione si concentrò inizialmente su due obbiettivi principali, il controllo e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e assicurarsi che tutte le donne potessero esercitare una professione con un salario equiparato, a parità di professione e ruolo, all'uomo, così da prevenire la degradante pratica.
Venne anzitutto sdoganata l'[[educazione sessuale]], mettendo a punto un programma di educazione sessuale di massa per combattere la disinformazione e le malattie.<ref name=":5">{{Cita libro|autore=B. Evans Clements|titolo=Daughters of Revolution: A History of Women in the U.S.S.R.|url=https://www.goodreads.com/book/show/3096348-daughters-of-revolution|annooriginale=|anno=1994|editore=Harlan Davidson|lingua=
Il Commissariato sovietico per la salute creò sotto Stalin il Consiglio centrale per la lotta alla prostituzione, che si occupò di fornire alle prostitute, e alle donne indigenti in generale, un'istruzione e un posto di lavoro. Furono create ad hoc le Cliniche del lavoro per rendere le prostitute membri attivi della società e reintegrarle nel mondo del lavoro. Le misure si rivelarono efficaci già dagli anni '30, arrivando ad aver sostanzialmente debellato la prostituzione negli anni '60.<ref name=":4" /><ref name=":5" />
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Le [[Guerre di confine sovietico-giapponesi]] furono una serie di guerre di confine avvenute tra il 1932 ed il 1945 senza una formale [[dichiarazione di guerra]] tra l'[[Impero giapponese]] e la [[Repubblica Popolare Mongola|Repubblica Popolare di Mongolia]] aiutata dall'[[Unione Sovietica]].
In seguito all'[[invasione giapponese della Manciuria]] del 1931 erano frequenti le violazioni del territorio della [[Repubblica Popolare Mongola|Mongolia]], alleata sovietica, e del confine con l'[[Unione Sovietica]].<ref name=:3>{{cita pubblicazione|autore=A. D. Coox|autore2=|autore3=|anno=1939, 1985|titolo=Nomonhan: Japan Against Russia|rivista=|editore=Stanford University Press|volume=I, II|numero=|p=93|lingua=
In risposta si verificarono ingerenze anche dalla controparte sovietica. Secondo l'[[esercito imperiale giapponese]], tra il 1932 e il 1934 ebbero luogo 152 violazioni del confine, soprattutto perché i sovietici trovarono necessario raccogliere informazioni all'interno della [[Manciuria]]. Da parte loro, i sovietici accusarono i giapponesi di 15 casi di violazione delle frontiere, 6 intrusioni aeree e 20 episodi di tentato spionaggio nel solo 1933.<ref name=:3/> Altre centinaia di violazioni vennero segnalate da entrambe le parti negli anni seguenti. A peggiorare le cose, la diplomazia e la fiducia sovietico-giapponese erano diminuite ulteriormente in questi anni, con il Giappone di [[Hirohito]] apertamente dichiarato "nemico fascista" nel [[VII Congresso dell'Internazionale Comunista|VII Congresso del Comintern]].<ref name=:3/>
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=== Guerra di Corea ===
{{Vedi anche|Guerra di Corea}}Nell'agosto 1945 i comandi statunitense e sovietico stabilirono la demarcazione della [[penisola coreana]], precedentemente occupata dall'[[Impero giapponese|Impero Giapponese]], al [[38º parallelo Nord|38º parallelo]], al nord del quale si sarebbe insediata l'[[Amministrazione civile sovietica]] e al sud il [[Governo militare degli Stati Uniti in Corea|Governo militare statunitense]].<ref>{{cita libro|autore=David Halberstam|titolo=The Coldest Winter: America and the Korean War|url=https://archive.org/details/coldestwinterame00halb_0|annooriginale=2007|editore=Disney Hyperion|città=New York|lingua=
Quando le rispettive amministrazioni si ritirarono nel 1948 lasciarono due regimi antitetici nelle rispettive zone d'influenza, il 13 agosto venne proclamata la [[Corea del Sud|Repubblica di Corea]] (Corea del Sud) guidata da [[Syngman Rhee]] e il 9 settembre la [[Corea del Nord|Repubblica popolare democratica di Corea]] (Corea del Nord) guidata da [[Kim Il-sung]]. Entrambe le "Coree" rivendicavano la sovranità sull'intera penisola, iniziò dunque un periodo di grandi ostilità caratterizzato da forti provocazioni e repressioni da ambo i lati.
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Il 25 giugno 1950 la Corea del Nord invase la Corea del Sud dando inizio alla [[Guerra di Corea]], il primo teatro concreto della [[guerra fredda]].<ref>{{cita libro|autore=L. Lauriola|titolo=Scacco matto all'America e a Israele - Fine dell'ultimo impero|anno=2007|editore=Palomar Edizioni|pp=202-207}}</ref> La Corea del Nord venne fiancheggiata dalla Cina di Mao Zedong (con circa {{formatnum:750000}} uomini) e dall'URSS (con circa {{formatnum:26000}} uomini), mentre la Corea del Sud vide l'appoggio di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Regno Unito]], [[Francia]] e [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]].
Il conflitto fu particolarmente sanguinoso e controverso per via del largo utilizzo di
== Seconda guerra mondiale ==
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{{Vedi anche|Patto Molotov-Ribbentrop}}
{{F|militari sovietici|arg2=politici sovietici|agosto 2020|commento=sezione da riscrivere con fonti terze e di settore, non coi giornali e coi video su youtube}}
Il clima dell'Europa degli anni '30 era estremamente chiuso a qualsiasi consultazione diplomatica con l'URSS. {{
Fu così che il ministero degli esteri sovietico, capeggiato da [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Molotov]], si vide costretto a fare il "patto col diavolo" pur di salvare il confine e si rivolse direttamente alla Germania. L'accordo riuscì e si concluse il 22 agosto, con la conseguente [[Spartizioni della Polonia|Spartizione della Polonia]] e il ritorno dei [[Paesi baltici|Paesi Baltici]] sotto l'URSS. Grazie all'accordo i sovietici "allontanarono" il confine di circa 300 chilometri, il che si rivelerà di vitale importanza durante la resistenza all'[[Operazione Barbarossa|Invasione nazifascista dell'Unione Sovietica]] del 1941.
Essendo tutti questi retroscena segretati per quasi 70 anni,<ref name=:1/> il Patto Molotov-Ribbentrop fu a lungo oggetto di strumentalizzazioni da parte della stampa occidentale, che fece del patto la prova portante della tesi per la quale, tutto sommato, non vi era poi troppa differenza tra Stalin e Hitler.<ref name=:0>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=fQOSrP1nHko|titolo=Festival della Mente 2014 - Alessandro Barbero (2)}}</ref> Altri studiosi non concordano con questa tesi: lo storico Richard Overy ha affermato che: "Vi sono prove schiaccianti che la leadership di Mosca s'è trastullata con l'idea di un'alleanza con l'Occidente solo per costringere la Germania ad acconsentire a qualche concreta concessione per l'Unione Sovietica.<ref>{{Cita libro|autore=Richard Overy|titolo=Sull'orlo del precipizio|anno=2009|editore=Feltrinelli|città=Milano|pp=22-23}}</ref> Una nota di Stalin del 7 agosto al ministro sovietico della Difesa incaricato delle trattative con inglesi e francesi riporta istruzioni piuttosto precise su come portare avanti
=== Seconda guerra mondiale ===
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==== Mogli ====
* [[Ekaterina Svanidze]] (1880-1907), sposata nel 1903 e morta nel 1907; Stalin ne era molto innamorato e, quando morì di tubercolosi a soli ventisette anni, avrebbe affermato che i suoi sentimenti umani erano morti con lei.<ref>Sebag-Montefiore, Simon. "Young Stalin". Knopf, 2007, pg 193.</ref>
* [[Nadežda Sergeevna Allilueva]] (1901-1932), sposata nel 1919,<ref>{{cita libro|nome=Robert|cognome=Conquest|wkautore=Robert Conquest|titolo="Stalin. La Rivoluzione, il Terrore, la Guerra"|data=|anno=2003|editore=Mondadori|città=Milano|p=87|capitolo=6|citazione=Nel marzo 1918 [...] Mosca tornò a essere la capitale. Stalin portò con sé la sua segretaria sedicenne Nadežda Allilueva, con cui doveva sposarsi l'anno successivo|isbn=88-04-51329-2|mese=febbraio}}</ref> morta suicida con un colpo di arma da fuoco nel 1932, dopo numerosi contrasti e litigi col marito e una vita coniugale infelice; Stalin mostrò rimorso per la fine della moglie: lo storico Robert Conquest scrive che «fu l'unica occasione in cui gli videro gli occhi pieni di lacrime».<ref>Robert Conquest, ''Stalin'', Milano, Mondadori, 2002, p. 191.</ref>
==== Figli ====
* [[Jakov Iosifovič Džugašvili]] (1907-1943), avuto dalla prima moglie,
* [[Vasilij Iosifovič Džugašvili]] (1921-1962), avuto dalla seconda moglie, generale dell'Armata Rossa, morto per [[cirrosi epatica]] nel 1962.
* [[Konstantin Stepanovič Kuzakov]] anche Konstantin Džugašvili (
* [[Artëm Fëdorovič Sergeev]] (1921-2008), adottato.
* [[Svetlana Allilueva|Svetlana Iosifovna Stalina]]
==== Nipoti ====
* [[Evgenij Džugašvili|Evgenij Jakovlevič Džugašvili]] (1936-2016), figlio di Jakov
* [[Galina Jakovlevna Džugašvili]], figlia di Jakov
* Joseph Morozov, figlio di Svetlana
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}}
{{Onorificenze
|immagine = SU Medal XX Years of the Workers' and Peasants' Red Army ribbon.svg
|nome_onorificenza = Medaglia per il giubileo dei 20 anni dell'Armata Rossa dei lavoratori e dei contadini
|collegamento_onorificenza = Medaglia per il giubileo dei 20 anni dell'Armata Rossa dei lavoratori e dei contadini
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}}
{{Onorificenze
|immagine = SU Medal In Commemoration of the 800th Anniversary of Moscow ribbon.svg
|nome_onorificenza = Medaglia per l'800º anno di fondazione di Mosca
|collegamento_onorificenza = Medaglia per l'800º anno di fondazione di Mosca
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===Ricorrenze===
* Il governo dell'[[Ossezia del Sud]] (nazione ''di fatto'' indipendente reclamata dalla [[Georgia]]) con un decreto del 27 aprile 2020 ha stabilito che ogni anno al 9 di maggio ([[Giornata della vittoria (Paesi dell'Europa orientale)|Giornata della vittoria sul Nazismo]]) e al 22 di giugno (Entrata in guerra dell'[[Unione sovietica]]) il nome della capitale [[Tskhinval]] muti temporaneamente in [[Tskhinval|Stalinir]], per celebrare la vittoria di Stalin sul [[Nazismo]].<ref>[https://www.eastjournal.net/archives/105420 Ossezia del Sud: Stalinir, un nuovo/vecchio nome per la capitale], su ''East Journal'', 8 maggio 2020</ref>
* Il governo della [[Repubblica Popolare di Donec'k]] (nazione ''di fatto'' indipendente reclamata dall'[[Ucraina]]) in occasione dei giorni 9 maggio, 22 giugno e 8 settembre muta provvisoriamente il nome della capitale [[Donec'k]] in [[Donec'k|Stalino]].<ref>[https://www.radiobullets.com/rubriche/il-ritorno-di-stalin/ Il ritorno di Stalin] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20200622053346/https://www.radiobullets.com/rubriche/il-ritorno-di-stalin/ |
== Note ==
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|immagine = Flag of the Soviet Union.svg
|periodo = 19 luglio 1941-3 marzo 1947
|precedente = [[Semën
|successivo = [[Nikolaj Aleksandrovič Bulganin|Nikolaj Bulganin]]
}}
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[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine della Vittoria]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine di Suvorov di I classe]]
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