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Il '''calendario romano''' o '''calendario pre-giuliano''' denota l'insieme dei [[calendario|calendari]] che furono in uso nella [[Roma antica|Roma Antica]] dalla sua [[Fondazione di Roma|fondazione]] fino all'avvento nel [[46 a.C.]] del [[calendario giuliano]]. Secondo la tradizione, il calendario romano fu istituito nel [[753 a.C.]] da [[Romolo]], fondatore di [[Roma]]: subì diverse modifiche nel corso dei secoli, venendo infine sostituito nel 46 a.C. dal calendario giuliano promulgato da [[Gaio Giulio Cesare]].
 
[[File:Roman-calendar.png|thumb|upright=1.8|''[[Fasti Anziati|Fasti Antiates Maiores]]'' — Calendario romano, affresco della [[villa di Nerone]] ad [[Anzio (città antica)|Anzio]], del 60 a.C. circa, prima dell'avvento del [[calendario giuliano]].
Da notare la presenza di una [[settimana]] da '''otto giorni''' (lettere latine A-H) dei mesi ''[[Luglio|Quintilis]]'' ("QVI") e ''[[Agosto|Sextilis]]'' ("SEX"), oltre al'' mese intercalare'' ("INTER") nell'ultima colonna a destra: sono visibili anche le ''none'' ("NON"), le ''idi'' ("EIDVS") e le ''lettere nundinali''. Sul calendario sono inoltre evidenziate le festività: adper esempio, il 27 agosto (lettera '''C''' di ''sextilis'') èsono riportatariportati lai [[Volturnalia]] mentre il 19 ottobre (lettera '''E''' di ''october'') è riportatariportato l'[[Armilustrium]]. In basso sono visibili i giorni totali del mese: XXXI, XXIX, XXIIX (febbraio) e XXVII (intercalare).]]
 
== Organizzazione e revisioni ==
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=== Calendario di Numa Pompilio ===
[[Numa Pompilio]], il secondo dei [[Età regia di Roma|sette re di Roma]], modificò il calendario nel [[713 a.C.]], aggiungendo i mesi di [[gennaioGennaio]] e [[febbraioFebbraio]] ai dieci preesistenti. Complessivamente, egli aggiunse 51 giorni ai 304 del calendario di Romolo, togliendo un giorno da ciascuno dei sei mesi che ne avevano 30 (facendoli così diventare dispari), e aggiungendone 57 coi mesi di gennaio e febbraio. A gennaio vennero assegnati 29 giorni e a febbraio 28. Degli undici mesi con un numero dispari di giorni, quattro ne avevano 31 e sette ne avevano 29.
Poiché i numeri pari erano ritenuti sfortunati,<ref>{{en}}[http://penelope.uchicago.edu/~grout/encyclopaedia_romana/calendar/romancalendar.html The Roman Calendar].</ref> febbraio fu considerato adatto come mese di purificazione. Esso fu diviso in due parti, ciascuna con un numero dispari di giorni: la prima parte finiva il giorno 23 con i ''Terminalia'', considerati la fine dell'anno religioso, mentre i restanti cinque giorni formavano la seconda parte.
 
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=== Calendario giuliano ===
Il calendario di Numa Pompilio vennefu riesaminatoriformato quando ad essere pontefice massimo fuda [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] quando divenne Pontefice Massimo: venne così istituito, nel 46 a.C., il [[calendario giuliano]]. Quest'ultimo eliminò il mese di mercedonio, portò la durata dell'anno a 365 giorni e introdusse l'[[anno bisestile]]: le riforme al calendario giuliano furono completate sotto il suo successore [[Augusto]], che lo rimise in ordine dopo le [[guerra civile romana (44-31 a.C.)|guerre civili]]. ''Quintilis'' fu ribattezzato ''Iulius'' nel [[44 a.C.]] in onore a Giulio Cesare e ''Sextilis'' fu ribattezzato ''Augustus'' nell'[[8 a.C.]] in onore allo stesso Augusto, in quanto quest'ultimo durante questo mese era divenuto per la prima volta [[console (storia romana)|console]] e aveva ottenuto grandi vittorie.<ref name="SvetonioAugusto31">{{cita|Svetonio|''Augustus'', 31}}.</ref> Il calendario giuliano rimase in vigore per molti secoli anche dopo la caduta dell'impero romano, sostituito solo nel [[1582]] dal [[calendario gregoriano]].
 
== I giorni ==
Nel calendario romano, tre erano i giorni che avevano un loro nome peculiare. Il primo era il giorno delle ''[[calende]]'', in latino "Kalendas", da cui deriva la parola [[calendario]]: individuava il primo giorno di ogni mese.
Gli altri due erano le ''none'' e le ''idi'', mobili a seconda della durata del mese: in [[marzo]], [[maggio]], [[Luglio|quintile]] e [[ottobre]], le none cadevano il settimo e le idi il quindicesimo giorno, mentre negli altri mesi esse cadevano il quinto ede il tredicesimo giorno. Questo sistema era in origine basato sulle [[fasi lunari]]: le calende erano il giorno della [[Novilunio|luna nuova]], le none erano il giorno del [[Mezza luna (astronomia)|primo quarto]] (mezza luna), le idi il giorno della [[Plenilunio|luna piena]].<ref>La parola "calende" (in [[Lingua latina|latino]] ''calendae'') deriva dal latino ''calare'', ossia "chiamare, convocare", in quanto in questi giorni i Romani convocavano il popolo per bandire le feste, i giochi, i giorni fasti e nefasti. Le "none" (latino ''nonae'') erano cosiddette perché erano il nono giorno prima delle idi (sempre contando sia il giorno di partenza che di arrivo). Il termine "idi" in latino era maschile e al singolare faceva ''idus'' e, più anticamente, ''eidus'', che secondo l'etimologia tradizionale latina deriverebbe dal verbo di origine etrusca ''iduo'' "divido", perché le idi dividevano in due la durata dei mesi. I filologi moderni, però, mettono piuttosto la parola in relazione con la radice [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]] ''idh'' "splendere", per cui essa significherebbe "il chiarore della luna piena; plenilunio". Cfr. il ''Vocabolario etimologico della lingua italiana'' di [[Ottorino Pianigiani]], consultabile in linea su [http://www.etimo.it www.etimo.it].</ref><ref>Luigi Castiglioni, Scevola Mariotti, ''Vocabolario della lingua latina'', ed. Loescher, pag. 2249-2250.</ref>
 
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Il modo di indicare una data era molto differente da quello attualmente in vigore. I Romani non contavano i giorni a partire dall'inizio del mese (primo, secondo, terzo, ..., giorno dall'inizio del mese), ma contavano i giorni mancanti alle calende, none o idi, a seconda di quali di esse fossero più vicine, un po' come quando si contano i giorni mancanti alla data di un particolare evento molto atteso.
 
Essi, inoltre, contavano ''tutto incluso'' (cioè comprendevano nel conteggio anche i giorni di partenza e di arrivo): così, adper esempio, il 3 settembre era considerato il terzo, e non il secondo, giorno prima delle none, quando queste cadevano il 5.
 
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Guardando la tabella si può notare come, contando ''tutto incluso'', non esistesse la possibilità di dire: "il secondo giorno prima di..."
 
Il giorno precedente a queste date fisse era indicato con l'avverbiola preposizione ''pridie'' ("il giorno precedente") seguitoseguita da ''Kalendas'', ''Nonas'', ''Idus'' (in caso [[accusativo]]). AdPer esempio, il 14 luglio era detto ''pridie Idus Iulias'', il 6 marzo ''pridie Nonas Martias''.<ref>Luigi Castiglioni, Scevola Mariotti, ''Vocabolario della lingua latina'', ed. Loescher, pp. 2249-2250.</ref> Il giorno successivo alla data fissa si s'indicava con l'avverbiola preposizione ''postridie'', eseguita poi con il casoanch'essa dall'accusativo (adper esempio, l'8 marzo era detto ''postridie Nonas Martias'').
 
Pertanto, i [[mese|mesi]] di marzo, maggio, luglio e ottobre con le idi cadenti il 15, avevano 31 giorni, come avviene anche attualmente, mentre gli altri ne avevano 29, a differenza di oggi che ne hanno 30, eccetto febbraio che ne aveva 28. Per riallineare l'anno di calendario con l'anno solare fu aggiunto il mese di ''mercedonio'' di 22 o 23 giorni: questa aggiunta doveva verificarsi ad anni alterni, ma non fu sempre così e ciò rese necessario apportare delle riforme.
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| Iunius || Dedicato alla dea ''Iuno'' ([[Giunone]]) || ''giugno''
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| Quintilis, poi Iulius || Quinto mese, dedicato poi a [[Gaio Giulio Cesare]] || ''luglio''
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| Sextilis, poi Augustus || Sesto mese, dedicato poi all'[[Augusto|Imperatore Augusto]] || ''agosto''
|-----
| September || Settimo mese || ''settembre''
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== Gli anni ==
L'anno romano aveva inizio il 1º di marzo, come si ricava dai nomi dei mesi in latino che seguono ''Iunius'' (giugno), iniziando da ''Quintilis'', cioè il Quintoquinto (mese). Non si conosce il momento in cui si passò a considerare il 1º gennaio come l'inizio dell'anno. Alcuni autori antichi attribuirono la decisione a [[Numa Pompilio]], mentre [[Marco Terenzio Varrone]], sulla base di un commentario di [[Marco Fulvio Nobiliore (console 159 a.C.)|Marco Fulvio Nobiliore (console nel 159 a.C.)]] sui [[fasti (storia romana)|fasti]] da lui stesso posti nel tempio di ''Ercole e le Muse'' nel [[153 a.C.|153]], sosteneva che, poiché il nome gennaio (presente in questi fasti) deriva dal dio [[Giano]] bifronte, e quindi di frontiera (in questo caso tra due anni), tale innovazione fu introdotta a partire dal 153 a.C. Un calendario risalente alla tarda repubblica romana prova che l'anno iniziava a gennaio prima della riforma introdotta dal [[calendario giuliano]].
 
Agli inizi della [[Repubblica romana]], gli anni non venivano contati: essi erano individuati con il nome del [[Console (storia romana)|console]] che era in carica (per la corrispondenza si veda [[Consoli repubblicani romani]]). Per cui non si individuava l'anno con un'indicazione numerica, ma con i nomi dei consoli in carica. Successivamente, nella tarda Repubblica, si cominciò a contarli dalla fondazione di [[Roma]] (''[[ab Urbe condita]]''), avvenuta secondo la tradizione nel [[753 a.C.]]. Perciò in alcune iscrizioni il numero dell'anno è seguito dall'[[acronimo]] AVC, che significa appunto ''Ab Urbe Condita'' (la lettera V rappresenta la U).
 
Durante il tardo [[Impero romano]] si usò anche contarli dall'insediamento di [[Diocleziano]], con la sigla ''AD'', che sta per ''Anno Diocletiani'', da non confondere con la sigla A.D., usata nel [[medioevo]] con il significato di ''Anno Domini'' ("nell'anno del Signore").
 
== Il ciclo nundinale ==
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| Dalle 21 a mezzanotte || secunda vigilia
|-
|Da mezzanotte alle 3
|Tertia vigilia
|-
|Dalle 3 alle 6
|Quarta vigilia
|}
{{Clear}}