Sesterzio: differenze tra le versioni

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{{Coin image box 1 double
| header = Sesterzio di [[OstilianoAlessandro Severo]] sotto- [[DecioSol Invictus]] (250)
| hbkg = #abcdef
| image = File:Sesterzio di Severo Alessandro - dio Sole, 234, RIC IV 535; BMC 932.jpg
| image = Image:Sestertius Hostilian-s2771.jpg
| caption_left = IMP ALEXANDER PIVS AVG, profilo rivolto a destra, con [[paludamentum]] appuntato sulla spalla sinistra e [[Corona trionfale|corona triumphalis]];
| caption_left = <small>IMP CAE C VAL HOS MES QVINTVS AVG</small>, Busto laureato, drappeggiato, corazzato dx
| caption_right = [[Pontefice massimo (storia romana)|P M]] [[tribunicia potestas|TR P X-I]] [[Console (storia romana)|COS III]] [[Pater Patriae|P [P]]], il Sole avanza verso sinistra. Alza il braccio destro, ha una frusta nella sinistra, la [[clamide]] appuntata sulla spalla destra, e la corona a raggi sulla testa; [[Senatoconsulto|S C]] ai lati.
| caption_right = SECVRITAS AVGG S-C, [[Securitas]] stante sin., con la mano sulla testa e il gomito su colonna
| width = 300
| footer = [[Æ (numismatica)|Æ]] - [[Roman Imperial Coinage|RIC]] Alexander Severus, IV, 535; 21,15 g x I31 494mm
| position = right
| margin = 0
}}
Il '''sesterzio''' era una [[monetazione romana|moneta romana]]. Durante la [[Repubblica romana]] era una piccola moneta d'[[argento]], coniata raramente. Durante l'[[Impero romano]] era una moneta in lega di rame e zinco [[oricalco#Numismatica|oricalco]] (lega di rame e zinco) di ampio [[terminologia numismatica|modulo]].
 
Il suo nome deriva dal suo valore originale: inizialmente valeva 2 [[asse (moneta)|assi]] e mezzo. ''Sesterzio'' deriva dal latino ''semis-tertius'', che significa «metà del terzo» (cioè metà del terzo asse).
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Da un valore iniziale di 2 assi e mezzo, in un secondo tempo (quando il valore del denario diventò di sedici assi), il sesterzio assunse il valore di 4 assi.
 
DuranteCon la [[Repubblicariforma romanamonetaria di Augusto]], ilattuata sesterziotra erail una23 monetae d'argento,il coniata18 sporadicamentea. Con la riforma monetaria di [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]]C., il sesterzio divenne una moneta di grandi dimensioni e d'[[oricalco]] (lega simile all'ottone, color giallo oro). Il sesterzio rappresenta, meglio di ogni altra moneta romana, la grande capacità artistica e interpretativa degli incisori, livelli mai più raggiunti fino all'avvento del conio industriale.
 
I sesterzi furono anche un formidabile mezzo di propaganda e informazione, in virtù della qualità del conio, delle generose dimensioni e della grande diffusione.
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Il sesterzio era anche usato come unità di conto. Somme particolarmente rilevanti erano registrate come ''sestertia milia'', migliaia di sesterzi.
 
La stima del valore di un sesterzio è molto difficile, innanzitutto perché rimase in circolazione per almeno 5 secoli, quindi indubbiamente il suo valore fluttuò in questo lungo periodo di tempo. Inoltre il costo di molti prodotti o servizi era radicalmente diverso da quello di oggi: per esempio il costo del lavoro era di gran lunga minore nell'età antica rispetto a quello odierno. Fatta questa doverosa premessa si possono fare delle caute stime riguardo al valore effettivo di un sesterzio. Volendo prendere come riferimento il prezzo dell'[[oro]], forse quello rimasto più stabile nel tempo e meno influenzato dall'inflazione, possiamo considerare che un [[aureo]], che nel I secolo d.C. pesava circa 8 grammi d'[[oro]], valeva 100 sesterzi. Di conseguenza risulta che un sesterzio era valutato circa 0,08 grammi d'[[oro]]. Al prezzo attuale dell'[[oro]] di circa €60 al grammo, potremmo ricavare che un sesterzio doveva avere un valore compreso tra i 4 e i 5 [[euro]].
Un sesterzio equivale all'incirca a [[2 euro|due euro]] attuali. Questo è il suo valore per tutto il [[I secolo|I secolo d.C.]] e possiamo considerarlo immutato nella Roma di [[Traiano]], agli inizi del [[II secolo|II secolo d.C.]], caratterizzata da un grande benessere grazie alle conquiste.<ref>{{cita libro|autore=Alberto Angela | wkautore=Alberto Angela|editore= Rai-Eri-Mondadori|anno=2007| titolo=[[Una giornata nell'antica Roma|Una giornata nell'antica Roma. Vita quotidiana, segreti e curiosità]]}}</ref>
 
Questo valore può essere considerato pressoché immutato almeno per tutto il [[I secolo|I secolo d.C.]] e fino ai tempi della Roma di [[Traiano]], agli inizi del [[II secolo|II secolo d.C.]], periodo questo caratterizzato da bassissima inflazione, grazie allo stato florido dell'economia imperiale e alla stabilità interna dello Stato.
 
== Storia ==
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Il sesterzio era anche usato come unità di conto standard, rappresentato nelle iscrizioni con il monogramma HS. Somme elevate erano registrate come ''sestertia milia'', migliaia di sesterzi, con la parola ''milia'' spesso omessa/sottintesa. Il ricchissimo generale e uomo politico della [[Repubblica romana]], [[Marco Licinio Crasso|Crasso]], che aveva guidato la guerra contro [[Spartaco]] e che faceva parte del [[primo triumvirato]], secondo [[Plinio il Vecchio]] aveva ''proprietà del valore di 200 milioni di sesterzi''.
 
Le scritte di [[Pompei (città antica)|Pompei]] mostrano uno [[schiavo]] venduto all'asta per 6252 sesterzi. Una tavoletta per scrivere proveniente da [[Londinium]] ([[Londra]]), databile 75-125 d.C., registra una vendita ad un uomo chiamato Vegetus di una giovane schiava gallica chiamata Fortunata per 600 denari, pari a 2400 sesterzi. È difficile fare comparazioni con le valute o i prezzi attuali, ma per la maggior parte del I secolo un [[legionario romano|legionario]] ordinario era pagato 900 sesterzi all'anno, che salirono a 1200 sotto [[Domiziano]] (81-96), equivalenti a 3,3 sesterzi al giorno.
 
Era utilizzato anche nella [[Tabula alimentaria traianea|tabula alimentare di Veleia]] per indicare quanti sesterzi spettavano alle famiglie bisognose con figli legittimi: 16 sesterzi al mese per i maschi e 12 sesterzi per le femmine.
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== Collegamenti esterni ==