Abu Faraj al-Libi: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m clean up |
Correggo link |
||
(2 versioni intermedie di un altro utente non mostrate) | |||
Riga 17:
È accusato dalle autorità statunitensi di essere stato il capo delle azioni terroristiche di [[al-Qāʿida]] nel [[conflitto armato nel nord-est del Pakistan|Pakistan]] e il successore presunto di [[Khalid Shaykh Muhammad]] dopo l'arresto di questi nel marzo 2003.
Abu Faraj al-Libi sarebbe stato a capo del cosiddetto «Dipartimento delle operazioni esterne» di al-Qāʿida dall'aprile del 2003 al maggio del 2005, data del suo arresto a [[Mardan]] ([[Pakistan]]) da parte delle autorità pakistane. Da allora sarebbe scomparso, diventando uno dei «[[detenuti fantasma]]» della [[CIA]], prima di essere trasferito nel [[
== Biografia ==
Riga 33:
Abū Faraj al-Lībī è infine stato arrestato il lunedì 2 maggio [[2005]] a [[Mardan]] dalle autorità pakistane grazie a informative dei servizi segreti statunitensi. Secondo la versione ufficiale, il suo arresto con altri cinque militanti ha avuto luogo al termine di un violento scambio di colpi d'arma da fuoco all'uscita di [[Mardan]], a 50 km a nord di [[Peshawar|Peshāwar]], capoluogo della provincia di [[Khyber Pakhtunkhwa]], conosciuta per essere particolarmente "conservatrice" dal punto di vista ideologico-religioso. Dopo due anni di sforzi, i [[Inter-Services Intelligence|servizi segreti pakistani]], assistiti dalla [[CIA]], erano giunti a pedinare un compagno di al-Lībī, che chiedeva di incontrare il suo capo. L'appuntamento fu preso nel cimitero di Mardan, messo sotto stretta sorveglianza da parte degli agenti dei servizi segreti, che indossavano dei [[burqa]]. Al-Lībī sarebbe giunto in motocicletta fino all'ingresso del cimitero, poi avrebbe camminato verso il luogo dell'incontro. Ma, mentre passava nei pressi del primo agente nascosto sotto il suo burqa, questi gli sarebbe balzato addosso per arrestarlo.
Benché non figurasse sulla lista ufficiale dei terroristi più ricercati dall'[[
Al-Lībī è stato "attivamente" interrogato dai servizi segreti pakistani per ottenere informazioni su Bin Laden. Documenti sequestrati al momento della sua cattura avrebbero messo in luce l'esistenza di un [[commando]] infiltrato negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] in vista di preparare un'operazione descritta come «11 settembre bis».
|