Carlo Rosselli: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Fratelli Rosselli}}
{{Bio
{{Carica pubblica
|Nome = Carlo Alberto
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|professione =
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}}
{{Bio
|Nome = Carlo Alberto<ref>{{Cita web |url=http://www.archiviorosselli.it/User.it/index.php?PAGE=Sito_it%2FCRosselli |titolo=Archivio Rosselli - Bio |accesso=4 luglio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160527215631/http://www.archiviorosselli.it/User.it/index.php?PAGE=Sito_it%2FCRosselli |dataarchivio=27 maggio 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
|Cognome = Rosselli
|ForzaOrdinamento = Rosselli, Fratelli
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|GiornoMeseNascita = 16 novembre
|AnnoNascita = 1899
|NoteNascita = <ref>L'atto di nascita è presente sul [https://antenati.cultura.gov.it/ark:/12657/an_ua19790853/5V6lW11 Portale Antenati].</ref>
|LuogoMorte = Bagnoles-de-l'Orne
|GiornoMeseMorte = 9 giugno
|AnnoMorte = 1937
|Epoca = 1900
|Attività = attivistaantifascista
|Attività2 = giornalista
|Attività3 = filosofo
|AttivitàAltre = , [[storico]] ed [[antifascismo|antifascista]]
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Carlo Rosselli 13.jpg
|Didascalia = Carlo Rosselli
}}
 
Fu il teorico del "[[socialismo liberale]]", un [[socialismo]] [[Riformismo|riformista]] non [[marxismo|marxista]] direttamente ispirato dal [[Partito Laburista (Regno Unito)|laburismo]] [[Regno Unito|britannico]] e dalla tradizione storico-politica, [[italia]]na e non, del [[radicalismo]] [[Liberalismo|liberale]] e [[libertarismo|libertario]]. Nel [[1925]] fondò a [[Firenze]] il foglio clandestino ''[[Non Mollare]]'' e nel [[1926]], insieme al socialista [[Pietro Nenni]], la rivista milanese [[Il Quarto Stato (periodico)|''Il Quarto Stato'']]. Fondò nel [[1929]] a [[Parigi]] il movimento antifascista ''[[Giustizia e Libertà]]'', che nel [[1936]] combatté per la Repubblica nella [[Guerra civile spagnola]], all'interno della [[Colonna Italiana|Colonna Italiana Rosselli]], costituita assieme agli [[Anarchia|anarchici]]. NelFu ucciso nel [[1937]] fu ucciso in [[Francia]] insieme con il fratello [[Nello Rosselli|Nello]] da assassini legati al regime [[Fascismo|fascista]].<ref>{{Cita web |url=http://www.archiviorosselli.it/User.it/index.php?PAGE=Sito_it%2FCRosselli |titolo=Archivio Rosselli - Bio |accesso=4 luglio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160527215631/http://www.archiviorosselli.it/User.it/index.php?PAGE=Sito_it%2FCRosselli |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Biografia ==
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Rosselli nacque a [[Roma]] il 16 novembre del [[1899]] da un'agiata famiglia [[Ebrei|ebraica]], secondogenito dei tre figli del [[Livorno|livornese]] Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli (10 agosto [[1867]] - [[Firenze]], 9 settembre [[1911]])<ref>Nato a Livorno il 10 agosto 1867 e morto a Firenze, 9 settembre 1911)</ref> e della [[venezia]]na [[Amelia Pincherle Rosselli|Amelia Pincherle]], sorella di Carlo Pincherle, [[architetto]] e [[pittore]], oltreché padre dello scrittore [[Alberto Moravia]]. Tanto la famiglia paterna quanto quella materna, fermamente legate agli ideali [[Repubblicanesimo|repubblicani]] e [[Mazzinianesimo|mazziniani]], erano state politicamente molto attive, avendo partecipato alle vicende del [[Risorgimento]] italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di [[Ernesto Nathan]]<ref>[[Sindaci di Roma|Sindaco di Roma]] dal novembre del [[1907]] al dicembre del [[1913]]</ref>, fu un seguace e stretto collaboratore di [[Giuseppe Mazzini]] nei suoi ultimi anni di vita (quest'ultimo morì di fatto in clandestinità nella sua casa [[pisa]]na) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della [[Repubblica di San Marco]], instauratasi nel [[Triveneto]] a seguito d'una massiccia insurrezione [[Asburgo|anti-asburgica]] guidata da [[Daniele Manin]] e [[Niccolò Tommaseo]].
 
I Rosselli avevano abitato per un considerevole periodo a [[Vienna]], dove Giuseppe Emanuele aveva studiato composizione musicale e dove, nel [[1895]], era nato il primogenito [[Aldo Rosselli|Aldo Sabatino]]. In seguito, si trasferirono a [[Roma]], dove il padre, rinunciando alle sue aspirazioni artistiche, si dedicò alla vita mondana, mentre la madre ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo Carlo, venne alla luce, l'anno seguente, il terzogenito [[Nello Rosselli|Sabatino Enrico "Nello"]].
 
[[File:Nello Rosselli.jpg|thumb|[[Nello Rosselli]]]]
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Tornato in Italia in ottobre, grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiegò come assistente volontario nella Facoltà di economia dell'[[Università commerciale Luigi Bocconi|Università Bocconi]] a [[Milano]], dove trasferì il suo domicilio. Proseguì la sua collaborazione alla «''Critica Sociale''» di Turati: in novembre vi pubblicò un articolo, invitando il Partito socialista a rompere con il marxismo, che egli giudicava espressione di «cieco e tortuoso dogmatismo», per mettersi piuttosto sulla linea di un «sano empirismo all'inglese».
 
Nel febbraio del [[1924]], inaugurò la sua collaborazione con la rivista della Federazione giovanile del PSU, «Libertà», scrivendo proprio un articolo sul movimento laburista inglese. Pochi mesi dopo il [[Giacomo Matteotti#Il rapimento e l'omicidio|delitto Matteotti]] s'iscrisse al P.S.U..
 
Rosselli sperava invano che in Italia si costituisse una seria opposizione antifascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste avrebbe potuto essere l'[[Unione Nazionale (Italia)|Unione democratica nazionale]] di [[Giovanni Amendola]], alla quale aderì il fratello Nello.
In settembre Carlo era in Inghilterra, da dove inviava al giornale del PSU, la «''Giustizia''», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali.
[[File:Pierocalamandrei.gif|thumb|upright|[[Piero Calamandrei]]]]
Era pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia: la [[secessione dell'Aventino|secessione aventiniana]] non produceva effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto i fascisti stavano reagendo e lo dimostrarono anche devastando, il 31 dicembre [[1924]], il «Circolo di Cultura» di Salvemini che, come non bastasse, venne chiuso dal prefetto con una singolare motivazione: «''la sua attività provoca il giusto risentimento del partito dominante''»<ref>Il Circolo di Cultura fu rifondato nel settembre 1944, a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del [[Partito d'Azione]] e dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli. Assunse così il nome di [[Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli]]. La sua prima manifestazione fu presieduta da [[Piero Calamandrei]]. Con questo nome è tuttora operante a Firenze. Nel 1990 con decreto del Presidente della Repubblica è stata costituita ed eretta in Ente Morale la [{{cita testo|titolo=Fondazione Circolo Rosselli|url=https://www.rosselli.org/ Fondazione Circolo Rosselli]|urlmorto=sì}} per sostenerne l'attività.</ref>.
 
Lasciato l'incarico alla Bocconi, Rosselli passò a insegnare Istituzioni di economia politica a Genova. Fu un periodo di grande impegno intellettuale, che portò Rosselli a scontrarsi con personaggi del calibro di [[Luigi Einaudi]] su temi economici (libero mercato, concorrenza) e ad approfondire le sue elaborazioni sul mondo lavorativo (disoccupazione, organizzazione sindacale) e sulle teorie politiche.
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=== Il confino e la fuga da Lipari ===
[[File:1926 - lorenzo de bova turati carlo rosselli pertini parri a calvi.jpg|thumb|left|12 dicembre [[1926]] - Lorenzo De Bova, [[Filippo Turati]], Carlo Rosselli, [[Sandro Pertini]] e [[Ferruccio Parri]] a [[Calvi (Francia)|Calvi]] in [[Corsica]] dopo la fuga in motoscafo da [[Savona]].]]
[[File:Fturati.jpg|thumb|upright=0.7|[[Filippo Turati]]]]
Alla fine del [[1926]] organizzò con [[Italo Oxilia]]<ref>Antonio Martino: ''Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R. Questura di Savona'' in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, n.s., vol. XLIII, Savona 2007, pp. 453-516. e ''Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura'', Gruppo editoriale L'espresso, Roma, 2009.</ref>, [[Sandro Pertini]] e [[Ferruccio Parri]] l'espatrio di [[Filippo Turati]] a [[Calvi (Francia)|Calvi]] in [[Corsica]], con un [[motoscafo]] partito da [[Savona]].
Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per [[Nizza]], Parri e Rosselli, ritornati con il motoscafo a [[Marina di Carrara]], furono arrestati, nonostante tentassero di sostenere di essere reduci da una gita di piacere.<ref>Antonio Martino: Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Lulu.com, 2013; Giuseppe Milazzo: Sandro Pertini. Gli anni giovanili, L'Ornitorinco, Milano, 2020.</ref>
 
Rosselli fu accusato anche di aver favorito la fuga in [[Svizzera]] di [[Giovanni Ansaldo (giornalista)|Giovanni Ansaldo]], di Claudio Silvestri, di [[Claudio Treves]] e di [[Giuseppe Saragat]].
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Venne detenuto nelle carceri di [[Como]] fino al maggio del [[1927]] e poi inviato al confino<ref>Cfr. Commissione di Milano, ordinanza del 15.12.1926 contro Carlo Rosselli (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino ''[[Non Mollare]]'' uscito a Firenze nel 1925; favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. III, p. 238</ref> di [[Isola di Lipari|Lipari]] in attesa del processo.
 
L'8 giugno nacque suo figlio [[John Rosselli|Giovanni Andrea "John"]]. Quando Carlo fu ricondotto da Lipari a [[Savona]] per essere processato, nell'isola siciliana di Ustica giungeva il fratello [[Nello Rosselli|Nello]], condannato a 5 anni di confino.<ref>Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza del 3.6.1927 contro Nello Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. III, p. 1051</ref>
 
Al processo, che si aprì il 9 settembre, Rosselli si difese attaccando il regime: «''il responsabile primo e unico, che la coscienza degli uomini liberi incrimina è il fascismo [...] che con la legge del bastone, strumento della sua potenza e della sua Nemesi, ha inchiodato in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio''».
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Nel [[1929]] a [[Parigi]], con Lussu, Nitti, e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, fu fra i fondatori del movimento antifascista "[[Giustizia e Libertà]]". GL pubblicò diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi (con cadenza settimanale e mensile) e fu attiva nell'organizzazione di diverse azioni dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di [[Giovanni Bassanesi|Bassanesi]] nel [[1930]].
 
Nello stesso anno pubblicò, in francese, ''Socialisme liberal''. Il libro è una critica appassionata del [[marxismo ortodosso]], colonna portante della stragrande maggioranza dei vari schieramenti politici socialisti dell'epoca. Il "socialismo liberale" propugnato da Rosselli si caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del [[Revisionismo del marxismo|marxismo revisionista]], [[Socialismo democratico|democratico e riformista]] (quello, tra gli altri, di [[Eduard Bernstein]], [[Werner Sombart]], Turati e Treves), ed il [[Socialismo|socialismo non marxista]], [[Socialismo libertario|libertario e decentralista]] (come quello di [[Francesco Merlino]], Salvemini, [[G. D. H. Cole]], [[R. H. Tawney]] e [[Oszkár Jászi]]); il testo, però, contiene anche un attacco dirompente contro loallo [[stalinismo]] della [[Internazionale Comunista|Terza Internazionale]] che, con la formula del "[[socialfascismo]]", accomunavaaveva accomunato le forze del socialismo riformista e della [[socialdemocrazia]], al [[Liberalismo economico|liberalismo "borghese"]] eed al [[fascismo]].
 
Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, [[Palmiro Togliatti]], abbia definito "Socialismo liberale" un "''magro libello antisocialista''" e Rosselli "''un ideologo reazionario che nessuna cosa lega alla classe operaia''".
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[[File:Flag of Giustizia e Liberta.svg|thumb|left|Bandiera della ''[[Colonna Italiana]]'', nota anche come ''Centuria Giustizia e Libertà'', che sostenne i repubblicani nella [[guerra civile spagnola]].]]
Nel [[1936]] scoppiò in [[Spagna]] la [[Guerra civile spagnola|guerra civile]] tra i [[Giunta di difesa nazionale|rivoltosi dell'esercito filo-monarchico]], che effettuarono un [[colpo di Stato]], e il legittimo governo repubblicano del [[Fronte Popolare (Spagna)|Fronte Popolare]] di ispirazione [[Marxismo|marxista]].
Rosselli fu subito attivo nel sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di [[Francia]] e [[InghilterraRegno Unito]], mentre l'[[Italia]] e la [[Germania]] aiutavano [[Francisco Franco]] con uomini e armi agli insorti.
 
Nell'agosto combatté la sua prima battaglia in Spagna, nei dintorni di [[Huesca]] sul fronte di [[Aragona]]; cercò poi di costituire un vero e proprio battaglione (intitolato a [[Giacomo Matteotti]]).
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[[Umberto Marzocchi]] scrisse un libro sulla comune esperienza antifascista di anarchici e di militanti di Giustizia e Libertà, "''Carlo Rosselli e gli anarchici''".
 
In un [[Oggi in Spagna, domani in Italia|discorso a Radio Barcellona]] il 13 novembre [[1936]]<ref>[{{cita testo|url=http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/Guerraspagna1.htm |titolo=Il discorso di Rosselli su Romacivica.net] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929102042/http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/Guerraspagna1.htm |data=29 settembre 2007 }}</ref>, Rosselli pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli antifascisti italiani: "''Oggi qui, domani in Italia''":
{{Citazione|È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio di Barcellona. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta.}}
Nel dicembre 1936 in seguito a contrasti con gli anarchici si dimette da comandante della Colonna e nel gennaio 1937 fonda il [[battaglione Matteotti]].
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Nel giugno [[1937]] soggiornò a [[Bagnoles-de-l'Orne]] per delle cure termali, località dove fu raggiunto dal fratello Nello.
 
Il 9 giugno i due furono uccisi da una squadra di "cagoulards", miliziani della "[[Cagoule]]", formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei [[servizio segretoOVRA|servizi segreti fascisti]] fascisti e di [[Galeazzo Ciano]]; con un pretesto vennero fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola: Carlo morì sul colpo, Nello (colpito per primo) venne finito con un'arma da taglio.<ref>Giuseppe Fiori, ''Casa Rosselli'', Einaudi, 1999, pp. 202 e segg.</ref><ref>Mimmo Franzinelli, ''Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico'', Mondadori, Milano 2007.</ref>. I corpi vennero trovati due giorni dopo; i colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti.
 
I fratelli Rosselli furono sepolti nel cimitero monumentale parigino del [[cimitero di Père-Lachaise|Père Lachaise]], ma nel [[1951]] i familiari ne traslarono le salme in Italia, nel [[Cimitero di Trespiano|Cimitero Monumentale di Trespiano]], nel piccolo borgo omonimo, comune di Firenze, sulla via Bolognese.
 
L'anziano [[Gaetano Salvemini|Salvemini]] tenne il discorso commemorativo funebre, alla presenza del presidente della Repubblica [[Luigi Einaudi]]. La tomba dei due eroi dell'antifascismo si trova nel [{{cita testo|url=https://resistenzatoscana.org/monumenti/firenze/sacrario_di_giustizia_e_liberta/ |titolo=Sacrario di Giustizia e Libertà]|postscript=nessuno}}, nel riquadro subito a destra dell'ingresso, dove la lapide dei Rosselli riporta il simbolo della "spada di fiamma", emblema di Giustizia e Libertà, e l'epitaffio scritto da Calamandrei:
 
{{Citazione|GIUSTIZIA E LIBERTA'
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PER QUESTO VIVONO}}
 
Il medesimo sacrario include le tombe di [[Gaetano Salvemini]], [[Ernesto Rossi]], [[Enrico Bocci]] e [[Nello Traquandi]], in quello che è denominato il "Quadrato del ''[[Non Mollare]]''" .
 
NelloNel cimitero di Trespiano sono sepolti anche [[Piero Calamandrei]] e [[Spartaco Lavagnini]].
 
== Il pensiero ==
{{F|giornalisti italiani|arg2=attivisti italiani|novembre 2022}}
[[File:Giuseppe Mazzini.jpg|thumb|left|upright|[[Giuseppe Mazzini]]]]
L'unico suo libro pubblicato mentre era in vita è "''Socialismo liberale''", scritto durante il confino a [[Isola di Lipari|Lipari]], in una situazione di semi-prigionia. Questa opera si pone in una posizione ereticamolto distante rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo (per i quali ''[[Il Capitale]]'' di [[Carlo Marx|Marx]], variamente interpretato, eradoveva essere letto ancorae consideratoseguito comein lamaniera Bibbiapedissequa).
 
Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito[[Partito laburistaLaburista (Regno Unito)|Partito Laburista]], Rosselli era infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale fossero essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole, una volta preso il potere, debbono essere accantonate): pertanto, la sintesi del pensiero rosselliano è: "il liberalismo come metodo, il socialismo come fine".
[[File:Carlo pisacane.jpg|thumb|upright|[[Carlo Pisacane]]]]
L'idea di rivoluzione propria della [[Marxismo|dottrina marxista]] era fondata sulla concezione della [[dittatura del proletariato]] (che, in realtà, già ai tempi di Rosselli si sta traducendo, in [[Unione Sovietica]], nella dittatura del vertice di un solo partito). Essa viene respinta da Rosselli, a favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di GL, è un sistema coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e associativa. Nella riflessione degli ultimi anni, Rosselli, alla luce dell'esperienza spagnola (difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona compiuta dagli [[anarchia|anarchici]] durante la [[guerra civile spagnola|guerra civile]]) e dell'avanzata del [[nazionalsocialismo|nazismo]], radicalizza le sue posizioni libertarie.
 
Rosselli, influenzato dalle idee di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e di [[Carlo Pisacane]], propugna il socialismo liberale: il fine è il socialismo, il metodo il liberalismo, un metodo che garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il "metodo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte (peraltro desiderabili se limitate). La violenza è giustificabile come risposta ad altra violenza (per questo era giusta la lotta contro il [[franchismo]] e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo); il socialismo è una logica conclusione del liberalismo: socialismo significa libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la classe del futuro sarà la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato: il fine è la libertà per tutte le classi.
Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il "metodo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte (peraltro desiderabili se limitate).
La violenza è giustificabile come risposta ad altra violenza (per questo era giusta la lotta contro il [[franchismo]] e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo); il socialismo è una logica conclusione del liberalismo: socialismo significa libertà per tutti.
Rosselli ha fiducia che la classe del futuro sarà la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato: il fine è la libertà per tutte le classi.
 
== Note ==
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* ''Socialismo liberale, a cura di John Rosselli, introduzione e commento di [[Norberto Bobbio]]'', «Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del liberalsocialismo», seconda edizione [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] Tascabili. Saggi, 1997, pp.&nbsp;164.
* ''Scritti dell'esilio. I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista (1929-1934)'', a cura di Costanzo Casucci, Collana Opere scelte di Carlo Rosselli, Einaudi, Torino, 1988 (contiene una cronologia della vita e la bibliografia di C. Rosselli dal 1929 al 1934).
* ''Scritti politici, a cura di [[Zeffiro Ciuffoletti]] e [[Paolo Bagnoli]]'', Guida, Napoli, 1988,[{{cita testo|url=https://www.google.it/books?id=WH5tTBUV0P4C&pg=PP1&dq=Scritti+politici+rosselli&sig=AmgSpdL2yoknRdq4OSiwkX09f_8#PPA9,M1 |titolo=Scritti politici - Carlo Rosselli - Google Libri]}} una grossa anteprima del libri consultabile in rete.
* ''Scritti dell'esilio II. Dallo scioglimento della concentrazione antifascista alla guerra di Spagna (1934-1937)'', a cura di [[Costanzo Casucci]], Einaudi, Torino, 1992, (è riportata la cronologia della vita e una bibliografia di Carlo Rosselli dal 1934 al 1937).
* ''Liberalismo socialista e socialismo liberale'', a cura di Nicola Terraciano, [[Galzerano]] Editore, Casalvelino Scalo (Salerno), 1992.
* Carlo e Nello Rosselli, ''[[Giustizia e Libertà|Giustizia e libertà]]'', a cura di Giuliana Limiti e Mario di Napoli, prefazione di [[Pietro Larizza]], Roma, 1993, con la tesi di laurea di Carlo Rosselli sul «[[sindacalismo]]» (Firenze, 1921).
* ''Liberalsocialism'', edited by Nadia Urbinati, translated by Williams McCuaig, [[Università di Princeton|Princeton University]] Press, [[Princeton]], 1994, introduzione di [[Nadia Urbinati]].
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=== Opere su Carlo Rosselli ===
* [[Gaetano Salvemini]], "''Carlo e Nello Rosselli''", Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, 1938; ora in "Scritti Vari", a cura di [[Giorgio Agosti]] e [[Alessandro Galante Garrone]], [[Giangiacomo Feltrinelli Editore|Feltrinelli]], Milano, 1978 («Opere scelte di Gaetano Salvemini», volume VIII, pp.&nbsp;673–718). [{{cita testo|url=https://www.google.it/books?id=5uEM3CPkT6EC&pg=PA202&dq=gaetano+salvemini+giustizia+e+liberta%27&sig=lgmicXpF-FcPtvz-gTsucSFDePk#PPA207,M1 |titolo=Cultura e società nella formazione di Gaetano Salvemini, buona anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti con Carlo Rosselli e la grangia politica correlata]}}
* Roberto Gremmo ''"Rosselli alla Cagoule"'' Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Edizioni Storia Ribelle, Biella 2018.
*[[Aldo Garosci]], "''Vita di Carlo Rosselli''", [[Edizioni U]], Roma-Firenze-Milano s.d., 1945, 2 voll., pp.&nbsp;274 e 298 («Collezione Giustizia e Libertà»); nuova edizione [[Vallecchi]], [[Firenze]], 1973.
* [[Alessandro Levi]], "''Ricordi dei fratelli Rosselli''", [[La Nuova Italia]], [[Firenze]], 1947 («Quaderni del Ponte», 2).
* [[Stefano Merli]], "''Il dibattito socialista sotto il fascismo. Lettere di [[Rodolfo Morandi]] e Carlo Rosselli (1928-1931)''", «Rivista storica del socialismo», a. VI, n. 19. Maggio-Agosto 1963. Parzialmente ricompreso in Id., "''Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti in Italia 1923-1929''", De Donato, Bari, 1975 («Movimento operaio», 28).
* [[Nicola Tranfaglia]], "''Carlo Rosselli dall'interventismo all'antifascismo''", «Dialoghi del XX», a. I, n. 2, giugno 1967. Cfr. il n. 8. [{{cita testo|url=https://www.google.it/books?id=iks-AAAAIAAJ&q=Nicola+Tranfaglia,+Carlo+Rosselli+dall%27interventismo+all%27antifascismo&dq=Nicola+Tranfaglia,+Carlo+Rosselli+dall%27interventismo+all%27antifascismo |titolo=informazioni su volume]}}
* "''Rosselli e l'Aventino: l'eredità di [[Giacomo Matteotti]]''", «Il movimento di liberazione in Italia», a. XX, n. 92, luglio-Settembre 1968, pp.&nbsp;3–34. Cfr. il n.8. {{Collegamento interrotto|1=[{{cita testo|url=http://www.geocities.com/spartaco552000/matteotti_aventino-Roselli.doc |titolo=stralcio di "''Carlo Rosselli e l'Aventino''"]}} |data=febbraio 2019 |bot=InternetArchiveBot }}
{{Citazione|L'opposizione diventava per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della popolarità.}}
{{Citazione|Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi ([[Piero Gobetti]] diceva: "l'Aventino ha un mito, il mito della cautela"), sperando che la borghesia dimentichi il '19.}}
Riga 254 ⟶ 218:
* Pier Giorgio Zunino, "''Giustizia e Libertà e i cattolici''".
* [[Aldo Garosci]], "''Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà nella guerra civile di Spagna. Parte III- Oggi in Spagna, domani in Italia''".
* [[Umberto Marzocchi]], "''Carlo Rosselli e gli anarchici''"; citazione [{{cita testo|url=http://www.mimmofranzinelli.it/tool/home.php?l=it&s=0,1,4,12,21,22 |titolo=sottostante da un articolo di Ugo Finetti]|accesso=29 settembre 2007|dataarchivio=9 ottobre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071009163016/http://www.mimmofranzinelli.it/tool/home.php?l=it&s=0,1,4,12,21,22|urlmorto=sì}}
{{Citazione|''Infatti Rosselli considerava una barbarie le stragi di anarchici in [[Catalogna]], tra cui l'uccisione di [[Camillo Berneri]], l'anarchico che lo affiancava nella guida della [[Colonna Italiana|Prima colonna italiana]] formata da tremila antifascisti, i primi accorsi in Spagna.''}} e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di [[Giustizia e Libertà]] quando [[Emilio Canzi]] fu rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione fu reintegrato dopo un breve arresto. Le Brigate partigiane di [[Giustizia e Libertà]] erano in gran parte influenzate dal pensiero di Rosselli.
* Umberto Tommasini, "''Testimonianza su Carlo Rosselli; Parte IV- L'eredità di Giustizia e Libertà''".
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* [[Paolo Bagnoli]], "''Di un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere inedite di [[Mario Levi]], [[Renzo Giua]], [[Nicola Chiaromonte]], Carlo Rosselli, [[Aldo Garosci]] (1934-1935)''", «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Annali 1978-1979, Torino, 1982, pp.&nbsp;5–54.
* Luigi Cirillo, "''Il socialismo di Carlo Rosselli''", Fasano, Cosenza, 1979.
* [[Emilio Lussu]], "''Lettere a Carlo Rosselli e altri scritti di «Giustizia e Libertà»''", a cura di Manlio Brigaglia, Editrice Libreria Dessì, Sassari 1979, pp.&nbsp;301.[{{cita testo|url=https://www.google.it/books?id=Ga9GAAAAMAAJ&q=manlio+lettere+brigaglia+Rosselli++lussu&dq=manlio+lettere+brigaglia+Rosselli++lussu&pgis=1 |titolo=informazioni su Storia della Sardegna di Manlio Brigaglia, son presenti correlazioni fra i succitati personaggi]}}.
* "''Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei Rosselli. La figura e l'opera di [[Giulio Andrea Belloni]]''", Atti del Convegno di studi nel venticinquesimo anniversario della fondazione della Domus Mazziniana tenutosi a Pisa il 4-6 novembre 1977, Arti Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa, 1979, pp.&nbsp;257. Comprende:
* Arturo Colombo, "''Carlo Rosselli e il «Quarto Stato»''", pp.&nbsp;55–66 (cfr. il n. 21).
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* Mimmo Franzinelli, "''Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico''", Mondadori, Milano 2007.
* Diego Dilettoso, "''La Parigi e La Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio''", Biblion, Milano 2013
* .Paolo Bagnoli. Carlo Rosselli: Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano, 2012
* Paolo Bagnoli. Carlo Rosselli. Socialismo, giustizia e libertà. Biblion, Milano, 2015
 
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== Collegamenti esterni ==
* ''[https://www.sie-asee.it/autore.php?id_autore=147 Rosselli, Carlo]'', su [https://www.sie-asee.it/ sie-asee.it], ''Archivio Storico delle Economiste e degli Economisti.''{{Collegamenti esterni}}
{{Collegamenti esterni}}
* {{cita web |1url=http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie%20antifascisti7.html |2titolo=Biografia di Rosselli |accesso=30 agosto 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060830142936/http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie%20antifascisti7.html |dataarchivio=30 agosto 2006 |urlmorto=sì }}
* {{cita web |1url=http://www.geocities.com/spartaco552000/matteotti_aventino-Roselli.doc |2titolo=Carlo Rosselli e l'Aventino |urlmorto=sì }}
* {{cita web|url=http://www.55rosselli.it/documenti/55rosselli.htm|titolo=55ª brigata Garibaldi Carlo Rosselli}}
* Giancarlo Iacchini,''[http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=83&Itemid=83 *Rosselli: socialismo liberale ma... vero!]'', dal sito del Movimento Radical Socialista
|Nome* = Carlo Alberto<ref>{{Citacita web |url=http://www.archiviorosselli.it/User.it/index.php?PAGE=Sito_it%2FCRosselli |titolo=Archivio Rossellidella -famiglia BioRosselli|autore=Fondazione Rosselli|accesso=46 luglio 2019agosto 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/2016052721563120150101214845/http://www.archiviorosselli.it/User.it/index.php?PAGE=Sito_it%2FCRosselli |dataarchivio=27 maggio 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
* {{cita web|http://www.55rosselli.it/documenti/55rosselli.htm|55ª brigata Garibaldi Carlo Rosselli}}
* {{cita web|url=http://www.rifondazionepescara.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2207|titolo=I fratelli Rosselli, genesi di un delitto impunito|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080408121110/http://www.rifondazionepescara.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2207|dataarchivio=8 aprile 2008}}
* {{cita web|1=https://web.archive.org/web/20150101214845/http://www.archiviorosselli.it/User.it/|2=Archivio della famiglia Rosselli|autore=Fondazione Rosselli}}
* [{{cita testo|url=http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2001/un08/art1508.html |titolo=''Camillo Berneri e Carlo Rosselli - Vite parallele'']}} di Massimo Ortalli (da "Umanità Nova" n.08 del 4 marzo 2001)
* {{cita web|url=http://www.rifondazionepescara.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2207|titolo=I fratelli Rosselli, genesi di un delitto impunito|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080408121110/http://www.rifondazionepescara.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2207|dataarchivio=8 aprile 2008}}
* {{cita web | 1url = http://www.fondazionerosselli.it/ | 2titolo = Fondazione Rosselli, Centro di ricerca | accesso = 17 gennaio 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050901004731/http://www.fondazionerosselli.it/ | dataarchivio = 1º settembre 2005 | urlmorto = sì }}
* [http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2001/un08/art1508.html ''Camillo Berneri e Carlo Rosselli - Vite parallele''] di Massimo Ortalli (da "Umanità Nova" n.08 del 4 marzo 2001)
* {{cita web|url=http://www.rosselli.org/|titolo=Fondazione Circolo Rosselli - Firenze}}
* {{cita web | 1 = http://www.fondazionerosselli.it/ | 2 = Fondazione Rosselli, Centro di ricerca | accesso = 17 gennaio 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050901004731/http://www.fondazionerosselli.it/ | dataarchivio = 1º settembre 2005 | urlmorto = sì }}
*[{{cita testo|url=https://rep.repubblica.it/pwa/robinson/2020/06/07/news/fratelli_rosselli-258667687/?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P7-S4.4-T1 |titolo=Valdo Spini, "Perché i Rosselli parlano ancora a questa Italia"]|postscript=nessuno}}, sul sito repubblica.it del 7 giugno 2020.
* {{cita web|http://www.rosselli.org/|Fondazione Circolo Rosselli - Firenze}}
* "Gaetano Pecora"{{cita web|http://www.politicamagazine.it/2017/05/31/carlo-rosselli-socialista-e-liberale/|Carlo Rosselli, socialista e liberale.Bilancio critico di un grande italiano}}
*[https://rep.repubblica.it/pwa/robinson/2020/06/07/news/fratelli_rosselli-258667687/?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P7-S4.4-T1 Valdo Spini, "Perché i Rosselli parlano ancora a questa Italia"], sul sito repubblica.it del 7 giugno 2020.
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