Ruggero Pascoli: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseNascita = 24 marzo
|AnnoNascita = 1815
|LuogoMorte = LongianoSavignano di Romagna
|GiornoMeseMorte = 10 agosto
|AnnoMorte = 1867
|NoteMorte = <ref>{{cita web|url=https://www.antenati.san.beniculturali.it/ark:/12657/an_ua3797106/04E8XD9|titolo=Italia, Forlì-Cesena, Forlì, Stato Civile (Archivio di Stato), 1800-1815, 1866-1930.|sito=antenati.san.beniculturali.it|pp=72-73, n. 86}}</ref>
|Epoca = 1800
|Attività =
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|Categorie = no
|FineIncipit = è stato il padre del poeta [[Giovanni Pascoli]], amministratore della tenuta "La Torre" dei principi [[Torlonia]], assassinato, ufficialmente da ignoti, nel [[1867]]
|Immagine = Ruggero Pascoli e figli.jpg
|Didascalia = Ruggero Pascoli, con i figli Giacomo, Luigi e [[Giovanni Pascoli|Giovanni]].
|DimImmagine = 250
}}
L'omicidio, che fu opera probabilmente di criminali ed estremisti politici, influì pesantemente sulla psicologia del futuro poeta.
 
==Biografia==
[[File:Ravenna Casa Pascoli.jpg|thumb|Ravenna, casa dei Pascoli. Qui visse Ruggero, padre di [[Giovanni Pascoli]]. La casa venne distrutta da un bombardamento nel settembre 1944.]]
===Dalla nascita al 1866===
Ruggero Pascoli era figlioFiglio di Giacomo Pascoli e di sua moglie Margherita Burnazzi, di Ravenna; rimasto orfano a nove anni, fu cresciuto dagli zii Luigi e Giovanni. Quest'ultimo, vedovo che aveva perso anche il figlio Ferdinando, in pratica lo adottò. Lo zio Giovanni era amministratore della Torre.
Ruggero sposò nel [[1849]] Caterina Vincenzi AlloccatelliAllocatelli, appartenente ad una famiglia della piccola nobiltà rurale di [[San Mauro Pascoli|San Mauro di Romagna]], oggi San Mauro Pascoli.
 
I coniugi fissarono la loro dimora nella casa di lei, in paese. Nell'arco di undici anni di unione nacquero ben dieci figli: Margherita Olimpia Vittoria, Giacomo Ugo Enea, Luigi Filippo Venanzio, [[Giovanni Pascoli|Giovanni Placido Agostino]], Raffaele Sigismondo Cesare, Alessandro Giuseppe Paolo, Carolina Vittoria Maria (che morì a soli 5 anni), Ida Elda Maria Vittoria (che morì a soli 7 mesi), Ida Angela Olimpia e [[Maria Pascoli|Maria Santa Adele Annetta]].<ref>[https://www.simonel.com/assaggio/cavalla.html "Giovanni Pascoli", di Gian Luigi Ruggio], sul sito di Simonelli Editore</ref>
 
Nonostante i numerosi impegni familiari e di lavoro (fu Comandante civico, fino a quando succedette allo zio come amministratore dei Torlonia), Ruggero garantì il proprio impegno come assessore comunale nel [[1861]], come consigliere nel [[1862]], di nuovo come assessore l'anno successivo e nuovamente come consigliere l'anno dopo, fino al giorno della sua scomparsa, avvenuta il 10 agosto [[1867]]. Esponente dei gruppi [[repubblicanesimo|repubblicani]], passò poi ai [[liberalismo|liberali]], probabilmente come condizione per avere il lavoro di amministratore.
 
=== L'omicidio= ==
La sera in cui venne assassinato, Ruggero stava tornando a casa da Cesena quando, all'altezza di San Giovanni in Compito, presso Savignano, venne ucciso con una fucilata sparata da due sicari ignoti, appostati lungo la strada; morì sul colpo e il carretto, con la spaventata cavalla, proseguì ancora da solo per un tratto, trasportando il corpo di Ruggero; la Romagna era allora una terra difficile e in alcune zone imperversava il brigantaggio. Nei pressi si trovavano poche altre persone, che testimoniarono senza giungere a niente di importante. Tra di loro [[Gino Vendemini]], deputato, garibaldino e repubblicano, il quale scrisse in una memoria che l'assassino "rimane ignoto, almeno alle autorità", volendo dire che la gente del luogo sapeva chi fosse il responsabile, ma taceva per paura o complicità.<ref>[{{Cita web |url=http://antoniomontanari.e-monsite.com/pages/pascoli-e-rimini/delitto-ruggero-pascoli.html |titolo=Il delitto Ruggero Pascoli] |accesso=19 settembre 2012 |dataarchivio=25 settembre 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220925075636/http://antoniomontanari.e-monsite.com/pages/pascoli-e-rimini/delitto-ruggero-pascoli.html |urlmorto=sì }}</ref> Il prefetto attribuì la fine di Ruggero ad ambienti del repubblicanesimo estremista che lo consideravano un "servo dei padroni" e un traditore, poiché si era politicamente schierato con i liberali monarchici, oltre a suscitare invidie fra gli altri fattori, massari e mezzadri.
 
Il magistrato che diresse l'inchiesta indagò due agitatori politici di Cesena, in realtà due criminali comuni gravitanti intorno ai movimenti di sinistra per interesse, Luigi Pagliarani detto Pajarèn e soprannominato ''Bigeca'' o ''Bigecca'' e Michele Della Rocca, che furono però prosciolti. La tesi del movente politico fu respinta sempre dalla famiglia Pascoli, anche se Giovanni, pur essendo personalmente repubblicano come suo padre, almeno da giovane, non volle avvicinarsi al movimento in Romagna, preferendo i socialisti e gli anarchici, sospettando un'infiltrazione nei gruppi anti-monarchici di numerosi delinquenti e briganti locali, collusi con la morte del padre.<ref>{{Cita web |url=http://www.scuolesogliano.it/mediaroncofreddo/rubicone/pagine/giovanni_pascoli1.htm |titolo=Pascoli, scuole Sogliano Rubicone |accesso=14 gennaio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071207130111/http://www.scuolesogliano.it/mediaroncofreddo/rubicone/pagine/giovanni_pascoli1.htm |dataarchivio=7 dicembre 2007 |urlmorto=sì }}</ref><ref name="Giovanni Pascoli, la cavalla storna">[http://www.homolaicus.com/letteratura/pascoli7.htm Giovanni Pascoli, la cavalla storna]</ref><ref name="ReferenceA">Alice Cencetti, ''Il delitto Pascoli tra storia e poesia''</ref> La maggioranza dei concittadini pensava, però, che l'uomo, in qualità di agente e amministratore della tenuta dei principi Torlonia, avesse ostacolato, nel suo lavoro, qualche potente malavitoso della zona, forse un contrabbandiere. Gli stessi coloni della tenuta si dedicavano al contrabbando per arrotondare i salari. L'omicidio dunque sarebbe stato una vendetta o un avvertimento in stile mafioso.<ref>Vittorino Andreoli - ''I segreti di casa Pascoli''</ref> Nello stesso periodo altri fattori e possidenti furono assassinati, con la stessa modalità da criminalità organizzata. Per molti, comunque, compresa la famiglia, i due sicari agirono su mandato di chi voleva succedere a Ruggero nel prestigioso incarico, il quale, secondo Giovanni, forse aveva anche avuto parte nell'esecuzione del delitto e sarebbe stato presente sul luogo. Questa tesi è stata alla base di un film del [[1953]], intitolato ''[[La cavallina storna]]'', ispirato appunto alla poesia ''[[La cavalla storna]]''.<ref>[https://it.cinema.yahoo.com/l/la-cavallina-storna/index-150315.html La Cavallina Storna | Scheda del Film - Yahoo! Cinema<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081202172650/http://it.movies.yahoo.com/l/la-cavallina-storna/index-150315.html |data=2 dicembre 2008 }}</ref>
 
Unica testimone del delitto fu appunto la sua amata "cavallina storna", la celebre [[cavallo|giumenta]] dal mantello scuro disseminato di macchie bianche come la livrea di uno [[storno]], che dà il titolo allaall'[[cavalla storna|omonima poesia]].
Il delitto, che Pascoli rievocò in molte altre liriche, tra cui ''[[X agosto]]'', rimase impunito per una diffusa omertà e venne archiviato dalla magistratura, dopo ben tre processi, come "commesso da ignoti". Due altri imputati, Raffaele Dellamotta, 27 anni, e Michele Sacchini, erano agenti di casa Torlonia, accusati di essere sicari a pagamento di un ignoto mandante; condannati in primo grado, vennero in seguito assolti.<ref name="tempi.it">[http{{Cita web|url=https://www.tempi.it/giovanni-pascoli-centanni-dalla-morte-unipotesi-sullomicidio-del-padre#.UFl7hK6ZiSo/|titolo=Giovanni Pascoli, nela centenariocent'anni dalla morte un'ipotesi sull'omicidio del padre]|autore=Redazione|sito=Tempi|data=2012-04-10|lingua=it-IT|accesso=2022-08-05}}</ref> Dellamotta fu ucciso tre anni dopo, tentando di sedare una rissa tra famiglie coloniche rivali, accoltellato nei pressi della tenuta.<ref>[https://lacampagnappenaieri.blogspot.it/2010/06/1870-i-fatti-di-sangue-alla-torre-di.html I fatti di sangue alla Torre]</ref> Pascoli e la madre, poiché Ruggero, il giorno della morte, doveva incontrare un inviato di [[Alessandro Raffaele Torlonia|Alessandro Torlonia]], un certo ingegnere Achille Petri (il quale avrebbe dovuto confermargli l'incarico, ma non si presentò), attribuirono a motivi di rivalità sul lavoro il delitto. Giovanni fece anche delle indagini personali e ritenne che i due sicari avessero agito su incarico di [[Pietro Cacciaguerra]], uomo prepotente che aveva avuto dei contrasti con Ruggero (notoriamente uomo onesto e corretto), e aspirante amministratore della tenuta, il quale era emigrato in Sudamerica, dove fece fortuna. Ritornato a Savignano era divenuto un possidente e "signorotto" del luogo, e l'anno dopo l'omicidio, venne nominato amministratore, coadiuvato proprio da Petri, quasi confermando la "vox populi" che lo voleva responsabile. La stessa polizia del luogo era parte del colpevole silenzio, secondo l'opinione di Giovanni.<ref name="Giovanni Pascoli, la cavalla storna"/><ref name="ReferenceA"/> È possibile anche che il principe Torlonia sapesse la verità sul delitto, e per timore di ritorsioni, avrebbe dato addirittura il suo assenso.<ref name="tempi.it"/>
Pascoli e la madre, poiché Ruggero, il giorno della morte, doveva incontrare un inviato di [[Alessandro Raffaele Torlonia|Alessandro Torlonia]], un certo ingegnere Achille Petri (il quale avrebbe dovuto confermargli l'incarico, ma non si presentò), attribuirono a motivi di rivalità sul lavoro il delitto. Giovanni fece anche delle indagini personali e ritenne che i due sicari avessero agito su incarico di [[Pietro Cacciaguerra]], uomo prepotente che aveva avuto dei contrasti con Ruggero (notoriamente uomo onesto e corretto), e aspirante amministratore della tenuta, il quale era emigrato in Sudamerica, dove fece fortuna. Ritornato a Savignano era divenuto un possidente e "signorotto" del luogo, e l'anno dopo l'omicidio, venne nominato amministratore, coadiuvato proprio da Petri, quasi confermando la "vox populi" che lo voleva responsabile. La stessa polizia del luogo era parte del colpevole silenzio, secondo l'opinione di Giovanni.<ref name="Giovanni Pascoli, la cavalla storna"/><ref name="ReferenceA"/> È possibile anche che il principe Torlonia sapesse la verità sul delitto, e per timore di ritorsioni, avrebbe dato addirittura il suo assenso.<ref name="tempi.it"/>
 
===Da RavennaDopo ala Sanmorte Mauro===
La famiglia di Ruggero fu così costretta ad abbandonare la Torre per la casa materna di San Mauro, che venderanno qualche anno dopo, per difficoltà economiche e morali. I Torlonia revocarono anche la sovvenzione alla famiglia del loro agente caduto sul lavoro.
 
Dal [[1867]] al [[1871]] si consumò definitivamente la tragedia dei Pascoli. Caterina sopravvisse solo per pochi mesi dopo la morte del marito, morendo nel [[1868]], in pratica lasciandosi andare, colpita da un attacco cardiaco; poco più tardi morirono di malattia i figli Margherita (di tifo nel [[1868]]) e Luigi (di meningite nel [[1871]]). Giacomo morirà nel [[1876]], a [[Bologna]], e i superstiti vivranno faticosamente.
Sulla intricatissima vicenda del delitto di Ruggero Pascoli, è stato pubblicato il volume di Rosita Boschetti ''Omicidio Pascoli. Il complotto''<ref name=recensione>[http://www.casapascoli.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=24047&idArea=24051&idCat=24051&ID=24051&TipoElemento=area ''Omicidio Pascoli. Il complotto''], (Mimesis 2014)</ref> che è frutto di recenti ricerche negli archivi locali e che, oltre a pubblicare documentazione inedita, formula l'ipotesi di un complotto perpetrato ai danni dell'amministratore Pascoli.<ref name=recensione/> Il trauma lasciò segni profondi nella vita del poeta. Il fratello maggiore Giacomo, secondo le cronache morì di tifo, ma secondo recenti studi fondati su documenti personali dei Pascoli, egli, che aveva tentato inutilmente di ricostituire il nucleo familiare a [[Rimini]], potrebbe invece essere stato assassinato, forse avvelenato<ref>Maria Pascoli, ''Autografo Memorie'', cass. XLIII, plico 1, parte I, c. 79</ref><ref name=recensione/><ref>Alice Cencetti, ''Giovanni Pascoli: una biografia critica'', Le Lettere, 2009, p. 69</ref>. Giacomo infatti nell'anno in cui morì ricopriva la carica di assessore comunale e pare conoscesse personalmente coloro che avevano partecipato al complotto per uccidere il padre, oltre al fatto che i giovani fratelli Pascoli (in particolare Raffaele e Giovanni) si erano avvicinati a tal punto alla verità sul delitto paterno, da essere minacciati di morte.<ref name=recensione/>
 
Sulla intricatissima vicenda del delitto di Ruggero Pascoli, è stato pubblicato il volume di Rosita Boschetti ''Omicidio Pascoli. Il complotto''<ref name=recensione>[http://www.casapascoli.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=24047&idArea=24051&idCat=24051&ID=24051&TipoElemento=area ''Omicidio Pascoli. Il complotto''], (Mimesis 2014)</ref> che è frutto di recenti ricerche negli archivi locali e che, oltre a pubblicare documentazione inedita, formula l'ipotesi di un complotto perpetrato ai danni dell'amministratore Pascoli.<ref name=recensione/> Il trauma lasciò segni profondi nella vita del poeta. Il fratello maggiore Giacomo, secondo le cronache morì di tifo, ma secondo recenti studi fondati su documenti personali dei Pascoli, egli, che aveva tentato inutilmente di ricostituire il nucleo familiare a [[Rimini]], potrebbe invece essere stato assassinato, forse avvelenato<ref>[[Maria Pascoli]], ''Autografo Memorie'', cass. XLIII, plico 1, parte I, c. 79</ref><ref name="recensione" /><ref>Alice Cencetti, ''Giovanni Pascoli: una biografia critica'', Le Lettere, 2009, p. 69</ref>. Giacomo infatti nell'anno in cui morì ricopriva la carica di assessore comunale e pare conoscesse personalmente coloro che avevano partecipato al complotto per uccidere il padre, oltre al fatto che i giovani fratelli Pascoli (in particolare Raffaele e Giovanni) si erano avvicinati a tal punto alla verità sul delitto paterno, da essere minacciati di morte.<ref name="recensione" />
La giovane moglie di Giacomo pretese inoltre parte della scarna eredità e mandò in rovina completamente la famiglia. Raffaele e Giuseppe Alessandro (sposò una vedova di un parente del presunto sicario Pagliarani, suscitando l'ira di Mariù) si allontanarono progressivamente dal nucleo famigliare, di cui rimasero parte solo Ida (fino al suo matrimonio), Giovanni e Maria.<ref name="Giovanni Pascoli, la cavalla storna"/><ref>[http://www.cristella.it/blog/2012/08/14/viserba-il-delitto-pascoli-e-pajaren-detto-bagecca/ Viserba e il delitto Pascoli]</ref> Giovanni si fece carico, dopo una gioventù tumultuosa in cui finì anche in carcere per motivi politici, della famiglia con il proprio stipendio di insegnante e i guadagni delle sue opere letterarie.
 
La giovane moglie di Giacomo pretese inoltre parte della scarna eredità e mandò in rovina completamente la famiglia. Raffaele e Giuseppe Alessandro (sposò unala vedova di un parente del presunto sicario Pagliarani, suscitando l'ira di Mariù) si allontanarono progressivamente dal nucleo famigliare, di cui rimasero parte solo Ida (fino al suo matrimonio), Giovanni e [[Maria Pascoli|Maria]].<ref name="Giovanni Pascoli, la cavalla storna" /><ref>[http://www.cristella.it/blog/2012/08/14/viserba-il-delitto-pascoli-e-pajaren-detto-bagecca/ Viserba e il delitto Pascoli]</ref> Giovanni si fece carico, dopo una gioventù tumultuosa in cui finì anche in carcere per motivi politici, della famiglia con il proprio stipendio di insegnante e i guadagni delle sue opere letterarie.
Il 10 agosto di ogni anno Giovanni mandava un biglietto listato a lutto, con la dicitura p.r. ("per ricordare") a colui che riteneva l'assassino, il citato Cacciaguerra, che lasciò l'incarico nella tenuta nel 1875, dopo aver incrementato i suoi loschi affari; il successivo amministratore della tenuta, qualche anno dopo, disse a Pascoli che "ci aveva preso nel mezzo", cioè che la verità era quella da lui sospettata, cioè che l'omicidio era stato eseguito da Pagliarani con l'aiuto di Della Rocca, e ordinato da Cacciaguerra. Consigliò anche al poeta di non indagare oltre, altrimenti avrebbe probabilmente fatto la fine del padre.<ref>[http://www.cesenatoday.it/cronaca/omicidio-ruggero-pascoli-verdetto-colpevoli-10-agosto-2012.html 10 agosto 2012: verdetto sull'omicidio Pascoli]</ref> Nonostante ciò, dopo che il presunto mandante morì, Pascoli lo raffigurò, nella poesia ''Tra San Mauro e Savignano'', come un'anima che non trova la pace neanche nella morte, a causa del proprio delitto impunito.
 
Il 10 agosto di ogni anno Giovanni mandava un biglietto listato a lutto, con la dicitura p.r. ("per ricordare") a colui che riteneva l'assassino, il citato Cacciaguerra, che lasciò l'incarico nella tenuta nel 1875, dopo aver incrementato i suoi loschi affari; il successivo amministratore della tenuta, qualche anno dopo, disse a Pascoli che "''ci aveva preso nel mezzo''", cioè che la verità era quella da lui sospettata, cioè che l'omicidio era stato eseguito da Pagliarani con l'aiuto di Della Rocca, e ordinato da Cacciaguerra. Consigliò anche al poeta di non indagare oltre, altrimenti avrebbe probabilmente fatto la fine del padre.<ref>[http://www.cesenatoday.it/cronaca/omicidio-ruggero-pascoli-verdetto-colpevoli-10-agosto-2012.html 10 agosto 2012: verdetto sull'omicidio Pascoli]</ref> Nonostante ciò, dopo che il presunto mandante morì, Pascoli lo raffigurò, nella poesia ''Tra San Mauro e Savignano'', come un'anima che non trova la pace neanche nella morte, a causa del proprio delitto impunito.
 
== Influenza culturale ==
Sulla intricata vicenda del delitto di Ruggero Pascoli, è stato pubblicato il volume di Rosita Boschetti ''Omicidio Pascoli. Il complotto''<ref name="recensione">{{Cita web|url=http://www.casapascoli.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=24047&idArea=24051&idCat=24051&ID=24051&TipoElemento=area|titolo=Pubblicazioni - Comune di San Mauro Pascoli (FC)|sito=www.casapascoli.it|lingua=it|accesso=2022-08-05}}</ref> che è frutto di recenti ricerche negli archivi locali e che, oltre a pubblicare documentazione inedita, formula l'ipotesi di un complotto perpetrato ai danni dell'amministratore Pascoli.<ref name="recensione" />
 
Il delitto ispirò il film ''[[Cavallina storna (film)|Cavallina storna]]''<ref>https://www.mymovies.it/film/1953/la-cavallina-storna/</ref>, dove Ruggero Pascoli fu interpretato da [[Gino Cervi]]<ref>https://www.cinematografo.it/film/la-cavallina-storna-pz1x74a1</ref>.
 
==Poesie di Giovanni Pascoli==
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* ''In Ritardo''
 
L'intero libro ''[[Myricae]]'' porta inoltre la dedica "«A Ruggero Pascoli, mio padre"».
 
== Note ==
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== Voci correlate ==
* [[Giovanni Pascoli]]
 
== Altri progetti ==
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{{Portale|biografie}}
 
[[Categoria:Morti a Savignano sul Rubicone]]
[[Categoria:Assassinati con arma da fuoco]]
[[Categoria:Casi di omicidio irrisolti in Italia]]
[[Categoria:Giovanni Pascoli]]